Dunque, dopo un tempo
esageratamente lungo, rieccomi. Devo finire questa
storia, per tanti motivi ma soprattutto per voi che mi fare l’enorme regalo di
leggerla! Quindi ora vi lascio alla lettura e non vi
rubo altro tempo. Ci vediamo in fondo, as usual.
Ai true friends,
che ci sono per quanti casini tu possa fare,
e ti dicono sempre che
non disturbi.
A te che fra gli amici sei speciale,
che non mi abbandoni mai
per quanti chilometri
possano separarci.
The Last Time
Hermione varcò il confine tra mondo magico e mondo
babbano per l’ultima volta. Con
fare risoluto salì sul treno e si diresse verso il
vagone prefetti.
Le probabilità che lui fosse lì erano alte naturalmente, ma non rientrava nel
carattere di un fiero Grifondoro nascondersi di fronte agli ostacoli.
Hermione sedette nello scomparto vuoto, dal finestrino
intravedeva la folla sul binario. Genitori che ribadivano
le loro raccomandazioni per quella che, ne era certa, doveva essere almeno la
centesima volta e figli che annuivano con aria poco convinta e si lasciavano
stritolare dalle braccia degli adulti.
Scena di ordinaria partenza al binario 9 e 3/4 insomma.
Ma per Hermione, quella era l’ultima volta che prendeva
l’Espresso per Hogwarts e la scena aveva un sapore a metà tra l’amaro e il
dolce..
Si riscosse dalle sue considerazioni quando sentì la porta
chiudersi rumorosamente ma non si voltò subito. Attese qualche secondo prima di
vedere che la figura appena entrata non era altri che il prefetto di Corvonero.
Mormorò un saluto e tornò ad
osservare la scena fuori dal finestrino.
Non sapeva se essere dispiaciuta o meno. Non sapeva se
augurarsi di incontrarlo da sola o di potersi ricordare della sua esistenza il
meno possibile.
Mentre il binario si svuotava lentamente, entrarono gli altri
prefetti e alla fine, mentre il treno già acquistava velocità, ne mancava solo
uno. Lui. Naturalmente.
Arrivò con tutta la calma del mondo, come se l’universo intero fosse suo. Entrò
e neanche si sedette. Li guardò altezzoso e arrogante come sempre. Parlò poco.
Decisero che si sarebbero trovati ad Hogwarts quando
Così, dunque, era iniziato l’ultimo viaggio verso la scuola…
Hermione si mosse, cercando lo scompartimento di Harry.
Mentre percorreva il treno sentì una voce famigliare,
leggermente annoiata, che raccontava le mirabolanti imprese dell’estate appena
passata e si vantava delle conquiste che avrebbe accumulato nell’ultimo anno
alla scuola di magia.
Già, le sue conquiste. Hermione aveva dimenticato quanto
potesse fare male sentirlo parlare di qualcosa che non voleva sentire, aveva
dimenticato quanto profonde fossero le ferite che le aveva lasciato quel
ragazzo e si sorprese a scoprire quanto poco bastasse perché, anche dopo mesi,
sentirlo parlare di quello che non la comprendeva - e forse non l’aveva mai
veramente compresa – quelle ferite si riaprissero.
Ricacciò le lacrime che le erano impertinentemente salite
agli occhi, il groppo in gola insieme alla voglia di ucciderlo molto dolorosamente
seduta stante e proseguì, un passo dopo l’altro, sempre più lontano da lui
eppure forse mai lontano abbastanza.
Trovò Harry con Neville, Luna, Ginny
e Ron. Quest’ultimo decisamente di cattivo umore a giudicare
dal volto imbronciato e dai sonori sbuffi che emetteva a intervalli regolari.
Non bastava Malfoy, per non essere da meno Ron doveva
complicare le cose.
Si spostò svogliatamente una ciocca di capelli dal volto e il
movimento catturò finalmente l’attenzione di Ron che fino ad ora aveva trovato
molto interessante il paesaggio che scorreva fuori dal treno.
“Ti sei tagliata i capelli!” sbraitò incredulo.
“Si” ammise lei. In effetti ora le
arrivavano a malapena alle spalle.
“Ah” fece lui. Non riusciva a capacitarsene. “E perché..?” ma non terminò la domanda, gli era bastato un solo
sguardo alla Grifona per capire che era meglio non
indagare.
Ron tornò serio e taciturno fino all’arrivo a Hogwarts.
Indossò in silenzio la divisa della scuola e disse “Per l’ultima volta Harry,
almeno cerca di essere presentabile!”.
