Cap. 2
Di
sogni strani
Sembrava
bella Hermione, forse più del solito.
Stava
sorridendo, anzi gli stava sorridendo. Lo guardava, ferma ad un angolo della
stanza e sorrideva.
Sembrava
stanca, con i capelli arruffati e le guance arrossate.
Draco
immaginava che fossero tutte così dopo un parto.
Gli
fece cenno di avvicinarsi alla piccola culla in legno che continuava a
dondolare piano.
Non
riusciva a vedere se stesso, ma fu certo di sorridere nel momento esatto in cui
incrociò gli occhi grandi della bambina nella culla.
Era
bellissima.
Piccola,
minuscola.
Non
stava dormendo, sembrava che volesse piangere, ma dalle sue labbra non usciva
alcun suono.
Aveva
gli occhi grandi, incredibilmente chiari, uguale ai suoi. I capelli erano scuri
però, non avevano nulla del biondo tipico dei Malfoy e non sembravano nemmeno
castani come quelli di Hermione.
Erano
neri e lisci e fin troppo folti per la giovane età della bambina.
Si
chiese quanto potesse avere e si rispose che probabilmente non aveva neanche un
mese, una settimana, forse.
La
guardò a lungo con estrema attenzione e quando alzò lo sguardo su Hermione notò
che c’era qualcosa di triste nascosto nei suoi occhi, anche se lei continuava a
sorridere.
“è bellissima” riuscì appena a mormorare
e il sorriso di Hermione si allargò.
“è tua figlia, Draco” rispose lei un
attimo prima che si ridestasse dal sonno.
Quando aprì gli occhi si
ritrovò nella solitudine di una camera buia e si alzò istintivamente mettendosi
seduto sul letto e guardandosi attorno con un sospiro rassegnato.
Avrebbe voluto continuare a
sognare.
Si alzò sentendosi
incredibilmente spossato, come se ciò che avesse vissuto non fosse stato solo
uno sciocco, inutile sogno.
Il volto della bambina tornò ad
occupargli la mente e senza neanche accorgersene sorrise.
Sarebbe stata proprio così
bella sua figlia se fosse nata.
Lo pensò scostando le cortine
per lasciar entrare un po’ di luce nella stanza e subito dopo si riparò gli
occhi e si voltò distrattamente a guardare una vecchia sveglia magica.
Erano passati sette mesi dalla
morte di Hermione, sarebbe dovuta essere al suo nono mese di gravidanza,
probabilmente la bambina sarebbe già nata.
La immaginò, per un attimo, la
loro vita insieme.
Immaginò le stanze del Manor
illuminate da una nuova, giovane, piccola vita, dai pianti dispettosi di un
neonato e immaginò la felicità di Hermione avvolgerlo e stringerlo forte.
Poteva quasi vederla
volteggiare lungo i corridoi del Manor con la bambina stretta tra le braccia.
Riuscì quasi a sentire quella
strana felicità, prima di cadere nuovamente in uno stato di angoscia e
insoddisfazione.
Si guardò intorno e sospirò
arrancando verso l’armadio.
Era sempre troppo faticoso
riuscire a vivere da quando lei non c’era più.
Scelse una delle sue numerose
camice bianche e la indossò con calma.
Quando fu pronto scese in sala
da pranzo.
Hermione lo aspettava sempre
seduta al tavolo della sala da pranzo per la colazione quando non doveva
correre in ospedale per le emergenze.
E solitamente scendeva giù
nelle cucine e preparava le sue ottime crostate di marmellata e l’odore
invadeva la casa accompagnando il loro risveglio.
Draco amava quelle crostate di
marmellata.
Draco non avrebbe mangiato mai
più crostate di marmellata tanto buone.
Sull’onda di questi tristi
pensieri si smaterializzò nei pressi del Ministero ed eseguì l’abituale routine
mattutina fino a che non si trovò seduto nella comoda poltrona del suo ufficio
al penultimo piano.
Era un ufficio grande e ben
arredato, uno di quelli che spettano ai capi dei settori più prestigiosi.
Era soddisfatto della sua
posizione al Ministero o almeno lo era stato fino a quando qualcuno aveva
potuto apprezzare il suo lavoro e condividere con lui i suoi problemi.
