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Autore: Lynn Wolf    16/06/2004    15 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa accadrebbe se un portiere, nonché capitano di squadra, e una delle sue cacciatrici si scoprissero innamorati l'uno dell'altro?!? E se questo non fosse che uno degli amori vissuti su di un campo di Quidditch!? Bene, io mi sono posta questa domanda e questo è quello che ne è venuto fuori...
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Amori sul campo di Quidditch

Amori sul campo di Quidditch

-8-

 

Deleteria…quella mattina era definibile solo in quel modo…deleteria. Avrebbe segnato quella data negli annali come ‘il giorno più sfigato dei miei miseri 17 anni’.

In ordine:

-aveva dimenticato il proprio anniversario (che poi proprio ‘anni’ non era)

-aveva fatto piangere Katie

-era stato fregato in pieno dalla McGrannitt

-l’allenamento di Quidditch era stato una silenziosa tortura…

 

E ora provate a dire che non sono uno sfigato!!!!

 

Oliver camminava a testa bassa nei corridoi rimuginando su cosa avrebbe dovuto fare per rimediare al suo disastro sentimentale…inutile…non gli veniva in mente niente di buono!

Aveva pensato di regalarle qualcosa, tipo fiori, cioccolatini, e così via, ma sarebbero sembrate una scusa per comprarsi il suo perdono; doveva pensare a qualcosa che la facesse sorridere e che le facesse capire che in realtà voleva solo fare pace con lei…già, ma cosa?!?!

 

Si stava svitando il cervello, quando si sentì chiamare da una voce ben conosciuta.

 

“Ehi Mr Son-tutto-un-problema!! Risolto il primo punto?”

 

Aveva sgranato gli occhi, pensando che forse qualcuno lassù –o quaggiù- dopotutto non lo odiava così tanto…anzi, poteva volergli anche bene!

 

“Fred! George!” si sentiva meglio adesso…era andato loro incontro, proseguendo con un “Il primo punto? Si…direi che l’ho risolto…ma…” aveva pronunciato scivolando dal tono SonoFeliceEOrgogliosoDiMeStesso a quello SonoUnDiciassettenneDepresso.

 

“Ma…ovviamente non hai idee su come fare a per pace con lei.” Aveva esordito sibillino un rosso, mentre l’altro annuiva convinto.

 

“Già…cosa posso fare?!” aveva sospirato affranto il capitano, dirigendosi verso la Sala Comune dei Gifondoro.

 

“Beh, potresti regalarle qualcosa in segno di scuse!” aveva affermato con ovvietà un rosso.

 

“E cosa di grazia?”

 

“Fiori…” aveva consigliato Fred

 

“…Cioccolatini…” aveva proseguito il fratello.

 

“Ma sono cose ovvie, sembra che così mi voglia comprare il suo perdono! Mi serve qualcosa di speciale…”

 

“Uffaaaa, sei un rompiscatole capitano…falle una serenata allora!” aveva sbuffato esaurito uno dei due teppistelli.

 

“Maaaaa ceeeeeeeertooooo, e poi mi venite a prendere voi dal San Mungo, reparto Malattie Mentali vero?!” aveva ribattuto sarcastico il ragazzone.

 

“FRED FERMAMI O LO MENO!!!” aveva ruggito George meditando seriamente di causare la dipartita del ragazzo.

Dal canto suo l’altro battitore, non aveva degnato di uno sguardo il proprio doppio, borbottando qualcosa pensoso.

Mumble mumble…cosa diavolo puoi regalare ad una ragazza, in segno di scuse, di particolare che le faccia capire che faresti di tutto per lei? Mumble mumble

L’altro, lasciando improvvisamente perdere il raptus omicida da cui era stato colto, lo aveva guardato; dopo un attimo di riflessione, gli si era dipinto un sorrisone sul bel volto coperto di lentiggini, ed aveva esclamato un “CI SONO!” ridacchiando perversamente.

 

“George…non mi piace lo sguardo di tuo fratello…” aveva mugolato Oliver preoccupato.

 

“Suvvia, non credo sarà niente di così assurdo!!” aveva tranquillamente ribattuto il rosso entrando dal buco del ritratto, e seguendo l’altro battitore che sghignazzava, lanciando occhiatine maliziose al portiere.

 

Erano entrati in camera dei due ragazzi quindicenni -che come al solito era stata risistemata dal casino serale dagli elfi domestici -e si preparava ad essere demolita quella sera- e si erano seduti sui tre letti presenti nella stanza…o meglio, George e Baston si erano seduti, Fred, vi era salito sopra, e con aria teatrale, aveva assunto una posa pensosa decantando con aria solenne “Io e la mia mente brillante, abbiamo trovato il modo migliore per farti fare pace con Katie…”

 

I due spettatori erano rimasti non poco sorpresi, ma avevano teso le orecchie.

 

“Tu…dovrai regalarle…un completo di biancheria intima!!!” aveva infine esordito, assumendo l’aria da condottiero appoggiando un piede sulla spalliera del letto, e puntando un braccio teso, verso non si sa quale punto della stanza.

Che idiota…

 

Oliver aveva assunto il colore delle tende del baldacchino, immaginando quanto avrebbe donato a Katie un completino sexy di pizzo bianco…stava sbavando…

Ma si riprese subito dalle proprie fantasie, imponendosi un certo autocontrollo e pensando che forse, i reggiseni non erano il modo migliore per riappacificarsi con la propria ragazza.

Quindi aveva esordito indignato un “Ma ti sei fumato il cervello?!?! E poi cos’ altro? Le vado in contro con una maglietta con scritto a lettere cubitali ‘SCOPAMI, MI PIACE IL QUIDDITCH?!?”

 

“Magari con un bel 69 sulla schiena…” aveva suggerito George, davvero convinto che fosse una bella idea quella del fratello.

 

“George! Ti ci metti anche te?!”aveva ruggito il ragazzo dalla chioma castana, lanciando un’occhiata inceneritrice al rosso davanti a lui…che ormai non lo calcolava più, immerso in una concitata conversazione col fratello.

 

“Ohi ohi!! Fred, sai una cosa?!”

 

“No, cosa?”

 

“Quando sono andato a lasciare i cioccolatini in camera delle ragazze, ho trovato una cosa molto, molto interessante!” aveva ghignato.

 

L’altro aveva sgranato gli occhi interessatissimo, ed aveva tirato fuori un sorrisone monello.

 

“Cosa hai trovato?! Cosa? Dai dimmi dimmi!!” aveva incalzato curioso.

 

“Ho trovato, rovistando fra il casino che c’era sui letti della Johnson [Fred si era illuminato] e di Alicia…un paio di mutandine di finissimo pizzo bianco, decorate con un…grazioso cuoricino di brillantini, PROPRIO LI’!!!”

