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Autore: CyanideLovers    06/09/2012    3 recensioni
sentire di provare qualcosa per una ragazza che non fosse Jenny era....come una sbornia.
Lo aveva completamente sconvolto;
quella sensazione....quella sensazione era diventato amore;
un amore bruciante che avvolte lo lasciava senza fiato.
Anche un povero diavolo ha diritto ad un'altra chance.
Julian, l'affascinante demone innamorato di Jenny, è tornato. dopo anni dalla sua morte è riuscito, neanche lui sa come, a tornare sulla terra. Trasformato in un essere umano si innamore di una misteriosa ragazza da gli ipnotici occhi viola. intanto una nuova minaccia è pronta a distruggere la pace che si è creata. un nuovo uomo ombra vuole vendicarsi per il tradimento di Julian e un nuovo gioco sta per iniziare.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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15- Chaos Teory
Chaos Theory

Si dice che il minimo battito d'ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo.
Teoria del Caos

dal film "The Butterfly Effect" di  Eric Bress e J. Mackye Gruber

 

Leanan rimaneva di fronte a lui, il suo sguardo impassibile lo faceva impazzire.
-Perchè?- ripeté ancora una volta, mentre si alzava in piedi  per fissarla nei suoi occhi azzurri.
-Lo capirai presto. Cosa fari questa volta?-
-Andrò da lei. Non posso proteggerla se non posso starle vicino, vorrei solo capire perchè fai tutto questo.-
-Dovresti svegliarti e aprire la tua mente, sai?-

Elly entrò nella stanza. Non capiva perchè lasciava sempre il suo cappotto lì, visto che era dall'altra parte della casa e che accanto alla porta c'erano dei pratici appendini. Probabilmente era solo abitudine. Aprì la luce e per poco non urlò per lo spavento.  Sotto di lei, accasciato a terra, c'era un ragazzo di massimo venticinque anni, con dei capelli di un biondo incredibilmente chiaro.
-Ehy, ti senti male? Jenny!- il suo istinto di medico ebbe la meglio. Lo fece girare, e lasciò che appoggiasse la testa sul suo giaccone. Dalla tasca estrasse la lampadina per le emergenze. Il 50% dei casi di svenimento era dovuto  a febbre/gravidanza/casi di fobie acute/spaventi improvvisi e troppo caldo.  Il ragazzo, tuttavia, non era ne caldo, non sembrava spaventato e di sicuro non era incinto. Un altro 50% dei casi di svenimento sono causati da aneurismi/tumori/traumi vari alla testa/infarti. La prima cosa da fare in quei casi è chiamare un'ambulanza. Elly aveva visto talmente tanta gente svenire all'improvviso che ormai ci aveva fatto l'abitudine. Il ragazzo si stringeva il petto, aveva gli occhi socchiusi, come se cercasse di studiarla e, ovviamente, non ci riuscisse perchè troppo debole. Aprì una delle palpebre e controllò che le pupille tremassero e si dilatassero, controllò il battito e il respiro talmente velocemente che non diede neanche il tempo a Jenny di arrivare.
Quando la bellissima ragazza entrò nella stanza per poco non svenne anche lei.
Uno ci può stare, ma due no! Pensò sarcastica.
-Julian!- esclamò sorpresa
-Lo conosci?- il suo tono era tra lo stupito e il meccanico.
-Si, Elly possiamo portarlo a casa tua?-
Il ragazzo inclinò la testa e chiuse gli occhi, in una definitiva perdita di coscienza.
-Cosa? Perchè a casa mia?-
-Mi dispiace, lo sai che non c'è posto da me. Sarebbe solo per questa notte, te lo giuro!- La implorò.
-Ok, ma forse dovremmo portarlo in ospedale...-
-No. Non possiamo, fidati di me.-Rispose chinandosi per accarezzargli il viso. Elly lo guardò bene, era bellissimo. I capelli che all'inizio gli erano parsi biondi erano bianchi come la neve, quando gli aveva sollevato le palpebre aveva scoperto che celavano dei meravigliosi occhi azzurri.
Chiamarono Tom e si fecero accompagnare a casa della bruna.
-Ora che ho fatto questa buona azione, non voglio mai più sentire nominare il Karma, chiaro Elly? Considerami come un santo, il paradiso è in debito con me!- sembrava davvero arrabbiatissimo, e lei non capiva perchè. Jenny invece sembrava aver capito.

Era sempre lo stesso sogno, solo con qualche differenza. Era sdraiato su qualcosa di morbido e si sentiva pungere sotto la pelle. Avrebbe voluto muovere il braccio, strapparsi quella cosa che lo pungeva, grattarla via fino a toccarsi le ossa. Non riusciva a muoversi, si sentiva come in trappola. Il cacciatore è in trappola, sghignazzava una vocina nella sua testa. Il rumore ticchettante, che nel primo sogno era debolissimo, adesso aveva un suono più acuto e leggermente più veloce. Quanto alle luci... non si muovevano più. Sopra di lui c'era una luminosa, e incredibilmente snervante, palla di luce.
NO! NO! STOP!
Che qualcuno chiuda quella luce!
Sentiva il bisogno opprimente di dormire, doveva chiudere di nuovo le palpebre altrimenti gli occhi gli sarebbero andati a fuoco, respirava affannosamente e l'odore acre che aveva sentito prima gli invase le narici. Stava forse impazzendo?
Un leggero movimento alla sua destra lo distrasse. Elly gli toccò la mano, i suoi occhi erano grandi e profondi, preoccupati.
-Julian, svegliati. Ho bisogno di te.-

