CAP 15 Do you wanna risk to be happy?
(Vuoi rischiare di essere
felice?)
Dedicato a
coloro che mi hanno seguito fedelmente in questa splendida
avventura…emozionandosi con me ad aiutandomi a maturare con i loro consigli e il
loro appoggio. Grazie.
Ps. Ci sono
scene un po’ hot, ma non tanto da mettere il rating nc 17. Comunque vi ho
avvertito.
L’aveva cercata ovunque. Tutta Diagon Alley, il
ministero, alla Tana, da Harry e Ginny che subito si erano attivati per
aiutarlo; ma nulla Hermione Jane Granger sembrava scomparsa nel buio di una
fredda sera inglese. Ron tornò anche a casa per vedere se magari ci avesse
ripensato e deciso di parlarne con calma. Il vuoto
assoluto.
-
Ron sei troppo
ottimista…
-
Lo so, è che non mi ha dato
nemmeno il tempo di spiegarle…
-
Che vuoi spiegare era evidente! –
Replicò la sorella, imbacuccata nel cappotto di lana
grigio.
-
Evidente un corno; Maggie è
incinta ma non di me. La stavo solo
salutando.
-
Sicuro?
-
Ohi! Ma per chi mi hai
preso?Non sono uno sfascia famiglie… e poi in queste condizioni non posso certo
essere in competizione.
-
Cretino. – Ginny gli tirò uno
schiaffetto dietro la nuca.
-
La finite di fare i ragazzini! Hermione è
sconvolta… non sappiamo cosa potrebbe fare o dove potrebbe essere andata. –
Il solo pensiero di Mione che agisce irrazionalmente e in preda alla rabbia,
fece gelare il sangue dei due fratelli
all’istante.
-
Minimo è scappata a Timbuctù, Ronniè. –
Fleur era intervenuta, come sempre senza essere interpellata. Lei e suo marito
si accingevano ad entrare in casa con i figli più piccoli accollati in
braccio.
-
Mia moglie non ha tutti i torti. Diciamo che
il tuo comportamento in questi mesi non si può proprio definire corretto, non
trovi? – Suo fratello Bill ancora affascinante, nonostante le numerose
cicatrici, lo guardava con un po’ d’ansia. A lui la piccola Granger era sempre
piaciuta, la vedeva adatta a suo fratello e in più vederli litigare era uno
spasso per tutta la famiglia.
Il giovane Weasley sospirò rumorosamente. Risolvere
questa cosa era peggio che affrontare Voldemort. Sicuramente Hermione non voleva
vederlo ne sentirlo e ci sarebbe riuscita bene come suo solito. Non aveva la più
pallida idea di dove cercarla. Aveva chiamato perfino Carrye e Michael, con
scarsi risultati.
-
Ma scusa non ti viene in mente nessun altro
posto? – Domandò Potter, con aria
riflessiva.
-
Harry ho provato ovunque! Al
ministero, Diagon Alley, Hogwarts
annessa foresta proibita… casa mia, tua, giardinetti, laghi… non… un momento!
Potrebbe essere a casa Granger!
-
Non ti sembra sciocco? Hermione
non ci è più andata da quando sono morti i suoi. Per quanto ne sappiamo quella
casa potrebbe anche esser stata demolita tempo
fa.
-
E’ probabile… però credo sia
giusto tentare. Lei era molto affezionata alla sua camera
babbana.
-
Secondo me hai ragione Ronniè! –
Intervenì Fleur, che nel frattempo si era accomodata a bere un the.
Tutti la
guardarono rassegnati.
-
Ron tu vai li. Noi andiamo a fare un giro a
Londra babbana… magari è in qualche pub o bar. – Disse Ginny, carezzando la
spalla del fratello.
-
Non combinare cazzate d’accordo? – Lo
ammonì bonariamente Harry.
Sapeva quanto dolore stava provando il suo migliore
amico, che da sempre veniva frainteso o giudicato male per qualsiasi cosa. Ancor
più si chiedeva cosa stesse facendo la sua migliore amica… davvero poteva essere
scappata lontano? Avrebbe davvero commesso qualche sciocchezza? Interrogativi
che doveva e voleva tenere per se. Ci mancava solo lui con le sue ipotesi da
detective strampalato.
Ron si congedò dagli amici diretto al Paiolo Magico, per
poi uscire a Londra.
Ricordava bene l’indirizzo di casa Granger. Alla fine del
settimo anno, dopo aver sconfitto Voldemort, era andato personalmente a
prelevarla dai suoi, per portarla alla Tana. Era rimasto molto colpito
dall’eleganza della sua casa nel classico stile inglese, in confronto la sua
sembrava davvero una catapecchia… si era stupito e in un certo senso commosso,
dal fatto che Hermione non l’aveva mai giudicato per il suo modo di vivere, anzi
si era adattata alla sua stramba famiglia senza dire una parola. Quelli erano
ricordi felici. Quel giorno vide per la prima volta la sua stanza, le sue
abitudini, quel mondo tanto diverso dal suo, che non conosceva, ma che più volte
lo aveva fatto fantasticare su cosa facesse Hermione quando tornava lì.
Ron sorrise tra se. Dio quanto amava quella strega
pestifera e perfettina.
Fredde goccioline sulla sua nuca, annunciarono che stava
per arrivare un acquazzone coi fiocchi. Non era nemmeno a metà strada, e certo
con la sedia rotelle non poteva aumentare l’andatura o addirittura
smaterializzarsi in mezzo alla gente.
-
Merda! Ci mancava solo questa…
-
Dopo mezz’ora, ormai zuppo di pioggia, si trovò di fronte
al cancelletto semidistrutto di casa Granger. La splendida villetta era deserta
e in cattivo stato, il giardino incolto e pieno di erbacce, gli ricordarono
vagamente il suo prima che arrivasse lei vivere con
lui.
Un cigolio sinistro e il giovane Weasley si trovò ad attraversare il
piccolo sentiero che portava all’ingresso. La pioggia non finiva di cessare, ma
nella sua testa solo una preghiera “ Ti
prego Merlino fa che sia qui.”
Con la poca forza rimastagli, cercò di spingere la porta, ma questa non
voleva saperne di aprirsi. Provò anche con un “Alhomora”, guardandosi bene dal non
essere visto da occhi indiscreti, nulla la porta non voleva cedere. “Buon segno” pensò
tra se. Questo voleva significare solo due cose: O Hermione era li dentro o i
babbani avevano inventato porte antimagia, cosa molto improbabile.
-
Hermione! Sei qui!? Ti prego apri! –
Cominciò ad urlare il ragazzo, battendo le mani sul
portone.
La riccia era effettivamente in casa. Accucciata sul suo
letto d’infanzia, piangeva ormai da ore. Non riusciva a credere a ciò che aveva
visto ma soprattutto al comportamento di quello che aveva sempre considerato il
suo migliore amico, ma più di tutto una persona che non le avrebbe mai fatto del
male.
“
Stupida… cosa credevi di cambiare
abitando con lui? Non ti vuole… non ti ha mai voluta, per lui sei solo un’amica
saccente e rompiscatole. ” Ancora lacrime copiose e
cariche di dolore.
Le mura della sua giovinezza, spesso avevano udito il suo
malessere, che già allora era causato dal piccolo Ron, ma questa volta i lamenti
erano lancinanti e permeati di una
tristezza infinita. Lo sconforto di una donna che ha buttato la sua vita per
rincorrere un sogno.
Ovattata alle orecchie, dopo poco, gli giunse la voce di
Ron.
