Ogni mese, la giudiciA ci darà un tema su cui
dovremo scrivere la nostra storia,
scegliendo il giorno in cui pubblicarla.
Ho scelto il 26 perché a Settembre è il giorno del mio compleanno,
perciò ho pensato che mi potesse portare fortuna.
(Quando non sono in ritardo, come questa volta)
Il promt di questo mese è Ho sempre ammirato le persone che parlano con gli occhi perché mi paiono più svelte a capire il mondo.
(027. Genitori nella Big Damn Table)
NOME AUTORE: Lyra_weird
(forum) Lyra Snape (EFP)
TITOLO DELLA STORIA:
Il colloquio
PERSONAGGI: Draco
Malfoy, Hermione Granger
RATING: Verde
GENERE: Commedia
AVVERTENZE: One-shot
NdA: all'ultimissimo
secondo, proprio! Non saprei come descriverla, e poi comunque non
serve: basti sapere che torturare Draco è così
divertente che penso che continuerò con questa raccolta
anche quando il contest sarà finito. Baci baci!
Il
colloquio
«Tecnicamente, non hai accettato proprio un
bel niente» puntualizzò Hermione
all’indirizzo di un Draco Malfoy dall’aria
parecchio ribelle. «È stato il Ministero che ti ha
detto di farlo, se no ti
avrebbero spedito ad Azkaban»
«Beh, allora fammi mandare ad Azkaban!»
supplicò Draco. «Ora non ci sono più i
Dissennatori, capirai, dev’essere un
paradiso rispetto a quello che sto passando i…»
«Adesso basta!» lo interruppe Hermione,
severa. «Devi fare i colloqui con i genitori, e non
discutere, altrimenti te lo
trovo io un Dissennatore che ti dia un appassionato bacio di
bentornato!»
«Questa è una grande idea! Lo sai
l’unica cosa
peggiore di un bambino urlante? Il genitore di un bambino urlante, non
un
Dissennatore! Fammi baciare, ti prego!»
Hermione prese un respiro profondo per evitare
di prendere Draco per la gola e mettergli la testa nella tazza del
water.
All’inizio, l’idea di Ginny di costringere Draco a
lavorare in un asilo le era
parsa piuttosto brillante, ma nei seguenti mesi aveva decisamente
cambiato
opinione: ora era costretta ad ascoltare Draco che si lamentava
dell’asilo, che
si lamentava dei bambini, che si lamentava nelle canzoncine della bua,
che si
lamentava dei bagni che erano troppo piccoli…era vero che,
se non avesse
lavorato all’asilo, avrebbe trovato qualcosa di cui
lamentarsi in ogni caso.
«Vai. A. Scuola. Ora.» sibilò Hermione
con la
voce e lo sguardo così simili a quelli della professoressa
McGrannitt che Draco
non poté fare a meno di ubbidire.
Si avviò con aria depressa verso l’asilo,
vagliando il suo cervello alla ricerca di un’idea che gli
facesse sbrigare in
fretta quella seccante faccenda. Evidentemente, Hermione lo conosceva
meglio di
quanto lui non credesse.
«Colloqui individuali,
non provare a fare finta di non saperlo e a parlare a tutti i genitori
insieme!» gli urlò dalla finestra.
«Devono durare almeno cinque minuti ognuno!»
Draco sbuffò e non appena
vide la fila di genitori fuori dalla classe in attesa, capì
che quel pomeriggio
sarebbe definitivamente andato sprecato.
«Ehm, buongiorno!» disse,
leggermente, imbarazzato. «Sono Draco Malfoy, il maestro dei
vostri figli!
Possiamo accomodarci tutti in classe, poi parlerò con tutti
voi a turno!»
Il primo che si fece
avanti era un padre molto alto e dall’aria parecchio
sospettosa. «Mi sembra
molto giovane» esordì, squadrandolo da capo a
piedi attraverso le spesse lenti
rettangolari.
«Sono molto giovane»
rispose Draco, senza minimamente preoccuparsi di suonare gentile.
«Lei è…?»