-Non credo di aver capito bene.- Disse Elly seduta sul divano, i capelli stretti in una treccia ordinata.
-Cosa facciamo con lui?- squittì Michael, preoccupato, ignorando la protesta della ragazza deliberatamente.
-Non deve avvicinarsi a Jenny!- ringhiò sommessamente Tom.
-Lo sai che è cambiato, lo hai visto nell'ultimo gioco.- La voce ragionevole di Dee li colse di sorpresa, lei che difendeva Julian? La fine del mondo era vicina, dunque.
-Oh dovevate vederlo. Non so proprio cosa gli è potuto succedere.- La voce preoccupata di Jenny fece calare il silenzio.
-Ma come ha fatto a tornare? Era morto...no?- domandò Tom dopo un po'
-In effetti c'era la possibilità che qualcuno riscrivesse il suo nome.- Disse Michael.
-Hai ragione, qualcuno ha riscritto il mio nome.- Julian scese le scale. Era bellissimo come l'ultima volta che lo avevano visto, ma la pelle sembrava tirata e gli occhi erano stanchi e spenti.
-Che ti è successo Julian?- Lui fece un'espressione indefinita,tra il divertito e l'esasperato.
-Non lo so, Jenny. Qualcuno ha scritto il mio nome.- rispose tralasciando i convenevoli, era diretto come una lama di rasoio. Jenny ne fu stupita, lui parlava sempre con indovinelli e frasi a doppi sensi, non si riusciva mai a capire cosa intendesse realmente. Ora, invece, rispondeva come un automa. Sembrava stanco, davvero stanco.
-Insomma, mi spiegate cosa sta succedendo?- sbuffò Elly. Non aveva capito nulla di quello che le avevano spiegato, non che le avessero spiegato granché.
-E' troppo complicato Elly, non saprei come spiegartelo.- Le rispose Tom con un sorriso bieco, senza saper bene cosa dire.
-Ha ragione Lui, Elly. E' davvero complicato.- concordò Julian che stava cercando di velocizzare li discorso.
-Che diavolo ci fai qui?!- ringhiò Tom rivolto a Julian. I lampi di rabbia che scintillavano nei suoi occhi erano forti e minacciosi, ma non potevano far paura a Julian.
-Sono umano ora, sono vulnerabile. Puoi tirarmi quel pugno che ti fa prudere le mani da anni.- Tom e Julian erano in piedi, gli occhi che si specchiavano i quelli dell'avversario. Era come vedere due enormi tempeste, una blu e una verde. Poi Tom si voltò appena e scattò con il pugno alzato, centrando in pieno la guancia di Julian. Scivolò all'indietro (com'era da programma, pensò ironicamente lui) finendo a sbattere contro lo spigolo del camino. Sentì i calore del fuoco vicino al volto, e la sensazione bruciante del sangue che sgorgava dalla sua ferita.
-Tom! Sei impazzito?- urlò Elly, arrabbiata e sorpresa. Era risaputo che al ragazzo non piaceva la violenza e lei non la concepiva, sopratutto in casa sua.
-Cosa?! Tu non sai cosa ci ha fatto passare, non hai idea di cosa ci ha fatto!!- urlò. Julian si rialzò, malfermo ma ancora in piedi.
-Devo andare.- concluse Julian. Si voltò verso Elly, i suoi occhi incontrarono per la prima volta il suo sguardo confuso.
-Ti ringrazio per avermi ospitato, Elisabeth.- le rivolse il più dolce e affascinante dei sorrisi nel suo repertorio, uscì dalla porta e il suo volto si scontrò con l'aria gelida di Gennaio.

-Leanan.- non la chiamò né gli servì cercarla tra gli alberi. Sussurrò il suo nome e lei comparve accanto a lui.
-Salve.-
-Spiegami in cosa consiste questo gioco.- ordinò lasciando che lei si avvicinasse di più al suo corpo statuario.
-Non ero fatta così. Non ricordi? Ero pragmatica e non ti avrei mai rivelato i miei piani.- il suo improvviso cambio di tono lo disorientò.
Perchè parli al passato? Si chiese perchè non le aveva posto quella domanda ad alta voce, era ridicolo.
-Da quanto tempo ci conoscevamo?- domandò lei dopo qualche secondo di silenzio.
-Non me lo ricordo. Saranno una ventina di secoli? secolo più, secolo meno?- rispose vago. Non capiva cosa c'entrasse.
-Mi era sempre piaciuto il tuo modo di fare, non davi mai fastidio a gli altri uomini ombra e stavi sempre per i fatti tuoi. Dovevi sentirti molto solo la giù, non è vero?- domandò ancora.
Cosa avrebbe voluto che le rispondesse? Si, vivere l'esistenza in totale solitudine non era stato piacevole, ma lui era un uomo ombra. Non poteva cambiare ciò che era realmente.Era la natura che gli aveva dato quel posto nel mondo, e cos'era un uomo ombra messo a confronto con le potenze del caso e del destino?
-Così quando hai visto Elly per la prima volta lo hai capito, vero?-
-Cosa?-
-Che è un agnellino molto, molto spaventato.-
-Un agnellino spaventato- ripeté -Ma da cosa?- la conversazione si fa interessante, si disse.
-Come puoi non averlo capito? E' inciso a fuoco nei suoi occhi, c'è qualcosa in quel segreto che la distrugge ogni secondo di più-
-E' per questo che le hai strappato gli occhi?- si ritrovò a domandare. Non sapeva da dove era nata quella supposizione.
-Forse.-
Lui fu colto da un'ondata di odio puro, l'afferrò per le spalle e sbatté il suo corpo, sottile e sinuoso, contro il tronco dell'albero nero, le strinse le braccia. Le sue mani erano forti come tenaglie, le nocche diventarono bianche, e sulla pelle di Leanan comparvero i segni dei lividi che le aveva lasciato, con un velo di antica soddisfazione notò lo squarcio all'altezza del petto. Lei non si scompose granché, lasciò che si sfogasse, con il viso serio che affondavano nei suoi occhi blu.
-Ti odio.- scandì quelle parole con voce gelida e musicale, sentendo sotto le sue mani strette intorno alla pelle della donna un brivido. Ne era compiaciuto. Il suo tono crudele era simile al rumore di un limpido torrente di montagna che può straripare e uccidere chiunque incontri sulla sua strada.
-Dicono che amore ed odio sono due facce della stessa medaglia.- rispose con tono neutro, come se stessero commentando un libro poco interessante.
-Sparisci.-
-C’è ancora una cosa che dovevo dirti- disse mentre si allontanava. Lui la fulminò con lo sguardo –Ti ascolto-  sibilò
-Sai cosa dice la teoria del caos?- domandò-Il minimo battito d'ali di una farfalla può provocare un uragano dall'altra parte del mondo- recitò mordendo ogni parola.
-Mi sembra un consiglio adatto alla tua condizione, stai attento alle decisioni che prendi.-

