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Autore: EmaEspo96    19/11/2012    6 recensioni
Elizabeth è come una sorella per Elijah. Da tanti anni, ormai, non ha fatto altro che prendersi cura di lei. Eppure lei pare aver dimenticato tutto, tutto quello che aveva vissuto nei suoi precedenti anni, tutto quello che aveva provato. Ha dimenticato ciò che è. La riporta a Mystic Falls per far in modo che qualche ricordo ritorni a galla ma ciò non farà altro che portare nuovi problemi in quella cittadina...
Genere: Fluff, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elijah, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Lo sceriffo Forbes varcò velocemente quell'alta porta a due ante richiudendosene una alle spalle, quella aperta, per poter fare il suo ingresso. Svariate persone erano all'interno della stanza che le si era parata davanti, di cui alcune restavano accomodate sui divani o le poltrone presenti. Lo sceriffo rimase a pochi passi dall'entrata a guardare i volti corrucciati e sospettosi dei presenti fino a cadere con lo sguardo su quella donna bionda in piedi che si teneva il fianco con una mano: era Emma Anderson. Il sindaco Lockwood intrecciava le sue dita nervosamente.
<< Sceriffo Forbes, meno male che è arrivata. Pensavamo di non vederla più. >> annunciò la donna, sorridendole sarcasticamente. Un sorriso che lo sceriffo non gradì.
<< Credo di avere i miei impegni, signora Anderson. Ad ogni modo, a cosa devo questa riunione improvvisa? >> domandò lo sceriffo e la signora Lockwood sollevò lo sguardo verso di lei, preoccupata.
<< Lo abbiamo saputo, Liz. E' inutile che continui a nasconderlo, basta fingere. Sappiamo tutti che tua figlia Caroline è una vampira e che Tyler Lockwood è un... >> stava dicendo un uomo quando si fermò, dimenticando quel termine a loro tutto nuovo.
<< ...ibrido. >> terminò Emma Anderson, guardando prima l'uomo e poi lo sceriffo.
<< Cosa? >> chiese improvvisamente lo sceriffo, cercando di mostrarsi divertita dalla situazione. Non voleva che scoprissero sua figlia.
<< Oh, Liz. Posso chiamarti così, vero? Lo ha detto lui, basta fingere. Ho tutte le prove e, soprattutto, ho i nomi di tutti i vampiri e gli ibridi in città. Vi assicuro che entro questa settimana li avrò eliminati tutti. >> sogghignò Emma spostando la mano dal fianco. La signora Lockwood trasalì abbassando di nuovo lo sguardo.
<< Aspetta, aspetta. Partiamo dal presupposto che tutti loro siano cattivi... >> stava dicendo lo sceriffo Forbes ma un uomo la interruppe sollevandosi bruscamente dalla sedia su cui era seduto.
<< Ma smettila, Liz! Esseri del genere non possono convivere con noi. Sono la malignità in persona, se così vogliamo definirli! Ci sono stati altri attacchi questa settimana. Due persone sono state ritrovate quasi senza testa. E tu dov'eri, Liz? A procurare delle sacche di sangue fresco a tua figlia!? >> domandò l'uomo retoricamente alzando il tono di voce.
Emma sollevò le mani e incitò l'uomo a riaccomodarsi e stare calmo. Lanciò presuntuosamente un'occhiata allo sceriffo Forbes e ghignò nuovamente.
<< Non siamo contro di te, Liz. Sei sua madre, dopotutto. Ma lei è morta nel momento in cui è diventata una di loro, ormai tua figlia Caroline non esiste più. Pertanto, non ti biasimiamo se hai voluto proteggerla. Ma da adesso in poi ti chiediamo di starne fuori. Fuori dal consiglio e dai suoi affari. Come ho già detto, entro questa settimana tutti i vampiri e simili di Mystic Falls saranno uccisi. >> sentenziò Emma.
Non vi fu altro da dire, sia Carol Lockwood che lo sceriffo Forbes furono scortate fuori da quella stanza. I loro figli erano in pericolo e le due donne lo ammisero con un solo ed unico scambio di sguardi. Uno scambio di sguardi in cui entrambe erano d'accordo su una sola cosa da fare.
 
Si guardò intorno attentamente un paio di volte dopodiché scese velocemente quelle scale raggiungendo il piano più basso della dimora dei Salvatore. Non doveva essere sentita, nessuno doveva accorgersi di lei. Si avviò verso l'angolino in cui era piazzato il grande congelatore perennemente pieno, le scorte dei due fratelli, e ne prese la parte superiore già pronta ad aprirlo. Ma quando accennò a farlo, qualcosa glielo impedì prepotentemente portando il congelatore a richiudersi con un tonfo. Lei strinse i denti facendo saettare lo sguardo su Damon, al suo fianco. Le sorrideva sarcastico, furbo.
<< Ti ho già detto molte volte che non devi toccarlo. Odio ripetermi, Elizabeth. >> mormorò il Salvatore muovendosi ed appoggiandosi al congelatore, proprio davanti a lei, per impedirle di aprirlo ancora. La spinse indietro giusto un po' per allontanarla.
<< Che t'importa? Non posso attaccarmi al tuo polso ogni volta, non vedo perché non dovrei prendermi una sacca di sangue e farmela bastare per un giorno intero. >> rispose lei fissandolo irritata. Lui scosse il capo prendendosi gioco di lei.
<< O vena, o niente. Non puoi prenderti una sacca di sangue perché è sangue umano, quello. E sappiamo entrambi come ti senti ogni volta che lo bevi. Mi hai ricordato lontanamente Stefan, solo che lui non lo vomitava. >> disse ancora Damon, restando appoggiato al congelatore. Lei spostò lo sguardo gonfiando le guance in maniera infantile.
