Ebbene si, dopo anni di attesa, stenterete a crederlo ma credo proprio di aver raggiunto l'ultimo capitolo. Uff... che lavoraccio e che pazienza da parte vostra che mi avete seguito fino all'ultimo.
Vi ringrazio infinitamente. Probabilmente se non avessi postato da subito, se non avessi saputo che qualcuno aspettava la conclusione di questa storia, non sarei mai riuscita davvero a concluderla, invece eccomi qua. Ho un motivo in più per ringraziarvi sinceramente. Tenevo e tengo particolarmente a Misty Rain, forse perchè ho messo in Remus molto di me, molto più di quanto coscientemente vorrei ammettere. Piango ancora oggi rileggendo certi passaggi, sembrerà stupido, visto che lo ho scritto io, eppure è così.
Va bene, pazienza, ora piango perché sto poco per volta realizzando che questa storia è davvero finita. Avevo in mente di inserire un Epilogo conclusivo, ambientato dopo l'ultima battaglia ma quando ho riletto le ultime righe ho capito che non è necessario. Oltretutto ancora non so come andrà davvero a finire Harry Potter and the deathley hallow, Remus potrebbe anche essere ucciso da quell'arpia (La Rowling ndr. ), quindi l'epilogo stonerebbe dal momento che ho fatto di tutto per riuscire ad incastrare questa storia tra il quinto ed il sesto libro...
Nel caso non lo aveste notato, il titolo dell'ultimo capitolo ricalca quello del Principe Mezzosangue. La storia è la stessa solo che la Row parla di Harry, io parlo di Remus. Ok, sto diventando un po' megalomane, quindi chiudo qui questa mia ultima intrusione.
Questo capitolo è un po' più lungo degli altri, per un momento ho pensato di dividerlo in due, in effetti sono due anche gli stralci di ricordi che di solito uso per aprire ma beh, ho lasciato tutto com'è, meglio se è più lungo, no? In fondo ormai se siete arrivati fin qui, avete sofferto abbastanza, senza bisogno di prolungarvi oltre quest'agonia.
Beh eccovi finalmente l'ultimo capitolo di Misty Rain. A dopo la pappardella i miei saluti.
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La tomba bianca.
Ehi, Rem, hai visto che tette?
Scusa?
Non fare il finto tonto,
si vede lontano un miglio che le hai notate anche tu!
Tu sei malato.
E tu
sembri una suora, che vuoi farci? Tutti abbiamo i nostri problemi. Ciò non
toglie che la nostra piccola Auror abbia delle gran belle tette!
Santo cielo,
Sirius, stai parlando di una bambina, ti spiacerebbe piantarla?
Santo cielo?
Visto che sembri una suora? E ad ogni modo, se le bambine di oggi sono tutte
così, non mi spiacerebbe tornare un poppante, proprio no! Chissà che nei vecchi
libri dei Black non ci sia qualche incantesimo in proposito.
Ti ho chiesto di
smetterla.
Devo aver letto qualcosa del genere una volta… Dimmi un po’, di
quanti anni vorresti ringiovanire, mio bel Remmy?
Devo prenderti a
calci?
Se la cosa ti fa piacere… Certo che hai sviluppato gusti strani
durante i miei anni di assenza…
Sei un idiota.
Ah … si fa quel che si
può.
…
Tuttavia mi domando se ringiovanendo potresti continuare a
piacerle tanto come ora… Chissà cos’è: forse quella tua aria da cane bastonato.
Alcune cose non cambiano, molte donne soffrono ancora della sindrome
dell’infermierina.
… ora non ti seguo più.
Davvero? Non te ne sei
accorto?
Accorto di cosa?
Degli occhietti dolci che riserva soltanto per
te.
Ma piantala!
No, dico davvero. Non hai visto come ti guarda quando le
parli? Pende letteralmente dalle tue labbra.
Quello si chiama “ascoltare”,
Sirius. Non tutti si limitano semplicemente a “sentire” come fai tu.
Oh, io
penso che lei ti voglia “sentire” eccome, vecchio mio!
Accidenti a te! La
smetti di mettermi certe idee in testa? Ti ho detto ad ogni modo che è solo una
ragazzina, potrebbe essere mia… una mia allieva!
Mhh e cosa c’è di più
eccitante di un rapporto illecito professore-allieva?
E’ proprio questo il
punto! Illecito! E immorale…
Vuoi forse dirmi che nel periodo in cui hai
insegnato ad Hogwarts non hai mai avuto nemmeno una fantasia al riguardo? Non
so, un gruppetto di studio di sole ragazze tutte intente a “sentire” ciò che il
loro caro professore ha da dire? Dovresti lobotomizzarmi per farmelo credere,
Lunastorta!
A volte mi domando se tu non lo sia già per natura, Felpato.
Sai cosa mi disse una volta Lily? “Se trovi una persona che può farti
felice e che tu puoi far felice, tutto il resto che importanza ha?”
…
Devi accasarti, vecchio mio. Non ho intenzione di trascinarti come un
macigno al collo per il resto dei miei giorni.
Vaffan…
Apro gli occhi lentamente, sento una brezza di aria fresca accarezzarmi
la pelle. Rabbrividisco ed inspiro profondamente.
Ho lasciato la finestra
aperta ieri notte, faceva troppo caldo per dormire. O forse era solo la
stanchezza, il terrore ed il dolore per la giornata che stiamo per
affrontare.
Oggi ad Hogwarts si terrà il funerale di Albus Percival Wulfric
Brian Silente.
Affondo il volto nel cuscino.
Non posso credere che sia già
mattino, non posso credere che questo giorno sia davvero arrivato.
Nel
momento in cui chiudo gli occhi vedo nell’oscurità il volto dell’uomo a cui oggi
daremo l’estremo saluto, il volto di un mentore, di un leader di un grande amico
e compagno di lotta, di vita.