-Non hai freddo?- Elly raggiunse quello strano ragazzo. Non capiva quella strana sensazione di familiarità che aveva provato quando i suoi occhi avevano incontrato quelli di...Julian? era così che si chiamava, giusto?
-Cosa? No, non ti preoccupare.- rispose. Non si aspettava di trovarsela dietro le spalle. Lei gli si avvicinò ancora. Oh, ti prego no. Non guardarmi con quell'espressione confusa e in ansia.
-Tom mi ha spiegato più o meno chi sei. O meglio, cosa sei.- sussurrò pianissimo.
-Oh. Anche cosa ho fatto?- si informò. Stupido Tom, sarebbe stato tutto più facile se non avesse parlato.
-Si. Sei ancora innamorato di Jenny?- La domanda lo stupì per la seconda volta.
-No, non mi interessa più- il suo sguardo ampio e sincero la lasciarono senza fiato. Dio, è bellissimo.
-Capisco. Verresti con me? Hai bisogno di qualche punto.- Lui si toccò la testa. Sangue? Ora che ho i poteri posso sanguinare? Oh, giusto sono ancora umano.
-Ti seguo.- rispose. Non che ne avesse motivo, sapeva benissimo dove parcheggiava la macchina, ma non poteva certo raccontarle tutto.
Salirono in macchina, la sensazione di Deja vù fece girare la testa ad Elly. Che diavolo mi prende? Datti una calmata, Elisabeth!
-A cosa pensi?- la sua voce era quasi più bella dei suoi occhi. Quasi... era ancora indecisa.
-Mi sto chiedendo se sia tutto vero, o se sto sognando.- 
-Se stessi sognando, non sogneresti uno come me.- gli occhi erano un po' più scuri. Forse perchè era in penombra, forse perchè stava pensando a qualcosa che non conosceva.
-Perchè non dovrei sognarti?-
-Semplicemente perchè, nel caso mi sognasti, non sarebbe altro che un incubo.- La sua voce divenne più profonda, gli occhi si incupirono di più. Era tremendamente serio.
-Uno come te? Un uomo ombra?- domandò
-Si-
-Perchè dovrebbe essere un incubo?- farfugliò -Non mi sembri così cattivo.- Julian sbuffò. Non le sembrava cattivo, Jenny era riuscita a superare i suoi giochi, a farlo cambiare. Che diavolo è successo nell'ultimo secolo? Pensò con stizza
-Sono un lupo in veste d'agnello, se facessi immediatamente paura che soddisfazione ci sarebbe?- rispose con un ghigno da lupo davvero convincente. Lei strinse i pugni intorno al volante, corrugò la fronte.
-Sono sicura che dici così perchè nessuno ti ha mai dato fiducia.- lo disse di getto, senza neanche sapere perchè lo avesse detto. Che diavolo le succedeva? le bastava un bel ragazzo per dire quelle cose assurde?
Lui la guardò, stupito. I suoi occhi erano profondi come i laghi cristallini della Norvegia, o come il blu al centro della fiamma oppure come l'oceano visto dall'aereo. C'era qualcosa di bello e familiare in quei occhi di un cobalto scuro, o qualcosa di pericoloso, non riuscì a capirlo.
-Perchè sei così gentile con me?- 
-So cosa si prova a non essere accettati dalla gente, ho provato questa sensazione sulla mia pelle per anni.-
- Perchè sei francese e ti sei trasferita in America?-
-Come lo sai?- era incredula.
-Il tuo accento.- improvvisò Julian, -E sicuramente un accento Parigino, il più dolce- continuò a spiegare. Il suo sguardo si addolcì, e le labbra si piegarono in un dolcissimo quanto amaro sorriso.
-Oh. Si, sono nata e cresciuta a Parigi.-

