Capitolo
29 “Scoperte"
Erano
trascorsi diversi giorni da quella gita ad Hogsmeade e tutta la scuola parlava
del bacio che Draco ed Hermione si erano scambiati.
Il
biondo Serpeverde fingeva di non sentire, mentre
La
stessa Pansy Parkinson che dopo lo scontro avuto da Malfoy, se ne stava sempre
sulle sue, in disparte, ora la fissava con un’espressione d’odio e di gelosia.
Un
giorno mentre Hermione era nella Sala Comune seduta dinanzi al camino a
leggere, le si avvicinarono due ragazze che frequentavano il secondo anno.
Hermione
si trovò a sorridere dinanzi a quell’immagine.
“Avete
bisogno di qualcosa?” domandò loro in tono gentile.
Le
due ragazze sobbalzarono e, spaventate, sollevarono la testa, fissando sconvolte
la giovane Grifondoro. Quest’ultima studiò attentamente la loro reazione e
attese che parlassero.
La
mora, la più piccolina fisicamente tra le due, lanciò un’occhiata alla sua
amica, poi tornò a guardare Hermione.
“Noi
volevamo chiederti se potevi rispondere ad una nostra domanda?” il suo tono di
voce era molto infantile, ma era dolce.
“Dipende
dalla domanda…” rispose, inclinando la testa di lato, alcune ciocche di capelli
le caddero sul viso.
Dal
loro imbarazzo, Hermione capì che probabilmente volevano sapere qualcosa su lei
e Draco. All’inizio tutta quella attenzione l’aveva infastidita, poi però aveva
lasciato correre. Inutile arrabbiarsi per quello, preferiva vivere la sua
storia con il Serpeverde alla luce del sole.
Le
due amiche si lanciarono un’ennesima occhiata.
“Ecco…perché
stai con Malfoy? Lui…lui è un Mangiamorte” questa volta era stata l’altra
ragazzina a parlare e il modo col quale fissava
“Tu
sei un’eroina di guerra. Hai forse dimenticato cosa facevano i Mangiamorte a
quelli come te?” incalzò, facendo un passo avanti, stringendo entrambe le mani,
a pugno.
Hermione
non si meravigliò di quella domanda, anzi era sufficientemente tranquilla,
tanto che sorrise ancora facendo corrugare la fronte alla ragazza che aveva
parlato.
“Sapete
perché ho partecipato alla guerra?” questa volta fu lei a porre loro una
domanda. Le due studentesse fecero segno di no col capo.
Hermione
si sistemò meglio sulla poltrona, chiudendo il libro che stava leggendo e
poggiandolo sul tavolino di fianco a lei.
Portò
le mani sul grembo e fissò per un attimo e intensamente il fuoco nel camino. I
ricordi di quei giorni che si susseguivano alla velocità della luce.
“Non
potevo abbandonare Harry, lui aveva bisogno di me e Ron, così come noi avevamo
bisogno di lui. È stata…dura, ma non ho mai smesso di credere in quello che
facevamo. Volevo un mondo migliore. Volevo lottare e dimostrare che anche se in
quelli come me non scorreva sangue puro
nelle vene, noi meritavamo quanto i cosiddetti << purosangue >> di
essere parte di questo mondo. Volevo che le persone smettessero di giudicare
gli altri, volevo che ogni pregiudizio sparisse, perché non è giusto giudicare
una persona dagli abiti che porta o dalla famiglia in cui nasce.
Draco…”
e si fermò quando ella stessa si sorprese di udire il nome del ragazzo
fuoriuscire in tono così melodioso dalle sue labbra.
“…Malfoy
è caduto in quest’errore. È cresciuto con gli ideali che io considero errati,
ma che lui in quel momento riteneva giusti, perché erano i suoi genitori ad
insegnarglieli. E quando si è piccoli, come si fa a distinguere se ciò che la
nostra famiglia ci insegna, sia giusto o meno? Malfoy non è stato l’unico però
a cadere nel pregiudizio. Lo state facendo anche voi ora, nonostante la guerra
sia finita e il Signore Oscuro sia stato definitivamente sconfitto. Malfoy
porta il marchio, ma tecnicamente non ha mai ucciso nessuno.