“
Ron?Possibile che sia lui? No, è solo la
mia mente malata. Lui non verrebbe mai a cercarmi.
”
-
Hermione apri! – Ancora. “ Ma perché il suo pensiero non vuole
lasciarmi in pace!”
- Dannazione! Lo so che sei lì! Apri, miseriaccia! – Gridò ancora più forte, con la voce quasi rotta dal pianto. Questa volta si accorse di non stare sognando.
“
E’ lui!E’ proprio lui!” Non sapeva se
mandarlo al diavolo o aprirgli la porta. Alzò la testa dal cuscino e guardò
fuori dalla finestra. Il temporale impazzava violento nel cielo di fine inverno.
Una morsa al cuore. “ Debole com’è gli
verrà un accidenti. Ma che mi frega! E’ grande e vaccinato e in più mi ha
distrutto il cuore.” Sentimenti contrastanti
combattevano la battaglia della sua vita.
Ancora un preghiera, da parte del rosso.
-
Mione… ti prego aprimi…- Una supplica
straziante.
Il suo cuore aveva vinto ancora una volta. Lentamente
uscì dalla camera e scese le scale, verso l’ingresso. I battiti accelerati e il
cuore pieno di sconforto.
-
Clank! – La porta si aprì, lasciando la
figura di Ron fradicia e con un braccio alzato per continuare a bussare, che la
guardava con un espressione sbalordita e tesa. Alla ragazza mancò un battito.
Era ancora sulla sedia a rotelle.
“ Possibile che la pozione non abbia
funzionato?” Pensò tra
se.
Il rosso dal canto suo, al vederla avvolta in un logoro
maglione di suo padre, gli si strinse il cuore. Era piccola, arruffata come
quando l’avevano trovata nel bagno al primo anno, nello scontro col
troll.
-
Emh…
Mione…
-
Che vuoi!? Sei venuto a dirmi che la pozione
non funziona non ci posso fare nulla, io l’ho fatta giusta!
- Non… no veramente io non l’ho ancora presa. – Sorpresa e stranita da quella risposta, lo guardò come fosse un alieno.
-
Emh… perché?
-
Perché mi devi ascoltare!
- Non abbiamo nulla da dirci, i fatti parlano chiaro. – Fece per chiudere la porta, ma lui riuscì a bloccarla con la mano.
- Invece sbagli! – Altro litigio.
- Io? - Rispose scettica, inarcando un sopracciglio.
-
Sì tu! Per una volta hai sbagliato! Maggie è
incinta ma non di me e io non la stavo baciando… mi stava solo
salutando.
-
Cosa? Sei anche un seduttore di donne
gravide adesso!
- Ma che cosa cavolo dici! Tra me e Meg non c’è più nulla! – Non sapeva se ridere o piangere, all’ assurdità di quel discorso.
-
Ah sì? Sembravate molto intimi… le tenevi
una mano sul ventre molto in basso.
-
Emh… ecco io…
- Ecco smontata in un attimo la tua arringa pietosa. – Gli occhi del rosso saettarono di rabbia.
- Volevo solo sapere se si sentiva il bambino! Ma sono uno stupido…nonostante la mia condizione continuo ancora a fantasticare di poggiarmi sul tuo ventre un giorno e sentire lo stesso rumore… di un bimbo, nostro figlio che si muove. – L’aveva detto d’un fiato, scemando man mano il volume della voce. La mora era letteralmente a bocca aperta. Non riusciva a comprendere il trinomio Ron, lei e un bambino.
-
Mah… tu non mi vuoi. Come puoi essere così crudele e dirmi che vuoi un figlio
da me, quando solo se mi avvicino scappi come se avessi la peste. -
Il rosso si sentì immensamente
colpevole.
- Io… non volevo costringerti nella mia vita a metà, non volevo che tu ti prendessi cura per sempre di me, rinunciando ai tuoi sogni. Volevo egoisticamente credere di farcela da solo, di tornare ad essere il forte e coraggioso capitano Ronald Weasley! Non potevo permettere che tu soffrissi accanto ad un invalido. – Alcune lacrime premevano per uscire da i suoi occhi, ma stoicamente resisteva nella sua parvenza di uomo forte. Lei invece piangeva in silenzio. Come aveva potuto solo pensarla una cosa simile, senza parlarne con lei.
- Credevo fossimo amici. Dovevi dirmelo…
-
Cerca di capire per me è stato difficile…
volevo che tu fossi felice con un uomo migliore. Ti ho fatto soffrire tante di
quelle volte.
- Un uomo migliore!? Mezza volta c’ho provato e sono stata ingannata da un pazzo che si credeva il Signore oscuro. – Lui inghiottì il vuoto colpevole.
- E’la mia vita, la tua vita… io non sono innamorata del capitano Weasley. Questo stupido simulacro che ti sei costruito. Io amo Ron… il bambino dell’Hogwarts Express, l’antipatico adolescente del ballo del ceppo… il coraggioso ragazzo che è venuto con me al ministero e ha affrontato Voldemort. Stupido, non riesci a capire che un paio di stellette sulla tua giacca non fanno la differenza!? Ti amerei anche senza gambe e braccia! E solo Merlino sa quanto volte ti vorrei schiaffeggiare e poi fare l’amore tutta la notte. Perché sei tu… l’unico capace di farmi salire alle stelle e poi buttarmi giù in un attimo. Perché ti amo. – Urlò d’un fiato le sue verità, investendo il ragazzo con tutte le sue più intime frustrazioni.
Ron se ne stava lì a bocca aperta, imbarazzato e confuso.
Possibile che ancora una volta non aveva capito nulla? Si era comportato come
un’egoista, aveva deciso tutto per lei. Senza chiedersi cosa sarebbe stato
meglio per entrambi e non pensare esclusivamente a se
stesso.
-
Sono uno stupido hai
ragione.
-
E menomale. – Sbottò tra le
lacrime.
-
Hermione io in tutto questo tempo non ho
fatto altro che comportarmi male con te. Essere egocentrico e bastardo fino al
midollo. Ti ho fatto soffrire perché nella mia testa non riuscivo a capire che
la cosa più semplice era venire da te e aprirti il mio cuore. Non ne hai idea di
quante volte sono stato fuori la tua porta pronto a bussare… ma non avevo
abbastanza palle per guardarti negli occhi e dirti che mi fai impazzire da
quando avevo tredici anni, ti sogno dai miei quattordici e vorrei fare figli con
te da quando ne avevo sedici. Ti amo da morire Hermione, sei l’unica cosa che ho
sempre desiderato… ma ero troppo spaventato da un tuo rifiuto. Non ho nulla da
darti se non il mio cuore, mi
comportavo così perché volevo fossi
orgogliosa di me. Volevo meritare il tuo amore. –
Anche lui aveva sfogato tutti i sentimenti interni e ora
la fissava serio e tremante d’emozione.
-
Ron il mio amore lo hai ottenuto da quando
ci siamo conosciuti. Adoravo il tuo modo di arrossire o arrabbiarti. Ti ricordi
il “Wingardium leviòsa” fatto per salvarmi? O le partite di Quidditch? Sono
orgogliosa di te da sempre… ma cosa devo fare per fartelo capire?
-
Un modo ci sarebbe. – Sussurrò
malizioso, tirandola per un braccio. Le loro bocche ancora una volta unite,
vogliose di quei sentimenti forti e finalmente liberi da ogni catena di
silenzio.
-
Perdonami se
puoi.
-
Shh… -
Hermione gli passò le mani sotto la camicia, carezzandolo
in modo stimolante. Lui gemette tra i suoi capelli, mentre le sfiorava un seno.