Lo fece sdraiare sul lettino. Posò la borsa nella sedia vicino e si andò a cambiare. Julian la guardò allontanarsi e, non appena la vide chiudere la porta, le prese la borsa e tirò fuori la piccola agendina rossa.
-Tom....trovato!- imparò a memoria il numero, se solo provava ad immaginare la loro conversazione gli veniva da ridere. Rimise subito a posto l'agenda e la borsa e si sdraiò di nuovo, giusto in tempo per vedere la porta che si apriva ed Elly che entrava nella stanza...lei e quel suo meraviglioso sorriso.
-Scusami, ci ho messo una vita.- si infilò i guanti in lattice sterili e iniziò a mettergli i punti, parlava e la sua voce, ancora una volta, aveva qualcosa di musicale, era dolce e leggera. Le guardò gli occhi e si chiese se Leanan avesse ragione. Forse era vero, forse aveva paura di qualcosa, ma di cosa? Che il suo segreto fosse svelato? 
-Fatto.- esclamò soddisfatta con un sorriso a trentadue denti.
-Grazie- Mormorò, si sentiva intontito e aveva un forte mal di testa.
-Ascolta, devo dare un'occhiata ai miei pazienti...ma ci metterò solo qualche minuto. Potresti aspettarmi nella saletta qui accanto?- domandò con i suoi fantastici occhi da cerbiatto.
-Non ti preoccupare.- In realtà era quello di cui aveva bisogno. Non appena la vide allontanarsi prese la cornetta del telefono dell'ospedale, compose il numero di Tom, e aspettò che rispondesse.
-Pronto?-
-Tom, sono Julian.-
-Julian!
Che diavolo vuoi? Se hai fatto del male ad Elly ti ammazzo...- urlò Tom, la sua voce era impastata per il sonno e, se solo fosse stato umano...veramente umano, forse sarebbe stato intimorito. Ma era di fretta e aveva cose molto più importanti a cui pensare.
- Non è proprio il momento per le minacce, non ho fatto del male a nessuno, tranquillo. Devo parlarti.- La sua voce calma e chiara scombussolarono il bruno.
-Di cosa dovremmo parlare?- domandò con una nota di curiosità nella voce.
Julian alzò gli occhi al cielo -Di cose importanti. Dico sul serio, devi venire subito qui.-
-Come posso fidarmi?- domandò con voce cupa.
-Tom, lo so che mi odi. Non ti chiedo di perdonarmi, lo so che quello che ho fatto è sbagliato per gli standard umani. Ma ho bisogno di una mano e Elly potrebbe essere in pericolo...- Non aveva calcolato che avrebbe dovuto convincerlo, non ci aveva minimamente pensato. Ora, invece, sembrava più che logico. Tom sbuffò sonoramente, ma aggiunse che sarebbe arrivato tra qualche minuto. Julian e riagganciò. Mentre lo aspettava si sfiorò lo stomaco con la punta delle dita, quanto sarebbero durate le rune? per quanto avrebbero resistito? L'idea di morire dissanguato lo impensieriva...e se non fosse riuscito a salvare Elly?
-Eccomi qui Julian, cosa mi dovevi dire di così importante?- Tom era arrivato in un baleno, l'uomo ombra ne fu stupito.
-Te l'ho già spiegato, Elly è in pericolo.- rispose sedendosi e abbassando le palpebre.
-Cosa vuol dire... perchè sarebbe in pericolo?-
Julian gli raccontò tutto. Del gioco, di Leanan, di tutto quello che era successo nel labirinto. Tutto. Non gli interessava avere segreti per il momento, doveva agire in fretta ed estirpare il male alla radice...buffo che fosse proprio lui a pensare una frase simile.
-Quindi...-  faticava a mettere insieme tutte quelle informazioni, era davvero assurdo. -Tu mi avresti salvato la vita?- domandò incredulo.
-Ehm, avevo bisogno di una mano.- rispose a disagio.
-Sai, forse Jenny aveva ragione.-
-In che senso?- domandò l'uomo ombra confuso.
-Non sei del tutto cattivo.- Tom lo stava guardando con uno sguardo così cristallino che Julian diede quasi di stomaco, cielo quanti sentimentalismi.
-Non ho fatto nulla di buono! Se tu fossi morto, Jenny avrebbe pianto e mi avrebbe rallentato- Si difese.
-Dio, perchè credi che aiutare la gente sia sbagliato? Cos'hai che non va?- domandò 
-Io..non c'è tempo per psicoanalizzarmi. Dobbiamo sistemare un po' di cose.- tagliò corto. Sotto la luce del neon ospedaliero i suoi capelli erano opalescenti e color nebbia, sembrava ancora più pallido del solito, gli dava un'aria spettrale come se non fosse realmente li.
-Che facciamo?- domandò Tom pronto all'azione.
-Dobbiamo sistemare una faccenda prima.- Julian si alzò dalla sedia e, con Tom al seguito, cercò la sala infermieri. Prese i primi due camici bianchi che trovò, ne infilò uno e l'altro lo passò a Tom.
-Bene, Dottor Hause. Perchè non mi spieghi che cosa vuoi fare, non lo sai che se ci beccano finiamo in un mare di guai?- Lo sgridò infilandosi il camice, era incredibile che si stesse fidando proprio di Julian.
-Dobbiamo fare visita ad un paziente.- spiegò alzando gli occhi al cielo e uscendo dalla saletta.
Tom 0gli camminava a testa bassa, pregando che nessuno lo notasse, Julian invece sembrava del tutto a suo agio. Dovevano evitare di passare dalle sale dei pazienti in cura a gli specializzandi altrimenti avrebbero incrociato Elly.
-Ciao, siamo i tuoi nuovi dottori. Dobbiamo farti una visita.- Disse Julian con fare rassicurante al bambino di circa sette anni, aveva un aspetto malaticcio e stanco. La madre doveva essersi appena addormentata.
-Tom- sussurrò al bruno -Controlla che non arrivi nessuno.- Perse la cartella del ragazzino e iniziò a leggere. Sui fogli ordinati la scrittura decisa e professionale di Elly spiccava, aveva provato davvero qualsiasi cosa. Si guardò la punte delle dita, poteva farcela.
-Farò una cosa...Ti farà un po' male ma non devi fare rumore perchè a tua mamma potrebbe svegliarsi.- gli spiegò in un sussurro.
Il bambino annuì, attento. Lo guardava con gli occhi grandi e spalancati, sembrava capire che quello strano ragazzo potesse aiutarlo. Julian scostò le coperte e gli sollevò il pigiama, poi prese un bisturi e si fece un taglio sul braccio. Si guardò per un attimo il taglio che si riempiva di Sangue, ne raccolse un po' con il dito e iniziò a fare un disegno veloce e preciso. Rune, il sangue iniziò a friggere sulla pelle candida del bambino, ma lui non fece un fiato.
-Ti senti meglio?- domandò gettando il bisturi, coprendolo e lanciando un'occhiata alla madre che continuava a dormire, anche nel sonno aveva un'aria preoccupata.
-Si.- sussurrò il bimbo.
-Bene. Non devi dire niente a nessuno, intesi?-
-Sei un angelo?- Chiese il bambino con gli occhi grandi di un intenso color nocciola. Julian rimase interdetto a quella domanda, lui...Un angelo? Gli sorrise, come non aveva mai fatto, aveva abbandonato per un momento il suo lato da lupo.
-No, sono qualcosa di un po' più antico. Ora dormi, e ricorda di non dire nulla a nessuno...mai-

