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Autore: Whiteeyes95j    26/09/2012    1 recensioni
Cosa avviene veramente a Summer dopo il suo rapimento da parte di Julian ? Lui ha detto la verità ? Ha davvero dormito per tutto il tempo ?? O è successo qualcos'altro ? E se tra i due fosse nato qualcosa, che cosa accadrebbe ?? La situazione resterebbe la stessa ?
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nuova realtà

Summer e Julian avevano continuato a camminare in silenzio, l’uno ignorando l’altro. Julian aveva capito che la sua “compagna di viaggio” era totalmente arrabbiata con lui e che stava riflettendo se credere o meno alle sue bugie. Lui dal canto non contava tanto sul fatto che lei gli credesse. Si era rivelata molto più sveglia e forte di quanto credesse e doveva ammettere che nera rimasto piacevolmente sorpreso. Summer in un certo senso stava pensando le medesime cose. Julian non si era rivelato una persone degna di fiducia, non lo conosceva bene anzi non lo conosceva affatto ma aveva capito che quel ragazzo era un insieme i maschere e contraddizione e che il suo carattere era di natura malvagia, capricciosa e anche molto volubile. Non potevi mai stare tranquilla con lui nei paraggi, un secondo prima scherza con te e un secondo dopo ti spezza il cuore. Ancora non riusciva a credere a quello che le aveva detto, anzi non gli credeva affatto, i suoi amici non erano così e per quanto Julian li avesse spiati lei era sicura di conoscerli molto meglio di lui. I suoi amici le volevano bene e lei era convinta che non l’avrebbero mai abbandonata e lei di certo non avrebbe mai chiesto ai suoi amici di sacrificarsi per lei. Julian non si era mai fatto tanti scrupoli a farle del male, a mentirle per vederle abbassare la testa davanti a lui. Lei non negava si essere stata abbastanza stupida e debole per essere scoppiata in lacrime davanti a lui parecchie volte ma adesso era diventata leggermente più forte e se ne era resa conto quando aveva fronteggiato Julian davanti a Melite. Era stata lei la prima ad attaccarlo quando normalmente sarebbe stata la prima a difendersi o meglio a chinare il capo davanti ai nemici ma adesso non avrebbe più permesso a nessuno di sottometterla, era stanca di essere debole. A un certo punto un lampo squarciò il cielo e cominciò a piovere. Fantastico, pensò. A quanto pare per il fato lei non aveva già sofferto abbastanza.

<< Bene ! >> esclamò stizzita << Anche questa oggi ! >>

Julian si voltò verso di lei con fare annoiato << Parli ancora ? Aspetta non dirmi che hai paura anche dei fulmini ? >>

<< Ti piacerebbe ma per tua sfortuna i lampi non mi fanno paura. L’unica cosa che mi stizza oltre alla tua presenza assidua è il fatto che questa camicia era nuova e ora non solo puzza di spazzatura ma presto sarà anche bagnata fradicia e naturalmente sarà di nuovo colpa tua ! >> gli disse puntandogli contro un dito

Julian si avvicinò e le sposto leggermente la mano dicendo << Tu non sei più sopportabile di me, credimi. E comunque non è colpa mia, la prossima volta ti metterai qualcosa di meno “prezioso” >>

<< Scusami se io non avevo previsto che un mentecatto mi avrebbe fatta prigioniera e comunque puoi stare tranquillo che non ci sarà una prossima volta. Non faro mai più un gioco in cui sarai coinvolto anche tu >>

<< Si hai ragione. Una prossima volta non ci sarà. Ora tu sei una mia prigioniera e mi servi >> le disse avvicinandosi pericolosamente.