Le si avvicinò attratto da quel suo modo di comportarsi così infantile e dal fatto che fosse davvero ottusa. Si portò a pochi centimetri da lei finendo con lo strusciare col corpo contro quello della ragazza ed afferrò morbidamente il suo viso con una mano obbligandola ad immergere i suoi occhi scuri nei propri occhi azzurro ghiaccio.
<< Forza. Se ogni volta fai una scenata del genere, mi fai pensare che il mio sangue non ti piace. >> commentò Damon facendo il finto offeso.
Ci vollero pochi secondi affinché gli occhi di Elizabeth si iniettassero di sangue e dalle sue labbra morbide e candide partisse un ringhio aggressivo. Afferrò velocemente una mano di Damon e lo scaraventò col petto contro una parete standogli dietro ad appiccicarlo contro il muro per impedirgli di muoversi. Si nutrì dell'espressione confusa di Damon cogliendo l'attimo in cui l'aveva lasciato stupefatto. Sorrise divertita standogli alle spalle e tenendolo piantato contro la parete.
<< Oh, è proprio questo il problema Damon. Ricordi? Quando ti mettevano davanti il tuo piatto preferito e non riuscivi mai ad esserne sazio. Ne volevi sempre di più sino ad esplodere. >> commentò in un sussurro nei pressi dell'orecchio di lui. Fece spallucce << O ti fermavano, dipende. >> rise della sua stessa battuta. Lui ridacchiò insieme a lei semplicemente trascinato dalla ragazza.
<< Okay, ho capito. Ma penso che tu adesso possa anche lasciarmi, non credi? O vuoi fare...qualche giochino violento? >> aveva chiesto lui sottolineando maliziosamente le ultime parole.
La fece arrossire ed istintivamente la ragazza gli afferrò i capelli spingendolo con la fronte contro la parete davanti a lui. Lo mollò definitivamente solo dopo godendosi il gemito fuoriuscito dalle labbra del ragazzo. Aggrottò la fronte nuovamente offesa gonfiando le guance e voltandosi. Aveva tutta l'intenzione di andarsene visto che le era stato impedito di mangiare, lui rise.
<< Suvvia Elizabeth, stavo solo scherzando. >> mormorò Damon tenendosi la fronte per altri pochi istanti. Gliel'aveva sbattuta così forte da fargliela sanguinare.
Nel momento in cui lei stava per voltarsi nuovamente verso di lui, alcuni tonfi si fecero udire dal piano di sopra. La voce di Stefan risuonò in tutta la casa, un urlo che chiamava il nome di qualcuno, il nome di Chloe. Entrambi sollevarono lo sguardo verso l'alto come se cercassero di vedere attraverso la pavimentazione. Non riuscirono a capire, inizialmente, ma Damon si fece spingere dal suo affetto per il fratello e per la sua migliore amica correndo - vampiricamente - di sopra. Elizabeth lo seguì in poco tempo. Quando si ritrovarono al piano di sopra la prima cosa che potettero vedere fu una sedia volare proprio in direzione di Damon che si chinò trascinandosi dietro anche Elizabeth, il mobile passò sopra le loro teste battendo e rompendosi contro un muro.
<< Ma che diamine...!? >> sbottò Damon incredulo.
<< Eccoli, ci sono anche loro! Uccideteli immediatamente! >> esclamò un uomo.
Numerose persone avevano fatto il loro ingresso in casa portando disordine e caos. Indossavano tutti una sorta di tuta scura che copriva in parte i loro volti, potevano essere almeno una decina. Il corpo di Chloe era adagiato al suolo con un paletto nel petto, ormai priva di vita.
<< Chloe! >> urlò Damon e stava per correre verso di lei quando uno degli uomini mirò a lui.
Si muovevano con una velocità disumana: erano anche loro vampiri. Damon lo afferrò con prepotenza e lo scaraventò al suolo, al proprio fianco, correndo verso Chloe. Avrebbe trascinato con sé anche Elizabeth se lei non l'avesse rifiutato e si fosse fiondata sul corpo del vampiro al suolo. Gli si lanciò sopra come una predatrice trattenendolo al suolo, senza badare ad eventuali attacchi che avrebbero potuto farle. Chinò indietro la testa facendo cadere la cascata di capelli rossi dietro la schiena e scostò qualsiasi cosa dal collo del vampiro in un tempo tanto breve da lasciarlo spiazzato prima di aggrapparsi coi canini al suo collo. Lo sentì gridare aiuto ai suoi compagni mentre si dimenava sotto di sé e lei gli strappava ogni singola goccia di sangue tanto velocemente da perdersene alcune che le colavano ai lati della bocca e lungo il mento. Il corpo del vampiro si essiccò e si irrigidì velocemente. Lei sollevò lo sguardo palesando un raccapricciante ghigno sul suo volto.
<< L'ho trovata. >> annunciò un uomo dietro di lei, con la stessa tuta di quello morto sotto il proprio corpo, e quando fece per voltarsi verso di lui vide quell'enorme mazza in ferro che lui brandiva, già caricata e pronta a colpirla.
Sgranò gli occhi che erano tornati normali ma quando stava per allontanarsi per non farsi colpire e l'uomo, invece, stava per farlo qualcuno lo raggiunse e gli afferrò il braccio contorcendoglielo sino a strappargli l'arma dalle mani ed infilzargliela nel petto. In poco tempo il vampiro si essiccò e cadde al suolo tutto d'un pezzo con la figura di Elijah trionfante che volse il suo sguardo verso Elizabeth. Era serio, preoccupato, furioso.
