Limoni sottaceto
Natale con i tuoi, Capodanno con... l'otite(?)
Takato
bussava di continuo alla porta serrata che portava in camera della
sorella.
«Risa!
Non fare la scema, apri questa porta!»
Il
ragazzo, alto per la precisione 1,70 metri, iniziò a
prendere a pugni la porta.
«Stupida!
Non è stando chiusa in camera che risolverai i tuoi problemi.»
Takato
sussultò quando vide la porta socchiudersi e sbucare il viso
della ragazza con gli occhi stracolmi di lacrime. Si
inginocchiò al pavimento e afferrò i lembi della
maglia del fratello, sussultando.
«Takato,
da quando dici queste perle di saggezza?»
«Da
quando mia sorella passa le nottate insonni a piagnucolare
“Stupido nanerottolo!”»
il ragazzo la scimmiottò alla bel e meglio.
«Abbi
rispetto per la tua sorella...»
«Non
dovevi litigare con Atsushi-san»
«E
da quando esce tutta questa confidenza?»
Takato
sbuffò e alzò le spalle. Risa cadde sul pavimento
e finì in posizione supina, si raggomitolò e
iniziò a piangere. Alla vista della sorella ridotta peggio
di uno strofinaccio bagnato, Takato provò un formicolio al
cuore.
«Scema...»
Risa
sgranò gli occhi quando si accorse che il ragazzo le
carezzava i capelli. Lo guardò in volto e l'espressione che
trovò era tranquilla e quasi beata.
«Takato.»
Risa
si sporse e lo abbracciò d'impulso. Non accadeva quasi mai
che i due si scambiassero dolci effusioni. Takato non ritrasse a
quell'abbraccio, anzi l'abbracciò di rimando: pur essendo
privo di tatto e un insensibile, anche lui aveva un cuore e vedere il
sorriso sul volto della sorella lo metteva di buon umore.
«Prometti
che dopo andrai da quel bassotto e gliele darai di santa ragione.»
Risa ridacchiò e strinse di più il fratello.
«Puoi
giurarci.»
Ma
com'era venuto il momento idilliaco, di pace fraterna, sparì.
«Scusa,
ma per cosa avete litigato?»
A
quella domanda, Risa sciolse l'abbraccio e sbiancò. «Se
te lo racconto mi sfotterai a via...»
Semplice
giorno di scuola, no: ultimo giorno di scuola prima delle vacanze
Natalizie.
Classe
3a C, ora del professore Nakano; per l'esattezza la quinta.
Come
al solito c'era un siparietto in corso: All Hanshin Kyoijin's show. A
differenza degli altri dibattiti tragicomici, questo era tragico e
basta. Come di suo solito, Otani non si morse la lingua e
straparlò non credendo che la ragazza potesse restarci male.
«Sei offeso? Guarda
che non ho scelto io di stare male!»
«Non capisco come hai
fatto a prendere l'otite!»
«Sai che andando in
piscina la potrei prendere! Ormai è diventata la mia
migliore amica»
La
giovane Koizumi si portò le braccia al petto e
sbuffò sonoramente.
«”Ciao
Koizumi!”, “Ciao Otite-chan”. Ma sparati!»
Scoppiò
la risata generale, accompagnata da una lieve spinta da parte di Otani
sul braccio di Koizumi, che restò seria e impassibile.
Risa
pensava che Otani fosse acido: non c'era umorismo o sarcasmo in quelle
parole, perchè le sue erano affermazioni.
Otani aveva la stessa idea su Risa: sempre pronta ad attaccare briga su
tutto.
Ed
ora si trovavano per l'ennesima volta al centro della classe e del
dibattito, per niente amichevole.
«Sai che ti dico? Che
sei un limone!»
«Mi staresti dicendo
che sono acido?» Otani
s'accigliò, portandosi le braccia al petto.
Risa
sbuffò e posò le mani sui fianchi, voltando il
capo. «Osi
negarlo?»