Avanzò verso di lei e si fermò a pochi centimetri, se qualcuno li avesse visti il quel momento avrebbe pensato che si sarebbero presto baciati, purtroppo quella non era una scena romantica bensì i due si stavano fronteggiando, gli sguardi fermi e decisi a non cedere. Poi lui fece dei passi indietro e cominciò a guardarla. Dovette ammettere che era una ragazza molto bella, la camicia ormai zuppa aderiva sui fianchi snelli mostrando le forme sinuose, i boccoli ormai erano stati resi lisci dalla pioggia e le incorniciavano il viso in modo davvero sexy, le labbra erano carnose e molto rosse il quel momento, le guance chiare adesso erano lievemente rosse, probabilmente si era resa conto che lui la stava fissando. Summer dal canto suo lo stava ammirando a sua volta, era bellissimo, o meglio lo era sempre, la maglia bagnata sembrava una seconda pelle per quanto gli aderiva, i capelli bagnati che cadevano sugli occhi gli conferivano un’aria misteriosa e sensuale. Tuttavia quella situazione era imbarazzante e lei voleva darci un taglio.

<< Smettila di fissarmi ! >> ordinò con voce stridula

<< Io non ti sto fissando >> si difese lui

<< Stai mentendo come al solito ma in questo momento non mi importa. Sono stufa di questa, comincio ad avere freddo e vorrei andare in un posto dove posso dire di avere un tetto sulla testa >>

<< Non mento, c’è di meglio da guardare. Comunque andiamo dai, prima arriviamo prima dovrò smettere di sentire le tue lamentele su ogni cosa >> disse roteando gli occhi, voltandosi e ricominciando a camminare

Summer non gli rispose neppure, era troppo arrabbiata in quel momento e non aveva alcuna voglia ne di dialogare o litigare con quell’antipatico che si divertiva a irritarla come non mai nessun altro era riuscito a farlo. Lui riusciva a far emergere un lato di lei che non credeva neanche di possedere, lui diceva che lei era patetica eppure in quel momento la rendeva forte come non mai, le dava la grinta per rispondergli, tenergli testa, farsi valere, dimostrargli che lei era in grado di farsi sentire. Nessun bullo ci era mai riuscito, tutti la intimorivano e lei si faceva intimorire da tutti, a volta anche dai suoi stessi amici, soprattutto da Zach quando lui la fissava con i suoi occhi grigi. Julian invece, la metteva si a disagio, a volte le faceva paura, ma a volte riusciva a farla diventare forte. Non riusciva a capire perché, a volte era come se lui la completasse, come se loro due fossero due metà di un qualcosa e quel pensiero la terrorizzava, non riusciva a elaborare un Julian e lei, non esisteva e poi anche se lui l’aveva salvata parecchie volte, l’aveva uccisa dentro con le sue parole intrise di cattiverie, l’aveva allontanata dagli altri, dai suoi genitori e dal suo fratellino Cam. Non sapeva se l’avrebbe mai perdonato, era ancora presto per deciderlo, a quanto pareva doveva passare ancora molto tempo in sua compagnia, sarebbero accadute altre cose belle o brutte neanche questo sapeva. L’unica cosa certa era che doveva stare molto attenta, con Julian non conveniva abbassare la guardia. Camminarono ancora molto tempo fino a quando poi non uscirono dal bosco e si trovarono di fronte un sentiero con dei cartelli che indicavano tre diverse direzioni. Uno indicava verso sinistra e diceva “ Bosco degli Spiriti”, un altro indicava verso destra e diceva “Città delle Ombre”, e un altro indicava verso … l’alto ? e diceva “Blue Moon Water”. Summer era sempre più sconcertata e sempre più vogliosa di andare via da quel luogo apparentemente così sinistro e oscuro.

<< Dove dovremmo andare ? >> chiese

<< Sono indeciso >> disse pensieroso

<< In che senso sei indeciso >>

<< Vedi, tu hai visto i film di Harry Potter ? Le scene dove le scale si muovono ? >>

<< Si, le scale si muovevano a loro piacimento >>

<< Ecco, la stessa cosa vale per questi cartelli, a volte girano e indicano la direzione sbagliata o il posto sbagliato. Ecco, se non ricordo male, dobbiamo spostare i cartelli e metterli nelle posizioni giuste. In questo modo potremmo creare una specie di passaggio e arriveremo anche prima a casa mia. >>

<< Tu ricordi in che modo dovremo spostarli ? >>

<< Non proprio, anche i luoghi a volte cambiano il posto, è una sorta di protezione. >>

<< Protezione da cosa ? >>

<< E’ complicato. >> Julian rispose con aria assente e Summer capì che era meglio lasciar perdere.

