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Autore: Margaret Moonstone    06/12/2012    8 recensioni
Regola numero uno: Onora la luna piena (Ovvero quando Remus Lupin ha le sue cose)
Regola numero due: Gli amici prima di tutto. (Sì Felpato, anche delle ragazze. Si James, a parte Lily Evans)
Regola numero tre: I Serpeverde non sono una specie da annientare, dopotutto sono esseri umani. A parte Mocciosus
Regola numero quattro: Mappa e mantello sono proprietà esclusiva dei Malandrini
Regola numero cinque: Assumersi le proprie responsabilità (meglio nota come "Punizione per uno, punizione per tutti)
Regola numero sei: Sta lontano dal cioccolato se hai a cuore la tua vita
Regola numero sette: Non svegliare il can che dorme (Sirius di prima mattina può essere pericoloso)
Regola numero otto: Sappi perdonare (Anche se i tuoi amici decidessero di trasformare il dormitorio in un parco acquatico)
Regola numero nove: Scherzi ma a fin di bene (No, le caccabombe non hanno alcuno scopo benefico, James)
Regola numero dieci: Mai tradire un amico. Mai e poi mai.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Chiedo scusa se non è quello che vi aspettavate...
Ho scritto partendo dal presupposto che
Remus fosse molto "malconcio"
il giorno prima della luna piena, e lo passasse in infermeria
.
Oltre ai Malandrini, sono presenti molti
personaggi della Vecchia Generazione.
Buona lettura <3



Capitolo Uno: Onora la luna piena



Ore 8.00

Remus, la testa affondata in un morbido cuscino bianco, osservava i granelli di polvere che fluttuavano nel fascio di luce filtrante dalla finestra dell’infermeria.
Non stava così male, dopo tutto, aveva solo un leggero mal di testa: l’intruglio di madama Chips faceva davvero miracoli!
 In ogni caso non era abbastanza forte per alzarsi, così se ne stava lì, placido, a godersi un momento di rara quiete (rarissima, considerato gli individui con cui si accompagnava).

“La quiete prima della tempesta” , avrebbero detto i Babbani.
La quiete prima della luna piena.
 Pensò Remus, con amarezza, e una fitta lo costrinse a portarsi una mano alla tempia.
Forse gli avrebbe fatto bene uno di quegli impacch…

“REMUUUUS!!!! VECCHIO LUPASTRO, TE LA SPASSI, EH?!”

La quiete prima dei Malandrini.

Remus sospirò, mentre Sirius faceva irruzione nella sala, con un oscillante James in spalla, che non faceva caso al proprio equilibrio precario, anzi, pareva divertirsi un mondo.

-“Felpato ….FRENAA…!!”
Troppo tardi.
Sirius si diresse a velocità supersonica verso il letto dell’amico, ma per evitare di schiantarsi contro una branda dovette sterzare, facendo barcollare pericolosamente James…
 Lupin chiuse gli occhi per non vedere, ma un sonoro “TONF!” e un rumore paurosamente simile a quello di ossa che scricchiolano gli segnalarono l’atterraggio degli amici sul pavimento dell’infermeria. Per un attimo Remus valutò l’ipotesi di accertarsi del loro stato di salute, ma poi ricordò la spiacevole fine che il suo tema di Storia della Magia -conteso tra James e Sirius- aveva fatto il giorno prima e decretò che… no, se la sarebbero cavata perfettamente da soli.

