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Autore: Dorothea    16/04/2007    8 recensioni
Con la scusa di voler distruggere gli Horcrux e salvare il mondo, anziché frequentare il settimo anno, Harry parte in cerca di (dis)avventure.
Non sarà solo però, a rendere le sue peregrinazioni ancora più deliranti di quanto non siano già ci saranno uno svitato membro dell'ordine, una capra puzzolente, una cinesina in cerca di vendetta, un bulgaro dal vestito imbarazzante e ovviamente Ron ed Hermione. Senza contare l'intelligence decisamente poco intelligente di stanza a Hogwarts.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Capitolo 2

Capitolo 2
Attacco a Privet Drive
( e non è che il trio stia facendo lavori con la colla )

    I giorni passavano tranquilli e felici, il triumsvitato trascorreva le sue giornate godendosi le vacanze, le mattinate erano spesso dedicate al gioco degli indiani. Harry interpretava il capo indiano Fronte Deturpata mentre Ron e Hermione erano rispettivamente Fuoco Fedele e Cespuglio Saggio; al pomeriggio invece ingaggiavano spesso cruente guerre a base d’acqua e pomodori. Quando invece non erano impegnati in questi giochi ricreativi(?) trascorrevano tranquille ore di relax a coltivare i loro hobby: Hermione studiava qualche voluminoso tomo, Ron guardava le pubblicità in televisione mentre Harry, scemo com’era, passava il suo tempo nell’orto a domandarsi come mai i sui hobby non facessero frutti.
    Alla vigilia del compleanno di Harry, Hermione venne svegliata da Ron che, sotto la doccia, cantava “Quando i mangiamorte fanno oh” con voce stonata. Si rigirò sonnolenta nel letto quando un urlo di Harry la destò facendola cadere dal letto.
    La ragazza si rimise in piedi allarmata, afferrò la bacchetta che teneva sul comodino e corse in aiuto dell’amico.
    « Resisti Harry, vengo a salvarti! » gridò cercando di imboccare la porta che dava sul corridoio, ma imboccando invece quella che dava allo sgabuzzino delle scope. Uno spazzolone dalla consistenza robusta la colpì forte sulla testa facendola cadere a terra.
    « Ahio! » gemette massaggiandosi il punto in cui era stata colpita « Mi sfugge il motivo per cui abbiano costruito lo sgabuzzino in camera… » borbottò alzandosi e correndo verso la porta giusta. Una volta in corridoio andò a sbattere con violenza contro Ron che, ancora gocciolante, era uscito di corsa dal bagno stringendosi un asciugamano in vita con una mano e reggendo una spazzola nell’altra. I due rovinarono a terra in un groviglio unico.
    « Ron, sta attento a dove vai! » lo rimproverò Hermione.
    « Ehi, ero io quello che aveva la precedenza, venivo da destra! » ribattè Ron alzandosi in piedi.
    « Si, ma la tua era una strada secondaria! » protestò la ragazza alzandosi a sua volta « Dovevi lasciar passare prima me. »
    « C’è qualcuno che ha visto la scena è può fungere da testimone? » chiese Ron guardandosi intorno.
    « Io fungo! » si offerse un porcino dall’aria velenosa.
    « Lascia perdere i testimoni e andiamo ad aiutare Harry » e ripresero a correre in direzione della camera dell’amico lasciando che il fungo si lamentasse per essere stato chiamato per nulla.
    « Che succede Harry? » chiese appoggiandosi allo stipite per riprendere fiato, stremata per aver fatto tre lunghissimi metri di corsa.
    Harry era in un angolo della camera indicando con dito tremante Edvige nella sua gabbia « Credo che abbia una qualche rara malattia » biascicò con voce tremante « C’è della roba nella sua gabbia che ieri sera non c’era. »
    « Non è che devi semplicemente pulirla? » ipotizzò Hermione avvicinandosi all’animale « Ma Harry! Non ha nulla che non vada » disse sorridendo sollevata quando ebbe guardato nella gabbia « Ha semplicemente avuto le uova. »
    Harry e Ron si avvicinarono alla gabbia con occhi meravigliati. Edvige se ne stava appollaiata nella sua gabbia covando felicemente otto uova bianche.
