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Autore: DarkshielD    20/12/2012    5 recensioni
Dopo la sconfitta da parte dei Guardiani, Pitch sembra essere destinato a scomparire, dimenticato da tutti, temuto da nessuno. In effetti, al risveglio da un brutto sogno, all’arrivo dell’alba, un incubo può scomparire.
Ma la paura rimane. E spesso, troppo spesso, va ben oltre il timore di trovare un mostro chiuso nell’armadio o sotto il letto, pronto a ghermirci se siamo così ficcanaso da dare un’occhiata.
La paura evolve. Diventa più potente.
Talmente potente da non poter essere più definita semplice paura.
E sarà allora che toccherà ai Guardiani tornare in azione.
Genere: Angst, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nuovo personaggio, Pitch
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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III: Spiegazioni e gratitudine

 

 

- Eh.. e quindi? – Jack Frost alzò un sopracciglio in attesa di delucidazioni.

Sandman si lasciò cadere le braccia e sospirò, esasperato. Aveva appena passato l’ultima mezz’ora a spiegare la ragione per cui sembrava così preoccupato negli ultimi tre giorni. E siccome a chiederglielo era stato proprio Jack, il Custode dei Sogni si era aspettato un minimo di partecipazione alla conversazione che aveva cercato di iniziare. Lo Spirito del Gelo, tuttavia, si era rivelato uno scarso interprete e un consigliere ancor meno capace.

L’intenzione di Sandman era di informare i Guardiani uno alla volta dell’anomalia in cui si era imbattuto e che si era rassegnato a considerare ‘problema che non posso risolvere da solo’. Tuttavia sapeva bene quanto erano tutti –eccezion fatta per Jack, il cui lavoro principale sembrava essere il far nulla- impegnati nei loro doveri di Guardiani, perciò aveva scelto di esporre il problema a tutti senza causare più agitazione del necessario. In fondo, nemmeno lui stesso era sicuro di ciò che stava succedendo: poteva essere uno scherzo di cattivo gusto di qualche Spirito minore, e non sarebbe la prima volta.

Aveva solo avuto la pessima idea di informare Jack per primo, solo perché è stato il primo disposto ad ascoltare che Sandman aveva incontrato.

…E quindi credo che la cosa non riguardi solo me. Formulò con la sua sabbia, in conclusione.

Frost impiegò diversi minuti per interpretare l’ultima stringa di figure, ma alla fine comprese anche l’ultima frase: - Avvertiamo gli altri, allora! – esclamò fra l’agitato e l’entusiasta, richiamò il gelido vento invernale sotto i suoi piedi e partì.

Il Custode dei Sogni non fece in tempo ad alzare la mano a mo’ di ‘Ma…’ che il giovane era già schizzato via gridando – Sbrigati! – ed ora non era altro che un puntino all’orizzonte.

…Veramente volevo avvertire gli altri di persona concluse fra sé Sandman, e si rassegnò a seguire il ragazzo.

*

Nell’istante in cui arrivò al palazzo di Babbo Natale, al Polo Nord, Sandman si accorse subito che Jack, nel giro del solo quarto d’ora che aveva di vantaggio, aveva scatenato un putiferio.

E capì che Frost doveva aver ingigantito la faccenda di parecchio quando vide un Nicholas North dall’espressione ansiosa correre trafelato verso di lui, afferrarlo con le sue manone, scuoterlo energicamente ed esclamare: - Pitch è tornato?! –

Sandman, stordito sia dalla domanda che dall’energica accoglienza, per un istante fissò North con un’espressione stranita, chiedendosi cosa c’entrasse l’Uomo Nero. Poi capì.

No. Disse formando una grossa ‘X’ con la sua sabbia. O almeno, non credo.

Ringraziò il fatto che Babbo Natale lo conoscesse da molto più tempo di Jack, e quindi comprendesse meglio il linguaggio della sabbia, anche se raccontare la storia daccapo si rivelò non meno impegnativo di quanto lo era stato con Frost.

North seguì tutte le figure con la fronte corrugata dalla concentrazione, ma alla fine comprese senza dover far ripetere troppe parole.

- Trenta… trentadue sogni in tre giorni? – disse infine North. Sandman annuì, e formò un globo terrestre con la sabbia

In tutto il mondo.

- Beh, se riguarda tutto il mondo la cosa non dovrebbe essere così terrificante. – disse una voce dall’ombra. I tre si voltarono, allarmati.