«Miss aceto, lo sanno
tutti che quando sei mestruata diventi irascibile!»
Risa
sbarrò gli occhi esterrefatta: era la prima volta che Otani
le rispondeva in quel modo. Il ragazzo non si accorse di nulla, ma
l'impatto fu doloroso: il bernoccolo, provocato dal lancio del
telecomando da parte di Koizumi, era piuttosto evidente.
Nobu
fissò allibita l'amica che usciva dalla stanza sbattendo la
porta alle sue spalle. «Nakao,
dimmi che se non stessero assieme non lo avrebbe ucciso. Ho bisogno di
sentirlo!»
Dal
canto suo, Nakao restò di sasso. Non aveva mai visto una
Risa così abbattuta e arrabbiata: Otani l'aveva fatta
veramente grossa.
«Sei un cretino. Ora
piangerà di nuovo.»
Nobu
gli regalò una gomitata, cercando di centrare una costola.
Sbuffò sonoramente ed inseguì l'amica.
Nakao
lo fissò con rimprovero e Otani corse dietro alla castana,
uscendo dall'aula video. A fare da sfondo c'erano le urla del
professore che richiamava tutti gli studenti all'ordine. Otani fu
obbligato a rientrare in classe e, dopo poco più di dieci
minuti, venne a sapere che Risa andò a casa in seguito ad un
malore.
Takato
fissò la sorella in uno stato catatonico e incredulo.
«Takato?»
Risa
cercò di risvegliare il fratello dallo stato di trance in
cui era caduto e ci riuscì benissimo: come si riprese il
ragazzo scoppiò a ridere. Si tenne pancia e
indicò la sorella.
«Buahah,
sei sfigata! Cioè, se hai la febbre vai a scuola, ma se hai
un'otite del cavolo non vai a festeggiare con il tuo ragazzo e i tuoi
amici? Vai a vestirti.»
Risa
si strinse un po' nel suo caldo pile e fissò il fratello con
gli occhi sbarrati. «Takato,
ma-»
«Io
non mi rovino mica i programmi perchè mia sorella sta male.»
Takato la fissò con lo sguardo più ovvio del
mondo.
«Hai
ragione, m-ma...»
«Quindi
converrai con me che è meglio andare via. Mettiti la maglia
pesante sopra al vestitino di lana blu: ti dona molto.»
«Takato,
sei una faccia di latta!»
Il
ragazzo si alzò e lanciò scintille alla sorella. «Può
essere, chi lo sa.»
In men che non si
dica Risa era pronta, determinata e sempre ammalata. respirò
profondamente e pensò a quanto erano stati fortunati i suoi
genitori ad essere andati alle terme. Si fece forza ed uscì
di casa, coperta fino agli orecchi. E si trovò Otani davanti
al naso.
«Otani.»
Ripeté
più volte il suo nome, con le lacrime agli occhi e gli
saltò addosso, abbracciandolo e rischiando di cadere al
suolo.
«Scema.»
Risa
affondò il viso fra i capelli del ragazzo, stringendolo
sempre più a sè.
«L'ho
sentito troppe volte oggi, cambia. Ti prego.»
Otani
la guardò negli occhi e le sorrise. «Hai
ragione, Risa-chan.»
il ragazzo annullò la distanza fra loro con un bacio di
riappacificazione.
Nascosti
dietro al muretto di casa Koizumi c'erano tutti da, Nobu a Maity e
anche Haruka e Seiko-chan. Sorrisero contenti alla scena mielosa che li
si parava davanti agli occhi.
«Potrebbero
anche limonarsi da qualche altra parte!»
Seiko-chan tirò una gomitata ad Haruka, riuscendo a zittirlo.
«Buon
anno, Risa!»
Alla
ragazza mancò un battito. Osservò il suo
fidanzato che le teneva la mano e le faceva l'occhiolino. «Natale
con i tuoi, Capodanno con chi vuoi. Anche con l'otite.»
Più
tardi una bella ragazza suonò al campanello di casa Koizumi.
