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Autore: Hyarsav    17/01/2013    1 recensioni
Si? Devo dirvi come va la mia vita?
Bene io sono Roxas Lost , sono una ragazza stronza ed acida , i capelli corti tinti di nero , gli occhi di un verde spento. Genitori? Naaah non ne voglio sentir parlare! Mia madre una prostituta drogata e mio padre non è da meno , sono stata picchiata da loro fin da quando ero una bambina , ora grazie ad una borsa di studio mi ritrovo ad andare ad un college , questo è il terzo anno che ci vado...divertente...
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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3° Antica.
 
Mi svegliai grazie alle urla di Frankie che cercava di buttarmi giù dal letto , perché non la faceva finita e si tappava quel dannato buco che aveva per bocca?
<< Mi lasci stare? Vuoi essere picchiata anche tu oltre al Mister-quarto-piano-mi-sento-importante ? >> le chiesi con la bocca impastata di sonno
<< Dai ! Roxas ! Devi svuotare la valigia! >> gridò ed io sentendo la sua mano che cercava di strattonarmi per farmi alzare , l'afferrai per il braccio facendola cadere sul lato vuoto del mio letto , le tappai la bocca con la mano libera.
<< Se non ti stai zitta giuro che ti violento. . .tanto per farti stare zitta >>  la intimorì senza aprire gli occhi
<< Non lo faresti. . .sono femmina. . . >> disse sconcertata
<< Uhmm , ne sei sicura? Farei qualsiasi cosa per farti stare zitta >> le domandai aprendo un occhio per guardarla
<< Naturalmente , sai che sono le cinque del pomeriggio? >> mi rispose porgendomi un'altra domanda
<< Ti avevo detto di stare zitta ma a quanto pare con te le parole sono inutili... >> la spinsi giù dal mio letto e lei cadde giù con un tonfo
<< Ahi! Guarda che mi sono fatta male ! >> mi rimproverò
<< Sai benissimo che non mi interessa , se ci tieni puoi anche morire qui e non me ne importerebbe nulla >> le dissi odiosa
Non la sentì parlare e questo mi preoccupò , di solito quando le dicevo cose del genere lei mi diceva sempre qualcosa sul quanto fossi stronza e bastarda , aprì gli occhi e la vidi , davanti il mio letto rannicchiata a piangere come una bambina , mi sentì davvero un mostro. Mi alzai e mi rannicchiai al suo fianco , non mi scusavo mai a parole , quello era il mio modo di farlo.
<< Davvero? >> mi chiese lei tra le lacrime mentre veniva scossa da dei singhiozzi.
<< No. . . >> risposi secca e lei mi abbracciò. Rimasi immobile.
<< Ti odio. . . >> disse strofinandosi sulla mia camicia , peccato , era pulita fino a due minuti fa , si attaccò al mio braccio ed io ebbi una fitta di dolore , la garza. . .la ferita. . .un brutto risveglio.
<< Lo so. . . >> le risposi stancamente mentre stringevo i denti , se avesse visto quella ferita avrebbe fatto di tutto per cucirmi con ago e filo come se fossi fatta di stoffa.
<< La camicia è macchiata di sangue. . . >>  Maledizione ! 
<< Lasciami stare. . . >> mi alzai scostandomi da lei ed uscì dalla stanza andando verso il bagno
<< Stai sanguinando Roxas! Sei dannatamente ferita ! >> gridò alle mie spalle e le poche persone che erano in quel corridoio indirizzarono i loro sguardi sulla tizia sanguinante e dolorante , io. 
Vidi pietà nei loro occhi e li odiai più di quanto avrei odiato Frankie per aver gridato quelle quattro parole al vento che stranamente aveva degli occhi ora.
Arrivata in bagno mi levai la camicia gettandola a terra , che brucino all'inferno!
Levai la garza al mio braccio e lo misi sotto il getto gelido dell'acqua , rimasi lì fino a quando non sentì più quell'arto , niente dolore , niente ossa , niente muscoli , niente pelle lacerata.
Non era la prima cicatrice su quel braccio , ma era la più grande che avessi. Dovevo essermi abituata a quel dolore ma non era così.
Mi venne da piangere ma non lo feci. Fissavo l'acqua rossa con lo stesso sguardo che avevo avuto fino a quell'età , ventun anni.
 
