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Autore: Seehl    13/09/2012    1 recensioni
René ha tutto quello che una persona può desiderare. Un marito che lo ama, un figlio splendido, degli amici secolari che non lo lasceranno mai. La sua vita è felice. Lui vive, felice.
Finché non sopraggiunge la morte.
Non è un diario, quanto più una lettera, o un semplice sfogo, di un ragazzo nel fiore dell'età che affronta una malattia terminale che lo ucciderà in tre mesi. Un ragazzo che decide di farsi beffe della morte, e che vive fino all'ultimo attimo che gli è concesso dal suo Dio col sorriso sulle labbra e la determinazione a non far soffrire nessuno.
D'altronde, è solo un'arrivederci.
Questa storia è nata come un regalo di compleanno alla mia LoLe, e quindi la dedica è giustamente a lei. René non esisterebbe senza il suo Dani, e il René che è raccontato qui è con tutti suoi personaggi. E' qualcosa a metà, che abbiamo ruolato e scritto insieme, io ho solo allungato il brodo.
Enjoy~
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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0. Overture~







Sono il tipo di persona che apprezza le piccole cose della vita. Quelle cose che altri ignorano, o catalogano come banali. Come se ci dovessero essere per sempre, come se ci fossero dovute. Loro cosa vedono? Cosa vedono quando guardano un parco, vedono tanti alberi? Forse si soffermano anche sul cielo, per qualche attimo. Il giusto per controllare che non stia per piovere. E poi passano oltre.

Io no. Io vedo tanti alberi, e li contemplo uno a uno. Avete mai notato i rami che si intrecciano, quanti colori diversi, e quante tonalità di verde possono avere le foglie?, e quando si staccano, danzano con il vento fino a cadere a terra. Avete mai provato a contare le venature sul tronco di una quercia? I fili d’erba a terra, tutti gli insettini che svolazzano, saltellano, cantano, tutti i tipi di margherite, nontiscordardime e i semplici altri fiorellini colorati che si possono trovare? Mai notato quante forme può prendere una sola nuvola, con un po’ di vento? In qualche minuto diventa tutto e niente, un crogiolo di forme con un senso o meno, che vanno a rendere tutto il cielo più interessante. E vogliamo parlare di tutto quello che abita il cielo? Dagli aerei agli uccellini, dal sole agli aquiloni? Tutto questo, in un parco. E le persone vedono solo tanti alberi e l’azzurro di un cielo terso.

Non sono uno scrittore, non sono un pittore, non sono nient’altro che un musicista. Ma un musicista è artista quanto uno scrittore e un pittore, vero?, perciò mi posso dire artista e farla finita, dare un senso a questo libricino che sto scrivendo.

La vita è bella.

La vita è bella, e mi sento stupido a sperare nell’immortalità. Se fossi immortale potrei godere di ogni attimo, di ogni novità propostami dal Creato. Ma le vie del Signore sono incomprensibili a noi semplici uomini, e chi sono io per biasimare Dio di qualunque cosa?

Mi guardo intorno, io non sono niente, neanche un puntino, nell’immensità dell’universo. Questo mi ha sempre spaventato. Quello che sono è tanto visto dai miei occhi, ma magari a Dio non importa niente di me (e vi assicuro, quand’ero bambino non c’era cosa che mi terrorizzasse di più).

Ma Dio alla fine non c’entra. Anche se ogni strada è tracciata, anche se non esistono coincidenze, Dio non c’entra. Sono le azioni che facciamo noi, a influenzare tutto.

Non so cosa io abbia fatto, per meritare la meraviglia di vita che ho avuto. La mia famiglia mi ha sempre sostenuto, ho trovato l’amore della mia vita, amici importanti, anzi, più che importanti, ho anche un figlio, ho tutto, tutto quello che un uomo può desiderare.

Forse ho ottenuto tutto troppo velocemente.

Io non voglio morire. Ho paura della morte, ho paura di sparire e di far sparire tutto quello che so, che ho imparato, che ricordo. Di perdere la musica, i volti, le voci, le lettere, tutto quello che importa. Non ho mai chiesto niente, se non di poter continuare a vivere.