«Takato!
Auguri!»
il ragazzo si sporse e sfiorò le sue labbra con quelle della
ragazza.
Era
una fortuna averla conosciuta sulla metro, quella sera dopo il lavoro
part time. Si erano trovati reciprocamente piacevoli ed avevano
iniziato ad uscire da subito.
«Auguri
anche a te. Entra dai!»
la
incitò lui, aprendole la porta e spostandosi di lato.
La
giovane entrò in casa e si spogliò dal giubbotto,
dando una bustina di plastica al ragazzo.
«Takato,
ti ho portato un film da guardare mentre aspettiamo gli altri. Ti va
bene?»
Il
sorriso della ragazza solleticò nuovamente i cuore di
Takato, ma essendo un insensibile non lo diede a vedere. Forse si era
innamorato davvero, se era arrivato a mentire ai genitori e alla
sorella, dicendo che sarebbero arrivati tutti ad un orario piuttosto
che un altro. Invece c'era solo lei, dispensatrice di sorrisi.
Il ragazzo sorrise beffardo. «Se
va bene a te, va bene anche a me, Mimi.»
Molti anni dopo.
«Takato!
Accompagni Hikari da Sea-chan? Graaaazie!»
Il
ragazzo si alzò, sbuffando, dal divano. Era appena arrivato
e già lo facevano correre a destra e manca. Mimi sarebbe
arrivata da lì a poco: aveva avuto problemi a lavoro.
Almeno
la sua adorata nipotina era una compagnia più che ottima e
una conversatrice affabile e attenta, a differenza della sorella. Erano
uguali, Otani lo diceva sempre: stesso carattere del cavolo e stesso
sguardo impassibile. C'era da dire che il loro sorriso era il
più bello perchè raro e sincero.
E
si vide comparire uno schianto di nipote: gonna nera, collant rossi con
motivo avente dei fiori neri, stivaletti bassi neri e una maglia a
righe rosse e nere. Hikari sorrise allo zio e si sporse verso il divano
per prendere la giacca e la berretta.
«Hika-chan,
dove vuoi andare vestita così?»
Lei
si limitò a sorridere con un ché di malizioso. «Da
Yuudai, zietto. Dopo arrivano anche gli altri, ma non lo dire a mamma e
a papà: è un segreto!»
Takato
non fece troppe domande: aveva già capito ogni cosa.
Aprì la porta di casa e si trovò il volto dei
genitori dello stesso Yuudai davanti al naso. Chiaharu e Suzuki gli
sorrisero e lui li salutò con un cenno. Camminò
in direzione della macchina e si lasciò sfuggire una risata.
Sogghignò:
quella ragazzina era uguale a lui.
due chiacchiere con milichituli
Buon Anno Nuovo :)
spero che questo
2013 possa essere fantastico e decisamente migliore del 2012 che ci
lasciamo alle spalle. Grazie per il sostegno, mi fate commuovere: siete
fantastiche!
Scusate,
ma oggi non ho tempo -.-
01\01\2013
Mi faceva davvero pena il commento di ieri e così ho pensato
di modificarlo e correggere eventuali Orrori (ebbene sì).
Spero che possa andare tutto bene e che questo anno possa essere
migliore del precendete, per me il precedente è stato...
vabbé se dico una "ciofeca" si capisce, no? Trovo che Hikari
e Takato siano versatili. Cioè, con questi due puoi fare
qualsiasi cosa perchè le loro espressioni sono limitate, ma
allo stesso tempo troppe. Non so se mi spiego... L'otite è
la mia migliore amica, sappiatelo!
Ora vado e Buon 2013 a tutti ;D
p.s. Takato non si metterà MAI con Mimi e per questo vi avviso che ho stravolto il manga. Io non sopporto che inventino una ragazza apposta per lui, ecco! Devo dire che sul manga finale extra ci sono rimasta mooolto male, già! D: Comunque per fortuna che esisto con il bel Crack!!!
A presto, milichituli