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Autore: Violet Tyrell    27/11/2012    4 recensioni
Crystal Riddle, figlia del Signore più Oscuro di tutti i tempi, ha poche certezze: essere diversa dai genitori, e amare Oliver Baston e la vita a Hogwarts.
Per fortuna suo padre non era più vivo, e lei poteva essere tranquilla.
O forse no?
Seguito di Profumo di Tenebra
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George e Fred Weasley, Nuovo personaggio, Oliver Wood/Baston, Tom Riddle/Voldermort, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Buon sangue non mente'
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Tinto di rosso - capitolo 11
Tinto di rosso


Capitolo 14 - 7°anno, terza parte - fine 1996.



Sembrava trascorso un secolo da quando aveva lasciato la barca per salire sull'Hogwarts Express l'ultima volta; Crystal stava osservando le persone che affollavano la via, sussurrando o anche urlando, ma non riusciva a vedere nulla da quella posizione. Forse era successo qualcosa, di nuovo.
Dopotutto non ci voleva molto tempo per far trionfare la verità, seppur ad alto prezzo: ormai era trascorsa una settimana dalla fine della scuola, da quando il portone di Hogwarts si era chiuso per l'ultima volta alle spalle. Crystal non si era aspettata di dover di nuovo salire sulle barche per tornare a Hogsmeade, proprio come aveva fatto il primo anno quando era arrivata: durante la consegna dei diplomi, tutti gli insegnanti si erano personalmente presentati per salutare gli studenti dell'ultimo anno che lasciavano la scuola, assieme al Preside. Mancava naturalmente la professoressa Umbridge ma nessuno ne aveva sentito la mancanza, e c'erano stati baci e abbracci con i compagni; qualche insegnante si era sbilanciato, come i professori Vitious e Sprite - e un po' anche la McGranitt - anche se l'atmosfera era stata guastata dal clima pregno di tensione che aleggiava anche sulla scuola.
Inaspettatamente Crystal si era ritrovata con la difficile decisione di cosa fare del proprio futuro: per qualche giorno si era torturata nell'incertezza, cercando anche di pensare se andare al Manor degli zii. Aveva letto dell'arresto di Lucius e di tutto quello che era accaduto al Ministero e più volte si era chiesta quale fosse la cosa migliore da fare; non sapeva in quali condizioni avrebbe trovato la zia, e persino Draco pareva avvolto nel silenzio. Alla fine Crystal aveva deciso di rimandare; ora si stava guardando attorno, cercando di capire dove trovare la villa di Amelia Bones.
Subito dopo la fine della scuola era andata a far visita a Oliver, ed era stato suo padre a darle qualche consiglio; se fosse stato per lei, probabilmente si sarebbe recata al Ministero a lavorare per il signor Weasley. Erano anni che aveva quell'idea in testa eppure qualcosa non la convinceva del tutto: il pensiero di lavorare a contatto con i Babbani la affascinava ma le sembrava quasi inutile in quel periodo. Ora che suo padre era uscito allo scoperto sentiva l'esigenza di fare qualcosa di importante in quel senso, così aveva accolto l'idea di Brian Baston di farle fare un apprendistato presso il Wizengamot.
L'idea era talmente nuova che all'inizio si era detta che non sarebbe durata neppure due giorni: Crystal aveva l'impressione che il Wizengamot fosse inutile, eppure nel giro di quattro giorni aveva cominciato a trovare affascinante l'idea di indossare la toga azzurra* per l'apprendistato. Dal momento che Silente era stato reintegrato come Stregone Capo, lui l'aveva assegnata proprio al signor Baston e la ragazza aveva quasi l'impressione che giungesse dal Preside il consiglio sulla sua carriera futura; in ogni caso alla ragazza piaceva l'idea di rendersi utile e dopo aver scoperto che tra di loro c'erano alcune sue vecchie conoscenze - sia Frederich Steileir, con cui non aveva mai parlato molto, e Victoria Windsor -, Crystal aveva affrontato con interesse la nuova sfida.
Dopotutto era stimolante imparare qualcosa sulla Magisprudenza e aveva anche la sensazione che tutte le nozioni di Storia della Magia le servissero finalmente a qualcosa; per qualche istante aveva pensato di potersi quasi presentare come apprendista Auror, ma si era accorta di non aver seguito abbastanza corsi per una cosa del genere.