<< Muoviti, scappa. Corri! >> le urlò, intimandola a scappare.
Elizabeth si sollevò dal vampiro ormai essiccato vedendo Elijah estrarre dal petto dell'altro vampiro la stessa mazza in ferro che aveva utilizzato per ucciderlo caricando il colpo e colpendo con violenza un altro vampiro che si stava avvicinando, un colpo tanto forte da scaraventarlo lontano.
<< Vai via, Elizabeth! >> esclamò ancora l'Originario lanciandole un'occhiata autoritaria.
<< Non vi lascio qui. >> rispose prontamente la rossa.
<< Invece tu adesso andrai via. Sono qui per te, Elizabeth, devi scappare! >> urlò l'uomo.
Damon e Stefan, che erano poco più in là, si liberarono dei rispettivi vampiri e poi volsero lo sguardo ad Elijah. Tutti i vampiri presenti sembravano puntare ad Elizabeth. Ma non volevano catturarla, volevano ucciderla. Così come volevano uccidere loro. Damon infilò una sua mano nel petto di un vampiro estraendone il cuore, dopodichè afferrò il corpo che andava irrigidendosi e lo scaraventò contro un altro così da impedirgli di inseguirli. Aveva afferrato il volere di Elijah sentendolo gridare e lui, tanto quanto l'Originario, sapeva che Elizabeth doveva essere portata in salvo. Corse verso Elizabeth scavalcando mobili e corpi, colpendone altri e contando sull'aiuto di Stefan. Raggiunse Elizabeth stringendola con entrambe le braccia, la spinse da un lato per piantare il suo piede nello stomaco di un vampiro che si era avvicinato. Lo allontanò quanto bastò per permettere a Stefan di raggiungerlo ed ucciderlo velocemente, con ben poco ritegno.
<< Andate! >> urlò ancora una volta Elijah.
Damon la stringeva e lei non poteva opporre resistenza. Guardò Elijah dimenandosi tra le braccia del Salvatore mentre veniva trascinata verso l'esterno. Elijah era un Originario, avrebbe potuto combatterne mille di quei vampiri ed uscirne vincente, ma lei non poteva abbandonarlo. Non voleva perderlo.
<< Elijah! >> urlò, prima che Damon e Stefan la portassero fuori.
Elijah era davvero capace di contrastarli tutti, tanto che nessuno dei vampiri che era entrato in quella casa era riuscito a raggiungerli. Damon e Stefan raggiunsero la loro auto velocemente ed Elizabeth era ancora stretta tra le braccia del Salvatore, la teneva in maniera così forte da impedirle di muoversi. Quando raggiunsero il veicolo, Stefan si mise al volante e Damon s'infilò sui sedili posteriori insieme alla rossa per impedirle di uscire e raggiungere Elijah.
<< Damon, lasciami! >> aveva urlato lei, senza ottenere risultati positivi.
Quando lui la infilò nell'auto, richiuse la porta poco dopo che il veicolo partisse velocemente abbandonando la dimora dei Salvatore. L'auto sfrecciava velocemente sull'asfalto e Damon continuava a restare incollato alla rossa per impedirle di aprire la portiera e gettarsi dall'auto durante la corsa.
<< E' così che agite voi!? L'avete abbandonato! Damon, devo tornare da Elijah. Adesso! >> urlò la ragazza lanciando occhiate furiose al ragazzo al suo fianco. Lui la guardò confuso, nascondendo il dispiacere che stava provando. Chloe era morta.
<< E cosa potresti fare, tu? >> domandò Damon, fulminandola con gli occhi.
Nel frattempo Stefan raccolse il cellulare componendo il numero di Elena e la chiamò immediatamente. Guidava con destrezza lungo quella strada buia nonostante avesse avuto brutte esperienze con le auto.
<< Oh, potrei salvarlo per esempio. Quello che voi non avete voluto fare. >> ringhiò Elizabeth verso Damon, non curandosi di quello che stava facendo Stefan, davanti.
<< Sei tu a dover essere salvata! >> le urlò contro Damon, infastidito. La ammutolì, vedendola incassare la testa nelle spalle.
Lei lo sapeva, era consapevole che ogni problema era causato da lei e dalla sua presenza ed il fatto che Damon glielo rinfacciasse in quella maniera non la faceva sentire affatto bene. Spostò lo sguardo stringendo i tessuti della sua maglia con entrambe le mani.
<< Elena! >> esclamò Stefan quando sentì la voce della Gilbert dall'altra parte del telefono.
<< Che succede, Stefan? >> domandò Elena dall'altra parte, leggermente assonnata.
<< State bene? Insomma, non è successo niente? >> chiese lui ancora una volta, raggiungendo Wickery Bridge con l'auto.
<< Si, stiamo bene. Ma...cos'è successo Stefan? Sei in auto? Dove stai andando? >> chiese Elena, preoccupata.
<< Ci hanno attaccati, Elena. Sono venuti a casa nostra. Hanno ucciso Chloe e...Elijah è rimasto lì. Stiamo scappando. Non muoverti, passo a prenderti. Non aprire la porta Elena e non invitare NESSUNO. >> sottolineò Stefan.
Elena, dall'altra parte del telefono, acconsentì dando al Salvatore l'opportunità di riattaccare e dedicarsi alla guida. Damon lo guardava e guardava l'esterno rimuginando sul da farsi. Non potevano scappare, non in quel modo. Dove avrebbe portato Elizabeth, in quel momento? Aveva agito così istintivamente da non accorgersi che la cosa migliore sarebbe stata essere rimasto lì, a contrastarli con tutte le sue forze. L'aveva sempre fatto, contrastare altri vampiri per salvaguardare la propria vita. Ma fu nel momento in cui Damon era avvolto dai suoi pensieri che Elizabeth s'aggrappò al sedile su cui sedeva Stefan.