 

Fred aveva sgranato gli occhi più di prima, aveva aperto e chiuso la bocca più volte senza articolare alcun suono, poi finalmente, con grande fatica delle proprie sinapsi aveva buttato giù un “E…di chi erano?” già cominciando a partorire oltraggiose fantasie con quel paio di mutandine descrittegli dal fratello, indosso alla Johnson.

 

George lo aveva guardato sorridendo sornione “Di Alicia, mi sembra ovvio! Angelina credo che indossi molto peggio…la Johnson è più…più…”

 

“…da stupro…sbaaaaaaaaaaaav” Fred era andato completamente a quell’affermazione. Grazie a dio si era subito ripreso dal trip che aveva iniziato (che aveva come protagonista la mora dei suoi sogni con una tuta da motociclista in pelle aderente -“peeelleeeee…aderenteeeee glglglglgl”- e sotto… niente!) e si era rivolto al fratello, con aria decisamente convinta affermando un “Noi, scopriremo che biancheria indossa Angelina Johnson!!” George sembrò entusiasmarsi per un attimo, ma subito dopo l’aveva guardato con aria interrogativa, mugugnando un “Noi?”

 

“Si bello NOI!”aveva risposto l’altro sempre convintissimo con l’aria da avventuriero che va incontro alla propria morte.

 

“Ma…a me non interessa affatto sapere che biancheria porta la Johnson…” aveva continuato candidamente quello.

 

“Già…giusto…allora NOI, scopriremo che biancheria indossano Angelina Johnson e Alicia Spinnett!!” si era corretto l’altro.

 

“Bene!!! Ci sto! Quando si parte?!” si era subito proposto l’altro Weasley.

 

“Subito, mi sembra ovvio, ti pare?!”

 

“Bene, andiam-” la corsa dei due, verso la terra della felicità –leggasi: cassetto della biancheria delle ragazze- era stata interrotta da un paio di colpi di tosse, di un piuttosto irritato e imbarazzato Oliver, che era stato praticamente dimenticato dai due e che adesso batteva nervosamente un piede per terra ed aveva le mani sui fianchi.

 

“Ah, già Oliver…vuoi venire anche tu?” aveva snocciolato con semplicità uno dei due rossi già con la mano sulla maniglia della porta.

 

“No! E penso che voi due non dovreste rovistare fra le cose di una ragazza! Non sta bene!” li aveva rimproverati.

I due dal canto loro si erano guardati con un’espressione fra l’affranto e l’orripilato, e quindi avevano di nuovo rivolto lo sguardo al portiere che non si capacitava di quella reazione. Quindi i due battitori si erano fiondati su di lui urlando “Perché? Perché anche lui! Non lo meritava, era un così bravo ragazzo!” “Percy, ce la pagherai! Contagiarlo con le tue manie di perbenismo e rispetto delle regole!” facendo finta di piangere come se fossero al funerale di qualcuno, asciugandosi di tanto in tanto una lacrima invisibile e continuando a maledire il fratello maggiore.

Erano andati…

 

Baston si era sbattuto una mano in faccia esasperato, e assolutamente convinto di poter dire addio alla propria bellissima storia d’amore con la sua adorata Kat.

Lasciando che i due gemelli continuassero la propria magistrale interpretazione, aveva abbandonato il dormitorio dei tre monelli, e si era rintanato nella propria camera, vuota.

Percy doveva essere a cena, come del resto tutta la scuola. Si era gettato stancamente sul proprio letto, posando il braccio sugli occhi e sospirando affranto. Quanto avrebbe voluto fare pace con Katie, ma dopo quell’episodio, davvero non sapeva che fare. Avrebbe dovuto parlarle? E cosa le avrebbe detto? Avrebbe saputo mantenere la calma e spiegare le proprie ragioni, sempre ne avesse avuta qualcuna? No, di sicuro non ci sarebbe riuscito, avrebbe finito con l’impappinarsi con le parole, o sicuramente non si sarebbe spiegato, peggiorando la situazione.

Se solo fosse stato un tantino meno timido.

Katie gli ripeteva in continuazione che adorava quel lato tenero del suo carattere…ma cosa non amava Katie di lui? Gli aveva ripetuto mille e mille volte che lui era perfetto, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui, che lo amava dal profondo del cuore, che avrebbe dato la vita se fosse stato necessario…e lui cosa aveva fatto per lei? Niente! Si era persino dimenticato il loro anniversario.

 

Si era rigirato flebilmente su un fianco. Voleva fare pace con Katie, voleva dirle che anche lui l’amava e che non l’avrebbe fatta più piangere. Ma lei lo avrebbe ascoltato? Probabilmente no. E allora come fare? Poi, un’idea…una debole ipotesi, una flebile speranza…si era alzato di scatto dal letto e si era seduto alla scrivania.

 

 

***

 

Se la depressione avesse un nome, di certo sarebbe stato Katie Bell, senza dubbio alcuno. Le due compagne l’avevano guardata vivisezionare il pasticcio, segno che stava ancora decisamente male, inoltre non aveva staccato un attimo gli occhi, ancora rossi e lucidi, dalla porta della Sala Grande. Si erano scambiate uno sguardo eloquente.

 

“Kat, ti prego, mangia qualcosa, sei a digiuno da questa mattina.” Aveva consigliato apprensiva Alicia.

 

La ragazza dai capelli castani l’aveva guardata, abbozzando un debolissimo sorriso, e scuotendo il capo sconsolata. Non aveva fame. Non aveva voglia di nulla…o meglio aveva voglia di fare pace con Oliver, solo questo. Non le importava se lui si fosse dimenticato di quella stupida data, non le interessava. Lo aveva evitato tutto il giorno, solo per scoprire di non poterne fare a meno. Gli mancava. Gli mancava lui, i suoi abbracci, quei baci di sfuggita nei corridoi fra una lezione e l’altra, quando l’aspettava fuori dall’aula per andare insieme in Sala Grande, o anche solo per ‘vedere il tuo sguardo che si illumina’ come le diceva sempre quando lo vedeva aspettarla appoggiato accanto alla porta della classe. Gli mancava quello scambio di occhiate durante gli allenamenti, e quell’attesa nello spogliatoio, aspettando che diventasse vuoto, solo per sentire bussare alla porta, sapendo già chi sia e cosa voglia: affetto, incondizionato, semplice, come quello che lei riceveva. Come quello che non aveva dato e ricevuto quel giorno. Si erano allenati, ma era come se quell’ora sul campo di Quidditch l’avesse passata da sola.