Per anni ho ignorato i tuoi consigli, Albus, ora vorrei solo che continuassi a darmene.
Se penso che in fin dei conti è morto solo per difendere i suoi studenti, i
suoi ragazzi, tutti noi, un nodo mi stringe il cuore.
Eravamo noi il suo
esercito, avremmo dovuto proteggerlo ed invece è stato il contrario.
Ha
sacrificato la sua vita per noi, per il giovane Malfoy, per Harry.
Harry…
cosa ne sarà di lui adesso? Ora che non ha più la protezione di Silente il
ministero lo metterà sotto torchio. Non sarà facile.
Non lo sarà per
nessuno.
Nessuno potrà più nascondersi, siamo tutti possibili bersagli, siamo
tutti in pericolo.
E’guerra, sarà ancora dolore, sarà ancora morte, sarà
ancora perdita, fino alla sconfitta totale od alla vittoria.
Vittoria.
Si
potrà davvero definire tale?
Se mai dovessimo avere la possibilità di
sconfiggere i Mangiamorte, se riuscissimo ad eliminare il problema alla radice e
porre fine per sempre al perpetrarsi del potere di Voldemort , potremmo
considerarci mai vincitori?
Abbiamo già perso più di quanto chiunque vorrebbe
o potrebbe mai sopportare, a quante persone dovremo ancora dire addio? Quante
vite saranno ancora spezzate? Quante famiglie distrutte?
E’ guerra.
Nessuno vincerà.
Nessuno eccetto Voldemort; a lui non importa di perdere
degli amici, lui non ha nessuno, li ha rifiutati, li ha cacciati, li ha
allontanati tutti.
Mi somiglia molto per certi versi.
La solitudine che lo
accompagna è parte di me.
Ma che diavolo sto pensando?
Mi sollevo sul letto.
Devo alzarmi, devo lavarmi e prepararmi.
Devo
smettere di perdermi in queste stupide congetture!
Io non sono solo!
Io capisco, Remus, che solo tu puoi essere la causa della tua solitudine.
E’ così.
Ho tante persone accanto a me che per anni mi hanno sopportato,
mi hanno sorretto, mi hanno portato avanti, nonostante la mia ostinazione.
Ho cercato da me la solitudine ma non me l’hanno mai concessa ed ora non
posso che ringraziarli di questo.
Ora che ho davvero capito, ora che non
voglio più sentirmi solo, ora che più che mai ho bisogno di loro.
“Remus, sei sveglio? La cerimonia comincerà tra un’ora, se vuoi, di sotto c’è
la colazione. Niente di che, ho preparato il the e un paio di toast, giusto per
non rimanere a stomaco vuoto.”
La voce di Molly da dietro la porta.
Ho
dormito a casa Black questa notte, probabilmente dormirò qui ancora per un po’
nei giorni a venire. Non ho più una casa mia, dopo la mia villeggiatura nel
bosco dei Mannari, sono stato sfrattato.
Ho proibito con tutte le mie forze a
Silente di pagare le mie bollette ed il mio affitto, gli ho fatto credere di non
aver problemi in proposito.
Non che pensi se la sia davvero bevuta ma tant’è,
il mio despotico padrone di casa mi ha cacciato. La cosa più incredibile è che
non ha neppure avuto bisogno di conoscere o di temere la mia natura, è un
babbano, non crede all’esistenza dei lupi mannari.
Pazienza. Non è la prima
volta che mi capita e non sarà neppure l’ultima.
Quando ho raccontato a
Sirius di tutti i fattacci di questo tipo che mi sono capitati nei tredici anni
in cui lui era rimasto chiuso ad Azkaban, ha concluso dicendomi:
“Sei un
disastro, vecchio mio! Ti bastava morderli e farli diventare tuoi compagni di
giochi! Ma devo insegnarti proprio tutto?”
Ha riso di me per tutta la notte
il bastardo.
No, non è vero, abbiamo riso assieme, ridevamo sempre
assieme.
E’ questo ciò che più mi manca, è questo ciò che più mi
mancherà.
“Grazie mille, Molly. Mi vesto e scendo subito.”
Sorrido tra me e me senza quasi rendermi conto di star rispondendo.
Mi
guardo attorno.
Sono ancora in quella stanza, sono ancora dove è cominciato
tutto.
Quella è la finestra che ho fatto esplodere, quella è la sedia che ho
frantumato, quello è il pavimento su cui ho riversato il mio sangue, le mie
lacrime per Sirius, il mio dolore per la morte del mio migliore amico.
Anche
ora ho perso una persona cara, anche ora dovrei sentirmi distrutto eppure non è
così.
Perché?
Perché mi sento tanto sereno, nonostante tutto?
Sento la
sofferenza dentro il mio cuore, sento il peso di questa perdita ma non ho perso
completamente le speranze, questa volta.
Un barlume di felicità si apre ora
sulla mia strada, una lieve e fievole luce mi indica la via, devo solo riuscire
a raggiungerla, devo afferrarla.
Dopo averla scacciata per paura di
perderla, ora devo riacciuffarla prima di rischiare di doverle dire addio per
sempre.
Nymphadora …
E che cosa dovrei dirle?
Come posso presentarmi
di fronte a lei come se nulla fosse.
Maledizione, perché deve essere così
difficile?
Albus, perdonami. Sembra quasi che non mi importi più della tua
morte. Penso alla mia felicità nel giorno del tuo funerale. Ma chissà, forse è
proprio questo che avresti voluto, forse sei proprio tu che mi stai spingendo in
questa direzione.
Ora basta, è giunto il momento di vestirsi, tra
poco seppelliremo il preside di Hogwarts.
