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Autore: Naitmers    25/09/2012    4 recensioni
Ambientato in un universo alternativo, Loclitio tratta una realtà non troppo lontana dalla nostra, dove l'ignoranza vien tessuta su ingiustizie e terribili sacrifi, un popolo esiliato e dimenticato annaspa per la propria sopravvivenza e una sanguinaria guerra è combattutta, come sempre, in nome di giustizia e pace.
Seguiremo le vicende del protagonista, destinato a scegliere la ragazza su cui le speranze del suo popolo verranno riposte.
Ma vorrà l'Ottava Sorella seguire il destino che le verrà tracciato?
[...] un dio può essere caritatevole quanto vuoi, ma finché saranno delle creature non prive dal vizio a parlare per lui, ogni sua misericordia verrà sporcata dai loro spiriti imperfetti Citazione di Vega, tratta dal racconto.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Prefazione:
Chi avesse letto, in precedenza, la prima versione da me postata di Loclitio, troverà molti punti in comune con essa, così come nel prossimo capitolo e, probabilmente, in quello seguente.
Molte cose sono state modificate, ma alcune, perché la storia si muovesse su determinati binari, ho dovuto mantenerle tali.
Buona lettura

L'innocente ed il vizioso

Ero tornato nella mia stanza, subito dopo che Livenn era sparita definitivamente al mio sguardo, andandomi a preparare per la Riunione.
E, ovviamente, l'istinto aveva portato la mia mano al collo dell'ennesima bottiglia di kalexia.
L'avevo rigirata tra le mani, osservando il denso liquido giallo giocare con quei particolari aloni viola che comparivano e scomparivano al suo interno. L'ingrediente speciale per cui quel liquore era illegale: tanto forte che, una dose sbagliata, avrebbe portato lo sfortunato di turno alla morte.
Non mi accorsi che la porta fosse rimasta aperta finché, preso un lungo sorso dell'alcolico, non sentì una risata provenire dall'uscio.
"Spero che quella quantità basti ad ucciderti" sentì dire, girandomi immediatamente verso quei cocenti occhi neri.
Statuaria, con una spalla poggiata sullo stipite della porta, era rimasta a guardarmi impassibile mentre mi abbandonavo alle mie debolezze.
Senza dire la minima parola o degnarmi di un cenno, si incamminò lungo il corridoio, sicura che la stessi seguendo come un bravo cagnolino, cercando di non barcollare e di ricordarmi che strada stavamo facendo e dove ci avrebbe portati.
In realtà, ero completamente ludico e padrone di me. Non dovetti aspettare molto perché gli effetti della kalexia mi inebriassero il corpo, accendendolo di un fuoco che, ne ero convinto allora, mai e poi mai avrei potuto provare, senza.
Squadrai quella donna, altezzosa e austera come sempre, che si incamminava lungo le vie che avrei dovuto conoscere a memoria. Non riuscivo a spiegarmi come, anche con le spalle larghe quanto quelle di un uomo e un'altezza pari, riuscisse a sprigionare tutta quella sensualità.
Fu la prima saettata di adrenalina a svuotarmi la mente.
Superai Kraz con uno scatto in avanti, camminando pian piano più veloce, iniziando presto a correre: tutto era più vivido. I contorni del mio corpo, il guizzare dei miei muscoli, i miei sensi...
Iniziai a sentire il vociare della folla, compressa nella Sala, a parecchi corridoi di distanza, accelerando e costringendo Kraz a correre per starmi dietro.
Era divertente vederla correre. Perdeva tutta la sua austerità e iniziava ad apparire come quello che era davvero: un'animale. Lievemente piegata in avanti, teneva il mento alto e gli occhi attenti, ripiegando sulle ginocchia per avere un maggiore slancio ad ogni passo.
E, dovevo ammetterlo mentre la vedevo schizzare via, davanti a me: era una delle più veloci tra gli Averxiani.
Appena entrò, la folla avvampò tra urla e applausi, subito interrotti dalla mia comparsa.
Ognuna di quelle facce, testimoniava un odio profondo nei miei confronti.