<< Stefan, attento! >> urlò lei alla vista di alcune figure al centro del ponte.
Damon sollevò lo sguardo ma fu troppo tardi perché l'auto non sbandasse dopo la curva che Stefan l'aveva portata a fare. Era la seconda volta in pochissimo tempo che Stefan si ritrovava a combattere con un veicolo per impedirgli di ribaltarsi ma non fu possibile. L'auto saltò, si ribaltò e rotolò sul legno del ponte fermandosi sottosopra oltre lo stesso. Elizabeth aveva battuto la testa più volte in tutto quel trambusto e, a differenza dei due Salvatore, finì col perdere i sensi. Non vide e sentì null'altro, dopo il dolore della botta.
 
Elena scendeva le scale velocemente avvicinandosi alla porta d'ingresso alla quale qualcuno aveva bussato. Stava aspettando Stefan, non si aspettava nessun'altro a parte lui, ma si premunì di accertarsi dell'identità della persona all'esterno prima di aprire. La figura di Alaric si mostrò alla piccola Gilbert dopo che la porta era stata aperta.
<< Elena. >> mormorò lui oltrepassando l'ingresso e portandosi all'interno.
<< Ho provato a chiamarlo, non risponde. Alaric, che diavolo sta succedendo? Stefan mi ha detto che...stavano scappando. >> affermò Elena.
Nell'espressione sembrava calma, eppure nel tono di voce si facevano intravedere la paura e la disperazione che stava provando. Ancora una volta, qualcosa di molto più grande di loro li stava minacciando. E lei non poteva fare niente per evitarlo.
<< Sono quelli del consiglio. >> rispose Alaric palesando la sua espressione seria.
Jeremy oltrepassò la porta della cucina guardandoli, preoccupato dalla situazione.
<< Cosa vogliono quelli del consiglio adesso? Non bastavano i nostri problemi? >> domandò Jeremy, spazientito ed infastidito.
<< Qualcuno ha parlato dei vampiri durante una riunione del consiglio. Me l'ha detto lo sceriffo Forbes dicendomi di avvisare Stefan e Damon, ma quando sono arrivato a casa loro ho trovato solo distruzione, ovunque, e cadaveri ammassati al suolo. Inoltre ho saputo che Caroline e Tyler sono già scappati. >> informò il signor Saltzman guardando entrambi i presenti.
Elena si passò le mani tra i capelli tremando.
<< Elijah? >> domandò Elena, guardando Alaric << Avrebbe dovuto essere a casa di Stefan e Damon. >> annunciò ancora scorgendo la confusione del professore.
<< Non c'era, Elena. Quando sono arrivato io non c'era nessuno. >> affermò Alaric, guardandola intensamente.
Elena batté le palpebre più volte. Sentiva gli occhi bruciare dalla voglia di piangere ma si diede la forza per continuare a sostenere quella conversazione.
<< Dobbiamo salvarli, Alaric. Hanno preso Stefan e...e Damon. Li hanno presi, avrebbero dovuto essere già qui. >> affermò Elena mordicchiandosi un labbro.
Alaric la fissò più e più volte. Ma cosa avrebbe dovuto fare? Contrastare il consiglio significava mettersi contro l'intera Mystic Falls. Rimuginò sulla situazione guardando Jeremy ed abbassando lo sguardo sul suo anello, era ancora lì. Rubò qualche minuto prima di portare il suo sguardo determinato sul viso di Elena.
<< Li salveremo, Elena. Non preoccuparti. Scopriremo chi è stato ad attaccarli ed andremo a salvarli. >> annunciò il professore cercando risposte negli sguardi dei due Gilbert. Erano entrambi d'accordo. Sarebbero andati personalmente a riprendersi i loro vampiri.
 
Riaprì gli occhi pian piano. Le scoppiava la testa e faticò a riacquistare una vista perfetta. Sentiva delle risate proprio lì vicine a sé, delle risate familiari. Batté le palpebre un paio di volte prima di aprire gli occhi.
<< Oh mio Dio, Stefan, ma chi ti ha insegnato a guidare? >> aveva detto Damon ridacchiando sommessamente. Dal suo tono sembrava soffrire.
<< La prossima volta guidi tu, fratello. >> rispose Stefan, con lo stesso tono di voce.
Elizabeth sollevò lo sguardo di scatto cercando i due fratelli Salvatore ma quando fece per muovere per braccia, tirate verso l'alto, qualcosa le strappò un agghiacciante urlo di dolore. Damon sollevò immediatamente lo sguardo davanti a quella scena ma non poteva muoversi per correre da lei, non poteva alzarsi da quella sedia sulla quale era stato letteralmente inchiodato a fargli soffrire le pene dell'inferno con quelle catene zuppe di verbena che gli stringevano gli arti ed il collo.
<< Elizabeth... >> mormorò.
Non poté nemmeno cercare l'aiuto del fratello, nella sua stessa situazione. Si limitava a guardare Elizabeth aggrappata a due ganci che penzolavano dal soffitto, due trappole simili a quelle per orsi anch'esse zuppe di verbena le cui lame le perforavano i polsi come fosse un animale. Il minimo movimento era come un'indescrivibile tortura che le strappava sangue che colava lungo il braccio. La vedeva tenere la testa penzolante e respirare faticosamente ma non riusciva ad intravedere quegli occhi pieni di lacrime e di terrore che si nascondevano oltre la chioma rossa che ricadeva ai lati del viso. Le punte dei piedi sfioravano la pavimentazione lasciandola aggrappata a qualcosa che le faceva male. Ogni centimetro di pelle le bruciava con la verbena in circolo e lei iniziò a lamentarsi stringendo i denti e sollevando il capo.