 

Aveva nuovamente alzato lo sguardo, solo per riscoprire nelle due giovani che la fronteggiavano la stessa apprensione di tutta quella giornata. Aveva sorriso debolmente ed aveva allontanato il piatto che aveva davanti, praticamente intatto da come le era stato servito, sospirando.

 

“beh…forse è meglio che…vada a dormire…sono stanca…” scuse inutili.

Si era alzata dal proprio posto, e aveva appena fatto qualche passo verso la grande uscita quando aveva sentito distintamente Angelina pronunciare ciò che voleva sentirsi dire da ore:

 

“Va da lui Katie…vai, ti starà aspettando.”

 

Si era voltata, di scatto, quasi non fosse convinta di aver sentito proprio quello, ma le sue deboli insicurezze erano state cancellate dal sorriso che le rivolgevano le due compagne. Aveva sorriso di rimando, un sorriso finalmente vero e sentito, una sorta d muto ringraziamento, quindi era corsa via, alla ricerca della propria anima, dacché qualcuno gliel’aveva portata via con un bacio, dopo una partita di quidditch vinta.

 

In mente solo una cosa…

 

Oliver…Oliver…Oliver…

 

 

 

“Angie, sei sicura che sia stata una buona idea quella di mandarla da lui?”

 

“Alicia, dammi retta…non aspettava altro…”

 

“Suppongo di si…”

 

“Piuttosto, signorina…non credere che non mi sia accorta di come ti guardava questa mattina la fognetta Weasley sai…” aveva sorriso sorniona la mora.

 

Alicia si era quasi strozzata con un biscotto infame, facendo strage di succo di zucca sul tavolo

 

“C-cosa? C-hi?” aveva balbettato, arrossendo violentemente.

 

“Mpffffahahaha, lascia stare, mi è bastata la tua faccia per capire che la sera della punizione, non deve essere stata così male come avevi pronosticato tu! O sbaglio?” l’aveva provocata maliziosa appoggiando la testa sulla mano ed alzando un sopracciglio.

 

Alicia l’aveva guardata sottecchi, continuando a bere il proprio succo di zucca e mormorando poi un “In effetti…”

 

“Lo sapevo, lo sapevo, dio se lo sapevo! E così il piccolo George si è dato una svegliata…uh…a proposito quel lavativo di Fred mi starà aspettando per quel chiarimento sulla rivolta dei Goblin del ’58…ma vai a vedere se devo spiegargli anche Storia della Magia!”

 

“Povero Fred, è ovvio che lo faccia con ben altro proposito che non quello dello studio…” aveva sghignazzato astutamente la biondina.

 

“Certo certo, come no, e tu Aly, risparmiati queste frecciatine alla Weasley per quando sei con George, anzi già che ci sei, mi pare abbia un paio di cosucce non troppo chiare di ARITMANZIA, perché non gli fai una ripassatina?!” aveva proposto la mora molto eloquentemente.

 

“Ma, Angelina, George non fa Aritmanz…ooohhh” si corresse la ragazza dalla serica chioma afferrando l’antifona, quindi alzandosi le rifilò un “Pervertita”.

 

***

 

Oliver…Oliver…Oliver

 

Aveva raggiunto la porta del dormitorio maschile del settimo anno, non vedeva l’ora di abbracciarlo e chiedergli scusa, per la scenata a colazione, che in realtà non gliene fregava più di tanto di quella data, che voleva solo poterlo baciare di nuovo. Aveva spalancato la porta…ritrovandosi davanti ad una stanza *vuota*.

 

Non c’è…dove sei Oliver…non mi vuoi vedere?

 

Era corsa giù per le scale, fino ad arrivare alla stanza dei gemelli, l’aveva aperta di scatto. Non c’era nemmeno lì. Non aveva dato retta ai due fratelli che le chiedevano se aveva bisogni di qualcosa, doveva trovare il suo portiere.

Era corsa giù per le scale dei dormitori maschili, si era guardata intorno in Sala Comune…non c’era.

Era corsa fuori dal buco del ritratto.

 

Dove sei Oliver?!

 

 

Aveva posato la piuma d’oca e si era poggiato stancamente allo schienale della sedia. Che silenzio. Lo aveva sempre detto, la biblioteca è il posto migliore se si vuole pensare, calmo, silenzioso, e a quell’ora anche deserto…eccezione fatta per Madama Pince, pronta a fargli lo scalpo da un momento all’altro, vista l’ora di chiusura imminente…forse era meglio sloggiare, quel grosso, e a prima vista molto pesante tomo di pozione doveva fare molto male se ti arrivava di traverso sui musi.

Oliver aveva preso le proprie cose, lanciando un ultimo sguardo alla pergamena piena della calligrafia del ragazzo. Una lettera. Era uscito dall’enorme biblioteca, pensando a come fare per consegnare quella missiva al suo destinatario. I suoi passi a risuonare nell’enorme corridoio deserto. Era arrivato all’entrata per i propri dormitori. Parola d’ordine. Era entrato.

 

 

Oliver…Oliver…Oliver…

 

Non era in Sala Grande, non era in infermeria, e adesso aveva scoperto che non era neppure in biblioteca. Non era da nessuna parte. Ma allora dove si era cacciato?

 

Oliver,come faccio a chiederti scusa se non ti trovo? Devo fare pace con te, perché non ci sei mai?

 

Era tornata mestamente sui propri passi, lo avrebbe aspettato…tutta la notte se necessario, ma doveva parlargli, subito, non poteva spettare ancora.

 

Intanto una bella chioma biondo grano, si muoveva verso la porta che l’avrebbe condotta dritta dritta fra le braccia di un certo battitore con i capelli color del sangue. Aveva bussato allo spesso ingresso ligneo, quindi non ricevendo alcuna risposta era entrata mormorando un “E’ permesso? Disturbo?”. Non era decisamente pronta a quello che vide.

Su uno dei letti, si ergeva in tutta la sua statuaria bellezza George Weasley, quindici anni e un fisico da orgasmo multiplo, fisico, coperto appena da un misero paio di boxer blu, che più che coprire invitavano a scoprire…

Quell’idilliaca visione era stata altresì accolta da un estrogenico cedimento nella bionda, la quale si ritrovava le gambe di gelatina e un crescente, insopportabile, incontenibile attacco di perversione in corpo.

Il ragazzo dal canto suo non sembrava essersi accorto della presenza della giovane Grifondoro che lo stava divorando con gli occhi, e avrebbe continuato a lungo a dare spettacolo, se in quel momento un Fred Salvatore non fosse arrivato, armato di libro di Storia della Magia e sorrisone da SonoLoStudentePiùFeliceDiHogwarts, e avesse commentato un “George, hai deciso di farti stuprare? O è un nuovo giochino? Guardare ma non toccare!?”

 

“Eh? Cosa?” il fratello non sembrava aver afferrato di essere in grave pericolo di vita.