Appesi ad un ometto attaccato alla
porta ci sono i vestiti che indosserò quest’oggi. Un completo nero senza toppe,
senza cuciture, sembra nuovo e molto costoso. Di certo lo ha scovato Molly in
uno degli armadi del padre di Sirius.
L’idea di indossare i vestiti di
quell’uomo mi inquieta non poco.
Mi ucciderebbe se fosse ancora vivo per
farlo. Un mezzo sangue, lupo mannaro che indossa i suoi vestiti migliori.
Ridacchio divertito dall’espressione che farebbe Sirius vedendomi.
Sirius.
Oggi finalmente forse riuscirò a dire davvero addio anche a te ed
a James ed a Lily …
Così questo è l’ultimo giorno dei Malandrini …
Non sarà mai l’ultimo
giorno, finché persone come noi porteranno avanti i nostri insegnamenti. Peter,
la mappa?
Ehm … ecco, ragazzi … io …
Te la sei fatta sequestrare da Gazza,
no?
Come fai a saperlo?
Perché credi che abbia detto a Remus di
affidartela, Codaliscia?
E’ vero, me lo ha detto James, era certo che sarebbe
finita così!
Ora quella testa di rapa non avrà idea di come farla funzionare,
ma un giorno quando delle persone degne vi metteranno sopra le mani,
sapranno farne buon uso.
Sirius… cominci a parlare come mia nonna.
Chiudi
il becco, Ramoso! E’ un giorno importante! Non possiamo parlare sempre come
Codaliscia! Ehm.. Ghh… ecco… io… dovresti cambiare il repertorio, sei fin troppo
ripetitivo, Peter.
Lascialo in pace, Felpato. Non è colpa sua se ragiona a
monosillabi.
D’accordo, visto che non vi decidete a farlo, ci penserò io.
Dichiaro qui chiusa la setta dei Malandrini. Niente più gite per la foresta
Oscura al chiaro di luna, niente più punizioni a quattro, niente più
“Lunastorta, passami il compito che ieri non ho avuto tempo per Pozioni, avevo
la lingua e le mani impegnate altrove.”
Io non ho mai detto così!
Oh si
che lo hai detto, Felpato, e più di una volta, ti ho sentito anche io!
Senti
chi parla: “Lily mi uccide se scopre che non riesco a completare questa pozione
da solo, ti prego Lunastorta, aiutami! Lily non vuole che mi vesta così, Lily
non vuole che mangi schifezze, Lily qua, Lily là!” mi domando se per andare al
cesso devi prima sentire cosa ne pensa lei.
Vuoi botte?
Sicuro di non
dover prima chiedere il permesso a Lily per darmele?
Remus… fa qualcosa,
stanno per menarsi!
Mi mancherete ragazzi … tutto questo mi mancherà da
morire.
…
…
Guardalo bene, Felpato, il lupacchiotto sta per tirare
fuori i fazzolettini!
Non pensare nemmeno di abbracciarmi, Lunastorta perché,
se ci provi, ti trasformo in una lettiera!
Ma come, Felpato, hai ancora
bisogno della lettiera? Pensavo che ormai avessi imparato da un pezzo a farla
sul vasino!
Lunastorta, sei un mito!
Si, come no… divertente. Oh, al
diavolo… mi mancherete, bambocci!
… Mancherete anche a me …
Beh ma … ci …
ci rivedremo ancora no?
Certo, non abbiamo scelta. Per via dell’Ordine.
Siamo ancora tutti d’accordo no? Entreremo nell’Ordine della Fenice e prenderemo
a calci nel culo Voldemort e i suoi leccapiedi!
Felpato, la tua capacità
riassuntiva mi stupisce sempre.
Daremo un mondo migliore ai nostri
figli.
Oddio, Ramoso, ora sei tu che mi fai paura. Pensi già di riprodurti?
Ti prego, salva il mondo da una simile catastrofe!
Fanculo.
E’ stato
bello, finché è durato. Da domani tutto sarà diverso…
Da domani il mondo per
noi sarà diverso. Completamente nuovo ed inospitale.
Soprattutto per il
piccolo Peter qui, se non si decide a farsi una doccia e comprarsi un deodorante
magico antitraspirante.
Non è colpa mia se sudo tanto.
Beh ultimamente
sudi anche di più, puzzone. Altro che Codaliscia, dovevamo chiamarti ascella
tonante!
Muoviamoci, la cerimonia di consegna del diploma sta per iniziare.
Lily mi aspetta all’ingresso della scuola.
E se non arrivassi in orario,
potrebbe anche metterti il broncio, non sia mai! Potrebbe anche decidere di non
dartela questa sera!
Esattamente! Quindi muoviamoci!
Andate pure avanti,
ho dimenticato una cosa.
… Addio …
Ehi, Remus, tutto bene?
Mh? James, mi hai spaventato.
Pensavo fossi andato avanti con gli altri.
No, sono venuto a vedere se era
tutto OK. Ti vedo un po’ giù. Oggi è un gran giorno! Ci siamo diplomati,
finalmente!
Si, lo so… Accidenti sono passati già sette anni, vero? Mi
mancherà questa casetta.
Questa topaia?
Per sette anni è stata il
nostro…
Unico vero rifugio.
Sirius!
E’ finita, vero? I Malandrini
chiudono davvero i battenti?
A quanto pare…
Siete la mia famiglia,
ragazzi. Non sperate che ve lo ripeta, ma siete voi la mia famiglia.
Se
necessario combatteremo e moriremo insieme, sempre uno accanto all‘altro. Legati
per sempre.
Per sempre.
Per sempre.
…
Peter?
… Per …
sempre.
“Eccoci qui!”
La voce di Arthur al mio fianco mi riporta alla realtà
del presente.
Eccoci qui, siamo arrivati ad Hogwarts.
