Nuova
realtà
Summer
e Julian avevano continuato a camminare in
silenzio, l’uno ignorando l’altro. Julian aveva
capito che la sua “compagna di
viaggio” era totalmente arrabbiata con lui e che stava
riflettendo se credere o
meno alle sue bugie. Lui dal canto non contava tanto sul fatto che lei
gli
credesse. Si era rivelata molto più sveglia e forte di
quanto credesse e doveva
ammettere che nera rimasto piacevolmente sorpreso. Summer in un certo
senso
stava pensando le medesime cose. Julian non si era rivelato una persone
degna
di fiducia, non lo conosceva bene anzi non lo conosceva affatto ma
aveva capito
che quel ragazzo era un insieme i maschere e contraddizione e che il
suo
carattere era di natura malvagia, capricciosa e anche molto volubile.
Non potevi
mai stare tranquilla con lui nei paraggi, un secondo prima scherza con
te e un
secondo dopo ti spezza il cuore. Ancora non riusciva a credere a quello
che le
aveva detto, anzi non gli credeva affatto, i suoi amici non erano
così e per
quanto Julian li avesse spiati lei era sicura di conoscerli molto
meglio di lui.
I suoi amici le volevano bene e lei era convinta che non
l’avrebbero mai
abbandonata e lei di certo non avrebbe mai chiesto ai suoi amici di
sacrificarsi per lei. Julian non si era mai fatto tanti scrupoli a
farle del
male, a mentirle per vederle abbassare la testa davanti a lui. Lei non
negava
si essere stata abbastanza stupida e debole per essere scoppiata in
lacrime
davanti a lui parecchie volte ma adesso era diventata leggermente
più forte e se
ne era resa conto quando aveva fronteggiato Julian davanti a Melite.
Era stata
lei la prima ad attaccarlo quando normalmente sarebbe stata la prima a
difendersi o meglio a chinare il capo davanti ai nemici ma adesso non
avrebbe
più permesso a nessuno di sottometterla, era stanca di
essere debole. A un
certo punto un lampo squarciò il cielo e cominciò
a piovere. Fantastico, pensò.
A quanto pare per il fato lei non aveva già sofferto
abbastanza.
<<
Bene ! >> esclamò stizzita <<
Anche
questa oggi ! >>
Julian
si voltò verso di lei con fare annoiato <<
Parli ancora ? Aspetta non dirmi che hai paura anche dei fulmini ?
>>
<<
Ti piacerebbe ma per tua sfortuna i lampi non mi
fanno paura. L’unica cosa che mi stizza oltre alla tua
presenza assidua è il
fatto che questa camicia era nuova e ora non solo puzza di spazzatura
ma presto
sarà anche bagnata fradicia e naturalmente sarà
di nuovo colpa tua ! >>
gli disse puntandogli contro un dito
Julian
si avvicinò e le sposto leggermente la mano
dicendo << Tu non sei più sopportabile di me,
credimi. E comunque non è
colpa mia, la prossima volta ti metterai qualcosa di meno
“prezioso” >>
<<
Scusami se io non avevo previsto che un
mentecatto mi avrebbe fatta prigioniera e comunque puoi stare
tranquillo che
non ci sarà una prossima volta. Non faro mai più
un gioco in cui sarai
coinvolto anche tu >>
<<
Si hai ragione. Una prossima volta non ci sarà.
Ora tu sei una mia prigioniera e mi servi >> le disse
avvicinandosi
pericolosamente.
Avanzò
verso di lei e si fermò a pochi centimetri, se
qualcuno li avesse visti il quel momento avrebbe pensato che si
sarebbero
presto baciati, purtroppo quella non era una scena romantica
bensì i due si
stavano fronteggiando, gli sguardi fermi e decisi a non cedere. Poi lui
fece
dei passi indietro e cominciò a guardarla. Dovette ammettere
che era una
ragazza molto bella, la camicia ormai zuppa aderiva sui fianchi snelli
mostrando le forme sinuose, i boccoli ormai erano stati resi lisci
dalla
pioggia e le incorniciavano il viso in modo davvero sexy, le labbra
erano
carnose e molto rosse il quel momento, le guance chiare adesso erano
lievemente
rosse, probabilmente si era resa conto che lui la stava fissando.
