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Autore: CaskaLangley    27/03/2007    10 recensioni
Da quando Riku Natsume è entrato nella sua vita, per Sora non c'è più un momento di pace. Mentre Kairi cerca di capire qualcosa del nuovo arrivato, Naminé cerca di sopportare una cotta e una situazione sociale sempre peggiori, e Roxas cerca di convincere sé stesso che la sua non-relazione con l'essere più sexy e più sbagliato possibile di tutta la scuola non significhi niente, Sora cerca di stare dietro a tutto e di realizzare il suo piano geniale: diventare amico di Riku. E Riku? Che cosa cerca in realtà, Riku?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per Roxas, le settimane che precedevano un festival erano le più inutili e oziose.

Hayner, Pence ed Olette tentavano continuamente di trascinarlo nell’entusiasmo perle gare e i preparativi, ma non c’era verso. Non voleva fare il superiore, quello che se ne frega, semplicemente non gli interessava in nessun modo. Anche quando tutti gli ripetevano che lui era il migliore negli sport, e che se si fosse allenato avrebbe raggiunto senza nessuna difficoltà gli stessi risultati di suo fratello, invece di motivarsi si sentiva offeso all’idea che tutti lo pensavano un’idiota che se la prende a cuore per certe stronzate come suo fratello.

L’unico momento in cui aveva pensato che fosse stato di qualche utilità fare tanta attività fisica insieme a Sora fin da quando erano piccoli, era stato quando un certo sfacciato coi capelli rossi gli aveva detto che aveva un bel culo. Se ce l’aveva, doveva essere probabilmente per quello.

Roxas si distolse dal noioso panorama che si vedeva dalla finestra e osservò per un momento Naminé. Anche lei era stranamente distratta, e teneva una matita tra le dita senza mai usarla.

Tutta la sera precedente sua sorella era rimasta sdraiata sul letto, a disegnare fiori viola ricopiando la caramella che Kairi aveva loro offerto fuori da scuola.

Roxas avrebbe voluto non capire così bene i suoi ridicoli cambiamenti d’umore, invisibili per chiunque altro. Li sentiva dentro di se in modo insopportabile. Se per tutti Naminé era una presenza addirittura fantasma, per lui era fin troppo rumorosa.

Qualcuno bussò alla porta della loro classe. La professoressa disse di entrare, e nel momento in cui Roxas vide Naminé alzare la testa e arrossire lievemente, lui sbuffò tra se e se e ricominciò a guardare fuori dalla finestra.

Era così infastidito, che non si stupì nemmeno quando Natsume chiese di lui. Lo cercavano in segreteria, disse. Avrebbe potuto dire anche che lo cercavano gli alieni in cortile, sarebbe stato lo stesso.

Roxas cominciava a pensare che quell’idiota usasse Luna P per manipolare le persone. Quando c’era lui nei paraggi, tutti sembravano smaniosi di essere presi per il culo.

In corridoio, c’era Axel.

Era appoggiato alla finestra, e fumava una sigaretta con le mani in tasca, dandole probabilmente piccoli colpetti con la lingua per far cadere la cenere sul pavimento.

"La prossima volta che mi fai fare una cosa del genere ti ammazzo" fu la prima cosa che disse Natsume, e per sottolineare il suo disprezzo afferrò Roxas per la cintura e glielo spinse incontro come un sacco dell’immondizia.

Axel si accigliò preoccupato e si tolse la sigaretta dalla bocca.

"Ehy, trattamelo bene, non ho ancora avuto modo di vedere se funziona."

"Non sono un iPod" bofonchiò Roxas a voce bassa, per paura di essere sentito in classe.

"Comunque c’è una cosa che ho imparato, adesso la tramuto in un consiglio e te la offro: nella tua situazione non ti conviene dire alla gente che la ammazzerai, potrebbe crederti."

"Tu devi credermi" sibilò Natsume, prima di allontanarsi con le mani in tasca.

Axel allora si mise davanti a lui, si piegò come se parlasse con un bambino e gli disse: "Ciao piccolo Yamaguchi. Un po’ meno in vena di disfattismo e morte, oggi?"

Roxas scrollò le spalle: "In che senso nella sua situazione?"

"Come, non lo sai?" domandò Axel alzandosi e soffiando il fumo con noncuranza "Riku è un killer."

Roxas aggrottò le sopracciglia: "Che cosa?"

"Faceva parte di una squadra di bishonen assassini. La sua specialità erano le lame. Poi c’era il bishonen delle esplosioni, il bishonen delle arti marziali e il bishonen delle armi da fuoco. C’era anche quello che usava l’intelligenza, ma è morto subito."

Roxas strizzò gli occhi fino a ridurli a due fessure, accusatorio, e fece finta di andarsene. Non l’avrebbe fatto davvero, ovviamente. Axel si mise a ridere e lo raggiunse: "Non vuoi sapere come continua la storia?"

"Una storia così stupida non può avere un finale sensato."

"Ho detto come continua, non come finisce."

Roxas continuò a camminare, finché Axel non lo fermò e lo condusse lentamente, ma con decisione, contro il muro. Lo guardò per un attimo, buttò la sigaretta sul pavimento e lo baciò.

Lui non cercò esattamente di divincolarsi, ma l’idea di essere a dieci passi dalla sua classe e a dieci da quella accanto non lo aiutavano esattamente a rilassarsi. Axel lo prese in braccio e lo schiacciò più forte tra il muro e il suo corpo.

Da lì, Roxas poteva vedere benissimo i suoi verdi, verdissimi occhi.

"La tua mancanza di attenzione mi offende."

"Allora…" rispose subito, senza pensarci "…costringimi a stare più attento…"

Axel fece un brevissimo sorriso soddisfatto e gli morse le labbra. Roxas si rese conto di che razza di uscita da giovinetta arrapata aveva fatto, ma non ci si soffermò troppo perché Axel cominciò a reggerlo su un solo braccio e gli slacciò la cintura. In corridoio. Dove chiunque avrebbe potuto vederli.

