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Autore: betacchi    16/12/2012    0 recensioni
{Casa di Bambola; Henrik Ibsen}
"Immagina un quarto atto"; bel compito da assegnare ad un classe di quinto ginnasio.
"Immagina un quarto atto" lasciando anche libero sfogo alla tua fantasia; dopotutto la fantasia è una delle poche cose che non siamo costretti a giustificare.
N.B. — i capitoli di questa raccolta sono scritti secondo lo stile del copione teatrale. Non vi sono, dunque, ampie descrizioni: sarà il lettore, con la sua fantasia, a dover immaginare ciò che siam costretti a non esprimere con le parole.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Avvertenze: la maggior parte di questi testi (fatta eccezione per quello riportante la mia firma) non m'appartengono; essi sono di proprietà degli autori (leggasi: miei compagni di classe) che hanno impiegato parte del loro inesistente cervello in questa produzione. Ogni commento relativo ad esse, pertanto, verrà fatto leggere a loro e saranno loro a rispondere direttamente.


▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬ ☁ ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬
Casa di bambola — Atto quarto
" Immagina un quarto atto, che si svolga alcuni anni dopo la scena finale del dramma di Ibsen. "




♒ Flavia
Personaggi: Nora; Torvald
Ambientazione: Casa Helmer
Tempo: un anno dopo.


(Torvald va ad aprire la porta. Entra Nora.)
Nora:
Oh, Torvald caro, che piacere vederti! (tende la mano con leggero timore.)

Torvald:
Nora! (stringe la mano che gli porge la donna con sicurezza.)
Hai un aspetto radioso.

Nora:
Dici? Non mi sono mai sentita così bene in vita mia, infatti.

Torvald:
Devo dedurre che tu sia riuscita, dunque, a realizzarti ed a comprendere cosa desideri. Non è forse così?

Nora:
Esatto! Hai ragione.
Dopo il nostro ultimo incontro sono stata per qualche tempo da Kristine e poi sono tornata nel mio paese natale dove ho passato gli ultimi mesi.

Torvald:
E cosa è accaduto lì da renderti così allegra e felice?

Nora:
Ho trovato la mia strada. Un giorno una mia vecchia e cara amica mi invitò a casa sua per un te'; lì lo conobbi.

Torvald:
Chi, di grazia?

Nora:
Arnold!

Torvald:
(sempre con fare calmo, ma deciso.) Ancora non comprendo di chi tu stia parlando.

Nora:
Il fratello di questa mia amica, oltre che mio attuale marito. E' un uomo meraviglioso, sapessi: gentile, cortese, leale verso di me e la nostra piccola bambina…

Torvald:
Hai avuto un altro figlio?

Nora:
No, no: la piccola Alice non è mia figlia, bensì quella che Arnold ebbe con la sua prima moglie, purtroppo deceduta.
Stavo, comunque, dicendoti che Arnold mi completa; egli mi rispetta, mi ascolta e, soprattutto, mi tratta come una sua pari, senza sminuirmi o giocare con me.

Torvald:
Sono sinceramente contento per questo, Nora.

Nora:
Lui è un padre e marito fantastic— Cosa? Sei felice per me?
Pensavo… vuol forse dire che hai superato la nostra separazione?

Torvald:

Non è stato facile, ma sì. Ho, infatti, compreso quanto tu avessi ragione e che, dopotutto, questo distacco avrebbe giovato ad entrambi.
Sai, anche io, negli ultimi tempi, avevo avuto un calo d'affetto nei tuoi confronti: eri troppo ribelle ed incontrollabile. Però non riuscì a trovare il coraggio necessario per rivelarti ciò; pensavo che l'amore sarebbe prima o poi rifiorito. Ma invece ci hai lasciati; nonostante i primi mesi sia stato difficile accettare il tuo abbandono, sono andato avanti ed ho ricominciato da principio la mia vita.

Nora:
Sono sinceramente sollevata nel sentire queste tue parole.
Hai forse trovato una nuova compagna?

Torvald:
Sì. E' una donna incredibile: bellissima, sensibile, un madre strepitosa per i nostri bambini, una massaia e cuoca di prim ordine. Sono addolorato nel dirtelo, ma lei è tutto ciò che tu non sei riuscita ad essere.

Nora:
No, son contenta per voi.
Ma dimmi, chi è lei? La conosco?

Torvald:
Sì, è una tua cara amica. Non penso proverai rabbia se t'avviso che il suo nome è Kristine.

Nora:
(con tono sorpreso, senza rabbia.) Kristine? La mia Kristine?

Torvald:
Esatto. Anche quando eravamo sposati, ho subito notato la sua particolare bellezza. Quando passò per ritirare i tuoi oggetti, ero, però, troppo scosso per prestarle le dovute attenzioni. Lei tornò qualche mese dopo -desiderava sapere come stavano i bambini. In quell'occasione c'innamorammo. Parlammo a lungo, sai? Ridemmo e scherzammo, anche, come mai feci con te. Ci rivedemmo poi ancora ed ancora, fino a quando non le chiesi di venire a vivere con me.

Nora:
Dunque, dove si trova lei adesso?

Torvald:
Nella stanza accanto; gioca con i bambini.

Nora:
Oh, i miei tesori cari. Son anche passata per loro: mi concederai di vederli?

Torvald:
Certamente. Ti accompagno.
(Si avviano verso la porta, ma Torvald si ferma.) Sai, è curiosa.

Nora:
Cosa, di grazia?

Torvald:
La vita. Essa è una continua sorpresa e scoperta; mai puoi sapere cosa ha in serbo per te.
Guardaci: non credevo ci saremo mai ritrovati a parlare come vecchi amici.

Nora:
Hai ragione, caro Torvald.

(Exeunt)






Note di ...betacchi?:
Salve a tutti!
Allora, devo ammettere che avrei preferito mettere le note degli autori alla fine di questi piccoli copioni, ma al sentir nominare questo strano affare tutti si tirano indietro, quindi, mi son rassegnata a fare un piccolo monologo ogni volta.
Dunque! Cosa c'è da dire su questa piccola fanfic? Allora, iniziamo con il nominare il caro Torvald: qui non lo vediamo afflitto dalla perdita di Nora, bensì rinato, con una nuova moglie che egli sembra apprezzare più di quanto ammirasse Nora. Lei, dal canto suo, ha trovato un uomo che la ascolti e che la tratti come lei desidera; si può quindi dire senza riserve che ci troviamo davanti al classico "good ending", nel quale tutti ottengono un finale positivo, in cui tutti sono vivi, si amano, et cetera.
Nella correzione di questo lavoro, ho necessariamente dovuto sistemare il discorso di Torvald: l'autrice (la cara Flavia) inseriva un racconto dell'incontro tra Kristine e Torvald che andava davvero fuori dramma; si notava, infatti, quanto la ragazza non avesse letto il copione né avuto l'occasione di vedere l'opera a teatro. Così, credo d'aver più o meno mantenuto l'idea del "colpo di fulmine", rimanendo però in tema con il dramma.
Detto ciò, non ho altri commenti: i due stanno bene, vedono la vita come uno scherzo o qualcosa di simile. Beati loro.

betacchi.

   
 
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