Ero talmente immerso
nei miei ricordi che quasi non mi sono reso conto della colazione, non ricordo
se abbiamo discusso di qualche futile argomento a tavola.
Ricordo giusto la
tensione palpabile nell’aria, la concentrazione per compiere la
smaterializzazione, il senso di vuoto dovuto dallo spostamento che è andato ad
aggiungersi al vuoto che pervade la mia anima.
Accanto a me ci sono Fleur e
Bill, sono comparsi un istante dopo di me, si tengono mano nella mano ma nessuno
dei due si perde il quelle smancerie tipiche di ogni ragazzo innamorato alla
loro età.
Tipiche in un mondo perfetto ma purtroppo questo non è un mondo
perfetto, se lo fosse oggi non ci troveremmo qui, non saremmo tutti vestiti di
nero, non avremmo fatto tanta strada solo per assistere ad un
funerale.
L’atmosfera che pervade l’intera vallata, da Hogwarts alla foresta
Oscura, a Hogsmead, è silenziosa, è straziante. Si sente chiaramente il dolore
nell’aria, lo si vede sui volti delle centinaia di maghi e non maghi che si
stanno lentamente riversando nel luogo scelto per salutare Albus Silente.
Mentre ci incamminiamo, mi soffermo ad osservare i due giovani che procedono
davanti a me.
Profonde cicatrici spiccano sul volto del maggiore degli
Weasley; il colorito pallido, l’espressione addolorata e dolorante dimostrano
che non è ancora guarito completamente dalle ferite infertegli da Grayback.
Probabilmente non guarirà mai a pieno, tuttavia il fatto che si trovi già qua,
circondato dall’affetto di tutti i suoi famigliari, prova quanto questo ragazzo
sia forte, prova che avrà sempre qualcuno a cui appoggiarsi nei momenti di
maggiore difficolta.
Non avrà mai più una vita normale ma lotterà fino allo
stremo nel tentativo di riconquistarla.
Dovrei imparare da lui, ora che ho
capito dovrei agire e seguire il suo esempio.
Devo solo trovare:
“Tonks.”
mi esce di bocca involontariamente. Solo Arthur accanto a me mostra di avermi
sentito.
“Dicevi?” mi fissa, nei suoi occhi brilla una strana luce.
Mi
sento il cuore rimbalzare nella cassa toracica e il viso riscaldarmisi
improvvisamente.
Cazzo… sto arrossendo?
“Ehm … “
Va bene, ci provo.
“Dovrei parlare con Nymphadora, pensi che oggi verrà?”
Arthur sospira:
“Pensi che davvero qualcuno potrebbe non venire quest’oggi? Forse giusto
Severus…”
Si rende troppo tardi del significato delle sue
parole.
“Perdonami … Sono solo un po’ …”
Leggo la disperazione nei suoi
occhi. A fatica la scaccia per rivolgermi subito un sorriso
incoraggiante.
“Oggi è in servizio, verrà con la sua squadra. Sono sicuro che
la troverai con il gruppo degli Auror.”
Mi indica un altro punto fuori dai
confini della scuola in cui stanno comparendo decine di uomini avvolti in lunghi
mantelli scuri.
Muovo un passo in quella direzione, pronto ad andare, senza
rivolgere neppure una parola di commiato dal resto del mio gruppo.
“Bill! Ti
stai rimettendo in fretta! Sono proprio contenta.”
Questa voce!
Mi volto
di scatto. Kingsley Sackelbolt occupa con tutta la sua stazza il mio intero
campo visivo.
Faccio fatica a notarla accanto a lui, minuta com’è ma è
proprio lei: Nymphadora Tonks.
A volte, guardandola mi stupisco ancora nel
pensare che possa essere un’ Auror, un cacciatore di stregoni
Oscuri.
“Nymphadora “ borbotto e muovo involontariamente un passo verso di
lei.
Indietreggia senza guardarmi negli occhi.
“Lupin, devo dirti ancora
una volta di non chiamarmi in quel modo.” mi risponde gelida, prima di
squadrarmi.
“ … Bel vestito … “
La sua freddezza mi trapassa la cassa
toracica come una lama di ghiaccio.
Mi odia, ormai?
Sono pronto a
desistere, è troppo tardi; sono ancora abbastanza lucido e sano di mente per
ritirarmi ed ammettere la sconfitta.
“Beh, ci vediamo dopo la cerimonia.”
Non mi dà il tempo di concludere per primo: si volta, seguita da Kingsley
che ha una lieve esitazione e mi fissa rattristato.
Una mano aperta in quel momento mi colpisce alla schiena, con poca grazia.
Caracollo in avanti, costretto ad aggrapparmi al braccio dell’Auror gigante
per non cascare a terra.
“Tutto bene?” mi domanda stupito.
Senza
rispondergli, mi volto incazzato.
Chi diavolo è stato.
Fleur ridacchia
nascondendo le labbra dietro le lunghe dita affusolate, accanto a lei Bill
fischietta con lo sguardo rivolto al cielo.
Maledetto pessimo attore.
Mentre il vecchio Lunastorta si fa strada nella mia coscienza, pensando ad
un giusto insulto da lanciargli, accompagnato da qualche bella fattura, Kingsley
mi afferra per le spalle e mi aiuta a raddrizzarmi, o meglio mi solleva come un
sacco di patate, mi fa girare attorno a lui e mi posiziona, come se fossi una
marionetta, tra sé e Tonks che intanto continua ad incamminarsi lungo la
vallata, incurante dei movimenti che avvengono alle sue spalle.
“Tutto bene?”
ripete l’Auror, mi urla quasi in un orecchio, non sono certo che la sua domanda
sia davvero rivolta a me.
Mi volto a fissarlo, vedo il suo sorriso ambiguo
quando mi si avvicina e bisbiglia:
“Non lasciartela scappare, Lupin.”
