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Autore: Tovie95    18/10/2012    3 recensioni
C'erano una volta, in una terra lontana lontanta... insomma basta!! E' sempre la stessa solfa: ormai abbiamo visto addormentarsi e svegliarsi la Bella Addormentata minimo un milione di volte! E che dire di Biancaneve? Insomma: dovrebbe averlo capito che la mela è avvelenata!! Le favole hanno accompagnato la nostra infanzia, dunque cosa potrebbe avvenire se le rivivessimo con i protagonisti degli anime?
Cosa potrebbe accadere se la Bella fosse un ragazzo con i capelli bianchi? se siete curiosi non vi resta che leggere e recensiere numerosi
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Matt, Mello, Near, Un po' tutti | Coppie: Mello/Near
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
 

Il Bello

 
La luce filtra attraverso le fessure delle imposte, la fresca aria mattutina si insinua attraverso il legno giungendo a solleticare il suo corpo che giace disteso tra le coperte, nelle sue orecchie il distinto cinguettio degli uccelli si emana divenendo sempre più forte, con rammarico apre gli occhi scuri ed accetta un nuovo giorno in quella realtà monotona in cui era stato catapultato.
Il ragazzo allunga le braccia dietro il capo e le tende fino a sentire le ossa svegliarsi dal loro torpore, quindi scosta le lenzuola candide e lascia il torpore del letto, cammina sul consunto pavimento di legno fino a raggiungere le imposte spalancandone e lasciando che la sua stanza fosse invasa dalla luce del sole.
Un nuovo giorno si annunciava, un cerchio rosso stava salendo con lentezza da dietro le colline che si stendevano davanti alla sua finestra, posò le mani sul davanzale e si sporse cercando di scogliere oltre quei dolci colli la città che aveva abbandonato e a cui desiderava poter fare ritorno, ma il medico era stato categorico: per migliorare le sue gracili condizioni fisiche era necessario che lui vivesse lontano dai caotici centri urbani, per aiutarlo a stare meglio dunque si era trasferito in quel luogo con suo fratello maggiore.
Nate spesso rimpiangeva il rumore frequente della città che aveva abbandonato, nonostante vivesse chiuso perennemente tra le mura delle sue stanze e non potesse uscire se non per brevi passeggiate nel cortile della sua abitazione, anche se non aveva mai intrattenuto alcun contatto se non con il fratello maggiore, lui sentiva di rimpiangere quella vita a cui non aveva mai avuto accesso ma che sentiva pulsare con forza, mentre quel paese pareva essere rimasto alle tradizioni antiche.
Il ragazzo si decise ad abbandonare la finestra, ravvivò con pochi colpi di spazzola i suoi capelli immacolati, quindi si privò della lunga camicia che indossava a letto per coprire il suo fragile torace con vestiti candidi di un paio di taglie più grandi delle sue reali dimensione; non sapeva se gli facesse bene o meno stare a contatto con la gente di quel piccolo centro, si rendeva solamente conto che oltre al fratello non conosceva altri legami, non sentiva neppure di desiderare poter provare delle emozioni.
Nate lasciò la sua stanza camminando soavemente, senza fare rumore raggiunse la cucina e fece colazione con un bicchiere di latte e qualche biscotto secco inzuppato nel liquido, quando ebbe terminato ripose le stoviglie nel lavello e si decise ad andare a svegliare il fratello maggiore, mentre saliva i gradini che conducevano alle camere si rendeva conto di quanta fortuna avesse avuto nell’essere adottato da un ricco investigatore, ancora non si riusciva a capacitare di come la sorte gli avesse arriso improvvisamente.
Quando raggiunse la camera del fratello bussò un paio di volte, non udendo nessun suono provenire dal suo interno si decise ad aprire la porta ed entrò: il giovane dormiva accoccolato su sé stesso in un letto dalle coperte disfatte, stringeva le ginocchia al petto e teneva il volto premuto contro al cuscino serrando gli occhi in cerca di qualche prezioso minuto di sonno in più.
L’albino raggiunse le imposte e le spalancò con impeto, quando il fratello venne inondato dalla luce emise un gemito di protesta mormorando « Near, è ancora presto! » adorava quando suo fratello lo chiamava con quel nomignolo, lo faceva sentire protetto ed amato per questo aveva deciso di conservare il suo nome per qualcuno di veramente speciale: era noto a tutti in quel villaggio con l’appellativo di Near e voleva che rimanesse così, perché alla persona a cui avrebbe rivelato il suo vero nome sarebbe stata veramente speciale per lui.
« Se non ti alzi per tempo non riuscirai a terminare la stesura delle conclusioni del caso, così come non potrai salire sulla carrozza per la città in tempo per denunciare il colpevole » replicò il ragazzo freddamente, in verità desiderava ardentemente poter lasciare le mura domestiche per recarsi in paese in biblioteca: ormai doveva essere giunto il libro di Meccanica Quantistica che stava tanto aspettando, desiderava potersi dedicare alla lettura il prima possibile.
Una cosa da sapere su Nate era la sua incredibile intelligenza: all’età di tre anni aveva imparato a distinguere le lettere, mentre all’età di quattro riusciva a leggere e scrivere correttamente, quando compì i sei anni prese a dedicarsi a letture più impegnative rispetto alle favole, così si era gettato sugli autori classici divorandoli uno ad uno, a ventuno anni di età il suo appetito per la conoscenza non si era certo indebolito: desiderava conoscere tutto ciò che era lecito sapere sulla realtà che lo circondava, nei testi geografici aveva conosciuto usanze e costumi di colture che non avrebbe potuto incontrare mai, la lettura era per lui un modo di allontanarsi dalla realtà che lo circondava per sperare in qualcosa di migliore.
« Vuoi recarti in paese? » gli chiese suo fratello, adesso si era seduto nella sua consona posizione, cioè con le ginocchia strette al petto e la testa leggermente piegata tra le spalle, come al solito il ragazzo non si smentiva: riusciva a capire immediatamente cosa stesse pensando e si adattava alle conseguenze.
Nate si limitò ad annuire preparandosi alla scenata di apprensione a cui il fratello l’avrebbe certamente sottoposto: Lawliet temeva che gli potesse avvenire qualcosa di tremendo se si fosse recato troppo spesso al villaggio, tremava al pensiero di un suo possibile attacco epilettico, alla sua assenza in caso di necessità; però il minore riusciva sempre a tranquillizzarlo, per cui otteneva sempre il permesso di recarsi in visita al paese.
 