Esami finali M.A.G.O. -Crystal Ophelia Riddle ha ottenuto i seguenti risultati:


Incantesimi: O

Difesa contro le Arti Oscure: E
Cura delle Creature Magiche: A
Babbanologia: O
Trasfigurazione: O
Divinazione: O
Storia della Magia: O
Rune Antiche: O


Crystal aveva impiegato alcune ore prima di trovare il coraggio di guardare i suoi voti ma ne era comunque soddisfatta; adesso le dispiaceva pensare che non avrebbe più potuto tornare a Hogwarts, anche se non sentiva la mancanza delle lezioni e degli esami. Forse era la sensazione di essere a casa, quello di cui sentiva la mancanza; scrollò la testa e cercò di mimetizzarsi tra la folla senza farsi troppo notare.
Si era messa il mantello per evitare di farsi notare troppo in mezzo ai Babbani, tuttavia si chiedeva la ragione per cui una folla di gente stesse attorno alla villa; il signor Baston l'aveva mandata a consegnare alcuni documenti importanti ad Amelia Bones, sostenendo che servisse una firma nell'immediato, ammonendola solo di prestare attenzione a non mettersi nei guai inutilmente. Crystal si avvicinò e vide alcuni poliziotti che portavano fuori una strana scatola lunga e metallica; dai sussurri che riuscì a percepire c'erano alcune parole come cadavere e mistero. Senza pensarci castò su sé stessa un incantesimo di Disillusione e sgusciò tra la folla, riuscendo senza problemi a entrare senza  farsi notare.
Si mosse con cautela ma già da alcuni segni sui muri immaginò che fosse accaduto qualcosa: apparentemente i mobili erano tutti in ordine ma Crystal non riuscì a scacciare la sensazione che qualcosa di sgradevole avvolgesse il villino. "Credo sia meglio uscire da qui, non credi?" Per poco la ragazza non rovesciò la sedia che stava esaminando; senza pensarci estrasse la bacchetta, tenendo sotto tiro la persona che aveva parlato.
"Professor Silente! Accidenti, non l'avevo vista...", borbottò la ragazza abbassando la bacchetta, sentendosi in imbarazzo al pensiero di averla puntata contro di lui come se fosse un criminale, ma non l'aveva visto arrivare ed evidentemente era alle sue spalle. La abbassò subito e vide che Silente stava sorridendo, come se non fosse minimamente irritato o preoccupato dal suo gesto; l'uomo indossava una lunga veste color zaffiro e Crystal pensò che forse era un bene che fosse invisibile, a quel modo non sarebbe certo passato inosservato. "Non ti preoccupare, è difficile vedere qualcuno di invisibile. Immaginavo di trovarti qui ma è bene che nessuno ci noti."
L'anziano mago non attese la risposta della giovane, limitandosi a prenderle il braccio con gentilezza prima di sparire in un sonoro pop; Crystal avrebbe voluto protestare ma il buio l'avvolse e i contorni di ciò che circondava entrambi cambiarono quasi all'improvviso. La ragazza strizzò gli occhi un paio di volte per abituarsi all'oscurità improvvisa: anche se si guardò attorno un paio di volte, faticò a capire dove fossero finiti. Non le sembrava di aver mai visto un posto simile: somigliava vagamente alle campagne che proteggevano St. John's Hill e i paesini limitrofi, solo che la natura aveva un aspetto più selvaggio. "Perché siamo dovuti venir via da la? Dovevo consegnare dei documenti a Madama Bones e..."
Albus Silente non disse nulla, annuendo alle parole della giovane: lo sapeva già ed era stata la ragione per cui aveva deciso di recarsi di persona a prenderla. Era giunto al Ministero pochi minuti dopo che Crystal lo aveva lasciato - così gli aveva riferito Brian Baston - e dopo aver saputo il luogo che era la sua destinazione, aveva deciso di non avvisare nessun altro. La sua intenzione era quella di parlare con lei senza avere attorno presenze indiscrete ma dopo l'omicidio di quel pomeriggio, aveva rischiato e si era recato sulla scena del delitto; era normale che i Babbani non capissero quello che era davvero accaduto - e che ancora il Ministero ignorasse la morte della strega - ma lui aveva comunque preferito evitare che Crystal corresse inutili pericoli. In fondo altri Mangiamorte potevano essere rimasti nelle vicinanze della casa di Amelia Bones, magari proprio in attesa di altri maghi o streghe da uccidere - meglio ancora se si trattava di membri dell'Ordine -. "Sono sicuro che Brian Baston non ti avrebbe mandata da sola a casa di Amelia se avesse saputo", rispose Silente, osservando la fanciulla che sembrava confusa dalle sue parole.
