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Autore: _Carrotscupcake_    24/08/2012    8 recensioni
Louis Tomlinson è un ragazzo allegro, vitale, simpatico e carino.
La sua vita potrebbe sembrare assolutamente perfetta. Lui è un cantante, la sua brillante carriera con One Direction è solo all'inizio, lavora con i suoi migliori amici, è l'idolo e il ragazzo ideale di così tante fans, ha una bellissima ragazza e vive con il suo migliore amico Harry Styles...
Si, vive con il suo migliore amico Harry Styles...
E' forse questo che blocca il disco di tutta quella perfezione??
Bhè, per adesso diciamo che certamente rende la vita di Louis unica, poi si vedrà...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono sveglio, almeno credo, ho la schiena dolorante e sono rannicchiato su un divano senza cuscini.
Appena apro gli occhi pian piano metto a fuoco la stanza attorno a me, un po’ accecato dalla luce, e altrettanto lentamente rievoco i ricordi del giorno prima. Quando ti svegli la mattina, dopo che è successo qualcosa di particolarmente brutto, è sempre orribile, perché il tuo cervello appena apri gli occhi e sintonizzato sulla tua vita normale, e quando finalmente ricordi tutto è come ti crollasse il mondo addosso, ricordando che quando si dice che per risolvere un problema basta dormirci sopra, è una cazzata, per risolvere un problema devi lottare, e allora forse ci riesci. 
La delusione di non avere Harry accanto a me è forte come se non lo sapessi già, come se mi aspettassi che l’avrei trovato, infondo era quello il pensiero con cui mi sono addormentato ieri sera, questo fa di me solo un illuso, mi ero illuso che il nostro amore fosse più forte, ma forse mi sbagliavo. Non sono ancora pronto ad accettare la semplice verità di sbagliarmi, quindi dico forse, e decido di alzarmi, di darmi una sistemata. 
Appena mi alzo in piedi sento i dolori di una notte passata nella scomodità, che si fanno sentire su tutto il corpo, ma li ignoro, e sistemo i cuscini del divano, prendendo il mio cellulare, nella speranza di trovarci qualche chiamata da parte di Harry, neanche una. Nemmeno un misero messaggio.
Mi domando se lo debba chiamare,  vorrei tanto, darei qualsiasi cosa per sentire la sua voce in questo momento, ma ho troppa paura che non mi possa dare nient’altro che brutte notizie, e la certezza che il nostro amore non è abbastanza forte. 
Un po’ zoppicando arrivo fino alla cucina, mentre le mie gambe si abituano molto lentamente a stare di nuovo distese, prendo un po’ di cereali e me li ficco in bocca assieme al latte, io adoro i cereali. 
Dopo aver mangiato esco definitamente da quell’ovattato mondo di chi si è appena svegliato, e posso dire di essere al massimo delle mie forze, in questo momento preferirei un milione di volte di essere sedato. La paranoia di ieri sera torna al suo posto, occupando tutto il mio cuore, tanto da farmi sentire addirittura i battiti accelerati. 
Prendo il cellulare e, dopo averlo fissato per un po’, digito il numero di Harry, ad ogni squillo il mio cuore fa una capriola, ogni volta che non ricevo una risposta sento gli occhi pungere, con la voglia disperata di far cadere delle lacrime. Ma non voglio, mi rifiuto di piangere come un ragazzino, anche se dentro di me mi sento come un essere minuscolo in balia del vento, inginocchiato e sottomesso, fa che risponda, fa che risponda…
La mia attenzione è catturata dal rumore di un’auto, rischio di vomitare il mio cuore, e mentre corro alla finestra, con la speranza folle di vederci la nostra macchina, mi sento così vulnerabile, sono completamente condizionato a lui, ma non mi dispiace, non mi dispiacerebbe essere il suo schiavo per sempre, se solo tornasse.
Quando arrivo alla finestra la apro, il mio cuore, che fino a questo momento non la smetteva di ballare come un folle, si blocca, pietrificato, come tutto il resto del mio corpo.
Quando lo vedo andare verso il nostro garage tutto diventa fermo immobile, vorrei correre da lui, ma sono così bloccato, da tutto quello che si sta riversando dentro di me. La felicità di averlo rivisto, e che lui sia proprio lì, non è niente, niente in confronto alla paura che ho avuto di non vederlo mai più, solo adesso mi rendo conto di quanto è stata intensa e assurda, solo adesso che l’ho superato, adesso che Harry è qui, mi rendo conto di quanto quella paura mi dominava.
