Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
Segui la storia  |       
Autore: Susy_wang    18/11/2012    1 recensioni
Vincitrice del Summer Week Contest del forum murasaki no bara no yume http://murasaki-no-bara-no-yume.glass-mask.forumfree.it/, che si è tenuto quest'estate.
La storia si svolge dopo l'assegnazione dei diritti della dea scarlatta e a seguire tutto ciò che a mio parere potrebbe succedere.
Grazie a tutti coloro che si interesseranno alla mia storia
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Maya, uscita dal palazzo Daito, si era diretta verso le panchine antistanti la grande scalinata dell’ingresso, aveva posato il borsone e si era comodamente seduta.
Era conscia del fatto che, comunque, non avrebbe dovuto aspettarlo troppo.
Lo conosceva dopotutto; sapeva perfettamente che lui celava costantemente i suoi sentimenti, e nonostante fossero “non ufficialmente” fidanzati, lui continuava a mantenere certi atteggiamenti. Uno in particolare aveva iniziato ad infastidirla.
Masumi non le aveva ancora rivelato di essere il suo ammiratore. Un segreto stupido oramai, ma il non confessarglielo era un chiaro sintomo delle sue paure. E quelle paure avevano rischiato di uccidere lui e di separarli per sempre.
Ora che era tempo di palesare il loro amore al mondo, non voleva più ombre.
Voleva poter camminare a testa alta alla luce del sole.
Così aveva deciso di farlo uscire allo scoperto, e mettere in scena quel piccolo spettacolo, coadiuvata da due validissimi collaboratori, la valente Mizuki e il signore dei parfeit, nonché suo futuro suocero. La leva giusta sarebbe stata la sua gelosia, cosa che la lusingava, la inteneriva e nello stesso tempo la irritava. Era un chiaro segno di mancanza di fiducia, forse in lui, forse in lei o forse nel loro rapporto.
E poi per una volta voleva essere lei a stupirlo.
Non aveva mentito sulla giornata che avrebbe dovuto trascorrere con gli amici in piscina e sul ritorno a Tokyo di Sakurakoji, era tutto vero, ma sapeva bene che palesare un incontro con il suo ex partner di scena avrebbe reso Masumi più propenso ad abbandonare il suo lavoro per un po’.
Quel lavoro che per lui era il grande palcoscenico dove poter indossare quella maschera da cui non riusciva a staccarsi. Il lavoro era la sua scusa quando non voleva affrontare il mondo, quando non voleva confrontarsi con lei.
Nell’attesa aveva iniziato a giocare distrattamente con l’anello che portava all’anulare destro, l’anello di fidanzamento donatole da Masumi, osservandolo teneramente e chiedendosi se quello che stava facendo fosse giusto o meno. Non era da lei architettare certe cose; lei era abituata a parlar chiaro e in modo diretto, ma tutte le volte che aveva provato a fargli intendere che lei sapeva, lui, immancabilmente, aveva eclissato il discorso.
Il suo cellulare vibrò, lesse il messaggio, si alzò dalla panchina, prese il borsone e con calma serafica iniziò a percorrere la scalinata della Daito Art Production.
Dopo pochi gradini vide Masumi catapicollarsi giù da quelle scale e fermarsi di scatto dopo averla vista. I suoi occhi tradivano lo stupore di trovarsela davanti.
La vide ferma sulle scale, il borsone sulle spalle, le braccia conserte e lo sguardo indagatore.
“Maya, cosa fai qui?” le chiese secco. “Aspettavo che tu uscissi Masumi. Sei uscito per raggiungermi giusto?”.
Diretta come sempre, pensò Masumi, e arrossì palesemente.