Un abbraccio caldo e tanto desiderato li avvolse, lì su quell uscio desolato da
tempo.
-
Mmh… un
momento.
-
C… cosa? – Il rosso si riprese a sento
dai suoi eccitanti massaggi.
-
La
pozione…
-
Che? Ora non ne ho bisogno, ti voglio
troppo…
-
Lo so, ma non sarebbe meglio provare se
funziona?
-
Qui funziona tutto quello che serve, te lo
assicuro.. –Lei ridacchio in modo sensuale.
-
Ne sono certa… ma ho sempre sognato che mi
facessi uno spogliarello. - Un miagolio dolce al suo orecchio.
-
Già avanziamo pretese? – Lei gli fregò
il collo con dolci baci umidi.
-
Oh Merlino!Oh… ok; ma meglio che ti
stacchi, così non riesco a connettere. – Hermione si alzò dal suo ventre.
Con un veloce movimento il ragazzo prese dalla tasca, la boccettina e bevve il
contenuto d’un fiato.
Un calore forte giù per l’esofago e poi brividi gelati in
tutto il corpo. La sua espressione era seriamente
comica.
-
R…ron tutto
ok?
-
Credo di sì… - Un improvviso bagliore
alle gambe li spaventò molto. Ogni singolo capillare sanguigno cominciava a
pulsare e brillare di luce dorata. Il calore si espanse lento e piacevole per
tutto il corpo fino a svanire insieme alla luce. Si fissarono interdetti per
qualche attimo.
-
Prova a spostarle. – Chiese
mormorando.
Molto lentamente provò a seguire il suo consiglio. Un
impercettibile fremito alla caviglia. Si stava muovendo. Ancor più piano la
spostò giù dal poggia piedi. Quadricipiti, ginocchia e polpacci a rilento
procedevano verso la destinazione. Atterrare sul pavimento. Emozionati si
guardarono per un istante. La pozione sembrava funzionare.
Hermione si avvicinò a lui, per prendergli le mani e
aiutarlo ad alzarsi.
Quel semplice gesto, infondeva in Ron la consapevolezza
di non essere mai stato solo ma soprattutto di non essere mai stato giudicato o
additato con pena da lei.
Mani nelle mani e forza unita, il ragazzo era in piedi,
tremolante. Le braccia ancorate alla vita di Hermione che lo stringeva
commossa.
-
Merlino… io
posso…
-
Sì Ron! Puoi. – Non trattenne più le
lacrime. Si abbracciarono stretti.
-
Tutto grazie a te amore mio. – Lei
sorrise piano e poi lo baciò con foga. Dopo pochi minuti già riusciva a stare in
piedi da solo, anzi, premeva a se la ragazza con vigore. Piano cominciò a
camminare, spingendola verso le scale.
-
Non credo dovresti esagerare… vacci
piano. – Ma lui già l’aveva stordita con un nuove carezze, mentre le
toglieva il maglione logoro in modo frettoloso.
Hermione non se lo fece ripetere due volte. Lo aveva
sempre desiderato così, sexy, bagnato e pronto a portarla alle stelle.
Con urgenza gli tolse la camicia, sfiorando quella pelle
lattea e liscia che aveva sempre sognato di esplorare a suon di baci. Il ragazzo
la fece stendere piano sulle scale. Come una belva affamata divorava il suo
corpo con piccoli morsi, togliendole il respiro ogni volta. Rapidamente le tolse
il reggiseno, lasciando emergere i suoi seni piccoli e soffici. Era estasiato da
quella visione.
La mora stringeva le sue spalle, affondava le mani nei
suoi capelli, mentre lui la torturava in quel modo tenero e sensuale.
Lentamente, trascinandosi per ogni gradino arrivarono al piano
superiore. La tempesta impazzava fuori e dentro il loro corpi. I pantaloni del
ragazzo raggiunsero il pavimento, così come la sua gonna.
Stesa sul tappeto del corridoio si lasciò sfilare le
calze. Ad ogni centimetro che lasciavano scoperto il rosso, vi depositava
leggeri tocchi fatti con le labbra.
Hermione lo attirò a se, divorandolo in bacio profondo e
carico d’amore. Il suo corpo accaldato premeva contro il
suo.
L’energia nel fisico di Ron era ritornata in pieno, non
solo nelle gambe. Solo lei era capace di farlo sentire così. Erano secoli che
desiderava baciarla, toccarla, vederla così in balia di lui, senza difese pronta
a darsi ad un sentimento mai provato.
Fulmineamente l’alzo tra le braccia e con un calcio aprì
la porta della sua stanza.
-
Era una vita che sognavo
farlo!
-
Il calcio o questo? – Alludendo ai corpi
seminudi.
-
Mmh, tutti e due. – Risero
apertamente.
Con delicatezza estrema la depose sul soffice letto. Le coperte un po’
sgualcite facevano da cornice al suo corpo minuto, coperto solo da candide
mutandine. Ron inghiottì il vuoto. “ Cazzo… è un sogno, non ci credo. E’ troppo
bella ed è qui per me.” Hermione gli sorrise con calore,
allungando le braccia verso lui.
-
Ti amo da
impazzire.
-
Anche io Ron. – Si liberarono
dell’intimo e lentamente cominciarono a fare l’amore. Con pazienza e calma,
assaporando ogni istante, ogni spinta.
Ron si tratteneva volontariamente, non voleva turbarla
con modi rudi… ancora memore della violenza di Jacob. Lei se ne accorse. Tra un
gemito e l’altro gli sussurrò:
-
Lasciati andare. Sto bene… perché sono con
te. – Il ragazzo obbedì all’istante, abbracciandola forte e affondando il
viso nel suo collo.
Stavano seriamente facendo l’amore. Spesso le loro mani
si intrecciavano e gli sguardi sprofondavano gli uni negli altri, entrando fino
dentro l’anima. Andarono avanti per quasi un’ora. Allontanandosi e fondendosi
ancora ed ancora. Gemiti irregolari, sospiri e ti amo biascicati si diffondevano
come musica nell’aria. Ancora una volta la pioggia aveva accolto l’amore di due
ragazzi finalmente uniti.
Il giovane Weasley cominciò a rallentare il ritmo,
conscio del fatto che di lì a poco avrebbe finito. Hermione mugugnò irritata,
invitandolo con un movimento di fianchi a
continuare.
-
Mione tesoro, calma… così mi distruggi e poi non abbiamo preso precauzioni.
– Lei lo guardò eloquente.
-
Ho bisogno di essere riempita qui. –
Disse indicando il petto.
-
Non voglio che ti trattieni. Da adesso in
poi voglio vivere ogni istante fregandomene di programmare le cose. Voglio
prendere la vita come viene. Con te non avrò più paura. – Il ragazzo era
piacevolmente colpito dalle sue parole. Erano le stesse che aveva pensato, ma
certo non voleva prendere iniziative senza
consultarla.
-
Quando ti ho detto lasciati
andare… intendevo in tutti i sensi.
-
Vuoi davvero rischiare con me? – Mormorò
sulle sue labbra.
-
Sì, voglio rischiare di essere felice. –
Ron sorrise commosso baciandola con foga.
Un altro movimento di fianchi e il ragazzo si trovò a
danzare ancora nel suo corpo ad un ritmo sempre più
veloce.
Mugolii sconnessi e un’ovattata sensazione di completezza
li investirono in pieno. Arrivati al culmine del piacere senza remore, godevano
piano di quel limbo di paradiso.
Hermione strinse le gambe attorno a lui per non farlo
allontanare.