"Amelia Bones è stata uccisa poche ore fa, non credo tu faccia fatica a comprendere chi possa essere l'esecutore..." L'uomo lasciò che il silenzio si impadronisse della situazione; aveva quasi l'impressione di vedere l'indignazione e l'incredulità imposoessarsi della ragazza. Non era stato fatto nessun nome ma lei lo aveva capito; Albus era in parte sorpreso dal fatto che la giovane non fosse neppure sfiorata dal sospetto che potessero essere stati delinquenti comuni a condannare la valente strega. Era meglio così, se non altro non avrebbe dovuto neppure spiegarle la situazione nel dettaglio. Crystal non disse nulla ma dentro di sé ribolliva di rabbia: era tutt'altro che difficile capire a chi alludesse il Preside, anche se non riusciva a capire la ragione di quel gesto. Per quale ragione il padre aveva dovuto scomodarsi di persona per mettere a tacere una strega? "Dato che dovevo ugualmente scambiare due parole con te, ho pensato di giungere lì ma per te sarebbe stato pericoloso rimanerci: mi auguro solo che tu non abbia guai con il Ministero a causa mia."
Crystal rimase sorpresa dalle parole di Albus Silente e capì che non l'aveva portata lì per caso. "Che cosa voleva dirmi, signore?" La ragazza faticava a rivolgersi al mago in modo diverso: in fondo era sicura di non essere l'unica a considerare gli insegnanti nel loro ruolo anche quando la scuola terminava, e la stessa cosa valeva per Silente, anche se in quel momento sembrava tutto tranne che un Preside. "Mi stavo chiedendo se tu fossi ancora della stessa idea dell'anno scorso, per quello che riguarda l'Ordine..."
Albus era sicuro che la maggior parte dei membri lo avrebbe ritenuto folle: non conoscevano la ragazza ma erano convinti che - data la sua infelice parentela con Voldemort e con i suoi Mangiamorte più fedeli - fosse identica ai parenti. Naturalmente alcuni - come i Weasley, Kingsley e pochi altri - erano al corrente della natura di Crystal, ma a lui premeva sapere che cosa nella ragazza animasse quel desiderio; certamente voleva combattere per far trionfare il bene - e di questo lui non aveva alcun dubbio -, ma ne sarebbe stata in grado? L'uomo riteneva che spesso l'Ordine fosse sottovalutato: al Ministero non tenevano conto dei rischi mortali che si correvano, come se fossero convinti che si trattasse di un semplice gruppo di maghi strampalati che combattevano contro la legge.
Nessuno teneva in conto che si poteva morire da un momento all'altro, persino lui; per questo era estremamente selettivo quando si trattava di farli entrare, dovevano conoscere i rischi e non avere dubbi. Nel vedere l'espressione di Crystal, cominciò a pensare che la ragazza fosse più rilassata del dovuto. "Vedi, non dubito che tu voglia davvero opporti al regime di terrore di Lord Voldemort... In questi anni hai dato prova di ciò che pensavi, non è questo a lasciarmi perplesso; tuttavia mi chiedo se tu sia consapevole veramente di ciò che comporta farne parte. Per quanto sia crudele dirlo, devi mettere da parte te stessa: non è una semplice lotta, ci si troverà spesso faccia a faccia con la morte. Mi sembri troppo giovane per sopportare un peso del genere, non credi?" Silente inarcò un sopracciglio; era sicuro che Crystal lo ritenesse svitato ma lui voleva capire fino a che punto la ragazza fosse disposta a spingersi, e solo in seguito avrebbe potuto decidere se accettarla o meno.
"Cioè non dovrei avere una vita?" La voce di Crystal era sempre dolce e tranquilla, e in quel momento pareva immersa in una conversazione molto più leggera. "No, però dovresti sapere che i rischi sono molto grandi. Non tutti sono in grado di sopportarli; probabilmente un giorno sarai costretta a puntare la bacchetta contro persone che chiami amici o parenti." Albus Silente stava pensando ai Malfoy, e anche a Bellatrix: era innegabile che la strega avrebbe fatto tutto quanto in suo potere per mettere a tacere a modo suo la figlia, e Severus gliel'aveva confermato, ma si chiedeva se Crystal sarebbe stata capace di lottare... per uccidere. A volte era indispensabile, e in casi come la Lestrange era l'unica soluzione; i Malfoy al momento erano quasi innocui dato che Lucius era rinchiuso ad Azkaban, e Narcissa non avrebbe mai alzato la bacchetta contro Crystal. Draco era a scuola e al momento era Severus a doverlo proteggere.
Crystal annuì impercettibilmente: anche lei aveva pensato spesso a quell'argomento ma non aveva una risposta precisa. A volte ne era certa, altre volte invece rabbrividiva se si metteva a pensare di dover veramente colpire a morte qualcuno; però di solito le bastava ricordare tutto quello che succedeva per colpa dei Mangiamorte... e la risposta era chiara come non mai. "Immagino di sì, Preside. Se non si ha scelta..." C'era qualcosa di stonato nella voce di Crystal, anche se Silente era certo che fosse sincera.
"Di certo non dovrò farne parola a Oliver, credo che non approverebbe..."Per un momento Crystal immaginò la scenata che il suo ragazzo avrebbe fatto se mai fosse stato informato della sua decisione; doveva nasconderglielo, anche se l'idea di mentirgli non le piaceva neanche un po'. E lui non era il solo, c'erano anche i suoi genitori, i colleghi... La ragazza cominciò a pensare di essersi imbarcata in un'impresa molto più grande di lei ma si sentiva ugualmente disposta ad accettarla.



