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Autore: Whiteeyes95j    01/01/2013    1 recensioni
Cosa avviene veramente a Summer dopo il suo rapimento da parte di Julian ? Lui ha detto la verità ? Ha davvero dormito per tutto il tempo ?? O è successo qualcos'altro ? E se tra i due fosse nato qualcosa, che cosa accadrebbe ?? La situazione resterebbe la stessa ?
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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That boy is mine

Summer era ancora incredula di essere finalmente arrivata nella vera dimora di Julian, dopo aver attraversato il bosco, l’enigma dei cartelli e dopo aver fatto tutta quella strada a piedi aveva cominciato a perdere la speranza. Tuttavia quel luogo le incuteva timore, esternamente era identica alla casa di ottone, quella dove avevano svolto il gioco non più di qualche ora fa e non aveva ancora capito perché in quel luogo fosse ancora notte. Tuttavia Summer sperava che almeno il quella casa non ci fossero mostri in ogni stanza e soprattutto  che il Rettile e la Spia stessero lontano da lei.
<< E’ identica alla casa del gioco >> disse con voce bassa
<< Perché è la casa del gioco >> disse Julian
<< Cosa ? >> chiese scettica e anche un po’ turbata
<< Diciamo che è una gemella, la casa del gioco e questa sono legate da un filo invisibile che mi permette di essere ora in una ora nell’altra >>
<< E perché allora per tornare in questa abbiamo dovuto fare tutta questa strada ?? >> chiese arrabbiata
<< Perché due secondi dopo essercene andati quella casa è stata fatta a pezzi, perdendo tutta la sua magia >>
<< Da chi ? >>
<< Dagli Uomini Ombra >>
Summer era sempre più confusa, quindi quella casa era gemella di quella che ormai avrebbe occupato i suoi incubi peggiori, e adesso per di più lei avrebbe dovuto viverci. Deglutì e in quel momento odiò lei e la sua debolezza più di ogni altra cosa. Non era colpa di nessun altro se non di se stessa se lei si ritrovava in quella situazione  del cavolo insieme al suo peggior nemico. Volse nuovamente lo sguardo alla casa di ottone che, forse perché non era un modellino, o forse perché era avvolta dalla nebbia, emanava un’aria molto più tetra e imponente. Chissà Julian come poteva vivere all’interno di un’abitazione del genere, sicuramente non temeva il buio.
<< Dai entriamo, che tra un po’ dovremo uscire di nuovo >> disse Julian avanzando verso l’entrata
<< Noi ? >> chiese allibita
<< Secondo te sono così stupido da lasciarti a casa MIA da sola, con le MIE cose, per tanto tempo ?? Tsz >>
<< Forse no, ma sei abbastanza stupido da non capire che comunque non potrei fuggire da nessuna parte >> commentò acidamente lei
<< Primo: smettila di insultarmi, non ti conviene, razza di nana dai capelli di paglia; secondo: dato il tuo livello di intelligenza abbastanza scarso potresti avere idee ancora più stupide >> commentò con cattiveria aprendo la porta di casa e entrando.
Forse per la rabbia, forse per la voglia di rispondere a tono a quell’arrogante che Summer entrò senza indugi dentro casa sbattendo la porta con rabbia.
<< Ascoltami bene, potrai anche essere il cattivo di uno di quei patetici film per bambini, potrai anche avere i riflessi di Edward Cullen, o la forza di Hulk ma sappi che non mi fai paura e che se mi fai arrabbiare non avrei timore di tirarti un bel ceffone >> disse tutto ad un fiato
Julian si limitò ad osservarla con sufficienza anche se da dietro alle sue iridi blu elettrico si poteva notare benissimo sorpresa e rispetto, tuttavia si avvicinò lentamente e le disse all’orecchio << Mi piace quando fai l’offesa, sembri quasi sexy >>, concluse leccandole lievemente la guancia.