-Julian, perdonami se ti ho fatto aspettare così tanto, ho...- Elly si fermò a metà frase, Tom rimase in silenzio aspettandosi una sfuriata da parte di Elly.
-Elly...non ti preoccupare, non sono qui per uccidere nessuno- scherzò alzando le mani come se fosse in arresto -Volevo solo scusarmi con Julian- spiegò guardando il ragazzo di qualche centimetro più basso.
-Scusa Julian- disse con tono serio.
-Ehm...- rispose confuso,  sembrava quasi stupito -Non fa niente-
Lei sorrise felice, compiaciuta. Li seguì fino alla macchina dove salutarono Tom, e tornarono a casa.
-Ti fa molto male la testa?- si informò lei.
-No-
-Ma hai preso gli antidolorifici, vero?-
-Si.-
-Parlo troppo?- domandò dopo l'ennesima domanda a raffica.
-Mi piaci quando parli, hai una voce molto dolce- rispose Julian notando, con gioia, che le guance di Elly si erano improvvisamente imporporate.
Rimasero in silenzio per tutto il resto del tragitto, anche se non era molto lontano. Per tutto il tempo non aveva fatto che pensare al suo segreto, odiava ammetterlo ma non ne veniva a capo. Non era certo onnisciente, ma riusciva a capire al volo le persone eppure non valeva per Elly. Quella ragazza era un'enorme punto interrogativo. Che c'entrasse la sua famiglia? Quando Leanan stava per ucciderla, la prima volta, aveva notato che aveva materializzato sua madre e una bambina, forse era sua sorella...Jean aveva accennato a qualcosa del genere.
-Siamo arrivati.- annunciò Elly parcheggiando la macchina nel vialetto. La casa aveva un aspetto comune e familiare, entrò e si fece guidare da Elly fino alla sua stanza dove le augurò la buonanotte. Lasciò sprofondare la testa nel cuscino, esausto. Devo scoprire quel segreto, i suoi pensieri erano vaghi, distratti e sconnessi. Lasciò che la mente vagasse nella nebbia del dormiveglia, aspettando che un nuovo incubo prendesse vita.
Il primo sogno che aveva fatto a casa di Elly riguardava lei. Questo invece riguardava lui.
continuava ad essere sdraiato ma la luce era spenta, per fortuna. E non c'era Elly.
-Elly? Elly...dove sei?- le sue parole si persero nel vuoto, sentiva il cuore pompare sangue a ritmo dei suoi respiri affannosi.
''Devo uscire da qui, devo alzarmi'' Fece un respiro profondo, doveva calmarsi e pensare, pensare seriamente. E cosa c'era di più isolato di un proprio sogno? Inspirò ed espirò, ecco i suoi polmoni. Sbatté due o tre volte le palpebre, poteva vedere. Schioccò le labbra, anche se non poteva palare poteva comunque muovere il viso.
''Ok, iniziamo di nuovo dall'inizio: con la mano sinistra A S D F, con la mano destra H J K L. Devo riscrivere la storia.''
Si alzò dal letto, era in una stanza piccola e bianca, nella penombra i muri assumevano un'inquietante grigio scuro. Ma lui ci era riuscito, era riuscito a muoversi.
Ne era così felice...si sentiva invincibile. Poi lo sentì; il rumore gocciolante come la morte, non voleva crederci. Dai muri iniziò a sgorgare acqua, lentamente. Leanan era in piedi di fronte al suo letto, lo sguardo imperturbabile, immobile come uno spettro, come un'immagine pallida e opalescente.
L'acqua continuava a colare come se piovesse, poco importava che fosse impossibile che piovesse in una stanza chiusa e priva di finestre, quello era un sogno. Il suo incubo personale.
Il rumore di una porta che sbatte lo distrasse da quella immagine, Elly era appena entrata nella stanza e lo guardava stupita e preoccupata.
-No, Elly.- urlò saltando dal letto e prendendola tra le braccia. -Vai via, ti strapperà gli occhi- si rese conto di aver esagerato, lui non reagiva mai in quel modo e quello era solo un sogno.