Summer dal
canto suo lo stava ammirando a sua volta, era bellissimo, o meglio lo
era
sempre, la maglia bagnata sembrava una seconda pelle per quanto gli
aderiva, i
capelli bagnati che cadevano sugli occhi gli conferivano
un’aria misteriosa e
sensuale. Tuttavia quella situazione era imbarazzante e lei voleva
darci un
taglio.
<<
Smettila di fissarmi ! >> ordinò con voce
stridula
<<
Io non ti sto fissando >> si difese lui
<<
Stai mentendo come al solito ma in questo
momento non mi importa. Sono stufa di questa, comincio ad avere freddo
e vorrei
andare in un posto dove posso dire di avere un tetto sulla testa
>>
<<
Non mento, c’è di meglio da guardare. Comunque
andiamo dai, prima arriviamo prima dovrò smettere di sentire
le tue lamentele
su ogni cosa >> disse roteando gli occhi, voltandosi e
ricominciando a
camminare
Summer
non gli rispose neppure, era troppo arrabbiata in
quel momento e non aveva alcuna voglia ne di dialogare o litigare con
quell’antipatico che si divertiva a irritarla come non mai
nessun altro era
riuscito a farlo. Lui riusciva a far emergere un lato di lei che non
credeva
neanche di possedere, lui diceva che lei era patetica eppure in quel
momento la
rendeva forte come non mai, le dava la grinta per rispondergli,
tenergli testa,
farsi valere, dimostrargli che lei era in grado di farsi sentire.
Nessun bullo
ci era mai riuscito, tutti la intimorivano e lei si faceva intimorire
da tutti,
a volta anche dai suoi stessi amici, soprattutto da Zach quando lui la
fissava
con i suoi occhi grigi. Julian invece, la metteva si a disagio, a volte
le
faceva paura, ma a volte riusciva a farla diventare forte. Non riusciva
a
capire perché, a volte era come se lui la completasse, come
se loro due fossero
due metà di un qualcosa e quel pensiero la terrorizzava, non
riusciva a
elaborare un Julian e lei, non esisteva e poi anche se lui
l’aveva salvata
parecchie volte, l’aveva uccisa dentro con le sue parole
intrise di cattiverie,
l’aveva allontanata dagli altri, dai suoi genitori e dal suo
fratellino Cam.
Non sapeva se l’avrebbe mai perdonato, era ancora presto per
deciderlo, a
quanto pareva doveva passare ancora molto tempo in sua compagnia,
sarebbero
accadute altre cose belle o brutte neanche questo sapeva.
L’unica cosa certa
era che doveva stare molto attenta, con Julian non conveniva abbassare
la
guardia. Camminarono ancora molto tempo fino a quando poi non uscirono
dal
bosco e si trovarono di fronte un sentiero con dei cartelli che
indicavano tre
diverse direzioni. Uno indicava verso sinistra e diceva “
Bosco degli Spiriti”,
un altro indicava verso destra e diceva “Città
delle Ombre”, e un altro
indicava verso … l’alto ? e diceva “Blue
Moon Water”. Summer era sempre più
sconcertata e sempre più vogliosa di andare via da quel
luogo apparentemente
così sinistro e oscuro.
<<
Dove dovremmo andare ? >> chiese
<<
Sono indeciso >> disse pensieroso
<<
In che senso sei indeciso >>
<<
Vedi, tu hai visto i film di Harry Potter ? Le
scene dove le scale si muovono ? >>
<<
Si, le scale si muovevano a loro piacimento
>>
<<
Ecco, la stessa cosa vale per questi cartelli, a
volte girano e indicano la direzione sbagliata o il posto sbagliato.
Ecco, se
non ricordo male, dobbiamo spostare i cartelli e metterli nelle
posizioni
giuste. In questo modo potremmo creare una specie di passaggio e
arriveremo
anche prima a casa mia. >>
<<
Tu ricordi in che modo dovremo spostarli ?