<< Stai ferma! >> esclamò Damon mentre la fissava. Si agitò un po' sulla sedia ma con scarsi risultati. Avrebbe voluto correre a salvarla.
Lei lo guardò con un'espressione pietosa mentre stringeva i denti per non urlare dal dolore. Improvvisamente udirono dei passi che si avvicinavano alla porta della piccola stanza in cui erano stati portati e tutti sollevarono lo sguardo. La porta d’ingresso venne aperta ed una donna bionda, Emma Anderson, fece il suo ingresso. Subito dopo di lei anche suo figlio Joseph ed erano entrambi seguiti da cinque uomini apparentemente normali, ovviamente tutti e cinque vampiri. Emma guardò Elizabeth e poi i due Salvatore.
<< Ne mancano altri. So per certo che non sono gli unici in città. >> rifletté lei, passandosi una mano tra i capelli.
Elizabeth sollevò faticosamente lo sguardo a guardarla, a guardare Joseph con uno sguardo carico di odio. Se solo avesse potuto, con tutte le sensazioni che stava provando il quel momento, gli avrebbe staccato la testa. Ma non poteva nemmeno muoversi in quel momento, il minimo movimento la portavano a perire le pene dell’inferno. Joseph ricambiò il suo sguardo, poi lo abbassò pietosamente. Emma la notò fissare suo figlio così insistentemente e mosse alcuni passi verso di lei.
<< Cosa c’è, Elizabeth? Hai fame? >> domandò la donna, guardandola maleficamente.
Elizabeth non le rispose, non ne aveva le forze per farlo, e si limitò a stringere i denti. Emma le prese il viso e glielo sollevò obbligandola a guardarla negli occhi. Damon, sulla sua sedia, si dimenò ringhiando ed urlando un sonoro << Lasciala stare! >> al quale Emma, divertita, rise di gusto, voltandosi con lo sguardo verso di lui.
<< E’ quasi assurdo vedervi provare dei sentimenti quando voi orribili mostri non badate ai sentimenti degli altri. >> mormorò la donna con sdegno.
Appoggiò una mano al petto di Elizabeth e la spintonò indietro prima di allontanarsi, strappandole un ennesimo ringhio di dolore per il movimento che l’aveva costretta a fare. Damon sembrava sempre più furibondo davanti a quella scena.
<< Si può sapere che diamine vuoi da noi? >> domandò in un ringhio sommesso mentre la fissava, uccidendola col solo sguardo. O almeno, avrebbe voluto farlo.
<< Damon Salvatore. Non mi metterei a volere qualcosa da voi mostri, voglio semplicemente eliminarvi. Tutto qui. >> annunciò la donna, facendo spallucce.
Joseph sollevò lo sguardo verso la madre e si strinse le mani nervosamente. Occhiate veloci vennero lanciate verso Elizabeth che restava muta.
<< Mamma. >> la chiamò con tono basso << Forse…Forse stiamo sbagliando. Perché stiamo facendo tutto questo? >> domandò il ragazzo.
La donna trasalì voltandosi velocemente verso il figlio. Lo fulminò con lo sguardo al sentire quella domanda insulsa. Sperava, in cuor suo, che Joseph non fosse una delusione per lei.
<< Ed osi chiedermelo, figliolo? Sono dei mostri! Quelle dannate streghe hanno sbagliato a crearli, moltissime persone sono morte a causa loro! >> esclamò la donna innervosita verso il figlio. Lui abbassò lo sguardo.
<< Forse lo sceriffo Forbes aveva ragione, forse non sono tutti uguali. >> mormorò il ragazzo.
<< L’hai visto anche tu, Joseph. Hai visto come lei si è comportata alla festa, come ha ridotto il corpo di quella povera ragazza e come ha ridotto il corpo di quel ragazzo quella stessa sera. Individui del genere dovrebbero esistere? >> domandò la donna, sempre più infastidita, mentre indicava Elizabeth.
La rossa abbassò immediatamente lo sguardo. Strinse le labbra. Sentiva l’amaro sapore del sangue umano ancora ad imbrattarle la bocca, ne aveva assaporato ogni singola goccia di sangue non pentendosi sino al momento in cui il corpo che aveva stretto fino a quel momento non si accasciava al suolo privo di vita. E questo non l’aveva fermata, quei sensi di colpa non l’avevano fermata.
<< Sei stata tu a spingerla a farlo. >> obbiettò il ragazzo guardando la madre.
<< Ho solo spento il suo lato umano. >> mormorò la donna in risposta << Ma adesso basta, Joseph. Ho sempre saputo che tu fossi solo una delusione, proprio come tuo padre. Puoi ancora tirarti indietro se vuoi, io andrò fino infondo. Tra l’altro. >> annunciò, voltandosi verso Elizabeth alle sue spalle << Le avevo già dato l’occasione per tirarsi fuori. >> disse.
Elizabeth la scrutò curiosamente fissandola con quell’espressione sofferente. Provò a deglutire ma anche il più semplice dei movimenti le portava insopportabile dolore. Non servirono parole, quegli occhi colmi di confusione e curiosità fecero comprendere ad Emma che la ragazza non l’aveva capito e che non ricordava.
<< Oh, almeno quell’incantesimo è andato a buon fine. Almeno in parte. Elizabeth. >> mormorò la donna avvicinandosi a lei << Sono stata io a cancellarti la memoria. Non ti ricordi? >> le chiese, carezzandole il volto in maniera subdola.