"Ed eccoci qui, tutti riuniti, nella vita come nella morte" iniziò col dire la donna, levando la mano libera, per incitare il pubblico ad esultare. Obbedirono immediatamente.
Kraz incuteva tanta paura quando rispetto, avendo guidato per più di sette anni gli Averxiani come nessun altro capo era mai riuscito a fare. Tutto ciò, solo per puro capriccio femminile di dimostrare che il primo capo femmina avrebbe fatto più di tutti i suoi predecessori maschi messi assieme. Era stata la sua promessa, appena si era auto-eletta a nostro capo, uccidendo pubblicamente quello precedente. Usanza e legge inesistenti tra gli Averxiani, ma nessuno aveva osato mettersi contro la sua elezione.
"Questa sera è stato annunciato dal Grifone dal manto di platino, che è il giorno della Salvezza" urlò, col suo ruggito inconfondibile, che scuoteva chiunque fin nelle viscere "E voi sapete, più di me, a chi spetta questa scelta".
Ogni sguardo era fisso su di me, ogni speranza di quegli occhi mi formicolava lungo il corpo, stringendo il collo tanto da impedirmi di respirare. Fu solo il sentire il manto morbido di Vegaza, accanto a me, a permettermi di prendere parola.
Non mi ero nemmeno accorto che fosse presente anche lei sul palco, quando ero salito con un balzo. Ma, allo stesso modo, mi era sfuggito che, appena avevo sentito tutti quegli occhi su di me, la dose di kalexia appena ingerita non sembrava esser stata abbastanza.
"Conosco la considerazione che ognuno di voi ha di me, e la trovo oltremodo giustificata" dissi, volendo prima di tutto specificare alcune cose tra me e quella folla, ancora mosso dal coraggio che pensavo mi concedesse il liquore.
"La mia vita, le mie abitudini e i miei comportamenti, non hanno mai influito sulle mie prestazioni in battaglia, nelle missioni che mi sono state assegnate e, mai, influiranno sul mio compito di Dorato".
"Come i miei predecessori, ho il compito di eleggere la nostra Sorella" continuai col dire, come da copione "Colei che risolleverà le sorti della nostra battaglia, che ricoprirà di vittoria e gloria le nostre schiere, i nostri morti e le nostre genti".
Vegaza, accanto a me, si fece avanti, dandomi la forza necessaria a proseguire il discorso d'introduzione, mentre iniziavo a sudare freddo.
"Il mio compito è questo, ed è ciò per cui sono nato, a cui sono stato destinato e che morirò per compiere" finì, abbassando il capo, guardando di sottecchi gli altri componenti del Circolo: Minerale -il Cavaliere del grifone color ambra, Miral -il Cavaliere del grifone color petrolio, Erakis -il Cavaliere del grifone color argento e Kraz -il Cavaliere del grifone color rame. Tutti con gli occhi fissi su di me.
Fu allora che Vegaza si inchinò, stupendomi e terrorizzandomi al contempo.
Allora, capì che la kalexia non avrebbe più potuto darmi il coraggio necessario.
Tutti rimasero a bocca aperta, tranne Kraz, che si limitò ad alzarsi e piegare il capo, in segno di rispetto.
Il mio grifone aveva appena condannato entrambi, obbligandomi, con quel gesto, a proferire un giuramento antico come il mondo, nato assieme a Verxian, che nessuno Dorato, mai, aveva osato pronunciare per un obbiettivo così utopico:
"Io, qui di fronte a tutti voi miei fratelli, giuro sul mio nome: Ethan Wei Wezen; giuro sulla mia vita e su Vegaza, il Grifone Dorato; che compierò il mio scopo, portando a termine questa guerra con la vittoria dei miei fratelli e delle mie sorelle: voi".
Deglutì rumorosamente prima di terminare quel patto, che mi legava indissolubilmente al mio compito. Unico onere che mi avesse mai spaventato a morte.
"E che ciò mi porti alla morte!" urlai, infine, incitato da uno stridio di artigli di Vegaza sul terreno.
Credo che ricorderò quel momento per il resto dei miei giorni: il rumore di migliaia di urla, tutte di approvazione, di gioia, di gratitudine. Vedere persone, anche uomini e anziani, scoppiare a piangere, guardandomi assieme ad altre centinaia di occhi asciutti con una gratitudine profonda.
Mi sentivo un eroe.
Ma, in realtà, ero solo un uomo morto.