 

“Credo che la bestia assetata di sesso sulla porta, abbia squadrato famelica i tuoi quarti posteriori per un bel pezzo…per il tuo bene, ti conviene vestirti prima che sia troppo tardi.” Gli aveva risposto facendogli l’occhiolino e indicando con un cenno del capo la ‘bestia assetata di sesso sulla porta’, la quale, granitica nella propria posizione, calcolava se fosse più veloce saltare addosso al proprio dio sceso in terra dalla punto in cui si trovava, e quindi ruzzare come gli adolescenti in piena crisi ormonale che erano, oppure richiamarlo con un incantesimo d’appello e violentarlo lì, sulle scale dei dormitori.

 

Solo in quel momento George parve notare la propria ragazza, quindi, affatto sconvolto, o quantomeno imbarazzato della propria mise, esclamò gioioso un “Alicia, tesoro! Che bello, sei venuta a trovarmi!!!”, infilandosi –con grande sollievo della cacciatrice e dei suoi ormoni impazziti- un paio di pantaloncini neri e una grande felpa blu pervinca con un drago, regalo del fratello Charlie. Balzato giù dal letto, le fu subito accanto sollevandola, non senza un urletto di sorpresa e numerose proteste della giovane, salutandola –e zittendola- investendola con una tempesta di bacini sulle labbra.

Tutto questo sotto lo sguardo schifato-annoiato di Fred, che sospirando, fece spallucce ed uscì dalla camera salutandoli con un “Vado in paradiso ragazzi, ci vediamo fra due ore”, quindi strizzò l’occhio al fratello e chiuse la pesante porta in legno.

 

“George, ti prego mettimi giùùùùù!!” aveva urlato divertita e fintamente spaventata Alicia dopo l’ennesima giravolta subita.

Il giovane era scoppiato in una risata argentina, posandola sul letto morbido, intrappolandola fra le proprie braccia, tese nell’atto di sorreggersi. Stava ridendo anche lei. Era bellissima, con quel mare dorato sparso sul piumone scarlatto, le guance colorate da un leggero rossore, e quel cielo che portava negli occhi, accesi da una luce calda e allegra.

 

“Sei bellissima” le aveva detto, baciandola appassionatamente. L’aveva sentita ricambiare con trasporto, allacciandogli le braccia intorno al collo tornito e tirandolo sopra di se.

 

Dio, quel teppista non era bravo solo a combinare guai, decisamente no…le cose erano due, o George imparava davvero molto in fretta, o era dotato di un particolare talento nell’arte del bacio.

Si stava letteralmente sciogliendo, e tutto solo per un bacio…un bacio… quello non era una semplice bacio, quello era un capolavoro! Aveva sentito i polpastrelli ruvidi del giovane sfiorargli la gamba, salendo verso il bordo della gonna, superandolo, arrivando all’elastico delle mutandine. Si era lasciata sfuggire un mugolio di piacere, non avrebbe resistito a lungo a quel genere di tortura. Ma il ragazzo non sembrava aver alcuna voglia di voler porre fine a quella dolcissima sofferenza, continuando a giocare con l’orlo dell’indumento, e percorrendone l’intera superficie con le dita.

Aveva socchiuso gli occhi  sospirando di puro piacere. Aveva alzato lo sguardo, incrociando il viso del giovane, che in tutto il suo sadismo aveva cacciato fuori un ghignetto malizioso, che aveva mandato in tilt il proprio sistema endocrino, il suo progesterone e con lui, la propria lucidità. L’aveva visto accostare soddisfatto le labbra al proprio orecchio, dove vi aveva soffiato un

 

“Ti sei messa quelle col cuore!”

 

 

***

           

 “Yawn…ripeti…” una stanchissima Angelina, aveva sbadigliato sonoramente appoggiando la testa sulle braccia, conserte sul tavolo, dove, da ormai un’oretta abbondante, ripeteva con Fred Storia della Magia. Il giovane faceva una confusione pazzesca con le date, e di conseguenza non si raccapezzava con gli avvenimenti, ma per il resto non aveva grandi problemi. Avevano ripetuto, o meglio, fatto per la prima volta, visto che quel libro non era stato toccato durante tutto l’anno, una buona parte del programma, e adesso, il proprio ‘allievo’ si apprestava a ripetergli la battaglia contro gli orchi del 450. Tremendamente noioso. Aveva sbadigliato di nuovo. Le dispiaceva non prestare completa attenzione a Fred, ma stava lottando duramente contro i propri occhi nel tentativo di non farli chiudere. Avrebbe taaaaanto voluto tornare in dormitorio, nel suo lettino, e dormire…anzi, prima doveva dare quella lettera da parte di Oliver a Katie, scomparsa al momento, quindi avrebbe potuto fare sogni d’oro.

 

Quando si dice, parli del diavolo…proprio in quel momento gli era saettata davanti una trafelata Bell, che i dirigeva verso i dormitori maschili. Si era ripresa un attimo da quel torpore, richiamando per nome la giovane cacciatrice. Questa sentendosi interpellare, aveva arrestato la propria corsa, voltandosi in direzione della voce. Aveva visto una punta di delusione nel suo sguardo, ma le aveva comunque fatto cenno di avvicinarsi. Le aveva porto la missiva sussurrandole un “E’ per te, da Baston…mi ha chiesto di dartela, dice che gli dispiace”. La brunetta aveva preso la pergamena sigillata, le tremavano le mani. Le aveva sorriso debolmente, quindi si era allontanata, questa volta in direzione dei dormitori femminili.

“Speriamo bene…”

 

“…quindi, dopo aver decapitato il proprio capo, ne aveva preso il posto, ingaggiando una dura battaglia contro Thimeus l’audace e…” si era interrotto notando la propria, sensualissima maestra, chiudere gli occhi, esausta. “Johnson…gli orchi…” aveva provato ricordarle. Niente.

