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Autore: bibabiba91    08/10/2012    0 recensioni
[Real life]
"Inevitabile anche se ti chiudi dentro nascondersi non serve è questione sai di tempo ci sorprende prima o poi..." Sabrina, ragazza che cambia città per lasciarsi alle spalle un amore finito nei più male dei modi... per incontrare Andrea...
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa non è la prima storia che scrivo, ma è la prima che pubblico qui. I personaggi sono quasi tutti reali, ed è stata scritta per rappresentare dei sentimenti particolari che provo in questo periodo. Mi piacerebbe avere dei consigli più che altro per quale tecnica narrativa usare. Spero che vi piaccia :) - Biba.
 


INEVITABILE

- Capitolo 1-


È un giorno di metà settembre, e l’aria inizia a farsi fredda. Adoro questo mese, è il periodo in cui inizio ad indossare le mie adorate felpe e maglioncini grandi quasi il triplo di me. Sono in questa nuova città da ormai tre giorni, e devo dire che me ne sono innamorata; poco frastuono, molto movimento e tanta natura. Peccato solo che sono sola. Tra qualche settimana inizio l’Università, e i miei compagni di “ casa” arriveranno solo domani. Spero solo siano normali e non rompi scatole. L’orologio segna le 18, cosi decido  di fare un giro e comprare qualcosa per la cena. Infilo una maglia nera presa al volo dall’armadio e la indosso sopra a dei leggins grigi, prendo la prima borsa che trovo, senza curare il fatto che stonasse con il resto dell’abbigliamento, e ci metto dentro portafoglio, chiavi, telefono e I-pod.  Chiudo la porta di casa con sei giri di chiave, abitudine che ho quando lascio casa vuota, e chiamai l’ascensore. Avrei potuto scendere a piedi, ma l’appartamento era al quinto piano e siccome volevo tornare subito a casa, volevo fare qualcosa di veloce. Intenta a trovare la canzone perfetta, non mi accorsi però che, mentre uscivo dall’ascensore, un ragazzo mi stava venendo incontro, scontrandoci.
- Hey mai stai più attenta - disse con irritazione il ragazzo, che per non cadere indietreggiò.
-Se vedi una persona che ti viene addosso … scansati – ringhiai, presi la borsa che era caduta, e me ne andai senza dargli il tempo di rispondere.
Dopo quello scontro poco piacevole, andai al centro commerciale poco più avanti. Presi il giusto necessario: dell’acqua, della pasta e delle merendine; perché si, nonostante abbia 18 anni , faccio merenda come i bambini di 8. Fatto sta che ci sono dei momenti in cui veramente sembro una bambina, per esempio la mattina quando faccio colazione mentre guardo i cartoni animati.
-Ma che cavolo… - lasciai le borse della spesa fuori la porta di casa notando che essa era completamente spalancata.
Presi un ombrello all’entrata ed iniziai a dirigermi verso la cucina dove sentivo dei rumori. Se trovo qualcuno inizio ad urlare, qualcuno mi sentirà. Ma da quando i ladri girano per casa in mutande?
-Si può sapere che diavolo stai facendo nella mia cucina in mutande? -Il ragazzo sbandò udendo il mio tono di voce e si girò di colpo, momento ma è quello di prima.
-Prima mi investi e adesso mi minacci con un ombrello? –Facci cadere l’ombrello con un sorriso imbarazzato e poi lo guardai di nuovo.
-Fatto sta che non hai risposto alla mia domanda-
-Fatto sta che questa è anche la mia cucina-
Allungò un braccio verso una camera, dove era attaccato sopra una targhetta col nome. Andrea, che ridere, credevo che quell’Andrea fosse una femmina.
-Io sono Sabrina… e mettiamo in chiaro una cosa … aiutami a mettere la spesa al suo posto –Mi sorrise divertito.
Lo guardai uscire di casa per prendere la spesa … in mutande. Iniziamo bene, ho appena minacciato un mio co-inquilino con un ombrello.  No un momento…
-Perché la porta di casa è spalancata?- domandai seguendolo.
-Sto aspettando che arrivi  la mia libreria – mi disse.
Ritornammo in cucina con la spesa. Notai con che ordine poneva le cose nel frigo, le cose pesanti sotto e le cose leggere sopra, se era per me avrei messo una busta di latte sulle uova.
-Cosa studi? –
-Scienze ambientali – risposi ritornando a guardarlo- tu?-
-Ingegneria –Annui.
  Presi dello yogurt dal frigo, quelli de “ fai l’amore con il sapore”, che poi mischi il cioccolato o i cereali, ormai mi nutro solo di quelli. E poi anche se ho fatto la spesa,  mi è passata la fame.
-Se hai bisogno sono in camera mia – dissi con gentilezza.
-Di già?- lo guardai perplessa.
-Perché scusa? –
-Pensavo che passassimo la serata insieme, di conoscerci, fare amicizia e chissà … -Lo guardai torva e gli puntai il cucchiaio contro, i miei metodi di minaccia sono molto efficaci.
-Primo vedi se non fai il saputello o il casca morto che poi ti faccio cascare io, secondo scusami se sono restia con chi si presenta in mutande… ed un'altra cosa, spegni tutte le prese, che altrimenti la notte salta la luce- girai i tacchi e raggiunsi  la mia camera.
Sentì lui ad accennare un sorriso. Chiusi la porta della camera ed iniziai a ridere. Mi sorpresi di come avevo interagito con quel ragazzo. Da quando quel giorno la mia vita è completamente cambiata ho avuto difficoltà ad interagire con l’altro sesso, ed anche il rapporto con le mie migliori amiche era cambiato, ero diventata apatica e di mal’umore, ma nonostante tutte mi erano state accanto. Attaccai l’I-pod allo stereo e selezionai una canzone, quella canzone, la canzone che lui mi dedicò.

 
  
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