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Autore: Yuki Kiryukan    14/08/2012    3 recensioni
Rebecca Jane Callaway si è appena trasferita col padre a Dallas. Mentre si prepara ad affrontare il primo giorno alla sua nuova scuola, si è già abituata all'idea di trascorrere i prossimi anni che l'attendono nella noia e monotonia totale.
Solo in seguito capirà quanto sbagliate fossero quelle previsioni.
Solo dopo aver scoperto la verità sulla sua stessa esistenza.
Solo dopo aver intrecciato la sua vita a quella di Zach Hudson ed al suo, loro, segreto.
Dal cap 15:
"Che cosa stiamo facendo, Zach?" gli chiesi sulle labbra "Tutto questo non ha senso"
Lui si allontanò lentamente da me. Era serissimo "Deve averne per forza?"
"Noi dovremmo ucciderci" gli ricordai, per quanto doloroso fosse anche il solo pronunciare quella frase.
"E questo chi lo dice?" sembrava irritato. Si ostinava a non voler guardare in faccia la realtà.
Deglutii, mentre una lacrima mi rigava la guancia " Il nostro sangue"
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cursed Blood - Sangue Maledetto'
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Salve a tutti! :)
Ecco il capitolo 18! *----*
Qui si parla del passato di Zach e, appena accenntato, anche quello degli altri Chimeri! Spero vi piaccia! Il finale è un pò ambiguo, ma si spiegerà nel capitolo 19 che posterò a breve!
Fatemi sapere che ne pensateeeeeeeee!
Un bacio <3
Yuki :)


                                                 Passato Buio




  << Io sono nato nel New Messico, e la mia famiglia non l’avrei mai augurata a nessuno >>  cominciò Zach  << Mio padre era un ubriaco giocatore d’azzardo, che ci mandò sul lastrico per le sue scommesse fallite. E ovviamente, quando perdeva al gioco, si sfogava su di me e su mia madre >>

Rimanevo in silenzio, avvinghiata a lui, incapace di parlare.

  << Mi costringeva ad elemosinare soldi ogni giorno che Dio mandava in terra... >> continuò Zach  << E credo tu possa immaginare bene cosa mi attendeva se non riportavo soldi a casa, con i quali lui potesse comprarsi altro vino. Molte volte sono ricorso al furto pur di non fargli alzare le mani >> 

Una pausa  << Non mi preoccupavo molto per me, ma per mia madre >> si fece scuro in volto  << Quando la vedevo viola dai lividi mi sentivo così impotente. Che poteva fare un ragazzetto di undici anni pelle e ossa, contro quello schifoso? >>

La sua presa si strinse sulla mia schiena   << La goccia che fece traboccare il vaso, fu quando mia madre morì di crepacuore dopo aver subito l’ennesima violenza >>  digrignò i denti  << Poi conobbi lui >>  aggiunse  << E mi si presentò l’occasione di riscattarmi. Il prezzo da pagare era permettere che mi fosse impianto uno speciale essere nel corpo. Ma in quel momento, non mi importava affatto del prezzo o delle conseguenze >>  

Il suo sguardo divenne quello di un assassino  << Volevo solo fargliela pagare >>

Deglutii, mentre il mio cuore accelerava i battiti. Oppressi l’istinto di chiedere chi fosse quel “lui” e mi concentrai sulla sua storia.

  << Non ricordo quasi nulla dell’impianto della Chimera. Solo che appena sveglio, mi sentii tremendamente diverso da prima. Ci volle una settimana intera perché mi abituassi ai cambiamenti che il mio corpo aveva subito, e imparassi a gestire le mie nuove...capacità >>  un sorriso amaro  << La prima cosa che feci poi, fu uccidere quel bastardo >>

L’aveva detto troppo velocemente, e mi colse alla sprovvista. Dal silenzio che ne era seguito, dedussi che stava aspettando che dicessi qualcosa.

  << Hai... >> balbettai senza voce  << ....Hai bevuto... il suo sangue? >>

Non mi era venuto in mente nient’altro.