“Angelina…mi devi ascoltare, sennò mi confondo no?…”. Macché?! L’aveva vista respirare, tranquillamente e con regolarità…si era addormentata. “Bene! E adesso chi ascolterà la mia brillante esposizione sulla rivolta degli orchi del 450? Eh?” aveva borbottato scherzosamente sbuffando rassegnato. Aveva lanciato un’occhiata alla testolina color della notte che aveva davanti. Un paio di ciocche ricciolute color pece le ricadevano sulla fronte liscia, lo sguardo rilassato, quasi soddisfatto…le lunghe ciglia e le morbide palpebre, a celare quei due pozzi d’ossidiana. Le sopracciglia perfette, leggermente inarcate verso la fine, a conferirle quel tipico sguardo seducente, il profilo lineare del naso, la geometria piena e perfetta di quelle labbra, morbide, invitanti, troppo invitanti…ecco, era partito l’ennesimo trip…

 

[Freeeeed…sta dormendo…] OH NO, OH NO!! NON DI NUOVO TU!!! [dai Fred, se sei un vero uomo, ne dovesti approfittare…] No, maledetta vocina, adesso fili via! Sto ripetendo gli orchi ad Angelina [ma se dorme?!] non importa glieli ripeto ugualmente! [che brava ragazza, ti ha aiutato…] puoi dirlo forte! [le devi essere grato!] ma sicuro! Gliene sono già infinitamente grato!!! [e la dovrai ricompensare…] ovviamente s-… ehi brutta idiota!!! Ho capito dove vuoi arrivare sai! No, no e no, non ne approfitterò, sono un gentiluomo, io! [uff, ma chi vuoi che se ne accorga, lei dorme come un sasso!] non me ne frega niente, non la bacerò durante il sonno! [ma guarda cosa ti perdi…quelle labbra, così sensuali e calde…chiedono solo di essere baciate!]sigh sigh…no! [guarda George, lui si che sa come si fa!] che centra mio fratello adesso?! La sua ragazza era sveglia! [ma lui l’ha baciata a sorpresa!] sai che novità, lei poteva benissimo schiaffeggiarlo se fosse stata contraria, invece Angelina non può, e lei è sicuramente contraria! [daaaaaaaaiiii, che ti costa, un bacino, piccolo piccolo!] ho detto no![suuuuuuuu, non lo saprà nessuno!!!] smettila per carità, smettila, prima che combini qualcosa di cui pentirmi!! [andiamo, so che non desideri altro, pochi centimetri e quelle labbra saranno tue…] smettila! [ancora poco…] SMETTILA [un po’ più vicino…] BASTA BASTA BASTA!!!

 

Si era scostato bruscamente dalla posizione, pericolosamente vicina al viso della cacciatrice, in cui si trovava. Le aveva lanciato uno sguardo, la tentazione era davvero tanta, ma lei si fidava di lui, e certo rubarle un bacio a tradimento non avrebbe certo fatto aumentare la sua stima nei suoi confronti…però, quella bocca, era qualcosa di davvero troppo attraente, e rischioso, un binomio per Fred non indifferente, anzi del tutto affascinante…lui rideva in faccia al rischio, e se voleva qualcosa, la otteneva. E in quel momento voleva baciare Angelina!

E se si fosse svegliata? Non lo avrebbe più guardato in faccia…però, cosa si perdeva! Si stava letteralmente rodendo, senza per altro concludere nulla. Si era riavvicinato, cautamente, per paura di svegliarla. La vocina continuava imperterrita a dirgli

 

Baciala Fred, baciala!

 

Mentre la parte razionale tentava in tutti i modi di dissuaderlo da quei propositi.

 

Si era fermato un attimo ad osservare quella creatura fatta d’ebano, quasi forgiata nel bronzo…era stupenda, non sapeva resisterle, era troppo invitante! Era come se fosse un bambino, davanti ad un barattolo di cioccolata che la mamma gli ha ordinato di non toccare, mentre lei è fuori.

Un buonissimo vasetto di cioccolata, proprio davanti ai suoi occhi.

Le aveva scostato un ciocca corvina dal viso, posandola dietro le orecchie. *Agognava* quelle labbra, le voleva con tutto se stesso, la voleva con tutto se stesso, proprio come quel bambino.

Ma non poteva averla…la mamma glielo aveva vietato…

Ma adesso la mamma non c’era.

 

Si era avvicinato ancora di più a quel viso dalla rara perfezione, avrebbe rischiato, e a dirla tutta, non si era mai sentito vivo come in quel momento…nemmeno quando aveva fatto esplodere due caccabombe nel paiolo di pozioni…aveva il cuore a mille…

Ormai vi erano solo pochi millimetri a separarlo da quelle labbra, poteva sentire il respiro caldo della giovane sul proprio viso, e quel buon profumo che lo stregava ogni volta che le stava accanto.

Pochi millimetri separavano la propria bocca chiara, dalla curva morbida di quella della giovane, splendida, appetibile, proibita.

 

Ma Fred Weasley, dopotutto, in fondo in fondo è un bravo ragazzo…

Si era lentamente allontanato da quelle labbra, un inferno che prometteva il paradiso…le aveva posato un tenero bacio, sulla fronte liscia…probabilmente si sarebbe impiccato per quel gesto, si sarebbe maledetto da solo, per non averne approfittato, per non aver colto al volo un’occasione tanto facile…ma Fred Weasley sapeva che una cosa, tanto più è lontana dalla nostra portata, tanto più la si desidera…le cose difficili alla fine, sono quelle che se realizzate danno più soddisfazione. E lui avrebbe aspettato…oh se avrebbe aspettato…e alla fine sarebbe stato appagato, appieno.

 

***

 

Era entrata nella propria camera, vuota, buia, incasinata come sempre…la sua camera…

Si era seduta stancamente sul letto, le mani tremanti stringevano quel pezzo di carta, da cui sarebbe dipesa la sua storia d’amore…aveva paura di sapere cosa ci fosse scritto.

Poteva essere qualcosa di buono, come anche no. Magari Oliver, si era stancato di quelle sue lacrime, che uscivano sempre a sproposito, per qualsiasi sciocchezza. Magari era diventata soffocante per lui. Non osava immaginare in quel caso come avrebbe reagito. Eppure quella lettera era ancora lì, nelle sue mani, sigillata come le era stata consegnata, inviolata e custode del suo destino. Sarebbe bastato aprirla e leggere. Ma aveva paura. Maledettamente una paura cane di non potersi più specchiare in quegli occhi color cioccolato, di non poter più accarezzare quella pelle o baciare quelle labbra, insomma di non poter più vivere. Perché in realtà per lei, Oliver era questo. Era aria, acqua, era vita! La sua vita, e non avrebbe sopportato di vederlo fra le braccia di nessun altro.

Ma la lettera era ancora lì, arcano scrigno di chissà quali parole.

Cosa aveva da perdere aprendola? Se fossero state cattive notizie, leggerle lì, o venire a saperle da lui, sarebbe cambiato davvero poco, giusto un prolungamento di poche ore di quella tortura psicologica a cui si era sottoposta. E se fossero state belle notizie, ci avrebbe solo guadagnato…si era decisa.

Aveva sollevato la missiva all’altezza del viso, lentamente aveva staccato il sigillo di ceralacca con cui era fermata la pergamena. L’aveva srotolata, tremando, ed aveva cominciato a leggere.