Gli occhi di Elizabeth andarono sgranandosi lentamente, come se qualcosa le fosse appena entrato in testa. Sentì una sorta di pressione al cervello che la costrinse a rimembrare ogni singolo momento in cui aveva visto il volto di quella donna, prima di quei giorni. Il momento in cui le aveva portato via la memoria, il momento in cui Emma l’aveva lasciata sul ciglio di una strada non preoccupandosi di chi l’avrebbe trovata, ignorando che sarebbe stato Elijah rendendo i suoi sforzi assolutamente vani. Ed era Emma a volerlo, a volere che lei ricordasse tutto in quel momento.
<< Tu… >> mormorò Elizabeth incredula, faticando a parlare.
<< Joseph non vuole che io ti uccida. >> le sussurrò la donna, standole a pochi centimetri dal viso << Posso cancellarla di nuovo. Posso eliminarti tutta la sofferenza, tutti le false dimostrazioni di sentimenti di cui ti riempiono ogni giorno coloro che ti circondano. Posso cancellare tutto, anche un amore falso. >> continuò.
<< Che…Che diavolo stai dicendo…? >> domandò Elizabeth con poca voce, ma Damon e Stefan riuscivano a sentirli.
<< Che loro non ti amano Elizabeth. Vedi il tuo caro Elijah, qui? E’ venuto a salvarti? Sarà scappato insieme alla sua famiglia. Tu non ne facevi parte, Elizabeth. E lui? >> domandò, accennando a Damon.
<< Stai zitta! >> le gridò lui, dimenandosi sulla sedia.
<< Pensi davvero che ti ami? Lui ama Elena Gilbert. L’ha sempre amata, e sempre l’amerà. Come ha amato Katherine Pierce e come ancora la amerà. >> continuò la donna.
<< Come fai a sapere tutto questo? >> chiese Elizabeth, eppure il suo tono di voce era disperato e sofferente, macchiato di delusione ed improvvisa tristezza. Le parole di Emma le entravano in testa come proiettili e trovava impossibile ignorarle o reputarle false. Le stava facendo il lavaggio del cervello.
<< Io so tutto Elizabeth. Allora? Vuoi che io ti cancella di nuovo tutto? Mi basterà poco tempo. >> mormorò la donna con tono affabile.
Damon stringeva i pugni su quella sedia e Stefan fissava la scena incredulo. Avrebbe voluto intervenire, avrebbe voluto impedire che quella donna giocasse ulteriormente coi sentimenti di Elizabeth. In cuor suo avrebbe voluto attaccarla come un animale.
<< Elizabeth, non ascoltarla. Sai perfettamente che tutto quello che sta dicendo è falso. >> supplicò Stefan, scuotendo il capo.
<< Avanti, Elizabeth. >> insistette Emma, sotto lo sguardo incredulo di suo figlio.
Elizabeth sollevò ulteriormente lo sguardo. Mosse le dita doloranti delle mani, strinse i denti dolorosamente a quelle parole. Il battito cardiaco aveva improvvisamente accelerato nel petto. Lanciò un’occhiata a Damon che la fissava preoccupato, scuoteva il capo. Il suo sguardo, profondo ed azzurro, le diceva di non fidarsi di quella donna ed in realtà, anche il suo istinto le diceva di non farlo. Ma c’era qualcosa di molto più forte, qualcosa che giocava spaventosamente col suo cuore. Una marea di dubbi l’assalirono. Ma proprio quando stava per risponderle, un forte colpo alla porta d’ingresso la sfondò colpendo uno dei vampiri che era rimasto con loro nella stanza a godersi la scena. Il piede di Elijah, dopo aver combattuto col legno della porta, ritornò sulla pavimentazione accompagnando la figura dell’Originario minacciosamente verso l’interno. Insieme a lui Jeremy caricò un paletto nella balestra e mirò al petto di uno dei vampiri colpendolo con una certa maestria. Emma si voltò di scatto, incredula.
<< Che diamine ci fai tu qui!? >> ringhiò la donna voltandosi definitivamente verso l’Originario, che restò paralizzato davanti alla scena di Elizabeth.
<< Come hai osato farlo? >> ringhiò Elijah verso la donna.
Ma i restanti vampiri non le diedero il tempo di rispondere che corsero verso l’Originario. Uno fu immediatamente ucciso da Jeremy dopo che quest’ultimo aveva caricato l’ennesimo paletto nella balestra, arma di Alaric tra l’altro. Gli altri due, invece, vennero afferrati da Elijah il quale caricò le mani e le infilò nei loro petti estraendone i cuori brutalmente. Pochi secondi prima che tutti i vampiri presenti in quella stanza si ritrovassero morti al suolo. Elijah avanzò minacciosamente nella stanza, puntando direttamente ad Elizabeth.
<< Sta indietro, oppure non rivedrai più la tua adorata Elizabeth. >> mormorò la donna verso Elijah.
<< Oh, tu non oseresti mai. Potrei uccidere te e tuo figlio in pochissimi secondi. >> annunciò Elijah, tremendamente serio.
<< Sono diventata più forte Elijah. Posso farlo. Posso ucciderla prima che tu mi ferma. >> affermò la donna.
Elizabeth fissava Elijah confusa. Era davvero corso a salvarla ed ora era lì, in quella stanza, solo per lei. Sentì gli occhi riempirsi di lacrime per il semplice fatto che si sentiva tremendamente inutile, inchiodata al soffitto come un animale rabbioso. Elijah ghignò alle parole della donna e quando la vide effettivamente scattare verso Elizabeth con l’intenzione di attaccarla, corse verso di lei con quelle capacità sovrumane afferrandola per la gola e piantandola con la schiena contro la parete della stanza. La inchiodò al muro ritrovandosi minacciosamente col viso a pochi centimetri dal suo.