Dalla penombra uscì un grosso coniglio dal pelo tatuato e un’espressione seria dipinta sul muso – Anche se in effetti dovremmo preoccuparci. –

- Calmoniglio! – esclamò North con espressione affabile. – Ah, hai risposto alla mia chiamata! -

- Sono felice di vederti, come sempre, North. – Sorrise Calmoniglio. Si voltò verso Jack. – E tu, peste. –

- Sono felice di vedere anche te, Coda di Cotone. – ghignò Jack con espressione divertita, appoggiandosi al suo bastone.

- Non dovresti. – concluse l’altro. Si voltò verso Sandman, tornado serio – Ho sentito che sei nei guai, Sanderson. - 

Non so neanche se definirli ‘guai’. Rispose Sandman con un’alzata di spalle, Scusa se ti disturbiamo, eh.

- Non si nega una mano ad un amico. Piuttosto, ci fai vedere la sabbia di cui parlavi? –

Il Custode dei Sogni tirò fuori un sacchettino fatto di sabbia, che si dissolse rivelando il suo contenuto: altra sabbia.

Era molto più chiara di quando l’aveva raccolta: aveva assunto un colorito biancastro e vorticava molto meno.

Eccola.

Anche il sogno che rappresentava era molto più sbiadito. Si alzava in volute, si contorceva formando figure incomprensibili e ricadeva quasi inerme.

I tre Guardiani la osservarono con interesse, ma nessuno sembrava intenzionato ad avanzare ipotesi. Alla fine, i tre si guardarono con aria interrogativa: evidentemente nessuno ne aveva capito più di prima.

- Forse Dentolina…? – azzardò Jack. – Dentolina è la Custode dei Ricordi, non dei Sogni. – disse Calmoniglio – Senza offesa, ma il massimo che potrebbe fare sarebbe vederci un dente. E non credo questa sia la risposta. –

- Potrei vederci solo un dente, ma ti assicuro che un dentino può offrire molte più risposte di quanto tu creda. – disse un’irritata voce femminile alle spalle del coniglio, che sussultò.

- Da… da quando… - cominciò Calmoniglio, ma la Fatina dei Denti lo interruppe: -  Da quando ho avuto un minuto libero per rispondere alla chiamata di North. Mi hai chiamata  dicendo che Sandy era nei guai e che Pitch era tornato… - disse, rivolta a North. Jack arrossi lievemente, e distolse lo sguardo, imbarazzato – Ma sembra la situazione sia un po’ diversa. Sareste così gentili da spiegare? –

Anche Babbo Natale distolse lo sguardo fischiettando, imbarazzato per la gaffe fatta, e né il Coniglio di Pasqua né Jack sembravano intenzionati a fornire alcuna spiegazione.

Sandman si portò una mano al volto, esasperato: gli toccava ripetere tutto daccapo, per la terza volta.

*

In tutti questi secoli la tua unica preoccupazione è stata seminare paura e terrore nei cuori più innocenti.

Non ti ho mai visto fermarti a pensare, a considerare e cercare un'altra strada.

Per questa ragione, lascia che sia io a farti una domanda.

Qual è il tuo Centro?

A quella domanda dell’Uomo sulla Luna, Pitch non aveva risposto.

La domanda gli era sembrata così stupida, e la risposta così evidente, così ovvia… che non era riuscito a rispondere.

Paura ed Oscurità.

Ecco cos’è il mio Centro. Io sono la Paura, di Paura mi nutro, e gli anfratti più tetri ed oscuri sono la mia casa.

Paura è l’unico sentimento che evoco… l’unico che provo.

Quelle parole le aveva pensate decine e decine di volte quella notte, ma non era riuscito a pronunciarle. Qualcosa lo bloccava.

Un’incertezza, un ostacolo che non riusciva a definire.

Paura forse? Vergogna? E per cosa?

Perché anch’io sono capace di provare paura? O perché lo ammetto apertamente?

La luna, per quella notte, era calata. Il suo Abitante non riuscì ad ottenere una risposta, ma sembrò aver ottenuto qualcosa: Pitch era agitato, scosso da un dubbio che nemmeno lui comprendeva.

il cielo ora era completamente coperto da candide e spesse nubi , che oscuravano le stelle come una spessa coperta che prometteva neve.

Ed infatti la neve arrivò.

Piccoli, leggeri fiocchi scesero lentamente dalle nubi dello stesso colore per andare ad ingentilire il paesaggio nero e selvaggio che si stagliava di fronte all’entrata della caverna di Pitch.

Black amava quella foresta. Di notte tutto diventava nero, e nemmeno di giorno i più potenti raggi riuscivano a penetrare fin nelle profondità, e arrivare a terra.

Ora, il nero si stava vestendo di bianco.

Pitch alzò lo sguardo al cielo. Quel bianco gli ricordava Jack Frost, quando aveva cercato di convincerlo a passare dalla sua parte. A dominare il mondo, insieme.