L’aveva scoperto, e questo non gli piaceva; doveva sempre avere il controllo delle situazioni, era la sua formae mentis, ma con lei non ci riusciva proprio mai. “Sì” rispose imbarazzato. Era rigido come uno stoccafisso. “Hai deciso di venire con noi in piscina per caso?” “No, Maya – rispose passandosi una mano tra i riccioli biondi – Volevo raggiungerti per offrirti un alternativa alla piscina. Mi piacerebbe portarti in un posto per qualche giorno e potremmo partire subito. Ma se hai piacere di rivedere Sakurakoji dopo tutto questo tempo non farò obbiezioni”.
Maya, nel sentire la sua illazione su Sakurakoji, trattenne a stento una risata “Anche a me piacerebbe stare con te qualche giorno. Sono sicura che Sakurakoji capirà – e con uno sguardo biricchino – posso sempre vederlo quando torneremo. Il posto lo scelgo io però. Allora andiamo?” e gli porse la sua mano.
Masumi intrecciò le sue dita con quelle di Maya e la guardò attonito. “Tu mi nascondi qualcosa R-A-G-A-Z-Z-I-N-A!!!!!!!!!!! E sentiamo, dove vorresti andare?” avvicinando pericolosamente il volto a quello di lei “Io??? – rispose seria Maya – assolutamente no!!!!! Ora prendiamo la metro fino alla stazione e poi prendiamo un treno”, “Un treno a caso?” disse Masumi. “No, e ora basta domande”. Masumi rise di gusto mentre mano nella mano iniziavano questo viaggio.
Durante tutto il tragitto tra la Daito e la stazione dei treni Masumi aveva dato segni di irrequietezza, aveva tolto la giacca, allentato la cravatta e arrotolato le maniche della camicia, sembrava un bambino dispettoso.
“Allora, non me lo vuoi proprio dire dove andiamo” “No Masumi, lo vedrai tra poco” “E non potevamo andare in macchina? Sai, lì c’è l’aria condizionata e sto morendo di caldo” “No, Masumi”. Era irritante. Continuava imperterrito a inondare Maya di domande. “Non andiamo alla biglietteria?” chiese curioso mentre Maya lo trascinava verso i binari. “Ho già fatto i biglietti Masumi”. Maya giurò a se stessa che mai e poi mai avrebbe organizzato ancora una sorpresa per lui, era insopportabile.
“E quindi dove andiamo?” “Masumi basta – disse Maya esasperata – andiamo nella valle dei susini. Contento adesso!!!!!!!! Su forza, muoviti che perdiamo il treno” “Guarda Maya che ti stai sbagliando – osservando il cartello che indicava la stazione di arrivo del treno su cui stavano salendo – qui c’è scritto Tateyama Bay. La valle dei susini non è lì, lo sai bene no? È nel paese natale della dea scarlatta e se proprio vogliamo dirla tutta nella valle dei susini non ci si può neppure più andare. La signora Tsukikage ha fatto bruciare il ponte, lo ricordi? Quindi cosa c’entra Tateyama Bay con la valle dei susini? Maya, mi sa che hai confuso i luoghi e poi……”
“MASUMI BASTA!!!!! Sei insopportabile – replicò Maya parandoglisi davanti – avrà fiducia in me signor Hayami qualunque cosa accada?”. Masumi capì immediatamente il riferimento a quella domanda, imbarazzato abbassò lo sguardo e si quietò “Sì Maya, certo”. “Molto bene – ora poteva rilassarsi – Ecco questi sono i nostri posti” tirò fuori delle riviste dallo zaino e si sedette comodamente “Tieni Masumi – porgendogli una rivista – almeno hai qualcosa da fare” “E tu cosa leggi?” disse Masumi guardando attonito quello che lei teneva in mano. “Un manga – e notando il suo sguardo perplesso – non hai mai letto un manga tu?” Masumi scoppiò a ridere, una risata cristallina e sincera. “Cosa c’è da ridere adesso?” disse Maya con aria minacciosa. “Nulla – trattenendosi dal continuare a ridere – no, non ho mai letto un manga. Anche durante la mia infanzia ero obbligato a seguire mio padre in ufficio. E poi – rendendosi conto che il discorso stava prendendo una piega poco consona ad una fuga d’amore – i manga sono da ragazzine”. In tutta risposta Maya gli diede un pizzicotto sul fianco che gli fece venire le lacrime agli occhi dal dolore “Così impari a fare il sarcastico. Ti piacerebbe leggerlo insieme a me?” Masumi acconsentì, le circondò le spalle con un braccio e appoggiò la testa sulla sua, mentre lei sfogliava lentamente quel libercolo sconosciuto. Maya ad un certo punto sentì su di sé il peso di Masumi, chiaro segno che si fosse addormentato. Depose il manga tra il suo corpo e il bracciolo del sedile e si accoccolò più vicino a Masumi in modo da farlo dormire il più comodo possibile.