-
Sono qui, non ti lascio. – Sussurrò
baciandole la fronte. Lei gli sorrise grata.
Piano si addormentarono ancora connessi in quella
posizione. La pioggia era solo un nenia antica che cantava la storia di due
giovani uniti da un destino comune d’amore.
Londra babbana:
Harry, Ginny e Bill avevano cercato la ragazza ovunque.
Pub, bar e discoteche uscendone alquanto
sconvolti.
-
Non sapevo fossero così divertenti i luoghi
di ritrovo babbani. – Esclamò Ginny
entusiasta.
-
A me è venuto solo il mal di
testa.
-
Tu sei vecchio dentro Potter. – Sbottò
allegra in una perfetta imitazione di Draco
Malfoy.
Bill rise alla scena.
-
Dovremmo darci da fare, non
abbiamo cavato un ragno dal buco.
-
Certo, ma abbiamo messo a
soqquadro tutta Londra.
-
Chissà a Ron come è andata. – Chiese
pensieroso Harry.
-
Già, che ne dite di andare anche noi a casa
Granger?- Esordì Bill. La coppia annuì vigorosamente, stringendosi di più
nei cappotti. Londra di notte era proprio
fredda.
Passarono parecchi minuti prima di riuscire a trovare la
via esatta. L’aiuto di Harry fu indispensabile per arrivare. Bill e Ginny erano
un disastro in quando ad orientamento.
-Dev’essere qui.- Professò Harry con aria riflessiva.
-
Questa casa
sfasciata?
-
Bill… Hermione l’ha completamente
abbandonata da quando sono morti i suoi. Quindi ad occhio e croce sono sei anni
che non viene qui.
-
Ah, capisco.
- Beh,
entriamo? – Con circospezione si avviarono lungo il vialetto, arrivando
all’entrata ancora spalancata. La sedia a rotelle di Ron troneggiava in primo
piano.
-
Oh santo Merlino! Dov’è finito Ron senza
la sedia? – Urlò Ginny portandosi una mano alla bocca.
Harry e Bill erano a bocca aperta, non riuscivano a
capacitarsi di come Ron avesse potuto fare.
-
Speriamo stia bene. – Le ultime parole
del fratello maggiore prima di correre in casa.
In quello stesso istante i due giovani amanti si erano
rivestiti e stavano accingendosi a scendere.
Si trovarono faccia a faccia con i tre
ragazzi.
-
Ron! Hermione! – Gridarono i
tre.
-
Bill, Harry e Ginny? – Rispose la mora
per poi guardare il suo ragazzo.
-
Oddio ci avete fatto prendere
un colpo.
-
Noi? Voi piuttosto.
-
Oh Merlino! - Ginny indicava
sconvolta suo fratello.
-
Ci calmiamo un attimo tutti? – Intervenì
Harry che non si era accorto di niente.
-
Oh cazzo!
-
E daii… - Ron rideva
apertamente.
-
Ma tu, tu sei in piedi e cammini! – Urlò
questa volta Bill. Il giovane Weasley con aria tronfia, strinse a se Hermione
sorridendo a trecentocinquanta denti.
-
Com… quan… - La sorella era in crisi e
lo guardava sconvolta.
-
E’ tutto merito d’Hermione!
-
E di Hogwarts. – Aggiunse
lei.
-
Ma è splendido! – Gin saltò in braccio
ai due, stritolandoli.
-
Calma altrimenti ci ritorno su quella sedia.
– Potter invece era rimasto in disparte ed Hermione se ne
accorse.
-
Harry? – Tutti si voltarono a guardarlo.
Il ragazzo si avvicinò e senza dire una parola li abbracciò forte. Sapevano
entrambi che stava trattenendo le lacrime. Come trio loro avevano rischiato
tanto, ma sapevano che per il bambino sopravvissuto loro due erano più che
semplici amici. Li considerava come fratelli, come la sua
famiglia.
-
Beh che ne dite di tornare a casa a
festeggiare?- Propose Bill.
-
Non ti sembra un po’ tardino?
-
Mamma starà ancora in piedi… e poi ti vuoi
perdere la sua faccia quando ti vedrà?- Ron sorrise al fratello, era così
felice che un abbraccio spacca costole della cara mamma Molly non poteva fargli
altro che piacere.
Due mesi dopo:
La nuova coppia aveva deciso di andare ad abitare a villa
Granger con somma gioia di Arthur Weasley che così aveva una scusa per osservare
da vicino la vita babbana.
Hermione studiò come una dannata per gli esami di
ammissione al corso auror. Come da copione fu ammessa col massimo del punteggio.
Ron aveva ripreso a lavorare nella sua sezione speciale e logicamente gli fu
data una medaglia al valore, che lui portò sulla tomba di Kramer come segno di
affetto.
I
giorni in definitiva trascorsero lieti e sereni per tutti. Tra un preparativo e
l’altro. Fred e George ripetevano spesso che al matrimonio sarebbero venuti
anche gli alieni tanto che era stato pubblicizzato, facendo ridere di gusto i
due sposi. La famiglia era unita e i coniugi Weasley non potevano far altro che
essere felici e dedicarsi finalmente alle frivolezze. Così arrivò anche il
venticinque maggio, un giorno come tanti con un significato prezioso. La
celebrazione dell’armonia e della pace ritrovata, e anche il giorno in cui Molly
Weasley fu riconosciuta la più grande cuoca del mondo magico.
25 Maggio:
Una calda e assolata mattina di maggio troneggiava in
tutta la sua bellezza dal nord al sud dell’ Inghilterra. Ottery St Catchpole era
sfavillante di verde ed il piccolo puntino sulla cartina che segnava
-
Santo Merlino Ron, come hai fatto a
sbagliare la strada di casa tua?- Hermione sbottava irritata nel posto
passeggero. Già odiava volare, figuriamoci stare in una macchina magica con il
suo ragazzo che si distraeva ogni minuto.
L’autoradio trasmetteva una mielosa canzone d’amore che
lui non smetteva di canticchiare.
-
Roooon?
-
Rilassati amore, è ancora
presto!
-
Voglio essere di sostegno a
Ginny, possiamo muoverci?
-
Mia sorella sta benissimo, ieri
ha addirittura giocato a Quidditch con Fred e Charlie.
-
Uff… andiamo bene. – Sbottò
forte.
-
Sembra quasi che ti debba
sposare tu.
-
Invece a te sembra che non te
ne freghi un tubo.
-
Al
contrario, sbagli. Ci tengo molto al fatto di godermi la mia ragazza vestita
super sexy e magari allungare anche le ma… - Una mano
furtiva era partita alla volta del suo decolleté.
-
Ron!
-
Non ci posso fare niente se mi
fai sangue.
-
Sei un porco. – Rispose lasciandosi
sfuggire una risatina.
-
Un porco innamorato… e poi non potrò farlo
per tutto il ricevimento. Mi vuoi morto? – La mano questa volta risaliva
lungo la coscia, con movimenti circolari e sensuali.
Hermione cedette un poco e si avvicinò lentamente al suo
orecchio.
-
Hai ragione… non penso che al tuo matrimonio
vorresti vedere Harry e Ginny darsi da fare in un angolo appartato. – Ron
rise fintamente allarmato per poi baciarla
voracemente.
-
Aaaaahhhh! Viraaa! Ci stiamo schiantando! –
Gridò la mora. Il rosso subito corresse la rotta atterrando bruscamente
sull’erba.
-
Fiuuu… menomale.
-
Sei sempre il solito. Vuoi farmi venire
un’accidenti… di questo passo non arriverò ai
trent’anni.