Ad ogni modo poco dopo le sonore imprecazioni di Sirius e la risata convulsa di James- quella tipica di chi ha appena preso una bella botta al fondoschiena- confermarono che non era nulla di grave.
-“Allora, come procede? Il lupacchiotto che è in te preme per uscire?” chiese Potter, arrancando sul pavimento verso il letto dell’amico. “Il nostro Felpato sembra non stare più nella pelle… dico bene, Sir?”
-“Te lo ripeto per l’ultima volta, fottuto cervide, non avevo idea che fossero biscotti per cani, ok? E poi non è colpa mia se sono così dannatamente saporiti…
-“D’accordo, d’accordo, non voglio sentire altro” disse Remus senza riuscire a  trattenere una risata –“Piuttosto…dov’è Coda?
-“L’abbiamo seminato! O meglio…l’ho seminato, mentre Ramoso qui teneva le sue chiappe comodamente adagiate sulle mie spalle… Quel ratto ha bisogno di un po’ di palestra, comunque, non riesce a reggere neanche una corsetta giù per le scale…
-“ Sette…piani….di scale…dietro voi due… pazzi!” Un ansimante Peter Minus fece la sua comparsa sulla porta, e gli altri fecero appena in tempo a scorgere il suo viso paonazzo prima che si accasciasse sul pavimento della stanza, stremato.
Ma il suo momento di pace non durò a lungo.

-“POTTER! BLACK! CHE DIAVOLO CI FATE QUI?!”
L’entrata in scena di madama Chips sarebbe potuta risultare allarmante ed a effetto, se solo la donna non fosse inciampata e caduta rovinosamente, senza apparente motivo. Solo il rantolio lamentoso proveniente dal pavimento ricordò ai Malandrini la presenza di Peter, e questo non fece che rendere il tutto ancora più esilarante.
Ma il soffocato “Avada Ke…” di Codaliscia fu coperto dal ruggito di una furente Madama Chips riemersa da terra.
-“FUORI. SUBITO!!”
-“Suvvia Poppy, rilassati, non essere sempre così acida…”
Il tentativo di Sirius non parve però non rivelarsi molto efficace, e i tre Malandrini vennero scortati-tirati per le orecchie- fuori dall’infermeria.
-“Ehm…noi andiamo a colazione…a dopo, Lunastorta…OUCH! IL LOBO!!”
La porta si chiude con un tonfo e la stanza tornò silenziosa.
Remus scosse la testa e sorrise, sospirando.
Sarebbe stata una lunga giornata.