Tre mesi cosa sono, per una persona, un niente. Volano via, trascinati dal vento e dalla fretta di ogni giorno. Tre mesi. Ho passato 35 anni godendo ogni singolo attimo, e la prospettiva di avere soltanto tre mesi di vita mi terrorizza. Ma il dottore è stato chiaro in proposito- i dottori sono sempre chiari in proposito-, tre mesi se non fossi andato immediatamente a farmi intubare in qualche ospedale.

Sì, certo.

Cosa avrei guadagnato? Tre mesi in più, sotto pillole e antidolorifici, sei mesi di sofferenza per chi mi sarebbe dovuto stare vicino, per Dani, per Cooper, per Federico e per Andrew e per Dennis e per Moni e per mamma e papà e per tutti. Sei mesi di ansia. Ogni giorno, ipoteticamente l’ultimo.

Per questo ho deciso di tenerlo per me. Il dolore è stato tanto, ma.. ma non m’importa. Ho vissuto questi tre mesi, ogni attimo, ogni avvenimento. E nessuno ne ha saputo nulla. Ce l’ho fatta. Dovevo soltanto.. continuare a respirare. Fino alla fine. Continuare a mettere un piede davanti all’altro, a forzare un sorriso e ad essere me stesso.

Questo tumore mi ucciderà, presto, ma non è riuscito a farmi diventare un vegetale.

E quindi scrivo questo libricino. E lo scrivo perché è difficile tenermi tutto dentro. Da bambino avevo un diario segreto e ci scrivevo solo quando ero arrabbiato, l’essere umano ha bisogno di sfogarsi. Probabilmente non ti conosco, tu che stai leggendo, o comunque non ho idea di chi tu sia. Di chi potrebbe trovare e leggere il mio ‘diario segreto’.

Ma se stai leggendo, se mi conosci, le mie parole non stanno volando come le foglie in autunno, ignorate dai più. C’è ancora chi trova il tempo di leggere un libricino.

Quando morirò sarò solo. Non ci sarà nessuno dei miei amici, e forse non ci sarò più neppure io. Chi può sapere cosa ci sarà dopo? Sperare fa male. E’ meglio aspettarsi la solitudine e il buio, piuttosto che la morte di chi amo. Però come si fa a non impazzire, nella solitudine?

E allora grazie.

Grazie perché non sono solo.










NdA~

Io non sono la migliore scrittrice in circolazione, lo so, shh, non c'è bisogno che me lo diciate. 
Questa storia nasce come un regalo di compleanno, come ho scritto nell'introduzione. 40 pagine di complessi e lacrime. Le pagine più dolorose che io abbia mai scritto.
Ma è completa. Ciò significa un aggiornamento alla settimana! Ditelo che mi amate. -e nessuno la lesse.-

Che altro dire. Grazie di cuore a tutti quelli che hanno sopportato la mia insonnia e i miei capelli strappati, aka mia madre, il mio gatto e Lole stessa, e un grazie infinito, gigantormico e stritolante(?) alla mia Allade che ha accettato di leggerla prima di Lole, questa cosa, che ha pianto, che ha accolto René tra i suoi personaggi preferiti, che ha deciso di farne una storia a parte per renderlo felice, almeno in una Alternate Universe.
Grazie, Alla. Davvero. Non te l'ho dimostrato abbastanza bene, ma avevo bisogno che tu la leggessi prima di chiunque altro, sta roba.

Penso di aver finito con le parole inutili. Daje che non scriverò più NdA fino alla fine, giuro. Era tanto per allungare il prologo che, giuro, su word sembra più lungo. Fuuuck. (?) Ma insomma.
Se volete lasciare un commento, ben venga. Io la metto qui perché mi piace pavoneggiarmi delle cose che mi vengono bene, grazie, grazie, il mio ego ha solo bisogno di altri complimenti.

Bene, me ne vado. A bientot~!

Sil~

   
 
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