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Autore: Koa__    02/02/2013    3 recensioni
Spock e Jim. Un'amicizia che lentamente si sta trasformando, che sta mutando in qualcosa di più complesso. Sentimenti che cambiano ed emozioni che sfuggono anche al controllo della più ferrea e rigida logica. Una storia introspettiva che prova a scavare nell'animo del vulcaniano Spock e del suo appassionato capitano James Kirk.
(TOS)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eternità


Il tenente Uhura uscì dal turbo ascensore catapultandosi letteralmente al fuori di esso, quel mattino aveva dormito troppo! E quando si era accorta del fatto che fossero già le sei e trenta nemmeno aveva fatto colazione, era corsa lungo i corridoi cercando di non tardare, mentre sperava in cuor suo di non essere rimproverata. Quando era entrata sul ponte però, era rimasta sorpresa nel trovare Sulu alla postazione di comando. Nyota aveva quindi guardato il collega con aria stupita, era forse lei ad essersi sbagliata sull'ora? Oppure era vero che sia il capitano che il primo ufficiale erano assenti? Davvero strano... Per quel che riguardava Kirk, non era poi tanto insolito che non ci fosse, spesso infatti era impegnato su altri ponti oppure preso in riunioni del personale o a colloquio con l'ammiragliato, ma Spock era sempre presente, specie quando Kirk non c'era.

Osservando Sulu con aria interrogativa, Uhura gli si avvicinò.

«Non so dirti niente» mormorò l'ufficiale intuendo il corso dei suoi pensieri.

Nyota scrollò le spalle accomodandosi alla postazione, afferrò l'auricolare e l'indossò così com'era solita fare. Si mise immediatamente al lavoro, mentre una parte di lei non faceva che domandarsi il perché di quella stranezza.


 

*




«V'dungi-nam-tor ek'wak t'nash-veh t'hy'la». 

Le parole del primo ufficiale risuonarono nella piccola stanza rompendone il silenzio, erano da poco passate le cinque del mattino e Spock si era rigirato per l'ennesima volta dopo una notte agitata. Non che il suo fisico sentisse la necessità di lunghe ore di sonno, ma dopo quanto accaduto negli ultimi giorni sarebbe stato più saggio se avesse dormito. Il problema era che non riusciva proprio a farlo! E se prima erano i suoi sentimenti incontrollati a tenerlo sveglio, adesso era proprio lui ad occupare i suoi pensieri: il suo Jim. Guardarlo dormire era quanto di più stupendamente illogico esistesse nell'intera galassia e il suo corpo, morbidamente steso al suo fianco, sembrava un invito ad essere ammirato. Spock credeva che nemmeno in una vita intera avrebbe potuto trovare qualcosa di più meraviglioso e ciò che lo sorprendeva maggiormente era che fosse tutto suo. Ora che si era dato a lui si sentiva completo, mai in vita sua aveva provato una sensazione simile, nemmeno con le ragazze che aveva avuto. Perché niente era paragonabile a ciò che quella notte accaduto tra di loro.

«Spock».

La voce di Jim arrivò alle sue orecchie, ma l'aveva udito per davvero o era stato solo uno scherzo della sua mente? Si voltò verso di lui, ma riverso com'era, non poteva sapere con certezza se aveva semplicemente parlato nel sonno, cosa che a quanto pareva gli umani facevano spesso. Allungò quindi una mano, punzecchiando timidamente il suo braccio quasi stesse saggiando la consistenza di un pezzo di carne o, piuttosto, di un piatto di verdure.

«Se mi parli in vulcaniano non ti capisco, soprattutto a quest'ora» biascicò Jim parlando con voce roca.

Se fosse stato un terrestre, Spock ne avrebbe riso ed avrebbe gioito della delicata sfrontatezza e della sottile ironia che lui si portava dietro con spavalderia. In effetti, Spock si era reso conto solo in quel momento d'aver parlato in vulcaniano e, se ci pensava, si rendeva conto che quella era la prima volta che lo faceva da che era imbarcato sull'Enterprise.

«Illuminami» disse il capitano mettendosi a sedere. «Se sapevi che io non lo capisco, hai parlato da solo? Sarebbe strano anche per me...»
«Ho dato voce al corso dei miei pensieri» disse leggermente verde in viso.
«E cosa ti dicevano?»

Spock allungò una mano passandola tra i suoi capelli biondi, la sensazione al tatto era piuttosto piacevole: erano morbidi e setosi. Le sue dita affusolate scesero sul suo viso accarezzandolo con dolcezza, seppur i suoi tratti fossero mascolini, le sue guance rosee non erano eccessivamente ruvide. Fu quando si ritrovò a sfiorare le labbra che ebbe quasi un sussulto, per Surark! Avrebbe potuto scrivere un trattato su quella bocca. Morbida, invitante, maliziosa, provocatoria... Troppo da poter descrivere con semplici parole.