Mh.

Ah, sì. Parola chiave: chiunque.

Si tirò indietro, picchiando la testa contro al muro.

"Se arriva qualcuno?"

Axel gli stava succhiando un lembo di pelle del collo –facendogli male, fra l’altro. Non lo prese seriamente, rise e continuò a fare, poi disse: "Se la cosa ti preoccupa, vorrà dire che dovrai venire in fretta…"

Sarebbe stato stupido chiedere ulteriori specificazioni, perché Axel gli abbassò i pantaloni e cominciò a masturbarlo lentamente, senza nemmeno una carezza di preparazione. Meglio così, avevano fretta e non sarebbe servito; Roxas aveva quattordici anni, era geneticamente predisposto ad essere pronto per quelle cose in qualsiasi momento della giornata.

Non gli passò nemmeno per l’anticamera del cervello di fermarsi a pensare a quello che stava facendo, e gli si aggrappò alla schiena, appoggiandosi sulle sue spalle e avvicinandosi pian piano al suo collo -su cui presto dovette posare la bocca aperta per non fare rumore.

Axel odorava di sigarette, ma non solo di quello. C’era qualcosa di un po’ diverso in quell’odore, come una nota fresca e dolciastra. Era forte, ma gli piaceva.

Lo sentì ridere piano e dire soffice al suo orecchio: "Ehy baby, piano, quelli mi servono…"

Roxas rispose solo un "nnnnh…" e si accorse di avergli afferrato troppo forte i capelli. Tornò a stringere il tessuto del suo soprabito, ma era rigido, difficile da agguantare. Lo prese tra i denti e lo morse, quando una rumorosa moina gli sfuggì dalle labbra. Invece di andargli incontro Axel lo provocò, aumentando la stretta e dando un colpo rapido e forte verso l’alto, per poi scendere nuovamente con estenuante lentezza.

Roxas era tremendamente accaldato e cercava di guardarsi attorno per essere sicuro che non arrivasse nessuno, ma Axel continuava ad inventare cose che lo facevano letteralmente impazzire.

Un altro gemito rumoroso e lui gli strinse i capelli e lo allontanò dalle proprie spalle. Roxas cercò di arpionarsi con le mani e coi denti, ma lui usò la forza egli fece sbattere la testa contro il muro. C’era la sua mano dietro ad attutire il colpo, ma non avrebbe sentito niente comunque.

"Ti piace?"

Roxas tenne gli occhi chiusi e si morse le labbra.

"Guardami." era un ordine "Ti piace?"

Roxas, eccitato ed umiliato insieme, aprì gli occhi e guardò nelle sue sfolgoranti gemme verdi. Tenne chiusa la bocca e annuì con forza più volte, poi come un bambino ostinato cercò di nuovo la sua spalla, e lui gliela lasciò trovare. Ci si aggrappò con tutte le sue forze, cullato dalla sua voce che gli diceva che era un bravo bambino, finché non lo sconvolse dicendogli dolcemente "E se mi fermassi adesso?"

Roxas emise un piagnucolio frustrato e lui rise maligno.

"Mmmmh, non c’è niente sulla morte o sulla distruzione dell’universo che vuoi dirmi?"

"Non farlo…" praticamente lo miagolò, sollevando appena la bocca dal suo soprabito "Non farlo, per favore…"

Axel ridacchiò e sussurrò rassicurante: "Non smetto. Godi pure fino in fondo, piccolo, sono qui per questo."

Un attimo dopo, praticamente sepolto tra il suo collo caldissimo e la stoffa ruvida e nera, Roxas aveva soffocato un ultimo lungo lamento, prima di lasciarsi andare completamente tra le sue braccia come un pupazzetto inanimato.

Rimase lì per un attimo, stordito dal piacere e dal suo profumo incomprensibile.

Che cosa si dice quando un figo incredibile di cui conosci a malapena il nomignolo ti masturba nel corridoio della scuola mentre dovresti stare facendo giapponese antico?

Grazie?

Decise di non pensarci.

Se ci avesse pensato c’era il rischio di arrivare a capirlo, e se lo avesse capito sarebbe diventato noioso.

Non voleva capire niente.

Solo passere il tempo.

"Riesci ad infilarmi una mano in tasca e prendere i fazzoletti?"

Roxas annuì e si allungò pigramente, tenendosi al suo collo per non sbilanciarsi troppo. Axel gli porse la mano e lui gliela asciugò attentamente.

Un attimo dopo, aveva rimesso i piedi a terra. Era una strana sensazione, il corridoio gli girava attorno. Chiuse gli occhi e si appoggiò contro il muro. Axel tirò fuori un altro fazzoletto e cominciò a pulirlo, ma Roxas iniziò a ridere. La pancia gli faceva un solletico tremendo. Axel lo capì e rise anche lui, ma stranamente non ne approfittò per torturarlo. Non troppo, almeno.

"E’ meglio se ti ricomponi, se non ricordo male tra un po’ suona il cambio dell’ora."

Roxas sobbalzò, si tirò velocemente su i pantaloni e li riallacciò.

"Come sarebbe a dire se non ti ricordi male, frequenti anche tu questa scuola…" - si accorse di avere ancora il fiatone.

"Guess so…" tirò fuori le sigarette e se ne accese una. "Vuoi?"

"Ho quattordici anni, non fumo."

"Beh, è ora di cominciare" gli porse con più decisione il pacchetto "Prendine un paio."

Roxas non si fece troppi scrupoli e fece come lui gli aveva detto. Avere una decina di anni in meno da vivere non gli sembrava una brutta cosa.

Axel si frugò nelle tasche e tirò fuori l’accendino. Si accese una sigaretta, poi glielo diede.