Ore 12.30

Camminava per le vie di Hogsmeade mano nella mano con una gigantesca tavoletta di cioccolato, il vento nei capelli e uno zaino da campeggio giallo sulle spalle. Svoltarono l’angolo, senza parlare, e si ritrovarono nella Stamberga Strillante. La tavoletta di cioccolato strinse la sua mano più forte, lui si voltò e le si avvicinò con la bocca aperta, pronto ad assaporarla in tutta la sua dolcezza…era così vicino da poter sentire il suo profumo, ma lei lo bloccò e cominciò a chiamarlo. “Remus…”
Non ora. “Remus…” “Remus…”
-“Remus!”
Il ragazzo si svegliò di soprassalto, emettendo un debole gemito. Ci mise un po’ a realizzare chi fosse e dove si trovasse, e quando ebbe riacquistato il controllo della situazione si appuntò mentalmente di non mischiare più medicine e antidolorifici.
Si mise a sedere a fatica e sbatté le palpebre per scacciare l’invitante immagine della cioccolata e focalizzare quella di una ragazza dai capelli rossi e profondi occhi verdi, che lo fissava preoccupata.
-“Tutto ok, Remus?”
-“Sì, certo Lily… Ma cosa ci fai qui?”
-“Oh volevo solo vedere come stavi… sei molto stanco?”
“Stavo dormendo prima che tu mi svegliassi brutalmente per chiedermi se ero stanco, dovrei anche risponderti?” fu il pensiero di Lupin, ma per pura educazione si impose di tenerlo per sé.
-“Sei qui solo per questo?” domandò invece, chiedendosi quale fosse il secondo fine di quella visita. Perché Lily Evans, la dolce Lily Evans, aveva sempre un secondo fine.
-“E va bene! Il mio problema è…Potter. Non ho idea di come tu possa sopravvivere standogli vicino tutto il santo giorno, è…esasperante! Evans di qua, Evans di là… Puoi dirgli che non ho nessuna intenzione di uscire con lui? E di smetterla con questa mania dei fiori, l’altro giorno la Sprite mi ha chiesto se ero interessata a un suo vecchio volume “Come creare una serra in pochi colpi di bacchetta”…Capisci? Oh, già che ci sei digli di smetterla di scompigliarsi i capelli: è irritante!” . La ragazza riprese fiato.
-“Potter di qua, Potter di là…” Remus sorrise. Era dall’inizio dell’anno che Lily non gli parlava d’altro se non di James…certo, non è che si prodigasse in complimenti, ma era il suo unico argomento di conversazione.
-“E con questo cosa vorresti dire?”
-“Oh niente, assolutamente niente… Ma vedi, come ben sai James è un caso perso, quindi che ne dici di essere un po’ meno…aggressiva. Stabiliamo un limite: massimo una fattura alla settimana.
-“Una sola?? Non credo di potercela fare…”
-“E invece sì, Lily, sei una ragazza così dolce…”
-“Oh Rem, lo pensi davvero?”  Lily si allungò le braccia verso di lui e lo strinse in un abbraccio affettuoso…
-“TRADIMENTO!”
Lily si voltò di scatto, conficcando per sbaglio un gomito nello stomaco di Remus, che gemette di dolore.
-“POTTER!”
James era immobile sulla porta, i capelli particolarmente scompigliati e lo sguardo corrucciato-e del tutto ingiustificato- di uno che ha appena sorpreso la sua ragazza insieme ad un altro.
-“Remus! Tu, il mio migliore amico…come puoi farmi questo?” si portò una mano sul cuore, affranto, e si inginocchiò a terra in maniera plateale.
-“Potter piantala di blaterare o mi vedrò costretta a cruciarti”.
Remus emise un debole gemito. No, non si sarebbero messi a litigare, non di nuovo.
-“Proprio tu Evans, la donna dei miei sogni, te la fai con il mio amico…”
-“IO NON ME LA FACCIO PROPRIO CON NESSUNO, POTTER, E SE NON SPARISCI SUBITO IL TUO UNICO SOGNO SARA’QUELLO DI UNA MORTE RAPIDA, CHIARO??!”
Come non detto.
-“Andiamo, Lils, non essere sempre così scontrosa…”
-“Vattene, Potter! Non vedi che Remus sta male? Uno Schiopodo-Sparacoda dimostra molta più sensibilità di te!”
-“Ragazzi, vi prego…”
-“Cosa? Ma se lo stai traumatizzando con le tue urla! E credimi, gli sono molto più vicino di quanto lo sia tu, Liluccia!”
Le deboli suppliche di Remus furono ignorate bellamente.
-“Un altro ridicolo soprannome e puoi considerarti morto, Potter”. Lo sguardo di Remus si posò, terrorizzato, sulle dita di Lily che si stringevano pericolosamente intorno alla bacchetta…”
-“No…ragazzi…niente fatture in infermeria…ragazzi…”
-“AAAH!” Remus affondò la testa nel cuscino in tempo per non vedere James che veniva  catapultato all’indietro e sbatteva  violentemente contro uno scaffale.
Il rumore assordante di vetri rotti però gli arrivò, forte e chiaro.
-“JAMES!” urlò Lily, coprendosi il viso con le mani e correndo a soccorrerlo.
-“LILY!” urlò James, riemergendo dalle macerie.
-“JAMES!” urlò Lily mortificata, aiutandolo ad alzarsi.
-“JAMES?” urlò James, resosi conto che Evans lo aveva chiamato per nome ben due volte di fila.
-“REMUS!” urlò Remus, cercando di attirare l’attenzione sulla sua persona aggrovigliata tra le lenzuola.
-“ERNESTO!” urlò Ernesto Turner, nel letto dall’altra parte della stanza, svegliatosi di soprassalto per il rumore.
-“ERNESTO?” urlò Remus “ERO CONVINTO FOSSI UNA RAGAZZA!”
-“UNA RAGAZZA?MA NON VEDI CHE HA LA BARBA?” urlò James, cominciando a chiedersi perché tutti stessero urlando.
-“GIA’, PERO’ HA LE TETTE!” urlò Lily, che era decisamente stufa di urlare.
-“BASTA COSI’!” urlò Madama Chips, e tutti smisero di urlare.
-“Potter che ti è successo? Sei ferito?”
-“Oh James, mi dispiace tanto, scusami!” balbettò Lily tra i singhiozzi, cercando di tamponare il sangue dalla minuscola ferita sul braccio del ragazzo.
James, che aveva aperto la bocca per dire che lui stava benissimo, la richiuse subito.
-“Non ho idea di cosa le sia saltato in mente, signorina Evans, inutile dire che siete in punizione, lei e il signor Potter!”
Lo sguardo di Lily da dolce e premuroso si fece tetro.
-“COOSA? POTTER! E’ tutta colpa tua, sempre in mezzo, e adesso io sono in punizione, e tu…AAARGH!” Gli strattonò un braccio e uscì a grandi passi dalla stanza, furiosa.
James rimase in silenzio e si rivolse a Remus, allibito. –“Ma chi le capisce le ragazze?”
-“Eh già!” sospirò Ernesto Turner, per poi rigirarsi e continuare a dormire.