Ricordandosi della domanda fattagli, il vulcaniano si rese conto d'aver poca voglia di parlare. Da che si erano baciati non desiderava che guardarlo, avrebbe trascorso giornate intere in sua ammirazione ed era talmente forte l'emozione che suscitava in lui che non gli importava che fosse poco logico.

Ciò che provava per Jim non apparteneva solo alla sua metà terrestre, anzi era proprio il suo lato vulcaniano ad amarlo maggiormente. La metà che controllava mente e corpo, sembrava come impazzita ed era proprio lei la causa di tutto; quelle nuove sensazioni erano qualcosa di meraviglioso. Da figlio di Vulcano, Spock sapeva che quelli della sua specie erano capaci di provare sentimenti. Ciò che lui praticava durante la meditazione non era altro che vivere appieno ogni singola emozione, un'esperienza trascendente che impregnava anima e corpo di sensazioni che solo alla fine venivano represse.

Ciò che ne risultava era quel che l'intero universo vedeva, esseri logici e freddi. Ed era ciò che i vulcaniani volevano si sapesse di loro, che la loro mente era libera e che il cuore era solo un organo vitale. Niente amore, paura, emozione o amicizia, nulla veniva mostrato e così doveva essere.

Quel che stava succedendo nell'anima del signor Spock aveva quindi dell'incredibile, la sua parte vulcaniana era proprio quella ad essersi perdutamente innamorata ed in una sorta di gioco sadico, il suo lato umano era proprio ciò che lo teneva a freno.

Lui aveva trascorso l'intera vita come se fosse diviso a metà, non del tutto umano e non completamente vulcaniano. Fu ad un certo punto della sua adolescenza che si ritrovò a dover prendere una decisione, quella parte terrestre che c'era in lui doveva essere soppressa. Non gli ci volle molto e, a dirla tutta, nemmeno fece fatica. La sua mente logica e controllata aveva avuto la meglio e da quel momento in avanti non ebbe più problemi di carattere emotivo. Sua madre Amanda viveva in lui, ma era come un eco lontano e ben poco udibile.

Ma ora si ritrovava spaccato nuovamente a metà; quel terrestre dalle fattezze assai piacevoli, aveva vanificato un'intera vita di meditazione.

E, cosa peggiore, non sapeva se esserne felice o preoccuparsene.

Quella notte avevano vissuto momenti intensi, tanto da essere certo che a parole non sarebbe mai stato capace di esprimere tutto quello che aveva sentito e ora era lì, con il suo terrestre caldo ed ammaliante che lo guardava e non avrebbe scambiato quel momento per niente e per nessuno nell'intera galassia.


«V'dungi-nam-tor» esordì «significa "Tu sarai"; ek-wak vuol dire "Per sempre"; t'nash-veh... "Il mio" e t'hy'la sta a indicare il "Compagno"».
«Sarai per sempre il mio compagno» disse Kirk.
«Esattamente» annuì Spock deciso.
«No» negò invece Jim scrollando il capo. «Non hai capito, tu sarai per sempre il mio compagno» mormorò sulle sue labbra prima di baciarlo.



Ricaddero entrambi sul materasso, Spock dominava il suo capitano guardandolo dall'alto. Incapace di resistergli lo baciò di nuovo, un bacio profondo e languido che lasciò entrambi senza fiato e quando si allontanò da lui, pochi istanti più tardi, si soffermò un istante. I suoi occhi, oh cielo i suoi occhi erano meravigliosi. Tanto espressivi che parevano dotati di parola e così belli che avrebbe potuto passare l'intera sua esistenza a fissarli e a perdersi in essi. Avvicinò il viso al suo e, mentre le loro mani intrecciate si stringevano maggiormente le une alle altre e i loro corpi si strusciavano a vicenda eccitandosi, i loro sguardi erano inesorabilmente allacciati. Cosa pensava Jim in quel momento? Cosa passava per la sua mente e quale sentimento albergava nel suo cuore? Spock decise che avrebbe provato a scoprirlo sondando quello sguardo, anche se non era mai riuscito a farlo in maniera completa, ora voleva provarci e così fece: abbassandosi maggiormente su di lui provò a capire a quel che stava pensando. Non sarebbe dovuto essere più tanto difficile, si erano fusi mentalmente e aveva visto particolari della sua vita che nessuno prima di lui aveva scoperto.