Harry rise, con un sorriso a metà fra l’allegro e il
malinconico, sistemò il colletto della camicia sotto il maglione e aggiustò il
nodo della cravatta quanto più dritto possibile. Infine si passo una mano fra i
capelli spettinati in un inutile tentativo di dare loro una forma più composta.
Hermione accennò ad un sorriso
vedendo quel gesto che aveva associato all’amico fin dal loro primo anno.
Per l’ultima volta – pensò – indossiamo le divise scolastiche.
Per l’ultima volta avrebbero sentito il treno rallentare fino
a fermarsi, il rumore della gente che scende e il vocione di Hagrid che
chiamava quelli del primo anno.
Per l’ultima volta – pensò anche – Malfoy avrebbe potuto
vantarsi delle sue imprese estive e sfoderare il suo ghigno arrogante davanti a
gruppi di ragazzine adoranti che commentavano quanto fossero belli i suoi occhi
o morbidi i suoi capelli senza sapere che per lui era davvero come se non
esistessero.
Almeno ci sarebbero state ultime
volte anche per lui, si disse e uscì nell’aria fresca della sera con i suoi
amici attorno e il saluto di Hagrid che rimbombava nelle orecchie…
Hermione si godette le prime ore a Hogwarts, lo smistamento,
la cena e il discorso di inizio anno. Era strano
pensare che tutte queste cose le avrebbe sentite per l’ultima
volta, strano pensare che adesso erano i più grandi nella scuola di magia e
stregoneria e soprattutto era strano pensare che il prossimo non sarebbero
stati lì ad ascoltare il vociare della Sala Grande, a sorridere agli amici dopo
l’estate. Non sapeva in realtà dove sarebbe stata il
prossimo anno, non aveva il coraggio e la voglia di pensarci in un momento così
speciale.
Quando percorse i familiari corridoi per raggiungere
La mattina dopo la professoressa McGrannit distribuì gli
orari e come le fece prontamente notare Ron, i Grifondoro avrebbero avuto
lezione di Incantesimi con i Serpeverde subito prima di pranzo.
Hermione sbuffò, lo stomaco come stretto in
una morsa. Harry e Ron lo considerarono una
nota di disappunto che poteva essere aggiunta alle ingiurie che Ron borbottava
fra un boccone e l’altro.
Sperava di poter evitare di vedere Malfoy, almeno per il
primo giorno di lezione. Ma le era chiaramente
impossibile. Avrebbe dovuto affrontarlo subito, senza possibilità di scampo.
Salutò i due e si diresse a lezione di Antiche Rune. Tornare
alla vita scolastica forse la avrebbe distratta dal pensare sempre a lui. O
almeno così sperava.
Troppo presto quindi si ritrovò davanti all’aula di Incantesimi,
raggiunse gli amici che stavano parlando con Neville. Lo salutò e mentre il
ragazzo le raccontava del viaggio in Svizzera con la nonna, giunse alle
orecchie di Hermione la voce strascicata del Serpeverde.
La ragazza si sforzò di ascoltare attentamente Neville ma quasi a farlo apposta
il Furetto si mise a pochi metri da lei costringendola ad ascoltare dettaglio
per dettaglio il racconto che lui stava facendo ad una
adorante Pansy.
Accolse con gioia l’arrivo del professore che permise agli
studenti di entrare e prendere posto. Sperava che la
sua personale tortura avesse avuto termine. Ma, si sa,
la vita ha il suo modo di prenderci in giro…
Quindi Draco scelse di sedersi
esattamente dietro alla Grifona che venne così a
conoscenza di ogni piccolo particolare dell’estate del furetto. Non riuscì a
concentrarsi sulla lezione e quando il professore le
chiese perché non avesse alzato la mano fu costretta ad ammettere che non aveva
sentito la domanda, lasciando tutti basiti. Nella sua testa c’era soltanto la
voce di Draco che rimbombava e ripeteva a non finire il racconto del suo
viaggio in Canada.
Per il resto della lezione si sforzò di scrivere qualche
appunto sconnesso sulla pergamena che aveva di fronte. Si ripeteva che non
poteva andare avanti così, non era questa la vera Hermione. Ormai non le
rimaneva che una cosa da fare…
Alla fine della lezione il professore abbandonò velocemente l’aula
ed Hermione riempì con accurata lentezza la sua borsa.