-
A me basta che vivi altri cinque o sei mesi.
– Hermione si azzittì.
-
Non puoi morire prima di essere diventata
mia moglie. – Il ragazzo la guardava con un sorriso sfavillante, mentre lei
lo fissava come fosse matto.
-
Come
prego?
-
Lo so che non è romantico… in mezzo ad una
radura, da poco scampati ad un incidente…
-
Tu con una mano nel mio spacco… - Osservò lei. Il rosso subito la
tolse imbarazzato.
-
Insomma Mione sai come sono fatto e le tue
parole di quando ci siamo messi insieme non fanno altro che rimbalzarmi in
testa. – Prese le sue piccole mani tra le sue
grandi.
-
Hai detto di vivere la vita come viene no?
Di goderci ogni momento sicuri del nostro amore no? – Lei si limitò ad
annuire col capo, tremando di emozione.
-
Ecco è per questo che… - Ron cominciò a
rovistare nervosamente nella giacca e poi in tutta la macchina. Lei l’osservava
intenerita e anche un po’ divertita.
-
Oh al diavolo! – Aprì un attimo lo
sportello e strappò una margherita dal campo.
-
Ecco… Hermione ti va di sposarmi? Cioè hai
il coraggio di passare il resto della tua vita con me? – Rideva forte mentre
lui cercava di annodargli la margherita al
dito.
-
Sii serio Ron, per una volta non fare il
buffone...
-
Hermione vuoi rendermi felice? Ti prego
sposami. – La mora guardò il suo ragazzo da una nuova angolazione. Il suo
sorriso era brillante di gioia e pieno d’amore, tutto per lei. Ogni suo sguardo
riusciva a trasmetterle la sensazione di essere desiderata e amata dal profondo
dell’anima e di questo ne era certa con ogni singola fibra del suo corpo.
Osservò il fiore al suo dito e poi di nuovo il suo
volto.
-
Sì… mille volte sì, mio unico amore. –
Ron sorrise al settimo cielo e quasi le saltò
addosso.
-
Come siamo irruenti! Aspetta si rompe la
margherita!
-
Aspetta che ritrovi quella maledetta
scatoletta e vedrai. – Rispose lui tempestandola di
baci.
-
Non bastava un “Accio scatola”? – Il
piccolo cofanetto schizzò da sotto un sedile dritto tra le sue
mani.
-
Non per niente sposerò la strega più
intelligente di Hogwarts. -
Rise forte per nascondere l’imbarazzo. Emozionata
aprì l’astuccio. Una piccola pietruzza azzurra brillava la centro di una
montatura fine ed elegante. Hermione si commosse, era l’oggetto più bello che
avesse mai visto.
-
Ti piace?
-
Oddio Ron è
meraviglioso.
-
L’ho preso perché mi ricordava te. – Poi
osservò il fiore. Le dispiaceva disfarsi di un pensiero così dolce e il ragazzo
lo intuì.
Con un colpo di bacchetta trasfigurò la margherita e
l’anello insieme, formandone uno nuovo, che brillò con luce dorata sull’anulare
della ragazza.
-
Adesso è perfetto. – Una piccola pietruzza a
forma di margheritina stilizzata, aveva sostituito la precedente, così come la
montatura che ora sembrava davvero il gambo di un
fiore.
-
Wow è splendido! –Esclamò
commossa.
-
Ti amo
Mione.
-
Ti amo
Ron.
-
Che dici li abbiamo venti minuti?
-
Sei il solito… - Riuscì a mormorare
prima che lui la trascinasse giù sul sediolino a festeggiare come si deve il
lieto evento.
La tana:
-
Dove accidenti si sarà cacciata Hermione?! –
Gridava la piccola Weasley da più di un quarto
dora.
-
Ginnì se non stai buona i fiori nei capelli
se ne cadranno tutti! – L’ammonì Fleur avvolta nel suo splendido abito blu
mare.
-
Fosse per me mi sposerei in pigiama! Ho solo
bisogno di Hermione che mi rassicuri, ma dove diavolo è finita! – Molly si
affacciò alla porta esasperata.
-
Ancora
storie?
-
Ouì. – Rispose sconsolata la
nuora.
-
Maman perché non andiamo a fare una bella
camomilla a Ginnì? – La bella veela spinse la suocera giù per le scale, non
ne voleva più sapere di veder sboccare sua cognata ad ogni
passo.
I
due ricercati arrivarono pochi minuti dopo, alquanto scombussolati e accaldati.
Un Potter nervoso li
accolse.
-
Be… beenee… siete qui. – Tremava dalla
testa ai piedi, martoriando tra le mani un piccolo fazzoletto di
stoffa.
-
Sì scusaci è che abbiamo fatto tardi… ma
Harry tutto ok? – A Ron, il suo migliore amico sembrava un molliccio ubriaco
che tentava di imitare Neville.
-
Harry calmati, tra poco ti sposerai e sarai
felice per il resto dei tuoi giorni.
-
Io ho
paura!
-
Hai sconfitto Voldemort, e ora te la fai
sotto per Ginny. – Lo derise il rosso.
-
E se non mi volesse più? Se si accorgesse
che sono pericoloso… che non è al sicuro con me. – La coppia si lanciò uno
sguardo esasperato.
-
Ha avuto più di dieci anni per tirarsi
indietro, non ti sembra stupido?
-
Oh lo sai che Ginny ti ama più della sua
vita e non vede l’ora di sposarti. Stai tranquillo e andrà tutto bene. Incalzò la mora
dandogli una pacca sulla spalla.
-
Ron tu resta con lui, io vado da tua
sorella, che forse è messa peggio. – Il rosso annuì, correndo poi dietro
Potter che circumnavigava i tavoli con espressione allarmata e mormorando tra sè
cose incomprensibili.
-
Posso? – Chiese titubante la mora. La
sposa si drizzò all’in piedi correndo ad
aprire.
-
Oh Mione, finalmente! – Ginny le buttò
le braccia al collo, con sguardo leggermente più invasato di quello di
Harry.
-
Tranquilla ci sono io adesso. – Le
sorrise serena. Sapeva che la sua migliore amica andava nel panico quando si
trattava di decisioni importanti che riguardavano il suo
amore.
-
Mione… non va bene nulla. Ho i capelli
troppo gonfi, questo vestito mi sta da schifo e il trucco che mi ha fatto Fleur
mi sa di donnaccia francese… Harry non mi vorrà sposare più! Lo so! Dirà che ha
preso un abbaglio e scapperà con Cho Chang che è tornata dall’ Australia apposta
per lui. – Sbottò d’un fiato contro lo specchio passandosi nervosamente le
mani nei capelli. Hermione non sapeva se fuggire o restare lì cercando di non
ridere.
-
Ginny…
-
Se i capelli non ti piacciono
te li sistemo io. Anche se stai benissimo… il vestito ti cade a pennello e il
trucco è perfetto. Invece per quanto riguarda Cho, sono anni che non si fa
sentire e dopo aver sposato Roger Davies ed essere diventata madre di tre figli,
non credo che lasci tutto per correre da
Harry.
-
Dav… davvero? – Chiese la rossa
guardandola come una bambina speranzosa di una
caramella.
-
Sì davvero e il tuo ragazzo ti
aspetta giù ansioso e preoccupato. Crede che scapperai dalla
finestra.
-
-Io? Non potrei mai lo
amo…
-
Appunto ed ora fatti acconciare i capelli
che li hai spettinati tutti. – Sorrise materna.
-
Oh ok… Mione puoi farmi la treccia spigata?