Era
un ragazzino che ha cercato di difendere la sua famiglia da un pazzo che
minacciava di farli fuori. Voi al suo posto come vi sareste comportate? Non
avreste difeso i vostri genitori, con le unghie e con i denti?” Hermione non
aspettò la risposta, anzi continuò imperterrita.
“Tutti
meritano una seconda possibilità. Non starò qui a spiegarvi i motivi per cui io
mi sono…”.
Mi
sono…cosa Hermione? Si chiese lei mentalmente.
Innamorata?
Già.
Innamorata.
E
la scoperta fu così sconvolgente da farla tremare, nonostante le fiamme
provenienti dal camino.
“…avvicinata
a Malfoy, sono strettamente personali e non riguardano nessuno, però posso
dirvi che niente è ciò che sembra” sorrise loro con fare materno quasi.
“Non
lasciate mai che siano gli altri a dirvi cosa fare della vostra vita. Nessuno
può e deve decidere per voi. Siete voi le artefici del vostro destino, usate il
vostro cervello per capire le situazioni, le persone senza che nessuno vi
condizioni. Non lasciate che subdoli pregiudizi vi annebbino la mente, solo
così sarete realmente libere e felici” detto questo si alzò in piedi, prese il
suo libro e si diresse verso le scale che conducevano ai dormitori femminili,
ma fu bloccata di nuovo dalla voce di una delle ragazze.
“Ti
invidio, sai?” disse la bionda.
Hermione
dinanzi a quelle parole corrugò la fronte.
“Invidi
me?” chiese incredula, indicandosi.
“Sì.
Perché sei coraggiosa e non ti importa del giudizio della gente. Sei…forte”
disse sorridendo.
“Intendo
come persona. Mi piaci! Pensavo fossi una saccente secchiona…”
“Un
altro stupido pregiudizio! Io sono solo ciò che mostro a voi tutti, ma al di là
c’è molto di più” asserì sicura.
“Ora
lo so. Ah a proposito io sono Wendy William
e lei è Lucinda Reinors” la mora fece un cenno col capo, si vedeva che
era molto timida.
“Sono
lieta di fare la vostra conoscenza”
“Bene…noi
ora andiamo a lezione. Grazie per averci risposte” detto questo sparirono
dietro il riquadro della Signora Grassa.
Hermione
osservò il punto in cui erano sparite, scrollò le spalle e con tutta calma si
avviò nella sua stanza.
Fu
lì che la trovò Ginny. Era appena rientrata da un allenamento di Quidditch.
“Ciao
Herm!” esclamò entrando nella camera, sorridendo in direzione dell’amica.
“Ginny!”
esclamò la riccia, andandole incontro e abbracciandola.
Questo
gesto parve strano alla rossa, non si vedevano dalla mattina e Hermione non era
tipo da grandi gesti affettuosi come quello.
Quando
si scostò dall’amica, la fissò intensamente dritto negli occhi, era uno sguardo
talmente profondo che Hermione arrossì, sentendosi scandagliare l’anima.
“Ancora
interrogatori?” domandò Ginny, accomodandosi sul letto dell’amica, la quale
annuì, sedendosi accanto a lei.
“Ma
non è questo quello che ti turba, vero?” continuò la fidanzata del Bambino Sopravvissuto.
Ginny
la prese per le spalle e la scrollò.
“Non
sono abituata a non sentire la tua voce che strepita, o mi dici cos’è successo
o ti schianto!” esclamò esasperata, facendo ridere Hermione, la quale poi si
alzò in piedi e cominciò a girare in tondo per la camera, le braccia incrociate
sotto il seno, i capelli che fluttuavano ad ogni passo.