Da quando lei era morta aveva
smesso di essere importante.
Non contava più niente, né il
lavoro, né la casa. La vita aveva improvvisamente perso interesse.
Sospirò e afferrò la Gazzetta
sfogliandone distrattamente le pagine.
La solita squadretta di nuovi
aspiranti Mangiamorte cercava di far rinascere il Signore Oscuro dalle sue
ceneri, il solito professore aveva scritto un nuovo libro di stregoneria e il
solito Harry Potter aveva organizzato una squadra di espertissimi Auror per
vigilare su Diagon Halley.
Assolutamente niente di nuovo.
Poggiò il giornale ed iniziò a
pungolare una serie di lettere, appellando una piuma e un calamaio.
Erano passate sì e no un paio
d’ore quando Blaise Zabini emerse nello studio in tutta la sua naturale
bellezza.
Sorrideva e dal modo in cui lo
faceva Draco capì che non sarebbe successo nulla di buono.
Il ragazzo si sedette sulla
poltroncina di fronte a lui e lo guardò con attenzione.
“Che cosa vuoi, Zabini?” chiese
a quel punto Draco visibilmente preoccupato e il sorriso dell’amico si allargò.
“Daphne non c’è” dichiarò, “è tornata a casa dai suoi, darà una
mano per il matrimonio di Astoria, quindi ho tutta la giornata libera”.
“E con questo cosa vuoi dire?”
si informò Draco e Blaise sorrise ancora più divertito.
“Penso che dovremmo
divertirci!”.
Draco lo guardò attentamente e
sospirò poggiando le mani sui fogli che poco prima stava studiando.
“A che tipo di divertimento ti
riferisci?”.
“Divertimento, Malfoy! Hai
anche scordato come ci si diverte? Usciamo! Andiamo a cena, in un locale,
conosciamo gente, ragazze, ci ubriachiamo fino a scordarci tutto”.
Draco sorrise e per un attimo
abbassò lo sguardo su una vecchia cornice, ormai vuota, che Hermione gli aveva
regalato anni prima.
“Questo andava bene prima,
Blaise. Ai tempi di Hogwarts era bello divertirsi così, forse anche a
vent’anni. Adesso ne abbiamo quasi quaranta ed io non ho alcuna voglia di
andare in giro per locali ad ubriacarmi”.
“Dai, Draco, non essere noioso!
Facciamo quello che preferisci, il mondo Magico, il mondo babbano, possiamo
andare a divertirci dove vuoi”.
Draco sospirò e tornò a
sfogliare distrattamente i suoi fogli.
“Bene, allora ti aspetto a casa
mia per una cena a base di pesce, vino e firewisky”.
Blaise sbuffò.
“Ma non ti va di uscire? Di
vedere altra gente?”.
Draco scosse la testa e ascoltò
per qualche altro minuto le lamentele dell’amico, infine tornò ad alzare lo
sguardo e lo osservò piuttosto annoiato.
“Zabini, dovrò dire alla mia
segretaria di non farti più entrare in ufficio senza il mio permesso”.
Blaise finse di offendersi e si
alzò recuperando la giacca.
“Bene, allora ci vediamo alle
20:00 a casa tua” esclamò abbandonando l’ufficio con un sorriso e un cenno
della mano.
Qualche minuto dopo che Blaise
se ne fu andato e che Ilda, la sua segretaria, gli ebbe portato un succo di
zucca, Draco aprì uno dei numerosi cassetti, alla ricerca di una nuova piuma,
fu allora che la trovò.
Una vecchia fotografia, quella
che fino a poco tempo prima aveva abitato la cornice ormai vuota e desolata
poggiata ancora sulla sua scrivania.
Era una foto che ritraeva lui
ed Hermione ad Hogwarts, più precisamente era la loro prima foto insieme.
“Ci
stanno guardando tutti”.
Era
rossa di imbarazzo Hermione quella domenica mattina, mentre passeggiavano nel
cortile di Hogwarts sfiorandosi appena la mano.
Draco
sapeva bene che non si vergognava di lui, anche se questo pensiero continuava a
tormentarlo.