Ore 15.30

Dopo gli spiacevoli avvenimenti della mattinata, Madama Chips aveva proibito l’ingresso in infermeria a chiunque non riportasse lesioni, ustioni, o almeno qualche sintomo di varia natura.
Inutile dire che i Malandrini avevano provato a entrarci lo stesso.
Inutile dire che le finte pustole di James non erano risultate abbastanza convincenti, e che Sirius era in punizione per tentativo di violenza ai danni di un compagno –Peter- che si era rifiutato di amputarsi un braccio da solo per poter entrare in infermeria.
 Ignaro di questi fatti, Remus se ne stava ozioso sul suo letto, a osservare Madama Chips che pattugliava l’ingresso, sospettosa. Quando ad un tratto gli giunse una voce familiare…
-“La prego Madama Chips, mi faccia entrare, voglio solo tenergli un po’di compagnia…”
Per favore no.
-“…solo qualche minuto…”
La prego Madama Chips, no.
-“Oh d’accordo MacDonald, ma non più di cinque minuti.
Accidenti!
-“Reeem!”
Che ho fatto di male?
-“Mary, ciao! Non dovevi disturbarti…”
Cielo, fa che sia una cosa rapida.
-“Ma figurati, sono felice di tenerti compagnia!”
Oh, fantastico.
-“Ehm…già…che mi racconti?”

Godric, perché sono così maledettamente imbecille?

Ore 17.00

-“…e poi Alice ha detto a Marlene, ma io l’ho saputo da Emmeline, che l’ha saputo da Dorcas, che Sirius le aveva detto che aveva sentito dire da Regulus che Avery usciva con Jenny Dee, di Tassorosso, anche se io sono sicura che si trattasse di Jenny Lee, di Corvonero, anche perché conosco sua sorella, che tra l’altro è la stessa che oggi ha rinchiuso Minus nell’armadio delle scope, e non aveva tutti i torti, poverina…Remus? Mi stai ascoltando?

Remus giaceva inerme sul letto, lo sguardo stravolto e smarrito che scattava qua e là per la camera, in cerca di una via di fuga.
In effetti, pensò, chiedere a Mary MacDonald, la ragazza più pettegola di Hogwarts e presumibilmente dell’intero mondo magico, se aveva qualcosa da raccontare non era stata proprio quella che si dice un’idea geniale.
Come se non bastasse le sue chiacchiere lo avevano reso ancor più di malumore: dopo la punizione di James e quella di Sirius, la notizia che Peter era rinchiuso in chissà quale sgabuzzino di Hogwarts e ci sarebbe rimasto finché qualcuno non si fosse degnato di cercarlo, il che poteva accadere tra chissà quanto tempo, poteva significare solo una cosa: niente luna piena con i Malandrini, quella sera.
 