“E’
una tragedia. Non credevo sarebbe successo. Pensavo che sarei riuscita a
controllarmi e invece niente. Che stupida! E ormai è troppo tardi!” blaterava
forse più a sé stessa, mentre Ginny la osservava con un’espressione scioccata.
“Hermione!”
tuonò la rossa, raddrizzandosi e portando le mani sui fianchi in stile mamma
Molly. Hermione fu costretta a smetterla di blaterare, sospirò.
“Ginny…mi
sono innamorata di Malfoy” confessò con voce spenta.
“E
sarebbe questa la tragedia?”
“Perché
non lo è? Forse tu non ti rendi conto…”
“Mi
rendo conto benissimo, invece e non mi sembra un grosso problema. State insieme
ed era inevitabile. Poi scusa se te lo dico, ma te ne sei accorta solo ora?
Credo di avertelo già detto qualche mese fa che eri cotta a puntino, caro il
mio Prefetto!”
Hermione
si era fermata. Gli occhi fissi in quelli dell’amica, mentre poche lacrime le
rigavano il viso.
“Ho
paura…” deglutì.
“Ho
paura perché per innamoramento non intendo solo una cotta o qualcosa
di...passeggero, ma...è amore. Amore proprio. Ti rendi conto?" Hermione
strinse le mani al petto, afferrando la maglia con le dita, trattenendo le
lacrime.
"Ho
paura per il futuro, Ginny. Cosa accadrà quando andremo via da questa scuola?
Lui vorrà ancora avere a che fare con me? E cosa diranno i suoi genitori di
noi?” la riccia non si era mai sentita così confusa e desolata.
Chiuse
gli occhi per fermare le lacrime, si portò entrambe le mani nei capelli e li
strinse, quasi volesse trovare in essi un appiglio.
Quando
il calore di un abbraccio sincero, l’avvolse, Hermione riaprì gli occhi e si
ritrovò a fissare la massa liscia e ordinata dei capelli rossi di Ginny.
“Avere
paura è normale, Herm. Ma tu sei forte e saprai affrontare a testa alta i tuoi
reali sentimenti e l’incognito futuro. Per prima cosa dovresti discuterne con
lui. E se lui si inalbera, saprai come zittirlo. È tuo diritto sapere e
ricordati che io, Harry e Ron saremo sempre dalla tua parte, qualsiasi cosa
accada”.
Hermione
si crogiolò ancora un po’ in quell’abbraccio, desiderosa come una bambina, di
qualcuno che la consolasse e le dicesse che tutto sarebbe andato bene.
Draco
se ne stava seduto tranquillamente in biblioteca.
A
quell’ora non c’era nessuno, così dopo aver lanciato un’altra occhiata intorno,
si alzò e si avvicinò di soppiatto al reparto proibito. Non aveva
l’autorizzazione di un Professore, anche se avrebbe potuto ottenerla con molta
facilità, ma siccome Piton era sempre in contatto con sua Madre, non voleva che
lei si insospettisse.
Le
sue ricerche dovevano rimanere segrete. Così, approfittando dell’assenza di
Madame Pince, si intrufolò nel reparto proibito e cominciò a guardare attentamente
i tomi negli scaffali. Ne scorse qualcuno interessante, ma che non gli serviva
al momento, fino a quando non giunse nella sezione “Magie Oscure proibite” e lì,
dopo aver cercato per quasi mezz’ora, trovò quello che cercava. Si allungò
verso lo scaffale, issandosi di poco sulla punta dei piedi, e tirò fuori un
enorme volume. Tremila pagine di storia sugli incantesimi proibiti negli ultimi
cinque secoli.
Draco
sospirò. Lo attendeva un lungo lavoro, Hermione gli sarebbe stata d’aiuto in
quella ricerca, ma lui non era intenzionato a coinvolgerla. Si sedette per
terra e aprì il pesante volume, cominciando a sfogliarlo.