Che
cavolo è tutta questa confidenza? In questi giorni non hanno niente di meglio da
fare che preoccuparsi tutti della mia vita privata?
Mi spinge anche lui ma
con meno vigore di Bill.
Va bene. O la va o la spacca. E’ la mia ultima
possibilità.
“Tonks!” la chiamo.
Non si volta, non si ferma
neppure.
“Tonks!” ora sto quasi urlando, mi metto a rincorrerla e le afferro
un polso.
Ora sei costretta a fermarti, o a schiantarmi. A te la
scelta.
“Devo andare. Sono in servizio, Lupin.” Continua a non
guardarmi.
“Lo so ma io devo parlarti… Mi bastano dieci minuti, la cerimonia
comincerà tra non meno di venti.”
E che cosa avrei intenzione di dirle
esattamente?
Ottima domanda, davvero Remus, non potevi chiedertelo
prima?
Maledizione…
Chissà che Bill e Sackelbolt che tanto hanno fatto per
spingermi a questo, non mi abbiano anche preparato un bel discorsetto.
Lancio un’occhiata di sfuggita al gruppetto degli Weasley, ci stanno
fissando come se fossimo dei pesci in un acquario. Fleur e Molly tengono le mani
giunte davanti alla bocca, il fiato sospeso, pronte a sospirare da un momento
all’altro.
Donne…
L’unica che insiste con il non guardarmi e che non
sembra affatto propensa a sospiri romantici, pare proprio Tonks: l’unica di cui
mi interessi.
“La cerimonia non è ancora iniziata ma devo essere presente.
Sto lavorando, te lo ho detto.”
E’ davvero cocciuta.
“Ti do quindici
minuti, Tonks. Sono il tuo supervisore e so già che sei presente, non hai
bisogno di presentarti all’appello. Non siamo in servizio oggi, siamo qui solo
per presenziare alla cerimonia come ospiti, non come guardia di
sicurezza.”
Kingsley corre in mio aiuto. Ora sono prontissimo a rivedere la
mia definizione di confidenza.
“Ma io … “ è ancora incerta, non mi lascio
contagiare, mi incammino verso la foresta Oscura, trascinandola dietro di
me.
Non fa resistenza, si lascia guidare senza emettere un fiato.
Mi
raggiunge il sospiro contrariato di Molly e Fleur; si aspettavano forse che
dessi il mio spettacolino davanti a loro? Neanche per sogno!
Almeno cercando
un luogo appartato avrò il tempo per decidere cosa dire.
Non sono neppure
sicuro sul come si concluderà tutta la faccenda.
Intendo chiudere
definitivamente o … ?
Perché deve essere così dannatamente difficile?
Non è affatto difficile, Lunastorta. Tu salti loro addosso, le blocchi con un bel bacio passionale e “profondo”, se capisci cosa intendo, e vedrai che cascheranno tutte ai tuoi piedi. Con me funziona sempre.
Grazie del consiglio, Felpato, ma hai dimenticato che tu eri Sirius Black. Se
io agissi così, con questa donna, mi ritroverei trasmutato in un rospo
bitorzoluto prima ancora di poter aprire la bocca.
“Hai intenzione di
portarmi fino al centro della foresta?”
Ora il tono di Nymphadora è
stizzito.
“Mhhh? Ah!” accidenti, dove siamo arrivati? Mi guardo attorno,
ettari ed ettari di terra circondata da alberi poco invitanti si estendono
davanti a noi.
“Ehm … scusa … “ le lascio la mano.
“Allora? Cosa volevi
dirmi?” La voce le trema leggermente. E’ arrabbiata?
“Io … Nymphadora … ecco
…”
Perfetto, parlo per monosillabi come faceva Peter. E come se non bastasse
il mio tono è tornato quello del professorino, merda.
“Mhh… Senti, Remus,
facciamo prima così. So cosa vuoi dirmi.” aggrotta le sopracciglia, sporge in
fuori il labbro inferiore che le trema vistosamente, abbassa le palpebre, non
posso vedere i suoi occhi.
Sembra una bambina con il broncio, non credo di
averla mai vista così dolce, sembra sul punto di … piangere?
“Nymphadora … “
alzo una mano per accarezzarle il mento, per costringerla a guardarmi ma la
allontana con un solo gesto.
“Non devi … insomma non devi consolarmi così, ho
capito… io … Mi dispiace di averti disturbato e di averti detto quelle cose … è
che … ero confusa e … Lo so che non vuoi … Scusami.”
Si volta e corre via,
neanche fosse inseguita da un esercito di Nargilli.
Ma che diavolo ha
capito?
Forse però è meglio così, forse devo lasciarla andare, forse …
Le voci di Sirius e di James mi urlano nella mente, barcollo, quasi
stordito.
“MUOVITI, IMBECILLE!”
I miei piedi si muovono da soli.
Il fiato comincia a mancarmi. Non è facile starle dietro, soprattutto se non mi
rendo neppure conto di correre.
La afferro per le spalle, non mi preoccupo di
farle del male, la sento gemere mentre cade all’indietro, contro di me.
Le
stringo le braccia attorno al collo. Potrei strangolarla, ma non è quello che
voglio fare, voglio solo stringerla a me, voglio trasmetterle quello che sto
provando, senza dover parlare. Non so cosa dire, non so cosa sento, non so come
capirlo.
Scivolo con la guancia sul suo collo, le sfioro la pelle con le
labbra.
Il suo profumo dolce mi inebria di nuovo, come in quella lontanissima
mattina a Grimmauld Place. Non si muove, non si dimena, non cerca di sottrarsi
al mio abbraccio, rimane come congelata, ferma in attesa della mia prossima
mossa.
Sollevo lievemente la testa, fino a trovarmi guancia a guancia.
