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Autore: Ria_27    14/12/2012    4 recensioni
Non ero ancora nata quando la scoperta del Dr Gregory l’H273 rivelò le sue drammatiche conseguenze.
Ma nel mondo in cui vivo chiunque conosce questa storia.
Sono passati ormai trent’anni da quando tutto questo ebbe inizio ma ancora oggi l’unica cura che si conosce contro gli Affetti è sterminarli .
Questo però non impedisce loro di fare sempre più vittime tra le quali mia madre .
Era all’ottavo mese di gravidanza quando venne contaminata .
Le indussero il parto portandomi alla luce, donandomi la vita prima che quella di mia madre le venisse sottratta.
Non so quand’è stato il momento preciso in cui me ne resi conto.
Quando un bambino riesce a rendersi conto di essere diverso?
Non saprei rispondere.
Di sicuro però ricordo il momento in cui due agenti dell’FBI arrivarono all’Istituto .
Erano venuti a cercare me, erano li per me ,questo era tutto ciò che seppi-
Avevo solo tredici anni ero una ragazzina arrabbiata con il mondo se pur non capendolo eppure ero ormai consapevole di essere fuori dal comune.
Così non ebbi altra scelta .
Scappai.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2-Reclusione

Un tremendo senso di nausea mi invase prima che le tempie iniziassero a pulsare.
Cercai di schiudere gli occhi per mettere a fuoco il mondo circostante ma questa risultò essere una pessima idea.
Un’insopportabile luce al neon mi investì aumentando ulteriormente il fastidiosissimo ronzio che rimbombava nella mia testa.
Dove diavolo mi trovavo?!
Cercai di perlustrare il piccolo spazio circostante alla ricerca di qualche informazione.
Una stanza dalle rigidi pareti bianche e per quanto ben illuminata non godeva di nessun altro oggetto che non fosse un tavolo rettangolare appena squadrato e due sedie.
In una di questa vi ero seduta io.
Istintivamente cercai di sollevarmi scattando in avanti ma venni immediatamente bloccata da qualcosa.
Con un gesto confuso abbassai lo sguardo sui miei polsi fin troppo indolenziti e mi diedi della stupida per non essermene accorta prima:un paio di lucide manette in freddo metallo rivestivano la zona antecedente le mani ricoprendola come tetri braccialetti.
Digrignai i denti in una smorfia di pura rabbia prima di iniziare a contorcere le braccia nella vana speranza di liberarmi di quegli stupidi arnesi.
_E’ inutile anche solo provarci, quello è titanio impiegato appositamente per resistere ad ogni evenienza_
La mia testa tornò a scattare per incontrare il volto della giovane donna appena emersa all’interno della stanza sterile.
La donna continuò ad osservarmi con aria neutra prima di indicare con un gesto le manette che avvolgevano i miei polsi legandoli ad entrambi i lati della sedia in ferro.
_Ho cercato di far notare che era una cosa sciocca ma l’agente Collard ha insistito sull’adottare ogni tipo di contravvenzione cautelativa_ spiegò brevemente prima di tornare a lanciarmi uno sguardo furbo _ a quanto pare sei un tipo pericoloso ,dico bene Rachel?_
_Dove mi trovo?_ sibilai seccamente evitando appositamente di chiedere come facesse a sapere il mio nome.
Non mi serviva una risposta a quel dilemma,era fin troppo scontato.
La donna mosse qualche ulteriore passo nella stanza.Avvolta nel suo elegante completo gessato fece ticchettare i propri tacchi mentre raggiungeva l’estremità opposta del tavolo.
_Credevo che lo avessi intuito,mi dicono che sei molto intelligente_ asserì annuendo con fare sicuro prima di accomodarsi elegantemente sulla sedia dritta di fronte a me.
_Questa è la sede operativa della Divisione Speciale, precisamente ubicata nell’area centrale del Distretto 1_ indicò con un dito la cartina alle proprie spalle raffigurante quelli che una volta erano stati conosciuti come Stati Uniti d’America.
Di sicuro risaliva a prima che questi ultimi venissero rimodellati: niente più città,niente più stati , solo otto distretti aventi come riferimento proprio il Distretto 1 sede del Governo e di tutte le sue sottosezioni tra cui la DS da un paio d’anni a quella parte.
Emisi una risatina di puro sarcasmo _Cos’è non vi potete permettere una cartina leggermente più aggiornata?_ domandai con fare provocatorio.