"E quella cosa... cos'è?!" La voce di Oliver spezzò brutalmente il silenzio della casa, e la domanda era rivolta a tutti i presenti - solamente Crystal, che stava seduta su un gradino del sottoscala - e a nessuno nello stesso momento. Il ragazzo aveva puntato lo sguardo sul vaso di fiori che si trovava sul tavolo del soggiorno. "Non guardare me, tua madre ha insistito per regalarcelo... lamentati con lei".
La ragazza aveva risposto distrattamente, gettando solo un'occhiata al vaso incriminato. Oliver continuava a guardarlo come se non potesse credere ai suoi occhi: era un oggetto anonimo di colore argento, ma a lui proprio non piaceva e pensò che sua madre avrebbe presto ricevuto una sua visita riguardo all'argomento. Il colore gli ricordava i tanto detestati Serpeverde, e si chiedeva come farlo rompere accidentalmente per non rovinarsi la vista e l'arredamento.
Ormai erano circa tre mesi che lui aveva proposto a Crystal di andare a vivere assieme, approfittando di un'eredità ottenuta alcuni anni prima; alla morte della nonna Josephine, lui aveva ricevuto la proprietà di una villa in mattoni poco lontano da Oxford, proprio sulle rive del celebre fiume. Suo fratello Jasper aveva invece ottenuto la gestione dell'azienda farmaceutica di proprietà dei genitori della nonna, anche se ne sarebbe entrato legalmente in possesso solo a vent'anni, così la nonna aveva fatto scrivere nel testamento. Oliver non si era infastidito sapendo di essere stato escluso da quella ditta, preferendo di gran lunga la villa anche se non aveva mai saputo cosa farsene: nonna Josephine era morta quando lui aveva dodici anni, pertanto non aveva mai avuto occasione di poterla abitare e neppure quando era entrato nel Puddlemere United aveva mai fatto progetti per trasferirsi in quella casa.
Solo negli ultimi mesi gli era tornata in mente, anche se non avrebbe mai ammesso che a dargli lo spunto era stato il suo eterno rivale - e purtroppo compagno di squadra -, Flitt; il Cacciatore si era sposato alcuni mesi prima con Astrid e da quello che ne sapeva lui, ora abitavano a Londra. Oliver era sempre convinto che solo una stupida potesse davvero pensare di sposare un gorilla come Flitt, tuttavia l'episodio gli era servito per cominciare a fare progetti per il proprio futuro. Naturalmente non aveva alcuna intenzione di sposarsi, doveva ancora godersi la propria carriera oltre a non essere particolarmente entusiasta dell'idea di un matrimonio, però non aveva alcuna intenzione di sentirsi sempre osservato, cosa che accadeva quando era a casa dei genitori.
Oliver aveva quindi aspettato che Crystal terminasse gli studi a Hogwarts prima di farle la sua proposta, un po' inquieto all'idea che potesse rifiutare; non avevano mai parlato di un futuro insieme però a lui l'idea era piaciuta, anche se a casa poteva esserci poco a causa dei continui allenamenti che lo costringevano ad assentarsi anche parecchi giorni di seguito. Nel tentativo di sentirsi meno ansioso, si era persino sottoposto a una lettura dei tarocchi da parte di Jasper, anche se aveva l'impressione che suo fratello si fosse solamente divertito a prendersi gioco di lui dopo aver visto la sua espressione da birbante.
"Zanna ha qualcosa di strano, sta male?" Oliver osservò la gatta che si muoveva con passo pesante mentre gli veniva incontro; ogni volta che lui rientrava, Zanna si fiondava a mordergli le caviglie in segno di affetto, pretendendo coccole e graffiandolo se per qualche motivo non le riceveva. Quella sera gli sembrava che la gatta fosse stranamente goffa, come se avesse dolore nel corpo. "Sta benissimo. Mangia, dorme e fa i dispetti ai vicini: tutto nella norma, no?" La ragazza aveva appena alzato la testa dai documenti che esaminava solo il tempo necessario per ricambiare un bacio, e poi era tornata a isolarsi; Oliver non era offeso da quel modo di fare anzi, di solito non durava molto ma da quello che ne sapeva lui c'era molto da fare al Ministero in quel periodo.
L'ambiente che li circondava era molto gradevole: strutturalmente la villa - che non era eccessivamente grande, anche se lo poteva sembrare - non presentava alcun difetto, ma si erano dovuti occupare dell'arredamento. Il ragazzo aveva lasciato che fosse Crystal a decidere di ogni cosa, limitandosi ad annuire; di arredamento d'interni se ne intendeva come di Pozioni, in compenso aveva potuto notare che la ragazza possedeva un occhio infallibile in quel campo e il risultato ne era una prova concreta. Sembrava di entrare in un mondo antico, confortevole e che invitava immediatamente chiunque a sentirsi a proprio agio; avevano lasciato che l'atmosfera dei mattoni con cui era costruita la casa predominasse, e i colori scelti erano perfetti. Poi si erano dovuti preoccupare di sistemare incantesimi difensivi attorno a loro, anche se con tutti i Babbani presenti non era stato semplice; Oliver era ancora sorpreso al pensiero di trovarsi vivo dopo aver trascorso alcuni giorni in mezzo a loro, anche se si era sentito a disagio non aveva però trovato sgradevole l'esperienza.
