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Autore: OpheliaBlack    20/08/2012    1 recensioni
NUOVI CAPITOLI DOPO ANNI DI ASSENZA.
SPERIAMO BENE.
GRAZIE MILLE...
-Dal capitolo 4:
Quanti?”, chiese Kòre non appena riprese il controllo dei suoi pensieri.
“Non lo sappiamo. Non molti però, quello per fortuna è certo. A dire il vero, non crediamo che sia il caso di prendersi male, forse non riusciranno nemmeno a superare le difese della casa. Ma SuperSilente ha deciso di limitare al massimo i possibili danni. Quindi tu e Malfoyuccio sloggiate. Sai, io l’ho detto al Vecchio che due o tre Punitori non sono niente a confronto delle feste alla Tana, ma non mi ha preso molto sul serio.”[...]
-Dal capitolo 13:
“Senti, Voldemort non c’è più, nessuna nuova minaccia ammazza Mezzosangue sembra presentarsi all’orizzonte e questi sono solo sogni"[...]
-Dal capitolo 18:
"Per me si va ne la città' dolente,
per me si va ne l' etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.”
-Dal capitolo 19:
"Per loro è solo un libro, è fantasia. Un capolavoro di fantasia ad essere sinceri. Ci sono varie teorie su questa faccenda:c'è chi sostiene che Dante, l'autore del libro, rubò alcuni volumi di storia della magia e ne prese spunto per scrivere la sua verità.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: Otherverse | Avvertimenti: Non-con | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Era una notte tipica di luglio. Il cielo era sereno, coperto di stelle luminose e la luce naturale della Luna, piena, faceva si che sembrasse da poco passato il tramonto.

Scorpius Malfoy non sapeva che ore fossero. Forse le due o le tre. Non c’era verso di prendere sonno. E la colpa non era solo del caldo soffocante.

Il giorno dopo si sarebbe recato alla Tana.

Era un avvenimento storico. Pagine e pagine verranno scritte per raccontare ai posteri l’incontro del secolo.

Le famiglie che salvarono il mondo magico, liberandolo dal dominio di Voldemort e due tra i parenti più stretti di ex- Mangiamorte che parteciparono più che attivamente all’ascesa al potere del Signore Oscuro, nello stesso luogo, nello stesso momento.

Inutile dire che Scorpius era un fascio di nervi.

Come diavolo era venuto in mente a quella folle di presentarsi alla Tana così, indisturbati, come se niente fosse? E che cosa cavolo era scattato nella sua di mente, tanto da spingerlo ad accettare?

Voleva rivedere Al, questo era certo. E sarebbe stato carino se per una volta, avessero festeggiato il compleanno il giorno stesso del suddetto compleanno, e non come erano soliti fare, una piccola festicciola nel Dormitorio il primo week-end dall’inizio della scuola.

Agitazione, nervosismo, eccitazione. Si sentiva come un bambino nel giorno di Natale, trepidante ed impaziente di ricevere i suoi regali.

Chissà cosa succederà. Come reagiranno?

Una cosa era certa. Fred Jr. non gli accoglierà di certo a braccia aperte e con il sorriso sulle labbra. Lo stesso vale per James Potter, che di certo non se ne starà buono e tranquillo in un angolo.

Al pensiero di quei due deficienti, Scorpius si irrigidì. Quante volte avrebbe voluto schiantarli, (a volte lo aveva fatto), quante volte avrebbe voluto strappare quel sorriso beffardo dal volto di Potter, quante volte avrebbe volentieri stampato un pugno in faccia a Fred, tutte quelle volte che guardava Kòre con disprezzo e odio.

Lei gli aveva raccontato, di ritorno dal suo primo anno, di come quei due si fossero ripromessi di renderle la vita un inferno, di come senza Ebony forse non avrebbe retto e che molto probabilmente, sarebbe stato vittima del suo stesso destino. Tuttavia, Kòre gli promise che, ora che sapeva a cosa poteva andare in contro, lo avrebbe protetto, come Draco Malfoy le ordinò a settembre del primo anno del figlio.

Nonostante tutto, Kòre non provava odio verso di loro. Anzi. Lei, li compativa e, sentimento per Scorpius inconcepibile, li capiva.

Diceva che era normale che la odiassero, che ci odiassero. Il passato non si cancella. E odiarli non avrebbe fatto altro che alimentare altro odio.

“Odio chiama odio”, ripeteva di continuo.

Con questo spirito affrontò, tutti gli anni a seguire. Si fece in quattro per dare credibilità e fiducia alla sua immagine, alle provocazioni rispondeva con un sorriso. Si fece conoscere per come era in realtà Kòre Dolohov.

Piano piano raccolse sempre più consensi. La gente non l’additava più passando per i corridoi, i bisbigli si erano ridotti notevolmente e nessuno più credeva che cruciasse gli studenti nel sonno. Riuscì addirittura a crearsi un giro di amici, di persone fidate, oltre a lui ed Ebony.