    « Ma dai, questa si che è una sorpresa » esclamò allegro Ron facendo cadere l’asciugamano per la meraviglia. Harry si schermò gli occhi intimando a Ron di ricoprirsi e informandolo che se avesse voluto vedere gli elefanti sarebbe andato allo zoo.
    Quando Ron si fu coperto Harry si rivolse all’amica con aria perplessa « Ma come è possibile che Edvige possa aver fatto le uova? Ci troviamo di fronte a qualche cosa di innaturale. »
    « Perché mai? » gli chiese Hermione non capendo che blaterasse l’amico « E’ normale che un uccello femmina faccia le uova. »
    « Mi stai dicendo che Edvige è una femmina? » urlò Harry sorpreso « Mamma mia, non si smette mai d’imparare. »
    « Scusa, ma pensavi fosse un maschio? Se è così perché le hai dato un nome femminile? »
    « Mi stai dicendo che Edvige è un nome femminile? » urlò nuovamente « Accidenti, non si smette davvero mai d’imparare. Piuttosto, sapete cosa implica l’avere uova di civetta in casa? » chiese poi guardando gli amici.
    « Che fra circa trentadue, trentaquattro giorni, ovvero il tempo di incubazione alla quale come cita Storia di Hogwarts, prende parte solo la femmina, nasceranno dei pulcini a cui entrambi i genitori provvederanno per cinquanta, sessanta giorni? » provò a rispondere Hermione dando sfoggio delle sue enciclopediche capacità.
    « No… significa frittate per colazione ! » esclamò gioioso Harry estraendo una padella dalle mutande.
Mezz’ora dopo il triumsvitato sedeva al tavolo della cucina gustandosi le frittate di uova di Edvige.
    « Però, sono buone » commentò Ron con la bocca piena.
    « Ne vuoi un altro po’ ? » gli chiese Harry porgendogli la padella.
    « Si, perché no » Ron prese la padella che Harry gli porgeva e si verso un’altra dose generosa di frittata nel piatto.
    « Non so se abbiamo fatto bene… » disse Hermione rimestando tristemente la sua porzione con la forchetta « Dopotutto erano le uova di Edvige, non di un pollo qualunque. »
    « Già, forse non avremmo dovuto » disse Harry aggrottando leggermente le sopracciglia « Magari quelli dell’Emporio del Gufo me li pagavano bene i pulcini… del resto però non abbiamo il tempo di allevare piccoli di civetta » concluse infilandosi in bocca un boccone dalle dimensioni ragguardevoli.
    « Certo che non hai nessun rispetto per la tua civetta » lo riprese Hermione severamente.
    Finita la speciale colazione, Hermione con un colpo di bacchetta fece volare nell’acquaio i piatti sporchi.« Bene » esordì una volta lavato il lavabile « Se stasera vogliamo fare una cena per concludere degnamente le nostre vacanze estive e allo stesso tempo approfittarne per festeggiare Harry, dal momento che domani non ne abbiamo il tempo, bisogna fare la spesa. A questo ci penserò io » aggiunse prima che Ron ed Harry potessero dire qualche cosa « Harry non può certo mettere il naso fuori di casa, sarebbe pericoloso, mentre Ron non potrebbe di certo accollarsi una responsabilità così grande, con la conoscenza che ha del mondo babbano va a finire che torna a casa fra tre mesi con una scorta di granchi da corsa. »
    « Quindi noi che facciamo? » chiese Harry mentre Ron si domandava se il discorso di Hermione non sottointendesse una scarsa fiducia in lui.     « Voi intanto potete preparare il budino, ho visto che nella credenza c’è un preparato facile da fare. »
    « Sicura che sia facile? » chiese Ron ansioso.
    « Certamente, basta seguire le indicazioni riportate sul retro della scatola, anche un idiota ci riuscirebbe » lo tranquillizzò la ragazza « Cosa devo prendere al supermercato? »
    « Salame? » propose Ron.