Appena riprendo il controllo di me stesso corro fuori, verso il garage. 
Ci trovo Harry, appoggiato alla macchina, con un sorriso stanco, che mi squadra.
<< Ciao Louis. >>
<< Harry! >> sono addirittura sorpreso che mi sia uscita la voce, ma è uscita fuori eccome, ho urlato tanto che è un miracolo se non mi ha sentito tutto il vicinato.
Corro verso di lui, e lui fa qualche passo verso di me, uscendo dal garage, appena siamo vicini abbastanza lo catturo in un abbraccio. Lo stringo tanto forte da fargli mancare il respiro, strisciando le mie mani sul suo corpo per realizzare la sua presenza, infilo la testa tra i suoi ricci aspirando il suo profumo come fosse più vitale dell’ossigeno.
Lui mi lascia fare, e poi si allontana un po’, ci troviamo faccia a faccia, immobili.
So che non posso, non devo baciarlo adesso, fuori casa, ma è così difficile, e lui è così vicino. Striscio il naso contro il suo, trattenendo la calamita che vuole unire le mi labbra, mi mordo un labbro, concentrandomi quanto posso sul mio dolore, se solo lui si allontanasse, ma non lo fa, e quando si rende conto di quanto lo desideri è troppo tardi, lo sto già baciando, mi prende per la maglietta e mi trascina dentro il garage, chiudendo la porta alle nostre spalle.
Lo bacio ancora, prendendo la sua testa fra le mani, lo spingo contro la parete strisciando il mio corpo contro il suo, neanche mi rendo conto di sta piangendo, mentre gli mordo le labbra e stringo i suoi morbidi capelli tra le mie mani come se dovesse essere l’ultima volta che lo tocco. 
<< Ehi, cosa ti prende? >> mi impedisce di baciarlo ancora spingendo le mani contro il i mio petto, ed è in quel momento che mi accorgo delle lacrime che mi rigano le guance.
<< Pensavo che non saresti più tornato. >> ammetto, guardando il pavimento.
<< Cosa? No.. >> Harry mi alza la testa, costringendomi a guardarlo, e a dover trattenere di nuovo la voglia di baciarlo, cosa che ho dimostrato di non essere capace di fare appena pochi secondi fa.
<< Quel tuo messaggio sembrava così arrabbiato, e poi hai spento il cellulare. >>
<< Si certo, è stata una serata lunga, e avrei voluto averti accanto, ma non me ne sarei andato via così, solo per questo.. >> Harry sorride, facendomi sentire irrimediabilmente stupido, ma se lui capisse quanto è diventale fondamentale la sua presenza nella mia vita, se sapesse di aver piantato le sue radici nel mio cuore, allora giustificherebbe la mia irrazionale paura.
<< Ma c’era tuo padre e lui.. >>
<< Non credo ad una sola parola di quello che lui dice di te, e io sono sicuro di amarti, avresti dovuto fidarti di me.. >>
Non mi lascia possibilità di rispondere, ha ragione, avrei dovuto sapere che non si sarebbe lasciato condizionare, certe volte mi dimentico di quanto Harry sia forte, molto più forte di me. 
<< Quando piangi i tuoi occhi si fanno ancora più azzurri e le tue ciglia ancora più lunghe, sei così bello. >>
Harry sposta le sue mani dal mio petto e mi accarezza il viso sfiorandomi appena, il suo sguardo è ipnotizzato da me.
 Appena la sua spinta che mi teneva lontano si allenta, mi trovo di nuovo su di lui, di nuovo a baciarlo, senza aver nemmeno mai avuto la percezione di essermi mosso.
Non credo di averlo mai baciato con così tanto desiderio, sono insaziabile, e lui quasi fa fatica a starmi dietro, mentre lo spingo con così tanta forza verso la parete che deve tenersi aggrappato a me per non farsi male.
Insinuo le mie mani dentro la sua maglietta e tocco ogni parte della sua pelle, muovendo le dita con una velocità disumana, ma non mi sembra ancora abbastanza veloce, non mi sembra ancora abbastanza vicino, nonostante il suo corpo sia completamente di mia proprietà, io voglio di più, voglio disperatamente di più. 