-Julian, va tutto bene....calmati ora.- gli prese il viso tra le mani guardandolo con quei occhi pieni di lacrime e preoccupazione.
Come faceva a stare calmo? La stanza continuava a riempirsi d'acqua e lei sarebbe morta.
L'acqua ora gli lambiva i fianchi ma lei cercava di prendergli le mani
-Calmo, Julian, calmati- continuava a ripetere.
L'acqua saliva e non poteva salvarla, che fosse quello il suo incubo? essere del tutto impotente davanti alla morte?
-Bene Julian, apri la mente, ci sei quasi-
L'acqua gli arrivava al collo e ormai non vedeva ne Elly ne Leanan, le parole della Sidhe gli erano state sussurrate con dolcezza ma non riusciva apprestarci attenzione in quel momento. Alzò lo sguardo e vide sopra di lui un'apertura.
Iniziò a nuotare, con energia, cercando di raggiungere la luce più velocemente che poteva...
Si alzò di scatto dal letto, portandosi una mano alla bocca. Era solo un sogno, e lo sapeva.  Allora perchè tremava così tanto? Si era sentito...era come se fosse stato vicino a qualcosa, qualcosa di molto importante. Si alzò dal letto e corse giù, la rivide per l'ennesima volta, bella e disordinata, con i capelli legati in uno chignon improvvisato a cantare canzoni trasmesse dalla radio nel soggiorno, intenta a cucinare la colazione, vestita solo di shorts di jeans e una maglietta corta che le accarezzava il fianco.
-Buongiorno Principino, hai dormito bene?- Domandò fulminandolo con i suoi bellissimi occhi viola. La prima volta che aveva visto quella scena lei cucinava tranquilla, non c'era ne musica, ne quel sorriso così largo.
-Buongiorno, ho dormito benissimo. Grazie- mentì bevendo in bicchiere d'acqua che gli porgeva.
-Mhh- mormorò -Allora perchè stai mentendo, se hai dormito così bene?- domandò distogliendo lo sguardo dalle uova strapazzate, il suo sorriso furbo ed indagatore era rilassato ed attento. Una vera volpe!
-Ti si bruciano le uova- disse Julian distraendola.
Lei distolse per un momento lo sguardo, concentrandosi sulla colazione. Gli servì uova e pancetta, del caffè e una mela.
-Dico sul serio- disse sedendosi davanti a lui -Hai dormito male?- domandò preoccupata.
Si agitò un po' sulla sedia, ovviamente non poteva dirle la verità e non poteva mentirle. L'agnellino aveva incastrato il lupo.
-Ho dormito come un sasso... ma ho fatto un incubo, tutto qui- rispose optando per dire una parte di verità. Per assurdo, un uomo ombra è sempre abituato a dire la verità proprio perchè, avvolte, la verità è più amara di una bella bugia.
-Ne vuoi parlare?- domandò sfiorandogli la mano vicino al piatto con la propria, la storia stava già cambiando.
-Non c'è molto da dire in realtà, non è durato tanto...non era neanche così spaventoso ora che ci penso...- ed era vero. Ora che ci rifletteva con un po' più di lucidità, una stanza che si riempie d'acqua non è chissà quanto spaventosa. La storia cambia se sei dentro la stanza, non puoi uscire e la donna che ami e li dentro. Le raccontò il sogno, anche se non le disse di averla sognata, ne di Leanan.
-Strano come sogno.- dice con uno strano sorriso, -Sai, anche io ho fatto un incubo stanotte...molto simile al tuo- La musica alla radio era cambiata, uno strano ritmo ovattato li circondava, il suono del basso e del piano che si fondevano creando una specie di lamento armonico, voci basse ed angeliche.
-Davvero? Cosa hai sognato?- domandò curioso, guardandola con la testa lievemente inclinata.

