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Autore: Stormtroopers in stilettos    10/11/2012    3 recensioni
Quello che non sembrava possibile è alfine avvenuto: Sirius Black è ad un passo dall'altare. Come? Chiederete voi. Perchè? Chiederanno altri. Ma soprattutto, è ancora vivo? Poichè questo è un AU in cui la guerra è stata su per giù felicemente conclusa nel 1981, il nostro malandrino preferito ha bisogno di qualcosa che movimenti ancora un po' la sua vita. Se siete curiosi di sapere se sopravviverà tra partecipazioni, cognate romantiche, wedding planner ambigui e una futura moglie adorabile quando un Basilisco questa storia fa per voi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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 Note: Eccoci con un nuovo aggiornamento. Ci scusiamo per l’attesa, ma cercheremo di fare sempre meglio e di aggiornare sempre con la solita “rapidità”. Università, lauree, lavoro e vita sociale attentano sempre al nostro impegno, ma saremo brave! Godetevi il capitolo, alla prossima!

Capitolo nove: sogni ed incubi
 
Gramo divenne improvvisamente il disgustoso terzo in comodo e protagonista della serata.
- Di quante ore di coccole ha bisogno un cane? - domandò Black, visibilmente scocciato dalla pessima piega presa dalla serata. Poteva sentire le risate sataniche di James e sì, anche di Remus nella sua testa: da brividi.
- Non lo so, vuoi dirmelo tu? - ridacchiò Nel, mentre si faceva leccare la mano dal piccolo Gramo.
- Questo è infantile.
- No, questo lo è. – la ragazza rise apertamente passando la mano sulla faccia del mago. Gramo intanto era scivolato fra la strega e il mago, e aveva cominciato ad annusare i suoi pantaloni.
- Bava di cane. - sibilò Sirius, pulendosi con la manica. - Che schifo.
- Non temere, mio caro, ci si fa l'abitudine. Che dici piccolino, scendiamo prima che tu ti metta a rovinare i bei tappeti di Sirius? - Gramo tentò di scendere agilmente dal divano, ma, piccolo com'era, finì per rotolare sul tappeto, atterrando di muso.
- Tappeti che diventeranno anche tuoi, Cornelia. - si premurò di avvisare il mago, raccogliendo quella patetica palletta di pelo e rimettendola in piedi.
- Li tratterò come se fossero anche figli miei, te lo giuro. - la giovane Lethifold evocò due mantelli, mentre Black osservava l'animaletto barcollante. - Scendi con me? In fondo è S. Valentino.
- E' proprio il genere di serata a cui sono stato abituato. - confermò Sirius, mentre si rivestiva.
- Hai mai festeggiato una festa insulsa e ridicola come questa? - chiese Nel con gli occhi sbarrati per la sorpresa.
- Cercherò di dirlo in modo elegante. - iniziò il mago. - Non c'è limite a ciò che un uomo farebbe per ottenere quello che vuole.
Cadde un silenzio piuttosto pesante, durante il quale Nel fissò Sirius con aria piuttosto stralunata... avrebbe dovuto smettere di sorprendersi, dopotutto, no?
- Dovresti apprezzare la mia sincerità, almeno hai la certezza che non ti mento facilmente. - le sorrise il mago con un ghigno luciferino, mentre Gramo cominciava a guardare la porta d'ingresso con una certa ansia.
- Ti chiederei di mentirmi spesso, se non sapessi con certezza che sarebbe un errore clamoroso. - sospirò Cornelia, facendo apparire dal nulla un piccolo guinzaglio e un collarino che fece indossare al cucciolo. - Noi siamo pronti, tu? - chiese, mentre Gramo osservava con scetticismo la sua padrona. Lui avrebbe camminato vicino a lei comunque, era pronto a giurarlo.
- Una coppietta adorabile. - commentò Sirius, prima di accodarsi al piccolo corteo. Londra era a dir poco gelida, quella sera, ed entrambi si ricordarono solo un quel momento di quanto avrebbero fatto bene a bere il tè che avevano dimenticato in cucina, impegnati con la novità pelosa. Accelerarono il passo, e Gramo fu ben felice di accontentarsi, poiché espletò i suoi bisogni contro il primo albero disponibile, dimostrandosi molto soddisfatto del suo lavoro, dopo. Un po' per la serata, un po' per la stagione, non c'era un'anima, là fuori: loro tre erano gli unici sufficientemente fuori di testa da avventurarsi per le strade. Incontrarono un altro paio di disperati padroni di cani, mezzi congelati anche loro, e si scambiarono un'occhiata molto intensa e significativa.
- Per la cronaca: lui non dormirà mai sul letto. - disse Sirius, mentre una nuvoletta di vapore si formava davanti alla sua bocca.