"Tienilo. Da qualche parte dovrai pur cominciare."

Roxas lo guardò e domandò, poco convinto: "Me lo regali?"

Axel giocherellò con la sua frangia e gli sorrise.

"Tienilo con cura. E’ molto importante, per me."

"…davvero?"

Lui rise come uno scemo e poi disse seriamente: "No, l’ho comprato ieri in uno di quei market aperti ventiquattro ore al giorno."

Roxas lo guardò male, ma si mise in tasca sia le sigarette che l’accendino.

Axel gli avvicinò la sua sigaretta. Roxas fece per prenderla, ma lui la tirò indietro e un attimo dopo gliela avvicino alle labbra. Nel dubbio Roxas la mise in bocca, e non sapendo come si facesse si limitò a tirare il più forte e profondamente possibile.

Non l’avesse mai fatto.

Il petto e la gola gli presero fuoco come se fossero stati cosparsi di cherosene. Cominciò a tossire, una tosse che sembrava rantoli infernali, e si aggrappò disperato al soprabito di Axel, mentre lui rideva e gli diceva che era pazzo, neanche lui era così scemo da fare un tiro del genere.

Beh, grazie tanto, avrebbe voluto saperlo prima –non riuscì a dirlo perché le parole gli si strozzarono nella gola arida.

Axel lo baciò, e anche se all’inizio questo rischiò di soffocarlo, un attimo dopo gli aveva fatto tornare umidi la lingua ed il palato. Inghiottì, e lentamente riprese il controllo.

Mentre sbottava gli ultimi colpetti di tosse, Axel lo accarezzava sotto al mento con le dita.

"Sei proprio bello, cazzo. Vorrei farti queste cose di continuo."

Roxas inghiottì. "Cercare di arrostirmi?"

"No, farti godere."

Lui si schiarì la gola e abbassò lo sguardo. "Sì, lo avevo capito…"

"Dai, torna in classe."

Prima che potesse dire o fare qualcosa, Axel si inchinò per leccargli lentamente le labbra asciutte.

"Quando ti viene voglia vieni pure a cercarmi" disse, separandosi da lui "E’ sottinteso che mi riservo lo stesso diritto."

Roxas si limitò ad annuire e Axel gli sorrise, poi se ne andò.

Anche se i suoi verdi, verdissimi occhi erano andati via, almeno il suo profumo era rimasto.

*

PUNTO PRIMO! Aveva come questa orrenda sensazione di essere stato messo totalmente da parte, il che era veramente incomprensibile, visto e considerato che i suoi problemi erano i più gravi e per tanto quelli che più urgevano di considerazione e relativa risoluzione.

PUNTO SECONDO! Erano tutti pazzi, tutti, Kairi per prima. O Natsume le aveva succhiato il cervello con una cannuccia (la sua più recente teoria era che lui fosse un alieno) e lei se l’era succhiato da sola, ma non aveva importanza, il risultato era che la sua testa era diventata vuota come un guscio d’uovo (dopo aver sbattuto l’uovo, ovviamente).

La discussione che avevano avuto in merito al fatto che Natsume lo avesse baciato era stata talmente assurda che per metabolizzarla Sora aveva dovuto sintetizzarla in un log MSN.

Ecco il risultato dei suoi sforzi.

Kairi si è aggiunta alla conversazione

Kairi: ciao, Sora ^-^ Come stanno andando gli allenamenti ^-^?

Sora: NATSUME MI HA BACIATO !!!11!!!1!!1

Kairi…°-°?

Sora: Prima! Fuori! In cortile! Mi ha BACIATO!

Kairi: in che senso ò_o?

Sora: in che senso si bacia qualcuno?! Stupida Kairi ò_@!!

Kairi: io che cosa ne so, qualcuno non mi ha voluta baciare, se non ricordi male…-__-

Sora: …

Sora non sta più partecipando alla conversazione

Sora si è aggiunto alla conversazione

Sora: COMUNQUE! Devi assolutamente lasciarlo, è un poco di buono, questa mattina l’ho beccato che faceva il cascamorto con Naminé e poi ha baciato ME ;_;! E’ un pervertito ;_;! Uno così ti farà a pezzi e ti getterà in un cassonetto della raccolta differenziata ;___;

Sora: (nel vetro, perché è un vandalo, in realtà lo sanno tutti che dovrebbe buttarti nell’organico)

Sora: Kairiiiii ;;__;;!!

Kairi: -_____- Primo: non posso lasciarlo, visto che non stiamo insieme.

Kairi: Secondo: Namichan non parla mai con nessuno, e Natsume nemmeno, quindi non ci vedo niente di male se parlano un po’ tra di loro.

Kairi: Terzo: se ti ha baciato avrà avuto i suoi buoni motivi, e se voleva farti dare di matto è chiaro che ci è riuscito, quindi che cosa vuoi da me?

Sora: …o_o

Kairi non sta più partecipando alla conversazione.

Sora è esploso.

Avrà avuto i suoi buoni motivi?! Ma che vuol dire?! Che buoni motivi si possono avere per appiccicare la tua bocca a quella di un altro maschio che nemmeno conosci?! Devi essere per forza pazzo! Ok, certo, a parte se uno dei due sta soffocando, non è che puoi lasciarlo a morire lì, gli fai la respirazione bocca a bocca e fin qui ci siamo –ma in quel caso? Sora aveva rischiato di soffocare DOPO, casomai!

Trafelato da questa insensata discussione, Sora era giunto mesto mesto fino a casa, dove aveva interpellato i suoi fratellini. Solitamente erano dei buoni confidenti, a loro raccontava praticamente tutto, e poi si equilibravano nel dirgli quello che voleva sentirsi dire (Naminé) e quello che aveva bisogno di sentirsi dire (Roxas), senza contare che non avevano una vita loro, il che li rendeva reperibili un tempo di ventiquattro/sette.