Quella mattina il sole splendeva alto nel cielo diffondendo un piacevole tepore su tutto il suolo, gli uccellini cinguettavano gaiamente tra le fronde degli alberi, una fresca brezza primaverile spirava in tutte le direzioni scompigliando i capelli al ragazzo.
La loro abitazione si trovava discosta rispetto al centro abitato: era una casa dalle modeste dimensioni, con le pareti intonacate di bianco e il tetto di tegole rosso fuoco, aveva una piccola staccionata bianca che ne delimitava i confini, nel giardino che la attorniava erano piantati diversi tipi di alberi e fiori, che il fratello aveva portato di ritorno da paesi lontani; un piccolo ruscello montano scorreva davanti al cancello di tegole bianche, per superarlo era stato costruito un ponte in legno.
Nate non sapeva nulla dei precedenti abitanti della casa, l’unica cosa di cui fosse a conoscenza era della loro parentela con Lawliet, ciò nonostante suo fratello non gliene aveva mai fatto parola e lui non aveva voluto indagare, poiché il maggiore aveva troncato i rapporti con la sua famiglia da ormai molti anni, quello era dunque un argomento su cui era meglio non discutere.
Adesso il passo dell’albino lo stava conducendo lungo un piccolo sentiero di ciottoli bianchi, circondato da alberi dritti che oscuravano con le loro fronde il sentiero disegnando complessi arabeschi di ombre, quando fu in prossimità del paese cominciò ad udire chiaramente le urla delle madri che richiamavano i figli, il rumore della fornace del fabbro, le chiacchiere degli uomini che si narravano gesta puramente fantasiose, quella era la monotonia del paese in cui era venuto ad abitare.
Quando Nate fece il suo ingresso camminando con lentezza parve quasi che tutti avessero trattenuto il fiato, interrotto la comunicazione per cominciarne una seconda dall’argomento più interessante: lui, perché da quando si erano trasferiti i paesani non avevano fatto che guardarlo con sospetto, non avevano mai visto un ragazzo più bello, però questo suo fascino aveva qualcosa di misterioso ed accattivante per cui in molti lo allontanavano, inoltre lui adorava leggere ed aveva dimostrato la sua spiccata intelligenza in più di un’occasione.
Il giovane aveva delle ammiratrici, soprattutto ragazze che ammiravano il suo modo pacato di parlare, il suo astenersi dall’esprimere la minima forma di emozione, il modo lento ed elegante con cui camminava, la morbidezza dei suoi capelli così simili a batuffoli di ovatta candida, eppure lui non aveva mai degnato nessuna di loro nemmeno di un saluto: non gli piaceva essere considerato come un animale raro e bizzarro di cui far mostra nelle grandi occasioni.
L’unico luogo in cui il ragazzo si fosse mai sentito a proprio agio era la biblioteca: non era grande come quella che suo fratello frequentava in città, ma il proprietario, un giovane ragazzo dai capelli neri perennemente in disordine ed occhi rosso cremisi, era molto simpatico e gioviale i due si erano intesi da subito perché condividevano il comune amore per la lettura ed il desiderio di lasciare quel posto per trasferirsi là dove la loro intelligenza avrebbe avuto uno scopo.
Il ragazzo raggiunse la porta a vetri della biblioteca e l’aprì, il suo ingresso fu accompagnato dal trillo acuto di una campana e dal fruscio improvviso di un tomo che fosse chiuso in tutta fretta « Salve, Near! » lo salutò il ragazzo non appena lo riconobbe, il bibliotecario stava seduto dietro al bancone intento nella lettura di un pesante tomo sulle ultime scoperte scientifiche.
« Buongiorno Beyond » il suo saluto atono era così diverso rispetto a quello straripante di vita dell’amico, per cui l’altro si alzò e gli si avvicinò posandogli le dita sulle guance e tirandole un poco « Oggi mi sembri più pallido del solito, Near! Dovresti passare più tempo al sole! » gli disse dopo essersi scostato ad un gesto infastidito dell’albino a cui non piaceva essere toccato.
« La mia salute non mi consente di stare troppo a lungo esposto ai germi esterni… è arrivato il libro che ho richiesto? » rispose il ragazzo osservando con interesse un pesante tomo sulle teorie filosofiche del V secolo.
