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Autore: Holly Rosebane    08/11/2012    21 recensioni
«Ritroveremo la tua ispirazione. E sai che quando mi punto, devo riuscirci» concluse. Scossi la testa, stancamente.
«Non questa volta, riccio. Ti stai imbarcando in qualcosa di troppo grande per te».
«Yasmin, non ho altra scelta. Il mio tempo qui è limitato, e non so con esattezza quanto avrò a disposizione» disse, sedendosi sul tavolo, poggiando i gomiti sulle cosce e fissando il pavimento. «Se non ti sbrighi a scrivere la conclusione del libro e a rimandarmi nel mio mondo… morirò».

~
Pensai di avere le allucinazioni, di essere ancora nel più assurdo dei miei parti onirici.
E invece no.
Perché Harry Styles, il personaggio della storia che stavo scrivendo, era appena uscito fuori dal computer.
Letteralmente.
E mi fissava sorpreso dall’altra parte della stanza.
Iniziai a sentire le vertigini.
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IV.
Provare l’Impossibile


 





 
La mia scrittura si è... volta a narrare, al puro narrare.”
CARLO EMILIO GADDA
 

 
 

«YASMIN!»
Mi svegliai di soprassalto, alzandomi a sedere sul letto.
Sentii alcuni tonfi sulle scale, e dei passi di corsa affrettarsi verso la mia stanza. L’attimo dopo, mio fratello sprangava la porta, con un’espressione shockata in volto, i capelli per aria e i pantaloni della tuta antracite che usava per dormire. Lo fissai, iniziando a temere che qualcuno avesse appena fatto un attentato in casa nostra.
«Chi diavolo è quel ragazzo in salotto?!» Sbraitò, invece. Corrugai la fronte.
«Quale…» e allora i ricordi della nottata mi assalirono come uno gigantesco tsunami.
Spostai lo sguardo sul pc, che giaceva senza vita sulla scrivania. Ragazzo. Computer. Carta. Libro. Salotto.
«Oh, mio Dio!» Esclamai, scattando in piedi. Superai Zayn e scesi di sotto, senza neanche curarmi d’infilare le ciabatte.
Arrivai al piano terra e trovai Harry Styles sbracato sul divano, che faceva zapping alla tv. Il personaggio del mio libro, catapultato nel mondo degli umani. Si accorse della mia presenza e sorrise, radioso.
«Buongiorno, principessina!» Mi salutò, sventolando il telecomando. «Dormito bene?»
Sentii Zayn scendere le scale e saltare gli ultimi due gradini, atterrandomi alle spalle. Mi passai una mano sulla faccia. Come spiegare l’irreale a mio fratello? Possibilmente senza passare per pazza, drogata o visionaria?
«Allora, Yasmin?» Incalzò, incrociando le braccia e fissando male Harry. Presi un gran respiro, voltandomi verso di lui.
«Senti, Zayn…»
«Certo che nel mondo reale, la televisione fa proprio schifo» commentò Harry, continuando a fare zapping. «Non c’è… aha, Mtv!» Esultò, sparando il volume al massimo. Eminem riempì di crudo rap il silenzio mattutino di casa Malik. Mi morsi un labbro, mentre mio fratello alzava eloquentemente un sopracciglio.
«Mondo… reale?» Chiese. «Sta scherzando?»
«Ascolta, lui è…»
«Harry Styles, piacere» disse, senza staccare gli occhi dalla tv. Zayn sbarrò gli occhi.
«Yasmin, ma quello non è il…»
«Nome di un personaggio letterario, esatto» s’intromise nuovamente, sempre tenendo lo sguardo fisso sullo schermo.
«E come…»
«Ho fatto ad essere qui? Già, me lo chiedo anch’io», disse ancora il riccio. M’innervosii.
«La pianti d’immischiarti?!» Abbaiai. Ridacchiò, alzando le mani in segno di resa. Mi voltai nuovamente verso Zayn.
«Comunque… è tutto vero, fratellone. Lui è Harry Styles, il protagonista de “L’Angelo Caduto”» pronunciai, sentendomi anche più matta di prima. Zayn guardò me. Poi fissò Harry. E tornò sul mio volto. Sorrise, sarcastico.
«Ok, sono finito in una puntata di Punk’d?» Chiese, lanciando occhiate sospettose tutt’attorno. «Dov’è quel coglione di Bam Margera? Non è che c’è pure Justin Bieber?» Aggiunse, ironicamente. Socchiusi gli occhi e mi massaggiai le tempie.