Ore 18.30

L’abbattimento che si leggeva negli occhi di Remus si trasformò in orrore puro all’ingresso in infermeria di un oscillante e quanto mai stralunato Xenophilius Lovegood, sorretto da Madama Chips.
-“ Quei vandali dei suoi compagni di Casa l’hanno fatto bere” spiegò seccamente la donna –“ha bisogno di riposare un po’.
-“Hic!” Il giovane Lovegood emise un singhiozzo, come per conferma. –“Ciao –hic!- Remus-hic!”
Lupin sospirò, affranto. Se già Xeno si comportava in maniera…insolita normalmente, non osava immaginare cosa avrebbe fatto da ubriaco.

Ore 19.15

Se non altro, ora sapeva esattamente come comportarsi in caso di aggressione da parte di Ricciocorno Schiattoso.
 Era ormai giunto al limite della sopportazione. Aveva ascoltato pazientemente i deliri di Xeno su galline squamate, polli mannari e quant’altro; aveva finito il tema per Lumacorno sui filtri d’amore e aveva persino –ancora non si capacitava di come avesse potuto lasciarsi convincere- cantato una ninna-nanna ad Ernesto Turner, che ora russava beato sulla sua branda.
Cos’altro sarebbe potuto capitargli ancora?
-“REEEEEEEEM!”
Oh, giusto. Alice Prewett.
-“Alice, davvero, io non mi sento molto…”
-“Remus mi è capitata una disgrazia!” lo interruppe lei, tra i singhiozzi.
-“Per l’amor del cielo Alice che cosa ti è successo?”
-“…io…sigh…FRANK!”
-“Frank cosa?”
-“Lui…io…”
-“Non vi sarete mica lasciati?”
-“Peggio! Oh Remus, lui…”
-“Peggio? Lui cosa?...E’MORTO?”
-“PEGGIO!”
-“Come sarebbe a dire peggio? Alice ti prego…”
-“LUI MI TRADISCE!” la strega proruppe in un altro scoppio di pianto.
Remus si passò una mano sul viso,  esasperato. Non era possibile. Era la quarta volta quella settimana.
-“Oh, giusto, e…sentiamo, a quale bambina del primo anno ha sorriso questa volta?”
Lo sguardo della ragazza si fece duro.
-“Melody Bryan. Quella sgualdrina…ho sempre sospettato di lei, fin dal primo momento…era chiaro che ci provasse con lui...il mio Frankie!!”  Altro scoppio di pianto.
-“ALICE!” Frank entrò di corsa, inginocchiandosi davanti alla fidanzata, mentre Remus borbottava qualcosa di molto simile ad un “Avrei dovuto aspettarmelo”.
-“Ti prego perdonami, io…non c’è niente tra noi…insomma ha undici anni! L’ho guardata perché mi faceva tenerezza, così sperduta… Alice io ti amo!”
-“Oh Frank!” la ragazza gli gettò le braccia al collo, baciandolo con foga.
-“Oh Alice!” fece lui abbracciandola.
-“Oh no questo è troppo!” fece Remus, disperato.
-“Ragazzi?” tentò dopo qualche minuto, visto che gli amici non accennavano a staccarsi.
-“Ehmm…ragazzi!” la situazione si stava facendo imbarazzante. -“Oh andiamo…Ernesto di’ qualcosa!”
Ernesto si asciugò gli occhi con un lembo del lenzuolo, commosso –“E’ così…romantico!”