<< Non ti darò più l’opportunità di farle del male. Hai esaurito ogni possibilità che io abbia potuto darti. Oh, e guarda un po’, anch’io sono diventato più forte. Non ho paura di voi dannati stregoni. >> ringhiò Elijah.
Sollevò velocemente una mano e la piantò nel petto della donna strappandole l’ultimo respiro con brutalità, dopodichè strappò via il suo cuore frantumandone la gabbia toracica e la lasciò ricadere al suolo sotto lo sguardo perplesso di Joseph.
<< No, mamma! >> urlò, correndo verso di lei e verso di Elijah.
Afferrò un paletto dal petto di uno dei vampiri e si precipitò incosciente verso l’Originario che si voltò verso di lui velocemente afferrando il polso della mano del ragazzo che cingeva il paletto. Lo vide il lacrime ma non provò alcun rimorso verso di lui o alcuna pietà.
<< Predicava tanto la nostra morte perché siamo dei mostri ma una donna con simili pregiudizi ed ideali è molto più mostruosa di noi. Mi dispiace solo che tu abbia dovuto soffrirne la presenza per tutto questo tempo. >> commentò Elijah con una certa freddezza strappando il paletto dalle mani del ragazzo.
Scorse negli occhi di Elizabeth che lei non voleva che lui non lo uccidesse, tant’è che Elijah si limitò a privarlo di quell’arma ed a gettarla lontano.
<< Non proverai alcuna sofferenza per tua madre. Sai tanto quanto noi che lei non meritava le tue lacrime. >> lo soggiogò, fissandolo intensamente.
Gli occhi di Joseph si sgranarono ed ogni forza contro l’Originario divenne nulla tanto che il ragazzo indietreggiò e il vampiro lo lasciò andare. Intanto Jeremy si scostò dalla porta proprio quando stava per soccorrere Stefan e Damon, ma Elena si precipitò all’interno della stanza chiamando il nome del suo ragazzo e lasciando al suolo l’arma che si era portata dietro. Corse verso la sedia di Stefan ed iniziò ad armeggiare con le prese che quella sedia aveva su di lui per cercare di liberarlo. Stefan la guardò incredulo.
<< Elena, c’eri anche tu? >> domandò preoccupato.
<< Non potevo lasciarti qui, Stefan. >> mormorò lei tremando, con le lacrime agli occhi. Lo baciò dopo avergli liberato una sola mano e lui ricambiò, per quanto afflitto e dolorante.
Alaric si avvicinò alla sedia di Damon cercando di liberarlo.
<< Rick, perfino tu? >> domandò Damon incredulo. Alaric ridacchiò.
<< Certo. Ogni volta che finisci nei guai, devo correre a salvarti. Cerca di non abituarti troppo, eh. >> commentò ironicamente il professore.
Nel frattempo fecero il loro ingresso nella stanza anche Bonnie e Matt, che avevano aiutato allo sterminio di ogni inutile vampiro che aveva aiutato quella donna. Joseph era rimasto al suolo paralizzato, come in trance, eppure Elijah non vi aveva badato troppo avvicinandosi ad Elizabeth e cercando di aiutarla. La sentì mugolare dal dolore di quelle lame conficcate nei suoi polsi ed Elijah strinse i denti.
<< Resisti, Elizabeth. Te ne libererò subito. >> mormorò lui. Proprio quando stava per liberarla, qualcuno si avvicinò a loro.
Damon sollevò ulteriormente Elizabeth per impedirle di restare aggrappata ed Elijah trovò più facile liberarla. Nonostante Damon sentisse ancora il dolore e la stanchezza che gli provocava la verbena non esitava a voler starle accanto, soprattutto dopo che Emma le aveva messo in testa tutte quelle idee. Faticava, però, davanti all’odore del suo sangue. Strinse i denti e finalmente vide il primo polso libero da quella morsa. Elizabeth sospirò più tranquilla lasciando ricadere la mano lungo il fianco ed Elijah iniziò a cercare di aprire quell’altra trappola cercando di non farle troppo male. Quando finalmente si ritrovò coi piedi per terra, Elizabeth non esitò a restare aggrappata a Damon data la mancanza di equilibrio e stabilità negli arti. Si sentiva male, aveva perso troppo sangue, ancora una volta. Bonnie si avvicinò a lei prima che Damon o Elijah potessero porgerle una vena e le diede una sacca di sangue.
<< Non può berlo. >> l’ammonì immediatamente Damon e Bonnie gli fece segno di stare zitto.
<< L’ho preso da uno di quei vampiri. Ho controllato che non ci fosse verbena, è pulito ed è adatto a lei. >> rispose Bonnie << Tieni Elizabeth, bevilo. Ti farà stare bene. >> mormorò la ragazza.
Elizabeth si scostò da Damon guardando la strega un po’ titubante. Ancora una volta stavano salvando lei, ancora una volta stava procurando guai. Ma il sorriso gentile di Bonnie le permise di distrarsi e prendere quella sacca di sangue, consumandola sul posto.
 
Il sole splendeva in alto nel cielo ad illuminare un angolo sperduto del cimitero di Mystic Falls. I loro sguardi erano bassi sulla tomba ancora viva, gli abiti neri trasmettevano il dispiacere di un’ennesima perdita. Damon si avvicinò alla tomba posandovi sopra un fiore, lo fece in maniera spaventata, dopodichè si riportò in piedi. Alaric era al fianco di Elena, con Jeremy, e non osavano spiccicar parola. Stefan era al fianco del fratello a trasmettergli la sua presenza mentre Elijah restava al fianco di Elizabeth.