Nulla si sposa meglio col gelo dell’oscurità. Quanto era vero.

Tese una mano, e alcuni fiocchi caddero sul palmo.

Si accorse che non erano freddi. Li guardò: nemmeno si scioglievano. Alzò nuovamente lo sguardo al cielo: non era più bianco candido, ma un grigio chiaro, e i fiocchi scendevano sempre più radi, sempre più scuri.

Abbassò nuovamente lo sguardo alla foresta: il bianco candido ora era tinto di grigio.

Grigio come la cenere.

- Sei dunque tu, il Re caduto? – rise una voce femminile, che si disperse, echeggiando,  nell’oscurità.

Pitch Black alzò nuovamente lo sguardo al cielo.

Dalle nubi grigie si generò una massa scura simile a fumo, che volteggiò elegantemente nell’aria gelida e si avvicinò, fino a posarsi di fronte all’Uomo Nero.

Ondeggiò e si contorse come un drappo di seta nera, fino ad assumere le sembianze di una bellissima donna, alta e pallida, dagli occhi impenetrabili come due pozze nere, e i capelli color cenere che fluttuavano nell’aria, come se fossero immersi nell’acqua. Era avvolta in un largo mantello blu notte ed aveva un espressione altezzosa sul bel viso candido, decorato da una piccola coroncina d’oro.

Attorno a lei il drappo d’ombra si divise e assunse la forma di due cavalli di fumo, i cui occhi d’oro rilucevano nell’oscurità.

Pitch li fissò. Li riconosceva. Come poteva non riconoscere coloro che fino a poco tempo fa l’avevano servito fedelmente?

Con quale coraggio i suoi Incubi si ripresentavano al suo cospetto?

La donna sorrise nel notare lo sguardo dell’Uomo Nero. Sotto lo sguardo sempre più astioso di Pitch, accarezzò leggermente il collo di uno degli Incubi, che chinò la bella testa verso la giovane.

- Sono bellissimi, non trovi? – sorrise. Pitch spostò gli occhi dall’Incubo per puntarli sulla donna, che sorrideva beffarda. 

- Mi chiedo perché li hai abbandonati. Ti erano così fedeli. Così felici di portarti ogni paura, ogni dolore. E tu? Li hai abbandonati. –

- Sono loro che hanno abbandonato me. – sibilò Pitch a mezza voce.

- Se un re è abbandonato dai suoi sudditi, significa che non è un degno re. – Sorrise la donna.

- Chi sei? –

- La nuova Regina. – calò il silenzio. Pitch sfoderò un sorriso di scherno.

- Regina degli Incubi? Tu? Hah, non farmi ridere. – fu un istante. La donna si dissolse sotto gli occhi dell’Uomo Nero, trasformandosi in fumo chiaro.

Pitch non fece in tempo a voltarsi, o anche solo guardarsi intorno, che sentì una mano rovente afferrargli la gola, e lunghe, affilate unghie piantarsi nella giugulare.

Si sentì mancare il respiro, mentre il dolore e un terrore profondo, irrazionale, si impossessò di lui. Non riuscì a muoversi, mentre la donna sussurrava piano al suo orecchio.

- Il mio nome è Crysis, e non ho intenzione di farti ridere, proprio no. Ti ringrazio per essere stato un re così indegno da meritare di essere abbandonato, perché ora mi hai donato dei seguaci. Me ne ricorderò. –

Pitch si sentì mancare le forze. Non respirava, ma sapeva che non era la mancanza d’aria. Era il terrore che provava.

Chiuse gli occhi.

Che vergogna. Si disse.

- Ed è proprio a causa di questa riconoscenza che ti lascio vivere. Striscia nelle ombre, Pitch Black. È quello il tuo posto. –

Come fiamme nere, l’oscurità avvolse Pitch Black, riportandolo al suo elemento.

 

 

 

-+-

Oh, guardate, c’è Jacky! *punta il dito verso lo schermo*

Ehm… altro capitolo? Va bene che ho detto che non ho intenzione di impegnarmi in questa fiction, ma spero di non star peggiorando. Ah ah.

Si, qua si parla tanto e si fa poco o nulla. E Pitch si ritrova a fare qualcosa che ha le sembianze di un esame di coscienza.

Oh, e incontra il suo ‘successore’ se così vogliamo definire Crysis.

Spero di non essere noiosa. Un grazie dal più profondo del cuore a chi mi ha recensito: Sweet Witch, Calamitas e Birbabirba. Non avete idea di quanto i vostri commenti mi facciano felice. Spero di essere all’altezza XD/*scappa via*

  
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