>>
<<
Non proprio, anche i luoghi a volte cambiano il
posto, è una sorta di protezione. >>
<<
Protezione da cosa ? >>
<<
E’ complicato. >> Julian rispose con aria
assente e Summer capì che era meglio lasciar perdere.
<<
Beh proviamoci, i cartelli non si sposteranno da
soli >> lo incitò e poi fece un gesto
inaspettato, gli prese la mano.
Lo
trascinò verso i cartelli. Julian arrossì
lievemente,
non se lo aspettava. Tuttavia si lasciò trascinare e le
lasciò andare la mano
solo quando furono davanti ai cartelli.
<<
Dobbiamo seguire un ragionamento specifico,
abbiamo varie scelte, che dobbiamo fare ? >> chiese Summer
Julian
sorrise di nuovo, lei aveva usato il “Noi”, questo
lo rendeva felice e non sapeva bene il perché.
<<
Perché lo chiedi a me ? >> le chiese
<<
Tu sei esperto in queste cose, non io. Io non so
niente di questo posto, tu invece ci sei cresciuto. >>
gli rispose con
tono ovvio
<<
Ok, allora dobbiamo fare un ragionamento logico.
Allora uno dice “Bosco degli spiriti” tu vedi un
bosco per caso ? >> le chiese
guardandosi intorno
“Bella
domanda” pensò Summer, intorno a loro a parte il
“il bosco delle ninfe” non c’erano altri
boschi, guardò in alto passandosi una
mano tra i capelli. A un certo punto cominciò ad osservare
le nuvole, alcune
erano a forma di … albero ? Le serviva una seconda opinione.
<<
Julian, quelle nuvole non hanno la forma di
alberi ? >> chiese Summer
Julian
guardò il punto indicato e dovette ammettere che
avevano la forma di un bosco. Se non ricordava male, gli Spiriti
nascondevano
il loro bosco nei posto più impensabili, quindi non doveva
rimanere sorpreso se
avessero deciso di nascondere il loro bosco dietro le nuvole.
Perciò prese il
cartello e lo posizionò in modo che indicasse il cielo. Il
cartello brillò,
avevano indovinato. Summer aveva indovinato.
<<
Brava pivella. >> si congratulò
Summer
gli fece la linguaccia << A quanto pare
qualche volta i lampi di genio vengono anche a me >>
<<
A quanto pare >>
Si
scambiarono uno sguardo e questo li fece arrossire.
Che cosa mi sta succedendo ?, pensarono. Julian deglutì,
questo non era normale
o almeno non per lui. Doveva accelerare un po’ i tempi,
risposarsi e magari
queste sensazioni se ne sarebbero andate così come erano
arrivate.
Tossì
e poi disse << Diamoci una mossa >>
<<
Concordo, ha smesso di piovere ma sono ancora
zuppa e comincio ad avere freddo >> concordò
Summer
In
quel momento Julian si rese conto di essere davvero
impazzito. Si era ricordato che sotto il suo giubbotto di pelle, ormai
fradicio, aveva una larga felpa, asciutta. Si tolse il giubbotto e poi
si tolse
anche la felpa e la poggiò sulle spalle della ragazza che
arrossì. La felpa di
Julian era larga per lei, ma era nera e calda e in un certo senso la
faceva
sentire protetta, al sicuro.
<<
Grazie >> disse
<<
Figurati >> disse lui rimettendosi il
giubbotto
<<
Adesso ho meno freddo ma voglio comunque andare
via da qui. Sono stanca >>
<<
Lo so. Continuiamo >> disse voltandosi
verso i cartelli
Il
prossimo cartello diceva “ Blue Moon Water”.
<<
Scusa che significa ? >> chiese Summer
confusa
<<
Devi sapere che questo luogo si basa sui cinque
elementi in natura e … >>
<<
Ma non erano quattro ? >> lo interruppe
lei
<<
Tecnicamente si, ma qua vivono anche gli
spiriti, vedi gli abitanti di “Blue Moon Water”
hanno come fonte dei loro
poteri l’acqua, infatti è un quartiere abitato da
sirene e persone che hanno
l’abilità dell’acqua. Gli Spiriti invece
usano le nuvole, il quinto elemento
per gli asiatici. Poi ci sono i demoni, che adoperano il fuoco, le
ninfe e i
licantropi la terra e gli Uomini Ombra e i vampiri l’aria.