Fu
solo dopo diverso tempo che trovò ciò che cercava. C’era un’intera pagina
dedicata all’argomento che lo assillava e Draco aveva tutta l’intenzione di
analizzare parola per parola.
“La Nexus Immortalis è un potente incantesimo
creato dallo stregone scozzese Marcus Tenebris circa 300 anni fa. Non si
conoscono precisamente le cause che spinsero lo stregone a crearlo, ciò che si
sa è che può essere utilizzato solo da chi nutre un odio profondo e ben
radicato nei confronti della persona sulla quale viene scagliato…”
Draco
strinse le dita attorno alla pagine ingiallita e le labbra si distesero in una
linea dura. Era proprio ciò suo Nonno provava nei confronti di sua sorella.
“…inizialmente la
vittima non avverte alcun tipo di sintomo. È il mago a decretare la morte della
vittima. Spesso in passato, un’antica tribù nomade di maghi, la usava a scopo
educativo per insegnare ai propri discendenti l’obbedienza alle leggi sacre.
Tale incantesimo è
stato bandito circa cento anni fa per uso improprio e decretata come magia nera
e pericolosa. Chiunque la eserciti verrà condotto ad Azkaban e sottoposto al
bacio del dissennatore”.
Il
giovane Serpeverde digrignò i denti, infastidito: suo nonno l’aveva scapata
solo perché aveva corrotto i giudici.
A
quel punto, Draco scorse col dito le righe seguenti, arrivando al trafiletto
che più gli interessava:
“Rimedi: non esistono.
Molto medimaghi nel corso dei secoli, hanno cercato una cura, un contro
incantesimo, ma fino ad oggi non si è ottenuto alcun risultato. Negli ultimi
anni, le ricerche sono diminuite, in quanto tutte le vittime di tale
maledizione sono tragicamente morte.”
Draco
richiuse con forza il libro e, disperato, si portò le mani tra i capelli.
No.
Non poteva permettere che accadesse qualcosa a sua sorella proprio ora che
l’aveva ritrovata. Ci doveva essere un modo e lui l’avrebbe trovato, a
qualsiasi costo…
Dopo
diverse ore di ricerca, Draco abbandonò il reparto proibito della biblioteca.
Tutti
i libri che aveva consultato ribadivano l'assenza di un contro incantesimo.
Ormai
abbattuto, il ragazzo mise a posto i tomi e proprio mentre lo faceva scorse,
tra due grossi volumi enciclopedici, un libro sottile che senza alcun apparente
motivo, attirò la sua attenzione. Lo tirò fuori e lesse il titolo.
"
Giornale di Magia Oscura di Barnaba Skeeter" inarcò un sopracciglio.
"Skeeter?
Sarà una parente di quella stupida giornalista" sputò con cattiveria,
aprendolo.
Un
titolo attirò in modo impellente la sua attenzione:
"I Malfoy e
l'amore maledetto"
Draco
arricciò il naso e cominciò a leggere l'articolo.
Mano
a mano che procedeva nella lettura i suoi occhi si dilatarono, dapprima per lo
stupore poi per la paura, fino a che le sue emozioni non si trasformarono in
collera.
"La storia che
sto per raccontarvi è testimone della profonda intolleranza e ignoranza che
regna nel Mondo Magico, dove il potere è detenuto da coloro che si fanno
chiamare Purosangue, perché figli di maghi e streghe.
La vicenda si svolge
in un periodo in cui l'equilibrio del nostro mondo è in apparenza stabile, ma
in realtà diverse sono le crepe che il Ministero non è stato ancora in grado di
sanare. È infatti ancora vivo in ognuno di noi, la presenza del Signore Oscuro
e, come ben sappiamo, molti dei suoi seguaci si nascondo in mezzo a noi.