With your feet in the air and your head on the ground
-Ero sott'acqua, non so perchè....ma mi sogno sempre sott'acqua- spiegò con uno strano sorriso, forse notando l'espressione troppo concentrata di Julian,

Try this trick and spin it, yeah
-Ad ogni modo, ero lì che camminavo sul fondo del mare.- chiuse gli occhi, come se stesse rivivendo quel sogno...o quell'incubo.  -E tutt'attorno a me c'erano dei mostri. Da ogni parte.- la sua voce tremava, sembrava molto spaventata, e Julian le prese la mano, aveva intuito che stava per rivelare qualcosa di molto importante, era sul filo del rasoio e non desiderava altro che sapere. Aveva fame di verità.
-Allora...- aprì gli occhi e lo guardò con le guance che si imporporavano all'improvviso.
-Cosa?- domandò Julian esortandola a continuare.

Your head will collapse
-Solo ora mi rendo conto di quando sia stupido il mio sogno... è così imbarazzante.- disse distogliendo lo sguardo da quei meravigliosi occhi blu. -Ecco...ti ho sognato.-
-Davvero? Racconta- ordinò visibilmente colpito.
-Bhe, vedo questi mostri che mi nuotano accanto e hanno degli enormi occhi blu, come i tuoi... allora ti ho visto- fece un grosso sospiro -Gridavo, ma tu non mi sentivi. Ho cercato di raggiungerti...-
But there's nothing in it
-...Ma la corrente mi tratteneva.- la sua voce tremava, aveva la pelle d'oca - sentivo dentro di me la tua voce-

And you'll ask yourself
-Dicevi ''Devo tornare in dietro, ti strapperà gli occhi''-
Where is my mind?
-Finchè un mostro non azzanna con la sua bocca enorme, e urli. Mi sono svegliata così spaventata...- concluse come se non riuscisse a credere a quello che aveva appena detto. Era come se a Julian avessero versato a dosso una bacinella d'acqua gelida, era incredibile. Se ne ricordava, tutto quello che era successo se lo ricordava....Qualcosa catturò la sua attenzione, la canzone. L'aveva già sentita da qualche parte, ma li per li non si era reso conto dove. L'aveva cantata Leanan, quando era nella stanza piena d'acqua. Era una canzone strana, così triste e drammatica, non era da lei cantare quel genere di cose. Certo, loro erano uomini ombra. E si odiavano, era un po' triste ma si odiavano anche se erano della stessa specie, era nel loro DNA odiare e distruggere, tutti gli altri mondi li allontanavano continuamente, senza avere l'opportunità di redimersi. Non che volessero farlo in ogni caso. E lui si era sempre sentito un po' fuori posto, per questo osservava i meravigliosi colori della terra....da loro quei colori non esistevano,  e tutto ciò che creava era destinato a scomparire. Aveva vissuto un'esistenza da solo, e Leanan gli era stata in qualche modo vicina, a modo suo. Ma...lei? Davvero lei poteva essere triste, poteva provare davvero sentimenti? Si portò una mano al volto, pensieroso. Quelle parole avevano qualcosa di strano, doveva esserci sicuramente un motivo per aver scelto proprio quelle parole. Non era certo il tipo di donna che lascia tutto al caso.

-A cosa pensi?- domandò Elly avvicinandosi ancora a lui.
-A nulla di importante, stavo solo cercando di ricordare dove ho già sentito questa canzone- rispose indicando lo stereo. Il discorso cadde quando suonarono alla porta. Elly saltò sulla sedia come se l'avessero punta con un ago, tornando di nuovo la ragazza spensierata e felice che lo aveva accolto in casa.
Aveva aperto al fratello, lo stava abbracciando. Julian lo salutò con un cenno, presentandosi. Stava per salire in camere per chiamare Leanan quando Lei lo fermò. Elly era al centro della sala, il suo sorriso illuminava la stanza.
-Ho un grande annuncio da fare!- esclamò euforica -Ieri notte mi hanno chiamato dall'ospedale e mi hanno detto che un bambino che stavo seguendo, che sembrava spacciato, si è ripreso in una notte sola!- quasi urlò quelle parole talmente era felice.
-Sorella, è incredibile!- disse felicissimo Jean abbracciandola.
-E' una notizia fantastica.- disse Julian con un sorriso lieve, guardandoli abbracciarsi e scherzare felici. -Per questo, vi offro la cena stasera. Sono troppo felice per non festeggiare.- aggiunse.

Quella sera Julian era letteralmente su di giri. Jean, troppo occupato a gestire l'euforia e le performance ccanore di Elly, non aveva nominato i biglietti della festa e Julian era riuscito a rubarli. La sentiva cantare spensierata mentre si truccava gli occhi e si sistemava i capelli, e per la prima volta era riuscito a sentire i muscoli sciogliersi e si era rilassato. Non importava se lei non lo amava...non ancor, almeno. Ne se non ricordava nulla di quello che era successo, e non gli importava più neanche di sapere il suo segreto. Stava bene, si sentiva tranquillo e rilassato come non mai e non vedeva più da nessuna parte Leanan. Aveva anche provato a chiamarla ma lei non era venuta...il suo pensiero era l'unica cosa che rovinava il fantastico umore dell'uomo ombra. Probabilmente lei non si sarebbe arresa, e di sicuro sarebbe tornata con qualche scherzo.
-Sei pronto?- domandò Jean con un paglio di blue-jeans e un maglione color crema.
-Si- rispose Julian stringendo le spalle, odiava quando lo distraevano dai suoi pensieri.
-Ma vieni vestito così?- domandò Jean guardandolo storto. Julian si guardò i vestiti, i suoi jeans neri e stretti gli stavano in modo fantastico come la maglietta blu e una giacca.
-Cosa c'è che non va?- domandò Julian guardandolo di traverso.
-Non hai freddo?- domandò incredulo il ragazzino, era ovvio che ancora non sapeva che era un uomo ombra. Julian si mise a ridere a quelle parole, una risata da vero lupo cattivo, che venne interrotta da Elly, quando scese le scale vestita di un bel vestito nero. Era aderente e a maniche lunghe, ma corto lasciando le gambe lunghe e candide in bella vista, sulle spalline dei fili dorati si torcevano in ghirigori e spirali donando quasi un'aria imperiale a un vestito così semplice.
-Siete pronti?- domandò con un sorriso tranquillo.
Il tragitto il macchina era stato breve, o così era parso a Julian. Gli piaceva stare in macchina, vedere il paesaggio invernale che sfreccia sotto i suoi occhi, le chiacchiere senza senso dei suoi compagni di viaggio, la musica che invadeva l'abitacolo e il rumore rilassante del motore. Chiuse un momento gli occhi, cullato da quella sensazione.
Stava di nuovo sognando, non si era accorto di essersi addormentato. E gli uomini ombra NON dormono, mai. Era disteso e guardava il soffitto, ancora e ancora. Sarebbe mai finita quella agonia? Non c'era traccia di Leanan, ne dell'acqua, ne di Elly. Era solo.  Tutto ciò che udiva era il battito accelerato del suo cuore e il solito ticchettio stridulo che lo accompagnava.