Dobbiamo spostare il
cartello nella direzione in cui vedremo più fonti
d’acqua possibili >>
spiegò Julian
Adesso
si che Summer era davvero sconcertata, vampiri,
sirene, spiriti. No, non credeva che ce l’avrebbe fatta.
Comunque c’era tempo
per quello, cominciò a guardarsi intorno di nuovo ma non
vedeva niente. Julian
si passò una mano tra i capelli bagnati e in quel momento
ebbe un’idea,
impossibile, lo sapeva ma che in quel momento poteva essere una
possibilità.
<<
Dobbiamo indicare la terra >> sussurrò
Summer
lo sentì ma non capiva dove volesse andare a
parare << Che vuoi dire ? Perché dobbiamo
indicare la terra ? >>
<<
Pensaci bene, ha appena piovuto, la terra è
bagnata, ci sono pozzanghere da tutte le parti,
c’è acqua. E loro hanno bisogno
di essa. >>
Detto
questo spostò il cartello verso la terra e
quest’ultimo brillò. E anche questo è
andato. Summer si chiedeva perché
continuava a stupirsi, là l’anormale diventava
normale e per quanto poteva
esserne terrorizzata doveva farci l’abitudine se non voleva
perdere la testa.
Ora mancava un ultimo cartello, diceva “Città
delle Ombre”.
<<
Chi abita lì ? >> chiese
<<
Io >> rispose
<<
Bene e come dovremo cercare la tua città ?
>> chiese
<<
Come ti ho già detto noi dominiamo l’Aria, ma
anche il buio, l’oscurità e di solito viaggiamo
soli. Dobbiamo cercare qualcosa
che stia solo, un qualunque oggetto, quello sarà la chiave e
poi potremo andare
avanti >>
Summer
e Julian cominciarono a guardarsi intorno ma non
riuscirono a trovare nulla. Qualcosa che viaggia solo, qualcosa che
è stato
isolato da un gruppo, qualcosa che è stato respinto,
qualcosa come … Me, pensò
Summer. Lei, pensò Julian. Ma certo. Summer in un certo
senso stava da sola,
Julian non era suo amico, e non era umano, lei era sempre stata
allontanata
dagli altri, messa da parte a volte anche dai suoi amici, abbandonata
durante
il gioco. I due si scambiarono un altro sguardo, questa volta
sorridersi a
vicenda fu inevitabile. Spostarono il cartello verso di lei, il
cartello brillò
e poi davanti a loro apparve un chiave d’oro. Julian la
prese, e poi prese la
mano di Summer e cominciò a guidarla sul sentiero che era
appena apparso
davanti a loro. Camminarono per qualche altro quarto d’ora
fino a quando
giunsero davanti a un alto cancello nero.
Julian
si avvicinò per poi dire << Ostia tenebrosa
aperite ! Predator vult intrare ! ( Porte tenebrose apritevi ! Il
predatore
vuole entrare !)
A
quel punto le porte si aprirono e davanti a loro adesso
c’era una specie di città, ma non una normale, una
città tipo paese delle
fiabe.
<<
Bene, adesso siamo nel quartiere degli Uomini
Ombra. Adesso non dovrebbero esserci altre complicazioni. Andiamo
>> la
incitò con un gesto secco della mano
Summer
lo seguì. Continuarono a camminare ancora, nel
frattempo Summer si guardava intorno. Le case erano
all’apparenza piccole ma
chissà se dentro invece erano più grandi. Ormai
non si sarebbe stupita più di
niente. Poi le case erano
abbastanza
simili, sembravano fatte tutte di ottone, con giardini abbastanza ampi,
pieni
di fiori e alberi. Se non fosse stato per la consapevolezza di essere
in un mondo
delle Tenebre avrebbe creduto di essere Alice nel paese delle
meraviglie.