La schiena di Summer fu attraversata da un brivido lungo la schiena, cercò di nasconderlo, non voleva dare altre inutili soddisfazioni a quell’essere spregevole, per quella sera ne aveva avute fin troppe. Tuttavia Julian se ne accorse perfettamente e, poiché desiderava provocarla, questa volta le diede un piccolo, sensuale, bacio sul collo. La sua pelle aveva un buon profumo, nonostante fosse ancora bagnata dalla pioggia aveva ancora una leggera fragranza di cocco e vaniglia che lo stava inebriando. Era diverso dall’odore di miele della pelle di Jenny, era un profumo più sottile e delicato e che, doveva ammetterlo, gli piaceva di più. Così dopo il primo, arrivò il secondo fino a lasciarle una delicata scia di baci sul collo. Summer cercò di resistere, si mordeva le labbra per trattenere ogni singolo gemito, tuttavia non riuscì a non chinare il collo all’indietro, estasiata. Quella dolce tortura le stava facendo perdere i sensi e le stava facendo provare vergogna per quello che stava provando. Era sbagliato, era scorretto nei confronti di Jenny e dei suoi compagni. Eppure non riusciva né a spostarsi né ad allontanarlo, anzi senza nemmeno rendersene conto, aveva infilato una mano tra i morbidi capelli di Julian come a volerlo avvicinare sempre di più al suo collo chiaro mentre con l’altro braccio lo stringeva da dietro la schiena. Julian a quel punto le cinse la vita con un braccio e l’attirò a se in modo da far combaciare i loro bacini, mentre infilava l’altra mano tra i boccoli chiari facendo inclinare ancora di più il morbido collo della ragazza, poi dopo un po’ cominciò a baciare il mento, le guance, la fronte, poi di nuovo il collo, mentre lei continuava a sospirare e gemere. Ma quando Julian stava per baciare quelle piccole labbra rosse furono distratti da un rumore che rovinò tutta la magia che si era venuta a creare. Entrambi si voltarono dalle direzione da cui avevano avvertito il rumore e videro che il Rettile aveva fatto cadere un vaso per terra che Summer prima non aveva notato. Ora che si guardava bene in giro la casa, seppure identica a quella del gioco esternamente, all’interno era totalmente diversa. Molto più buia e cupa. Davanti a lei c’era una stanza con un’enorme scala centrale con i lati dorati, il pavimento a scacchi neri e bianchi e le porte ai lati erano dorati anch’essi. Vicino alla scala c’era un piedistallo dal quale il Rettile aveva appena fatto cadere il vaso. Summer i voltò verso Julian per vedere la sua reazione, si aspettava di vederlo infuriarsi, era risaputo che ogni collezionista adora mettere i pegni simboleggianti dei loro successi sui piedistalli e vedendo il vaso per terra Summer era convinta che avesse un valore, ma Julian invece non se ne curò, sembrava che non l’avesse nemmeno notato, troppo occupato a pensare ad altro.
<< Tutto bene ? >> chiese timorosa
Julian non le rispose mantenendo la sua strana espressione fino a quando si sentì il suono di un orologio che Summer non riusciva a scorgere a causa del buio.
<< Maledizione >> sussurrò Julian sottovoce, attento a non farsi sentire dalla ragazza
<< Dobbiamo andare ! >> esclamò a voce alta << Siamo tremendamente in ritardo >>
Summer lo guardò confusa, << In ritardo per cosa  ?? >>
<< Devo incontrare degli … amici , perciò forza dobbiamo andare ! >> esclamò Julian prendendo un cappotto nero e lanciandolo a Summer
<< Mettiti questo, ti terrà più cada e inoltre la tua orrenda camicia blu e rovinata non ci accecherà tutti come medusa >>
Ecco, era troppo bello per essere vero. Julian è, e sarebbe sempre rimasto, un grande stronzo.
<< Sei tu che me l’hai ridotta in questo modo obbrobrioso razza di arrogante presuntuoso >> ribatté arrabbiata
<< Si certo, come ti pare. Dai sempre la colpa a me ! >> disse Julian frettolosamente
<< E’ COLPA TUA ! ! >>
<< MUOVITI !!! >> urlò Julian prendendola per un braccio e buttandola fuori.
Se Summer avesse avuto riflessi più pronti gli avrebbe volentieri dato un pugno in faccia ma purtroppo ancora una volta Julian era stato troppo veloce e lei ormai non poteva più opporsi.