- E dire che ci dormi tu dopo le notti di luna piena. - ridacchiò Cornelia, offendendo a morte il fidanzato. - In ogni caso sono d'accordo, considerando che sembra destinato a diventare grosso quanto un orso, è meglio evitare che finisca per occupare il nostro spazio vitale. Gramo? - chiamò - E' proprio il caso di dire che fa un freddo cane, rincasiamo?
Ci misero esattamente la metà del tempo dell'andata, per raggiungere nuovamente lo scintillante, alla moda, ma soprattutto caldo appartamento di Sirius.
- Come facciamo a tenerlo, Sirius, considerando che non viviamo ancora insieme? - domandò Nel poco dopo, mentre cercava tra i pensili di Black qualcosa di adatto per diventare la provvisoria ciotola del piccolo cane.
- Meno lo vedo meglio sto, regolati in questo modo. - spiegò il mago, divertendosi a guardare Gramo mentre uggiolava in cerca di attenzioni.
- Devo anche tenere Alice, domani, mi stavo solo chiedendo se sarò in grado di gestirli entrambi. - disse Nel, porgendo la ciotola con l'acqua a Gramo, che bevve avidamente.
- Conrad stavolta si è ricordato delle buone maniere? - s'informò Sirius, ancora sconvolto all'idea di aver badato ad una marmocchia. Da solo. Per due ore. E non era nemmeno sua consanguinea.
- Ovvero è tornato a comportarsi normalmente. Dal suo modo di evitare di rispondere alle mie domande credo abbia discusso con Violetta, l'altra volta... - sospirò la strega, alzando la testa verso il mago. - Probabilmente voleva chiarirsi con lei senza la bambina tra i piedi.
- Prime crepe nel mondo dorato del diplomatico lampante?
- Conrad non è il tipo da concedere crepe nella sua vita. – considerò Cornelia. O almeno così era sempre stato. – Optiamo per una romantica cena a base di pizza? Ho fame.
- Nel… c’era forse un Labrador tra i tuoi avi? O il verme solitario, non so… - ipotizzò Sirius scoppiando a ridere. Ma quando lui stesso si smentì con un decisamente udibile brontolio di stomaco, acconsentì alla richiesta della sua diletta.
Gramo fu quello che gradì la cena a domicilio più di tutti, prima abbaiando come un disperato, non gradendo il suono del campanello Babbano, poi lanciandosi sul suo triangolo di pizza e wurstel con un’avidità fenomenale.
- Guarda che non è mica lui lo sposo. – si lagnò Sirius, notando che anche mentre sparecchiava, la strega non faceva altro che distrarsi per fare moine al piccolo cuccioletto, tanto che se lo mise di nuovo sulle ginocchia non appena la cucina tornò in ordine.
- No, ed è un vero peccato. A proposito, dove lo mettiamo a dormire, stanotte? – chiese, mentre Gramo si lanciava a terra, pronto per nuove esplorazioni.
- Non nella mia stanza e non nel mio letto, ribadisco. – insistette il mago, evitando che il botolo si arrampicasse sul suo sgabello, lasciato incustodito.
Ovviamente non si può impedire ad un cucciolo di cane di essere estremamente di compagnia; quando venne ora di dormire Gramo si mise a seguire tutte le operazioni della strega sul disfare il letto, prepararsi per la notte e sistemare un comodo giaciglio al piccolo, adorabile nuovo amico. Black osservò tutto ciò con sommo orrore e sgomento. La sua supremazia era in serio pericolo, e in casa sua, perfino.
- Non metterai quella cesta accanto all’armadio, Nel. Detesto i cani…
- Dillo a me che sto per dormire con un esemplare di quella specie… - fece Nel prima di abbandonarsi a quella sua trattenuta e insopportabile risatina da iena. Fu la goccia che fece traboccare il vaso, la strega rischiò di venire centrata dal cuscino del fidanzato, che venne lanciato a velocità considerevole. Si salvò solo perché aveva avuto la prontezza di abbassarsi, nascondendosi dalla sua parte del letto.
- Molto maturo, davvero. – esclamò, rimanendo accucciata dov’era, temendo un nuovo assalto. Assalto che giunse puntuale, considerando che Sirius la sollevò di peso, facendola sedere sul letto. Gramo ringhiò sommessamente.
- Morgana quando sei pesante. – esclamò il mago, non prima di zittire il cane ringhiando a sua volta. – Sei veramente poco leggiadra per essere una donna, dico sul serio.
- Sei veramente viscido ad approfittarti della tua superiorità fisica. – sibilò Nel, a cui Sirius aveva bloccato le braccia per evitare di ricevere uno schiaffo; non sarebbe stato nemmeno il primo tentativo della ragazza.