Sposto la testa nell’incavo del suo collo, sentendo il sapore salato del suo sudore sulle mie labbra, quel sapore mi fa perdere anche quel minimo di cervello che era rimasto concentrato sul mondo reale, adesso sono come un animale, come un malato, come se nel deserto Harry fosse la mia unica fonte d’acqua. La mia lingua è sulla sua pelle, e si muove rapida per cercare ancora quel sapore, e non ne sono mai sazio, nemmeno mentre torno alle sue labbra. 
Le mie mani cercano la sua cintura, e gliela sbottono con un rapido gesto, quando mi sento di nuovo trascinare via da quel corpo che aveva richiamato il mio, facendosi amare.
Come riportato alla realtà, ricomincio improvvisamente a sentire il pavimento sotto ai piedi, alzo lo sguardo verso di Harry, e noto che le sue mani sono di nuovo sul mio petto, le sue labbra socchiuse mi fanno ricordare che ho bisogno di respirare, apro anche io la bocca, facendomi entrare dentro più aria che posso, e poi torno a guardare Harry. 
Ha gli occhi accesi, le narici dilatate, il respiro corto e le guance arrossate, e mi sembra la creatura più meravigliosa dell’intero universo, non voglio più fare nient’altro che guardarlo.
<< Devo andare via più spesso, se mi aspetta di nuovo quest’accoglienza. >> Harry sorride, con la voce ancora un po’ ansimante.
<< No, io non ti farò più andare da nessuna parte senza di me, nessuna. >> 
<< Non ho il minimo interesse ad andare da qualche parte senza di te, non ne ho mai avuto, non ne avevo neanche prima di incontrarti. >>
<< Come facevi a voler stare con me prima di incontrarmi? >> mi gratto la testa, ricominciando a sorridere.
<< Chiediti come faccia ad amarti così tanto. >>
<< Torniamo a casa, ti va? >> gli dico, prendendogli la mano e stringendola forte, lui annuisce e si lascia guidare da me a casa nostra. 
<< Sai di cosa mi sono appena accorto? Ho fame.. >>
<< Louis, sono le undici è mezza.. >>
<< Ma ieri non ho cenato, ti va una pizza? >>
<< Sul serio? >>
<< Si. >> alzo le spalle, sentendo il suo sospiro.
<< Allora d’accordo, ne dividiamo una? >>
<< Ok, la vado a fare. >>
<< Ce la fai da solo? >>
<< Devo solo metterla in forno, Harry. >>
<< Non combinare guai.. >>
Mentre aspetto che la pizza sia pronta mi concedo un po’ di tempo per riprendermi, faccio un respiro profondo. 
Harry è di nuovo a casa, qualsiasi cosa abbia detto suo padre non era stata abbastanza per convincerlo ad andare via, e credo che a questo punto io possa dirlo, sono felice. 
Certo è un po’ strano essere vincolato a lui in questo modo, basta avvertire un secondo la sua mancanza, che il bisogno della sua presenza diventa maniacale, è come una dipendenza, ho rischiato di mangiarmelo in garage, ridacchio tra me e me, ma adoro la sensazione che provo quando lui è vicino, perdo ogni concezione del resto del mondo, e perdo persino me stesso, esiste solo lui.
Trovo Harry sul divano a guardare la TV e mi siedo accanto a lui, con il piatto con la pizza appoggiato sulle ginocchia, lui lo sposta sulle sue gambe e si mette al posto del piatto, con la schiena appoggiata sulle mie gambe. Inizio a divorare la pizza, mentre con la mano libera arrotolo i riccioli di Harry e ho gli occhi puntati sulla televisione senza nemmeno guardarla, perso tra i miei pensieri.
<< Harry.. >>
<< Si? >>
<< Siamo proprio una vera coppia, io e te, non è così? >>
<< Si, immagino di si..  >> dice lui, tracciando distrattamente con un dito il contorno del mio ginocchio, mi fa tremendamente il solletico, ma non importa, perché mi piace l’idea che lo stia facendo, che quando è sovrappensiero, mi sfiori.
<< E non ti sembra po’ strano? >>
<< Si, è strano, ma strano bello. >>
<< Già. >>
E poi crollo di nuovo nel silenzio, mettendo in bocca un altro pezzo di pizza, e rituffandomi nei miei assurdi pensieri.