– Chiese allegra la rossa. Si era ripresa con due
parole.
-
Certo Signora Potter. – Risero insieme.
Mentre la ragazza faceva la treccia, l’altra non potè far a meno di notare il
bagliore riflesso allo specchio tra le mani della sua amica. “ Mhh… anello… anulare…
Mione…”
-
Cazzo! Ron ti ha chiesto di sposarlo!? –
Urlò all’improvviso, facendo saltare la
mora.
-
Oh Merlino Gin! Mi hai fatto prendere un
colpo! – Disse arrossendo. L’amica subito le prese la mano per osservare il
piccolo gioiello.
-
Wow che figo!Mio fratello non è
scemo come sembra.
-
Hei, stai parlando del mio
futuro marito.
- Racconta, come
te lo ha chiesto,quando, dove ? Daiii…- La sposa ormai saltellava curiosa e
in preda a tutta l’ eccitazione della giornata.
-
Te lo racconto dopo la cerimonia, oggi è il
tuo giorno… un tocco di profumo e abbiamo finito. – Ginevra si rassegnò
sorridente, era davvero il suo giorno. Per una volta non doveva preoccuparsi di
niente e nessuno se non di se stessa e del suo amore. Si spruzzò poche gocce del
profumo che le aveva regalato Angelina. Una fragranza fresca e leggermente
fruttata, che stranamente ad Hermione fece voltare lo stomaco.
-
Che razza di profumo è? – Esclamò
portandosi una mano alla bocca.
-
Fiori freschi e acqua di fate, perché? –
Chiese annusandosi il polso.
-
Fa tanto schifo?
-
No, è che boh… sarà che stamattina non ho
fatto colazione e ora ho un buco allo stomaco. – Sorrise un po’ meno
pallida.
-
Non ti preoccupare mamma ha cucinato per un
esercito intero, anche se devo essere sincera preferivo una cerimonia tra pochi
intimi. Non mi va che mentre sposo Harry ci siano centinaia di occhi che nemmeno
conosco. – Mormorò sconsolata.
-
A questo si può porre rimedio. – Disse
Hermione sfoggiando il suo sorriso migliore. Aveva proprio l’aria di una che sta
architettando qualcosa.
Velocemente corse giù a cercare Ron. Non poteva fare
tutto da sola.
Lo trovò seduto ad un tavolo cercando di calmare Harry,
che si guardava intorno salutando nervosamente degli sconosciuti. Se non altro
aveva smesso di balbettare.
-
Ron!
-
Hermione finalmente! Non ne posso più! L’80%
di queste persone nemmeno le conosco! – Sbottò allarmato il suo
ragazzo.
-
Appunto. Chiama i tuoi fratelli e i tuoi
genitori andiamo a celebrare il matrimonio lontano da occhi indiscreti. –
Ron strabuzzò gli occhi.
-
Hermione ti senti bene? Mia
mamma ne morirà dopo che ha cucinato per tutti
loro.
-
Oh non essere sciocco! Il ricevimento lo
faremo tutti insieme, è solo la cerimonia che facciamo in privato. Ah visto che
ci sei avverti anche il Druido.
– Lui la fissò a bocca aperta, ma non obbiettò e corse ad avvisare la
famiglia, che in pochi attimi si era unita in cucina entusiasta
dell’idea.
Harry fu fatto smaterializzare in cima ad una collinetta
nascosta, dal lato opposto della Tana, insieme al druido e Fleur, Angelina e
Alicia che cominciarono a preparare l’altare per il
rito.
A
Fred e George fu dato il compito di intrattenere gli ospiti con qualche scusa
balorda.
In poco più di mezz’ora fu tutto pronto, con somma
soddisfazione di Hermione.
Ginny era ancora in camera sua, stava per scendere quando
Hermione e Arthur la fermarono sulla porta.
-
Gin menomale! C’è una sorpresa per te, devi
venire subito. – Disse la mora sorridente.
-
Ti vorrei far notare che sto andando a
sposarmi… la sorpresa non la posso vedere dopo? – Disse leggermente
irritata.
-
Ma Ginevra bambina mia, fidati che ti
piacerà. – Su padre sapeva essere molto persuasivo e d’altronde lei gli
aveva sempre creduto ciecamente.
Scesero in cucina e con stupore di Ginny la stanza era
piena di petali di rose bianche che
formavano una scia indirizzata verso l’esterno.
-
E’ una caccia al tesoro. – Soffiò il
padre all’orecchio. La rossa si voltò sorridente verso lui, forse aveva intuito.
Seguirono tutto il percorso fino ad arrivare in cima alla
collina. Mai spettacolo fu più emozionante agli occhi della sposa. Il tappeto di
rose conduceva davanti ad un piccolo altarino, inscritto in un cerchio di
pietre, sempre contornato da piccoli fiori e frutti . Harry l’aspettava lì
emozionato in un sorriso tirato.
Ai lati i suoi fratelli con le rispettive mogli e figli.
Hermione raggiunse Ron e Molly che guardavano emozionati la loro piccola Ginevra
avanzare sotto braccio al padre. Indossava un abito semplicemente stupendo.
Lungo e appena svasato, tutto in seta bianca, con un leggerissimo scollo sul
davanti e senza maniche. Sulla gonna un intarsio semplice tono su tono. I
capelli che le aveva acconciato Hermione ricadevano fulvi e splendenti su una
spalla, raccolti in un treccia lunghissima intervallata da piccoli fiori di
campo. Il moro inghiottì il vuoto. Ai suoi occhi sembrava una dea. Altro fiotto
di calore per tutto il corpo, rinnegava in tutte le lingue di aver dato il suo
adorato fazzoletto a Ron, e per questo che tormentava il lembo della sua
giacca.
Arrivata al suo fianco, gli prese la mano, cosa che lo
fece magicamente calmare, e insieme entrarono nel cerchio magico. Una sottile
barriera si luce si formò intorno.
Il Druido con un colpo di bacchetta unì le loro mani in un nastro
rosso.
-
Siamo qui di fronte alla Quercia sacra di
Ottery, per celebrare l’unione di Ginevra e Harry James, secondo il rito magico
ancestrale della magia druidico/celtica. Da oggi in poi questo albero sarà il
vostro simbolo. Che come la quercia rigogliosa e millenaria possa proteggervi
dal male e partorire frutti copiosi e buoni. – Disse solenne con le braccia
al cielo, per poi abbassarle verso le loro mani. Tutti ascoltavano
emozionati.
-
Questo nastro rosso è il
simbolo della passione terrena che possa unirvi sempre in ogni istante della
vostra vita e legare i vostri destini insieme a formare un'unica via.
–
Il Druido voltò loro le spalle per accendere una piccola
fiaccola posta, su di un trespolo.
Sull’altare davanti a loro comparvero tre candele. Una
rossa, una rosa e una bianca.
L’uomo fece segno loro di accenderle, con le mani legate.
Posando tra le loro dita un bastoncino acceso.
Lentamente cominciarono dalla
rossa.
-
Che la passione che ci riscalda ora che
siamo giovani, possa tramutarsi nel focolare caldo e sicuro della nostra casa.
Per tutti i giorni della nostra vita. – Pronunciò emozionato lo sposo. Lei
gli sorrise commossa. Ron e Hermione si abbracciarono contenti per loro.
-
Che l’amore suggellato dalla nostra promessa
possa crescere rigoglioso e sincero. Con rispetto, pazienza a devozione. Per
tutti i giorni della nostra vita. – Disse Ginevra accendendo la candela
rosa. Molly piangeva a dirotto sostenuta da Fleur e Arthur anche loro
emozionati
Era rimasta solo la bianca. Questa volta pronunciarono la
formula insieme.