    « No Ron, niente salame, non voglio un ragazzo cannibale. »
    « Il pollo » disse Harry mentre Ron rifletteva sulle parole di Hermione « Ho sempre desiderato mangiare del pollo arrosto ma la zia mi ha sempre e solo dato le ossa. »
    « Insalata russa » disse Ron rinunciando a capire le oscure e enigmatiche parole che ogni tanto Hermione pronuncia « A meno che gli altri alimenti del frigo non preferiscano dormire in pace. »
    « Vino » aggiunse Harry « Una festa non è una festa senza dell’alcool. »
    Alcuni minuti dopo, partita Hermione, i due amici si diressero in cucina pieni di così tanta buona volontà che se la McGranitt li avesse visti sarebbe svenuta per la sorpresa. Trovata la scatola del budino si misero al lavoro.
    « Ci vogliono mezzo litro di latte » lesse Harry sulla confezione.
    « Bene » disse Ron dirigendosi verso il frigo. Ne tirò fuori un litro di latte che poi tagliò in due con la motosega « Poi? »
    « Aggiungere il composto. »
    I bravi fessi, che hanno delle capacità culinarie inferiori perfino a quelle dell’autrice ( il che è tutto dire ), avevano una delicatezza pari a quella di un dinosauro nel rimestare il composto che in pochi minuti si riempì di grossi grumi.
    « E con tutti questi agglomerati di cioccolato che si fa? » chiese Ron guardando sconsolato i grumi.
    « Boh » rispose Harry « Freghiamocene. »
    « Bravo, così poi Hermione non si lascerà fuggire l’occasione per ribattere che non facciamo le cose con serietà » lo riprese Ron.
    « Sarebbe ingiusto da parte sua, non stiamo facendo il budino raccontando barzellette. »
    « Li scioglierò con la magia » decise Ron estraendo la bacchetta.
    « Sei sicuro che sia una buona idea? Non so quanto sia saggio mischiare magia e composti babbani. »
    « Non temere, so quello che faccio » cercò di tranquillizzarlo Ron.
    « E’ proprio questo che mi preoccupa. »
    Ignorando Harry e i suoi timori, Ron immerse la punta della bacchetta nel liquido mescolando lentamente. All’improvviso la miscela prese a ribollire furiosamente crescendo sempre di più.
    « Ron, che diamine hai fatto?! »
    « Niente! »
    « Come niente? L’immagine dimostrativa sulla scatola mi sembra ben diversa dal nostro budino » esclamò Harry impanicato tendendogli la confezione.
    « L’immagine è a puro scopo dimostrativo » disse Ron indicando la dicitura « Non rappresenta la realtà. »
    « Si, ma guarda quella reale di realtà » gemette Harry indicando il budino che ormai straboccava dalla pentola e aveva raggiunto le dimensioni di un canotto a sei posti.
    « Possono esserci tracce di noci » lesse Ron prima di alzare gli occhi dalla scatola. Sbattè gli occhi sorpreso guardando l’enorme budino che troneggiava sul fornello, spostò lo sguardo sulla scatole e poi tornò a guardare il budino « Ma non dovevano essere tre/quattro porzioni al massimo? »
    In tutta risposta il budino ruggì.
    « Oh mamma aiuto! » gemette Harry « Non voglio concludere la mia vita finendo in pasto a un budino gigante! »
    « Lo fermo io! » esclamò Ron tornando dalla rimessa con un remo della barca di zio Vernon. Quando ha avuto il tempo di andare nella rimessa?Va be’, chi se ne frega di questi futili particolari.
    « Prendi questo, bruto » lo colpì Ron con potenza « Io ti ho creato e io posso distruggerti. »
    Il budino però non sembrava avere molta intenzione di farsi distruggere da Ron dal momento che saltò addosso al ragazzo e lo inglobò in pochi istanti.
    « Oh no Ron, che dirò ora a tua madre? Mi spiace signora Weasley, ma suo figlio è stato inglobato dal mio budino di compleanno? » gemette Harry guardando la mano di Ron, unica parte del ragazzo a non essere alla mercé del mostro, che ancora colpiva furiosamente il budino con il remo.