Alzò gli occhi. L’aula era semideserta grazie al fatto che molti studenti, Harry
e Ron compresi, attirati dall’idea del lauto pranzo, si erano letteralmente catapultati
fuori per raggiungere
Proprio ciò che voleva. Mentre l’aula si svuotava
guardò Draco, era ancora al banco dietro di lei. Senza degnarla di uno sguardo
stava afferrando la borsa per dirigersi altrove.
Hermione gli sbarrò la strada e approfittando della momentanea sorpresa di lui
chiuse la porta con un tonfo sordo.
C’erano solo loro due nell’aula. Prima che Hermione potesse parlare Draco le
afferrò un polso. “Lasciami passare Granger” disse, tentando di spostarla.
Ma per Hermione si trattava di attimi, era l’ultima
occasione che aveva e che si era data per parlare con lui.
“No. Adesso mi ascolti.” ribatté
con coraggio.
Lui la guardò con un ghigno. “da quando ti permetti di darmi ordini?” replicò beffardo, ma lasciò andare il braccio
della ragazza.
“Non l’ho mai fatto. Ma tu hai fatto di peggio.” gli disse, sperando di essere
abbastanza fredda.
Il ghigno si accentuò sul volto del ragazzo “Cosa vuoi adesso Mezzosangue?”. Se sperava di ferirla così
si era sbagliato. Non erano certo le continue insinuazioni su quanto il suo
sangue fosse impuro che l’avevano fatta stare male fino ad
oggi.
Rinunciò a tutti i suoi buoni propositi e parlò apertamente. “Cosa potrei volere da te? Niente. Ti sei preso tutto quello
che volevi senza pensare alle conseguenze. Illudi gli altri ma prima di tutto
te stesso perché non sai vivere nella realtà e perché sei troppo orgoglioso e
codardo allo stesso tempo per rendertene conto. Pensi di poter sempre andare
avanti come se niente fosse. Sei la peggiore delle persone che si potrebbero
incontrare nella vita. E mi fai schifo.” gli sputò addosso
tutto come se fosse una liberazione e non riuscì ad aggiungere altro
mentre il suo petto si alzava e si abbassava velocemente. La sua mente si vuotò
e tutto quello che avrebbe voluto dirgli, tutto ciò che voleva
vomitargli addosso e aveva pensato durante l’estate svanì senza che lei potesse
recuperare qualcosa.
Lui la guardò impassibile. Nessuna emozione trapelò sui suoi lineamenti.
Niente di niente.
“Sono quello che sono. E non
altro. Non so cosa tu ti aspettassi.” Ecco. Come sempre lui trovava il modo di
ribaltare le cose, di essere dalla parte del giusto e di far sentire gli altri sbagliati. Di nuovo quella sensazione la
travolse, era sconcertante come non fosse cambiato il modo in cui il suo
stomaco si contorceva quando la faceva sentire un disastro, un fallimento
totale, un nulla, uno sbaglio.
Provò ad articolare qualche parola. Una, due
volte. E guardò gli occhi di Malfoy. Così dannatamente vuoti. Infine
spontaneamente la sua mano si alzò e andò a colpire la guancia del Serpeverde.
Lo schiaffò bruciò ogni cosa che c’era stata. Bruciò tutto subito. Prima ancora
che lei potesse capire anche solo cosa aveva fatto.
Malfoy la guardò “Non osare mai più Granger, o te ne farò
pentire.” ringhiò.
Lei si guardò la mano che lo aveva appena colpito, poi alzò gli occhi sul suo
viso. Non lo avrebbe mai più avuto così vicino. Lo sapeva. Questo pensiero fece
barcollare la sua fermezza e prima di cedere al vuoto che la stava avvolgendo gli disse “Tu non farai proprio niente, non a me
Malfoy. Mai più.”
Afferrò saldamente la borsa dei libri e aprì con violenza la
porta. Fece le scale a due a due e non rallentò fino a quando non vide la porta
del suo dormitorio. La aprì e con suo immenso sollievo vide che non c’era
nessuno. La richiuse alle sue spalle, lasciò cadere la
borsa e si appoggiò al muro scivolando lentamente fino al pavimento.
Le lacrime scorrevano copiose sulle sue guance e il cuore
sembrava esploderle per quanto martellava contro il suo petto. Si abbracciò le ginocchia e rimase lì ad ascoltare il ritmo del
suo singhiozzo, incapace di reagire o di pensare. Il vuoto le attanagliava il
cuore e la mente, non riusciva a fare altro che darsi della stupida. Se lo
ripeteva fino alla nausea ma non serviva. Il suo
pensiero era ancora lì e per quando lei avesse promesso a se stessa che Malfoy
non le avrebbe fatto più niente, il momento in cui questo sarebbe stato vero le
sembrava immensamente lontano, se non irraggiungibile.