Tuttavia qualcosa non le quadrava, Jenny le aveva spiegato che di
solito gli
Uomini Ombra erano respinti per la loro indole distruttiva, eppure da
quando
era arrivata non le sembrava così, che fosse
un’altra delle sue bugie ? Prima
aveva anche parlato di una protezione, ma da cosa dovevano proteggersi
?
Insomma loro non erano umani, avevano dei poteri,
erano molto forti, astuti e soprattutto cattivi, spregevoli e
senza alcuno
scrupolo. Il puzzle non era ancora completo e lei sentiva il bisogno di
saperne
di più.
<<
Julian ! >> lo chiamò per attirare la sua
attenzione
Julian
non si voltò verso di lei tuttavia emise una
specie di mormorio come per farle capire che la stava ascoltando.
<<
Julian, qualcosa non mi quadra … >>
iniziò
lei titubante
<<
La tua testa ? >> chiese lui ironia ma
senza cattiveria
<<
Julian, ti prego. Sii serio per un secondo
>>
<<
Ok. Cosa vuoi sapere ? >>
Summer
non avrebbe mai voluto pronunciare quel nome,
sembrava strano ma non voleva ferirlo, da quel che poteva aver intuito
Jenny
doveva aver fatto qualcosa di molto brutto nei suoi confronti, ma
purtroppo non
aveva altra scelta.
<<
Jenny, mi ha raccontato tutto. O almeno mi ha
detto che voi Uomini Ombra siete respinti dagli altri mondi a causa
della
vostra indole. Ma allora perché da qui si potevano vedere
altri mondi ?
>>
<<
Noi non siamo solo una specie distruttiva. Noi
non godiamo solo a fare del male, ma ci piace anche osservare cosa
accade negli
altri modi, solo così abbiamo potuto imparare tanto e
soprattutto solo così
avremmo potuto imparare il Dominio dell’Aria. Tuttavia,
diciamo che attualmente
siamo riusciti a stringere un’alleanza momentanea. Non
chiedere il perché , non
ti risponderò, anche io ho i miei segreti e per quanto mi
piaccia conoscere quelli
degli altri, sbatterglieli in faccia oppure usarli contro di loro per
ricattarli a volte persino io riconosco l’importanza della
parola “privacy” >>
Summer
era ancora più confusa di prima. Però di una cosa
era sicura, avrebbe indagato, quelle risposte evasive di Julian non le
bastavano. Niente di ciò che avrebbe mai detto Julian le
sarebbe mai bastato,
la verità è che non si fidava di lui, era un
bugiardo, un imbroglione e poi aveva
sempre cercato di fregarla. Avrebbe indagato, avrebbe cercato di farsi
qualche
alleato, per quanto sarebbe stato difficile farsene il quel posto,
qualcosa le
diceva che lei non era l’unica scema ad essere stata
catturata da quelle
creature mostruose. Ora che ci stava pensando, chissà se lei
sarebbe mai
tornata a casa ? Probabilmente no, ormai i suoi amici la credevano
morta, e a
breve tutti avrebbero creduto la stessa cosa Di certo lei non avrebbe
mai
potuto riavere la vita di prima, questa è
un’esperienza che le avrebbe cambiato
la vita per sempre ed era sicura che nemmeno lei sarebbe più
stata la stessa.
Magari Julian l’avrebbe lasciata andare se Jenny avesse
perso, o se in un
futuro lei lo sceglierà. Julian e Jenny. Un colpo al cuore,
come se quel
pensiero le avesse fatto male e ancora una volta non riusciva a capire
il
perché. Era stanca di non capire le cose, stanca di essere
sempre a un passo
dalla verità e che poi mille domande e dubbi
l’allontanassero ancora di più.
Ormai non era più sicura di niente, non sapeva come tornare
a casa, se un
giorno sarebbe tornata, se avrebbe rivisto la sua famiglia, cosa stava
succedendo in quel paese strano perché una razza solitaria
sentisse
improvvisamente il bisogno di alleati, se un giorno Jenny e Julian si
sarebbero
messi insieme, se Zach le voleva bene, se magari avrebbero avuto una
chance in
futuro e soprattutto, non aveva idea di quello che provava per Julian.