In quel momento tornò a osservare la gatta che gli faceva le fusa e lui aveva l'impressione che volesse dirgli qualcosa; una risatina soffocata gli fece alzare lo sguardo su Crystal, che pareva divertirsi molto. "Non hai capito cosa vuole dirti, vero?" La ragazza sistemò le pergamene con un colpo di bacchetta, mentre Oliver faceva segno di no con la testa. "Aspetta i gattini, credo che nasceranno verso Natale..."
Oliver tornò a osservare Zanna: in effetti da un po' di tempo gli sembrava molto più tranquilla, meno aggressiva, e solo in quel momento si accorse che era più grossa del solito. "Ah... Chi è il colpevole? Quella peste di Kaiser? Dirò a Victoria quello che penso del suo stupido Kneazle!" La voce di Oliver sembrava indignata ma Crystal soffocò un'altra risata: il ragazzo era estremamente possessivo nei confronti della gatta, ma lei sapeva che non era arrabbiato e che lo Kneazle color prugna di Victoria gli piaceva allo stesso modo. Dopotutto non c'era ragione di creare delle difficoltà per gli animali: dal momento che lei e Victoria lavoravano assieme, anche se l'ex- Corvonero era un anno più avanti di lei, era naturale che anche i loro animali familiarizzassero. "Su, lascia stare quella ragazza o suo marito ti arresta: sai che può farlo, è il capo degli Auror."
Crystal avrebbe preferito farsi mozzare la testa piuttosto di ammettere davanti a Oliver che quell'Auror era indubbiamente uno degli uomini più affascinanti del Ministero; con i suoi trent'anni compiuti da poco era inoltre uno dei più giovani a ricoprire un ruolo tanto importante, e a lei era pure simpatico anche se non avevano avuto molte occasioni per parlarsi. Di solito quando lei e Victoria decidevano di trovarsi a pranzo oppure a cena insieme, era consuetudine che qualche emergenza impedisse anche all'Auror di essere presente. Però non disse nulla a Oliver, limitandosi a gettargli un'occhiataccia dopo essersi accorta che lui aveva lasciato la scopa da corsa nel soggiorno, come se non fosse capace di separarsene neppure per un paio d'ore.
"A proposito, sono stato a Diagon Alley stamattina e ho incontrato tua zia. Mi ha detto di avere intenzione di scriverti; dall'espressione sembrava una cosa importante. Pensi che voglia chiederti di intercedere per quel criminale?" Le parole di Oliver gettarono Crystal nel senso di colpa più assoluto: da settimane si diceva di andare a trovare la zia Cissy ma gli impegni - tra Ministero e Ordine - le avevano impedito di fare progetti concreti. Scrollò la testa: dubitava fortemente che Narcissa volesse chiederle qualcosa che avesse a che fare con Lucius, soprattutto perchè la situazione era fin troppo chiara. Preso con le mani nel sacco vestito da Mangiamorte e assieme ad altri, secondo Brian Baston già questo poteva sinificare una condanna a vita; Crystal era convinta che quel ragionamento fosse giusto, eppure quanto avrebbe voluto possedere una Giratempo per impedirgli quella follia. Non poteva biasimare Oliver se definiva Lucius criminale, ma una parte di lei - la più infantile, quella che era ancora saldamente legata agli affetti dell'infanzia - sobbalzava nel sentire quella parola.
"No, mi aveva scritto tempo fa per invitarmi a pranzo al Manor ma avevo rifiutato, forse vorrà saperne la ragione." Crystal percepì il sapore amaro della menzogna subito dopo aver parlato; quello era l'unico modo per convincerlo a non accompagnarla. Oliver detestava quel luogo - e ne aveva tutte le ragioni, come Crystal ben sapeva - oltre a sentirsi poco ispirato al pensiero di incontrare i Malfoy, di chiunque si trattasse; la ragazza temeva anche visite a sorpresa dal padre, nonostante fosse solo una sua fantasia. Con tutti gli Auror che fiatavano sul collo dei Mangiamorte e parenti, Voldemort non poteva essere tanto stupido da farsi trovare in un luogo sorvegliato come la dimora dei Malfoy. Oliver fece per parlare quando all'improvviso un gufo entrò sfrecciando dalla finestra; Crystal osservò con disgusto il ridicolo abitino ministeriale che l'animale era costretto a indossare anche se la sua attenzione fu attirata dalla pergamena che lasciò cadere proprio di fronte a lei.
"Problemi?" Il tono di Oliver risuonò acuto anche se voleva essere inquieto: la tensione cominciava a farsi sentire anche nel suo ambiente, con giocatori che ogni tanto sparivano e venivano trovati morti dopo parecchi giorni. Quasi tutti avevano osato criticare apertamente il panico che Voldemort e i suoi seguaci seminavano, e per quella ragione ormai non si parlava di altro che di Quidditch: a lui la cosa non dava fastidio ma non gli piaceva l'idea di essere osservato, di sapere che in qualunque momento avrebbe potuto assistere a una tragedia, o osserne anche parte. E non gli piaceva l'espressione sul volto di Crystal, così si avvicinò e lesse quello che c'era scritto.

