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Autore: V a m p i r e    01/11/2012    4 recensioni
Arthur Pendragon è un cavaliere valoroso e coraggioso, con un grande senso dell'onore. Sarà sicuramente un grande re.
Tutte grandi doti nel medioevo, ma cosa succede quando Nimueh decide che per distruggerlo deve mandarlo in un altro mondo? Un mondo senza magia, né giostre, né duelli?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Principe Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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2 – Il ragazzo in abito medievale.




La luce attraversò la finestra della casa di Jennifer e arrivò fino al divano, svegliando il ragazzo che vi dormiva dalla notte prima.
All’inizio Arthur non si rese conto di dov’era e cosa fosse successo; pensava semplicemente che Merlin si fosse dimenticato di chiudere le tende della sua stanza. Se non fosse stato così addormentato – e raffreddato – avrebbe urlato subito il suo nome, pretendendo che arrivasse in pochi minuti.
Lentamente poi si rese conto di alcuni piccoli particolari. Il divano era decisamente più comodo del letto in cui era abituato a dormire di solito, non c’erano rumori di campane o cavalli, al contrario udiva una gran confusione e urla dalla strada.
Aprì gli occhi, e rendendosi conto che non si trovava nelle sue stanze del castello fece la cosa che gli veniva più facile.
«Meeeerliiiiiin!» Urlò a gran voce, sperando che il servo si materializzasse improvvisamente davanti a lui, correndo per l’immaginario ritardo.
Non trovava la sua spada o le altre armi, se fosse stato in una casa nemica avrebbe dovuto lottare solo con le proprie forze. Rimase seduto ma vigile, nonostante la tessa gli girasse e avesse una gran voglia di starnutire.
Jennifer si alzò di soprassalto. Si era assopita per un momento, mentre vegliava sul Ragazzo Misterioso, e proprio in quel momento lui aveva deciso di svegliarsi. Urlando.
Il suo primo pensiero fu di dirgli “chiudi quella bocca!” ma riuscì a trattenersi. Probabilmente era sotto choc, povero ragazzo, e poi sarebbe potuto essere un serial killer, un ladro, uno stupratore... e lei lo aveva allegramente invitato in casa sua. Anzi, no, casa di sua nonna, dove non aveva nessun diritto di ospitare gente, men che meno sconosciuta e potenzialmente pericolosa.
Era stata un vero genio.
Proprio un vero genio.
Appena si era resa conto che non si svegliava nonostante le urla lo aveva portato all’ospedale, non era stata così matta da trascinarlo subito nel suo appartamento.
Gli infermieri le avevano detto che non aveva nulla, a parte forse una bella sbronza, e avrebbero anche potuto tenerlo in osservazione per una notte se non ci fosse stato un incidente che aveva occupato tutti i posti letto.
In pratica le avevano caldamente suggerito di portarlo a casa, se non voleva vedere il suo protetto dormire sulla brandina di un corridoio.
Si avvicinò lentamente, portando davanti a sé un panno bagnato. Non sapeva a cosa servisse esattamente, ma nei film lo facevano sempre vedere, quindi fu il suo primo istinto usarlo per curarlo.
«Tu chi sei?» Le chiese ben poco garbatamente, alzandosi in piedi.
Non si era certo aspettato di trovarsi davanti una ragazzina con un taglio di capelli molto discutibile che aveva indosso dei pantaloni.
Ok, si disse Jenny, è spaventato. Lo sei anche tu.
Almeno non era tutto un piano per ucciderti, è già qualcosa.
«Jennifer McAllister, ho vent’anni. Ti ho trovato svenuto sul ciglio della strada e l’ospedale ha detto che non poteva tenerti in osservazione a causa di un incidente in autostrada che ha riportato molti feriti... niente più lettini per il ragazzo ubriaco.»
La marea di parole che le erano uscite dalla bocca non trovavano riscontro in Arthur. Ne aveva capite sì e no la metà, e anche in quelle faceva fatica a trovare un significato. Ospedale? Incidente? Autostrada? In che razza di regno si trovava?
E, cosa ben più grave, come ci era finito?
«Non ho trovato documenti né un portafoglio. Come ti chiami?» Chiese ancora Jenny, che nel frattempo si era stancata di aspettare almeno un cenno d’assenso al suo monologo.
La pazienza non era una dote della McAllister.
«Arthur Pendragon.» Rispose rapidamente il principe, sicuro di venire riconosciuto. Tutti conoscevano il Principe Arthur, e tutti lo amavano e rispettavano. Un giorno sarebbe stato il re, veniva servito e riverito in ogni dove. Merlin aveva rischiato la prigione per averlo soltanto sfidato verbalmente, e a molti altri era stato dato quel trattamento.
Invece la brunetta sorrise soltanto, ignara del suo rango sociale e dell’importanza che aveva a Camelot. Anzi, sembrava che lo schernisse un po’ per il tono di voce con cui aveva parlato.
Quel sorrisetto ironico non gli stava molto simpatico, decise il biondo. Troppo poco rispettoso. Troppo insolente.
«Bene, Arthur. Hai fame? Vuoi fare colazione?» Non voleva turbarlo, e sicuramente tempestarlo di domande sulla sua identità non era la cosa giusta da fare.
Il cibo sistemava ogni cosa, diceva sempre sua nonna.
«Sì, gradirei un po’ di miele.» Come se stesse parlando con Merlin, “per favore” e “grazie” non erano nel suo vocabolario. Nella sua mente aveva già deciso che la ragazza era di un ceto più basso del suo, una principessa di certo non avrebbe indossato pantaloni e non sarebbe stata sola in casa.
Jenny alzò gli occhi al cielo e decise di passar sopra alla maleducazione del ragazzo. «Non ho del miele, ma posso farti una tazza di latte e cereali o se preferisci qualche frittella.»
«Non conosco questo cibo, ma posso provarlo.» Lo disse come se le stesse concedendo un grande onore, e questo fece ridacchiare la ragazza.
Chi credeva di essere, un principe?
«Come fai a non conoscere i cornflakes?  Da dove vieni, dal medioevo?»
«Cos’è il medioevo? Io vengo da Camelot, il regno di Re Uther Pendragon.»
Camelot. Il regno di Camelot. Quello del ciclo Arturiano. Arth... oh!
Quel ragazzo aveva sbattuto la testa veramente forte.
O era matto.


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Saaaaalve :D con la scuola e gli altri impegni non ho avuto molto tempo per continuare questa storia, e per questo mi scuso. Mea culpa, mea culpa.
Grazie a tutti i recensori e a quelli che magari leggono ma non commentano :D
Una piccola nota: Jenny non è un'esperta del Ciclo Arturiano, per questo quando lui dice di essere Arthur Pendragon non fa una piega. Arthur è un nome comune, e lì per lì Pendragon risulta solo un po' bizzarro.
Be', XOXO!
   
 
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