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Autore: The Edge    12/11/2012    2 recensioni
Questa storia narra di quattro ragazzini che lavorano e vivono nella periferia londinese.
Non viene specificato con esattezza il tempo in cui avvengono i fatti, non sono ai giorni nostri, ma nemmeno cinquanta anni fa.
Il tempo serve, ma non esiste, e per questo ho preferito comportarmi così.
Buona lettura
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Una donna leggeva le favole a due bambini. La femmina che aveva pressappoco cinque anni, ascoltava rapita il racconto, ma fu distratta da un rumore. Corse alla finestra e con un gridolino di gioia disse “Mamma è arrivato papà. Posso andare da lui??”
“Certo amore, vai pure” La bimba sorrise e uscì di corsa dalla porta “Papàààààààààà” urlò, saltandogli in braccio. L’uomo sorrise, le accarezzò i ricci rossi come se fossero le piume di un pulcino, la piccola gli schioccò un bacino sulla guancia ispida
 “Ciao papà”
 “Ciao Mae, come stai? La mamma e Simon sono in casa?”
 “sto bene. Si, la mamma ci stava leggendo le favole”
“Ah davvero? Quali?”
 “Quelle che hai scritto te. Sono davvero belle papà”
 “Grazie, ma non sono belle come la mia pulcina” Mae arrossì e nascose il faccino nell’incavo del collo del padre, il quale le sorrise complice e le domandò “Cosa avete fatto di bello oggi?”
 “La mamma mi ha insegnato come si fa a disegnare un gabbiano, e Simon si è nascosto dentro il tuo cuscino” l’uomo fece uno sguardo sbigottito e la bimba si affrettò ad aggiungere “Stavamo giocando a nascondino. Toccava alla mamma contare, io mi ero nascosta nella mia camera e Simon ha trovato il nascondiglio perfetto. Ha tolto il cuscino e si è nascosto dentro la federa.”
“Ah, ora ho capito. Però, complimenti, vi divertite con la mamma eh?”
 “Sì. Giochiamo tantissimo. Domani resti a casa?”
“Si amore, domani va la mamma in libreria a lavorare. Lei fa il turno con lo zio William”
 “Tu sei da solo al lavoro?”
 “No, con  me c’è lo zio Bern”

I due entrarono in casa e videro Zoe che teneva in braccio Simon, il quale teneva gli occhioni grigiazzurri spalancati e stava chiedendo “Ma alla fine il nonno di quel bambino, è riuscito a trovare la capra  che era scappata?” “Sai che non lo so? Dovresti chiederlo a papà, è lui che ha scritto la storia”
John posò a terra la figlia e si avvicinò alla moglie “Ciao te. Ora leggi ai nostri figli le mie storie?” Zoe sorrise “Ciao Jo. Eh si, volevano delle favole nuove e io li ho accontentati. ‘Il nonno con due capre’ ha particolarmente incuriosito tuo figlio.” John osservò il bambino e gli domandò “Ah si?” Simon annuì, tese le braccia per farsi prendere in braccio, il rosso lo accontentò “Cosa vuoi chiedermi?”
 “Alla fine del libro non dici se il nonno riesce a trovare la capra che era fuggita”
 “è vero. Non lo dico, perché il nonno non ce la fa a trovarla, è troppo vecchio. E Anole, la capra, è libera. Ah proposito, mi hanno detto che qualcuno si è nascosto dentro alla federa del mio cuscino” il bimbo rise e annuì, posò le manine paffute sul viso di John “Si. È stato divertente”
 “Se lo dici te, mi fido”
Zoe, seduta sulla poltroncina osservava divertita la scena: suo marito assaltato dai loro figli. Jo-jo se ne accorse, fece scivolare il bambino sull’altro braccio, in modo da tenerlo più in alto mentre si chinava a baciarla.