Arrivati a destinazione lo svegliò delicatamente e in quel momento si rese conto che nulla la emozionava di più del vedere i suoi occhi schiudersi e intenerirsi nel momento in cui Masumi metteva a fuoco che la persona che aveva di fronte fosse lei.
Scesero dal treno e presero un taxi al cui conducente Maya porse un biglietto con l’indirizzo da raggiungere.
Era un bellissimo ryokan, un albergo in stile giapponese, quasi a ridosso del mare, circondato da alberi di susino.
“Hai un ottimo gusto ragazzina. Ci tengo a precisare che non ho neppure un vestito di ricambio. Mi hai rapito” e Maya con fare battagliero “Punto primo non sono una ragazzina!!!!!!! E poi i tuoi vestiti sono già qui” “E come hanno fatto ad arrivare fin qui? Non sapevo potessero camminare da soli” “Li ha fatti portare tuo padre stamattina dall’autista – ridendo della sua espressione stupita – e sì, caro il mio Presidente, abbiamo tramato alle tue spalle per farti lasciare il tuo lavoro per un po’”.
E così dicendo si avviarono verso la reception dove vennero accolti da una signora vestita con un kimono rosso che li condusse nella loro camera.
Una stanza semplice tipico stile giapponese con annesso un bagno privato. Il terrazzo si affacciava sul mare e ospitava una piccola piscina di acqua termale. Al centro della stanza troneggiava un futon matrimoniale. Entrambi arrossirono nell’osservarlo, chiaro sentore di ciò che rappresentava per loro quel letto.
Una volta rimasti soli Maya corse sul terrazzo ad ammirare la vista del mare, e immediatamente la sua mente corse ad Izu, quel luogo tanto caro dove lei e Masumi avevano palesato per la prima volta il loro amore in modo chiaro e sincero. “Masumi guarda che bello? È qui che il mare della laguna e quello dell’oceano di incontrano, e come due innamorati si confondono l’un l’altro. Un solo corpo e una stessa anima” disse Maya con trasporto. Masumi la abbracciò da dietro immergendo il suo volto tra i suoi capelli “Ti amo Maya”. Maya si voltò, gli cinse il collo con le braccia stringendolo forte a sé e lo guardò con i suoi occhi innamorati. Masumi catturò le sue labbra con impeto e passione. Sarebbe rimasto lì così per sempre, stretto a lei, lontano da tutti e da tutto.
Maya lo riportò alla realtà, staccandosi da lui e accarezzandogli il viso con una dolcezza disarmante. “Oggi qui si tiene la festa d’estate, d’obbligo l’abito tradizionale, ci sarà anche un piccolo spettacolo teatrale. Che ne dici, ci prepariamo ed andiamo”. Masumi la strinse forte a sé “Hai proprio pensato a tutto eh!! D’accordo andiamo”.
Si prepararono alternandosi in bagno.
Entrambi indossavano uno yukata, quello di Masumi rigorosamente nero, quello di Maya bianco con dei motivi floreali viola.
Masumi rimase per un attimo incantato a guardarla mentre lei gli tendeva la mano.
In silenzio uscirono dal ryokan dirigendosi nel cuore della festa.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Il grande sogno di Maya / Vai alla pagina dell'autore: Susy_wang