Si giovane...
Giovane quando hai avuto un'infanzia che non ti ha costretta a diventare adulta.
Giovane quando hai ancora uno scopo.
Giovane quando hai ancora dei sogni. Opportunità.
Giovane quando piangevi perché sapevi di soffrire.
Giovane quando soffrivi per un dolore fisico.
Giovane quando amavi.
Giovane quando nessuna cicatrice simile alle mie ti aveva mai sfiorata.
Giovane quando. . .eri viva.
 
Io? Ero vecchia , dentro e fuori , fisicamente e mentalmente. Avevo conosciuto il mondo. Non quello falso. Quello vero , pieno di malignità. 
Le persone non amavano , odiavano.
La gente rideva alle tue spalle perché soffrivi.
Nessuno ti porgeva una mano anzi se ti rialzavi loro erano lì , pronti , soltanto per pestarti e ributtarti giù. Dovevi essere forte.
Una mano mi strinse la spalla ed io spintonai chiunque fosse dietro di me , ero furiosa , una donna con degli occhiali sul naso mi fissava sbalordita.
<< . . . >> rimasi in silenzio
<< Miss Lost...?  Tutto ok? >> era lei , la bibliotecaria.
<< Vuole sapere la verità? Non c'è un cazzo che va bene ! Nulla!! Volete avere sempre ragione! Volete guardarmi con pietà e compassione?! Fatelo ! Vi odio tutti! >> sbraitai dando un calcio al cestino che andò a finire chissà dove.
<< Miss Lost. . . >> disse guardandomi con quello sguardo pietoso
<< Odio lei ! I miei genitori che non si possono definire nemmeno tali! Odio la mia compagna di stanza e questa dannata scuola! >> Gridai ancora scoprendomi la schiena solcata da cicatrici , non si capiva dove iniziassero né dove finissero.
<< Le persone che amano non fanno questo ?! Vero ?! >> le urlai in viso , stavo piangendo.
Mi abbracciò ed io l'odiai ancora di più ma rimasi immobile , un abbraccio? Sentivo come un calore materno. Qualcosa che non avevo mai provato davvero. Forse l'avevo soltanto sognato.
Appoggiai la testa sulla sua spalla e continuai a piangere silenziosamente , il pianto di un adulto. Nessuno mi vide oltre lei in quelle condizioni.
Dopo essermi calmata mi curò il braccio fasciandolo e poi disse guardandomi negli occhi << No le persone che amano non fanno cose del genere >>
<< Lei crede che io sia giovane a ventun anni? >> domandai come se stessi parlando con il muro dietro di lei.
<< Si sei giovane. >> rispose secca.
<< Dopo tutto quello che ho passato penso di essere infinitamente vecchia. >>
<< No , è vecchio chi non spera più , chi non sogna , chi non ama. >>
<< Sono così. . . >> le risposi
<< Non ami? Non desideri un nuovo futuro? Non speri in questo...? Allora sei morta. . .non sei vecchia , sei un involucro vuoto. >> disse triste.
Morta. . .si ero morta da tempo probabilmente , ero un involucro vuoto , non ero antica ero solo un cadavere redivivo , un corpo inerme e nullo , una carcassa baciata dalla vita.
<< Io spero ma non cambia niente... >> dissi
<< Cambierà , ci vuole tempo , tanto tempo , e tu ne hai tanto. >> mi rassicurò carezzandomi la guancia bagnata ancora da qualche lacrima.
<< Grazie.  .  . >> dissi per la prima volta , lei mi porse la camicia e disse << Vai a riposare ora >>
Mi alzai come uno zombie e camminai fissando il nulla , arrivai alla mia stanza ed entrando lasciai cadere sul pavimento sporco la camicia , mi accasciai sul letto come se fosse il mio rifugio e rimasi lì.
Sentì i passi di Frankie e poi la sua voce in un sussurro << Perdonami. >> disse soltanto e poi spense la luce.
Era un giorno che non mangiavo , un giorno che sanguinavo , dentro e fuori.
Mi rifugiai nell'oscurità. 
 
Sono un cadavere baciato dalla vita , sono una rinascita , sono una speranza divorata dagli anni , un involucro vuoto , pieno di inesistenze.
Sono io , un muto che grida tra la folla.
Sono in compagnia di niente , remota e solitaria.
Circondata da gente rimango unica e in disparte.
Sono colma di parole mai dette.
Pensieri imprigionati in una mente libera.
Sensazioni , emozioni arse nel conflitto del nulla e tutto.
Delusioni che ti trasformano , mutano le persone in qualcosa non qualcuno.
Sono io. 
Nulla e tutto.
Muto e straziato.
Grido in silenzio. 
Un appello che solo io riesco a percepire.
Un richiamo antico.
Sono io , Roxas.
  
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