    In quell’istante tornò Hermione, al cui confronto Flash è un bradipo « Eccomi, ho fatto in fretta, non c’era per niente file e… » si interruppe nel vedere Harry che si chiudeva nel frigo per la paura e Ron ( o quello che di lui ancora si vedeva ) che combatteva contro una massa enorme e gelatinosa « Oh santo cielo, possibile che non possa lasciarvi soli alcuni minuti che combinate dei disastri? » protestò la ragazza. Estratta la bacchetta Hermione gettò un fuoco lilla contro il budino che gemette con voce stridula lasciando andare il ragazzo e scappando dalla finestra per la paura.
    « Ron stai bene?» chiese accorrendo dal ragazzo che sputacchiava e si puliva la faccia dai resti di budino.
    « Sono stato meglio » biascicò Ron « Però, non capita tutti i giorni di essere aggrediti da un budino gigante, ne avrò di cose da raccontare ai nostri nipotini. »
    « Fossi in te non le racconterei, non mi sembra una gran cosa dimostrare ai nostri nipotini che hanno un nonno scemo » fu il commento di Hermione.
    « Dov’è Harry? » chiese Ron non vedendo l’amico in giro.
    « Si era rinchiuso nel frigo. »
    Aperto il frigo trovarono l’amico che era ormai ridotto ad un pezzo di ghiaccio ( complimenti alle capacità congelative del frigo di zio Vernon ) e dovettero metterlo al sole in giardino per far si che si sciogliesse, raccontando ai vicini curiosi che si trattava di un uomo primitivo ritrovato di recente nei ghiacciai dell’Himalaya.
    Quella sera, dopo esser riusciti a scongelare il protagonista, i tre amici organizzarono una cenetta prima di lasciare Privet Drive una volta per tutte. Harry, Ron e Hermione si stavano sbafando un lauto banchetto, che deduco sia stato cucinato da Hermione, dal momento che, viste le avventure con il budino, dubito possa essere opera di Ron o di Harry. I tre scemi avevano deciso di dedicarsi al lusso e avevano utilizzato le suppellettili più preziose di zia Petunia per apparecchiare la tavola. Ci credo che le suppellettili siano più preziose, non mi è mai parso che Petunia fosse ricoperta d’oro o incastonata di gioielli.
    « Harry » chiese Ron con la bocca piena « Mi passi l’insalata russa? »
    « Di’ la parola magica » disse Harry.
    « Ah, già. Mi passi l’insalata russa per favore? »
    « Non intendevo quello » spiegò Harry «Voglio dire, sei maggiorenne, puoi prendertela da solo con l’incantesimo d’appello. »
    « Hai ragione » ammise Ron estraendo la bacchetta con entusiasmo; un entusiasmo che urtò uno dei bicchieri di cristallo di zia Petunia e lo frantumò in mille pezzi. « Accio insalata russa! »
    La magia però è una scienza esatta e se vuoi combinare qualche cosa devi dire le cose con precisione, altrimenti finisci come quel mago che si ritrovò un bufalo sullo stomaco. Fatto sta che all’ordine di Ron il piattino non si mosse, ma tutto il suo contenuto schizzò in faccia al ragazzo.     « Ron, ma questi sono errori da maghi dilettanti » lo rimbeccò Hermione porgendogli un tovagliolo. Harry nel frattempo rideva come un ossesso per la scena a cui aveva appena assistito.
    « Harry, vacci piano con il vino » lo mise in guardia Hermione.
    « Non preoccuparti Hermione, lo bevo da fermo » e si scolò un altro bicchiere colmo.
    « Ehi, lasciane un po’ anche a me! » protestò Ron « Accio vino! »
    Allo stesso modo di prima la bottiglia rimase immobile e il vino inondò il ragazzo. Harry cadde dalla sedia in preda agli spasmi delle risa, pochi istanti dopo si risedette in lacrime in quanto si era appena reso conto che tutto il vino era finito e non per merito della sua sete.
    Ron si asciugò la faccia e borbottò irritato perché non era riuscito a berne nemmeno una goccia, mentre Harry si, e tanto pure, a giudicare da come era sbronzo. Hermione tentò di rassicurarlo « Dai Ron, non tenere il muso, mangia qualche cosa prima che si freddi tutto. Magari dopo potremmo scassinare il mobiletto degli alcolici dei Dursley » propose facendo saltellare Harry di gioia.