- Non lasciare la bacchetta in giro per casa, la prossima volta. – rispose giulivo, prima di baciarla. – Bene, finalmente qualcosa di adatto allo spirito di questa giornata.
- Non vedo possibilità di evoluzione, se rimaniamo così. – considerò la strega a voce alta. – Dov’è Gramo?
- Ci ha abbandonato… non pensavo di sconvolgerlo, tanto meglio, allora. – Ah, finalmente un problema in meno, ora Nel era alla sua mercè, senza distrazioni.
- Magari è andato a sporcare i tuoi bellissimi divani per dispetto.  – chiocciò la ragazza con un sorrisino così voluttuoso da risultare tremendamente carino.
- Credo di avere di meglio da fare che andare a controllare una palla di pelo. – concluse il mago, lasciando andare le braccia di Nel.
Fu un piacevole risveglio completamente privo di cani: Sirius aveva temuto che Gramo avrebbe provato a fare un riposino sulle sue coperte, ma del quadrupede nessuna traccia. Cornelia stava ancora dormendo, completamente avvolta dalle coperte; effettivamente era ancora abbastanza presto, ma a lui ormai era passato il sonno. Si alzò, cominciando a perlustrare la casa, in cerca di quel fetente e morbidissimo animale: fu una ricerca poco eccitante, quanto breve, ma il nascondiglio di Gramo lo fece sorridere, tutto sommato. Tornò indietro ridacchiando.
- Nel, ti consiglio di svegliarti, ho appena scoperto dove ha passato la notte Gramo.
Assonnata e con pochissima voglia di uscire dal suo bozzolo la strega aprì gli occhi. – Devo proprio? – chiese sbadigliando.
- Se non vuoi che ti scopra e apra le finestre, sì.
- E va bene. – sbuffò la strega, spettinandosi ancora di più la frangetta. Le ci volle un attimo per rimettersi in piedi, e nel mentre Black non fece altro che ridacchiare alle sue spalle, ma c’era abituata, dopotutto. Arrancò per pochi passi in soggiorno per poter ammirare lo spettacolo che le era stato promesso: Gramo si era infilato dentro ad un maglione che lei aveva dimenticato sul divano la sera prima. Dormiva ancora profondamente, ed era di una tenerezza unica.
- Non credo avrà mai voglia di rovinare il divano su cui ama dormire, Sirius. – disse. – Si è trovato un surrogato della sua padrona.
- In effetti lo capisco, la differenza tra te e quel maglione è insignificante, mi sarei sbagliato anche io…
Cornelia si voltò a guardarlo con aria particolarmente indispettita e le mani appoggiate sui fianchi.
- Forse tu sei più espressiva, hai ragione. – convenne Sirius, e sei anche decisamente più morbida, aggiunse, premurandosi di tenere quel commento per sé. – Vado a farmi una doccia perché devo andare in ufficio tra non molto, divertitevi tu e Gramo, oggi.
- Il tuo senso dell’umorismo è pessimo. – berciò la strega, mentre si lasciava baciare sulla guancia. – E non me lo merito.
- E perché? Voglio proprio sentire che scusa ti inventi.
- Io e Connie da Trine Malandrine. Ti basta? – la risposta di Nel fu poco più che un pigolio.
- Povera cara. – Sirius le fece una carezza sulla testa, come se fosse stata lei stessa un animaletto domestico. – Portati dietro il piccoletto, se sei fortunata distrarrà i tuoi nemici. Non ti sbronzare di nuovo, eh? – rise Sirius, andandosi a chiudere in bagno. 
Rassegnata a dover affrontare i suoi nemici da sola, Cornelia sospirò, decisa a non lasciarsi abbattere dalle difficoltà.
Una volta raggiunta Diagon Alley con il piccolo Gramo, Nel si mise a passeggiare avanti e indietro davanti alla vetrina di Madama McClan, in attesa della sorella. Connie era in ritardo, ma la cosa non fu un problema, vedere il piccolo cane così sovreccitato all’idea di esplorare posti nuovi le fece passare il tempo senza difficoltà.
- Ciao Nel, scusa il ritardo! I bambini oggi non volevano saperne di stare con la nonna! – esclamò Constance, trafelata, quando finalmente arrivò. Aveva le guance arrossate e respirava con affanno. – E quello cos’è? – chiese, indicando il piccolo cane.
- Il regalo dei Potter e di Lupin a me e Sirius per San Valentino. – rispose sorridente la giovane Lethifold. – Si chiama Gramo. – disse poi, mentre la palletta di pelo andava ad annusare la nuova venuta.
- Nome curioso. – notò la sorella, mentre si abbassava per accarezzare la dolce palletta di pelo.
- Il nome è stato scelto di comune accordo.