 

Per Katie da Oliver

 

Cara Katie

                  Non so nemmeno cosa ci faccia, io, qui davanti ad un pezzo di carta, a cui affido i miei pensieri, ma soprattutto le mie paure, paure che sono il frutto della mia incapacità. Perché è questo che sono, un incapace. Fuori dal campo di Quidditch Oliver Baston, non è nessuno. Non è niente. Oliver Baston esiste solo in funzione del Quidditch, e di questo sport ne ha fatto il proprio sogno e la propria vita. Tutto il resto per lui non esiste. O meglio, non esisteva. Esatto amore mio, quel tempo è ormai passato, adesso non è più così.

                 Da quando ci sei tu, mia dolce Katie, sono qualcuno anche fuori dal campo, anche senza una pluffa fra le mani o a cavallo di una scopa. Perché ci sei tu che con i tuoi sorrisi e con i tuoi bellissimi occhi, mi fai capire che per te Oliver Baston, non è solo portiere o capitano, è qualcosa di più, è un ragazzo, il tuo ragazzo, una persona che per definizione ti dovrebbe stare accanto più di chiunque altro, che ti deve proteggere, e deve fare di tutto per non farti soffrire...e invece, cosa ho fatto io? Ti ho fatta piangere, di nuovo. Ho visto per l’ennesima volta i tuoi occhi, quel bellissimo spettro di colori e toni, dal mogano più scuro fino ad arrivare all’ambrato più penetrante, li ho visti pieni solo di un’immensa tristezza, di nuovo, e mi si è lacerato il cuore, come un velo che viene strappato con forza. Ogni liquida perla salata sulle tue guance è per me motivo di sconforto e pena, e rabbia...già, rabbia, contro me stesso, contro un povero idiota che non ti merita, perché non fa altro che darti motivo di sofferenza, per degli errori che sa ripeterà ancora, e ancora, e ancora...e so che quegli incerti tentativi di restituirti l’affetto che mi dimostri, sempre, incondizionatamente, non saranno mai così intensi come vorrei che fossero, e come meriteresti che siano...è così semplice, eppure non ci riesco, ho paura di dimostrare quanto ti amo, perché sarebbe mettere a nudo la mia anima, il mio cuore, mostrarmi a te, senza barriere, vulnerabile da tutto e da tutti. Credimi piccola mia, fra i due, quello da difendere sembro essere io...

                   Amore mio, mi ero ripromesso di non farti più soffrire, di proteggerti, ma come faccio a proteggerti da me stesso? Un modo ci sarebbe, ma ne temo anche solo il pensiero, perché credo che senza di te, non solo tornerei ad essere il nessuno fuori da campo, ma scomparirei del tutto, perderei me stesso,  perché perderei te. Tu sei la mia vita Katie, e tre mesi da festeggiare, diventano un’ inezia se paragonati all’infinito che vorrei passare con te...ma ti ho fatta piangere, di nuovo, e i sensi di colpa mi rodono come un cancro maledetto, e sto male se penso che quel bacio di stamattina poteva essere l’ultimo, perché non ti ho ancora detto quanto ti amo, non ti ho ancora dimostrato quanto ho bisogno di te, perché se il Quidditch mi appaga per una metà, l’altra metà sei tu, che mi fa sentire completo, il vero Oliver Baston, uno sciocco, che per egoismo o stupidità, forse ha perso il suo tesoro più bello.

Ti amo mia dolce Katie, e continuerò a farlo per sempre...anche se tu, forse, hai già smesso di farlo.

Ti amo.

Oliver K. Baston

 

 

Aveva smesso di leggere, perché non riusciva più a vedere, attraverso quella liquida barriera che adesso andava ad inumidire il foglio, sciogliendo quei segni d’inchiostro sulla carta.

Come aveva anche solo osato pensare di non essere importante per Oliver. Il suo Oliver, che le aveva permesso di leggere quello scorcio della sua anima, quel frammento di cuore, quella scheggia di pensieri che sapeva d’infinito, come il bene che le voleva, come il bene che le aveva dimostrato.

Era scoppiata in lacrime, si era alzata ed era corsa fuori dalla stanza, lungo i corridoi, giù per le scale, attraverso la Sala Comune, su per le gradinate dei dormitori maschili, ancora corridoi, ancora porte, ancora stanze, fino a quella porta, a quella stanza.

Era entrata, senza bussare, senza sapere se ci fosse o no…o forse lo sapeva, come sapeva che le avrebbe aperto, come sapeva che l’avrebbe perdonata.

La camera era in penombra, illuminata solo da poche candele. Solo una figura seduta sul letto, con le mani incrociate, quasi stesse pregando, a sostenere la testa.

L’aveva visto.

 

Era lì sull’uscio, con ancora la lettera in mano. Piangeva e ansimava, aveva corso.

Si era avvicinata, incerta, Oliver aveva la testa china, non la guardava.

Era davanti a lui, a pochi centimetri di distanza, e ora più che mai era certa su quello che avrebbe dovuto dire a quel ragazzo che la fronteggiava col capo chinato.

 

“Scusa…scusami Oliver…non voglio perderti…” glielo aveva detto fra le lacrime, ma con voce ferma.

Il ragazzo non aveva alzato lo sguardo, era ancora lì con la testa appoggiata alle mani, non la guardava.

 

“Ti prego Oliver…di qualcosa…ti prego…” niente…nessun cenno, nemmeno uno movimento, un sospiro. Aveva paura…paura di aver letto quella lettera troppo tardi…

Si era accasciata al suolo, sentiva il freddo pavimento sulle proprie gambe, le guance ancora inondate da quella tempesta salata che non voleva cessare il proprio corso.

 

“Oliver…guardami almeno…ti supplico…” piangeva, piangeva come non aveva mai fatto, non riusciva a sostenere quel silenzio, era un supplizio, una violenza, un martirio. Voleva solo una risposta, anche solo uno sguardo, le sarebbe bastato a capire. Gli aveva preso il volto tra le mani, e lo aveva sollevato piano sussurrando un disperato “Ti scongiuro…guardami”.

E li aveva visti, i suoi occhi, gli occhi del ragazzo che amava, pieni di lacrime, che premevano per uscire. Un abisso di disperazione quello sguardo. Solitaria, una goccia di tristezza, o forse sollievo gli aveva rigato la guancia ambrata.

 

“Non voglio perderti nemmeno io Katie, per nulla al mondo”

 

Era stato un soffio, un sospiro, quello che aveva pronunciato il giovane, ma era bastato a sollevarle dal cuore un macigno. Lo aveva abbracciato, forte, scoppiando in un pianto liberatorio. Il ragazzo la stringeva, e non l’avrebbe più lasciata andare.

 

Sarebbero rimasti così, per sempre, insieme.

