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Autore: Trafalgar Norah    29/01/2013    0 recensioni
Hogwarts, ultimo anno per i Malandrini. Un anno speciale, in particolare per il giovane Black, fatto di cambiamenti e di cose inaspettate.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 2

 

Quella mattina il cielo era azzurro e privo di nuvole. Alyssa, notò che erano bastate poche ore per farlo diventare di un grigio scuro. Sembrava assurdo, ma quasi sempre il tempo rifletteva ciò che lei provava. In quel momento era arrabbiata e non voleva parlare con nessuno. Non era il modo giusto di affrontare i problemi: sua madre le aveva sempre insegnato a non farsi scalfire da nulla, ad avanzare a testa alta e a buttarsi tutto dietro le spalle.

In alcuni momenti, Alyssa poteva dire di essere brava in questo. Ma in altre occasioni, non si sentiva abbastanza forte; voleva solo abbandonarsi alle lacrime e prendere a pugni il cuscino fino allo sfinimento. Se solo non fosse stata ad Hogwarts, sarebbe corsa da suo padre, per rintanarsi nel calore del suo abbraccio, e per sentirsi dire che dopo la tempesta tornava sempre il sereno.

Ma il sereno non stava tornando. Non vedeva miglioramenti nella sua vita, da almeno due anni: da quando aveva toccato il fuoco ed era rimasta scottata.

Sembrava che quei due anni non fossero mai passati, perché nessuno aveva dimenticato: nei corridoi veniva ancora additata, molti al suo passaggio bisbigliavano.

Si sentiva come se avesse un’etichetta addosso, a ricordarle perennemente quanto era stata sciocca.

Perché lei era l’unica, che aveva creduto alla favola.

 

Sirius Black e Alyssa Riley si erano parlati pochissime volte durante gli anni precedenti: non perché si detestassero, ma perché entrambi se ne stavano con i rispettivi amici, senza avere a che fare l’una con l’altro. Le uniche occasioni in cui si incrociavano, erano i momenti in cui James partiva all’attacco per la sua missione di “Conquista della Evans”, ma anche durante quei momenti, le conversazioni erano piuttosto scarse.

La sua opinione di Alyssa, era comunque buona: la riteneva una ragazza carina, sempre sorridente e con la battuta facile, una persona intelligente, a cui piaceva fare scherzi e divertirsi. Un pesce fuor d’acqua, considerata la gente che frequentava: non aveva mai capito cosa ci trovasse in quel gruppo di Corvonero, così altezzosi, convinti di essere dei geni e di essere belli da impazzire. Ogni volta che Sirius li incrociava, rimaneva stupito da tanta arroganza e cattiveria, e si chiedeva il motivo per cui quella schiera di idioti non si trovava a Serpeverde. Will Morrison poi, era il peggiore di tutti: non faceva che parlare del suo talento come portiere, di quanto fosse il miglior studente che Hogwarts avesse mai avuto, di quanto i suoi genitori fossero ricchi… si attribuiva un numero indefinito di qualità che in realtà non meritava.

Cosa ci avesse mai visto Alyssa in lui, Sirius non era in grado di capirlo. E in ogni caso non gli era mai interessato molto: Alyssa era libera di vivere come meglio credeva, e doveva rendere conto solo a se stessa degli errori che faceva.

La situazione però, era cambiata pian piano: Sirius non era in grado di ricollegare il motivo ad un episodio particolare. Sapeva solo che in lei c’era qualcosa di diverso. Era diventata schiva, scontrosa, sempre solitaria quando non era con Lily. Anche lui era a conoscenza delle voci che giravano, ma non credeva che Alyssa potesse deprimersi fino a quel punto. Aveva sempre dimostrato di avere una grande forza d’animo, oltre alla capacità di reagire prontamente a tutto. Possibile che Morrison l’avesse distrutta così tanto?

 

La lezione di Storia della Magia era già iniziata ormai da mezz’ora. Come al solito, pochi erano gli studenti che sopportavano la voce soporifera del professor Rüf. Persino Lily aveva la testa altrove: Alyssa non si era presentata a lezione, e di sicuro non l’avrebbe fatto per tutto il giorno.

