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Autore: Mon    24/11/2012    1 recensioni
Qualche secondo dopo, però, una vocina nella sua testa le disse: “Ma cosa diavolo stai facendo Stella?”.
La ragazza si alzò di scatto dallo sdraio, appoggiò la tazza sulla tavola della cucina e percorse di corsa il corridoio che portava nella sala e alla porta d’uscita.
Sébastien aveva appena appoggiato la mano sulla maniglia quando la voce di Stella lo raggiunse: «Ti prego! Resta a farmi compagnia...».
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pierre Bouvier, Sébastien Lefebvre
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente Stella si svegliò sentendo dei rumori provenienti dalla cucina; ci mise qualche secondo a realizzare cosa era successo. Si mise a sedere sul letto e si passò le mani sul viso e fra i capelli scompigliati: “Abbiamo fatto un macello!” pensò.
Si rivestì e scese le scale; doveva affrontare subito il problema. Si affacciò in cucina e, come sospettava, Seb stava preparando la colazione. Lo salutò. «Buongiorno...»
Il ragazzo si girò verso di lei e le sorrise. Una fitta allo stomaco colpì Stella.
«Buongiorno! Ti stavo preparando la colazione, siediti e prendi quello che vuoi...» disse Seb.
Sul tavolo c’erano biscotti, una brioche calda, un bicchiere di succo di frutta e la macchinetta del caffè. Stella si soffermò a guardare la brioche ed ebbe un presentimento. Chiese per conferma: «Sei uscito a prendermi la colazione?» Il ragazzo annuì, sorridendo. 
“Merda!” fu l’unica cosa che riuscì a pensare Stella.
Sospirò e si passò nuovamente le mani sul viso; Seb notò quel gesto perché, con voce preoccupata e appoggiandosi al tavolo, chiese: «Tutto bene?»
Stella lo guardò; i suoi meravigliosi occhi azzurri la fissavano e per un attimo fu tentata di non dire niente di quello che le stava passando per la testa. Sapeva però che sarebbe stato un errore. «No Seb, non va bene...» disse, fissando il piatto della colazione.
«Cosa c’è che non va?»
«Questo non va, quello che è successo stanotte non va. Stiamo sbagliando. Fermiamoci prima che succeda qualcosa di peggio...»
«Di peggio? Cosa stai dicendo?»
«Seb, se dovessimo andare avanti e poi tra noi non funzionasse? Come ci comporteremmo con gli altri? Io non potrei più stare con voi, mio fratello si arrabbierebbe con te! E cosa succederebbe ai Simple Plan? Non voglio rovinare tutto quello che siete riusciti a costruire in tanti anni!» 
Non seppe se era riuscita a spiegarsi, però vedendo il sorriso di Seb capì che, forse, non era stata chiara. «Stella, stai correndo troppo. Prendiamo quello che viene, e poi si vedrà...»
Stella scosse il capo. «Poi si vedrà? Potrebbe essere troppo tardi. Non peggioriamo le cose, sarà già difficile così...»
Seb sperò che Stella cambiasse idea, che si rimangiasse quello che aveva appena detto. Il silenzio che seguì alle sue parole, invece, gli fece capire che Stella non stava scherzando. Arrabbiato, l’unica cosa che riuscì a dire, fu: «Già. Nemmeno ti immagini quanto sarà dura. Buon appetito!» Passò dietro alla sedia dove Stella si era accomodata, percorse il corridoio e uscì dalla porta di casa, sbattendola.
«Merda!» disse ad alta voce la ragazza. Era la seconda volta quella mattina; la giornata non era cominciata nel migliore dei modi. 

***

Nei giorni successivi Stella si dedicò solo al lavoro, la data di consegna del progetto si avvicinava e lei doveva ancora ricontrollare tutti i singoli particolari del disegno. La testa, però, non era concentrata su quello che stava facendo e spesso si ritrovava a pensare alla notte passata con Sébastien, a quanto era stata bene con lui e, doveva ammetterlo, a quanto le mancasse. Non si erano più visti ne sentiti ed erano ormai cinque giorni, ma non poteva aspettarsi diversamente visto il modo in cui si erano salutati. 
Chuck era passato a trovare Stella un paio di volte e, con lui, la ragazza aveva cercato di essere il più naturale possibile. C’era riuscita perché l’amico non aveva fatto domande particolari.
Erano circa le 13.00 di una giornata grigia; Stella sedeva in cucina con un piatto di insalata davanti, il suo pranzo. Mangiava guardando il cielo fuori dalla porta a vetri che dava sul giardino; le nuvole nere erano pronte a scaricare tutta l’acqua che avevano accumulato in una settimana. Il tempo rifletteva il suo cattivissimo umore; non c’era niente da dire, era proprio meteoropatica.
Squillò il telefono in salotto; scese dalla sedia e di diresse nella sala, rispose.
«Pronto, qui casa Bouvier»
«Stella, sono io!»
«Pierre!» disse, quasi urlando. La voce di suo fratello le alleggerì un po’ il cuore pesante. Le mancava, soprattutto negli ultimi giorni. «Come state? Vi state divertendo?» chiese.
«Stiamo benissimo, tu invece?»
«Tutto a posto...» mentì.
«Ti ricordi che tra due giorni torniamo?»
«Di già? È passato così in fretta il tempo?» 
A dire la verità stava contando i giorni che la separavano dal ritorno a casa di Pierre e Lachelle. In altri momenti avrebbe adorato avere la casa tutta per sé, per fare quello che voleva, ma in quel preciso momento della sua vita, stare da sola in quella casa così grande, la riempiva di tristezza. 
«Dillo, non ci vuoi tra i piedi! Stai troppo bene a casa da sola!» La voce di Pierre la riportò alla realtà e fu costretta a mentire ancora. «Hai indovinato...» rispose per poi salutare il fratello, dandogli appuntamento tra due giorni. 
Una volta agganciata la cornetta del telefono fece ritorno dalla sua triste insalata. Seduta davanti a quel piatto, maledisse il giorno in cui Pierre e Lachelle avevano deciso di fare quel viaggio; in fondo, se loro fossero rimasti a casa, quello che era successo tra lei e Sébastien non sarebbe mai accaduto e adesso lei non si sentirebbe come se un treno in corsa l’avesse appena investita. 
Aveva bisogno di parlare con qualcuno di quello che le stava succedendo, ma nessuno dei suoi amici doveva venire a conoscenza di ciò che era accaduto. Ecco un altro motivo per cui andare a letto con Seb non era stata una buona idea; nei momenti difficili lei aveva sempre potuto contare su Pierre o su Chuck, mentre quella volta non sarebbe stato possibile.
«Merda!» disse, mentre infilzava tre foglie di insalata. Era quella la parola più usata da Stella negli ultimi giorni; non ne era affatto felice.




Ciao a tutti! Eccovi qui un altro capitolo.
Approfitto per ringraziare Laura xD che ha aggiunto la mia storia tra le seguite e per la recensione che ha lasciato. 
Spero che il capitolo vi piaccia.
A presto.
Mon

 

  
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