<< Harry.. >>
<< Cosa c’è, ancora? >> dice, ingozzandosi del suo pezzo di pizza, per rispondermi.
<< Ieri, stavo pensando, ma come mai tu mi ami? Cosa ci trovi in me? >>
<< E’ una domanda un po’ strana da fare, non trovi? >>
<< Rispondi e basta. >> taglio corto.
<< Uhm, d’accordo.. Allora, non è facile farlo senza sembrare banale. >> Harry ha rivolto lo sguardo verso di me, come per cercare l’ispirazione. << Fin dal primo istante in cui ti ho incontrato, è cambiato tutto dentro di me. >>
<< Detta così sembra la nostra canzone.. >>
<< E ti vuoi stare zitto? Avevo detto che era difficile.. >>
<< Scusa, scusa, continua pure.. >>
<< Grazie, dicevo.. Hai mosso qualcosa dentro di me, e non ci è voluto molto per capire che ero completamente subordinato a te. Non solo ti ho trovato stupendo, tanto stupendo che non riuscivo a distogliere lo sguardo, da cercare disperatamente ogni scusa per sfiorarti o starti più vicino, non solo questo… Il modo in cui eri, era così simile a tutto quello che mi sarebbe piaciuto essere, per me eri così perfetto che ben presto sei diventato quasi un modello, e poi tutta mia ragione di vita. Il modo in cui mi facevi ridere e stare bene era completamente diverso da quello in cui mi fanno stare bene gli altri, sono arrivato ad un punto, sono in un punto in cui solo con te posso essere felice.
Mi sono reso conto di pensare a te più spesso di quanto pensassi a qualsiasi cosa, diciamo in continuazione, anche quando tu non c’eri, all’inizio pensavo solamente a tutte le cose belle di te, a come ti ammiravo, poi ho iniziato a pensarti con me, e mi piaceva, mi piaceva così tanto che ho capito subito di amarti, ma ho mentito, non a me stesso, ho mentito a te, perché ho sempre saputo cosa succedeva tra noi, ma ho sempre avuto il terrore che se tu l’avessi capito mi avresti allontanato, e senza di me tu saresti andato avanti, perché hai miei occhi non c’è niente che tu non puoi fare, ma io senza di te, senza di te sarei affondato.. Non ho mai amato qualcuno quanto amo te. >>
Silenzio, è l’unica cosa che meritano queste parole, perché ogni mia risposta sembrerebbe minuscola e insignificante, perché non ho mai sospettato che Harry mi amasse così tanto, perché non ho mai nemmeno saputo che si potesse amare una persona così tanto, e perché i miei sentimenti per quanto immensi sembrerebbero ridicoli difronte ai suoi. 
<< Sapevo che sarebbe sembrato stupido, ecco. >> lo sento sbuffare.
<< Non sembra affatto stupido, è solo che sembra così, così immenso. >>
<< E il concetto non è neanche vicino a quanto sia immenso in realtà. >>
<< Ma Harry tu, non puoi amarmi così tanto… >>
<< Nessun altro ti amerà mai quanto ti amo io Louis. >>
<< Ti amerò mai abbastanza? >>
<< Del tuo amore, per me è anche un briciolo è abbastanza. >>
<< Mi sento così insignificante. >>
<< Non farlo, perché non lo sei. >>
<< Ti amo. >>
<< Ti amo anche io. >>
<< Lo so.. >>
Mi allungo per far si che la mia bocca sfiori la sua, per trasmettergli, ma con delicatezza sta volta, tutto il mio amore.

 

p.s. Allora, salve a tutti(?) Lo so, il capitolo è corto, ma non uccidetemi, è solo che mi piaceva l’atmosfera che si è creata alla fine e non volevo interromperla continuando :D Ho cercato in tutti i modi che potevo di ricreare l’intensità dell’amore che si legge dagli occhi di Harry quando è con Louis, ma sembra così immenso che è praticamente impossibile esprimerlo a parole, quindi spero di essermi almeno avvicinata. Vorrei anche ringraziare tutti quelli che leggono, ma soprattutto quelli che recensiscono, perché mi aiutano a migliorare e soprattutto mi danno la voglia di continuare, quindi grazie a tutti. E fatemi sapere che ne avete pensato, è fondamentale.
xoxo!

 

                                                                                                                                                                                _Carrotscupcake_

   
 
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