Eccomi! In ritardo come al
solito, ma dovevo decidere cosa scrivere… insomma, mi sono informata!!! Solo,
non prendetevela se non sarà emozionante, non so che si prova…ç.ç
Cmq, Kisshu, perché non mi aiuti
tu?^^
Kisshu-Col
cavolo!-
Mewjap- Eddaiiii, Ki-chan *
*…
Kisshu- Vai al diavolo, io me ne
vado da Kuroneko!
Mewjap-
TRADITOREEEEEEEEEEEEEEEEE!!!
Ecco a voi la storia, l’ultimo chappy, credo…(forse ne aggiungerò qualcuno sul fututro dei personaggi)
E’ stato bello provare a scrivere, e tornerò, parola di maniaca!!!!
Ah, si... scusate se è corto, ma come vi ho detto... non ho molta ispirazione...sorryyyyyyyyyyyyy!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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“Dove… dove sono? E così morbido…
e caldo… dove… dov’è la luna… e la torre… e Gish…?”
Mille pensieri turbinavano nella
mente di Strawberry, che lentamente stava riprendendo coscienza di sé e
dell’ambiente che la circondava.
Riconobbe le tende, i mobili, e
quindi mise a fuoco la sua camera, buia e silenziosa.
Si sollevò sui gomiti,
guardandosi meglio attorno, ed una voce la fece sussultare.
Una voce allegra e
maliziosa…
-Ti sei svegliata, micetta!!!
Temevo che volessi dormire fino a domani… Non si mantengono così le promesse, lo
sai?-
Gish le apparve davanti,
impedendole qualunque movimento.
Lei, sospirando, tornò a
sdraiarsi, stanca.
-Come mai siamo
qui?-
-Bè,- iniziò lui, stendendosi
accanto alla ragazza, passandole un braccio sotto le spalle e attirandola a sé
–quando Mark è morto, tu sei svenuta, come tutte le tue compagne. Quel Ryan ha
detto che sono i geni del gatto, e che dovevi passare la notte al Cafè Mew Mew
con loro, perché ti dovevano tenere sotto controllo. Allora io ho pensato:
“Perché la mia micina deve dormire con tutti quegli umani, se posso benissimo
farle compagnia io?” Poi, per convincerli, ho detto che mi avevi fatto una
promessa, ma non ho detto quale, e che dovevi assolutamente mantenerla… Così, ti
ho portata qui…-
Strawberry
arrossì.
Lui le scomparve da vicino, per
riapparirle sopra, bloccandole le ginocchia con le proprie e i polsi vicino al
viso, stringendoli non troppo forte, ma
abbastanza per impedirle di
alzarsi.
-C-che cosa v-vuoi
fare…-
-Oh, io? Niente… solo prendermi
la ricompensa…-
La baciò con passione e lei,
senza volerlo, schiuse le labbra, così le loro lingue si accarezzarono
piano.
“Cosa? Maledetto corpo, perché
non mi rispondi? Perché ubbidisci a lui e non a me? Ma… ma che fa… oh no…
n…”
Lui le aveva lasciato uno dei
polsi ed aveva afferrato la zip della felpa, che ora le stava aprendo, sempre
baciandola.
Come prima, lei pensava a come
fermarlo, mentre il suo corpo fremeva quando le dita gelide dell’alieno lo
sfioravano.
La cerniera era completamente
aperta.
La lasciò, prendendo fiato, poi
le circondò le spalle e la fece sollevare a sedere, notando divertito le guancie
porpora della ragazza.
-Vuoi rimanere con la felpa?-
chiese ironico.
-Cosa? Io…-
Non aspettò la risposta, gliela
sfilò e la spinse di nuovo giù, sfiorandole la pelle nuda con le labbra
bollenti.
Lei tremava ora, e non per il
freddo. Senza rendersene conto, iniziò a chiamare piano l’alieno, quasi
sussurrando, ma lui la sentì, e si fermò.
Tornò ad esplorarle la bocca, ed
intanto giocava con la spallina del suo reggiseno.
Scese con il viso, baciandole il
collo, le spalle, l’incavo dei seni ancora nascosti dall’intimao, per poi
scendere sulla pancia, fino a baciarle il contorno dell’ombelico, mandandola
totalmente in tilt. Ora lei non connetteva più, il corpo, indipendente dai
pensieri, bramava solo il contatto con quello di
Gish, voleva solo lui, lo
chiamava quasi, fremendo.
-Ehi, micetta, già sei in
fibrillazione? E se faccio così…-
Risalì verso il suo volto, mentre
con la mano le scendeva lungo i fianchi, fino alle gambe, ed iniziò ad
accarezzarle le cosce, infilando la mano sotto la gonna con gesti delicati ma
decisi.
-C-cosa… fai…
a-aspetta…-
“Perché non si ferma? Perché
continua… perc… però… non è poi così male… ehi, ma cosa penso? No, è vero… mi
piace…”
Chiuse gli occhi, rilassandosi,
mentre lui continuava ad accarezzarla lento.
Poi si fermò.
-Strawberry, devo andare
avanti?-
Riaprì gli occhi, leggermente
appananati. Perché glielo chiedeva?
Si alzò a sedere anche
lei.
Ripensò a quando si erano
incontrati, al bacio rubato, alle battaglie… alla malattia, al suo aiuto… al
tradimento di Mark, alla sua quasi morte… alla promessa…
-Gish… ti prego… non lasciarmi
ora… prendimi…-
Sorrise guardandola, e non se lo
fece ripetere.
Si sdraiarono di nuovo, adesso
lei era tranquilla, era con lui…
Lui le sfilò anche la gonna,
gettandola ai piedi del letto, poi percorse con un dito l’elastico degli slip.
Mai era riuscito ad arrivare fino a quel punto, e voleva andare oltre, volevano
andare oltre.
Si sfilò anche lui i suoi
indumenti, rimanendo in boxer, poi iniziò a tormentarle il corpo con piccoli
baci, anche lui con il respiro irregolare, la voce rotta dall’eccitazione che
cresceva sempre di più in tutti e due i ragazzi.
Ora rimanevano solo dei lembi di
stoffa separarli.
Lei inarcò la schiena mentre Gish
le sganciava il reggiseno, poi glielo sfilò carezzando con gli occhi e con le
mani ogni centimetro di pelle rimasta troppo a lungo celata. Le sfiorò i
capezzoli con le labbra.
Infine, le tolse gli slip, ed
anche lui si liberò dall’intimo .
Erano nudi, erano accaldati e si
desideravano.
Le salì sopra, mentre lei gli
stringeva le gambe intorno alla vita, e la fece sua, bramandola. Entrò piano,
mentre Strawberry cacciava indietro le lacrime che le sgorgavano dagli occhi,
aggrappandosi con forza alle spalle dell’alieno che, con i suoi movimenti,
presto sostituì il dolore al piacere.
Prima lento, poi sempre più
veloce e sicuro, uscì da lei mentre arrivavano al culmine, poi la coprì col suo
corpo, posandole un bacio leggero e casto sulla fronte.
-Micetta…-
-Che c’è?-
-Stai bene?-
-Credo… credo di si… non pensavo
che…-
-Cosa?-
-Che fosse… che fosse
così…-
-Rimarrai con me?-
-Si, Gish. Perché ti
amo…-
-Anche io ti amo…-
-Ora e per
sempre.-
Si abbracciarono, teneri ed
innamorati, e si addormentarono stretti l’uno all’altra, finalmente
uniti.
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