Nuovo capitolo! (: E’ un po’ più lungo degli altri, spero siate contenti! E recensite, perché ho bisogno dei vostri pareri!
 
 
Hermione sedette sul divano che c’era nella stanza. Una lacrima le rigò la guancia. Non poteva crederci. Pensava lui sarebbe stato la sua salvezza. E le piaceva, forse anche troppo. Ma non poteva starsene lì, con le mani in mano. Ci teneva, e avrebbe fatto qualcosa. Doveva. Sia alzò e si diresse verso la sala comune. Doveva anche finire di studiare.
                                                                                      **
Draco camminava velocemente fra i corridoi. Gli era venuta una nausea improvvisa e sentiva di poter spaccare tutto. Tutto. Era furibondo. Tutta colpa di suo padre e  della sua inutile storia sui purosangue. Tutta colpa sua, che l’aveva convinto a unirsi a lui e alla sua stupida banda di pazzi, ad unirsi al Signore Oscuro e seguire la sua ‘fede’. Come aveva potuto? Come si era fatto convincere? Ma era prima di capire cos’era lei, grazie a lei era cambiato tutto. Voleva mollare tutto, andarsene via con Hermione accanto. Chissà cosa stava facendo, chissà se era ancora nella Stanza delle Necessità… si appoggiò sul lavandino e si guardò allo specchio. Era pallido, quasi bianco. Due lacrime scivolarono lungo le guance. Chissà se anche lei piangeva in quel momento.
                                                                                        **
-Hermione, Hermione…- qualcuno la chiamava.
-Eh- disse lei seccata, strofinandosi gli occhi. Apparve una chioma rossa seguita da un naso lentigginoso e due occhi scuri.
-Cosa vuoi- chiese subito, irritata dalla vista di Ronald Weasley.
-Parlare-
-Te l’ho già detto, non ho niente da dirti, a te-
-Cosa hai fatto ieri con Malfoy?-
-Ma che… ma tu mi spii?-
-No, ehm, no cioè…- era un po’ imbarazzato –Ma cosa c’è con lui?-
-Che ore sono-
-Lei sei-
-E tu mi svegli alle sei? Ma che problemi hai? Tutto il castello dorme e tu mi svegli alle sei?-
-Vedi che hai preso da Malfoy. Ma rispondi alla mia domanda-
-Non c’è niente che ti riguardi, sono cose mie-
-Bene tanto prima o poi me lo dirai. Buon proseguimento di  giornata Hermione- disse alzandosi. Hermione lo guardò mentre si dirigeva alle scale del dormitorio.
-Ron..-
-Sì?- si girò di scatto.
-Non lo dire a nessuno-
Lui la guardò preoccupato e salì le scale senza dire nulla. Hermione sospirò. Lo conosceva: non avrebbe detto niente. Posò lo sguardo sui libri. Merda, doveva finire di studiare. Sfogliò il libro di Difesa contro le Arti Oscure e iniziò a leggere.
                                                                               --------
Lei e Harry si dirigevano nella classe di Difesa contro le Arti Oscure, dove Piton gli attendeva silenzioso, avvolto nel suo mantello nero. Avevano lezione con i Serpeverde. Sedettero due posti davanti a Malfoy, Tiger e Goyle. Attesero che tutti fossero arrivati. Ron entrò ultimo, a testa bassa.
-Weasley sei in ritardo, dieci punti in meno a Grifondoro- dichiarò Piton. Ron si sedette in prima fila, accanto a Neville.
-Bene, ora che siamo tutti, chi sa dirmi di cosa abbiamo parlato l’ultima volta?-
Silenzio di tomba. Hermione non lo sapeva, non aveva studiato bene.
-Hermione- la colpì Harry col gomito. Lei scosse la testa.
-Signorina Granger, potrebbe dircelo lei- disse Piton.
Rimase in silenzio. Tutti scoppiarono a ridere, lei diventò rossa.
-Quindici punti in meno a Grifondoro- e iniziò a spiegare.
-Come mai la Mezzosangue non sa qualcosa? Eri troppo impegnata con Weasley?- sibilò da dietro Tiger.
-Figurati, persino Weasley non la vuole- disse Goyle scoppiando a ridere.
-Smettetela. Seguite- disse Draco scocciato. Tiger lo guardò interrogativo.
-La infondo la smettete di parlare?- li riprese Piton.
                                                                                **
Draco guardò la sua chioma riccia girarsi verso il professore. Amava i suoi capelli. E amava lei, non potevaa permettere che qualcuno le facesse del male, neanche moralmente. Vide che stava infilando una mano nella cartella, e aveva tirato fuori la bacchetta. Chissà cosa doveva fare. Cercò di prestare attenzione alla lezione ma con le nei paraggi era impossibile. Poi qualcosa lo distrasse completamente. Stavano apparendo delle lettere sul suo quaderno. Dicevano:
Grazie.
Era la sua scrittura. Vide che stava  riponendo la bacchetta. Sorrise.