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Autore: Trick    08/04/2007    7 recensioni
AGGIORNATO IL SESSANTOTTESIMO CAPITOLO
Infiltrato nel clan di Fenrir Greyback, Remus Lupin finirà per scontrarsi con quella realtà dalla quale ha sempre tentato di sfuggire. Nel frattempo, a Londra, Tonks non può far altro che cercare di sopravvivere alla guerra che imperversa per la città. Una storia fra umani e licantropi, fra amicizie improbabili e segreti dimenticati, per decidere se sia più forte il richiamo del sangue o quello del cuore.
Genere: Commedia, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Diario di un Lupo

in un Branco di Lupi

(Versione riveduta, corretta e ampliata causa insoddisfazione dell'autrice)

CAPITOLO QUARTO

Buon appetito

°°°°°°°




Seduto sul duro letto della stanza "umilmente" concessagli dai propri zii, Harry Potter fissava l'oscurità fra le sbarre della finestra. I suoi occhi verdi studiavano ogni riflesso che la luna creava sui giardini curati di Privet Drive, la mente persa nella dolcezza di un ricordo lontano.

 

- È crudele che io abbia passato così tanto tempo con loro e tu così poco. Ma ricorda questo: le persone che ci amano non ci lasciano mai veramente. E tu puoi sempre ritrovarle... qui dentro. -

 

Gli sembra ancora di sentire la mano dalla pelle rovinata di Sirius Black sfiorargli lievemente il cuore, quasi temesse di fargli più male di quanto, seppur involontariamente, non avesse già fatto in passato.

Harry Potter si sentiva vecchio. Una morsa gli stringeva un punto sconosciuto del proprio ventre, provocandogli continue sensazioni di nausea. La verità resta troppo grande per poter essere trasformata in parole. Se vi dicessi semplicemente che Harry Potter si sentiva divorato dalla frustrazione, dalla colpa e dai rimpianti, non sareste in grado di capire quanto realmente affranta fosse l'anima del ragazzo.

Neppure io, Narratrice Esterna di Questa Vicenda, ne sono in grado.

Seduto sul duro letto della stanza "umilmente" concessagli dai propri zii, Harry Potter desiderava con tutto sé stesso poter tornare indietro col tempo di qualche settimana. Desiderava intensamente poter rimediare all'ingenuo sbaglio che lo aveva strappato all'abbraccio dell'unica figura paterna che avesse mai avuto.

Seduto nell'ombra, Harry Potter pensò a quanto, in quel cupo momento di devastante solitudine, sarebbe stata confortante la presenza di Remus Lupin accanto a lui. Si sarebbe lasciato avvolgere dalla sua aria malinconica, e forse, dopo quindici giorni, avrebbe trovato conforto in un lieve riposo.

°°°°°°°

 

 

Un mormorio eccitato circondava il clan di Jura, in attesa attorno ai resti del falò della notte precedente. Uno straniero? A Jura? E chi l'aveva mai sentita una novità del genere?

Il giovane Trick si gongolava beatamente in un angolo, ostentando un'aria di superiorità dettata, probabilmente, dall'essere stato il primo a incontrare (il termine più corretto sarebbe "scovare") il nuovo arrivato. Per una volta, anche lui avrebbe avuto voce in capitolo.

- Silenzio! - 

Gli uomini tacquero immediatamente, mentre la figura di Rouge compariva imperiosa dinanzi a loro, il passo elegante quanto una regina e lo sguardo truce quanto un'arpia. I suoi occhi saettarono da una parte all'altra della schiera di imponenti uomini, mentre li contava mentalmente.   

- Avremmo un ospite, fratelli - iniziò con voce dura. Per Rouge quelle poche parole sarebbero state più che sufficienti, lei era una donna tutt'altro che loquace. - Viene da sud. Più sud di qua. -

- Da dove sud? - ringhiò un licantropo in prima fila, dai radi capelli rossicci e gli occhi sporgenti.

Rouge voltò lentamente il capo e lo fissò visibilmente scocciata. L'uomo tremò leggermente sotto il suo sguardo di fuoco, abbassò il capo in fretta e mormorò un indistinto "Perdonatemi, mia signora". 

