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Autore: Nico_Tina    22/12/2012    2 recensioni
Sono passati sette anni dalla rivoluzione, Katniss e Peeta vivono nel Villaggio dei Vincitori, le cose vanno bene. La tranquillità ha preso piede nella loro vita, ma un grande desiderio si fa strada nel cuore di Peeta.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Dorme. Con i suoi capelli ricci e biondi sembra un angelo. Il rosso scuro del divano sembra avvolgerlo in un calore particolare. Lo fisso, e penso a quanto tempo è già passato.
Il figlio di Finnick, così piccolo ma così uguale al padre. Sette lunghi anni dal momento in cui sono ritornata.
Rimango appoggiata all'angolo della porta a fissarlo finchè due mani calde mi avvolgono da dietro
. Peeta appoggia la testa sulla mia spalla sfiorandomi le guance con le labbra. -Non è bellissimo?- dice sorridendo.
-Si è meraviglioso- sussurro con un sorriso. So quello che sta pensando. Un figlio. Peeta vuole diventare padre.
Ho paura, una paura incontrollabile che cresce dentro di me. Non ne capisco nemmeno il motivo, visto che adesso è tutto finito. Gli Hunger Games non esistono più, se avessi figli non correrebbero il rischio di essere sorteggiati alla mietitura, come è successo a me e a Peeta, e buttati in un'arena a combattere fino all'ultimo sangue o aspettando di essere divorati dagli ibridi.
Avrebbero una bella vita. Lui sarebbe un padre meraviglioso. Potremmo vivere felici nella nostra bella casa nel Villaggio dei Vincitori. Sarebbe tutto perfetto, ma io come spiegherei loro i miei incubi? Come gli racconterei di tutte le cose orribili che ci sono capitate?
Una risposta si apre nella mia mente: adesso non è il momento.
Mi sento un'egoista a pensare questo, perchè sicuramente la nascita di un bambino, il nostro, lo renderebbero l'uomo più felice del mondo.
Annie è nella stanza che le abbiamo affidato finchè non se ne andrà. Sta disfacendo la valigia e le ho detto di sentirsi a casa sua, è il minimo che posso fare per lei.
Mi sciolgo dalla presa di Peeta lasciandogli un leggero bacio sulle labbra. Vado nella stanza di Annie e la trovo seduta sul letto con le gambe tra le braccia. Lo sguardo assente mi fa capire che è immersa nei suoi ricordi, però non so se sono quelli belli o quelli brutti, quindi aspetto che si accorga di me senza disturbarla. -Hei Katniss- sussurra accentuando un sorriso e girando il viso verso di me. Mi avvicino a lei e mi siedo di lato sul letto.
Solo adesso mi accorgo della sua collana. Una sottile catenina di metallo con un ciondolo di conchiglia e un minuscolo cuore fatto di filo per le reti da pesca. E’ straordinariamente complicato, ma mi basta uno sguardo per capire che è stato creato dalle abili mani di Finnick. Annie si accorge che lo sto fissando –Sai, questo lo fece Finnick prima di venire con voi a Capitol City- il suo viso diventa immediatamente serio- lo aveva fatto per me dicendomi: questo è il mio cuore, portalo sempre con te finchè torno-.
La sua voce si spezza e dense lacrime le scendono dagli occhi. Mi si forma un nodo in gola e sento come se qualcuno mi avesse dato un pugno nello stomaco. Cerco di dire qualcosa, ma mi esce solo -Scusa-.
Lei mi guarda, ha gli occhi rossi e il dolore che le si legge dentro. –Scusami se ho portato Finnick con me- dico. Piangiamo tutte e due in silenzio, finchè lei tende le mani e mi abbraccia. Lei non è arrabbiata con me, anzi.
–Non è colpa tua Katniss, la colpa è solo di Capitol City che vi ha portato a tutto questo. Però adesso grazie a te è passato- le sue parole sembrano uscirle dalla bocca come l’acqua di una fontana.
–Lui ti amava e ti ama ancora- le dico. –Lo so, e me lo dice ogni giorno- risponde lei –ogni giorno mi dice che è con me, che mi ama e ama nostro figlio, lui è sempre vicino a me- dice sorridendo. Annie che si estranea dal mondo, che si accovaccia sotto il tavolo dell’ambulatorio, o si nasconde mettendosi le mani sulle orecchie, ascolta Finnick che le parla. Forse sono allucinazioni o non so, ma non ho il coraggio di chiederle come le succede. Mi sembra così indifesa.
Ci asciughiamo le lacrime e ci dirigiamo verso il salone, dove prima stava dormendo il piccolo. Quando arrivo sul ciglio della porta i miei piedi si inchiodano al suolo. Peeta che gioca con il bambino sul tappeto. Le risate del piccolo e i versi di Peeta. Un calore mi irradia il viso, un sorriso si apre sulle mie labbra. –Hei- dice Peeta accorgendosi di me- piccolo saluta la zia Katniss- si rivolge al bambino. Una manina si alza –Ciao zia Katniss-. Scoppio a ridere con le lacrime agli occhi. Mi siedo a terra tra il bambino e Peeta, Annie ci guarda sorridendo con le lacrime agli occhi dal divano. Gli occhi di Peeta brillano, e quando incontro il suo sguardo non riesco a trattenermi nel baciarlo. La sua solidità mi sorprende come sempre, e i suoi occhi incredibilmente dolci mi dicono che un giorno succederà anche a noi.
   
 
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