La donna sembrò non curarsi minimamente del mio tono di marcata sfida limitandosi a mostrare un sorriso tranquillo _Chiamala nostalgia dei vecchi tempi_ replicò semplicemente.
Per qualche ragione l’aria mite di quella donna sembrava voler placare il mio atteggiamento.
Sarebbe stato infinitamente più facile ed appagante poter avere un vero e proprio dibattito con qualcuno non esageratamente accondiscendente.
Dov’era Collard quando serviva?!
La donna esaminò per un attimo i tratti irrigiditi del mio volto soffermandosi sui miei particolari occhi ambrati.
_Ascolta Rachel so che questa situazione non l’hai chiesta tu! Probabilmente ti sentirai confusa e spaesata e avrai un mucchio di domande da…_
Ancor prima che finisse la sovrastai _Partiamo da quella più semplice ti va?! Tu chi cazzo sei?_ .
Mi aspettavo che a quel punto si decidesse a reagire, che iniziasse ad inveirmi contro e a mostrarsi finalmente infastidita dal mio atteggiamento ma ancora una volta venni delusa.
La donna sostenne il mio sguardo con aria neutra non mostrandosi minimamente toccata dal mio atteggiamento.
_E’ una domanda lecita_ convenne annuendo appena .
Non c’erano dubbi quel tipo era un osso duro nel suo campo.
Sembrò cogliere la mia espressione di fastidioso stupore poiché mostrò un sorrisetto compiaciuto prima di tornare a parlare _Sono Samantha Clarke, agente della DS addetta al compito di Controllo Reclute_.
Inarcai un sopracciglio con fare schifato corrugando appena la bocca.
_Credo che mi bastasse ‘’agente della DS’’_ ammisi con tono piatto.
Samantha tornò a rivolgermi un sorriso accondiscendente _ Sono a capo della sezione Reclute, mi occupo di addestrarvi ed istruirvi per farvi divenire operativi sul campo_.
Lasciai che finisse la sua spiegazione trovando semplicemente inutile tornare ad interromperla.
_Non era a questo che mi riferivo! Avevo intuito cosa significasse ‘’Controllo Reclute’’_ asserii con voce tagliente prima di accentuare la mia smorfia _ solo non avevi alcun bisogno di aggiungere altro, il fatto che l’avori per la DS dice tutto_ sentenziai inarcando entrambe le sopracciglia provocatoriamente.
_Da oggi in poi sarai sotto la mia tutela_ tornò ad aggiungere rendendomi ben chiaro che non si sarebbe abbassata a raccogliere le mie frecciatine.
_Come se lo avessi chiesto io_ le feci notare .
Iniziavo a stancarmi di quell’aria di formalità.
Samantha Clarke e il suo comitato di benvenuto potevano anche andare a farsi fottere per quanto mi riguardava.
Non avevo la benché minima intenzione di mostrarmi ben disposta o anche lontanamente felice di quella prospettiva di vita.
Mi trovavo all’interno della sede generale della DS, organizzazione a cui avevo tentato di sottrarmi negli ultimi tre anni e adesso eccomi li prima drogata,poi ammanettata ad una sedia a prendermi il caloroso benvenuto di quella che professava essere la mia ‘’dirigente’’.
_Non prendo ordini da nessuno_ aggiunsi con un tono che non voleva ammettere repliche.
_E io non voglio dartene Rachel,voglio instaurare un rapporto di collaborazione con te !_ replicò lei sporgendosi appena oltre il tavolo per allacciare i nostri sguardi.
Potevo leggere quanto fosse sincera nei suoi occhi cobalto .
Non stava mentendo,non voleva rabbonirmi ,quello probabilmente era il suo reale modo di comportarsi.
Per una frazione di secondo mi ritrovai a pensare che forse avrei anche potuto provare un moto di simpatia se solo ci fossimo trovate in una situazione diversa.
Ma cosa stavo pensando ?! Ero forse impazzita?
Lei era un’agente della DS ,proprio come Collard.
Erano quelli come lei che mi avevano dato la caccia per ben tre anni costringendomi alla fuga.
_Vuoi collaborare?! Bene allora aiutami ad uscire di qui _ sbottai con  marcata ironia tornando a far tintinnare il metallo delle manette contro i braccioli della sedia.
Samantha mi rivolse uno sguardo rammaricato _ Questo non è possibile_ sentenziò scuotendo appena la testa.