- Il suo nome è Bizèt - continuò Rouge, scoccando un'ultima occhiata intimidatoria al lupo mannaro. - E finché Fenrir non sarà tornato, esigo - e calcò eccessivamente su quest'ultima, - che gli venga riservato il trattamento adeguato. Sono stata abbastanza chiara? -

Il clan borbottò qualcosa che sarebbe dovuto suonare come un rassegnato sì.

- Ho detto: sono stata chiara? -

- Sì, nostra signora! - gridarono all'unisono, come se una scarica elettrica li avesse appena attraversati.

Rouge annuì con una smorfia indispettita e fece un cenno seccato verso Trick. Il ragazzino si alzò di scatto con un gran sorriso e corse verso il retro di una tenda. Un secondo dopo eccolo ricomparire, seguito da...

- Chi è quel damerino? - esclamò il licantropo dagli occhi sporgenti.

- Ecco che cos'è che era la puzza che sento! - sbraitò un secondo, un ragazzone dalla grossa faccia rotonda e l'aspetto campagnolo.

- Speriamo che il sapore sia migliore del suo odore... - disse ancora un terzo, un ometto piuttosto basso, ma dall'aspetto minaccioso.

- Lui è Bizèt! - spiegò fieramente Trick. La gioia di essere, seppur solo secondariamente, sotto le luci dei riflettori di Jura, aveva per lui lo stesso effetto che il Paese dei Balocchi poteva avere su Pinocchio.

Remus Lupin aveva ragionato parecchio sul modo più sicuro ed efficace per presentarsi al clan, mentre ascoltava nervosamente gli ordini di Rouge. Storse il viso in quell'espressione annoiata che aveva visto fare a James Potter un numero sconsiderato di volte, così tante che ormai l'imitazione gli riusciva perfettamente. Si sedette su un masso senza degnare nessuno di un'occhiata particolare, frugò pigramente in una tasca del logoro mantello qualche secondo, finché non ne estrasse un pacchetto stropicciato di sigarette francesi e una scatoletta di fiammiferi.

Si era attrezzato di tutto punto per il ruolo di "ribelle solitario", non c'era che dire. Decise che tanto valeva fare le cose per bene, perciò li guardò divertito e ridacchiò.

- La bimba è stata anche troppo chiara, ragazzi - disse loro, aspirando lentamente una boccata di fumo. - Datele retta, o quella pazza vi trasferisce sull'argine. Con vista panoramica - aggiunse, con lo stesso tono leggero che avrebbe potuto tenere in una conversazione sull'albergo più rinomato di Londra. La parte razionale del suo cervello iniziò a piangere sommessa.

Remus Lupin... tu non vuoi proprio vedere Natale prossimo. Ma che ti sta succedendo?

Le teste dei licantropi si voltarono come un unico corpo in direzione di Rouge. Un unico pensiero li accomunava in quel momento, mentre fissavano ansiosi il loro sadico vice-capo.

Adesso gli taglia la testa a quel damerino idiota, così possiamo mangiarcelo a cena..

Ma Rouge era già scivolata all'interno della propria tenda e non sembrava aver alcuna intenzione di decapitare Lupin. Non ancora, almeno.

°°°°°°°

 

 

- Come ha potuto essere così incosciente da...! Ah, quanto mi fa arrabbiare! - stava sbraitando Molly Weasley, a centinaia di chilometri di distanza.

Si aggirava convulsamente per la cucina della Tana da almeno un'ora, alzando di tanto in tanto le mani al cielo e scoccando occhiate di fuoco in direzione del marito, seduto a tavola.

Dal canto suo, Arthur Weasley aveva smesso di preoccuparsi della moglie da parecchi minuti, e ora, sperava solo di poterla ignorare e tornare presto a concentrarsi unicamente sul proprio lavoro.

- Ma come... come... - balbettò, con il volto rosso quasi quanto i suoi capelli. - Come ha potuto!? - 

Arthur sospirò. - Molly, cerca di calmar... -

- Non-voglio-calmarmi-Arthur-Weasley! - strillò nuovamente, sbattendo il piede sul pavimento ad ogni parola. - Hai visto com'è ridotta quella povera ragazza!? L'hai vista!? -

Arthur affondò il viso fra le mani, ormai sicuro che non sarebbe stato in grado di riprendere i suoi progetti di lavoro se la moglie non si fosse calmata completamente.  