    Deciso a seguire il consiglio dell’amica, Ron puntò la bacchetta verso il volatile arrosto « Accio pollo! » All’improvviso Harry si alzò in volo e atterrò di peso sopra l’amico facendolo ribaltare a terra; nella caduta Ron si aggrappò nella tovaglia e sparecchiò completamente la tavola.
    « Devi specificare che è arrosto » sospirò Hermione guardando sconsolata la tavola vuota. I due ragazzi intanto cercavano di districarsi dalla tovaglia, dalle stoviglie miseramente rotte e dai cibi non ancora gustati lanciando maledizioni e, nel caso di Harry che aveva bevuto troppo vino, ridendo stupidamente.
    Finita per modo di dire la cena, Hermione si prese l’incarico di far passare la sbornia ad Harry, nel frattempo Ron guardava estasiato la pubblicità in televisione. Quando finalmente Harry fu tornato normale, sempre per modo di dire, Hermione si accorse con orrore che mancava solo mezz’ora allo scoccare della mezzanotte.
    « Aaaaahhhh!» strillò allarmata « Abbiamo poco tempo a disposizione per abbandonare la casa prima che la protezione cessi, bisogna affrettarsi! Muoversi muoversi muoversi! » e con urla imperiose intimò ad Harry di preparare i suoi bagagli.
    Harry stava riponendo in valigia i calzini che puzzano se lavati quando Hermione fece capolino nella sua stanza con un elmetto militare in testa « Forza Harry, non abbiamo ancora molto tempo! » lo incitò ansiosa.
    « Abbiamo ancora dieci minuti » le fece notare Harry mettendo in valigia la corda per saltare « E poi non è che a mezzanotte in punto la casa di auto distrugge. »
    « Sei scemo allora » lo aggredì la ragazza dandosi una sistemata all’elmetto « Se io fossi Voldemort farei appostare i mangiamorte intorno alla casa per poterla attaccare non appena svanisce la protezione. »
    « Comunque sono pronto » disse Harry afferrando il proprio baule trascinandolo giù per le scale.
    Mentre scendeva rapido gli scalini sentì il legno rompersi e la gamba sprofondare all’interno della scala. Ricordandosi che lo scalino che scompare c’è solo a Hogwarts, capì allora che i Dursley dovevano aver fatto economia sui materiali per la scala, che a quanto pare si era rotta e lo aveva fatto nel momento meno opportuno.
    « Ma porc… aiuto, liberatemi! »
    « Oh no, proprio adesso devono accadere queste cose! » gemette Hermione dalla cima delle scale.
    « Ti libero io, Harry » disse pronto Ron sbucando dal salotto « Incendio! » Il legno prese subito fuoco.
    « AHA! » strillò Harry mentre le fiamme lo circondarono immediatamente.
    « Ron, ma che ti salta in testa?! » strillò a sua volta Hermione.
    « Volevo far bruciare il legno intorno a lui » si giustificò Ron.
    « Ma così finisci per bruciare pure Harry! »
    « Credevo che l’incendio bruciasse solo il materiale legnoso » disse Ron perplesso.
    « Ti sei bevuto il cervello? Quello brucia qualsiasi cosa! »
    « Cosa significa “bevuto il cervello”? Che immagine schifosa. »
    « E’ un modo di dire. »
    « Sentite voi due, avete intenzione di chiacchierare finché non vado arrosto o pensate di liberarmi? » li interrupe Harry ancora circondato dalle fiamme e con la gamba imprigionata.
    « Oh scusa Harry, ci eravamo dimenticati di te! » disse Hermione.
    « E’ confortante saperlo » sospirò Harry mesto mentre l’amica spegneva le fiamme con un estintore trovato chissà dove.
    Pochi minuti dopo essere riusciti a liberare Harry dalla scala bastarda, un orologio in lontananza batté dodici rintocchi, al che la carrozza di Harry tornò ad essere una zucca e la protezione di Lily cessò di operare. Subito bussarono alla porta. I tre si fissarono l’uscio immobili e con occhi sgranati. Bussarono nuovamente.