«Mi dispiace, Zayn, ma non sei su Punk’d. Siamo a “vita reale in casa Malik”, precisamente nella puntata in cui ragazzi di carta fuoriescono dal monitor del mio pc».
«Non le credi? Posso dimostrarti che dice la verità…» intervenne ancora Styles, sempre con gli occhi incollati al videoclip. Trasalii.
«NO!» Urlai. E mi tappai la bocca con la mano, colpita dal mio stesso tono di voce. «Ehm, volevo dire… no, non serve», aggiunsi, sorridendo.
Ci mancava solo che gli mostrasse il suo apparato circolatorio d’inchiostro e la magia della ricucitura automatica delle ferite. Zayn indietreggiò di qualche passo.
«Ok, Yasmin… questa… questa è una cosa fuori di testa!» Esclamò, gesticolando. «Non è possibile che un personaggio della tua storia si materializzi dal pc!»
«Se proprio t’interessa, quel computer adesso è rotto. Come prova di quanto è successo» disse Harry, spegnendo la tv. Trasalii.
«Come, rotto?!» Esclamai, incredula. Styles si alzò, avvicinandosi a noi.
«Sì, dolcezza, mi hai sentito. È rotto. Morto. Caput» disse, sorridendo.
«Non ci credo. State cercando di fregarmi» sentenziò Zayn, indietreggiando fino alle scale. Harry alzò un sopracciglio.
«Ah, no? Sali, controlla tu stesso. E fammi un fischio se quella macchina infernale ritorna fra i vivi».
Mio fratello lo prese in parola, lanciandogli un’occhiata truce e andando di sopra, facendo i gradini due a due. Mi voltai verso Harry, che sorrideva sornione.
«E io adesso come farò a scrivere?» Chiesi, sentendomi persa.
«Mister Simpatia non ha un portatile, in camera sua?» Disse di rimando, indicando il punto dove Zayn era sparito. Gli lanciai un’occhiataccia.
«Quello è mio fratello, Harry. Ed ha un nome», precisai, lievemente infastidita. Sbuffò, scompigliandosi i riccioli con la mano.
«Che importanza vuoi che abbia? Neanche crede alla mia esistenza!» Ribatté, infantilmente. Scossi la testa, incapace di combattere continuamente contro la sua testa dura. Avrei potuto crearlo più docile e arrendevole, anziché donargli quel caratterino indisponente.
Zayn ricomparve sulla soglia delle scale, sconvolto. Eh già, fratellone, accetta l’impossibile anche tu.
«È... è rotto» pronunciò, con evidente fatica. Scese stancamente i gradini, fino ad arrivare di fronte ad Harry e me, sconfitto. Lo guardai.
Ti prego, credici. Ti prego…
«Per quanto possa sembrare folle tutta questa faccenda…» esordì, passandosi una mano fra i capelli. «Devo arrendermi all’evidenza» ammise, a malincuore.
«E quindi mi credi?» Chiese Harry, alzando un sopracciglio. Zayn l’inchiodò con lo sguardo.
«Ho detto che riconosco il guasto al pc, non il fatto che tu sia uscito fuori dal libro di mia sorella» ribatté. Styles sbuffò, allontanandosi da noi.
«Yasmin, dimmi la verità. Non è uno stalker, vero?» Bisbigliò, lievemente preoccupato. Scossi la testa.
Magari lo fosse stato. Avrebbero potuto sbatterlo in galera e tanti saluti. Il mondo era pieno di stalkers, erano… normali. Reali. Presenti.
«Che ti piaccia o no, Zayn… lui è veramente il personaggio della mia storia. Ed è uscito da quel pc rotto, questa notte» ripetei, cercando di sembrare più seria che potessi.
Mio fratello mi fissò, non sapendo se fidarsi dell’impossibile o della parte razionale del suo cervello. Ma io che potevo farci? Era la verità. Lo vidi sospirare, passandosi nuovamente la mano fra i capelli.
«Va bene, Yasmin. Facciamo finta che tutto questo sia vero…» si arrese. Gli gettai le braccia al collo, immensamente grata.
«Grazie, Zayn, grazie davvero» sussurrai. Lui mi cinse gentilmente i fianchi, sospirando.
«Non hai idea di come mi senta, in questo momento» rispose, allucinato. Ridacchiai.
«Lo so eccome, fratellone».