Ore 20.00

L’espressione di Remus era tra l’esasperato e l’isterico quando Madama Chips venne a chiamarlo avvisandolo che tra non molto l’avrebbe accompagnato alla Stamberga Strillante. Era stata una giornata estenuante, ma il peggio doveva ancora venire. E, come se non bastasse, era solo.
Il ragazzo si alzò e si mise a cercare le scarpe, quando il suono di tre colpi lo fece sussultare. Corse alla finestra, sicuro che il rumore provenisse da lì, ma non vide nulla. Era ormai convinto che la stanchezza gli avesse provocato le allucinazioni, quando una testa fluttuante e spettinata comparve dal nulla proprio davanti a lui.
Ci mise un po’ a collegare: James…Mantello dell’Invisibilità…Scopa.
Ma qualcosa ancora non tornava.
-“Che diavolo ci fai qui?”  sillabò, per farsi capire oltre il vetro -“non eri in punizione?”
James alzò le spalle, sorridendo malizioso.
-“Come diavolo avete fatto?” domandò Lupin, sicuro che anche Sirius fosse riuscito a svignarsela.
Il ragazzo fece un gesto vago, come a voler dire “un gioco da ragazzi”. Disse qualcosa, ma Remus non afferrò.
-“Avete trovato Peter?” chiese invece.
L’amico annuì.
Remus lo osservò a lungo, poi sorrise.
-“Grazie”.
James alzò di nuovo le spalle. Disse qualcosa, e stavolta Remus capì al volo, e non poté che essergli grato.
“Onora la luna piena” ripeté tra sé, quando James fu sparito, sorridendo incredulo “Onora la luna piena”.

Ore 00.00

Correvano nel bosco.
Il  cervo, il cane, il topo e il lupo.
Correvano liberi, nel buio della notte, liberi come solo in quei momenti si sentivano. Liberi dalle difficoltà della vita, dal peso di un futuro che sapevano bene non avrebbe riservato loro altro che dolore, una volta usciti da quelle mura. Eppure, in quei momenti non importava. Non esisteva guerra, magia oscura, non esisteva niente che non fosse il rumore delle loro zampe sull’erba e il soffio del vento che li accarezzava. Correvano nella Foresta senza confini, spensierati e, nonostante tutto, felici. Perché quella era la loro forza, la magia che li legava, e finché sarebbero  stati uniti niente avrebbe potuto ostacolarli. Niente, neanche la luna piena, quella prigione che per Remus, da quando erano arrivati loro, si era trasformata in libertà.
Correvano, il cervo, il cane, il topo e il lupo, liberi e felici, verso un’ennesima nuova avventura.

E la luna vegliava su di loro, bianca e splendente, bella come non era mai stata.

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Angolino di May

Eccomi qua, puntuale come un orologio svizzero!! Non ve l'aspettavate, vero??
Niente, non vi intrattengo molto, vista la lunghezza spropositata del capitolo...solo, volevo ringraziare di cuore le 9 persone che seguono questa storia, e le 2 che l'hanno addirittura messa tra le preferite!! Sono onorata, davvero, e sarei molto felice di sentire un vostro parere.
Per il resto...spero di non avervi annoiati. Se trovate errori vi prego di segnalarmeli, io ho fatto quello che potevo.
Ancora grazie e un bacio a tutti!
Vostra

May

NELLA PROSSIMA PUNTATA...

"C'era un solo giorno che Sirius, come del resto tutta la popolazione maschile di Hogwarts, temeva più del
giorno degli esami, più della McGranitt arrabbiata, persino più di James quando
finiva la torta di melassa.
Era, il giorno-che-non-deve-essere-nominato, quello il cui
nome terrorizzava i ragazzi più di quello del Signore Oscuro in persona.
Era il giorno di San Valentino."

-"Con tutto il rispetto, e per rispetto intendo rispetto verso la piovra ,non
certo verso di te, Potter, credo che la piovra gigante non veda l'ora di
andare con te a Hogsmeade quindi...beh perché non vai ad importunare lei?"





  
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