Rimase a crogiolarsi nel suo vuoto fino a quando le lacrime
smisero di sgorgare dai suoi occhi e si asciugarono. Rimane il sapore di sale
ma finalmente riuscì a pensare.
Sarebbe andata avanti, con tutta la volontà
occorrente, con tutta la forza che sarebbe riuscita ad avere. Giorno
dopo giorno avrebbe cercato di girare a testa alta,
aspettando con trepidazione il momento in cui Malfoy non le avrebbe più fatto
male. E neanche il suo pensiero.
Non avrebbe più pensato all’ultima volta che
aveva sentito il suo sapore, all’ultima volta che si era persa nei suoi occhi,
all’ultima volta che lui le aveva parlato civilmente. Non avrebbe più pensato
all’ultima volta che gli aveva parlato, all’ultima volta che gli aveva urlato
tutto, all’ultima volta che aveva sperato che lui fosse diverso, che le cose
fossero diverse, all’ultima volta che aveva mentito
per lui, o pianto per lui.
Avrebbe aspettato i momenti in cui avrebbe potuto dire “l’ultima
volta” senza sentire una stretta allo stomaco.
Aspettava l’ultima volta in cui l’avrebbe
pensato, in cui avrebbe indugiato sui ricordi per poi archiviarli come passato
e non permettere più che facessero male.
Avrebbe aspettato tutto il tempo necessario, sperando che non
fosse troppo lungo o almeno servisse.
Si alzò e con un gesto della bacchetta fece sparire tutto ciò
che gli ricordava anche solo vagamente lui. Era già un inizio.
Poi, si sistemò e scese. Cercò Ron e Harry e quando li trovò stavano uscendo dalla Sala Grande. Li strinse in un
abbraccio che li lasciò sorpresi ma la guardarono
sorridendo e lei ricambiò il sorriso. Un secondo dopo li raggiunse Luna,
allegra come sempre. Mentre si dirigevano verso la lezione di Trasfigurazione,
le chiesero perché non era scesa a pranzo e lei abbassando gli occhi rispose
che non aveva fame.
Ecco. Questa, ne era certa, era l’ultima volta che mentiva
per colpa di Malfoy.
Guardò i suoi amici e fu grata di avere avuto il coraggio di scegliere,
di dire basta, di lasciarsi alle spalle l’ultima volta per rivolgersi ad un nuovo inizio…
Here we are. Questo
capitolo è un po’ lungo ma volevo che dicesse un po’ di cose. Non mi piace
troppo se devo essere sincera ma non sono sicura di
poterlo migliorare. E volevo finirlo. Perché chiudendo questa storia, chiudo con qualcosa di personale. Perché inevitabilmente
quando si scrive ci si mette qualcosa di personale,
una parte di sé. Beh è tanto che non scrivo, non ho molto tempo e anche se mi
viene l’ispirazione poi se mi metto a scrivere di solito non mi piace come
rendo l’idea e quindi nada! Comunque questo è l’ultimo
capitolo e questa storia ci ho messo un sacco a scriverla e ad aggiornarla
soprattutto, quindi chiedo scusa. A
questo punto vorrei dire che spero si capisca che Hermione ha preso una
decisione e che la porterà avanti con tutte le sue forze. E beh credo che il
tempo la aiuterà e che passato il momento delle ultime volte e dei pensieri
riesca a trovare un suo nuovo inizio. Se volete
pensare ad un lieto fine possiamo pensare che dopo
questo Herm riesca a superare tutto e si metta con Ron. Che è tutto il
contrario di Draco e che insomma si potrebbe vedere come più “adatto” per lei
anche se io non l’ho caratterizzato più di tanto.
Può darsi che questa sia l’ultima volta che scrivo quindi ne
approfitto per ringraziare tutti. Tutti quelli che hanno letto, recensito, si
sono soffermati, mi hanno seguito o mi hanno messo tra i preferiti. Rimango
inevitabilmente legata a quello che ho scritto perché le storie sono di solito
legate a momenti particolari. Alcune mi piacciono più di altre e altre ho imparato ad apprezzarle rileggendole anche dopo tanto
tempo. Spero che qualcuna sia piaciuta anche a voi xD
A voi che leggerete va un immenso
grazie.
Un abbraccio,
E.