Ma anche lì, era stato un disastro. Una strage. Una cosa tanto dolorosa da spiegare a parole, che anche in questo caso Sora aveva preparato un log di MSN. Eccolo.

Sora si è aggiunto alla conversazione.

Roxas si è aggiunto alla conversazione.

Naminé – in attesa di risposta.

Sora: quel maiale mi ha baciato T___T!!!!

Roxas: nessuno mi ha baciato O_O chi ti ha detto una cosa simile O_O?!

Sora: ha baciato ME!

Roxas: ecco, appunto! Te! Nessuno ha baciato me °__°!

Sora: e chi ha detto il contrario O_O?!

Naminé si è aggiunta alla conversazione

Sora: Namichan, Rokuchan delira e quel porco mi ha baciato ;__;

Roxas: non sto delirando, avevo solo capito male!

Naminé: chi è che ti ha baciato, Sora :o?

Sora: Natsume, chi sennò T_T?!

Naminé non è più connessa

Roxas: ma non avevi detto che Natsume esce con Kairi ò_o?

Naminé si è aggiunta alla conversazione

Naminé: sì, esce con Kairi ._.

Sora: sembra proprio questo il problema >__<#!! Oltre che quel porco si è preso il mio primo bacio T__T!!

Naminé: brb

Roxas: beh, poteva andarti peggio.

Sora: sì, poteva baciarmi Axel :@?

Roxas ha abbandonato la conversazione.

Sora: beh? Rokuchaaaaaaan ;____; Namichaaaaaaan ;___;

Auto Message: Roxas – ti sto odiando per motivi poco chiari

Auto Message: Naminè – sto guardando nel vuoto e lo trovo interessante

Sora ti ha inviato un trillo.

Sora ti ha inviato un trillo.

Sora ti ha inviato un trillo.

Roxas: che c’è -_-?

Sora: ho fatto bene a dirlo a Kairi, né?

Roxas: suppongo di sì. Deve sapere se il suo ragazzo è gay.

Naminé: in effetti era troppo bello per non nascondere la sorpresa.

Roxas: come un uovo di Pasqua…

Sora: ma Natsume non è gay :O

Roxas: …scusa, aspetta…

Sora: quel maiale mi ha baciato T___T!!!!

Sora: ma se è uscito con Kairi e si è messo a fare anche la corte a Namichan >_<

Roxas: avrà bisogno di una copertura. Senza offesa, Na.

Naminé: figurati e_è

Sora: no, mi ha baciato per dispetto! Capite? Si è preso una cosa importante come il mio primo bacio per dispetto ;;___;;!!

Roxas: quante storie, So, per un bacetto…

Sora: ma io mi sento SPORCO T_T

Roxas: …o_o

Naminé: quoto Roxas o_o"

Sora: voi come vi sentireste se un completo sconosciuto, che avete intravisto solamente un paio di volte a scuola, si prendesse il vostro primo bacio ;___;?!

Roxas: non lo so, come posso immaginare una cosa del genere \O_O/?!

Sora: comunque l’ho detto a Kairi e lei non ha fatto una piega °_°!

Naminé: si vede che ha capito che era un dispetto, senza significato.

Sora: beh, visto che non ha capito che schifo di pervertito è, potrebbe almeno sforzarsi di essere un po’ gelosa!

Roxas: di lui o di te?

Sora: di ME!

Naminé: ma se hai detto che era un dispetto…

Sora: che ne so, magari quello si è innamorato di me ;_;" Insomma, capisco la rivalità e mi rendo conto che nell’ultimo anno mi sono allungato e sono diventato più carino, però…;___;"

Roxas: sta tranquillo, escluderei questa ipotesi -_-

Sora: perché lo dici con quella faccia e_è? Comunque a parte tutto, io non volevo dare il mio primo bacio a un maschio, che schifo ;__;

Roxas: il secondo sì?

Sora: neanche!…Ro, ma sei tu che puzzi di fumo ò_o?

Roxas non sta più partecipando alla conversazione.

Naminé: vado, mamma chiama.

Sora: O_O ma non è vero!

Naminé non sta più partecipando alla conversazione.

Sora: vi odio T_T

Sora non sta più partecipando alla conversazione.

E questo è quanto.

E’ incredibile, quasi terrorizzante, l’instabilità della vita. Un giorno sei l’eroe della parata, il giorno dopo il tuo stesso sangue ti tratta come se fossi il fastidioso brusio di un apparecchio elettronico perso in giro per la stanza, che non si riesce a trovare e quindi non si può spegnere.

In quel momento, Sora era sul tetto insieme a Donald e Goofy.

A Kairi stava tenendo il muso, e dopo ben tre ore poteva dire di starci riuscendo. Certo, erano state tre ore di lezione, quindi chi poteva dire se Kairi si fosse effettivamente accorta che lui gli stava tenendo il muso? Mh. Beh. L’importante era emanare le giuste onde spirituali, in fondo.

Il fatto era che Sora aveva ragione. In modo inappellabile.

A metterli sulla bilancia, ecco quali erano gli elementi che possedevano su quel Riku Natsume.

SORA

KAIRI

ci prova con tutte

parla coi teppisti (che fumano) all’albero dei teppisti (che fumano)

stava lì da quasi un mese e portava ancora la divisa della scuola precedente, e poi lo vedeva sempre in giro, ma ci andava mai in classe?
(lo stesso si poteva dire di lui, certo, ma lui era giustificato)

ha dei penetranti occhi verdi, un paio di bicipiti che sembrano gonfiati con la pompa della bicicletta e dei capelli che probabilmente al mattino gli angeli scendono dal cielo e glieli pettinano cantando

bacia i maschi a casaccio

= è uno psicopatico

= mi fiderò di lui, uscirò con lui, mi innamorerò di lui e starò con lui forevah

Era abbastanza chiaro che la tesi più fondata fosse quella di Sora.