<< Beh proviamoci, i cartelli non si sposteranno da soli >> lo incitò e poi fece un gesto inaspettato, gli prese la mano.

Lo trascinò verso i cartelli. Julian arrossì lievemente, non se lo aspettava. Tuttavia si lasciò trascinare e le lasciò andare la mano solo quando furono davanti ai cartelli.

<< Dobbiamo seguire un ragionamento specifico, abbiamo varie scelte, che dobbiamo fare ? >> chiese Summer

Julian sorrise di nuovo, lei aveva usato il “Noi”, questo lo rendeva felice e non sapeva bene il perché.

<< Perché lo chiedi a me ? >> le chiese

<< Tu sei esperto in queste cose, non io. Io non so niente di questo posto, tu invece ci sei cresciuto. >> gli rispose con tono ovvio

<< Ok, allora dobbiamo fare un ragionamento logico. Allora uno dice “Bosco degli spiriti” tu vedi un bosco per caso ? >> le chiese guardandosi intorno

“Bella domanda” pensò Summer, intorno a loro a parte il “il bosco delle ninfe” non c’erano altri boschi, guardò in alto passandosi una mano tra i capelli. A un certo punto cominciò ad osservare le nuvole, alcune erano a forma di … albero ? Le serviva una seconda opinione.

<< Julian, quelle nuvole non hanno la forma di alberi ? >> chiese Summer

Julian guardò il punto indicato e dovette ammettere che avevano la forma di un bosco. Se non ricordava male, gli Spiriti nascondevano il loro bosco nei posto più impensabili, quindi non doveva rimanere sorpreso se avessero deciso di nascondere il loro bosco dietro le nuvole. Perciò prese il cartello e lo posizionò in modo che indicasse il cielo. Il cartello brillò, avevano indovinato. Summer aveva indovinato.

<< Brava pivella. >> si congratulò

Summer gli fece la linguaccia << A quanto pare qualche volta i lampi di genio vengono anche a me >>

<< A quanto pare >>

Si scambiarono uno sguardo e questo li fece arrossire. Che cosa mi sta succedendo ?, pensarono. Julian deglutì, questo non era normale o almeno non per lui. Doveva accelerare un po’ i tempi, risposarsi e magari queste sensazioni se ne sarebbero andate così come erano arrivate.

Tossì e poi disse << Diamoci una mossa >>

<< Concordo, ha smesso di piovere ma sono ancora zuppa e comincio ad avere freddo >> concordò Summer

In quel momento Julian si rese conto di essere davvero impazzito. Si era ricordato che sotto il suo giubbotto di pelle, ormai fradicio, aveva una larga felpa, asciutta. Si tolse il giubbotto e poi si tolse anche la felpa e la poggiò sulle spalle della ragazza che arrossì. La felpa di Julian era larga per lei, ma era nera e calda e in un certo senso la faceva sentire protetta, al sicuro.

<< Grazie >> disse

<< Figurati >> disse lui rimettendosi il giubbotto

<< Adesso ho meno freddo ma voglio comunque andare via da qui. Sono stanca >>

<< Lo so. Continuiamo >> disse voltandosi verso i cartelli

Il prossimo cartello diceva “ Blue Moon Water”.