-Ti sei svegliato- sussurrò una voce accanto a lui, voleva girarsi ma era legato da una forza invisibile, i suoi occhi erano socchiusi, vedeva la stanza solo attraverso le ciglia folte. La voce era dolce, lieve. Elly. Con la coda dell'occhio riuscì a scorgere la sua chioma nera, ma non poteva vedere i suoi occhi, ne il suo sorriso che per qualche ragione gli sembrava spento.
-Ascolta.- disse concentrandosi per non versare lacrime -Farei di tutto per farti svegliare Julian. E' stata tutta colpa mia, ti ho ferito. Ma ora devi svegliarti.- sussurrò pianissimo.
-Svegliati.- ordinò con forza.

Spalancò gli occhi, confuso. Era a terra, l'asfalto nero ad accarezzargli il volto, sdraiato in modo scomposto. Un altro vecchio clichè della letteratura era la stupida frase che si trova nei thriller di quarta categoria: cosa è successo? E lui non lo sapeva davvero, si guardò intorno cercando di scorgere la più labile traccia. Si voltò piano, facendo leva sui gomiti. La macchina era ridotta ad un cumulo di rottami, Elly sembrava ancora incastrata tra il volante e il sedile, l'auto che gli era venuta a dosso era tutta accartocciata contro la loro. Si alzò, mosse qualche passo incerto e ferito, ma la vista lo abbandonava e la nausea assaliva il suo stomaco. La sua ultima Chance, l'ultima partita, l'ultima battaglia era stata persa. Era stato sconfitto? L'asfalto acquisì una strana angolazione, stava svenendo.
NO, Elly...
l'oscurità era così uniforme da fargli pensare d'essere diventato cieco, e cos'altro poteva essere accaduto? Un uomo ombra scruta nel buio come un falco. Galleggiava in un dormiveglia forzato, con il corpo schiacciato verso terra, ma lui non si arrendeva e cercava di strisciare verso di lei.
Elly, Elisabeth. Arrivo, tu non rimarrai al buio, ti riporterò alla luce. Lo giuro, lo prometto. I-io sono quello che esce dall'ombra, con il sorriso da lupo e gli occhi antichi, pronto ad affrontare la follia. Scaccerò via tutti i demoni che affollano la tua mente. Dovesse anche costarmi fino all'ultima goccia del mio sangue mostruoso, divorerò i fantasmi che ti spaventano e poi sparirò lasciandomi dietro solo un cenno, una strizzata d'occhio e una battuta sagace. Cammino da solo...chi mai vorrebbe camminare con me?

La sua mente elaborava mille e mille idee, senza riuscire a connetterle tra loro.
Dovresti svegliarti, aprire la tua mente, gli aveva detto Leanan ma quando aveva aperto gli occhi nulla era cambiato.
L'immagine non è la realtà, facciamo vedere ad un bambino l'immagine di un cane e gli diciamo che è un cane ma non lo è, forse Julian è un'artista perchè riesce a far diventare le immagini reali.
Zach che spiegava quale poteva essere il suo potere, si aveva centrato il punto quella volta, ma un uomo ombra può realizzare i sogni, e Julian sapeva tutto su i sogni. Poteva suonarli come strumenti, manipolarli in modo che un sogno diventasse il peggior incubo mai vissuto. I suoi pensieri si stavano disperdendo, la mente vagava, attenta ma distratta. Come quando la notte i pensieri più assurdi sembrano reali, come quando le conclusioni più ovvie vengono percepite con chiarezza quasi dolorosa.
C'è un antico principio in medicina: la risposta più semplice di solito è quella giusta. è chiamato rasoio di occam. Non so come la pensate voi ma mi sembra più plausibile che io stia sognando...

Riaprì gli occhi solo per un momento, la consistenza dell'asfalto era cambiato, era più morbido, soffice...caldo. Toccò le lenzuola del letto di Elly, senza più avere la minima idea di cosa fosse successo nell'ultimo secolo per essere stato preso in giro così pesantemente dal destino.










E bene si, mancano pochi capitoli alla conclusione...non so bene quanti, ma sono pochi. che ne pensate?
Poi, se posso sviare un momento dall'agomento, ho ricevuto una meravigliosa notizia! Partendo dal principio, stavo parlando su Facebook con una mia amica americana, Stefanie, che mi raccontava che era sul sito della Smith. Sul sito della scrittrice, dove si possono fare domande, le ha chiesto se avesse intenzione di continuare il gioco proibito e questa è stata la risposta: Non ho neanche iniziato quel libro ancora. In primo luogo, devo finire l'ultimo libro della serie Night World, Strano Destino, e un libro che era originariamente parte di Strano Destino, ma è diventato così grande che l'ho fatto diventare il suo romanzo, che si chiama L'ultima Ninna Nanna. Dopo che ho finito entrambi questi libri, inizierò Il Gioco Proibito: Rivincita.
Cioè, probabilmente avrò ottantanni quando arriverà in italia, ma chissene! Se non fa risorgere in qualche modo Julian brucio il libro xD
Ok, ok. fangirleggio troppo quindi vi saluto!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, un megabacio
Cyanidelovers

   
 
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