Il ragazzo estrasse un voluminoso libro dall’elegante copertina in pelle e lo porse al ragazzo, quindi lo condusse alla porta non senza avergli ricordato quanto gli avrebbe fatto bene stare di più all’aria aperta, lui lo ringraziò per la sua preoccupazione quindi si voltò e si allontanò dal negozio.
Nate camminava: il libro aperto davanti agli occhi mentre assimilava informazioni e leggi leggendole appena, gli sembrava quasi che quelle parole stampate su carta pallida si stessero animando e gli proponessero di seguirle in posti esotici e sconosciuti, il ragazzo avrebbe volentieri accettato quell’invito se solamente non avesse udito un improvviso urlo.
Tutte le ragazze del paese si erano affacciate contemporaneamente alle imposte, osservavano sospirando la strada mentre con le mani si pettinavano i capelli celermente, tutti i loro occhi dalle mille sfumature erano indirizzati sulla strada che dal bosco conduceva al villaggio, Near comprese a cosa fosse dovuta tutta quella eccitazione, per cui procedette più speditamente.
« Ti sono mancato, Near? » la voce del viandante lo raggiunse pietrificandolo sul posto: avrebbe tanto voluto scappare, ma la probabilità di provocare un nuovo attacco epilettico era troppo reale per non essere presa in considerazione, così continuò a camminare cercando di ignorare la presenza sempre più tangibile alle sue spalle.
« Insomma, Near: so che non puoi esprimere la gioia del rivedermi in pubblico, ma almeno voltati a guardarmi! » due mani si posarono sulle sue spalle, lo sgradevole odore di sangue si diffondeva dalle dita celate da guanti scuri saturando l’aria circostante, l’albino sentiva il peso del suo corpo farsi insopportabile, presto avrebbe avuto bisogno di sedersi.
« Fatto buona caccia, Mail » domandò atono solamente per il gusto di farlo allontanare da lui: sapeva come al ragazzo facesse piacere essere elogiato, sperava che lodandolo l’avrebbe allontanato.
« Soddisfacente, Near: ti piacerebbe se ti mostrassi i miei trofei? » le braccia del ragazzo si stavano stringendosi attorno al suo petto, in quello che sarebbe diventato un abbraccio se non l’avesse fermato.
« Ne sarei molto felice, Mail, ma devo proprio tornare a casa » rispose l’albino, il suo tono non manifestava la paura che lo scuoteva interiormente, voleva che le braccia del rosso smettessero di stringerlo con possesso, doveva assolutamente fuggire.
« Allora sarei molto felice di accompagnarti! » esclamò il ragazzo sciogliendo l’abbraccio soffocante e ponendosi al suo fianco, gli stava tendendo la mano inguantata aspettandosi che lui la stringesse, peccato che l’albino non avesse la minima intenzione di farlo: era consapevole dell’amore che Mail provava nei suoi confronti, ma non poteva accettarlo in primo luogo perché non avrebbe mai potuto amare un individuo così egoista, in secondo luogo perché erano due maschi.
« Grazie per l’interessamento… ma preferirei tornare a casa da solo » rispose Near, allora la delusione si rifletté negli occhi verdi dell’altro che si limitò ad afferrare la sua mano ponendo un delicato bacio sulla sua pelle « Allora ti aspetterò, mio principe! » mormorò mentre il dolce aroma della pelle dell’albino si diffondeva nelle sue narici occupandole.
Nate si sciolse da quella stretta e si avviò lungo la strada tendendo l’orecchio sperando di non udire l’eco sordo degli stivali dell’altro, con sua somma sorpresa il rosso non lo seguì: così non gli fu difficile raggiungere la casa, una volta entrato raggiunse il salotto e si dedicò alla lettura.
 
Note dell’autrice
Salve cari lettori:P non ho molto da dire su questo cap. spero che la storia vi stia interessando e che recensirete numerosi, ringrazio Fubuky e Lady River Keehl per aver inserito questa long nelle preferite, soniuccia Danydhalia per aver inserito questa storia tra le seguite:p spero mi facciate sapere cosa ne pensate.
 

Kisses Bloody Soul

  
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