  << Scherzi?! >> il suo volto si deformò per il disgusto  << Mi avrebbe fatto troppo schifo >> nella sua voce vibrava ancora l’odio che doveva provare verso di lui  << L’ho ucciso lentamente, il bastardo, massacrandolo di botte. In quel modo è riuscito a capire che razza di vita aveva fatto condurre a me e mia madre per tutto quel tempo. Ha avuto quel che meritava >>

Calò il silenzio. Si sentivano solo i grilli di sottofondo.

  << Sono proprio un mostro eh? >>  la sua voce racchiudeva tristezza.

Ancora incapace di parlare, lo strinsi forte a me, provando una tenerezza infinita verso quel ragazzo che appariva sempre così spavaldo.  << No... >> bisbigliai, certa che potesse sentirmi  << Certo che no...hai sofferto così tanto...come potresti essere un mostro? >>

Sentii le sue braccia stringermi forte  << Non sono l’unico ad aver sofferto. Adam e Lilith sono reduci da un orfanotrofio di cui si avrebbe molto da ridire. Misa ha una storia simile alla “Piccola Fiammiferaia”, passi per le violenze paterne che è stata costretta a subire, e Ryan è stato addirittura venduto dai suoi, che erano andati in bancarotta >>

Improvvisamente, tutto l’odio che il rimorso che provavo per quei ragazzi si affievolì, e provai un’immensa pena per loro.

  << E...Alyssa? >>

Ricordavo fin toppo bene quella ragazza spaventosa. Non tanto per il fatto che avesse cercato di uccidermi, ma perché aveva sgozzato quella bambina di soli dieci anni, proprio come diceva il giornale.

  << Lei è la più...instabile tra noi. È diventata una Chimero solo da poco >>

  << Ha sgozzato quella bambina...>> ricordai le parole del giornale che avevo letto, talmente spaventose che era impossibile dimenticarle  <<  “Per vedere cosa si prova ad uccidere...” >>

Zach ridusse le labbra ad una riga sottile  << Anche noi ne siamo rimasti abbastanza basiti. Di solito, non uccidiamo che per cibarci. Sai cosa ci ha risposto quando gli e lo domandammo? “Dato che da adesso sarò costretta ad uccidere per sopravvivere, volevo essere preparata a quello che mi avrebbe aspettato d’ora in avanti" >> una pausa  <<  "Devo abituarmi a far scorrere del sangue” >>

Ebbi una fitta al cuore.  << O...oh... >> fu tutto quello che riuscii a farfugliare.

  << Nemmeno il suo passato è dei più rosei. È rimasta orfana da poco, e subiva abusi dalla famiglia a cui era stata affidata >>

Oddio. Possibile che esistesse tanto male nel mondo?

  << Lui ci sceglie appunto per questo. È alla ricerca di persone dalla storia come la nostra. Questo è quello che si nasconde dietro a noi Chimeri >>  continuò Zach  << Tutti noi veniamo da esperienze accomunate dallo stesso dolore. Derelitti disposti a tutto pur di riscattarsi e riacquistare una qualche dignità. Anche a diventare qualcosa che va oltre l’umano. Ma ormai siamo, sono abituato ad essere quello che sono, e anche alla presenza di Rufus >>

Mi accigliai   << Rufus? >>

  << La mia Chimera >>

Lo guardai allucinata  << Gli hai dato un nome? >> Non potevo crederci.

Fece spallucce  << Ci convivo ormai da cinque anni. È parte di me. In qualche modo devo pur riferirmi a lei, così per agevolarmi le ho dato un nome >>

Sbattei le ciglia, allibita  << A-ah... >>

Rise  << Assurdo? >>

  << Non...non proprio... >> minimizzai, ma era quello che pensavo.

Non del fatto che avesse dato un nome alla cosa che aveva dentro di se. Ero allibita soprattutto  per il fatto che tutti loro fossero riusciti ad andare avanti dopo tutti i traumi che avevano subito.