    « Secondo voi chi è? » chiese Harry con un sussurro.
    « Uno scocciatore » rispose Ron a sua volta sussurrando « Data l’ora. »
    « Per me non è nulla di buono » sussurrò Hermione « Facciamo finta di non esserci. »
    Bussarono nuovamente.
    « Va via! » urlò Ron « Non ci siamo! »
    « E allora chi ha parlato? » chiese una voce mentre Hermione in preda all’esasperazione singhiozzava con la faccia nascosta nelle mani.
    « Ehm… nessuno. »
    « E chi altri ci sono con te? Il “siamo” implica un numero di persone maggiori di uno. »
    « Ehm… niente e nulla. »
    Dopo alcuni minuti di attonito silenzio il misterioso visitatore si rivolse a delle altre persone che evidentemente erano lì con lui « Nessuno dice che Nulla e Niente sono in casa. »
    « Sei scemo? Muoviti a farci aprire. » gli ordinò un compagno.
    « Senti Nessuno puoi aprire? » chiese infine.
    « Perché? »
    « Perché perché… perché vogliamo entrare. »
    « Entrare a far che? »
    « A rapir… cioè volevo dire a consegnare la colazione in camera » mentì.
    « Tutto a posto, Harry » disse Ron rivolgendosi all’amico « E’ solo la colazione. »
    « Tutto a posto che? » sussurrò irata Hermione « A me sembra solo una scusa per entrare. »
    « Hai ragione, meglio controllare » convenne Harry prima di rivolgersi al misterioso visitatore « Cosa mi hai portato? »
    « Brioche e succo di pesca. »
    « Ehi, ma io volevo toast e succo d’arancia. »
    « Infatti questa non è la tua colazione. »
    « E per chi è allora? »
    « Ehm » pensò l’uomo « Per nessuno. »
    « E allora perché la porti? »
    « Harry, sono io Nessuno ricordi? » si intromise Ron.
    « Ah già » convenne Harry « E per me cosa hai portato? »
    « Nulla » rispose l’uomo.
    « Non raccontare balle, Nulla è qui con me » sbottò irato adocchiando Hermione.
    « Mi confondono » piagnucolò l’uomo rivolto ai compagni.
    « Questo perché sei scemo! » lo rimproverò uno « Come ieri quando hai buttato il panino e ti sei mangiato l’incarto. »
    « Esagerato, mi sono solo confuso, dopotutto nessuno è perfetto » tentò di giustificarsi.
    « Avete sentito? » chiese Ron agli amici « Mi ha definito perfetto. »
    « Allora ci muoviamo? » urlò una voce che, con orrore, il trio riconobbe come appartenente a Bellatrix « Sono secoli che siamo qui. »
    « Ma no, sono soli pochi minuti » la corresse un altro mangiamorte.
    « Crucio! » rispose amichevolmente lei « Siete degli incapaci, ci credo che le missioni falliscono con degli idioti come voi. Adesso ci penso io ad occuparmi della questione: portatemi un ariete. »
    « Io sono dei gemelli » disse un Mangiamorte.
    « Io sono dei Pesci » disse un’altro Mangiamorte « E Beppe è del capricorno, mentre Branzone mi sembra sia dello scorpione. »
    « Crucio, crucio, crucio! » ruggì Bellatrix « Basta, entriamo dalla finestra. »
    Un rumore di vetri infranti fece capire al triumsvitato che i mangiamorte stavano cercando di entrare dalla finestra del bagno.
    « Scappiamo! » urlò Hermione strattonando Harry.
    « In televisione ho visto quello che si fa quando persone sgradite ti entrano dalla finestra » disse Ron con voce sapiente « Si chiama la pulizia » e si diresse al telefono.
    I Mangiamorte nel frattempo imprecavano perché il primo a tentare di entrare dalla finestra era stato Joe il Grassone che si era incastrato e aveva bloccato l’accesso, Hermione approfittava del tempo guadagnato per trovare un posto dove nascondere Harry.
