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Autore: Trick    26/01/2013    2 recensioni
«Il mondo non è diviso in brava gente e Mangiamorte».
Raccolta di drabble, flash-fic e one-shot di mediocre pretesa spudoratamente a caso.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Drabble Night numero... uhm, ho perso il conto.


*

Lonely Day - System of a Down
Severus Piton
242 parole

Sette minuti.
Abbracciare Lily è come abbracciare una bambola di stracci. Il capo riverso sul tuo petto, i lunghi capelli rossi scomposti, il volto pallido, i meravigliosi occhi vuoti.
E tu sei lì, Severus.
Sette minuti dopo la morte di Lily.
Sette giorni.
Dondolarsi sulle ginocchia è come giocare su un'altalena di spine. Gli occhi stretti, il grido soffocato in gola, ma non gridi, non piangi, non respiri, e la tua nuova casa è scavata nella terra quanto la sua.
E tu sei lì, Severus.
Sette giorni dopo la morte di Lily.
Sette anni.
Osservare il sorriso di una zucca intagliata è come guardarsi allo specchio. La smorfia ghignante, gli occhi piegati, cattivi, derisori. La fiamma di una candela che danza nell'ombra di Halloween.
E tu sei lì, Severus.
Sette anni dopo la morte di Lily.
Sette vite.
Morire è un po' come addormentarsi, eppure è la prima volta che ti senti sereno. Sette vite fa, ed eri solo un bambino che inseguiva una farfalla; sei vite fa, ed eri un ragazzino con la mente vispa e il cuore febbrile; cinque vite fa, ed eri tutto un errore, tutto uno sbaglio; quattro vite fa, ed eri un uomo che piangeva con le unghie conficcate nel volto; tre vite fa, e lui aveva i suoi occhi e Dio... Dio, mordevano quanto il tuo odio; due vita fa ed era l'ultimo sforzo, l'ultimo miglio, l'ultimo istante.
Una vita fa, Severus.
E tu eri lì.


*

«Per chi vuole vederli ci sono fiori dappertutto», Matisse.
Fleur Delacour
144 parole



I giardini di Reims sembravano profumare di primavera anche al giungere dell'autunno. Li ricorda, Fleur, li ricorda come se fosse ancora la bambina che sfrecciava fra le ortensie delle madre, scivolava oltre il cancellino e correva a piedi scalzi nell'erba fresca.
Li ricorda, Fleur, anche se i fiori dell'Inghilterra non hanno mai profumato di casa. In Inghilterra non ha mai sfilato le scarpette lucide per sfrecciare sull'erba, non ha mai spettinato i capelli biondi al vento del nord.
C'erano altre cose da fare, in Inghilterra.
Siede in un angolo, Fleur, e slaccia l'elegante cinturino: i bei sandali cadono fra le pietre di Hogwarts, ma quando appoggia le dita per terra avverte solo freddo e polvere.
Fleur ricorda i fiori dei giardini di Reims... li ricorda davvero, ma li immagina sui petti di tutti quei ragazzi morti e il loro profumo le dà la nausea.



*
Tonks, Malocchio, 294 parole, «In amore e in guerra tutto è lecito».
Tonks, Malocchio (RemusxTonks)
294 parole



Toc. Toc. Toc.
Non serve essere un'Auror per riconoscere il suono della sua gamba di legno sulle assi impolverate di Grimmauld Place. Gradino dopo gradino, con il fiato affannato dell'età che avanza, eppure è un martellare impietoso, costante.
Toc. Toc. Toc.
Il silenzio fa male alla spalle, ma lei non distoglie lo sguardo umido dalla porta.
«Stare davanti alla sua stanza non lo riporterà indietro».
«E se non sapessi dove altro stare?».
L'occhio magico di Malocchio vede ciò che resta della camera da letto di Sirius Black, ma sentire il dolore roco nella gola del suo soldato fa male. Fa troppo male – male quanto James e Lily Potter, quanto Frank e Alice Paciock, quanto i Prewett, i Bones, i McKinnon, Benjy Fenwick, Dorcas Meadowes... fa male come ha sempre fatto.
Stringe i denti.
«Sta' in piedi e basta» ringhia in un soffio affranto. «C'è una guerra da vincere e poco tempo per farlo».
«Non abbiamo nemmeno potuto seppellirlo».
Malocchio fa una smorfia e se li ritrova di nuovo davanti – James e Lily, e Frank e Alice, e ognuno di loro è fiero, vivo e perduto.
«È una regola che non conta in queste circostanze. Vivi e basta, ragazza».

«Un uomo come lui avrebbe meritato una degna sepoltura».
La voce roca di Remus è a un centimetro dal suo orecchio, ma a Tonks arriva solo un soffio ovattato. Lei non risponde. Resta immobile nel loro letto, acciambellata come una gatta e con lo sguardo fisso sulla parete.
«Non importa. È una regola che non conta».
Il suo mormorio è affondato nel cuscino. Remus non riesca a capire, ma Tonks resta di nuovo muta.
"È una regola per quando saremo tutti morti" si ritrova a pensare. "E non ci sarà più nessuno a seppellirci".
   
 
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