 
 
 

«Quindi… hai bisogno che Yasmin completi il libro, per tornare da dove sei venuto?»
«Eh già».
Zayn si versò dell’altra spremuta nel bicchiere, mentre Harry diede un bel morso alla sua mela. Impiastricciai il mio pancake, di malavoglia.
Dopo quella breve introduzione, avevamo indossato abiti più consoni dei soliti pigiami e deciso di preparare la colazione per tre. Styles aveva spiegato tutto anche a mio fratello, omettendo la parte del sangue d’inchiostro e delle debolezze fisiche.
«Per farlo, deve prima ritrovare l’ispirazione» aggiunse il ricciolo, guardando attentamente il lucido frutto rosso. «Ed è qui che entro in scena io» disse, ammiccando verso di me. Lo guardai, senza espressione. Credevo ancora impossibile che lui riuscisse ad aiutarmi davvero, ma non me la sentii di smontare le sue speranze sul nascere.
«Anche se per lei sarà piuttosto difficile scrivere, senza un pc…» commentò, lanciando uno sguardo penetrante a Zayn. Mio fratello sostenne la sua occhiata. Iniziai a sentirmi vagamente a disagio.
«Le presterò il mio portatile» disse, infilzando con la forchetta l’ultimo pezzo di pancake che aveva nel piatto. Harry fece un sorrisetto trionfante, addentando la mela.
Era riuscito a procurarmi una nuova piattaforma su cui lavorare, ma il problema principale persisteva. Mi mancava l’ispirazione.
Allontanai il piatto, senza aver toccato cibo. Avevo lo stomaco chiuso dai troppi avvenimenti fuori dalla mia portata.
«Non mangi, principessina?» Chiese Styles, alzando un sopracciglio. Scossi la testa.
«Mi è passata la fame».
Il riccio mi sorrise, alzandosi dalla sedia.
«Allora impieghiamo in maniera costruttiva il tuo tempo, tesoro» disse, facendomi un languido occhiolino.
«Dov’è che vai, quando cerchi idee per scrivere?»
Lo guardai male, in silenzio. Dove voleva arrivare?
«Hyde Park» rispose Zayn, sorridendo soddisfatto. Gli diedi una gomitata.
«Zayn!» Esclamai, offendendomi perché mi aveva sbugiardata per così poco. Ridacchiò, prendendo il bicchiere di spremuta e sorseggiando con indifferenza.
«Perfetto, allora» disse Harry. «Andiamo ad Hyde Park».
«Adesso?!» Esclamai, sbarrando gli occhi. Il riccio annuì, convinto.
«Hai da fare?»
«In verità…»
«Non me ne frega un accidenti, in verità» ribatté, sorridendo malandrino e facendomi il verso. «L’ispirazione e il libro vengono prima di tutto il resto, Yasmin». Lo guardai, e lui non batté ciglio. Stava aspettando che mi alzassi. Scostai rumorosamente la sedia e feci il giro del tavolo.
«Bene. Vuoi andare ad Hyde Park? E sia!» Esclamai, piantandomi a due centimetri dal volto di Styles, incenerendolo con lo sguardo. Si passò la lingua sulle labbra e sorrise.
«Evvai» commentò, sarcastico. Diede un ultimo morso alla mela e la lanciò verso il cestino dei rifiuti.
Canestro.



Holls' Corner!:

HI!!!
Oggi aggiorniamo anche questa storia, che era rimasta ferma da troppo tempo...!!! E che è decisamente ora di rimettere in moto!!
In primis, vi chiedo una caterva, un quintale, un'intera catena di hotels (?) di scuse!!! Il motivo della mia assenza l'avevo già specificato nell'ultimo aggiornamento, ma ribadirlo anche qui non fa male!! Dunque, il sito non mi faceva più accedere, forse per un problema con la password... fino a ieri sera tardi!! Quindi, finalmente, eccomi di nuovo qui con voi, in questo bellissimo fandom che nel frattempo è cresciuto (porca miseria quanto...!) senza di me...! Ma avrò modo di rifarmi u.u!!! Datemi solo il tempo di ricollegarmi con le trame e vedrete...!
Bene, che dire???
Che se sarete arrivati a leggere fin qui, dovrete volermi davvero bene, perché onestamente non so come riusciate a sopportarmi. Prometto che mi farò perdonare!!! E niente, penso che ormai lo sproloquio debba giungere alla fine... come sempre, ringrazio (e questa volta ancor di più) chiunque abbia letto questo capitolo, chiunque mi abbia aspettato, chiunque si sia ricordato di questa e delle altre storie che ho in corso, e chiunque avrà la gentilezza di lasciarmi un suo parere (già, son passati tre mesi, ma i miei principi son sempre quelli, ci tengo ASSOLUTAMENTE a sapere le vostre opinioni, se qualora ci fossero parti che vi siano interessate di meno o di più... qualunque cosa, insomma!). Questa volta in via del tutto eccezionale accetto anche gli insulti, perché me li sono stra-meritati...!
Okay, vi lascio con una gif di Yasmin (lavorerò a quelle più elaborate, keep calm u.u) e il mio account Twitter, per chiunque avesse voglia di insultarmi privatamente seguirmi e magari fare due chiacchiere... alla prossima, e grazie di tutto!!!! Baci! :)


Twitter: CurlyStarlight

   
 
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