"Sora?" domandò Goofy, abbassandosi per entrare nel suo raggio visivo. Sora si schiodò dall’immobilità tenuta fino a quel momento, resa rumorosa da lamenti e rimbotti biascicati tra se e se. Vide come prima Donald, che si sbracciava e faceva scongiuri all’amico, mettendosi la dita a croce davanti alla bocca e scuotendo disperatamente la testa.

"Mh?"

"C’è qualcosa che non va?"

Donald sbuffò fragorosamente, sbatté le braccia lungo i fianchi e disse: "Bravo!"

Sora stava per aprire bocca, ma Donald cominciò: "Natsume è uscito con Kairi e ci ha provato con sua sorella! Goofy! Maledizione!" si girò verso di lui con le mani giunte "Ti prego, non ripetercelo, ti prego."

Sora arricciò il naso e lo spinse per la fronte fino a farlo cadere a terra. Sì, Donald era abbastanza basso da poter fare una cosa simile, e per la precisione era abbastanza basso da essere una di quelle persone che ti stimola ad usare la battuta ‘che cosa fai, mi dai un calcio sul ginocchio?’ pur sapendo che è vecchissima e ti farebbe perdere la dignità davanti a tutti. Sora non era decisamente dell’umore di essere preso in giro da quell’infido nanetto, adesso.

"Veramente è successa un’altra cosa che non vi ho ancora detto, ma siccome vedo che non t’interessa me la terrò per me." e incrociò offeso le braccia sul petto. Donald era estremamente facile da giocare in questi modi biechi, e normalmente nel giro di pochi secondi avrebbe cominciato a scongiurarlo di aggiornarlo sulle novità. Sì, era un curioso e un pettegolo, ma doveva ammettere che lo erano tutti e due. In quel caso, però, Donald si limitò a dichiarare "Meglio così!" e cominciò a scartare il suo pranzo. Sora lo guardò per un po’, cercando un segno di cedimento, ma quando vide che non ne arrivavano si rese conto che forse –forse- aveva riassunto la situazione un po’ troppo spesso. Il fatto che il adesso riassunto fosse incompleto non lo incentivava comunque ad aggiornarlo.

Avrebbe voluto, ma in realtà non sapeva se poteva dire ai suoi amici che Natsume lo aveva baciato.

Goofy forse lo avrebbe capito, anche se un po’ lentamente, ma Donald…lui si sarebbe rifiutato di farlo per principio, al solo scopo di poterlo prendere in giro fino alla morte senza rimorsi di coscienza.

E poi, beh…la verità era che Sora si sentiva un po’…stupido, ecco.

La discussione con i suoi fratelli aveva solamente peggiorato questa sensazione.

…non poteva certo pretendere che qualcuno capisse che si sentiva così male, solo perché qualcuno si era preso il bacio che non era riuscito a dare a Kairi…

"…dai, dimmelo." Si decise Donald.

Come se fosse arrivato apposta per stroncare i pensieri malinconici sul nascere, Sora cominciò a ghignare beffardo e a fare platealmente finta di ignorarlo, contemplando ad alta voce con Goofy l’aria fresca e il cielo azzurro, e la fortuna che avevano avuto a raggiungere il tetto prima che si riempisse di gente.

Mentre loro facevano rumore e travasavano da una scatola all’altra gli elementi dei loro pranzi secondo un primitivo criterio di baratto, Kairi arrivò di corsa sul tetto.

Il primo istinto di Sora fu chiamarla, ma si ricordò in tempo che le stava tenendo il muso, così cominciò a mangiare con un’aria offesa e combattiva che sperava trasmettesse uno spirito ardente (qualsiasi cosa volesse dire).

Kairi correva su e giù per il terrazzo, affacciandosi da diversi punti e guardandosi a lungo attorno prima di spostarsi un’altra volta.

Sora la ignorò ancora per un po’, poi venne sconfitto dal modo totalmente adorabile in cui i suoi capelli sobbalzavano sulle spalle e la schiena mentre correva (sì, i capelli: non c’era molto altro che potesse sobbalzare in Kairi) e la raggiunse, arrabbiato con la propria debolezza.

Si mise dietro di lei e aspettò. Lei non lo notò minimamente. Solo dopo una sfilata di canticchii e ritmiche battute di piede contro il cemento, Kairi si degnò di accorgersi di lui.

"Oh! Ciao, Sora!"

Se solo non avesse avuto quel faccino carino sarebbe stato molto più facile tenerle il muso. Forse poteva sfregiarla…oddio, no, certo che non poteva! Sbatté la testa nel vuoto per punirsi e cominciò: "Cerchi qualcuno?"

"Sì, Natsume."

Ok, non c’era nessun bisogno di sfregiarla, anche con quel faccino carino poteva BENISSIMO tenerle il muso.

"Ah, bene."

Kairi non si accorse della sua irritazione: "Pensavo che da qui sarei riuscita a vedere dov’è, invece…"

"Non se ne sta all’albero dei delinquenti come al solito?"

"No, è il primo posto dove ho guardato…"

Sora cercò di fare un sorriso di circostanza, che invece si tramutò in un orrendo ghigno: "Cos’è, gli hai preparato il pranzo?"

"No, ma dovevo dirgli una cosa e allora pensavo di mangiare con lui. Poverino, se ne sta sempre da solo, credo che non si sia fatto nessun amico…"

"A parte i Tredici, ovviamente."

Adesso due fiammeggianti perle azzurre lo puntavano con rabbia, e Sora capì che la sua amica (*zack*) aveva solamente finto di non accorgersi della sua ostilità perché non voleva litigare.

Perfetto.

Cominciava a capire il perché di quella voce che si sentiva ogni tanto nella testa e che gli diceva: "Sei uno scemo. No, sul serio, sei uno scemo."