Ovviamente tra questi vi era Albus, che ormai aveva già creato scalpore finendo a Serpeverde e diventando il migliore amico del figlio di Draco Malfoy. Lysander Scamander, gemello di Lorcan, un Corvonero dell’anno dì Kòre, amico intimo dei Potter-Weasley e Rose Weasley, la cugina nevrotica di Al.

Scorpius sorrise. Al pensiero della Weasley, il ragazzo ripensò a quella ragazzina coi capelli rossi e ricci, sempre in disordine, la vocina acuta e petulante che lo tormentava da quattro anni.

Non sapeva il perché, ma Scorpius Malfoy, detestava Rose Weasley.

Non arrivava certo all’odio che Ebony provava nei confronti di James Potter, ma era comunque una presenza seccante nella sua vita.

Fin dal primo anno, lei divenne la vittima perfetta di tutti i suoi scherzi e delle offese più originali che gli venivano in mente.

Trovava Rose Weasley la più saccente, arrogante, logorroica, nevrotica, acida, rompi pluffe ragazzina che avesse mai conosciuto. Ed era pure bruttina. E scoordinata. Scorpius non dimenticherà mai lo scivolone durante la cerimonia dello smistamento.

Aveva undici anni. Adesso, è diverso.

Con sua stessa sorpresa, Scorpius si ritrovò a ripensare al suo rapporto con la Weasley.

Fino all’inizio del terzo anno, lui l’aveva sempre considerata solo come la cugina antipatica di Al, un ottima vittima per i suoi scherzi e perché no, anche per qualche vendetta nei confronti di James e Fred, quando con i loro giochetti a Kòre, superavano i limiti.

Stessa cosa al secondo anno, anche se fu proprio quell’anno che diventò amica di Kòre, stupendo non poco il giovane Scorpius.

Non è come i suoi cugini. Forse allora, lei è sopportabile.

Fu il suo pensiero a fine anno.

 Al terzo anno, qualcosa cambiò.

Fred e James, avevano ridotto la dose di scherzi a Kòre, sostituendoli il primo con un odio e un’ indifferenza tale da far credere a Scorpius che suo padre fosse un simpaticone; l’altro, si intestardì nella faida ormai aperta da anni con la sua compagna di Casa e migliore amica di Kòre, Ebony Autumn.

La Weasley invece, si era molto attaccata a Kòre, la cui influenza positiva sembrava aver domato il caratterino della rossa.

E Scorpius…Scorpius non la vedeva più come la cuginetta sempre in mezzo alle scatole di Albus. Ai suoi occhi, Rose Weasley era diventata il motivo della sua allegria.

Non aveva infatti rinunciato alle battute o agli scherzi, che erano fortunatamente meno pesanti degli anni precedenti. Era più che altro cambiata la ragione che spingeva Malfoy a fare della Weasley la sua vittima preferita.

Si divertiva a vedere le reazioni esagerate della ragazza, le urla nel bel mezzo della sala grande, gli insulti che, e di questo andava fiero, rivolgeva solo a lui.

Era una sorta di rapporto preferenziale, a cui non voleva rinunciare.

Domani ci sarà anche lei.

Forse non voleva solo festeggiare con Al. Gli era mancato il suo migliore amico, certo. Forse però, gli erano mancati anche dei ricci ribelli.

 

 

 

“SVEGLIAAAAAAAAAAAA FRATELLINOOOOOOOO!!!!”

La porta si spalancò e un peso tutt’altro che indifferente, piombò sul letto di Albus Potter.

James Potter, di certo, non andava per il sottile.

Dopo essere saltato giù dal letto per lo spavento, Albus riprese conoscenza della situazione. Come ogni anno, suo fratello gli aveva augurato buon compleanno a modo suo.

“Sai, James…credo di odiarti”, disse caustico.

“Sisi…lo so, sono il fratello peggiore che tu potessi desiderare, bla bla bla. Ma, il tuo pessimo fratellone, ti ha comprato un regalo! BUON COMPLEANNO!”

E  nel dire ciò, porse ad Albus una specie di scatola mal impacchettata (nella mente alquanto creativa di James, quello doveva essere un modo originale di confezionare regali), piuttosto grande e rettangolare.

Albus era stupefatto. In tanti anni di compleanni e natali, non aveva mai ricevuto un regalo “serio” da parte del fratello.

Ricordava un sesto o settimo compleanno, quando ricevette, molto probabilmente obbligato da Rose, una confezione di gelatine tutti i gusti + uno.

“Che faccia è quella Severus? Non credi forse che il tuo unico fratello ti possa fare un regalo?”

“Sinceramente…no.”

“Aprilo e piantala di essere così…così…Serpeverde.”

Albus aprì quello che doveva essere un pensiero del tutto disinteressato del fratello non senza qualche preoccupazione. Non appena ebbe eliminato la carta che avvolgeva il regalo, successe qualcosa di inaspettato: Albus Severus Potter rimase senza parole.