-
Lo spirito di una nuova famiglia si è
formato sotto questo cielo. Che i numi tutelari e tutte le persone che credono
in questa unione possano proteggerci. Due anime fuse in una, ora e per sempre. –
Istintivamente tutti applaudirono forte.
-
Ora scegliete una pietra, che da oggi in
poi sarà simbolo della vostra famiglia e che si tramanderà di generazione in
generazione. – I due scelsero tra alcune pietre del laghetto, una nero
bluastra con venature bianche. Il druido puntò su di essa la bacchetta,
mormorando uno strano incantesimo e facendo apparire incise le loro iniziali
sormontate dal cognome Potter. Harry si emoziono particolarmente. Anche se una
semplice pietra, quella per lui era la prova tangibile di avere finalmente una
famiglia a cui appartenere. Di cui
curarsi e proteggere.
-
Molto bene. Adesso dissetatevi col sacro
sidro dell’unione. – Mischiò il contenuto del calice con un bastoncino
d’argento sormontato, alle due estremità dalle figure di un toro e un serpente.
In senso orario dalla parte del toro, simbolo maschile e in senso antiorario col
serpente, simbolo della donna.
-
Che il sidro fortifichi le vostre membra e
che faccia germogliare in voi il seme dell’amore. – Pronunciò posando lo
sguardo su Ginny.
-
Siete marito e moglie, alfa e omega… ying e
yang. Può baciare la sposa. –
In quell’istante il filo rosso si trasmutò in due anelli, che gli sposi si
scambiarono come segno d’amore.
Harry non se
lo fece ripetere due volte, subito prese tra le braccia Ginny e le diede un
bacio mozzafiato. L’intera famiglia applaudì con forti fischi d’approvazione.
Uscirono dal cerchio e la protezione sparì, spezzandosi
in mille lucciole colorate.
Tutti li accolsero congratulandosi. Le ragazze
strapazzarono la sposa commosse e i ragazzi si congratularono con Harry,
dandogli poderose pacche sulle spalle, forse anche per punirlo di aver sposato
la loro unica sorellina.
-
Bene andiamo a mangiare che c’ho una fame! –
Esordì Ron, subito fulminato dalla sua dolce
metà.
-
Effettivamente anche io sto morendo di fame,
è da stamattina che non metto niente sotto i denti. – Rispose Ginny.
-
Allora agli ordini mia regina! – Potter
la prese in braccio, sotto gli sguardi divertiti di tutti e cominciò a scendere
goffamente la collina.
Al banchetto nessuno stranamente si era accorto
dell’assenza degli sposi. Fred e George avevano dato il massimo, distraendo gli
invitati prima con fuochi d’artificio, poi ingannandoli con un finto ologramma
della cerimonia.
Fortunatamente arrivarono appena in tempo per sostituirsi
alla falsa coppia, prima che l’ incantesimo si
esaurisse.
La giornata passò in modo divertente e scanzonato. La
cucina di Molly fu apprezzata da molti, ed elogiata con brindisi e bis vari. Tra
balli scatenati alternati da lenti molto romantici, in cui Ron inciampando nel
vestito di Hermione, cadde su di lei trascinandosi zia Muriel e la prozia Tess,
la festa era davvero da scrivere negli annali. Sia per presenza di persone che
per organizzazione e divertimento.
Alcuni invitati ne approfittarono per inaugurare la
stagione estiva, tuffandosi nel laghetto vestiti. Tra questi molti ultra
novantenni arzilli, compresi il professore di pozioni e la professoressa di
erbologia .
Fred e George diedero ancora spettacolo con i loro
fuochi. I due sposi a avevano fatto cento volte il giro di tutti i tavoli che se
messi in fila coprivano la distanza dal binario 9/ e tre quarti a Hogwarts.
C’era da dire che tutti si erano diverti, ospiti
conosciuti e non, ad anche Maggie e Steve con Carrye e Michael pur non conoscendo molte persone si
svagarono allegramente.
Ron e Hermione avevano accettato di fare da padrino e
madrina al loro bambino, in più Carrye aveva trascinato molti invitati in pista
a ballare canzoni babbane anni 60/70 alla quale si sostituì un karaoke
improvvisato da Arthur, Charlie e Bill leggermente
ubriachi.
Era quasi arrivata la sera. Il tramonto moriva lasciando
spazio ad una coperta blu e limpida trapuntata di
stelle.
Ron girava inquieto per i pochi tavoli rimasti, non
riuscendo ad individuare Hermione e a dirla tutta nemmeno Ginny. Il suo
frusciante abito bianco era un bel po’ che non si vedeva. Harry nella sua stessa
condizione gli venne in contro scansando un parente dei Weasley alquanto su di
giri.
-
Ron, hai visto
Ginny?
-
Potrei chiederti lo
stesso.
-
Perché, devi parlare con tua
sorella?
-
No, intendevo sto cercando Hermione… e visto
che non vedevo nemmeno Ginny ho pensato fossero insieme. – Rispose
Ron.
-
Ah… può darsi. Hai visto in
casa?
-
Sì non ci sono, per quanto ho
potuto vedere.
-
Mh… andiamo a controllare meglio. –
Detto questo si avviarono di nuovo alla
Tana.
Nello stesso istante Hermione e Ginny erano chiuse in
soffitta. E guardavano le stelle dalla piccola finestrella sul
solaio.
-
Come ti senti adesso? – Chiese la rossa
premurosa. L’amica sorseggiava piano una camomilla cerea in
volto.
-
Uno schifo, ho vomitato anche
l’anima.
-
Mah…sarà stato il pudding dello Yorkshire
che ha fatto mamma, avvolte è un po’ pesante se mangiato tardi. – Affermò
pensierosa.
-
Veramente non l’ho nemmeno
assaggiato. Ho mangiato
pochissimo.
-
Ah… nuova
dieta?
-
No, anzi se si tratta di
cioccolata e dolci mi abbuffo come una matta. E dire che a me non piacciono
molto.
-
Ah allora è ovvio, sei incinta! –
Esclamò Ginny ridendo. Hermione sbiancò ancora di
più.
-
Non sei incinta vero? – La mora non
rispondeva.
-
Santo Merlino Herm, da quanto
non ti vengono?
-
N…non lo so. – Sibilò
atterrita.
-
Come non lo sai? Una
settimana, due, tre?
-
Credo
due.
-
Ah beh non è proprio sicuro che
tu sia incinta ma forse è meglio fare un
test…
-
Mesi.
-
Cosa?! – Urlò la rossa. Hermione rise
istericamente per poi abbandonare la tazza sul pavimento. Subito si alzò e
cominciò a girare per la soffitta in preda al
panico.
-
Oddio sono incinta! Come
faccio… sono stata appena assunta al corso, la casa è ancora da
finire…
-
Tu e Ron vi sposerete presto. – Aggiunse
la rossa, cercando di farla calmare.
-
Ah già Ron! Me ne ero dimenticata! – La giovane signora Potter non sapeva se ridere o cedere alla follia
della sua amica, ma lei l’aveva aiutata nel suo panico da matrimonio, ora
toccava a lei rassicurarla.
Si alzò in piedi togliendosi finalmente i tacchi che la
stavano uccidendo e corse ad abbracciarla forte. Immerse il viso nei suoi
riccioli e cominciò a sussurrarle.
-
Mione stai calma. Rifletti… un
bambino. Figlio tuo e di quello scapestrato di mio fratello, che manco se lo
sapeva, ti ha chiesto di sposarlo. Tesoro ci pensi, avrai presto la tua nuova
famiglia.