Gentile signorina Crystal Ophelia Riddle,
la prego di giungere nel mio ufficio il prima possibile. Si tratta di una questione di natura privata che devo sottoporle con la massima urgenza.
Cordialmente.
il Ministro della Magia Rufus Scrimgeour

"Perché vuole vederti? Gli hai fatto esplodere una Caccabomba mentre pranzava?" Senza volerlo, Crystal scoppiò a ridere nel pensare alla scena e rimpianse di non poterlo fare. Decise quindi di mettere da parte la lettera, tanto già sapeva quello che voleva Scrimgeour; si era sentita sollevata quando Caramell era stato costretto a dimettersi ma ora, nel vedere ciò che accadeva, non era certa che Scrimgeour fosse poi tanto migliore. Lei, che era stata presente come apprendista Cancelliera durante alcuni processi, aveva l'assoluta certezza che alcune persone incarcerate - per non dire tutte - fossero innocenti. Eppure il Ministro non si era smosso dalle sue convinzioni, e questo aveva indignato lei e parecchi altri membri del Wizengamot; alzò lo sguardo su Oliver, decidendo che era giunto il momento di dirgli qualcosa. "No, ma sarebbe un'idea. Penso che passerò a trovare Fred e George, se non altro potrò combinare qualche disastro in piena regola... No, Scrimgeour vuole vedermi perché spera di avere da me informazioni su Voldemort: mi crede in contatto stretto con lui e mi fa sorvegliare in continuazione."
Crystal lo disse in modo tranquillo ma era ugualmente indignata proprio come la prima volta che era riuscita a scoprirlo; non poteva biasimare del tutto Scrimgeour, anche lei forse si sarebbe gettata su qualunque parente del criminale, ma le aveva dato fastidio che dopo tutti quei mesi ancora sperasse di vederla cadere in errore. Aveva saputo di essere sorvegliata dallo stesso Sven Dietrich - il capo degli Auror -, che essendo parte dell'Ordine, l'aveva informata senza troppe cerimonie; ogni tanto doveva fare rapporto direttamente a Scrimgeour ma in sostanza si dedicava a sorvegliare altre persone perchè già sapeva come fosse tempo perso.
"Quello è pazzo, forse è pure peggio di Flitt... e fidati che ce ne vuole!" Oliver cominciò a lamentarsi del suo compagno di squadra ma la ragazza sentiva di avere la testa altrove, perciò fu sollevata al pensiero che se non altro quella giornata era finita.




