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Autore: _Pan_    24/06/2007    7 recensioni
Questa fanfiction sta diventando la villa del Papa, nel senso che non so davvero quando finirà perchè all'inizio erano nove capitoli, ora sono quattordici. Comunque, Silvia verrà a conoscenza di qualcosa di strano e interessante, una profezia. Cosa succederà?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Apollo, Silvia de Alisia
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Non ammazzatemi perchè non ho ancora finito quella su TMM, ma questa l'avevo scritta da un casino di tempo.

1 - Un bambino abbandonato

Ormai sono passati degli anni da quando Apollo, Sirius e Toma si sono sacrificati per la salvezza del pianeta. Silvia ora ha circa vent'anni anni ed abita ancora all'interno della Daeva, ovviamente non combatte più come, del resto, tutti gli altri.
Stava passeggiando per il roseto, ricordando Sirius. “Oh.. fratello” sospirò, poi le vennero in mente tutti i litigi tra lui e Apollo e sorrise.
Si sedette sull'erba, aspettando che Chibiko tornasse alla Daeva. “Quella bambina non cambierà mai!” pensò la bionda. “Silvia!” esclamò una voce squillante, che riconobbe.
“Chibiko!” rispose la ragazza “Sono qui!”
“Finalmente” si sedette vicino all'amica “Quei bambini sono delle pesti”
Silvia sorrise “Pensa” le disse “Che eri anche tu come loro!”
“Non ci voglio credere. Crescere con una 'mamma' come te ti rende impossibile essere scalmanato!”
“Perchè?”
“Hai una calma disarmante, Silvia!” rispose “Anche se mi sembra strano da quello che raccontano tutti su te e Apollo!”
Silvia rimase in silenzio e Chibiko capì che aveva toccato un tasto terribilmente dolente. “Accidenti alla mia linguaccia!” pensò “Sai, domani quei bambini mi hanno chiesto di tornare, mi chiedono quando tornerai a fargli una visitina.”
“Non lo so!”
“Avanti!” disse Chibiko, tirandola per un braccio “Non puoi rimanere rintanata qui per sempre a perderti dentro i ricordi! Me l'hai sempre detto che non ritorneranno!”
“Ma.. non è così semplice!”
“Cos'era quella allora? Ipocrisia per farmi sentire meglio quando ero piccola? Ho quattordici anni adesso, Silvia, ti capisco, ma non puoi stare rinchiusa per sempre tra queste quattro mura, io credo che Apollo quando ti ha lasciata non volesse questo per te!”
“Mi ha chiesto di prendermi cura di voi, Chibiko, non di rifarmi una vita!”
“Beh!” rispose semplicemente la ragazzina “Non te l'ha nemmeno vietato!”
Silvia si alzò e si allontanò da lei, un po' arrabbiata. Non riusciva a pensare a rifarsi una vita senza Apollo, lo trovava inconcepibile. E era anche indispettita dalle parole dell'amica.
“Ma come può dire cose del genere?” si chiese “Si può dire che lei non lo conosce nemmeno!”
Decise di uscire dalla Daeva, aveva bisogno d'aria. Camminò a lungo e decise che già che c'era poteva andare a trovare i bambini che si nascondevano dove una volta c'era un supermercato.
“Bambini?” disse lei, scrutando il buio del posto
“SILVIA!” uscirono tutti insieme, senza dare il tempo a Silvia di accorgersi di quello che stava succedendo. Le saltarono addosso e la fecero cadere.
“Ci hai portato roba da mangiare?” chiese una bambina, speranzosa.
“Mi dispiace!” disse lei, sincera “Non era nei miei programmi venirvi a trovare, sono passata di qui e ho pensato di farvi un salutino!”
“Senti Silvia!” le disse una bambina.
“Dimmi tutto”
“Abbiamo trovato un bambino da un po' di tempo, ma non vuole giocare con noi!”
“Dove si trova?”
“Beh.. di solito sta sempre vicino ai bidoni della spazzatura. Mi ha detto solo il suo nome, ha detto di chiamarsi Rudolf, ma che gli amici e i parenti lo chiamavano Rudy!”
“Fammi vedere” disse Silvia, preoccupata, progendo la mano alla bambina. Lei la condusse fino al famoso cassonetto e la lasciò perchè disse:
“Senti, io ho paura di lui!”
“Perchè mai?”
“Non lo so, è strano, non sembra che viva da sempre per strada come noi! Sembra che ci disprezzi!”
“Sciocchezze!” rispose la giovane donna “È un bambino esattamente come te!”
Ma lei non volle sentire ragioni e ritornò dai suoi amici. “Ehilà” disse, vedendolo rannicchiato sulle ginocchia “Qualcosa non va?”
“Chi sei tu?”
“Silvia” rispose “Silvia de Alisia. Abito qui vicino in un posto chiamato Daeva. Mi hanno detto di te e volevo vederti!”
“Mhph..” rispose “Io sono Rudy”
“Quanti anni hai?”
“Cinque e mezzo..”
“Dov'è la tua mamma?”
“Non lo so. È stata lei a dirmi di venire qui. Mi ha detto che dovevo andarmene.”
“E perchè?”
“Non lo so” rispose lui “Ma non ho ubbidito subito. Mi sono nascosto in casa e ho visto i miei genitori che discutevano con delle persone e poi i miei si sono addormentati. Ho cercato di svegliarli ma non ci sono riuscito, così sono scappato”
Silvia abbracciò il bambino, pensando a quanto dovesse soffrire.
“Senti” gli disse “Ti va di venire con me?”
“Dove?”
“Vedi..” disse lei “In questi ultimi anni ho accudito dei bambini come te. Forse ti farebbe piacere conoscerli!” porse la mano a Rudy, che vi mise sopra la sua.
“E invece, dov'è la tua mamma?”
“Io l'ho persa in un incendio..” rispose “Insieme al mio papà. Ci salvammo solo io e mio fratello!”
“Hai un fratello?”
“Avevo, anche lui se n'è andato. Ma non ti preoccupare, sono felice!”
“Allora anch'io sarò felice!” rispose il bambino. Aveva i capelli castani e gli occhi azzurri come il fondo dell'oceano.
Silvia accompagnò Rudy alla Daeva e come promesso, lo fece conoscere a tutti.
“Ehi, Rudy!” esclamò Chibiko
“Ciao!” rispose il bambino.
“Lo conosci?” chiese stupita Silvia
“Beh.. visto che stava sempre isolato, ci ho parlato qualche volta. Ma non ha mai voluto venire, come sei riuscita a convincerlo?”
“Eh?” chiese Silvia, e non sapendo che rispondere disse: “Non te lo dirò mai!”
La ragazzina gonfiò le guance come faceva quando era piccola e prese a rincorrersi con Silvia.

  
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