«Signor Murray, il padre
di Johnny» rispose lui, senza smettere di fissarlo.
«Come mai ha deciso di fare
il maestro di asilo, sentiamo? Di solito io incontro solo donne che
vogliono
fare questo lavoro».
«Diciamo che a volte la
vita è piena di scelte inaspettate»
borbottò Draco. «Perché non si
accomoda,
Signor Murray?»
Le due ore successive
furono le più noiose che Draco avesse mai provato nella
vita: nonostante tutti
gli altri genitori si dimostrassero molto più bendisposti
nei suoi confronti
rispetto al padre di Johnny, sembrava che fossero venuti lì
esclusivamente per
declamare le doti dei loro pargoli e guardarlo mentre annuiva. Rispetto
a
quello, le lezioni di Rüf erano più divertenti di
una festa in piscina.
«Brian è un ragazzino
molto, molto sensibile…»
«Lizzie è sempre così
generosa nei confronti degli altri bambini…»
«Sally è sempre così
allegra, non trova anche lei?»
«Mary a volte mi sembra
così intelligente che potremmo iscriverla in una scuola per
bambini
superdotati, lei che ne pensa?»
Draco stava cominciando
seriamente a prendere in considerazione l’idea di scappare
dalla finestra e
consegnarsi agli Auror, quando si accorse che era rimasta soltanto una
mamma
con cui parlare.
«Buongiorno» disse,
cercando di suonare educato per poter liberarsene il prima possibile.
«Lei è…?»
«Margaret Jenkins, la
madre di Lucy» rispose lei con un sorriso, per poi guardarlo
in silenzio. Draco
ricambiò il suo sguardo, indeciso.
«Beh, non ha niente da
dire su Lucy?»
Draco boccheggiò,
sorpreso: davvero si aspettava che lui dicesse qualcosa? Non era venuta
anche
lei per dirgli quanto Lucy fosse gentile e sensibile e intelligente?
«Oh, no, mi sembra ovvio
che io pensi che mia figlia sia perfetta» disse Margaret,
sorridendo e
scuotendo la testa. «Sono sua madre! Per questo mi serve il
parere di una
persona esterna».
Bene, questo cominciava
a diventare un tantino inquietante: o lui era talmente esaurito da
esternare i
suoi pensieri a voce alta senza accorgersene, oppure quella signora
davanti a
lui era una Legilimens. «Mi scusi, ma… sa leggere
nel pensiero, per caso?»
chiese, caustico.
«Certo che no!» rise Margaret.
«Ma i suoi occhi la rendono davvero un libro
aperto!»
Questa era la seconda
sorpresa del giorno: lui era un libro aperto? Lui non era affatto un
libro
aperto! Lui era chiuso e misterioso e oscuro! «Non credo di
essere davvero così
facile da leggere» rispose, cercando di suonare gentile: in
fondo, quella
Margaret non gli dispiaceva.
«Ah, ma non deve mica
prendersela, sa? Ho sempre ammirato le persone che
parlano con gli
occhi, mi paiono più svelte a capire il mondo. Credo che lei
sia davvero il
maestro adatto per questi bambini! Grazie mille per il suo
tempo» aggiunse,
alzandosi.
«Oh,
va già via?» chiese Draco, al contempo stupito e
sollevato.
«Certo,
non credo che ci sia niente da dire su Lucy» rispose
Margaret, senza smettere
di sorridere. «Non è speciale rispetto agli altri
bambini, e non è cattiva.
Questo mi basta».
«Aspetti!»
la interruppe Draco. «Lucy è sempre stata la mia
preferita, e ora ho capito
perché! È perché ha una famiglia
normale!»
Margaret
scoppiò in una risata così forte che le vennero
le lacrime agli occhi. «Deve prima
conoscere mio marito!» disse allegra, senza smettere di
ridere. «Lucy ha
proprio ragione! Lei è proprio una persona
divertente!» aggiunse, prima di andarsene
e lasciarlo solo a guardare la porta come se non credesse alle proprio
orecchie.
«Significa
che i detti Babbani su di te non funzionano. Tu non capisci un cavolo,
del
mondo».