“Io
odio essere guardata”.
Era
esattamente quello il suo problema, gli sguardi della gente.
Si
frequentavano già da cinque lunghi mesi ormai e le voci di una loro presunta
relazione vagavano già tra gli studenti di Hogwarts, passando di bocca in bocca
e arricchendosi di ogni sciocco, falso particolare.
Proprio
per quel motivo avevano finalmente deciso di uscire allo scoperto.
Si
erano mostrati come una coppia, una coppia di sedicenni al loro sesto anno ad
Hogwarts, una Grifondoro e un Serpeverde, Draco Malfoy e Hermione Granger che
si tenevano per mano.
Tutti
ovviamente avevano urlato allo scandalo.
“Sorridete”.
Era
stato veloce e imprevedibile Colin Canon, con la sua inseparabile macchinetta.
Li
aveva colti di sorpresa in uno scatto che aveva del comico e dell’incredibile.
Erano
fermi accanto al tronco di un grande albero, Draco era poggiato con le spalle
al tronco e la stava guardando, mentre Hermione guardava Colin sorpresa.
Così
si mostrarono in quella foto. Lui che abbandonava per un attimo lei per girarsi
verso Colin con aria minacciosa e lei che spalancava la bocca e sgranava gli
occhi sorpresa.
“Canon,
quella macchinetta te la infilo…”.
E
lei gli aveva poggiato una mano sul braccio per calmarlo e trattenerlo, mentre
il ragazzino correva via sventolando il suo trofeo con allegria.
Draco si accorse che stava
sorridendo.
Accarezzò lentamente i bordi
della foto e il suo volto.
Era bella Hermione.
Gli aveva regalato quella
cornice con quella foto il suo primo giorno di lavoro al Ministero.
La cornice era troppo colorata
e riportava dei disegnini stupidi, Draco l’avrebbe odiata in qualsiasi altro
caso, ma l’aveva fatta lei e per questo l’aveva amata da subito.
“Questa è la mia foto preferita”
gli aveva detto Hermione.
Era anche la sua foto
preferita.
La poggiò sulla scrivania e
fissò nuovamente la cornice valutando l’idea di rimetterla al suo posto.
Hermione non c’era più che
differenza faceva la presenza di una sua foto?
Draco sospirò e chiamò la sua
segretaria con un incantesimo di appello, questa si smaterializzò davanti a lui
qualche secondo più tardi.
“Ilda, chiami il signor Zabini
e gli dica di prenotare un ristorante e di farmi avere l’indirizzo”.
La donna sorrise e annuì prima
di sparire di nuovo.
Alla fine Blaise l’aveva
trascinato in un ristorante di Londra, tra i babbani.
Avevano mangiato pesce buono e
pagato caro ed erano finiti a fare il giro di tutti i locali che Blaise
conosceva.
Draco aveva bevuto molto vino e
del wisky.
Poi, probabilmente, aveva
iniziato a bere anche qualcos’altro, ma non lo ricordava.
Verso le due e mezza del
mattino si era semplicemente ritrovato seduto ad un tavolino appartato di un
locale blu e bianco in compagnia del suo migliore amico e di due splendide
ragazze.
Probabilmente non avevano
neanche trent’anni ed erano eccessivamente belle.
“Blaise, credo sia ora di
andare” sospirò Draco nell’orecchio dell’amico poco dopo, ma lui gli sorrise.
“Perché? Ci stiamo divertendo,
no?”.
Draco si voltò verso la ragazza
seduta al suo fianco e gli sorrise.
Era una bella ragazza.
Aveva i capelli chiari, lunghi
e gli occhi grandi.
Il vestito che indossava
copriva appena il suo corpo da modella e Draco desiderò di poterla prendere,
sbattere al muro e farci qualsiasi cosa il suo corpo gli comandasse, ma si
liberò in fretta da questo pensiero e si voltò nuovamente verso Blaise.
“Andiamo, Blaise, io voglio
andarmene” esclamò con un sospiro e Zabini, capendo la situazione salutò le due
ragazze mal volentieri mentre si alzavano e recuperavano le loro cose.