- Sì, Molly, l'ho vista - ripeté stancamente per la decima volta in un'ora. - Ma noi non... -

- Non mangia da quattro giorni, Arthur! Quattro! -

- Tonks non è un tacchino, Molly. Non puoi ingozzarla a forza, se non ha fa... -

- E sono tre notti che non dorme! Tre! -

- Sono certo che prima o poi crollerà addormentata come tutti gli essere viventi, Molly. Non credi sia ora di smetter... -

- Quell'uomo è un insensibile egocentrico! -

Ci risiamo, pensò Arthur. - Molly non credo sia il caso di... -

- Sì, Arthur! È perfettamente il caso! -

Incrociò le braccia al petto, e si sedette bruscamente a fianco del marito. Fissò la credenza davanti a lei senza realmente vederla per alcuni istanti.

- Quando torna da Jura, giuro che lo strangolo - borbottò Molly, con una smorfia infantile. 

Arthur alzò gli occhi dai propri documenti e attese placidamente che la moglie ricominciasse a sbraitare contro l'incoscienza e l'egoismo di Remus Lupin. 

Non udendo più nulla, voltò lentamente la testa.

Molly Weasley fissava ancora la credenza, gli occhi gonfi di lacrime e le labbra tremule.

- Sempre che ritorni da quel postaccio... - mugugnò, mentre il marito l'abbracciava dolcemente, con un malinconico e impotente sorriso che si faceva strada sul volto.  

°°°°°°°

 

 

Tonks scostò con un gesto automatico la tendina di paiette e lustrini rosa che nascondeva allo sguardo la propria camera da letto. Aveva sempre adorato quel buffo ornamento, a volta la muoveva per il semplice scopo di sentire l'allegro tintinnare. 

La tendina sperò che la mano della padrona la costringesse a cantare un'ennesima volta, in modo che potesse dar mostra di tutti i riflessi che il sole le regalava così arditamente. Rimase delusa, quando vide la ragazza entrare nella stanza senza degnarla della solita occhiata orgogliosa.

Orgogliosa, sì. Ninfadora Tonks era sempre stata orgogliosa di quella particolare decorazione.

Entrò nella mansarda che tanto aveva cullato i suoi sogni di giovane, e come da copione, non s'accorse del pouf verde che la separava dal letto. Fu questione di pochi attimi, e si ritrovò stesa sul peloso e bizzarro tappetto viola, in un'intrigata e scomoda posizione.

La tendina di paiette e lustrini rosa si morse le labbra.

Il pouf verde iniziò a ridere.

Il peloso e bizzarro tappetto viola alzò gli occhi al cielo, esasperato.

Rimasero a guardarla, aspettando che ridesse con loro. Era sempre stata quella la regola del gioco: lei cadeva, loro ridevano, e lei si sarebbe unita a loro, stretti da quella silenziosa amicizia dettata dalla convivenza.

 

Perché non ridi?

 

Rimasero a guardarla per delle ore, domandandosi per quale motivo stesse tremando.

 

Perché copri il viso? È un nuovo gioco?

 

Annuirono con un sorriso carico di comprensione, e si coprirono a loro volta il viso fra le mani. Iniziarono a piangere con lei, perché avevano capito che era quella la regola del gioco nuovo.

Cosa credete ne possano sapere una tendina, un pouf e un tappetto di quanto male faccia, in realtà, l'Amore?

°°°°°°°

 

 

- Damerino, tu non mangi? -

Lupin mosse appena il capo verso il licantropo che gli aveva appena rivolto la parola. Yarne, gli pareva fosse il nome. Affondò i denti gialli nel pezzo di carne con cui si stava cibando. Una goccia di sangue gli colò da un lato della bocca storta, insidiandosi fra i peli del petto incrostato di fango e terra.

- Non ho fame -

Yarne si alzò in piedi con evidente fatica, e trascinò le sue eccessive libbre verso di lui. Aveva bevuto, si sarebbe visto da un miglio di distanza.

- Ia iamo eo ento eno, ai? - biascicò a due centimetri dal suo viso, permettendo a Lupin di godersi il disgustoso spettacolo all'interno della sua bocca putrida. L'odore della carne masticata era così acido che gli pareva di sentire il setto nasale incendiarsi ad ogni respiro.