“Io
… sono un imbecille. “ mi scuso.
Forse non è la frase più romantica che
potesse venirmi in mente ma è senza dubbio la prima.
Le accarezzo la guancia
e il mento con due dita. Le faccio voltare leggermente la testa e la guardo
negli occhi; mi fissa dapprima accigliata, poi stupita.
La mia bocca si
avvicina alla sua. Non si ritrae, non si oppone.
La sto baciando, la sto già
baciando.
Avrei dovuto forse dire qualcosa? Avrei dovuto forse dichiararmi
con un discorso strappalacrime?
No, alla fine ho seguito il consiglio di
Sirius.
Spero di non risvegliarmi con la pelle viscida e bitorzoluta domani.
Mantengo gli occhi spalancati, forse per paura, è un’ auror ed io sono un lupo
mannaro, devo pur sempre essere pronto a tutto.
I suoi sono chiusi, quasi
stretti, due grossi lacrimoni le si formano tra le ciglia.
Mi ritraggo e la
libero dal mio abbraccio.
Rimane di spalle davanti a me, non si volta, non
parla.
“Scusa …” borbotto.
Piange per colpa mia?
Si gira con uno
scatto. Le lacrime scendono copiose lungo le sue guance.
Ha la bocca
lievemente socchiusa, gli occhi spalancati, ora sembra spaventata.
“Te ne
vai?” mi chiede in un singhiozzo.
“Cosa?”
“Te ne vai? L’ultima volta che
mi hai baciata e mi hai chiesto scusa, sei sparito per mesi e mesi. E’ così
anche questa volta?”
E’ per questo che piange?
Effettivamente quella
volta le ho chiesto scusa prima di smaterializzarmi ma se proprio vogliamo
essere pignoli, fu lei a baciarmi. Mi saltò tra le braccia e …
“Non vado da nessuna parte, Nymphadora, sono qua. Finalmente sono davvero
qua.”
Le sorrido incerto.
Ti ho fatta soffrire così tanto? Mi
dispiace.
Apre ancora la bocca, tenta di dire qualcosa ma invece sospira,
abbassa il capo ma non abbastanza da nascondere le guance, vedo il rossore
espandersi a raggiera, velocemente le ricopre il volto, fino a raggiungere
l’attaccatura dei capelli dove incredibilmente non si ferma. Sotto i miei occhi
anche i capelli di Nymphadora cambiano colore, partendo dalla radice velocemente
fino alle punte, brillano ora di un accecante rosso fuoco.
Il mio cuore
sussulta, rimango a bocca aperta poi stranamente mi metto a ridere, non
sguaiatamente ma ridacchio sommessamente, tentando di trattenermi.
“Ti … ti
faccio ridere?”
Mi rendo subito conto della stranezza di questa situazione,
cerco di tornare serio, non voglio offenderla, potrebbe soffrire ancora.
“No
… no, io …” non ce la faccio, è davvero troppo buffa! Anche le lentiggini le
sono diventate fucsia, i suoi occhi da grigi che erano appaiono ora dorati,
abbaglianti.
Rido di nuovo ma non distolgo lo sguardo.
“Sei arrossita?”
chiedo con un largo sorriso.
Sussulta e si porta le mani alle guance,
boccheggia un paio di volte come un pesciolino rosso saltato fuori dalla boccia,
poi con un balzo torna di nuovo a darmi le spalle.
“No… io … è solo che
…”
Sto ancora ridendo, non vorrei, non la trovo ridicola, solo buffa,
tremendamente e dolcemente buffa.
“Non ridere! Ti stai prendendo gioco di
me?”
“No! Niente affatto, io …” un accesso di risa interrompe la mia
giustificazione.
Si volta di nuovo verso di me e, a testa bassa, mi
aggredisce; mi colpisce a pugni chiusi, mugugnando qualcosa che non
comprendo.
“Ahio! Ma che fai?”
Le afferro i polsi, comincia a farmi male.
Trovandosi le braccia bloccate, alza una gamba e mi colpisce con un calcio lo
stinco.
La lascio andare e cado a terra con un gemito.
Dio, ora si che ci
credo alla storia dell’Auror, speriamo solo non decida di continuare a menarmi
ora che sono al tappeto.
Chiudo gli occhi in attesa di nuovi colpi, immagino
la risata di Sirius e di James se mi vedessero in questa situazione. Io invece
non rido più.
Per mia fortuna non arriva più alcun pugno, apro cautamente un
occhio.
L’immagine di Tonks mi compare davanti.
“Mi trovi ridicola?” mi
domanda imbronciata.
Inarco le sopracciglia e la osservo con aria
interrogativa.
Eh si che pensavo di essere io quello più pericoloso in un
rapporto a due.
Va bene, facciamoci coraggio, al più se dovesse davvero
picchiarmi, non potrei mai dire di non meritarmelo.
Le accarezzo una guancia,
siamo per terra, uno di fronte all’altra, ma appena mi sollevo sulle ginocchia
la sovrasto di nuovo di tutta la testa. Alza il mento per potermi guardare negli
occhi.
“Ti trovo adorabile.”
Ok, questa è una frase perfetta, chiunque si
scioglierebbe ma non Tonks che dapprima sospira, poi riprende ad interrogarmi
con quel tono da inquisitore.
“E quello che mi hai detto l’altro giorno in
infermeria?”
Che cosa ho detto in infermeria?
Oh si …
“Lo penso
ancora.” alzo le spalle.
Si rattrista ed abbassa di nuovo il mento.
“Sono
sempre io, sono ancora troppo vecchio, troppo pericoloso, troppo instabile,
troppo povero …”
Anche se sul pericoloso e l’instabile non ci metterei più
la mano sul fuoco. Di certo, per quanto ridicolo possa sembrare, non sono più il
più lunatico.