Lily sentiva i sensi di colpa affiorare lentamente, ma era arrivato il momento per Alyssa di voltare pagina. E l’avrebbe convinta, fosse stata l’ultima cosa che avrebbe fatto.

Cominciò a mettere i libri in fretta nella borsa, sotto lo sguardo attonito di James e delle sue amiche Alice e Marlene.

Rüf era troppo impegnato a leggere il libro, quindi non batté ciglio nel momento in cui Lily uscì dalla stanza, e ancor meno quando James fece lo stesso.

“Evans! Che stai facendo?” chiese il ragazzo sconcertato.

“A cercare Aly” rispose la rossa.

“Hai una vaga idea di dove sia?”

No che non ce l’aveva. Aly era perfettamente in grado di non farsi trovare. Ma in qualche modo lei ci sarebbe riuscita.

“Potter, torna in classe. Ho cose importanti da fare adesso”

“Posso aiutarti in qualche modo?” domandò, affiancandosi alla ragazza.

“No Potter, a meno che tu non sappia dove sia esattamente Alyssa”

“Beh, ci sarebbe un modo”

Lily si fermò in mezzo al corridoio, posando lo sguardo sul ragazzo.

“Mi stai prendendo in giro?”

“Assolutamente no”

“E sentiamo, Sua Altezza Signor Potter, come pensi di aiutarmi?”

“Beh… sono segreti professionali che non ti posso svelare”

La rossa sbuffò.

“Lasciami andare Potter, non ho tempo per questi giochetti”

Accelerò il passo, chiedendosi da dove iniziare la sua ricerca.

“La trovi al Lago Nero” sentì la voce di James alle sue spalle. Inizialmente decise di ignorarla, ma avvertì una strana sensazione, che la convinse a cambiare idea.

 

Alyssa sentì qualcosa bagnarle il viso. Una volta; due volte. In pochi minuti, delle grosse gocce scesero dal cielo, costringendola a correre verso il castello.

Raggiunse il portone d’ingresso, bagnata fradicia. “Accidenti, sarà il caso che vada a cambiarmi” disse tra sé.

“Se vuoi ti faccio compagnia”

Alzò lo sguardo: Lily era davanti a lei, con un sorriso timido dipinto in volto.

“Perché non sei a lezione?” chiese la mora.

“Ero preoccupata. Cioè, tu salti spesso le lezioni, ma…”

“Sto bene. Avevo solo bisogno di stare un po’ da sola” disse la mora.

“Mi dispiace. Io voglio solo aiutarti, ma a volte esagero. Non avrei dovuto dirti quelle cose”

Alyssa sorrise: “Sei la voce della verità Lily Evans… purtroppo non cambierai mai”

“Quindi non sei più arrabbiata?”

“Esatto. E poi… hai saltato una lezione per venirmi a cercare: direi che hai guadagnato qualche  punto”

 

Le ragazze salirono velocemente alla Torre di Grifondoro. Dopo Storia della Magia avrebbero avuto Incantesimi, e non era il caso di mancare ad un’altra lezione.

In pochi minuti, tutto era tornato alla normalità, come se non avessero nemmeno discusso.

“Quindi devi un favore a James?” chiese la mora divertita.

Lily si coprì la testa col cuscino: “Non me lo ricordare. Non oso immaginare cosa mi chiederà”

Alyssa rise: “Oh, mia cara Lily… mi faresti l’onore di uscire con me? Io sono l’uomo della tua vita, solo che non te ne sei ancora resa conto!” disse, imitando la voce del giovane Potter.

“Smettila, ti prego! E mettiti qualcosa di più adatto!”

Alyssa fece una smorfia di disapprovazione. Era da tempo ormai, che non metteva la divisa come avrebbe dovuto. Ogni volta perdeva punti per il suo abbigliamento,  ma non voleva demordere.

Aveva indossato la gonna della divisa, accorciata rispetto alla norma, ed una camicia bianca, con il nodo della cravatta mal fatto.