Dopo cena John iniziò a spiegare ai suoi figli come si gioca a scacchi, Simon aggrottò le sopracciglia e fece una smorfia poco convinta. Dall’alto dei suoi quattro anni non trovava molto interessante il gioco, mentre sua sorella era entusiasta. Il bambino decise che avrebbe imparato più in avanti, si alzò velocemente e inciampò nella scacchiera posata sul pavimento, fece per mettersi a piangere, ma suo padre lo prese in braccio “piccolo, adorabile disastro” gli mormorò all’orecchio.
Nel frattempo, Mae aveva perso l’interesse per il gioco, perché era rimasta affascinata dal disegno che Zoe stava facendo. La bimba infatti, teneva gli occhi verdi fissi sulla tela, sua madre stava disegnando un ciliegio in fiore, sapendo che era il suo preferito.
La pittrice si interruppe quando sentì un leggero russare di sottofondo, si girò e vide Simon comodamente accoccolato sulla spalla di John e  dormiva tranquillo. I ricci neri del bambino ricadevano morbidi, e una manina era appoggiata sul collo dell’uomo. Anche Mae iniziò a dare segni di stanchezza, continuava a sbadigliare.
Zoe e Jo-jo misero a letto tutti e due i bambini, quando uscirono dalla stanza le dita dell’irlandese si intrecciarono a quelle del rosso “Com’è andata al lavoro??”
 “Bene, a parte che Bern ha avuto la geniale idea di appoggiarsi su uno scaffale colmo di libri…e sono caduti entrambi. Non ti dico che risate, poi mi sono accorto che Bernie, con il suo dolce peso, ha distrutto un povero libro innocente. Domani fai te il turno in libreria? Sto io con i bambini”
 “Mi sarebbe piaciuto essere una mosca per vedere la scena… Sisi, va bene. Facciamo come al solito no?”
 “Va bene. Piuttosto, non ho capito perché la mia federa del cuscino è stata presa in ostaggio da Simon” l’irlandese fece una risatina “Stavamo giocando a nascondino, e dato che tuo figlio ha passato troppo tempo con William, ha imparato i suoi trucchi. Si è ricordato che è un ottimo nascondiglio, e si è infilato li dentro. Ho impiegato parecchio tempo a trovarlo. Ho capito dopo un po’ che era lì, perché di solito i cuscini non ridono”
 “Io l’ho sempre detto che Will è un genio del male con i bambini. A volte credo che si diverta più lui di loro.”
“Lo penso anche io” insieme di incamminarono verso la camera da letto, ascoltando il silenzio che albergava nella casa. Durante il giorno non c’era mai un attimo di pace, mentre di sera c’era calma e tranquillità. John fece passare un braccio intorno alla vita sottile della moglie, la sospinse dolcemente contro il muro e iniziò a baciarle il collo, Zoe abbozzò un sorrisetto e chiuse gli occhi, abbandonandosi tra le braccia del marito, il quale la sollevò e le rivolse uno sguardo vagamente preoccupato “Sei troppo leggera per i miei gusti. Va a finire che mi voli via, se arriva un tiro di vento forte.”
 “Tranquillo, non scappo.”
 “poco ma sicuro. Visto che non sono da solo, ho due figli dalla mia parte. ‘Caccia alla mamma ’ potrebbe essere divertente.” L’irlandese scoppiò a ridere, trattenne a stento le lacrime “Oddio. Ma che idee ti vengono?”
“Tenere te in braccio come faccio con Mae mi ispira tanto idee strane. È stupefacente quanto ti assomigli”
 “Ma se ha la tua faccia? Trovo che sia più simile a te. Anche per il carattere, è timida come qualcuno di mia conoscenza. Di mio ha solo gli occhi e la passione per il disegno”
 “Non stare a cercare il pelo nell’uovo, però ti do ragione. È una brava bambina. Trovo invece che suo fratello assomigli a te, fisicamente.”
 “E beh, con te li ho fatti i nostri figli. È ovvio che ci assomiglino”
“Come sei antipatica, io faccio discorsi carini e coccolosi, e tu mi parli così. Ma dico.”
 “Sei troppo divertente quando fingi di arrabbiarti”
 “Ah sì?” Jo aprì la porta della camera e la posò sul letto “Adesso voglio vedere se sono ancora divertente” Zoe lo fissò stupefatta, lui fece un sorriso sadico e iniziò a farle il solletico. La donna cercava di ridere a bassa voce, per evitare di svegliare i due piccoletti, e implorava John di smetterla tra una risata e l’altra “Ti.. ahahahahahaahahhahahahaha prego, basta”
“ Ti.. ahahahahahaahahhahahahaha prego, basta? Ma scherzi? È uno spasso” le rispose il rosso, mentre faceva scivolare le dita sulle sue anche, sotto ai piedi, sulle gambe, sotto al collo. Dopo circa cinque minuti, decise di smetterla col solletico, Zoe era senza fiato. L’irlandese si sedette sul letto e si appoggiò al marito, il quale le mormorò “Tutta questa confidenza?” Zoe appoggiò la bocca sulla sua e gli passò le dita tra i capelli, il rosso si staccò appena e disse “Questa confidenza potrebbe piacermi”
“Zitto”
 “Agli ordini”

Il mattino seguente, l’irlandese si alzò presto, si rivestì in fretta, diede un bacio sulla fronte ad un Jo ancora profondamente addormentato, e ai due figli. Mae aprì gli occhi, ancora mezza assonnata domandò “Vai al lavoro mamma?” “Si amore, resta a casa papà” “Okay.. ti voglio bene” “anche io pulcina”
Una volta arrivata in libreria, si tolse la giacca e attese che William arrivasse. Stava sistemando uno scaffale, quando udì che la porta si apriva: il primo cliente della giornata.
Con il migliore dei sorrisi disse “Salve, posso fare qualcosa per aiutarla?” rivolta all’uomo che le era di spalle. Jack si girò e rispose “Buongiorno Zoe”


Angolo dell'autrice:
Si, sono nuovamente qui.
Ci stiamo avvicinando alla fine *lacrimuccia*

a presto bella gente!
Recensite per piacere.
Sciao beli!
The Edge

 
  
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