- Meraviglioso! – squittì Connie. Certo, trovava che Gramo fosse un nome vagamente inquietante, ma del resto era di Nel e del suo futuro cognato che si parlava… - Ora dobbiamo andare, Enzo si starà sicuramente chiedendo che fine abbiamo fatto!
Evviva, pensò Nel tra sé e sé, mettendosi in marcia.
Ed il buon Enzo Leonardi, in effetti, aspettava le sue adorate clienti con trepidazione.
- Oh, mie care, temevo non sareste riuscite a passare! Mi stavo preoccupando! – chiocciò tutto compito e servizievole. Il completo, assurdo come al solito, era quel giorno di un bel giallo limone. Cornelia ne fu quasi accecata. Gramo dovette essere dello stesso parere, perché guaì perplesso.
- Oh… un cane… - pigolò Enzo, allungando la sua faccia senza età verso il cane. Gramo andò a nascondersi dietro le gambe della sua padrona.
- Un arrivo fresco. – disse Cornelia. – Ci è stato regalato.
- Oh, magnifico… - tentennò l’ometto, lanciando uno sguardo dietro di sé, ai suoi pizzi e alle sue trine pregiate. – Ecco… non… non so se è il caso che entri, però.
- Oh! – Nel rimase immobile, sorpresa. Certo, non si capiva se era più Gramo ad aver paura del Wedding Planner o viceversa, ma non vedeva una sola buona ragione per lasciarlo fuori. – È che sarebbe rimasto a casa tutto solo, oggi… lei capisce. – cominciò, con fare dispiaciutissimo. – È piccolo, ci si affeziona così facilmente…
- Be’… ecco… io…
- Posso tenerlo in braccio, non darà fastidio. – la strega si chinò per raccogliere il cucciolo, che iniziò a scodinzolare entusiasta. – Vede? È assolutamente innocuo.
Connie guardò la sorella con aria scettica, ma non disse nulla. Enzo, a cui spettava l’ultima parola, deglutì imbarazzato.
- Sì… immagino che… sì… insomma… non dovrebbe dare problemi, no?
- Un an-gio-let-to. Garantisco! – Cornelia sorrise, diabolica.
- B… bene. In tal caso, accomodatevi. Ho un sacco di idee da proporvi! – disse Enzo, riprendendosi immediatamente.
Cornelia sapeva che la sua era una vittoria stupida e priva di significato, ma poter essere seduta tra la sorella e il wedding planner con la morbidissima massa pelosa di Gramo tra le braccia la fece sentire assai bene.
- Bene, mia cara! – con la certezza che il cane non avrebbe fatto danni, Enzo era ripartito con il suo turbinare di proposte. – Devo dirti che molto presto avrò bisogno di vedere la location per le nozze. Mi sono già documentato, naturalmente, ma devo conoscere luogo, dimensioni, stile della struttura, insomma… - Leonardi fece un risolino entusiasta – TUTTO!
- Bontà divina… - sospirò la ragazza.
- Oh, questo è certo, certissimo. – continuò Connie. – Dovremo andare su al più presto, mi pare chiaro!
- C’è un problema, a questo. – intervenne Nel, a voce alta. – Anzi due.
- Oh, carissima, quale?
- Punto numero uno. La casa è del mio fidanzato, e i due elfi che mantengono la tenuta non rispondono ad altri che a lui. – parzialmente vero, considerò Nel. In realtà davano retta solo a Marius. – Punto numero due. La casa è infestata da un avo del suddetto fidanzato, avo che non ama le invasioni di massa.
- Ma è per il tuo matrimonio, Nel. O lo accetta o dovrà andarsene altrove! – scattò immediatamente Connie.
Cornelia guardò per la prima volta la sorella in faccia come se fosse stata posseduta. Chi aveva preso il posto della dolce strega tutta buoni sentimenti? Poi rifletté che si trattava della cerimonia dei sogni di Constance e che, pur di ottenerla, avrebbe calpestato chiunque. Povero, povero Marius!
Il wedding planner annuì, comprensivo. – Mi è già capitato di avere a che fare con vecchi fantasmi brontoloni, non preoccupatevi. Sono certo che riusciremo a venirci incontro. Lord Burghley, vecchio fantasma di casa Holland, cercò di decapitarmi non più di cinque anni fa, la prima volta che lo incontrai, ma poi si commosse alla cerimonia in presenza dei parenti tutti.
A Cornelia scappò da ridere a tal punto che dovette abbassarsi sul piccolo Gramo per non farsi beccare. La cosa non sfuggì a Constance, che le lanciò un’occhiata piena di disapprovazione. Nel attese che Enzo si distraesse su non si sapeva bene quale manuale di psicologia sui fantasmi per fare la linguaccia alla sorella: - Non sei mica mia madre!


 

 

  
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