Anime & Manga > Nana
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Autore: Ocean_09    27/09/2012    0 recensioni
Nana. Come la immagino io. Un po' intercalata nei miei panni, magari, ma tanto, più simili di così...?
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nana Osaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sera, quando tornai a casa, non sapevo che era prevista una dolce e gigantesca cena di famiglia, o, per essere precisi, di ostello. Mi venne quasi la nausea a vederli tutti lì, riuniti, ridendo e scherzando, sentendomi un peso e un fastidio. Mi venne alla mente la possibilità che magari stessero parlando di me, magari dicendo “Speriamo che non venga! Non voglio quella tizia in mezzo ai piedi anche stasera …”. Dopo di questa, non riuscii a entrare nella sala e manifestare la mia presenza, così feci retromarcia e mi avviai verso la mia camera.
In quei giorni ero talmente occupata, che non fumavo quasi più. L’astinenza si faceva sentire e alle volte al negozio, la cassa si trovava scoperta perché io, in un attimo di auto convincimento, ero sgattaiolata fuori di nascosto per fumarmi una Seven in santa pace, e poi farmi fare il cazziatone dal proprietario, che mi minacciava dicendomi che, se in uno di quei momenti, qualcuno avesse svuotato la cassa, avrei dovuto pagare tutto io, di tasca mia.
Sdraiata sul letto, avvolta in una coperta, con le cuffie nelle orecchie e una sigaretta spenta per terra, mi ero addormentata.
Sentii un leggero senso di freddo o solletico, non ricordo, sull’intero braccio. Aprii gli occhi di scatto e vidi quel tizio che mi stava … Oh Cristo, non lo so … Magari mi sono sbagliata. Ma sembrava proprio mi stesse accarezzando il braccio. No, va bene, ne sono sicura: il suo polpastrello bianco andava avanti e indietro sul mio braccio scoperto. Capii che mi stava accarezzando il tatuaggio. Quando avevo aperto gli occhi, l’avevo visto, quasi in trans, che guardava solamente quello, percorrendone i contorni. Avevo aperto solamente gli occhi, il resto del mio corpo non si era mosso e lui era talmente preso dalla sua analisi che non se ne accorse, ma l’odore della paura riempì il poco spazio che c’era attorno a noi. Si risvegliò dalla sua trans e mi guardò in volto, spaventandosi a morte quando vide che lo stavo fissando. Vidi il bianco attorno ai suoi occhi e poi lo vidi che si alzava velocemente dallo sgabellino che aveva messo ai piedi del mio letto, ribaltandolo dall’agitazione. Alzò le mani a mo’ di rapina e mi disse, affrettato e balbuziente: < No … Non è come pensi. Mi hanno mandato a chiamarti, e io … Beh, non so … Praticamente stavo guardando quel coso … Sì, quel tatuaggio, no?! >. Non volevo dirgli che mi stavo divertendo, così lo guardai il più trucemente possibile e sibilai: < Prova ancora a toccarmi e vedi che quella mano preferiresti non avercela proprio >.
Rimasi lì in piedi, ferma, e aspettai che se ne andasse. Afferrò e si diresse verso la porta, girandosi poi per mormorare: < Fiori di loto? >.
  
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