Appena provò ad aprire bocca, Kairi lo anticipò: "Oddio, Sora! Se solo ti sforzassi di non essere così prevenuto—" e si bloccò all’improvviso. Per un attimo sembrò rallegrarsi, ma il tempo per Sora di valutare se sarebbe riuscito a sputare abbastanza lontano e precisamente in testa alla fonte di tale allegria, che Kairi smise di agitare il braccio e si crucciò.

Sora guardò giù, e avrebbe potuto non notarne una, magari due, ma TRE teste come quelle, riunite in un unico punto, o davano dei segnali d’atterraggio agli UFO (punto a favore della teoria dell’alieno), o ti supplicano di essere notate.

Natsume era vicino alle piscine. In quel periodo quella zona era totalmente off limits, e le vasche erano coperte da pesanti teli di plastica.

C’era Axel, insieme a lui. Anche da quella distanza gli sembrava di vederlo fumare, chissà come mai.

E poi capì la perplessità di Kairi.

Insieme a loro c’era l’inconfondibile chioma rosa di Senza Nome "Marluxia" Senza Cognome.

Marluxia (Marluxia, ma stiamo scherzando?!) era diventato membro dei Tredici quando Sora era passato alla prima superiore, il che voleva dire da meno di un anno. Axel, invece, bazzicava la scuola come se fosse il suo parco giochi da quando Sora faceva le medie.

Tuttavia, Marluxia si atteggiava a capo indiscusso. A scuola era una figura inquietante, troppo vecchio per frequentare la terza (il che rendeva Axel ancora più vecchio di lui, tecnicamente, ma quello sembrava un folletto pazzoide e non faceva testo), ed era seguito da una corte cangiante di schiavetti e schiavette che gli spruzzavano la lacca tra i capelli e speravano di ottenere qualcosa stando con lui. Di diventare degli yankee gothic lolita omosessuali, poteva supporre, cos’altro si poteva ottenere da Marluxia?

Sora arretrò, e tirò indietro anche Kairi.

"Visto?" bofonchiò. Lei si sporse di nuovo, poi annuì decisa e disse: "Vado a sentire che cosa si dicono."

"Che COSA?!"

"Visto che non otterrò molto chiedendolo direttamente a lui, vado a sentire che cosa combina Natsume!"

"Che COSA?!" scosse la testa e cominciò a puntarla istericamente con il dito, chiaro segnale che i circuiti del pensiero logico stavano avendo un cortocircuito "Tu sei matta come un cavallo!"

Kairi spalancò gli occhi: "Ripeti?"

"Non devi farti gli affari dei Tredici, no, nella maniera più assoluta: NO!"

"Non voglio farmi gli affari dei Tredici, ma quelli di Natsume."

"Io mi sono immischiato nelle loro faccende e hai visto che cosa è successo!!"

"…che cosa?"

"Natsume mi ha baciato!"

"HA FATTO COSA?!" strillò una voce sull’orlo dello strozzamento, un inconfondibile incrocio tra un raglio e lo starnazzare di un’anatra.

Le studentesse con i loro cestini del pranzo tutti decorati, i ragazzi che si facevano gli affari loro, le coppiette in amore, TUTTI lo stavano guardando.

Sora chiuse gli occhi e cominciò a pregare, poi li riaprì e domandò quasi piangendo: "Non ho urlato, vero…?"

Lei si limitò a sospirare e a dire: "Io ci vado."

"Ha fatto CHE COSA?!" gridò ancora Donald, incredulo. Oddio, a che punto aveva salvato il gioco, dov’era il tasto reset, dove…dove stava andando Kairi?!

"Dove stai andando?!"

Kairi procedeva a passo spedito verso le scale e non si fermò per rispondergli. In effetti era una domanda retorica. Sora le corse dietro.

"Se vai là non sai che cosa potrebbe capitarti! Natsume potrebbe—"

"Baciarmi a morte."

"SI’!" aprì gli occhi a palla "NO! Potrebbe farti del male!"

"Allora vieni con me e proteggimi" disse, imboccando veloce la seconda rampa di scale. Era furba, la dannata. Sora sospirò e la seguì.

Un attimo dopo, erano nascosti dietro gli spogliatoi, e appollaiati come gufi guardavano le strane figure da lontano. Strane figure perché avrebbero potuto essere qualsiasi cosa, a quella distanza, anche tre giganteschi fiori parlanti.

"Non si sente niente." Constatò.

"Dai?" Kairi sbuffò "Dobbiamo andare più vicini."

Sora la prese per il solito braccio e la trascinò preventivamente indietro.

Mentre cercavano di affrontare a voce più bassa possibile la discussione "sei un idiota fifone/sei una stupida sprovveduta", qualcuno si aggiunse al gruppo, attirando nuovamente la loro attenzione.

Sora non poté credere ai suoi occhi. Solo il sussulto emozionato di Kairi gli confermò che non aveva le allucinazioni.

"Ma è il preside Mickey!"

Sora, sbigottito, riuscì solo ad annuire.

Il preside era come un fantasma leggendario, a scuola, qualcosa di cui tutti parlano e che qualcuno spergiura di aver visto, ma in realtà erano molti gli studenti a dubitare della sua esistenza.

Era un ometto basso, dall’età resa indefinibile da grandissimi, enormi occhi neri, e da un sorriso tranquillo e scherzoso sempre stampato tra i solchi del viso –come se non prendesse mai niente sul serio.

Era una figura incredibilmente vivida, per questo poteva essere descritta, ma in realtà quell’anno lo avevano visto solamente alla cerimonia d’apertura.

Il suo arrivo fece allontanare Marluxia. Axel se ne andò con più calma, dopo essersi acceso una sigaretta.