Dopo un’ora di cammino passata nel silenzio più totale e imbarazzante arrivarono presso uno strano parco giochi , con l’insegna di “ Parco giochi delle Tenebre” o qualcosa del genere. Che strano posto, pensò. Summer non amava quel posto, ma non voleva neanche tornare a casa di Julian. Non se la sentiva di stare da sola con lui, non dopo quello che era successo. Lei si sentiva ancora imbarazzata per quello che era successo con lui. Non si era mai sentita così in imbarazzo in vita sua tuttavia doveva darsi un po’ di contegno. Arrivarono al centro del parco giochi dove Summer vide ogni genere di creatura oscura. Là c’erano proprio tutti, dai vampiri, agli elfi, alle sirene, agli spiriti e ai demoni. Però non vide Uomini Ombra, chissà perché. Julian la prese per l’avambraccio e cominciò a trascinarla verso la folla. Appena furono più vicini tutti quanti si accorsero della loro presenza, e la voglia di scomparirei Summer aumentò come non mai. Tutti quegli occhi, maligni seppur belli la stavano guardando con curiosità mista a cattiveria. Si sentiva tremendamente a disagio.
<< Julian e questa chi è ? >> chiese una ragazza molto pallida
Vampira, pensò Summer. Era una bella ragazza dai capelli mori con delle ciocche rosse e due bellissimi occhi color topazio brillante. Magra e abbastanza muscolosa, e alta, molto alta, tutto ci che un uomo potrebbe desiderare. Summer si sentì così insignificante in confronto a lei, in realtà si sentiva insignificante rispetto a tutti lì.
<< E’ una mia preda >> rispose secco
<< Non può stare qui ! >> esclamò un ragazzo dietro di loro
Anche lui era molto bello, capelli corti e neri come la notte e due occhi blu molto brillanti come quelli di un elfo, ma non lo era. Era un demone e Summer lo aveva capito dal disegno con la stella al contrario sulla maglietta.
<< Tranquillo, se ne stava andando, le altre dove sono ? >> chiese
<< Le altre ? >> domandò Summer
<< Le altre ragazze catturate >> spiegò la ragazza mora
Summer deglutì.
<< Sono in quella tenda ! >> rispose il ragazzo demone indicando con un cenno del capo una tenda totalmente rossa
<< Bene,vai lì. Ti raggiungo dopo ! >> le ordinò Julian
Summer annuì, non aveva voglia di cominciare a discutere, non era ne il luogo ne il momento e poi non vedeva l’ora di allontanarsi da tutte quelle creature che nel frattempo la stavano giudicando, se lo sentiva.
<< Che ragazza bassa ! Sembra uno gnomo da giardino ! >>
<< E quei capelli, sembrano la criniera di un leone spelacchiato >>
<< Puzza anche di terra bagnata ! >>
Summer davvero non ne poteva più di tutte quelle creature, ne era stufa. E ne era anche spaventata. Tuttavia Summer, troppo presa dai suoi pensieri, non si rese conto che Julian non aveva smesso un attimo di guardarla, la stava seguendo con gli occhi, senza farsi accorgere dagli altri. Anche lui era confuso, non riusciva a capire che cosa gli fosse successo prima. Quel profumo lo aveva inebriato, ammaliato, stordito, si era impossessato di lui e alla fine resistere era stato impossibile e se non fosse stato per il Rettile ( che aveva fatto cadere il vaso appositamente) dubitava che si sarebbe staccato dal morbido collo si Summer. In realtà non erano nemmeno in ritardo, lui l’aveva fatto apposta per non vivere un momento imbarazzante e inadeguato. Erano in perfetto orario ma ad un tratto era come se gli mancasse l’aria. Non era questo il suo intento, lui la voleva solamente provocare e invece il suo stesso scherzo gli si era rivoltato contro. Tuttavia adesso non aveva voglia di pensare a questo, ora doveva pensare a una cosa molto più urgente e importante, i suoi sentimenti potevano tranquillamente aspettare. SI guardò in giro, c’erano proprio tutti, demoni, sirene, spiriti, ma c’era ancora una persona che doveva arrivare e poi la riunione sarebbe iniziata. Dubitava tuttavia che il Mondo delle Tenebre fosse un luogo sicuro dove tenere una riunione, c’era un motivo per cui non erano stati chiamati gli Uomini Ombra ( eccetto lui ), c’era un motivo se lui aveva deciso di allearsi con altre creature oscure, qualcosa di orribile stava per accadere e per una volta avrebbe cercato di fare la cosa giusta.
