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Autore: fundimurtagh    30/06/2007    2 recensioni
ecco cos'è successo a Murtagh prima di incontrare Eragon, quando viveva ancora alla corte di Galbatorix. tra amori, tradimenti e follie ho cercato di ripercorrere il passato di Murtagh attraverso la mia fantasia ...
Genere: Romantico, Triste, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Galbatorix, Murtagh
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche durante il tragitto verso la Tana Segreta (così era chiamato il luogo dove Xenia e Murtagh si riunivano segretamente fin da bambini), Murtagh fu sommerso nuovamente da altri pensieri, anche questa volta non molto lieti. Ricordava ancora il primo giorno che aveva incontrato la sua giovane amica: erano molto piccoli allora, appena tre anni. Murtagh era stato appena colpito alla schiena dalla spada scagliatagli contro dal padre, giaceva a terra sanguinante mentre il padre senza provare né dolore né rancore, si era allontanato abbandonandolo lì, quasi come se per lui non avesse avuto nessuna importanza la vita di suo figlio. Fortunatamente una bambina camminava nei paraggi e vedendo Murtagh steso a terra, aveva raggruppato tutte le sue forze per trascinarlo verso la casa del guaritore più vicino nonché suo nonno.
-Nonno vi prego aiutatelo!- urlava la piccola impaurita. Bashir, il vecchio guaritore, si affrettò verso il bambino e si apprestò a curarlo con la massima prudenza. Intanto la nipote lo guardava incuriosita e angosciata.
Passarono molte ore prima che Murtagh riuscì ad aprire gli occhi e a parlare. Il viso di Xenia era stata la sua prima visione dopo tanto tempo di buio.
-Ciao, mi chiamo Xenia e tu?- chiese l’ingenua bambina. Murtagh riuscì a balbettare il suo nome e a chiedere cosa fosse successo. Bashir accorse verso di lui non appena sentì la sua debole voce e gli raccontò come Xenia lo avesse trovato in fin di vita sul terreno.
-Ricordi come possa essere accaduto?- chiese infine il guaritore.
I pensieri del bambino erano ancora molto confusi, ma aveva ben presente nella memoria l’accaduto, però ci volle un po’ prima che riuscì a confidarsi con qualcuno.
Da quel giorno Xenia e Murtagh non si erano più divisi.
-Ah finalmente! Credevo non venisse più! Le cameriere del Re sembrano tenervi molto occupato- esclamò Xenia vedendo arrivare il suo amico.
Murtagh arrossì dalla vergogna e Xenia parve pentirsi di una simile insinuazione. –Nient’affatto! Le cameriere non possono offrirmi una dolce compagnia come la vostra né delle interessanti lezioni di filosofia e magia- si affrettò a rispondere Murtagh per nascondere l’imbarazzo.
Xenia sorrise e Murtagh la osservò attentamente. Era cresciuta, stava diventando una giovane donna e somigliava molto a Selena. Il suo viso delicato, dai lineamenti pronunciati, era incorniciato da una chioma di boccoli castani che le scendevano giù fino alla schiena. Gli occhi colori nocciola le donavano un’aria enigmatica e forte che la distingueva da tutte le altre ragazze che Murtagh conosceva. La sua bellezza era rara, disarmante, poteva anche eguagliare quella degli elfi.
-A quale lezione ci dedicheremo quest’oggi, my lady?- scherzò Murtagh. In situazioni ufficiali era d’obbligo dare del voi all’interlocutore anche se parente o amico, ma nel privato ci si poteva permettere un linguaggio più confidenziale.
-Mostrami la mano, ti insegnerò le tecniche principali per leggere il destino di un uomo grazie alla sua semplice osservazione-.
Murtagh la porse alla ragazza, la quale la prese con tocco leggero quasi come se la sfiorasse soltanto. Murtagh sentì un brivido a quel contatto e si chiese di quale natura potesse essere una tale sensazione mai provata prima.
Xenia si protrasse a lungo nella spiegazione e ogni qualvolta intendeva far comprendere il significato di una linea la toccava dolcemente sul palmo di Murtagh per mostrargliela, un gesto che provocava in lui degli ulteriori brividi di piacere e profonda sicurezza.
Xenia teneva molto allo studio della magia e si infastidiva facilmente quando Murtagh la interrompeva per prenderla in giro e smontare le sue teorie.
-Ma non puoi dire che la lunghezza della linea della vita non ha importanza! Se è lunga vuol dire che vivi molti anni e se è corta significa che la tua vita è destinata a finire presto. È logico!- interruppe Murtagh.
Xenia incrociò le braccia sul petto e spazientita rispose: -La magia non è logica! La magia viene dall’animo, dalla nostra forza interiore; bisogna saper interpretare i segni che ci manda senza soffermarci alle apparenze. Ma, a quanto vedo, la vita di corte restringe la visuale dei tuoi occhi alla semplice manifestazione esteriore priva di reale sostanza-.
Murtagh alzò un sopracciglio. –Non credo a ciò che non si può toccare con mano. La vita mi ha insegnato ad essere più realista …- questa volta la sua risposta fu seria.
Xenia si sentì un po’ delusa, e irritata smise di parlare. Murtagh si dispiacque di come si era rivolto all’amica e accarezzandole il viso la esortò a continuare, promettendole maggiore attenzione:
-Forse riuscirai a convincermi del contrario. Come posso negarti qualcosa se mi guardi con il tuo splendido viso, mia cara amica? Ti prego, continua!-
Xenia sospirò. –Sei sempre il solito! Ma ho deciso di aver pietà della tua ignoranza procedendo con i miei insegnamenti.- Xenia sorrise e Murtagh fece lo stesso.



grazie a tutte per i commenti, sono molto felice che la mia ff vi piaccia e mi fa piacere che alcune di voi l'abbiano già letta. spero di non deludervi, un bacio!
  
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