Contrassi ulteriormente la mascella _Allora Samantha puoi anche ficcartele su per il culo le tue patetiche scuse _ .
Ancora una volta la donna non fece la benché minima piega.
L’avevo insultato in diversi modi in quegli ultimi minuti eppure non aveva reagito neanche una volta.
Se possibile il suo sorriso si riscaldò ulteriormente _Sono sicura che ti sentirai stanca, vado a controllare se il tuo alloggio è pronto_ dichiarò alzandosi dalla sedia per dirigersi verso la porta .
La osservai incedere con passo sicuro ed elegante prima di oltrepassare la soglia sparendo al di fuori.
Alloggio?!
Erano veramente matti in quel luogo se credevano realmente che mi sarei arresa a loro tanto facilmente.
Con uno scatto violento tornai a scuotere le fredde manette dimenando più volte i polsi ormai doloranti.
Percepii il metallo tagliare rovinosamente i lembi di pelle con cui entrava in contatto ma cercai di non badarvi.
Ad ogni modo sapevo che sarei guarita nell’arco di pochi minuti e se non fossi riuscita ad uscire di li sarebbe servito comunque a molto poco.
Provai a stattonarle nuovamente con maggiore impeto ma ancora una volta tutto ciò che riuscii ad ottenere fu il sordo rumore di metallo contro metallo.
_E’ inutile!Perfino la tua superforza non può niente contro di quelle_
Non ebbi bisogno di sollevare lo sguardo per riconoscere quel tono canzonatorio.
_Nessuno ha chiesto il tuo parere_ sbottai tornando a strattonare il polso bloccato.
Christopher emise una risatina di scherno avvicinandosi con passo tranquillo.
_Lascia perdere non darti il peso di insistere_ tornò a ripetere con fare sicuro.
Sollevai il capo di scatto fulminandolo con stizza.
Lo osservai incedere verso di me con le mani infilate nelle tasche del jeans scuro .
Per un attimo mi trovai a far risalire lo sguardo verso la maglietta nera che sembrava evidenziare gli addominali sottostanti .
Un guizzo malizioso si accese negli occhi brillanti del ragazzo costringendomi a riportare l’attenzione su quel volto strafottente.
Stupida
Mi maledissi mentalmente, come potevo anche solo pensare a lui come un ragazzo qualsiasi?!
Lui era il nemico,come del resto tutti li dentro.
_Cosa diavolo sei venuto a fare qui?_ berciai cercando di dissimulare il senso di inadeguatezza che mi aveva pervasa.
Le labbra di Christopher si distesero in un ulteriore ghigno _ Volevo vedere come te la passavi_
Un singulto stizzito valicò i confini delle mie labbra mentre i miei occhi d’ambra si intrecciavano con quelli grigi e sfrontati del ragazzo.
_Carino da parte tua ,ovviamente dopo che mi hai attaccato slealmente impedendomi di difendermi per poi consegnarmi dritto nelle mani di Collard! Oh ti ringrazio anche per avermi drogata con quell’iniezione_ sbottai con pungente scherno .
_Non c’è di che _ assentì appoggiandosi ad una parete prima di incrociare le braccia sul proprio petto senza smettere neanche per un secondo di mostrarsi divertito.
_Vaffanculo_ sbottai assottigliando lo sguardo .
_Oh andiamo…quanto la fai lunga_ roteò gli occhi con fare critico _Non c’era niente di personale ,eseguivo semplicemente gli ordini _ .
Come se quella fosse una giustificazione valida che lo discolpasse da tutto ciò di cui lo avevo accusato.
Il tono superficiale con cui espresse quel pensiero contribuì a farmi infervorare ulteriormente
_Beh sai dove puoi metterteli i tuoi ordini…_ iniziai ad inveire ma lui non me ne diede il tempo.
_Ah-a niente volgarità! Certe cose non si addicono alle ragazze carine rovinerebbero quel tuo aspetto da bambolina_
Mi ritrovai ad aprire e chiudere un paio di volte la bocca con evidente stupore senza riuscire a trovare nulla di logico da rispondere ad una tale stupidità.
_Cos’è hai esaurito il repertorio di frecciatine del giorno?_ tornò a schernirmi lui inarcando un sopracciglio con finta aria curiosa.