James, con il suo regalo, aveva permesso ad Al di dare inizio alla realizzazione del suo più grande sogno. Diventare un Animagus.

“James…come…”, cercò di chiedere Albus, riprendendosi dallo shock.

“Puoi pure pensarla come ti pare fratellino, ma io sono pur sempre tuo fratello maggiore. Era da quando papà ci raccontò la storia dei Malandrini e di come fossero diventati Animagus per aiutare Remus, che il tuo sogno è quello di trasformarti in un gatto, un topo o chissà che altro animale.”

“James, questa è un edizione praticamente introvabile di “Maghi e animali: è possibile.” È antichissima e…quanto cavolo hai speso? Non l’avrai mica rubata?”

“Ma dico sei scemo!??! Va bene tutto, ma io non rubo! Era un po’ che mettevo i soldi da parte…ho trovato un tizio a Diagon Alley che aveva agganci non so dove e conosceva non so chi…una cosa tira l’altra e tac! Ecco il tuo libro.”

Nonostante il rapporto non sempre idilliaco tra i due, litigi, discussioni continue alimentate dall’appartenere a due Case agli antipodi, Grifondoro e Serpeverde, amicizie non condivise… erano fratelli.

 Era James che lo aveva sempre difeso. Era James che spesso placava l’odio di Fred nei confronti di Kòre nonostante ne condividesse il disprezzo. Era James che lo aveva spalleggiato davanti a zio Ron e suo padre quando aveva raccontato loro che oltre ad essere fiero di essere una serpe, aveva deciso di attribuire a Scorpius Malfoy il ruolo di migliore amico.

“Grazie, James. Era ciò che desideravo.”

“Ora non diventarmi smielato, Potter. Alzati dai, c’è la colazione dei festeggiati di nonna Molly!”

La famosa colazione dei festeggiati. Si, Albus sarebbe ingrassato di almeno 3 kg nel giro di 24 ore.

 

La giornata alla Tana trascorse, nei limiti del possibile, traquillamente.

Dopo la colazione più abbondante che casa Weasley avesse mai visto, le attenzioni si concentrarono sul festeggiato, impegnato per due ore buone ad aprire regali.

Ricevette molte cose interessanti, utili e che desiderava. Altre, invece, non lo fecero impazzire, ma finse che L’Amleto donatoli da Rose, fosse il più bel libro Babbano che potesse regalargli.

La sera arrivò presto, così presto che, senza quasi accorgersene, arrivarono il resto degli invitati alla grande cena.

Il suo professore di Erbologia ad Hogwarts, Nevile Paciock si presentò con moglie e figli, Alice e Frank. Alice aveva dodici anni e quindi andò subito a giocare con Lily, Hugo e Roxenne. Frank aveva la stessa età di Fred e James e i tre erano molto amici.

I gemelli Scamander, accompagnati dalla madre Luna Lovegood, che si scusò per l’assenza del marito, impegnato nella ricerca di non si sa quale strana creatura.

C’erano praticamente tutti: famiglia Potter al completo, famiglia Weasley tranne zio Charlie, i cugini di Bauxbatons, Teddy Lupin e Victoire Weasley, che a differenza dei fratelli, Domenique e Louis, aveva frequentato Hogwarts.

“Sei pronto festeggiato?”

Esordì Rose, presentandosi sul portico, con la prima di una lunga serie di portate.

“C-ciao R-Rose… non, non ti avevo ancora vista…”

Questo discorso titubante, appena accennato e goffamente balbettato, provenne dalla bocca di Frank Paciock. Ormai era ben chiaro ad Albus, che il ragazzo si era preso una bella cotta per la cugina.

“Sentirai che buoni questi, gli ho fatti io…oh ciao Frank…Lily Luna Potter lascia in pace Ginger!!!”

Purtroppo per Frank, Rose non sembrava considerarlo come qualcosa di più di un semplice amico.

“Su ragazzi, tutti a tavola!!!”, tuonò nonna Molly, eccitata dall’avere tutta la famiglia riunita.

Ma prima che ci si potesse mettere comodi, dei passi provenienti dal giardino adiacente il portico, catturarono l’attenzione di tutti.

Non appena la luce delle candele della Tana illuminò gli stranieri, Albus non potè che spalancare la bocca e dilatare gli occhi in un espressione di totale incredulità.

“Emh…sor….presa amico…”, fu tutto ciò che Scorpius Malfoy riuscì a formulare.

Visibilmente in difficoltà e in totale imbarazzo, e vista anche la mancanza di una qualsiasi reazione da parte della famiglia, Kòre, al fianco di Malfoy, mise in pratica l’unico insegnamento della sua guida fantasma Fred Weasley che ri tenesse essere degno di nota. Sorrise, poi disse con fare comico:

“Siamo due contro venti, consegniamo comunque le bacchette?”

Ricorda di sdrammatizzare, sempre e comunque.

  
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