Probabilmente questa
vicenda è frutto degli insegnamenti sbagliati insinuatisi in alcuni Purosangue fedeli
alla causa del Signore Oscuro.
Sto parlando della famiglia
Malfoy.
Fonti attendibili difatti,
confermano che il mago capostitpite Abraxas Malfoy abbia maledetto i suoi
nipoti. Ma entriamo meglio nella vicenda...
La giovane Lavinia
Malfoy, primogenita di Lucius Malfoy e Narcissa Black, è stata vittima dell'incantesimo
proibito Nexus Immortalis.
La sua colpa?
Essersi innamorata di
un Mezzosangue francese, Sebastian
Il nonno non ha
accettato tale relazione e in un impeto di rabbia ed odio nei confronti di una
razza che egli ritiene inferiore, ha lanciato la maledizione.
E non solo.
Sembrerebbe che
Abraxas, non contento e per evitare episodi simili, abbia esteso la maledizione
al nipote maschio, Draco Malfoy.
Non abbiamo ulteriori
dettagli su tale punto, ma ci auguriamo che non sia vero.
Dannare un bambino prima
ancora che comprenda cosa sia giusto o meno, ci sembra una vera crudeltà (anche
se non nutro alcun dubbio su quale direzione andrà il suo pensiero in futuro).
Cambierà mai questo
mondo?
Quando finiranno i
pregiudizi?
Ai posteri l'ardua
sentenza".
Le
mani del giovane Serpeverde tremavano. La vena gli pulsava sulla fronte e il
desiderio di scagliare tutto per l'aria, divenne forte in Draco. Ma il ragazzo
si trattenne dal commettere tale sciocchezza, col timore di venire scoperto.
Con
rabbia e impazienza, rimise in ordine ciò che aveva usato e si affrettò a
lasciare la biblioteca.
Che
cosa significava che anche lui era stato maledetto?
Perché
non ne sapeva nulla?
Sua
Madre e sua sorella non avevano accennato a niente di tutto ciò.
D'un
tratto nel bel mezzo del corridoio, Draco si fermò.
Gli
occhi spalancati, le labbra semiaperte e la consapevolezza che ancora una volta
la sua famiglia gli aveva mentito.
Lavinia
lasciò cadere a terra, i ferri e il rotolo di lana azzurra.
Narcissa
posò il libro che stava leggendo con attenzione e si girò verso la figlia,
fissandola con preoccupazione.
"Cos'è
successo?" domandò con fare concitato.
Lavinia
aveva lo sguardo vacuo e per un attimo le labbra le tremarono.
"Draco
sa..." sollevò lo sguardo e fissò la Madre.
"Ha
scoperto la verità". Il suo legame con Draco, a causa anche della
Maledizione, si era rafforzato, seppur solo univocamente.
Quelle
parole parvero a Narcissa, l'ennesima condanna.
Si
lasciò andare con la schiena sulla poltrona, chiudendo gli occhi.
Quand'è
che la sua famiglia avrebbe trovato pace?
***
Mi prosto ai vostri piedi e vi chiedo perdono.
So che molti di voi vedranno come una mancanza di rispetto i miei
ritardi nel postare, ma vi assicuro che le cause sono ben altre e la
mia rabbia è tanta, perchè ci tengo moltissimo a
terminare questa fan fiction. Molte volte mi ritrovo a scrivere e a non
essere assolutamente soddisfatta e questo capitolo non fa eccezione.
Hermione scopre quanto siano realmente profondi i suoi sentimenti e comincia ad avvertire la paura del futuro.
Mentre Draco si ritorva a scoprire una verità sulla sua famiglia che fino a quel momento, gli esa stata taciuta.
Cosa farà? L'affronterà o scapperaà?
Lo vedremo.
A presto (spero)
Marghe
Ps: non scrivo la fan fiction a scopo di lucro, ma per puro diletto. I personaggi sono di proprietà della Rowling, tranne Lavinia che è frutto della mia fantasia.