“A me non importa ... “
“Lo so, me lo hai detto. Ma chissà
forse un giorno ti importerà.”
“No! Davvero! Non mi interesserà mai, io …”
La zittisco posandole un dito sulle labbra.
“Non ci è dato sapere cosa
riserberà per noi il futuro: potrebbe accadere qualcosa, potresti cambiare idea
… “
Sospira.
“Tuttavia …” va bene è arrivato il momento del discorso, a
quanto pare il bacio di prima non è bastato.
“Tuttavia, conosciamo il nostro
presente. E’ il presente che viviamo, no? Non il passato, né tanto meno il
futuro. Solo il presente.”
Sto diventando poetico …
Mi fissa dal
basso, finalmente sorride, un sorriso luminoso e contagioso, le sorrido di
rimando.
“Cosa provi tu nel presente?”
“Nel presente, io ti amo, Remus J.
Lupin. E tu?” arrossisce nuovamente.
E’ titubante, attende una mia
risposta.
Le accarezzo i capelli, le passo la mano dietro la nuca e la traggo
a me. Le nostre labbra si incontrano immediatamente, Nymphadora si irrigidisce
nel mio abbraccio, per un momento abbiamo entrambi gli occhi aperti poi, con un
sospiro profondo, mi getta le braccia al collo, chiude gli occhi e si fa
travolgere da questo strano sentimento che prova nei miei confronti.
Ed io
cosa provo?
Non le ho risposto, non ne sono sicuro. Allora perché la sto
baciando?
Forse solo perché so che è quello che vuole lei?
Sto ancora una
volta pensando solo a ciò che vogliono gli altri?
Una scossa elettrica mi
attraversa la schiena, quando sento la sua lingua farsi strada nella mia bocca,
il mio fiato si accorcia, i battiti del mio cuore accelerano; la stringo ancora
di più a me, rispondo alla sua intrusione e finalmente chiudo gli occhi.
Non
sto pensando solo a lei, se così fosse non sarei qui, se così fosse l’avrei
allontanata definitivamente. Avrebbe sofferto forse ma alla fine avrebbe
compreso, mi avrebbe ringraziato. Solo io avrei perso qualcosa di molto
importante, solo io avrei continuato a soffrire, chiudendomi nella mia cocciuta
solitudine.
Se trovi una persona che può farti felice e che tu puoi far felice, tutto il resto che importanza ha?
E’ la mia felicità che sto cercando e forse posso trovarla in questa strana strega dai capelli fucsia. In fondo, tutto il resto che importanza ha, se posso finalmente dirmi felice?
Non mi rendo più conto del tempo che passa, continuiamo a baciarci con più
passione, con più desiderio, quando all’improvviso le campane della torre più
alta di Hogwarts prendono a rintoccare.
La cerimonia ha inizio, il funerale
sta cominciando.
Fingendo che non sia accaduto nulla, quasi sentendoci
colpevoli di aver provato simili emozioni in un giorno come questo, ci
incamminiamo velocemente verso il centro del grande giardino di
Hogwarts.
Centinaia di streghe e stregoni sono presenti per porgere gli
ultimi saluti ad un grande uomo, rappresentanti anche di varie altre razze
prendono posto, alcuni sulle sedie, altri rimangono in piedi.
Noto alcuni
centauri sul limitare della foresta, Fiorenzo il centauro scacciato è invece
pochi metri dalla pietra su cui giace il corpo senza vita di Albus.
Mi guardo
attorno, mentre mi siedo accanto a Tonks che non sembra voler lasciare la mia
mano: vedo volti affranti, spaventati, commossi, calcolatori.
Ascoltiamo l’omelia di uno strano ometto vestito di nero, sento appena le
parole che usa per descrivere una vita tanto ricca.
Parole senza senso,
parole che non significano assolutamente nulla per chi davvero lo ha conosciuto.
“Nobiltà di spirito … contributo intellettuale … grandezza di
cuore.”
Belle parole, più adatte ad un libro di storia che al vero Silente.
Non credo di essere l’unico a pensarla così, in molti ignorano la voce roca del
piccolo uomo probabilmente incaricato dal ministero.
Il Ministero… sono tutti
presenti: il nuovo primo ministro, i suoi sottoposti, persino i membri del
Wizengamot, sono tutti qui.
Ipocriti che hanno per anni tentato di
screditare il nome di Albus Silente, ora fingono di piangere la sua morte e nei
giorni a venire fingeranno di combattere il male per vendicarla, quando invece
continueranno a nascondere la testa sotto la sabbia, come hanno fatto nella
prima guerra, come già stanno facendo in questa seconda.
Si limiteranno ad
aspettare che qualcuno vinca, pronti ad allearsi o a prostrare il capo davanti
al futuro dominatore.
“Ipocriti …” bisbiglio appena ma Nymphadora mi sente
lo stesso. Comprende subito verso chi è rivolto il mio insulto, annuisce in
silenzio e mi stringe con più forza la mano. Ha gli occhi lucidi ma la sua
espressione seria e decisa non ha un tremito.
E’ strano, parliamo dei suoi
capi, dei suoi superiori eppure la pensa come me.
Forse dovrei trattenermi,
le mie idee politiche non potranno essere uguali alle sue, la gente per cui
lavora è la stessa che per anni mi ha discriminato, che continuerà a
discriminarmi per il resto dei miei giorni
Non ha importanza, la politica non
c’entra più niente.
Combattiamo contro un unico nemico, chissà se anche i
nostri capi se ne sono resi conti. Non ne sono certo, mi chiedo se oggi siano
qui per piangere la scomparsa di un grande uomo, la perdita del nostro vero
leader o se semplicemente non stiano sospirando di sollievo, per essersi
liberati di un problema, senza neppure rendersi conto che quel problema era
l’unica cosa che li separasse ancora dalla più nera e tragica sconfitta.