Natale giunse in fretta quell'anno: Londra venne completamente imbiancata, così come il resto della nazione e ovunque si potevano notare disagi. I Babbani continuavano a ignorare i forti impedimenti che impedivano loro di essere felici in una calda atmosfera natalizia, tuttavia non erano i soli. La donna con i lunghi capelli biondi - così tanti che misuravano oltre tre metri se lasciati sciolti - indossava una veste invernale color porpora, impreziosita da strisce in oro e tra i capelli spiccavano dei fiori blu. Sembrava molto differente dalle streghe, forse per via del suo aspetto così bizzarro; in quel momento era circondata da alcuni elfi domestici che le sorreggevano una sfera di cristallo ma alzò lo sguardo quando entrò lui.
"Andromeda, sappi che sono molto impegnato perciò spero che la tua chiamata sia veramente urgente." L'uomo aveva a sua volta dei lunghi capelli biondi, inframmezzati da alcune ciocche brizzolate, e li teneva legati in una treccia; la donna congedò gli elfi, a parte quello che teneva in mano la sfera di cristallo, e invitò il fratello a sedersi nella poltrona di fronte a lei.
La casa di Andromeda Thorvaldsen in Bagman era molto lussuosa, eppure appariva sempre piena di pace: a chiunque entrasse sembrava di essere proiettati in un'altra epoca, come se il mondo si fosse fermato secoli prima. La donna amava circondarsi da tutto ciò che era mistico e inerente alla nobile arte della Divinazione; sfere di cristallo, tarocchi, studio dei moti planetari e persino delle viscere degli animali. Nel suo ambiente, Andromeda era considerata una Veggente a metà: era in grado di prevedere il futuro ma le sue visioni non sempre erano chiare, e a volte le capitava di avvertire persino il presente, e di captare senza difficoltà quando qualcuno le mentiva.
"Cyn, mi devi ascoltare perché ho trovato una prova della teoria di nostro fratello. Ieri è stata qui Bellatrix." La donna aveva già capito che Cynric, sul punto di interromperla infastidito, era rimasto colpito e sconvolto dalla sua dichiarazione; approfittò del momento di confusione del fratello per riprendere a parlare e la voce risuonò ferma e mistica allo stesso tempo. "Devo confessarti che avevo previsto la sua venuta, perciò l'ho lasciata arrivare... Avresti dovuto vederla, ha ancora quel suo sorriso sadico sul volto ma non è questo che volevo dirti; ho faticato molto a tenerla a bada ma alla fine sono riuscita a penetrare nella sua mente."
Per Andromeda era più semplice che per molti altri maghi: spesso le persone che parlavano con lei tendevano a sottovalutarla, forse per via dell'aspetto materno e rassicurante o anche per il fatto che a Hogwarts era stata una Tassorosso che non si era distinta troppo in materie che tutti reputavano importanti. L'errore in cui cadevano tutti, persino Voldemort stesso nell'unico incontro che avevano avuto tanti anni prima.
"Il suo intento era quello di uccidere la mia Cassiopea ma non per una semplice vendetta... No, l'ordine le arrivava proprio da Lui in persona, al fine di persuaderti ad allontanarti da Crystal. Sai, la piccola Riddle." Cynric rimase in silenzio: in effetti Voldemort non lo poteva più colpire negli affetti dal momento che si era premurato di spazzare via la sua famiglia tanti anni prima, però faticava a comprendere la ragione per cui dovesse attaccarsi alla piccola Cassiopea, la sua adorata nipotina che era appunto figlia di Andromeda e di quel disgraziato di Ludo Bagman, uomo la cui vigliaccheria era particolarmente nota a tutti. "Ho visto un'immagine - probabilmente aveva ripensato a quella scena da poco - di lei a fianco di nostra madre: era in  piedi a osservarla distesa su un letto, e teneva in braccio un neonato. Non sono riuscita a capire il luogo perchè tutto si è interrotto, ma..."
L'uomo si alzò in piedi, già sapendo quello che avrebbe sentito; Andromeda fece lo stesso e lo circondò per affrontarlo. "No, aspetta, prima di parlare fammi finire! Lo so che non è una prova che quella bambina fosse Crystal... ma tu sai dirmi la ragione per cui Bellatrix Lestrange, nota Mangiamorte e nemica acerrima di chi odia il suo Signore, dovesse trovarsi al capezzale della mamma con un neonato?"