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

Oddio...insulina, presto, fate in fretta!!! Sto avendo una crisi ipergligemica!! Ecco, mi sale il diabete…scusatemi, vi prego, abbiate pietà per questo chap all’insegna dello zuccheroso-smieloso-diabetico-romantico, ma la mia mente malata è riuscita a concepire solo questo…uff io lo dico sempre che sono un’idiota limitata [anche noi te lo diciamo sempre!! NdFred&George] [zitti!!! Bastardi! NdLynn]…che dire, spero che vi sia piaciuto, ho tentato di renderlo un poco romantico, almeno nell’ultima parte, ma non saprei…mi sembra solo l’ennesima schifezza…vabbuò fatemi sapere con una recensione^^’’’.

 

 

IMPORTANTE: sul sito à http://peachan.altervista.org ß sezione OTHER FANART troverete i miei nuovi disegni, alcuni riguardanti Amori sul Campo di Quidditch, quindi, consiglio a tutti di visitarla, così mi fate sapere, se oltre alla scrittura, sono un fallimento anche con la matita (a quel punto Lynn, s’ammazza)…

MI RACCOMANDO FATEMI SAPERE!!! XD

 

Bene…ora passiamo al risultato del sondaggio…a grande, o più o meno grande richiesta, LEE JORDAN DEVE FIDANZARSI [°-° chi io? NdLee] [si proprio tu, quanti Lee conosci??? NdLynn]…il problema rimane  CON CHI???? …sono ben accetti suggerimenti…

 

 

Dunque dunque, sono andata a vedere Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, gentilmente accompagnata dalle mie fedeli amiche Luna Malfoy e Ryta Holmes (anche loro autrici di splendide fic su questo sito^^)…se qualcuno non l’ha ancora visto e non vuole spoiler, passi avanti e non legga, grazie…

Dicevamo, sono andata a vedere HP3…due parole CHE SCHIFO.

Questo è il giudizio complessivo, ma non tutto è perduto…diciamo che ci sono dei pro e dei contro…

PRO:

-ottimi effetti speciali (soprattutto le scene con Beccuccio, che carino ^//^)

-sublime ambientazione

-tutti i personaggi erano molto convincenti nell’intrpretazione (meno nell’aspetto -.-)

-Un applauso al trio. Daniel è cresciuto, e si vede, Emma Watson è diventata stupenda, e Rupert Grint (o come cacchio i chiama)…vi dico solo che quando ha fatto il verso del leone, mi sono sciolta tipo gelato all’equatore…

-Draco Malfoy. Punto. Posso solo dire, di non essere una fan esasperata del biondino, eppure il caro Tom Felton era semplicemente stuprabile…ricorderemo per sempre la scena P-P-P-Potter…d-d-d-dissennatore!! Uuuuhhhh… (àvedi Luna Malfoy che in mezzo al cinema viene presa da orgasmi multipli e ha la faccia da chi è arrivato in paradiso)…lo serberemo nella memoria così, un allegro figlio di buona donna figo da far paura…

-dulcis in fundo…I GEMELLI [YEAHHHHHH XDXDNdFred&George]… buon dio I Gemelli…con I capelli lunghi…scusate sto sbavando ancora…quando sono apparsi, e Luna e Ryta confermano, ho cacciato fuori uno sguardo sbrilluccicoso da cucciolo che non vi dico…o forse era quello da AdolescenteInPenaCrisiOrmonaleConRelativoSangueDalNasoEffettoFumettoShojo…sorvoliamo

-Nella scena dopo la partita di Quidditch fanno vedere Angelina^^

 

CONTRO: bene, a partire dalle prime scene del film si vedono gli strafalcioni assurdi…elenchiamoli:

-Harry, NON può fare assolutamente alcun tipo di magia al di fuori di Hogwarts, e loro cosa mi fanno, mi mettono Harry, che fa l’incantesimo Lumos Maximo (studiato per altro il primo anno) sotto alle coperte…ditemi voi se è coerenza.

-hanno fatto un taglia taglia, che mi sembra abbiano tratto il film da un libro completamente diverso da quello di HPPoA.

-hanno tagliato le scene dei malandrini

-non hanno minimamente spiegato la nascita della mappa

-non se ne sa niente di James che diventa un cervo, che dovrebbe poi spiegare il perché il patrono di Harry abbia quelle sembianze.

-si sono sputtanati a metà film l’effetto sorpresa (da uccidere)

-Remus sembra abbia avuto una tresca con Lily!

-MI HANNO TAGLIATO TUTTE LE PARTITE DI QUIDDITCH, e quella della sconfitta contro i Tassorosso non fanno capire chi ha vinto. Inoltre nella suddetta partita, mi fanno fare a Cedric-sono-un-dio-greco-bello-buono-e-bravo-Diggory la figura dell' idiota! La Chang non compare manco per sbaglio…uno sfacelo.

-la Firebolt viene nominata SOLO alla fine del film (!!)(e qui si vede un Baston disperato che si butta giù dalla torre di astronomia -.-’’)

-Il lupo mannaro è uno scherzo della natura e dell’anatomia…ora, per chiunque non sappia com’è fatto un lupo mannaro, visto che sono io stessa un essere appartenente a questa razza e mi sta molto a cuore questo problema, voglio puntualizzare un paio di cosucce…I Lupi Mannari (con L e M maiuscoli per il sommo rispetto che nutro in questi esseri) hanno l’aspetto di un lupo normale, ma con dimensioni due, tre, a volte anche quattro volte superiori, e sono famelici ed assetati di sangue. Sono riconoscibile grazie al colore degli occhi, che diventano color del sangue, da un particolare ciocca di peli sul collo, dalla coda a ciuffo, molto folta e più lunga di un lupo normale ma anche molto più muscolosa, e infine dal muso del lupo mannaro, che reca delle particolari macchie ed è più tozzo rispetto a quello affusolato del lupo, questo perché la dentatura del mannaro non solo è più sviluppata ma anche molto più potente di quella di un normale lupo…i licantropi hanno un ottimo sviluppo dei sensi soprattutto olfattivi, uditivi e visivi, e mantengono una traccia di questo sviluppo anche quando sono umani, ovviamente in proporzioni decisamente ridotte!…ora, chi ha visto il film, prenda il lupo mannaro che c’è lì, e quello che ho descritto io…c’entrano niente?

-punto primo i doppiatori italiani facevano pena…punto secondo, mi aspettavo un attore un tantino meglio per interpretare il mio REMUS LUPIN (nome che dovrebbe essere pronunciato LupEn e non LùpIn), e invece mi hanno smorzato l’entusiasmo quando l’ho visto…deprimente.

-Gary Oldman (aka Sirius Black) anche se devo dire che è molto simpatico, mi aspettavo, come sopra essere un figaccione da paura, con le dovute modificazioni di Azkaban…e invece…Nisba!