<< Era una brava ragazza. >> pronunciò Elena, guardando Damon. Leggeva la tristezza del suo volto.
<< Mi ha aiutato, ed ha aiutato Elena. >> continuò Alaric cercando di trasmettere il loro dispiacere e cercando di essere vicini a Damon più di quanto lo siano stati in altri momenti.
<< Era la mia migliore amica. >> intervenì Damon, tenendo lo sguardo basso sulla tomba.
Il nome di Chloe sapeva di nuovo, riusciva a sentire il suo cuore spento sotto quell’ammasso di terreno sporco.
<< Mi aveva salvato il culo numerose volte. Mi aveva confortato quando ne avevo bisogno. Mi aveva aiutato a cercare Katherine, a perdonare mio fratello. Lei era tutto e nonostante fosse una vampira, trasmetteva la vita. >> continuò Damon, stringendosi le mani davanti al vestito nero.
Elizabeth lo guardò e poi ritornò a fissare la tomba.
<< Era divertente. Non dimenticherò mai il suo sguardo accusatorio quando veniva a svegliarci la mattina. >> rispose Elizabeth.
<< Riposerà in pace. >> concluse Damon.
Il gruppo iniziò pian piano a sciogliersi dopo aver lanciato un ultimo saluto a Chloe, ormai lontana da loro. Elena, Jeremy, Stefan, Alaric si allontanarono. Dopo di loro anche Elijah scorgendo Elizabeth in procinto di farlo. Quando la rossa ebbe mosso qualche passo, Damon si voltò lentamente verso di lei.
<< Elizabeth. >> la chiamò. Lei si voltò a guardarlo << Resta qui. >> mormorò, indecente. Lei parve incuriosita, dispiaciuta ma non sembrava aver intenzione di restare. Era titubante.
Damon la guardò e comprese immediatamente la situazione, sospirando davanti a quella scena.
<< Ti sei lasciata convincere. >> affermò, sicuro.
<< No, Damon. Non mi sono fatta convincere. E’ la realtà! >> ammise lei << Mille anni, Damon. Mille anni e sono stata tradita da più persone di quanto tu possa immaginare. Tristano, Lapo, anche Joseph non ha esitato. Non posso più sopportarlo, non m’importa se resterò sola per l’eternità. Ma non ho più spazio per altro dolore. >> commentò lei, tradendo un singhiozzo.
<< E non pensi ad Elijah? >> domandò, vedendola abbassare lo sguardo << O a me? >> aggiunse.
<< Non c’entra. >> rispose lei, mordicchiandosi il labbro indecente.
<< C’entra, invece! Non puoi farlo, Elizabeth. Non puoi entrare nella vita delle persone e fare come se niente fosse! >> esclamò Damon verso di lei. La vide ammutolirsi per alcuni istanti.
<< Ed allora cosa dovrei fare? Prepararmi ad essere tradita ancora? Magari da Elijah? O da te…? >> domandò lei. Una lacrima cadde rigando una guancia.
<< Io non ti tradirei mai, Elizabeth. >> rispose immediatamente lui.
<< Perché? Perché no? >> domandò Elizabeth. Per l’ennesima volta, davanti a lui, stava piangendo come fosse una bambina.
Damon la guardò intensamente, esitò a rispondergli iniziando ad avanzare verso di lei con passi decisi ma proprio quando la vide indietreggiare lui accelerò il passo afferrandola per le spalle prima che lei potesse allontanarsi di più. La guardò perdendosi innumerevoli volte nei suoi occhi scuri.
<< Perché io ti amo, Elizabeth. >> annunciò, con tono deciso.
E lei non poté non notare quanto fosse diverso da tutte le altre volte. Non poté ignorare quel cuore che aveva preso a galoppare nel petto in maniera incontrollata. Fissò gli occhi di Damon per lunghi istanti, rabbrividì dimenticando ogni parola che avrebbe voluto dire. In un attimo, si sentì stupida anche solo per aver pensato di abbandonarlo. Avrebbe abbandonato l’unica cosa che la teneva aggrappata alla vita, l’unica cosa che le permetteva di sentirsi davvero umana, davvero amata. Gli andò incontro stringendosi a lui e lui fece altrettanto raccogliendole le labbra in un bacio, un bacio che sembrò durante davvero un’eternità. Un’eternità che lei pensava di voler vivere con lui, un’eternità di cui non si sarebbe mai stancata. Perché c’era Damon e l’avrebbe amato fino alla fine dei suoi infiniti giorni.
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Note dell'autore:
Ed ecco qui l'ultimo capitolo. :D
Voglio solo dire che mi è piaciuto molto scrivere questa FF,
soprattutto perché era la prima in assoluto. Spero che possiate
trovare piacevole questo capitolo, anche perché è l'ultimo, ma
ovviamente accetto qualsiasi tipo di critica. :3
Inoltre, vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno seguita,
tutti quelli che hanno letto la FF, quelli che l'hanno aggiunta tra le seguite 
o le preferite, tutti quelli che l'hanno recensita. Voglio ringraziarvi davvero
tanto. :) Grazie mille per il vostro supporto!

E colgo l'occasione di dirvi che questa FF è stata solo il primo traguardo,
infatti mi sono già adoperata a scriverne una nuova! Ed è She never dies.
Non vi nascondo che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate anche di quella, e non vi anticipo niente. :3
   
 
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