The last of the english roses
4 - Momento mancante numero quattro
Dorcas ha paura come mai in vita sua, una stramaledetta paura di Voldemort (che le sorride, viscido e freddo), dei Mangiamorte (che la fissano da dietro le loro maschere inquietanti) e della morte (che è certa le stia sorridendo, proprio in quel preciso istante). Ha rischiato la pelle così tante volte che quasi le sembra impossibile che proprio ora la fortuna l’abbia abbandonata. È davvero uno scherzo di cattivo gusto.
Da qualche parte un orologio segna le undici e nel vicolo umido ci sono solo lei e i suoi assassini. Alle sue spalle c’è una porta che non si aprirà più, si è premurata lei stessa di sigillarla per permettere alla famiglia di NatiBabbani di fuggire.
Stringe più forte la bacchetta, la mano sudata le dà l’idea di aver perso la presa sul legno e non può permettersi errori — vuole vivere più di ogni altra cosa al mondo, vuole baciare Sirius, dirgli che lo ama, vedere il figlio di James e Lily e magari tornare a casa. È troppo giovane per morire; lo sa lei, lo sa Voldemort.
Si mette in posizione, ha sulle labbra l’incantesimo, ma prima ancora di pronunciarlo sente una presa gelida stringerle il cuore e tutto sembra fermarsi. Capisce subito di cosa si tratta, lo percepisce con una chiarezza che rasenta la follia: quel momento, il momento prima della fine, arriva portato da un lampo verde ed è solo silenzio.
Non bacerà mai più Sirius, non vedrà mai Harry, non tornerà a casa, non vivrà un secondo di più.
Dorcas si accascia su se stessa e il capo si piega, reclinato sulla spalla, come una rosa recisa langue nella placida morte.