    Ron, trovato il numero della “pulizia” sull’elenco, aveva telefonato a “Impresa di Pulizia Stracci e Strofinacci, la risposta a qualsiasi tipo di schifezza” e ora stava parlando con un uomo che pareva decisamente scocciato.
    « Ma come si permette? » brontolò l’uomo assonnato « E’ la mezzanotte passata! »
    « Se era solo per l’ora davo semplicemente un’occhiata all’orologio mica feletonavo a lei » disse Ron « Ho chiamato per dirvi di venire subito, è un’emergenza! »
    « Cosa è successo? » chiese l’uomo allarmato.
    « Niente è in grave pericolo, anche se Nulla lo sta aiutando! »
    « Ma sei scemo? »
    « No sono Nessuno, venite subito a Privet Drive numero quattro più in fretta che potete » riattaccato si precipitò da Hermione che cercava di convincere Harry a nascondersi nel sottoscala.
    « Di nuovo qui dentro no! » gemette Harry « E poi non voglio nascondermi come un coniglio » aggiunse gettando via la carota.
    « Se non ti nascondi rischi che i Mangiamorte ti acciuffino e ti taglino le dita!» lo avvertì Hermione « Poi ti tortureranno graffiando la lavagna con le unghie, ti staccheranno una tibia e ci giocheranno a golf, ti estrarranno il fegato e lo daranno da mangiare al cane del vicino, ti distruggeranno il castello di lego e giocheranno a tris incidendoti la pelle con una forchetta arrugginita. »
    « Mi hai convinto » concluse Harry preoccupato « Ci ho messo mesi a finire quel castello » ed entrò nell’odiato sottoscala.
    Hermione aveva appena finito di chiudere la porta ed appoggiarci la schiena insieme a Ron quando i Mangiamorte uscirono dal bagno.
    « Proprio dalla finestra del bagno dovevamo entrare » brontolava Bellatrix « Se scopro chi ha lasciato il cesso aperto prima gli faccio ripagare la scarpa che ci immerso dentro e poi lo ammazzo. »
    Ron deglutì preoccupato.
    « Tornando a noi » aggiunse mentre i suoi compagni circondavano i due ragazzi « Dov’è Harry Potter? »
    « Non c’è » rispose Hermione con tono di sfida.
    « E’ morto » aggiunse Ron.
    « Accidenti Bellatrix » esclamò un mangiamorte « Siamo stati preceduti. E pensare che il Signore Oscuro si era raccomandato di recapitarglielo ancora vivo e vegetale. Avevo perfino portato il concime. »
    « Smetti di dire scemenze Branzone, per punizione ti sequestro la bambolina delle Superchicche. In quanto a voi due » aggiunse rivolgendosi a Ron e Hermione mentre Mangiamorte Branzone piangeva disperato « Non cercate di ingannarmi, non ci casco. »
    « E se ti facessimo lo sgambetto? » propose Ron.
    Bellatrix lo guardò male « Hai la lingua troppo lunga ragazzo » disse con voce minacciosa.
    « Uh, devo averla fatta allenare troppo con quella di Hermione » ipotizzò Ron pensieroso.
    « Cosa nascondete dietro quella porta? » chiese infine la donna adocchiando la porta del sottoscala.
    « Nulla! » rispose in fretta Hermione appoggiandocisi ancora di più.
    « Ma no Hermione » la corresse Ron « Sei tu Nulla, Harry è Niente. »
    « Levatevi di lì » ordinò Bellatrix, ma prima che qualcuno avesse potuto fare un solo movimento, la porta del sottoscala si aprì con uno scatto che fece capitombolare Hermione per terra e Harry ne uscì puntandosi la bacchetta alla fronte.
    « Così il signore oscuro mi vuole vivo, eh? » disse con aria di sfida « Fate un solo passo e mi Avada Kedavrizzo. »
    « Che nessuno si muova! » ordinò Bellatrix in panico.
    « Domanda » si intromise Mangiamorte Logico alzando la mano « Il Signore Oscuro vuole Harry vivo in modo da poterlo uccidere, ma se si uccide da solo il risultato non è uguale? »
    « Certe cose vuole farle di persona » rispose Bellatrix impaziente.