Aveva cercato anche lei una soluzione ma non era riuscita a trovare che quella: probabilmente Bellatrix era presente al parto di Anastasia, ma per quale ragione se non magari quella di strapparle il figlio dalle braccia?  Cynric invece non era convinto. "Abbiamo discusso la situazione... quante volte? Secondo te in un ospedale lasciano entrare una Mangiamorte? No. Quello sarà un ricordo falso, che ha utilizzato per farti credere ciò che voleva; inoltre, non volevo tornare su questo argomento ma non mi lasci altra scelta, se ben ricordi la mamma ha avuto un figlio circa all'epoca in cui è nata Crystal... ma era morto alla nascita! Te lo ricordi, vero? Lo abbiamo seppellito insieme, ed è ancora la!"
Le ultime parole sembravano un urlo disperato e Andromeda rimase in silenzio; anche lei aveva ripensato a quel piccolino che non aveva potuto vivere, i Guaritori avevano assicurato che era deceduto pochi minuti dopo aver visto la luce ed erano stati tutti d'accordo che la gravidanza non era stata semplice. In fondo Anastasia aveva già superato i cinquant'anni, era normale che ci fossero complicazioni. "E se ci sbagliassimo, Cyn? Se qualcuno avesse scambiato i neonati? Magari..." Ma la donna non riuscì a continuare perchè un velo di lacrime e un groppo alla gola le impedì di farlo; Cynric non rispose, osservava il parco che circondava la villa da dietro la grande vetrata lucida.
Era tutto assurdo, perchè loro si intestardivano a voler cercare una soluzione dove non c'era? "Sorellina, mi spiace di avere alzato la voce ma tra te, nostro fratello e Moody state dicendo delle stupidaggini: lascia perdere l'argomento, ok? Per quanto anche io trovi simpatica Crystal, non voglio più sentire questa teoria assurda, d'accordo? La mamma sarebbe sconvolta se sapesse che arriviamo a ipotizzare che possa aver abbandonato una figlia: se Crystal fosse davvero ciò che tu pensi, lei non avrebbe lasciato che Bellatrix la portasse via. Avrebbe lottato con le unghie e con i denti, non credi?"
Andromeda annuì perché sapeva che quello era vero, tuttavia non riusciva a credere che suo fratello potesse essere tanto desideroso di ignorare la verità: a mettere in dubbio la maternità della Lestrange era stato il noto Auror alcuni mesi prima, sostenendo di aver combattuto contro la Mangiamorte quando avrebbe dovuto essere ormai avviata al termine della gravidanza. E aveva detto di non averle mai visto un pancione, almeno in quell'occasione: Andromeda poteva essere poco interessata alla Trasfigurazione o alle Creature Magiche, ma sapeva che Bellatrix Lestrange adorava Voldemort e se fosse davvero stata incinta di un figlio suo, perché rischiare di perdere un bambino in uno scontro a sangue?
Era quello, a non avere senso.



Note Autore_

Come prima cosa, salve a tutti! Sono stata assente e per un po' non era neppure sicuro che tornassi, ma eccomi qui.
Seconda cosa: questa storia non parteciperà più al contest perciò la porterò avanti con calma, senza fretta e con tempi sicuramente lunghi. Cancellarla no, ci sono affezionata ormai, però ci vorrà tempo^^
Ringrazio sempre chi legge e recensisce, siete sempre più adorabili! Questo capitolo è lungo ma ho pensato vi servisse qualcosa di corposo dopo tanta assenza xd
Iniziano a vedersi alcuni dettagli u.u e la situazione si intrica. Sappiate che sto gestendo a modo mio alcune cose anche se per ora non si vedono molto xd
Fa la sua comparsa(finalmente!) la mia piccola Andromeda Thorvaldsen... moglie di Ludo XDDDDDDD mi dimentico sempre che ormai ha quarant'anni suonati e non è più una bambina ma per me è la mia piccolina, oltre al fatto che il suo nome è liberamente ispirato all'Andra di Enide, che lo sa XD, e spero le piaccia come è uscita fuori^^
un bacione a tutti :=)













 




   
 
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