“Chiamami” le disse la biondina
con gli occhi grandi infilandogli un numero nella tasca dei pantaloni prima che
se ne andassero e quando uscirono dal locale Draco afferrò quel biglietto e lo
osservò con attenzione.
“Andiamo conquistatore, qui c’è
una traversa dove possiamo smaterializzarci” gli disse Blaise strattonandolo
per un braccio.
Draco sospirò strappando il
biglietto e buttandolo in un secchio vicino senza remore e senza ripensamenti.
Quando Draco scese in sala da
pranzo per la colazione quella mattina, Blaise era già sveglio e stava bevendo
del succo di zucca, mentre leggeva una nuova copia della Gazzetta.
“Buongiorno” esclamò con un
sorriso e Draco si limitò a rispondergli con un cenno del capo.
“Come va?”.
Draco si sedette a tavola e
sospirò.
Era riuscito a dormire senza le
sue pillole, per la prima volta, dalla morte di Hermione era riuscito a dormire
senza l’aiuto delle sue pillole.
“Bene” esclamò afferrando del
succo di zucca.
C’era odore di caffè.
Hermione adorava
quell’intruglio babbano e ne beveva a quintali, così che Malfoy Manor odorava
spesso di caffè.
Dopo la sua morte gli elfi
avevano continuato a preparare caffè tutte le mattine anche se la maggior parte
delle volte erano costretti a buttarlo via.
“Non ti infastidisce questo
odore la mattina?” gli chiese Blaise indicando distrattamente la caraffa del
caffè, mentre continuava a leggere il giornale e Draco scosse la testa.
“Abitudine”.
Blaise annuì e poco dopo
sorrise.
“Rita Sketer ha scritto un articolo
sul matrimonio tra Astoria e Theodore” esclamò, poco dopo cambiò espressione,
“Una cosa piuttosto sgradevole” dichiarò infine chiudendo il giornale.
Alzò lo sguardo e si accorse
che Draco lo stava osservando.
“Daphne quando torna?” gli
chiese.
“La raggiungo io nel
pomeriggio”.
Blaise sembrava estremamente
tranquillo, allungò una mano per afferrare del pane con la marmellata e ne
morse un po’.
“L’hai tradita?”.
Fu una domanda che lo sorprese,
anche se non lo diede a vedere.
Lui e Draco non parlavano di
queste cose.
“No, Draco, sono tornato a casa
con te, lo sai” esclamò con una scrollata di spalle.
“Non mi riferisco a ieri sera.
Dico in generale, hai mai tradito tua moglie?”.
Blaise si voltò a guardarlo e
lo fissò per qualche minuto prima di rispondere.
“No, non tradirei mai Daphne
per quanto a volte desideri farlo, non l’ho mai tradita”.
E Draco si sentì rassicurato da
questa affermazione.
Blaise gli sorrise e si alzò.
“Beh amico mio, grazie per la
bella serata e per la colazione, io vado, mia moglie mi aspetta. Ci vediamo
presto” esclamò racimolando le sue cose sparse per il salone e afferrando anche
il giornale.
“Quello te lo porti?” gli
chiese allora Draco alzando un sopracciglio con aria interrogativa.
“Sì, devo finire di leggere un articolo” rispose il moro con una scrollata di spalle e lo salutò con un gesto della mano prima di uscire dalla stanza.
Spazio autrice: Ed
eccoci con il secondo capitolo di questa storia. Questo è un
capitolo "di stallo", nel senso che non sembra molto utile al fine
della storia, ma l'ho scritto per dare un'idea della situazione.
Capitoli del genere contribuiscono a descrivere la vita dei personaggi.
Voglio far capire come Draco affronta il dolore, qual è il suo
modo di andare avanti in una vita dove sua moglie è morta e lui
ha l'impressione di aver perso tutto.
Vi avviso che dal prossimo capitolo le cose cambieranno, ci sarà
un nuovo personaggio che entrerà in scena e che diverrà
uno dei personaggi principali. A tal proprosito sento il bisogno di
farvi un discorso, ma per non anticiparvi nulla ve lo farò la
prossima volta.
Spero che continuiate ad apprezzare la mia storia.
Alla prossima _EpicLoVe_