  << Ti sei incupita >>  osservò Zach  << Forse era meglio che non ti raccontavo niente... >>

Scossi la testa con decisione  << No anzi, sono contenta che tu me ne abbia parlato, sul serio. Solo... >>  mi morsi il labbro inferiore  << Emh, chi è...lui? >>

Zach si irrigidì notevolmente, e mi pentii della domanda appena fatta. Ma la voce di David insisteva nel torturarmi.

“Scoprirlo, trovarlo ed ucciderlo è il compito finaledello Scudo Rosso”

  << È colui che ha creato le Chimere >>  Mi rispose semplicemente.

Grazie. Fino a quello ci ero arrivata. Ma chi?!

  << Ha raccolto le persone più derelitte e sventurate, e ci ha trasformati >> aggiunse Zach.

Per un momento, pensai che quello che aveva fatto non era poi così sbagliato. Li aveva aiutati in fondo, no?

Poi, mi resi conto che allo stesso tempo li aveva trasformati prima in qualcosa di non umano, e poi in assassini, costretti ad uccidere delle persone per sopravvivere, e scartai immediatamente quell’idea assurda.

Da come si era mantenuto sul vago Zach, dedussi che non era sua intenzione parlarmi di lui così come aveva fatto di se stesso e degli altri.

  << Immagino che ucciderlo sia uno degli scopi del Red Shield, vero? >> mi chiese poi.

Quell’insinuazione mi colse impreparata, perché era la pura e semplice verità.

Prese quel mio silenzio per un si.

  << Scusami >> disse, senza guardarmi   << Ma non lo tradirò. Mi capisci? Gli siamo tutti debitori >>

  << Per avervi trasformati in assassini assetati di sangue?! >> non riuscii a trattenermi.

Quella volta nel rispondermi, si voltò e fissò i suoi occhi scuri nei miei   << Per averci restituito un minimo di dignità >>

Mi zittii e distolsi lo sguardo. Sarà stato pure vero però...

  << Con noi ha creato una famiglia >> continuò Zach.

  << Ha creato solamente un esercito di suoi esperimenti! >> ribattei irata.  << Ha scelto persone come voi perché sapeva che in questo modo avrebbe ottenuto cieca fedeltà e riconoscenza! >>

Il suo sguardo si indurì  << Non puoi capire >>

Per un momento, ebbi davvero paura.

Cosa c’era da capire? Era fin troppo evidente che quel lui fosse una persona più che orribile.

Ma poi, Zach mi prese il mento e me lo portò in su, costringendomi a guardarlo  << Scusa... >> mugolò  << Ma cerca di capirmi. Gli dobbiamo molto. Sono sicuro che io starei ancora elemosinando se non lo avessi incontrato. Così come tutti gli altri. È come se fosse un “padre”... >>

Come? Come poteva addirittura definirlo padre?!

  << Non posso e non voglio tradirlo >> concluse. E dalla sua espressione capii che non c’era modo di fargli cambiare idea.

  << Ma... >> insistetti  << Se non ci fosse stato lui, noi potremmo amarci liberamente, senza temere di ucciderci da un momento all’altro! >>

Lui non sarebbe stato un Chimero, e di conseguenza nemmeno io avrei avuto tutte le anomalie che presentavo, dato che mia madre era stata una di loro.

Avremmo potuto vivere felicemente!

  << Se non ci fosse stato lui, noi nemmeno ci saremmo conosciuti, Rebecca >> mi corresse Zach.

Non potei dargli torto. Così rimasi in silenzio.

Quella, era l’unica cosa per la quale dovessi ringraziarlo.

  << E va bene >>  mi arresi infine  << Non importa >>

Ci sarei arrivata da sola, al bastardo incognito, che ci aveva sconvolto la vita.  Non pretendevo certo che Zach tradisse i suoi compagni e colui che reputava il suo “salvatore”.

  << Grazie >>  mi sussurrò a fior di labbra, mentre mi regalava un bacio dolcissimo. Gli circondai il collo con le braccia, attirandolo a me.

Un rumore di passi veloci ci fece sussultare.

Riaprii gli occhi e vidi che Zach aveva sollevato il viso dal mio e guardava qualcosa dietro di noi. O qualcuno.

Mi voltai anchio, e vidi con orrore che si trattava di Amelia.