-poi, mi chiedevo, ma i dissennatori, VOLANO??? Io sapevo fluttuassero, tipo, sembrava non camminassero ma fossero sospesi a pochi centimetri da terra, ma non che mi partono tipo Jet o Caccia militari!!

-l’aula della Cooman, dovrebbe essere in una torre, si raggiunge con delle scalette d’argento (ho visto solo grandi gradinate in marmo io), è piccola, buia, stretta e piena di schifosi incensi e altre cose (quella era grande come un auditorium di università, luminosa e priva di qualsiasi nebbia…fate un po’ voi…)

-Madama Rosmerta sembra a scelta: o una scaricatrice di porto in pensione, o una boscaiola frustrata, o una detenuta con la fedina penale pulita come quella di Bellatrix Lestrange…ma non doveva essere una donna paffutella e molto gentile? E da quando i Tre Manici di Scopa è chiuso ai minorenni?!

…ci sarebbe ancora un’infinità da dire, ma non lo faccio sennò rimango qui fino a domani…

Ho solo un ultimo consiglio da dare a Cuaron e allo sceneggiatore….DATEVI AL BOWLING!!! 

 

Ma adesso passiamo alle vostre recensioni^^

 

 

George Weasley: Eccoti qui, caro il mio teppista…allora, sei soddisfatto della piega che stai prendendo? Mi sa che forse ti sto facendo diventare un po’ troppo sdolcinato eh? Qualche consiglio su chi inculcare a Lee? RECENSISCI^^

 

Selphie: Devo ammettere che mi è venuto fuori un George davvero teneroso…anche in questo chap…mi sa che è un tantino Out Of Character…hai qualche consiglio su con chi mettere Lee? Fammi sapere^^ RECENSISCI^^

 

Janice: Bene bene, volevate il Lee fidanzato? E fidanzato sia, anche se credo che farò solo un sub chapter nel caso…qualche consiglio su chi rifilare al bel moretto? Dimmelo RECENSENDO^^

 

Luna Malfoy: Scena: Luna si erge in tutta la sua colossale altezza, braccia conserte, piede che batte a terra nervoso e bacchetta alla mano…sguardo da mangiamorte frustrato…terribile!!!! Davanti a lei due figure tremano cercando di farsi il più piccolo possibile nonostante siano tutt’altro che piccini. “Allora? Cos’hai da dire in tua discolpa George?!” un pigolio alla TiPregoNonFarmiMaleSonoGiovanePerMorire proviene dalla gola del rosso “Cosa? Non ho capito!” “mi dispiace…ma io…non intendevo…cioè…era quello che pensavo…” “Ahh…tu pensi?! Cavoli, facciamo progressi eh?!” gli lancia un’occhiata in tralice fulminandolo…poi si rivolge al portiere che gli trema davanti, coi lucciconi agli occhi “Oliver…cosa devo fare con te? Mi spieghi?” sospiro rassegnato… “ehm…ma si è risolto tutto no?! No?” tenta di salvarsi il capitano “Uff…per favore…evaporate…” due figure scompaiono alla velocità della luce. Da un angolo esce Angelina che tutta sorridente batte il cinque a Luna e la ringrazia per la gentile collaborazione “A me non mi ascoltano più!”, da un altro angolo spunta Lynn, che non sarà mai abbastanza grata alle due per la strigliata di capo…Grazie ancora e fammi sapere di questo chap…

 

Marty: Grazie per i complimenti, per quanto riguarda la scena del bacio, ci ho messo davvero tanto a scriverla, la volevo rendere abbastanza sdolcinata…poi mi è presa la mano e ho tirato fuori questo chap…fammi sapere che te ne pare! Ah, se hai qualche consiglio per quanto riguarda la potenziale ragazza di Lee, fammi sapere con un RECENSIONE^^

 

Angle 1987: Merci, merci beaucoup mademoiselle (ah, la proffa mi ha dato 8 in Français^^). Grazie a dio qualcuno ha apprezzato questo cambiamento di rotta verso la coppia principale…*me molto felice*…ha qualche consiglio su chi appioppare a Lee? Mi raccomando, RECENSISCA^^!

 

Sasha: Ti ringrazio infinitamente per i complimenti, spero tu possa recensirmi ancora, magari facendomi sapere con chi mettere il povero Lee ^^…

 

Felpy: Grazie grazie grazie per i complimenti, ma non credo di meritarli tutti…^^ per quanto riguarda Lee, mi fa piacere che ci sia qualcuno che la pensi diversamente, ma se comunque hai qualche idea su chi debba essere la prescelta, fammi sapere^^.

 

Phoenix: PHOENIX!! Quanto mi sei mancata!!! Non importa per il sesto chap, lo so che era colpa di quel maledetto ammasso di chip, byte e MG…ma che ci vuoi fare, errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è ne cessarlo un computer (Arthur Bloch)…presto arriverà anche la coppia Angelina Fred, tranquilla^^. Qualche idea sulla probabile partner del bel moretto Jordan?

 

Ale: Ok…signorina Ale, spero che l’armadio dove ha riposto ascia bipenne e motosega sia ancora bello e sigillato…come vede questo chap è all’insegna del romantico più mieloso, l’ho accontentata? C’è scappato pure il bacio fra Freddino e Angeluccia… ^.-…per quanto riguarda la futura ragazza di Lee, ha qualche ideuzza? Mi faccia sapere, RECENSENDO^^.

 

Audrey: Ecco un’altra che, non sa con chi sistemare Lee…a chi lo dici, mi sto sbattendo per trovarne una ok…andrà a finire che mi invento un nuovo personaggio Y-Y…Mi raccomando, se le vengono in testa idee su possibili candidate al fidanzamento non ha che da parlare, ovviamente RECENSENDO ^o^.

 

Bryn: Ghehehehehe, Alicia come ottimo surrogato del crack, ce la vedo sai, stesa tutta nuda su di un letto e Gorge che se la sniffa [*.* ci sarà una scena come questa vero!?!? NdGeorge] [Certo certo, come no… -.- NdLynn altamente dubbiosa]…povero Baston, lo capisco benissimo perché come lui, ne ho conosciuti a slavine, e sinceramente, dopo un po’ smetti anche di incazzarti quando non si ricordano di compleanni e anniversari…vabbè che ci vuoi fare, sono ragazzi, nel cervello non c’è spazio per quelle cose, ti pare?! Fammi sapere chi ti sembra congeniale nel ruolo di ragazza per Lee, visto che ti è simpatico! E RECENSISCI^^.

 

 

Ringrazio infinitamente chi mi recensisce ma anche chi non lo fa, ogni nuova lettura è per me motivo di grande soddisfazione^^.

 

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