    « Si, ma è alquanto illogico e senza senso » continuò imperterrito Logico « Visto che è importante che Harry muoia perché rischiare che possa poi sfuggire al suo destino come è già successo in passato? »
    « Smettila di fare domande!» ruggì Bellatrix « Siamo in una fanfiction demenziale, non mettere in imbarazzo l’autrice con questioni intelligenti! Santo cielo, dopo questa missione mi ci vorrà una vacanza e bella lunga anche. »
    « Bene » disse infine Harry « Ora voglio che mi procuriate un elicottero con cui possiamo fuggire e una valigia contenente un milione di dollari. »
    « Non sei nelle condizioni di poter trattare » gli fece notare Bellatrix « Se cerchi di andartene uccidiamo i tuoi amici » e così dicendo puntò la bacchetta contro Hermione, al che Ron puntò la propria bacchetta contro Bellatrix mentre Hermione puntava la sua contro Branzone che si mise a piangere nuovamente perché non capiva cosa dovesse fare.
    Passarono così dieci minuti di stallo in cui i Mangiamorte non si muovevano per paura che Harry si ammazzasse e Harry non osava muoversi per paura che uno dei suoi amici venisse ucciso. Se fosse successo il fantastico trio sarebbe diventato il fantastico duetto o, nel peggiore dei casi il fantastico assolo. Come se non bastasse l’autrice stessa non si ricordò più in che diamine di ordine si stanno puntando la bacchetta e quindi si ritrovò impossibilitata dallo sgarbugliare la situazione. Al che la porta d’ingresso si aprì ed entrarono i Dursley.
    « Siamo a casa » disse zio Vernon posando le valige « Abbiamo deciso di cambiare atteggiamento nei tuoi confronti Harry e cominciare a volerti bene. »
    « Che stronzi, proprio quando me ne sto andando per sempre » fu il commento di Harry.
    « Dei babbani! » Urlò bellatrix indicandoli « Non possiamo farci scappare l’occasione di trucidarli selvaggiamente! Il grassone con i baffi lasciatelo a me, scommetto che è lui che ha fatto costruire il cesso proprio sotto la finestra. »
    In men che non si dica i cinque Mangiamorte si gettarono sui Dursley e cominciarono a farli a pezzi con una mannaia arrugginita. Approfittando della distrazione dei loro avversari, i tre ragazzi afferrarono i bauli cercando di evitare gli schizzi di sangue e fuggirono uscendo dal camino.
    La stessa fine dei Dursley la fece l’operatore di pulizia giunto pochi minuti dopo come su richiesta di Ron. Ops, scusate, volevo dire di Nessuno.

***

Non ho giustificazioni per averci messo un mese e mezzo a preparare un capitolo dove tutto quello che dovevo fare era solo togliere gli errori di battitura e correggere gli orrori ortografici, quindi molto logicamente non mi giustifico, stendiamo un velo pietoso e passiamo oltre.
Ringrazio dal profondo del cuore Tonks78, Emma, Strekon, MaryPotter92, Hermione93 e LoveLife per aver recensito il capitolo scorso, un caloroso ringraziamento anche al vasto popolo dei solo lettori ^ ^
Tutti personaggi sono di J.K.Rowling e non li uso a scopo di lucro, alcune situazioni descritte in questo capitolo possono essere pericolose ed è quindi sconsigliato ripeterle a casa, come ad esempio l’uscire dal camino, chiudersi nel frigorifero, creare budini giganti, essere dei babbani, dare fuoco alle scale, ma soprattutto telefonare alle persone dopo che è passata la mezzanotte.
Se questo capitolo vi è piaciuto non dimenticate di farmelo sapere con una recensione. Se invece vi ha fatto schifo, fatemi sapere perché e segnalatemi i difetti tramite una recensione. Se invece avete forti dolori in tutto il corpo e vi sentite come se doveste morire da un momento all’altro niente paura, sono io che faccio i riti voodoo, basta lasciare una recensione e tutto passerà ^ ^
Al prossimo capitolo!

   
 
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