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Autore: Hisoka chan    14/12/2012    4 recensioni
Dal prologo:
"Una foresta oscura,
un luogo pericoloso nel quale entri, ma non avrai mai la certezza di uscirne.
Perché questo è quello che è Iguria:
incertezza ma allo stesso tempo sicurezza.
Solo i più forti, coloro che credono nelle loro capacità ed agiscono usando astuzia ed intelletto possono portare a termine il loro viaggio."

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Dal primo capitolo:
Davanti a loro, si ergeva imponete una figura incappucciata.
Alta e snella, tra le mani teneva, saldamente, una katana dalla cui lama gocciolava a terra un liquido cremisi. Sangue.
Sangue non suo, ovviamente.
Con lentezza esasperante, alzò piano il braccio e puntò la lunga spada verso l'uomo.
"Tu hai qualcosa che mi appartiene. " esordì " Ed io la rivoglio. " annunciò correndo nella sua direzione.

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Storia ispirata a Togainu no Chi.
Il rating per ora è sull’arancione, ma attenzione potrebbe salire.
Buona lettura!
Genere: Azione, Erotico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Evasione
 

Il suono metallico, provocato dallo spostarsi del portone blindato, fece cessare le urla e gli schiamazzi all'interno del carcere.
Tutti i prigionieri si bloccarono sul posto voltando lentamente la testa verso l'origine del rumore.
Un brivido di terrore percorse interamente la spina dorsale dei presenti, facendoli tremare lievemente.
In lontananza, al principio della stanza, una figura snella e slanciata faceva il suo ingresso seguita da un'altra qualche centimetro più alta.
I lunghi capelli azzurri ricadevano morbidi sulle spalle, ondeggiando lentamente al passo cadenzato.
Gli occhi color acquamarina spiccavano sul viso morbido e tondo. Completavano il tutto due labbra carnose che formavano una piccola bocca a cuore.
Lo sguardo dei presenti era puntato su di lei che, come se niente fosse, proseguiva il suo cammino verso la piccola cella di isolamento.
Nessuna emozione trapelava dal suo viso angelico che appariva rilassato nonostante il luogo in cui si trovasse.
Nulla pareva turbare la sua tranquillità.

***

Seduta sul tetto di una casa, una figura incappucciata assisteva al tramonto con sguardo assente.
Le gambe lunghe ed affusolate ondeggiavano come quelle di una bambina piccola mentre gli occhi rubino fissavano un punto indeterminato nell'orizzonte.
Una ciocca vermiglia le ricadde ribelle sul viso, uscendo da sotto il grande mantello nero. Le dita sottili ed allungate della mano sinistra la riportarono all'ordine dietro l'orecchio destro, nello stesso istante in cui due labbra morbide si dischiudevano leggermente nel sussurrare un "È ora".
Si alzò in piedi e contemplò ancora una volta il panorama.
Inspirò una boccata d'aria, pronta a gettarsi a capo fitto in questa nuova missione, pericolosa sì, ma a lei non importava, si era data un obiettivo e voleva rispettarlo a tutti i costi.
Spiccò un salto in avanti ed atterrò agilmente al suolo.
Si guardò rapidamente attorno, poi cominciò a correre verso la prigione della città. 

***

Arrivarono di fronte ad una cella.
L'uomo, sulla quarantina, prese il mazzo di chiavi che portava attaccato alla cintura e scelse con cautela quella corretta che venne poi infilata nella toppa.
Un giro.
Clack.
La serratura scattò e la porta piccola ma pesante si aprì.
Stava giusto per buttarci all'interno la ragazza, con disprezzo, ma un grido acuto di terrore raggelò tutti all'istante.
La guardia strinse il polso dell'azzurra guardando verso il portone, paralizzato.
Un cigolare ed un rumore assordante annunciarono che non esisteva più nessuna struttura in metallo blindata a chiudere, all'interno della prigione, i detenuti.
Davanti a loro si ergeva, imponente, una figura incappucciata.
Alta e snella, tra le mani teneva, saldamente, una katana dalla cui lama gocciolava a terra un liquido cremisi.
Sangue.
Sangue non suo, ovviamente.
Con lentezza esasperante, alzò piano il braccio e puntò la lunga spada verso l'uomo.
<< Tu hai qualcosa che mi appartiene. >> esordì << Ed io la rivoglio. >> annunciò correndo nella sua direzione.

*** 

I monitor all'interno della stazione di polizia non funzionavano ed offrivano una visione frammentaria ed oscurata di ciò che accadeva all'interno della prigione.
<< Maledizione! >> imprecò il capo.
<< Si può sapere cosa succede? >> domandò irritato, battendo un pugno sulla scrivania.
Si alzò e girò le spalle ai pc per poi prendersi un sigaro cubano ed accenderlo.
Inspirò una boccata profonda e guardò pensieroso fuori dalla finestra.
<< Tsk. In questa fottuta centrale non funziona mai un cazzo. >> asserì irritato, prendendo in mano un fascicolo.
"Urgente" recitava la scritta.
Aprì svogliatamente i fogli e si trovò davanti la foto di una ragazza dai capelli azzurri.
<< Rein Sun, sedici anni. Serial killer. Arrestata il 10 agosto scorso.
Totale delle vittime uccise: 19...
Si presuppone abbia un complice mai catturato. >> lesse ad alta voce << Segni particolari: sole nero dietro la scapola destra. >> sul suo volto apparve un’espressione sorpresa.
"Sole nero" pensò.
Dove aveva già visto quel segno?
Forse...
Il suo cuore ebbe un sussulto.
Si voltò di scatto urtando una tazza di caffè appoggiata sulla scrivania, essa rovinò a terra frantumandosi in mille pezzi, seguita dal sigaro cubano che gli scivolò dalle labbra.
Febbricitante si avvicinò alla tastiera del pc, dove digitò frenetico qualcosa, per poi fermarsi ad osservare il responso, riportato sul monitor, con sguardo vacuo e spento.

Un forte bip lo fece ridestare dallo stato di incoscienza in cui era piombato e, quasi con paura, alzò lentamente il viso verso i computer.
Ciò che vide gli gelò il sangue nelle vene.
L'immagine a puntini che prima dominava tutti gli schermi, aveva ormai preso definitivamente forma, delineando una lunga ed infinita scia di cadaveri disseminati lungo il corridoio della prigione, accompagnati da pozze cremisi.

***

La ragazza osservò l'uomo a terra mezzo agonizzante.
<< Tsk >> sibilò sfilando la katana dal petto del poliziotto, per poi rinfoderarla.
<< Niente male sorellina. >> asserì piacevolmente sorpresa Rein.
<< Già.. Ma muoviamoci prima che arrivino altri sbirri. >> tagliò corto, prendendola per il polso e correndo verso una finestra dalla quale entrambe spiccarono un gran salto per poi sparire nell’oscurità.

 
 
 
Angolo dell'autrice:
Rieccomi qui con il vero primo capitolo! fortunatamente non vi ho fatto aspettare molto, visto che brava bimba? ;)
bene, qui entrano in scena due ragazze una delle quali è "misteriosa" ma scommetto che tutte abbiate capito di chi sitratta xD
comunque, per l'inizio effettivo del gioco dovrete aspettare ancora un pochino..
resistete mi raccomando e..
continuate a seguirmi!
grazie mille a tutte coloro che hanno recensito ed inserito la ff nelle seguite/ricordate/preferite!
un bacione a tutte!
Hiso chan <3
 
  
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