<< Scusa che significa ? >> chiese Summer confusa

<< Devi sapere che questo luogo si basa sui cinque elementi in natura e … >>

<< Ma non erano quattro ? >> lo interruppe lei

<< Tecnicamente si, ma qua vivono anche gli spiriti, vedi gli abitanti di “Blue Moon Water” hanno come fonte dei loro poteri l’acqua, infatti è un quartiere abitato da sirene e persone che hanno l’abilità dell’acqua. Gli Spiriti invece usano le nuvole, il quinto elemento per gli asiatici. Poi ci sono i demoni, che adoperano il fuoco, le ninfe e i licantropi la terra e gli Uomini Ombra e i vampiri l’aria. Dobbiamo spostare il cartello nella direzione in cui vedremo più fonti d’acqua possibili >> spiegò Julian

Adesso si che Summer era davvero sconcertata, vampiri, sirene, spiriti. No, non credeva che ce l’avrebbe fatta. Comunque c’era tempo per quello, cominciò a guardarsi intorno di nuovo ma non vedeva niente. Julian si passò una mano tra i capelli bagnati e in quel momento ebbe un’idea, impossibile, lo sapeva ma che in quel momento poteva essere una possibilità.

<< Dobbiamo indicare la terra >> sussurrò

Summer lo sentì ma non capiva dove volesse andare a parare << Che vuoi dire ? Perché dobbiamo indicare la terra ? >>

<< Pensaci bene, ha appena piovuto, la terra è bagnata, ci sono pozzanghere da tutte le parti, c’è acqua. E loro hanno bisogno di essa. >>

Detto questo spostò il cartello verso la terra e quest’ultimo brillò. E anche questo è andato. Summer si chiedeva perché continuava a stupirsi, là l’anormale diventava normale e per quanto poteva esserne terrorizzata doveva farci l’abitudine se non voleva perdere la testa. Ora mancava un ultimo cartello, diceva “Città delle Ombre”.

<< Chi abita lì ? >> chiese

<< Io >> rispose

<< Bene e come dovremo cercare la tua città ? >> chiese

<< Come ti ho già detto noi dominiamo l’Aria, ma anche il buio, l’oscurità e di solito viaggiamo soli. Dobbiamo cercare qualcosa che stia solo, un qualunque oggetto, quello sarà la chiave e poi potremo andare avanti >>

Summer e Julian cominciarono a guardarsi intorno ma non riuscirono a trovare nulla. Qualcosa che viaggia solo, qualcosa che è stato isolato da un gruppo, qualcosa che è stato respinto, qualcosa come … Me, pensò Summer. Lei, pensò Julian. Ma certo. Summer in un certo senso stava da sola, Julian non era suo amico, e non era umano, lei era sempre stata allontanata dagli altri, messa da parte a volte anche dai suoi amici, abbandonata durante il gioco. I due si scambiarono un altro sguardo, questa volta sorridersi a vicenda fu inevitabile. Spostarono il cartello verso di lei, il cartello brillò e poi davanti a loro apparve un chiave d’oro. Julian la prese, e poi prese la mano di Summer e cominciò a guidarla sul sentiero che era appena apparso davanti a loro. Camminarono per qualche altro quarto d’ora fino a quando giunsero davanti a un alto cancello nero.

Julian si avvicinò per poi dire << Ostia tenebrosa aperite ! Predator vult intrare ! ( Porte tenebrose apritevi ! Il predatore vuole entrare !)

A quel punto le porte si aprirono e davanti a loro adesso c’era una specie di città, ma non una normale, una città tipo paese delle fiabe.

<< Bene, adesso siamo nel quartiere degli Uomini Ombra. Adesso non dovrebbero esserci altre complicazioni. Andiamo >> la incitò con un gesto secco della mano

Summer lo seguì. Continuarono a camminare ancora, nel frattempo Summer si guardava intorno. Le case erano all’apparenza piccole ma chissà se dentro invece erano più grandi. Ormai non si sarebbe stupita più di niente. Poi le case  erano abbastanza simili, sembravano fatte tutte di ottone, con giardini abbastanza ampi, pieni di fiori e alberi. Se non fosse stato per la consapevolezza di essere in un mondo delle Tenebre avrebbe creduto di essere Alice nel paese delle meraviglie. Tuttavia qualcosa non le quadrava, Jenny le aveva spiegato che di solito gli Uomini Ombra erano respinti per la loro indole distruttiva, eppure da quando era arrivata non le sembrava così, che fosse un’altra delle sue bugie ? Prima aveva anche parlato di una protezione, ma da cosa dovevano proteggersi ? Insomma loro non erano umani, avevano dei poteri, erano molto forti, astuti e soprattutto cattivi, spregevoli e senza alcuno scrupolo. Il puzzle non era ancora completo e lei sentiva il bisogno di saperne di più.