“Sto bene così. Ora possiamo andare?”

Lily scrollò le spalle, e seguì l’amica fuori dalla stanza.

“Jamie… perché mi hai abbandonato?!” chiese Sirius con un sonoro sbadiglio.

“L’hai fatto anche tu. Occhio per occhio, dente per dente, amico”

“Questo sì che è amore fraterno. Almeno sei riuscito nel tuo intento?”

James non rispose, ma sorrise: il suo piano stava funzionando. Mancava veramente poco alla sua conclusione.

“Non sognare ad occhi aperti cervo, sarà un buco nell’acqua come al solito”

“Vedremo cagnaccio… vedremo”

Non appena entrarono nell’aula di Incantesimi, videro che le ragazze avevano già preso posto. Ridevano e scherzavano come sempre, cosa che rincuorò James: non voleva scorgere neanche un briciolo di tristezza negli occhi della ragazza che amava.

Notò che i posti dietro a loro erano ancora liberi, e si affrettò a raggiungerli, seguito dai suoi amici. “Tutto bene, signorine?”

“Certo Potter. E se ci lasci in pace, magari andrà ancora meglio” rispose la rossa.

“Come desideri Evans” disse il ragazzo, sfogliando il suo libro di incantesimi.

Dopo qualche secondo Vitious fece il suo ingresso in aula, e nessuno parlò più.

Lily trovò la cosa molto strana: di solito durante le lezioni, James la importunava sempre in qualche modo. Perché non lo stava facendo? Era una nuova tattica? Si voltò verso il ragazzo, che in quel momento era intento a scrivere qualcosa sul suo quaderno.

Non appena si sentì osservato, James alzò lo sguardo, e Lily tornò a concentrarsi sulla lezione, rossa in viso quanto i suoi capelli.

Alyssa, appoggiata al muro, aveva osservato tutta la scena: il moro esibiva un sorriso trasognato, mentre la sua amica cercava di mantenere un’espressione vaga.

Si lasciò scappare un risolino, seguito subito da un’occhiataccia della rossa.

“Dateci un taglio ragazze! Vorrei seguire la spiegazione di Vitious!” disse James.

“Oh certo, come se te ne importasse davvero” lo scimmiottò Aly.

“Ovviamente ci interessa… altrimenti cosa ci verremmo a fare qui?” intervenne Sirius.

“In qualche modo dovrete pur passare il tempo” intervenne Peter.

Sia le ragazze che i ragazzi si voltarono verso di lui, con espressioni fintamente stupiti: “Tu parli?” chiese il giovane Black, facendo ridere tutti.

“Ragazzi, state attenti! E per piacere Alyssa, stai composta in classe!” li ammonì Vitious.

Il gruppetto portò l’attenzione alle spiegazioni del professore, con dei sorrisi divertiti in volto.

Per un po’ tutto proseguì tranquillamente: Vitious aveva appena spiegato loro un nuovo incantesimo, quindi l’intera classe si stava esercitando per riuscire a farlo. Alcuni studenti stavano ancora provando, mentre altri, tra cui Sirius, ce l’avevano fatta al primo tentativo.

Il ragazzo stava osservando i suoi compagni all’opera, lasciandosi scappare qualche risata quando gli altri studenti sbagliavano.

“Ti prego, scendi dal piedistallo Black” disse Alyssa.

“Ma li hai visti? Come ci sono arrivati quelli al settimo anno?” si giustificò il ragazzo.

“Beh, se ci sei riuscito tu…”

“Ehi ragazzina, io sono dannatamente intelligente. E anche simpatico”

“Certo, certo…” rispose con uno sbuffo.

“Non mi credi? Molta gente mi trova simpatico: i professori, le ragazze della scuola, James...”

“Sai, avrei qualche dubbio in proposito; specialmente riguardo ai professori. Le ragazze poi, ti vengono dietro perché ti trovano carino. E James… beh, sì, lui te lo posso concedere” affermò la ragazza, giocherellando con qualche ciocca di capelli.

“Sai Aly, mi troveresti molto attraente anche tu… se solo scendessi dal piedistallo”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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