-
Una famiglia… un bimbo, con
Ron…
-
Già!
-
Non sarò più sola. – Hermione sorrise
tra le lacrime.
-
Non lo sei mai stata. Adesso però
controlliamo se le nostre ipotesi sono vere, altrimenti facciamo venire un
infarto a mio fratello, per nulla. – Rise allegramente
Ginny.
-
Grazie
Gin.
-
Di nulla, ma adesso stenditi.
Hai la bacchetta?
-
Oh sì certo. – La mora obbedì e si
stese, cercando di rilassarsi, incanalando le emozioni in respiri
ritmici.
-
Bene, “ Rivela inseminus”. –
In quello stesso istante Ron e Harry aprirono la botola della soffitta,
assistendo a quella scena.
Un fiotto di luce blu schizzò dalla bacchetta in
direzione del ventre ancora piatto di Hermione.
-
Hermione! – Gridò
Ron.
Le due amiche spaventate si voltarono verso i
due.
Il rosso corse subito vicino la sua bella, alquanto
preoccupato.
-
Stai bene amore!? Ti prego parlami. –
Hermione tratteneva a stento le lacrime.
-
Sì tesoro sto bene… più o meno.
-
Oddio come più o meno? Cosa è
successo?
-
Silenzio. – Disse la rossa.
-
Ma come, Hermione è qui e sta
male e mi dici di stare zitto?
-
Ron taci. – Anche Potter si unì alla
combriccola.
-
Gin ma si può sapere che diavolo stai
facendo?! – Inveì il fratello in direzione sua e di Harry che sembrava aver
capito tutto.
-
Starei cercando di fare un dannatissimo test
di gravidanza! Porco Snape! – Stillò
stizzita.
Ron rimase pietrificato, con occhi spalancati guardava in
sequenza la sorella, il suo migliore amico e infine la sua ragazza, che gli
strinse una mano tesa.
-
In…incinta? – Rise isterico, stava per
svenire.
-
Shh… e vieni qua. – Gli intimò l’amico.
La luce blu poco a poco cominciò ad attenuarsi. Lasciando
che il ventre di Hermione diventasse trasparente come un’ ecografia babbana.
Ginny con aria critica da medimaga professionista, scrutò
il tutto.
Nel frattempo anche i due ragazzi si erano affacciati
cercando di capirci qualcosa.
Quando lui lo notò, Ron fu il primo a vedere una specie
di piccolo gamberetto muoversi piano nella sua pancia.
Gli occhi gli si riempirono di lacrime di gioia.
-
E’ lui? – Con mano tremante indicò il
pallino bluastro.
-
Sì è il tuo bambino Ron! – Ridacchiò
commossa la sorella.
-
Auguri papà! – Gridò felice Harry.
Hermione sconvolta poggiò la testa sul pavimento
piangendo a singhiozzi.
-
Hei Amore! – Gridò il suo ragazzo
avvicinandosi al suo viso.
Si guardarono
raggianti per un istante infinito. Lei si chinò piano sulla sua bocca,
baciandogliela passionalmente.
-
Grazie. – Mormorò ad un passo dalla sua
bocca.
-
Di
cosa?
-
Di avermi reso in un giorno, due volte
l’uomo più felice del mondo. – Lei gi sorrise tra le
lacrime.
-
Vuoi davvero rischiare con me?
-
Voglio rischiare di essere
felice… sono felice.
-
Un bimbo
nostro.
-
Un futuro cacciatore per Cannon Chudley.
– Esclamò con occhi sfavillanti.
-
E se fosse una
bimba?
-
Fa lo stesso, anche le donne
possono giocare in nazionale.
-
Non permetterò a mia figlia di
farsi male.
-
Figlio… o figlia. Ma ci
pensi?
-
Sì. – Annuì emozionata.
-
Dio quanto ti amo! – Rispose catturando
ancora le sue labbra.
-
Emh, emh… se volete vi lasciamo
soli.
-
Ron le hai chiesto di sposarla,
l’hai messa incinta… non ti sembra di aver già fatto troppo per
oggi?
-
Non è mai abbastanza. – Replicò
abbracciando la sua ragazza che si carezzava il
ventre.
-
Non voglio assistere a scene sconce. –
Rise allegro Harry. Era così felice per loro. Ginny abbracciò suo
marito.
-
A proposito di scene sconce… io
e te non dovremmo essere in luna di miele?
-
Esatto! Miei cari e stato un piacere… ma io
e Mrs Potter abbiamo delle cose urgenti da discutere. - Enunciò solenne
facendo ridere tutti.
-
Eh no, te ne eri
dimenticato.
-
Ma sono molto malato dottoressa mi curi!
– Disse il
ragazzo, facendo la scarsa imitazione di un
paziente.
-
Un malato lo sei di sicuro. – Replicò il
rosso lanciandogli una finta occhiata di rimprovero.
-
Cavoli che giornata! Auguri ragazzi! –
Gli sposini li abbracciano forte.
-
Vedi che domani a mamma le prende un
colpo. – Ridacchiò la rossa.
-
E poi sarà felice come non
mai.
-
Io mi sposo, tu che hai un
figlio. Una bella botta eh?-
-
Già. Ma siamo Weasley è
scontato! –
-
Finalmente siamo tutti una famiglia. Era dai
tempi di Hogwarts che lo desideravo. – Rispose Hermione.
-
Io credo di aver sempre desiderato sia un
vero amico che un vero amore. Ed ora ho un cognato e una moglie… nonostante le sfighe della vita mi è
andata bene. – Replicò serio Harry Potter.
-
Rimaniamo un altro po’? – Domandò Ginny.
I tre annuirono contenti.
E
la nottata passò così. Tra
chiacchiere, sogni e speranze… in una vecchia soffitta, che custodiva in
polverosi album la loro infanzia e che adesso cullava il futuro di quattro
giovani ragazzi in una calda notte di maggio piena di sorprese.
FINE
Ed eccomi qui!!!
Finalmente è finita! Mamma quanto ho scritto!!! XD. A pensarci potevo dividerlo
in due capitoli, ma non mi sembrava giusto farvi aspettare ancora.
XD
Che dire, anche questo
finale non so come giudicarlo. Ovviamente era scontato che i due finissero
insieme. Ma tutte le cose che sono successe, vi sono piaciute? Siate sinceri. E
il matrimonio di Ginny e Harry è
stato a livello delle vostre aspettative? Spero di sì. Premetto che il rito che
ho descritto è un miscuglio del vero matrimonio celtico, corredato da mie
panzane, nate in un pomeriggio di nullafacenza XD . Così come gli incantesimi
(mai studiato latino, perdonooo) . Spero che vi siano piaciuti ma soprattutto
siano stati credibili per lo standard dei personaggi.
Avviso già che non ci
sarà un sequel, non sono fatta per le storie a lungo termine… infatti stavo
morendo per finire questa. XD Al limite dei missing moments (ma non contateci
troppo XD)
Ringrazio tutti quelli
che mi hanno sempre seguito e supportato. Vi amo davvero tanto… grazie amici
cari e che Ron e Hermione uniscano sempre più persone in questa splendida
passione che è leggere e scrivere.
Un bacione… grazie di
cuore. Vostra Kachan. A
presto.
Special
Thanks: Edvige, funnynurse, diletta, danidù, Francy, Flyinstar, robby, goldfish,
hermron, mimmyna, Herm89&Ron91,
made.
GRAZIE
DI TUTTO. ^___________________________________^