Il preside rimase solo con Natsume, e cominciarono a parlare. Sembravano farlo in modo fluente, come se si conoscessero bene. Addirittura Natsume si lasciò andare a gesti infantili come tapparsi le orecchi e cantare a voce alta, cosa che fece ridacchiare Kairi in modo, per Sora, tutt’altro che consolante.

Poi il suo stomaco cominciò a brontolare.

Kairi si girò e gli disse: "Psssh."

"Non è colpa mia, mi hai trascinato qui e non ho mangiato!"

"Allora va a mangiare, sciò" e gli fece segno di andare con la mano.

"Come sarebbe a dire sciò?!"

"Chi c’è là?" domandò una voce giovanile in lontananza. Entrambi si girarono verso il cortile, e ci misero un po’ a capire che invece proveniva dalle piscine.

Era il preside Mickey.

"Ecco, bravo!" lo sgridò Kairi.

Il preside intanto si era avvicinato un po’, poi aveva detto, per niente preoccupato: "Venite avanti, ragazzi."

Kairi senza esitare si alzò dalle ginocchia e uscì da dietro l’angolo. Sora aveva una mezza idea di starsene lì, ma lei lo afferrò per la cintura e lo trascinò.

Il preside si avvicinò ancora e sorrise apertamente. Aveva un sorriso da bambino, che gli alzava le gote rotonde e gli faceva ridere gli occhi e formare un sacco di rughe sulla fronte. Entrambi si inchinarono più volte, poi Sora domandò improvvisamente: "Preside, ma lei conosce quello lì?"

"Questo qui ha un nome " precisò Natsume avvicinandosi. Sora si limitò a lanciargli un’occhiataccia e a guardare da un’altra parte. Il preside rise: "Solo un po’…" e allungò il silenzio, guardandoli con fare cortesemente interrogativo.

"Oh!" Kairi si inchinò di nuovo "Yoshizuki Kairi."

"Yamaguchi Sora" si accorò lui –inchinandosi due volte, per sicurezza.

"Ah, il pazzo Yamaguchi!"

Sora spalancò gli occhi e Natsume sghignazzò. Il preside si mise una mano davanti alla bocca e sorrise scioccamente: "Scusami tanto, Yamaguchi. La colpa è di questi ragazzacci."

"E’ sempre colpa mia…" si lamentò Natsume. Sora scosse la testa e disse che non importava, anche se in realtà importava eccome.

"Allora. Avevate bisogno di qualcosa?"

"Veramente sì" cominciò Kairi "Avevo una cosa da dire a Natsume, ma poi abbiamo visto che stavate parlando e così…"

Il preside cambiò un po’ espressione e divenne più serio. Guardò Kairi, poi Natsume, poi di nuovo Kairi.

"Ti ha colpito in faccia con un pallone da basket?"

"Uh…? No, sulla fronte, con una palla da baseball."

"Come fa a saperlo?" domandò Sora.

Il preside rimproverò Natsume con lo sguardo: "Riku tende ad essere distratto in queste cose."

"Che cosa dovevi dirmi, Kairi?" domandò quello, dando l’impressione di volersi liberare al più presto di loro. A lui diede molto fastidio, ma Kairi sembrava più ragionevole e…KAIRI?!

"Come sarebbe a dire KAIRI?!"

"Piantala, gliel’ho detto io di chiamarmi per nome!" lo sgridò lei, imbarazzata, poi scosse la testa e guardò lui molto più affabilmente: "Volevo solamente dirti che per domenica è OK. Mi dispiace se ti ho disturbato per questa sciocchezza…"

Natsume allora le sorrise, e lui poté vedere con immenso disgusto Kairi che diventava una pozzetta gelatinosa ai suoi piedi.

"Allora…" ridacchiò come una stupida "…noi andiamo, scusami ancora se…"

"Figurati, tanto me ne stavo andando."

"Ah, te ne stavi andando?" domandò il preside.

"Sì, proprio adesso. Il nostro discorso è finito."

"Ma—", Natsume lo interruppe: "Finito."

Il preside sospirò. Natsume guardò Kairi con un altro di quei sorrisi che fanno comparire i fiori alle spalle dei personaggi nei fumetti e disse: "Noi ci vediamo domenica."

Lei annuì, sotto lo guardo severo di Sora. Poi Natsume domandò: "Yamaguchi, come se la passa tuo fratello?"

Sora sbatté gli occhi: "Che vuoi da mio fratello?!"

Lui rise, salutò un’ultima volta Kairi con un gesto della mano e cominciò ad allontanarsi.

"Riku!" lo chiamò il preside. Lui si fermò, ma non si girò.

"Prima o poi questa storia finirà. Che cosa farai, allora?"

Natsume non rispose e se ne andò. Il preside fece un lungo sospiro, poi li salutò entrambi e si avviò anche lui. Rimasti soli, Sora incrociò le braccia. Era mai possibile che avevano tutti una frase misteriosa ad effetto da dire, quando si trattava di Natsume? Perché quando se ne andava lui la gente gli diceva ciao?

Si girò verso Kairi, che restava in piedi senza fare niente, solo guardando davanti a se. Per tutto il resto della giornata, non avrebbe detto altro che brevi frasi di circostanza. Come se, in realtà, in quel momento avesse smesso di ascoltare tutto quello che le veniva detto.

*

Sentendo Sora russare così serenamente, Roxas provò il desiderio di trascinarlo giù dal letto e picchiarlo.

Lui si rigirava da almeno mezz’ora sotto le coperte, sentendosi come intrappolato nel proprio corpo, e quando allungò un braccio in cerca di conforto sentì che l’altro lato del letto era ancora vuoto e freddo.

Si alzò. Non c’era bisogno di chiamarla, anche se era buio e non avrebbe potuto vederla l’avrebbe comunque sentita. Accese la lampada e Sora borbottò qualcosa nel sonno. Roxas guardò per un po’ la propria cartella buttata sopra la scrivania, prima di aprirla e tirare fuori l’accendino e una delle sigarette che gli aveva dato Axel.