Una specie di esplosione mi distoglie dai miei pensieri. Una luminosa fiamma
bianca circonda improvvisamente il corpo di Silente, lingue di fuoco si
inseguono nell’aria sempre più in alto, finché non spariscono così come sono
apparse, lasciando posto al denso fumo che si dirada velocemente.
Una
imponente tomba di marmo bianco è ora apparsa davanti a tutti noi, racchiude e
protegge il corpo del preside di Hogwarts.
Molti dei presenti urlano nel
momento in cui l’aria viene invasa dal sibilo di innumerevoli frecce che cadono
con un tonfo, nel terreno tutto intorno alla tomba.
Il tributo dei centauri.
Ora la cerimonia è davvero finita, tutti cominciano ad alzarsi ed
incamminarsi fuori dai cancelli.
Presto tutti correranno a casa, convinti che
rimanere all’aperto non sia più sicuro, convinti che i focolai domestici li
proteggeranno dalla furia dei Mangiamorte.
Si stanno già scatenando, lo sento
nell’aria, lo sento nel terrore di tutti i presenti.
E’ questo il bello di
essere dei mannari, siamo i primi a percepire la paura ed è proprio questa
sensazione ad eccitare i nostri istinti.
Incrocio lo sguardo di Bill.
So che la sente anche lui, glielo leggo negli occhi, mi fissa mordendosi un
labbro.
Dovrò parlargli prima o poi, dovrò spiegargli cosa lo aspetta, ormai
anche lui sa che i sintomi non si limiteranno solo al preferire le bistecche al
sangue e proprio ora lo sta comprendendo.
Sospira a fatica ed abbassa il capo
deglutendo, Fleur lo soccorre subito, convinta che abbia un
mancamento.
Sorrido tra me e me. E’ bello poter avere qualcuno accanto anche
in quei momenti, pur sapendo di non potergli raccontare tutto, pur sapendo che
non potrà mai comprendere appieno i nostri sentimenti, o i nostri dolori, è
bello sapere comunque che qualcuno ci rimarrà vicino, qualunque cosa accada.
Guardo Nymphadora al mio fianco, ci teniamo ancora per mano, i suoi capelli
sono ora rosa acceso, il viso non è più rosso come lo era poco fa, è un po’ più
pallida ed ha le guance segnate ancora dal pianto.
La accarezzo, seguendo al
contrario il percorso delle lacrime ormai asciutte.
Si volta verso di me ed
io mi sporgo in avanti. So che Molly e Fleur sono in agguato, so che ci stanno
fissando, così come il resto della famiglia Weasley, come Malocchio Moody e
Kingsley Sackelbolt.
Siamo circondati dall’Ordine della Fenice al gran
completo ed ora so che sono tutti dei gran ficcanaso.
“Nel presente io ti
amo, Nymphadora Tonks.” le bisbiglio all’orecchio, sfiorandoglielo con la punta
del dito, mentre fingo di metterle in ordine un ciuffo di capelli scompigliato.
Sorride dolcemente, noto il rossore farsi di nuovo largo tra le sue
lentiggini, dapprima unendole come i puntini dei giochi per bambini, poi
espandendosi su tutto il suo volto, accendendola come una lampadina da camera
oscura.
Mi stringe la mano, e si appoggia a me sospirando, mentre ci
allontaniamo assieme alla folla silenziosa.
< Ci voleva davvero così
tanto ad ammetterlo? >
Mi volto di scatto, questa voce, conosco
questa voce. Come è possibile? Non può essere…
“Qualcosa non va, Remus?”
Nyphadora mi fissa accigliata.
“Non hai sentito … “
“Sentito cosa?” Ora
appare quasi preoccupata, mentre si guarda attorno sospettosa.
Un gracchiare
lontano attira i nostri sguardi verso l’alto.
Fanny vola lentamente in
cerchio sopra le nostre teste, il suo pianto straziante aleggia ancora
nell’aria.
Sento una lacrima calda scivolarmi lungo la guancia. Le mie
labbra si increspano involontariamente in un sorriso amaro.
“Addio, Albus.”
bisbiglio, seguendo il volo della fenice che ora si allontana da noi,
galleggiando nell’aria, senza peso.
Tonks mi abbraccia, il volto affondato
nel mio petto, singhiozza lievemente. Rispondo al suo abbraccio, stringendola a
me, come se questo potesse bastare a proteggerla dal dolore, come se potesse
bastare a proteggere me dalla paura di perdere anche lei.
Ho paura di
perdere le persone che amo?
Si, naturalmente, come chiunque altro al mondo,
ma questo non mi impedirà mai più di amare, questo non mi impedirà mai più di
avvicinarmi a coloro che tentano di aprirsi a me.
Io so chi sono, so cosa
sono: sono un lupo mannaro e sono Remus J. Lupin
(FINE)
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E come promesso, dopo la pappardella ecco i miei saluti e ringraziamenti. Saluto e ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita senza commentare, tutti quelli che mi hanno commentata che sono: Daewen, sally, fennec, Nausicaa, Elly, Kine, Shaida Black, Sillina, Elbereth, Francesca Akira89, Lunastorta, AleLupin, HermioneCH, CUCCIOLA_83, Sibil, Cristi, aantos, evenstar, Lilium33,Frytty ed LCassieP.
Spero di non aver dimenticato nessuno. ^___^ Grazie davvero, sinceramente.
Grazie anche alla Row naturalmente ed al mio mitico Lupacchiotto... ^__^ '' Scusa Rem se ti ho trattato così, sai com'è esigenze narrative...
UN BACIONE A TUTTI.
Daeran. PS: orpo 13 capitoli... Rem, non sei supersizioso, vero? °_°