_Semplicemente credo di averne abbastanza di sprecare il mio fiato con te _ replicai riacquistando nuovamente un tono infastidito nonostante potessi percepire ancora il sangue affluire sulle guance.
Sfortunatamente a Christopher non sembrò passare inosservato quell’aspetto.
_Sei arrossita_ constatò semplicemente mentre i lembi delle sue labbra si stiravano in un sorrisetto sempre più compiaciuto.
_Non dire idiozie_ provai a difendermi .
Quel tipo era davvero snervate e pieno di se non vi era alcuna necessità che io contribuissi a modo mio a dargli ulteriori ragioni per straparlare.
_Oh-o ti metti sulla difensiva brutto segno dolcezza_ asserì sardonico
Lo fulminai ulteriormente con un’occhiata che non lasciava alcuno spazio all’immaginazione.
_Non riprovare mai più a chiamarmi dolcezza! Sono stata chiara?_ scandii parola per parola sibilando con forza.
Christopher però non sembrò minimamente intimorito da quel tono minatorio se possibile parve ancora più divertito.
_Quanto ti scaldi_ asserì portando entrambe le mani a cingere la parte posteriore della testa continuando a mostrarmi quel sorrisetto snervante.
Aprii bocca per cacciare l’ennesima imprecazione quando la porta d’accesso si riaprì nuovamente rintroducendo la figura slanciata di Samantha.
La donna mosse qualche passo all’interno della stanza prima di rendersi conto della presenza del ragazzo.
_Oh anche tu qua Chris?_ domandò con lieve stupore facendo scorrere rapidamente lo sguardo dalla figura totalmente a suo agio del ragazzo alla mia visibilmente tesa.
_Ero venuto a dare un salutino al nostro nuovo acquisto Sam_ spiegò lui rivolgendosi direttamente alla donna.
‘’Nuovo acquisto?’’ mi trovavo in quel posto da meno di un giorno e già l’intera DS mi considerava una sua proprietà.
Stupendo .
_Beh a questo punto credo che potresti aiutarmi! Stavo giusto per mostrare a Rachel il suo alloggio in modo tale che possa riposare! Saresti così gentile da accompagnarci?_
Avrei potuto trovare una serie di punti con cui ero in disaccordo in quella frase : non volevo riposare nel ‘’mio alloggio’’,come lo definiva quella donna, volevo scappare da quel posto .Secondo poi non avrei tollerato ancora a lungo l’asfissiante presenza di Christopher che con il suo ego super sviluppato sembrava saturare oltremodo l’aria circostante.
Aprii bocca per esporre quei pensieri quando le azioni di Samantha distolsero la mia attenzione per riportarla sulla donna.
_Cosa stai facendo?_ domandò Christopher scrutando la donna intenta ad armeggiare con le manette serrate intorno ai miei polsi.
_La libero da queste trappole infernali,non vi è alcun motivo per cui le tenga, si trova a metri sotto terra in una struttura fortificata zeppa di agenti specializzati,non avrebbe come scappare quindi queste sono comunque inutili_
Per quanto potessi trovare appagante la sensazione di ritrovata libertà di cui godettero i miei polsi non potei non sentirmi opprimere dal peso di quelle ultime parole.
Metri sotto terra,agenti disseminati per l’intero perimetro di una struttura a prova di bomba.
Come avevo anche solo potuto nutrire la speranza di scappare da quell’inferno?!
Samantha ripose le manette nella capiente tasca della propria giacca prima di tornarmi a rivolgere uno sguardo cordiale _Andiamo?_ mi esortò indicando con un ampio gesto la porta davanti a noi.
Sbattei un paio di volte le palpebre con aria attonita non riuscendo ancora ad allontanare del tutto il senso di disagio che ormai mi aveva pervasa.
_Credi di riuscire a muoverti per tempo?_ Christopher mi lanciò un’occhiata critica mentre con un gesto della mano schiudeva il possente battente della porta per facilitare l’uscita dalla stanza fin troppo sterile.
_Cerca di comportarti bene Chris_ lo ammonì Samantha .
Io dal canto mio non badai minimamente alle sue parole ,ero troppo scossa per poter iniziare una nuova diatriba con lui.
Finalmente riuscii a sollevarmi dalla seria sperando di riuscire a mantenermi perfettamente in piedi senza crollare a terra.
Sarebbe stato davvero umiliante e ne avevo avuto abbastanza di umiliazioni per quel giorno.