<< Julian ! >> lo chiamò per attirare la sua attenzione

Julian non si voltò verso di lei tuttavia emise una specie di mormorio come per farle capire che la stava ascoltando.

<< Julian, qualcosa non mi quadra … >> iniziò lei titubante

<< La tua testa ? >> chiese lui ironia ma senza cattiveria

<< Julian, ti prego. Sii serio per un secondo >>

<< Ok. Cosa vuoi sapere ? >>

Summer non avrebbe mai voluto pronunciare quel nome, sembrava strano ma non voleva ferirlo, da quel che poteva aver intuito Jenny doveva aver fatto qualcosa di molto brutto nei suoi confronti, ma purtroppo non aveva altra scelta.

<< Jenny, mi ha raccontato tutto. O almeno mi ha detto che voi Uomini Ombra siete respinti dagli altri mondi a causa della vostra indole. Ma allora perché da qui si potevano vedere altri mondi ? >>

<< Noi non siamo solo una specie distruttiva. Noi non godiamo solo a fare del male, ma ci piace anche osservare cosa accade negli altri modi, solo così abbiamo potuto imparare tanto e soprattutto solo così avremmo potuto imparare il Dominio dell’Aria. Tuttavia, diciamo che attualmente siamo riusciti a stringere un’alleanza momentanea. Non chiedere il perché , non ti risponderò, anche io ho i miei segreti e per quanto mi piaccia conoscere quelli degli altri, sbatterglieli in faccia oppure usarli contro di loro per ricattarli a volte persino io riconosco l’importanza della parola “privacy” >>

Summer era ancora più confusa di prima. Però di una cosa era sicura, avrebbe indagato, quelle risposte evasive di Julian non le bastavano. Niente di ciò che avrebbe mai detto Julian le sarebbe mai bastato, la verità è che non si fidava di lui, era un bugiardo, un imbroglione e poi aveva sempre cercato di fregarla. Avrebbe indagato, avrebbe cercato di farsi qualche alleato, per quanto sarebbe stato difficile farsene il quel posto, qualcosa le diceva che lei non era l’unica scema ad essere stata catturata da quelle creature mostruose. Ora che ci stava pensando, chissà se lei sarebbe mai tornata a casa ? Probabilmente no, ormai i suoi amici la credevano morta, e a breve tutti avrebbero creduto la stessa cosa Di certo lei non avrebbe mai potuto riavere la vita di prima, questa è un’esperienza che le avrebbe cambiato la vita per sempre ed era sicura che nemmeno lei sarebbe più stata la stessa. Magari Julian l’avrebbe lasciata andare se Jenny avesse perso, o se in un futuro lei lo sceglierà. Julian e Jenny. Un colpo al cuore, come se quel pensiero le avesse fatto male e ancora una volta non riusciva a capire il perché. Era stanca di non capire le cose, stanca di essere sempre a un passo dalla verità e che poi mille domande e dubbi l’allontanassero ancora di più. Ormai non era più sicura di niente, non sapeva come tornare a casa, se un giorno sarebbe tornata, se avrebbe rivisto la sua famiglia, cosa stava succedendo in quel paese strano perché una razza solitaria sentisse improvvisamente il bisogno di alleati, se un giorno Jenny e Julian si sarebbero messi insieme, se Zach le voleva bene, se magari avrebbero avuto una chance in futuro e soprattutto, non aveva idea di quello che provava per Julian.

  
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