Prima di uscire dalla stanza afferrò una gamba del soppalco e la scosse, finché Sora non si girò e smise di russare.

Illuminata dalla luce fioca dietro le sue spalle, Naminé osservava incuriosita il suo stesso disegno e si domandò che cosa non andasse, perché si sentiva come se non potesse completarlo.

Spostò lo sguardo sulle caramelle a forma di violetta che Kairi le aveva dato fuori da scuola e cercò di ricordarne il sapore piacevole e fresco, anche se non molto dolce. Chissà se anche Natsume aveva quel sapore.

Tornò a guardare il foglio da disegno, e con il dito stemperò il colore del grande mazzo di violette. Poi guardò la testa della ragazza, sentendosi in colpa per lei, con il mignolo accarezzò la curva rotonda della testa pelata e scrutando per l’ennesima volta i pastelli a cera e le matite cosparse sul tavolo si rese conto che non aveva idea di che capelli quella ragazza potesse avere.

Rimase a fissarla, aspettando che fosse lei a suggerirglielo, ma capendo che non sarebbe successo decise che per rispetto l’avrebbe lasciata così.

In bagno Roxas aprì la finestra e provò ad accendere la sigaretta. Non funzionava, così cercò di ricordare come faceva Axel. La teneva in bocca, stretta tra le sue labbra sottili e maliziose, così lui fece altrettanto e riprovò ad accendere, ma non succedeva niente. Solo quando ebbe l’illuminazione di provare a tirare, la sigaretta attirò a se la fiammella e si accese.

Roxas si lasciò scivolare lungo il muro, sotto la finestra, e con il sapore di Axel in bocca chiuse gli occhi e lasciò che la sigaretta bruciasse come incenso.

Quando tornò in camera, Naminé era a letto.

Roxas si infilò nuovamente sotto le coperte, e un attimo dopo sia sorella gli aveva abbracciato la schiena e sussurrato "buona notte". Lui non rispose, ma le prese una mano, e sperò che l’odore di Axel impregnato nel suo pigiama non le desse fastidio.

Riku buttò la siringa nel sacchetto di plastica insieme alle altre, prese la manciata di pillole ammucchiate sul tavolo e le buttò giù con un bicchiere di quell’orrendo liquido azzurro che sapeva di metallo.

Aprì il frigorifero per cercare qualcosa con cui sciacquarsi la bocca, e la luce gialla ed il ronzio rendevano inquietante il consueto spettacolo delle dozzine di scatole di uova e bottiglie di latte allineati come soldati dove sarebbe dovuto esserci del cibo vero. Poca carne, forse delle verdure nel cassetto. Grazie al cielo non era finito l’unico cartone di succo d’arancia. Lo bevve a canna e il sapore di metallo si disperse.

Andò verso l’armadio e tra le armi agganciate scelse un coltello. Sollevò la maglia e lo strisciò con forza sugli addominali. La scia cominciò a sgocciolare sangue, ma non sentì dolore. Le medicine e gli allenamenti stavano dando i loro frutti. Pulì il coltello con la maglia, lo ripose e chiuse l’armadio.

Sora aprì gli occhi e vide che nessun coniglio assassino lo stava davvero seguendo con una carota esplosiva.

Che stupido sogno. Per sicurezza, accese la luce a forma di luna e si guardò prima attorno, poi in basso.

Roxas e Naminé stavano dormendo, e del coniglio non c’era traccia.

Tranquillizzato, Sora spense la luce ed affondò serenamente nel cuscino. Di notte, con gli occhi chiusi, nel calduccio del suo lettino, non c’era niente che gli sembrasse abbastanza importante da togliergli il sonno.

Riku si mise a letto, sopra le coperte, con la luce ancora accesa e gli occhi aperti sul soffitto.

Il preside aveva ragione, quella storia prima o poi sarebbe finita, e non perché doveva avere una fine.

Sarebbe finita perché questo è il destino delle cose.

***

Note incoerenti dell’autrice

Anche il secondo è andato. Che ne pensate? Ultimamente scrivo totalmente di merda, ma siccome sono senza internet, senza Sky e senza voglia di fare niente, per passare il tempo farò finta di non notarlo e continuerò a scrivere xD Fate finta di non notarlo anche voi, plz <3

Ah, Axel e Roxas. Ho scoperto il loro coefficiente demenziale-sessuale scrivendo Little Earthquakes, quindi sono felice di riaverli finalmente insieme.

Tra parentesi, Little Earthquakes non la trovate su questo sito a causa dei contenuti sessuali serrati ed iper-espliciti tra persone con una grande differenza d’età (otto anni), quindi se non avete niente da fare potete leggerla sul mio archivio.

Tornando a Wasukara…mi sa proprio che dal prossimo capitolo il rating sarà NC17 "xD Non pensate subito al sesso, zozzoni è_é …anche se in buona parte è per quel quello, sì (*flip-flip con la testa*)

Ringrazio tutti per le recensioni, anche quelle fuori dall’EFP. Non faranno salire il numeretto, ma poco mi frega *_*/ Però, L-Yasha-Shaman Slayer, che ti ha fatto Kairi, povera creatura ;_;? In quanto al rating, kairixsora, ora provo a vedere se riesco a NC17settare solo alcuni capitoli, così al limite quelli vai a leggerli a pezzi sul mio archivio e non ti perdi il seguito :D! Ok?

Che cosa sta combinando Riku? Come andranno le cose tra lui e Kairi? Axel e Roxas riusciranno a non scopare al terzo capitolo, distruggendo così ogni parvenza shojo data alla storia? Ma soprattutto, Marluxia ha davvero qualcuno che gli spruzza la lacca nei capelli?

Questo e altro, alla prossima puntata <3

  
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