<< Buonasera ragazzi ! >> disse una voce che lo distolse dai suoi pensieri
Bene, pensò, era arrivato. Adesso la riunione poteva iniziare.

Summer aprì la tenda rossa con cautela a prima di entrare sbirciò dentro. Era una tempo abbastanza grande e sembrava di essere come in un circo, solo che quel posto non la divertiva affatto.
<< Tu chi sei ? >> chiese una voce non molto distante da lei
Summer si guardò intorno prima di notare un gruppetto di circa sette ragazze, vicine e con l’aria parecchio turbata.
<< Io mi chiamo Summer >> rispose
<< Sei la ragazza di Julian ? >> chiese un’altra ragazza, Summer la guardò , era una ragazza molto carina, pelle leggermente abbronzata, occhi a mandorla e sicuramente di origini ispaniche.
<< Sono una preda di Julian, tu come ti chiami ? >> chiese
La ragazza le fece un timido sorriso << Mi chiamo Maria-Teresa Capdevilla, ma puoi chiamarmi Tetè >>
Summer ricambiò il sorriso.
<< Quindi non sei tu la ragazza di Julian ! >> esclamò un’altra ragazza
Summer la guardò e sinceramente non le ispirò simpatia come Tetè. Era una ragazza molto carina, capelli ramati, ordinati e con gli occhi verde acqua celati da un ampio strato di trucco, le labbra carnose molto rosse e vestita in modo molto provocante.
<< No perché ? >> chiese
<< Perché altrimenti Julian avrebbe dimostrato di avere tanto cattivo gusto. Con tutte le ragazze che avrebbe potuto avere, come me, sarei rimasta sconvolta se avessi scoperto che il grande amore della sua vita era una nana da giardino, con i capelli più disordinati della paglia, scialba, brutta e senza neanche una misera curva >>
Summer era rimasta sconcertata e pensò le sue amiche al suo posto, Jenny le avrebbe risposto, Dee si sarebbe limitata ad ignorarla come la persona matura che era, Audrey l’avrebbe colpita, e lei ? Come doveva comportarsi ?
<< Ti spiegherò una cosa Sandra Dee, Julian è mio, quel ragazzo è mio e se pensi ti portarmelo via ti sbagli di grosso >>
<< Dios Mios, Terry, tra te e Julian non c’è mai stato niente di serio >> disse Tetè
<< Non Ancora 2T , non ancora. Be comunque, quel ragazzo è mio e se pensi di plagiarlo con quella finta aria da ingenua vestita male ti sbagli di grosso >>
<< Tra me e Julian non c’è niente, te l’ho già detto, non sono io la ragazza che lui desidera >>
<< Davvero e che mi dici di questo ? >>
Terry l’afferrò per il colletto del cappotto e lo scoprì giusto per far vedere una segno scuro sul collo, Summer arrossì fino alla punta dei capelli, questa Julian gliel’avrebbe pagata cara.
<< Niente, niente eh ? >>
<< E’ un livido >> provò a mentire Summer con le lacrime agli occhi
<< Mi credi davvero così scema ? >> chiese la ragazza serrando gli occhi
<< Andiamo Terry, tu sai che i nostri … coinquilini non ci rispettano, non puoi giudicare … >> provò a dire una ragazza bionda
<< Taci Ariel io sto soltanto segnando il mio territorio, visto che questa nanetta qui ha voglia di farsi i miei avanzi merita almeno di sapere che Julian punta in alto e che non potrebbe mai guardare e che se c’è già stato qualcosa, è stato qualcosa di poca importanza >>
Così dicendo la spinse bruscamente, facendola cadere mentre con il tacco della scarpa le pestava fortemente la caviglia. Summer stava cercando di trattenere le lacrime e il dolore anche se senza successo.
<< Guardatela, piange per così poco !! >>
Summer non ce la fece più, con uno strattone riuscì a liberare la caviglia dalla quale stava uscendo qualche goccia di sangue e senza perdere tempo uscì dall’altro lato della tenda sperando che nessuno, soprattutto lui, se ne fosse reso conto. 

  
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