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Autore: Skarlet_Ophelie    07/03/2007    17 recensioni
Strawberry viene colpita da una malattia aliena, e tutti la lascano da sola, perchè potrebbe contagiare loro e l'umanità. Ma l'unico che la potrebbe aiutare è proprio chi le ha causato i guai..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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MEWMEW

Eccomi! In ritardo come al solito, ma dovevo decidere cosa scrivere… insomma, mi sono informata!!! Solo, non prendetevela se non sarà emozionante, non so che si prova…ç.ç

Cmq, Kisshu, perché non mi aiuti tu?^^

Kisshu-Col cavolo!-

Mewjap- Eddaiiii, Ki-chan * *…

Kisshu- Vai al diavolo, io me ne vado da Kuroneko!

Mewjap- TRADITOREEEEEEEEEEEEEEEEE!!!

Ecco a voi la storia, l’ultimo chappy, credo…(forse ne aggiungerò qualcuno sul fututro dei personaggi)

E’ stato bello provare a scrivere, e tornerò, parola di maniaca!!!!

Ah, si... scusate se è corto, ma come vi ho detto... non ho molta ispirazione...sorryyyyyyyyyyyyy!!!!!!!!!!!!!!!!!!

____________________________________________________________________

“Dove… dove sono? E così morbido… e caldo… dove… dov’è la luna… e la torre… e Gish…?”

Mille pensieri turbinavano nella mente di Strawberry, che lentamente stava riprendendo coscienza di sé e dell’ambiente che la circondava.

Riconobbe le tende, i mobili, e quindi mise a fuoco la sua camera, buia e silenziosa.

Si sollevò sui gomiti, guardandosi meglio attorno, ed una voce la fece sussultare.

Una voce allegra e maliziosa…

-Ti sei svegliata, micetta!!! Temevo che volessi dormire fino a domani… Non si mantengono così le promesse, lo sai?-

Gish le apparve davanti, impedendole qualunque movimento.

Lei, sospirando, tornò a sdraiarsi, stanca.

-Come mai siamo qui?-

-Bè,- iniziò lui, stendendosi accanto alla ragazza, passandole un braccio sotto le spalle e attirandola a sé –quando Mark è morto, tu sei svenuta, come tutte le tue compagne. Quel Ryan ha detto che sono i geni del gatto, e che dovevi passare la notte al Cafè Mew Mew con loro, perché ti dovevano tenere sotto controllo. Allora io ho pensato: “Perché la mia micina deve dormire con tutti quegli umani, se posso benissimo farle compagnia io?” Poi, per convincerli, ho detto che mi avevi fatto una promessa, ma non ho detto quale, e che dovevi assolutamente mantenerla… Così, ti ho portata qui…-

Strawberry arrossì.

Lui le scomparve da vicino, per riapparirle sopra, bloccandole le ginocchia con le proprie e i polsi vicino al viso, stringendoli non troppo forte, ma

abbastanza per impedirle di alzarsi.

-C-che cosa v-vuoi fare…-

-Oh, io? Niente… solo prendermi la ricompensa…-

La baciò con passione e lei, senza volerlo, schiuse le labbra, così le loro lingue si accarezzarono piano.

“Cosa? Maledetto corpo, perché non mi rispondi? Perché ubbidisci a lui e non a me? Ma… ma che fa… oh no… n…”

Lui le aveva lasciato uno dei polsi ed aveva afferrato la zip della felpa, che ora le stava aprendo, sempre baciandola.

Come prima, lei pensava a come fermarlo, mentre il suo corpo fremeva quando le dita gelide dell’alieno lo sfioravano.

La cerniera era completamente aperta.

La lasciò, prendendo fiato, poi le circondò le spalle e la fece sollevare a sedere, notando divertito le guancie porpora della ragazza.

-Vuoi rimanere con la felpa?- chiese ironico.

-Cosa? Io…-

Non aspettò la risposta, gliela sfilò e la spinse di nuovo giù, sfiorandole la pelle nuda con le labbra bollenti.

Lei tremava ora, e non per il freddo. Senza rendersene conto, iniziò a chiamare piano l’alieno, quasi sussurrando, ma lui la sentì, e si fermò.

Tornò ad esplorarle la bocca, ed intanto giocava con la spallina del suo reggiseno.

Scese con il viso, baciandole il collo, le spalle, l’incavo dei seni ancora nascosti dall’intimao, per poi scendere sulla pancia, fino a baciarle il contorno dell’ombelico, mandandola totalmente in tilt. Ora lei non connetteva più, il corpo, indipendente dai pensieri, bramava solo il contatto con quello di

Gish, voleva solo lui, lo chiamava quasi, fremendo.

-Ehi, micetta, già sei in fibrillazione? E se faccio così…-

Risalì verso il suo volto, mentre con la mano le scendeva lungo i fianchi, fino alle gambe, ed iniziò ad accarezzarle le cosce, infilando la mano sotto la gonna con gesti delicati ma decisi.

-C-cosa… fai… a-aspetta…-

“Perché non si ferma? Perché continua… perc… però… non è poi così male… ehi, ma cosa penso? No, è vero… mi piace…”

Chiuse gli occhi, rilassandosi, mentre lui continuava ad accarezzarla lento.

Poi si fermò.

-Strawberry, devo andare avanti?-

Riaprì gli occhi, leggermente appananati. Perché glielo chiedeva?

Si alzò a sedere anche lei.

Ripensò a quando si erano incontrati, al bacio rubato, alle battaglie… alla malattia, al suo aiuto… al tradimento di Mark, alla sua quasi morte… alla promessa…

-Gish… ti prego… non lasciarmi ora… prendimi…-

Sorrise guardandola, e non se lo fece ripetere.

Si sdraiarono di nuovo, adesso lei era tranquilla, era con lui…

Lui le sfilò anche la gonna, gettandola ai piedi del letto, poi percorse con un dito l’elastico degli slip. Mai era riuscito ad arrivare fino a quel punto, e voleva andare oltre, volevano andare oltre.

Si sfilò anche lui i suoi indumenti, rimanendo in boxer, poi iniziò a tormentarle il corpo con piccoli baci, anche lui con il respiro irregolare, la voce rotta dall’eccitazione che cresceva sempre di più in tutti e due i ragazzi.

Ora rimanevano solo dei lembi di stoffa separarli.

Lei inarcò la schiena mentre Gish le sganciava il reggiseno, poi glielo sfilò carezzando con gli occhi e con le mani ogni centimetro di pelle rimasta troppo a lungo celata. Le sfiorò i capezzoli con le labbra.

Infine, le tolse gli slip, ed anche lui si liberò dall’intimo .

Erano nudi, erano accaldati e si desideravano.

Le salì sopra, mentre lei gli stringeva le gambe intorno alla vita, e la fece sua, bramandola. Entrò piano, mentre Strawberry cacciava indietro le lacrime che le sgorgavano dagli occhi, aggrappandosi con forza alle spalle dell’alieno che, con i suoi movimenti, presto sostituì il dolore al piacere.

Prima lento, poi sempre più veloce e sicuro, uscì da lei mentre arrivavano al culmine, poi la coprì col suo corpo, posandole un bacio leggero e casto sulla fronte.

-Micetta…-

-Che c’è?-

-Stai bene?-

-Credo… credo di si… non pensavo che…-

-Cosa?-

-Che fosse… che fosse così…-

-Rimarrai con me?-

-Si, Gish. Perché ti amo…-

-Anche io ti amo…-

-Ora e per sempre.-

Si abbracciarono, teneri ed innamorati, e si addormentarono stretti l’uno all’altra, finalmente uniti.

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