Teneva le mani strette a pugni. La sua pistola allacciata alla cintura che le circondava la vita sottile.

Il mio cuore perse un battito. Oh, no.

Mi svincolai da Zach, che non sembrava intenzionato a lasciarmi, e mi alzai.

  << A-Amy.... >> balbettai  << Non è come sembra... >>

Che frase idiota. Invece era proprio come sembrava.

Lei aveva gli occhi verdi sgranati. Il suo sguardo si spostava lentamente, da Zach a me, e da me a lui. Aveva la bocca semi aperta dalla sorpresa. La chiuse, e fissò gli occhi nei miei. Mi guardava con furore.

Ma non disse niente. Si limitò a darmi le spalle, e a camminare velocemente, scomparendo nella boscaglia.

  << Amelia! >> le gridai dietro. Feci per correrle dietro, ma sapere che Zach era li con me mi bloccò.

Che dovevo fare?! La situazione era precipitata nel giro di pochi secondi. Mi voltai verso Zach, con un’espressione disperata.

Lui si era alzato da terra, e si massaggiava la testa. Dallo sguardo che mi rivolse, capii che comprendeva il mio panico.   << Vai. Avanti, inseguirla >>  mi si avvicinò e mi diede un rapido bacio a stampo  <<  Ci vediamo domani...almeno spero >>

Lo ringraziai mentalmente, e raccogliendo il giubbotto da terra, corsi nella direzione in cui l’avevo vista dirigersi.

Correvo alla cieca, alla sua disperata ricerca. Pregavo di vedere la sua figura nella boscaglia, in modo da poterle spiegare.

Che cosa poi? Cosa volevo dirle, dopo averla raggiunta?

Solo altre bugie.

Sentivo però di doverla seguire. Almeno questo, gli e lo dovevo.

Poi, intravidi la sua figura come un miraggio. Accelerai il passo, fino a raggiungerla.  << Amelia! >>  esclamai.

Lei si voltò verso di me, con una tale lentezza che mi sembrò andasse a rallentatore

  << Perché ti sei disturbata a seguirmi? >>  mi chiese, gelida  << Eri già abbastanza impegnata, da quanto ho visto >>

  << Ti prego, lascia che ti spieghi! >>

Cosa? Cosa volevo spiegarle?

  << Non ce n’è bisogno >> si voltò e fece per andarsene, ma io la trattenni per il braccio  << Di solito vengo qui per allenarmi, ma vorrà dire che per oggi mi cercherò un altro posto. Non volevo disturbarvi, scusami >>

  << Ti prego! >>  la supplicai  << Non voglio...che tu mi odi >>  Sentii le lacrime agli occhi. Le avrei detto la verità. Era meglio di qualsiasi altra bugia volessi rifilarle per giustificarmi.

  << I-io... >> cominciai, tremante  << Cioè, noi... >>

Oddio, ma cosa volevo spiegarle? Tanto si era capito che tipo di relazione ci fosse tra me e Zach no?!

  << L’ho capito... >> disse lei  << ...Che qui c’è un noi >>

Deglutii, mentre sentii le lacrime inondarmi copiose le guance.

Era la fine. L’avrebbe rivelato a tutti nello Scudo Rosso. Avrei perso la fiducia dei miei compagni e quella di mio padre, e chissà a quali conseguenze sarebbero ricorsi.

Chissà poi, cosa avrebbero fatto a Zach.

  << Tanto lo so... >> continuò Amelia  << Che quando ci si mette di mezzo l’amore, alla fine non ci si può che arrendere. Anche tra nemici di sangue >>

Sobbalzai. Che aveva detto? Mi capiva?

  << D...davvero? >> farfugliai incredula.

Lei scrollò le spalle, sospirando  << Credo che noi due dobbiamo farci una bella chiacchierata >>

Non riuscivo a capirla. Non era arrabbiata? Non mi considerava una traditrice della peggior specie?

  << Posso autoinvitarmi da te? >> mi chiese poi.

Annuii, con la testa vuota  << Si... >>

  << Bene, allora andiamo. Abbiamo parecchie cose di cui parlare >>
  
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