- Cosa? -

Yarne ingoiò il boccone e si pulì con il dorso della mano. - Ho detto che non ci abbiamo messo il veleno. -

- Sarebbe stato piuttosto infame da parte vostra. -

- Perché non mangi? -

- Non ho fame -

- Non mangiate mai, voi del sud? -

- Non vi fate mai gli affari vostri, voi del nord? -

Yarne rimase zitto un attimo prima di scoppiare in una risata eccessivamente divertita. Diede una pacca sulla schiena di Lupin, (eccessivamente forte), ed esclamò: - Oh, mi piace troppo questo damerino! Dai, non voglio che Rouge pensi che ti affamiamo apposta! -

Cacciò brutalmente il pezzo di carne fra le mani di Lupin, che lo osservò impietrito.

Nonostante mancasse buona parte del pollice e dell'indice e fosse completamente ricoperto di sangue, ciò che stringeva fra le mani era inconfondibile.

Le unghie della mano erano spezzate, le dita piegate in maniera innaturale.

 

Oddio, ti prego...

 

Un grosso millepiedi completamente rosso sbucò da un'insenatura lasciata da un morso di Yarne, risalendo con la classica velocità fino al mignolo della mano.

Yarne lo afferrò con un gesto rapido, interrompendo la sua inutile fuga.

- Scusami, damerino - disse, - ma questo è il boccone del re. -

Aprì esageratamente la bocca e vi infilò dentro l'insetto. 

- Manza quea tu - mugugnò, sputacchiandosi delle zampette sul mento.  

Lupin si sentì addosso gli sguardi diffidenti di alcuni licantropi, mentre metà del millepiedi era ancora intento a dibattersi disperato fra le labbra insanguinate di Yarne.

Avvicinò la carne al viso e diede un leggero morso alla falange del mignolo. Il sapore del sangue ancora caldo gli accese il ventre fino ad inondargli il cervello.

Il lupo in lui alzò il muso, inebriato e incuriosito da quella nuova e piacevole sensazione allo stomaco. 

L'uomo in lui fu costretto a subire quell'oscenità, vomitando in un angolo della sua mente tutto il disprezzo e la vergogna che andava provando di morso in morso.   

 

Sorride perverso il quarto di Luna,

guardando il Bambino, vergogna alcuna.

°°°°°°°

 

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Giuro, non credevo che una storia a capitoli potesse rivelarsi così complicata... inizio ad andare in panico un po' troppo stesso...

È stato difficile scrivere questo quarto capitolo, e continua a non convincermi di rilettura in rilettura...

Avete voglia di aiutare la mia autostima traballante con qualche critica costruttiva? Dai... la tastiera non ne ha a male se la usate un po' di più... =P

Ho tanti-tanti-tanti GRAZIE da fare:

a fennec, stupita dalla figura di Rouge (sarà una figura importantissima per il corso della storia...), GRAZIE!!!!!!!

a CUCCIOLA_83, mi scuso per questo aggiornamento un po' in ritardo... avevo promesso pochi giorni d'attesa, ma le mie non sono promesse attendibili al 100%... GRAZIE!!!!!!!

a nebula91, che non smetterei mai di ringraziare per gli immancabili e positivissimi commenti, GRAZIE!!!!!!!

a __darklily__, per la recensione che mi ha allontanato dai dubbi che avevo sulla scorribilità del testo, GRAZIE!!!!!!!

a Cappychan, (temo che le complicazioni siano solo all'inizio...), un enorme GRAZIE e due occhioni luccicanti in attesa dell'aggiornamento di "Il mio nome è Tonks, Ninfadora Tonks... no, aspetta... solo Tonks"!!!!!!! (Leggetelo, fa veramente sbudellare dalle risate!!! ^__^)

E SE HO DIMENTICATO QUALCUNO, CHIEDO SCUSISSIMA!!!

UN GRANDISSIMO GRAZIE A TUTTI COLORO CHE SONO RIUSCITI AD ARRIVARE FINO AL QUARTO CAPITOLO... RESTISTETE, VE NE ASPETTANO ANCORA UN BEL PO'...

SPERANDO DI POTER AGGIORNARE "PRESTISSIMAMENTE",

Trick



   
 
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