Mossi qualche passo incerto sotto gli sguardi attenti di Samantha e Christopher.
_Vuoi una mano?_ si offrì la donna soppesandomi  con fare preoccupato prima di voltarsi per lanciare a Christopher uno sguardo d’intesa che il ragazzo colse prontamente apprestandosi ad avanzare verso di me .
_No_ lo bloccai all’istante con un gesto della mano _ce la faccio_ asserii con sicurezza .
L’ultima cosa che volevo era trovarmi costretta a chiedere il loro aiuto.
Christopher non sembrò molto convinto ,continuò ad osservarmi come se da un momento all’altro si aspettasse di dover intervenire per evitarmi una malaugurata caduta a terra.
Mi limitai ad ignorarlo superandolo con passo leggermente più incalzante.
_Bene allora andiamo_ tornò a ripetere Samantha tornando ad affiancarmi prima che superassi la soglia.
 
Non prestai una reale attenzione all’ambiente interno di quell’immenso casermone che era il quartier generale della DS.
Ero troppo stanca per poter concentrarmi a dovere sulla sua struttura e ad ogni modo non ero stupida da crearmi il futile ideale di poter trovare dei punti deboli da usare come via di fuga.
Non ero un’ingenua, sapevo che la DS non esibiva alcuna falla nella sua struttura.
_Avrai tempo domani per visitare meglio tutto quanto_ asserì Samantha che a quanto pareva sembrava aver rinunciato ad elencarmi le molteplici stanze attraverso  le quali passavamo e le loro funzionalità.
_Grandioso_ mormorai stancamente non riuscendo neanche a suonare ironica.
_Eccoci, siamo arrivati_
Ci fermammo davanti una piccola porta metallica indicata da Samantha,sulla quale vigeva a lettere elettroniche il numero 53.
Con un gesto veloce Samantha passò una carta magnetica sul piccolo dispositivo elettronico che si trovavo all’estremità destra della porta la quale emise un piccolo bip prima di aprirsi.
_Questo è il tuo alloggio_ spiegò brevemente la donna indicando l’interno poco illuminato oltre la porta ormai dischiusa.
_E questa è la Key-Card ,portala sempre con te _ mi consegnò la scheda magnetica che lei stessa aveva utilizzato pochi istanti prima .
_Cerca di non perderla non sai che casino scoprire che è finita nelle mani di qualche recluta particolarmente giovane che vuole giocare all’esploratore_ Christopher emise una piccola risatina divertita alle sue stesse parole.
_Cercherò di ricordarlo_ asserii senza reale interesse.
Volevo solo che se ne andassero permettendo a quelle dannatissime porte di richiudersi inglobandomi al loro interno dove sarei potuto stare per conto mio.
Samantha sembrò leggermi nella mente poiché si affrettò a voltarsi verso Christopher indicandogli con un gesto il corridoio _Lasciamo che Rachel prenda familiarità con l’ambiente _ concluse .
Christopher tornò a guardarmi con maggiore attenzione leggendo l’espressione abbattuta che mi marcava i contorni solitamente armoniosi del volto.
Vidi i suoi occhi brillare per un secondo di quello che mi parve essere un barlume di comprensione ma ancor prima che potessi accertarmene il ragazzo distolse il proprio sguardo dal mio.
Lo osservai seguire la figura di Samantha al di fuori delle porte automatiche soffermandosi fuori da esse.
Ancora una volta percepii l’intensità del suo sguardo su di me .
Ma durò solo un attimo poiché le porte tornarono a chiudersi rapidamente interrompendo quel contatto lasciandomi in balia di me stessa.
Rimasi per qualche istante a fissare il vuoto .
Ero rimasta sola.
Lo avevo desiderato così tanto eppure ciò non mi permetteva di sentirmi meglio.
Ero da sola si ma pur sempre all’inferno

Mi fa piacere riuscire ad essere così veloce da scrivere ,revisionare e postare a poca distanza l'una dall'altra !!!
Bene il capitolo due ci apre un panorama maggiore della situazione di Rachel anche se ancora molte cose risultano oscure ma non temete il capitolo tre sarà abbastanza chiarificatore !
Vorrei però esortavi a commentare poichè per me è davvero importante per mandare avanti la storia!
Quindi spero di trovare tanti commenti anche se non mi faccio illusioni.
Ringrazio inoltre chi ha pensato già di farlo :)
Va bene alla prossima
Ria_27
  
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