***


Sereeny si era nascosta in un angolo del campo di allenamento delle Guardie, a quell'ora completamente deserto, così che le parole tra lei e il falcoditore non venissero udite.
"Mi manda Deneb" gracchiò lui, strappando un sorriso alla ragazza "Stasera è presente alla Torre e lo compiaceresti nel recarti lì, per incontrarlo" disse, gonfiando il petto grigio, unica parte del corpo assieme a coda e ali, ad essere ricoperta da un piumaggio folto invece che il corto pelo nero che contraddistingueva la sua razza.
Sereeny aveva salvato quell'animale dalla creatura domestica di Leara, una delle Guardie, e lo aveva educato quando ancora era alto solo un palmo. Vederlo dopo tutto quel tempo, grande quasi quanto la sua gamba, le faceva molta tenerezza.






Allora... inizio col dire che normalmente i capitoli che posto, su OpenOffice, occupano tre pagine massimo.
Ho scritto in questo mio angolino i ringraziamenti, come faccio di solito, avendo poi anche scoperto da pochissimo come vedere anche le persone che mi hanno inserita in “autori preferiti” (si, ci sono O_O), “storie preferite” (Altra sorpresa O_o) e “storie da seguire” (graditissima sorpresa *-*)... Ehm... sono arrivata a scrivere dei ringraziamenti più lunghi del capitolo stesso, perciò chiedo venia ma farò soltanto l'elenco delle persone, in ordine alfabetico, degne di un ringraziamento speciale:
Alice Yuki
Animor94
BekySmile97
Brisingr13
c a r e less
Elhrion
GabriHell
sa92

Questo riassunto di queste persone, per cui chiedo ancora scusa, mi è servito soprattutto per ringraziare una persona che di solito non riceve mai moltissime attenzioni, mentre spendo parole per le persone che mi recensiscono. E questo non lo trovo corretto.
E allora sono lieta di ringraziare: il lettore anonimo .
Molte storie che ho letto qui su EFP terminano con un angolino in cui lo scrittore o la scrittrice chiedono delle recensioni. Ebbene, ammetto che mi fa molto piacere ricevere recensioni ma mi fa anche piacere vedere che la mia storia viene anche solo visualizzata, da persone così gentili da sprecare anche solo 3 secondi della loro vita ad aprire il mio racconto. Anche solo per dire tra sé “va bene, fa schifo” o “non è il mio genere” ed andarsene. Davvero, anche solo così mi rendete felice.
Non saprei dirvene il motivo, oppue che malattia io abbia al cervello, ma il solo sapere che qualcuno sia disposto a sprecare il suo tempo per dare un minimo di attenzione al piccolo universo che ho voluto creare e condividere con Loclitio mi rende estremamente felice.
Perciò tu, lettore anonimo, come le persone che ho scritto nella lista sovrastante, meriti i miei più vividi ringraziamenti, per il tuo interesse, per il tempo che hai sprecato in caso la storia non ti sia piaciuto e, ai quelli che arriverrano a leggere questo commento, ad aver letto la storia fino a questo capitolo, seguendola nell'anonimato che, io per prima lo dico, è un tuo irrevocabile diritto.
Tu, non meno delle persone che mi recensiscono o dei miei amici (alcuni di loro lettori anonimi a loro volta) solo perché non conosco il tuo nome o il tuo volto, solo perché posso pensare a te solo come un numero tra le visualizzazioni.... Tu alimenti la mia voglia di scrivere, di postare con regolarità, di continuare questo racconto al meglio delle mie capacità. E a te vanno i miei ringraziamenti e, a nome mio, i ringraziamenti dei miei personaggi.
Perché è anche grazie a te che Loclitio prende vita, nella tua immaginazione che cortesemente lasci che le mie inesperte parole manipolino.
Grazie davvero, a tutti.
Grazie di cuore :) Non potete nemmeno immaginare quanto mi rendiate felice
Con affetto, Naitmers
  
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