«A che pensi?»
«A nulla» s'affrettò a negare, sposandosi da sopra di lui e guardando altrove.

Ma Jim non demorse, scivolò sopra il suo corpo schiacciandolo contro il materasso. Gli passò una mano tra i capelli scompigliandoli, mentre gli sollevava le mani sopra la testa e le bloccava con le proprie. Kirk sapeva che non sarebbe bastato a tenerlo fermo, la sua forza era forse il triplo di quanta ne avesse lui, ma quella notte aveva piacevolmente constatato che se lo voleva, Spock poteva anche lasciarsi dominare. 
«Sei verde fino alle orecchie» mormorò il capitano divertito. «Possibile che t'imbarazza più quel che stavi pensando, che il fatto che siamo nudi nello stesso letto e che abbiamo fatto l'amore per tre volte questa notte?»
«I vulcaniani non provano vergogna» ammise pacatamente.
«Già ed è per quello che hai la punta delle orecchie di un bel verde smeraldo? Andiamo... Non costringermi ad ordinarti di parlare».

Kirk lo vide sollevare le sopracciglia, evidentemente perplesso da ciò che gli aveva appena detto. Ovviamente il vulcaniano sapeva che lui stava scherzando, perché Jim non si sarebbe mai azzardato a fare una cosa simile, far valere il suo grado per una questione privata era forse la cosa peggiore che potesse anche solo pensare. Per quello poche ore prima Spock si era stupito molto di quella sua stessa affermazione, allora la situazione era differente ed era dei suoi indumenti intimi che si trattava e ora, nonostante i casi fossero differenti, il tono giocoso era pressoché identico.

L'avrebbe spuntata?

Spock non credeva e la cosa più logica da fare, era confessare ciò che aveva pensato con pacata riservatezza ed apparente freddezza.

«Il tuo corpo, il tuo viso e i tuoi occhi sono piacevoli da guardare. E per cinque punto quattro secondi mi sono chiesto cosa passasse nella tua mente e quali emozioni stessi provando, per i restanti cinque punto sei secondi invece mi sono domandato se sarei mai stato in grado di leggere dentro di te attraverso il tuo sguardo. Un pensiero altamente illogico, ma del resto non sono gli insegnamenti di Surak ad aver dominato le mie azioni questa sera».

Nel sentire quelle parole, Jim Kirk sorrise, possibile che non riuscisse a fare altro che ridere come un idiota? Pensò. Da che l'aveva incontrato non aveva fatto altro, una parte di lui si sentiva in soggezione a mostrare tanto sfrontatamente le proprie emozioni. Anche se, come gli aveva detto Spock, non si sarebbe mai dovuto mai scusare per ciò che la propria natura lo portava ed essere. E non l'avrebbe più fatto, non con lui! Anche se quello sguardo profondo era in grado di smuovere anche i sentimenti più stupidi, Jim non si sarebbe lasciato andare a simili pensieri. Ciò che avrebbe dovuto fare in quel momento, piuttosto, era chinarsi su di lui e baciarlo. Perdersi sulle sue labbra morbide che avevano il sapore dell'eternità e il potere d'annullare tutto. E quando finalmente soddisfò il suo desiderio, baciandolo con passione, entrambi dimenticarono tutto e il tempo sembrò dilatarsi, quasi si fosse fermato.

Quel che non potevano sapere era che, in quella cabina, ci sarebbero rimasti per altre due ore, tardando ad arrivare perfino sul ponte di comando.

Completamente persi in un bacio che aveva il sapore dell'eternità.


Shaht




La storia non è conclusiva, come potete notare questa non è una vera e propria fine, ma è semplicemente la fine di un primo ciclo ovvero del racconto di quel periodo in cui entrambi si sono scoperti innamorati. Potrebbe essere che in futuro io prenda in mano questa storia e decida di scrivere un continuo... potrebbe essere!

Inoltre... so che non dovrei giustificare le scelte che ho fatto, ma vorrei spendere due parole riguardo la prima parte di questo capitolo. La caratterizzazione di Spock è una mia visione di ciò che significa essere vulcaniani. Non ho mai concordato sul fatto che è la parte umana di Spock ad essere innamorata di Jim, così come non mi sono mai trovata daccordo nel dire che Jim l'ha aiutato ad accettare il suo lato umano. Secondo me l'anima di Spock vive in una sorta di equilibrio tra l'una e l'altra parte, il suo lato vulcaniano è secondo me quello più debole, perché dei due è quello che sente le emozioni più forti. Questa storia è servita a mostrare anche questa mia teoria ed è per questo che ho dato spazio solo ai sentimenti e che non ho inserito lemon... sinceramente di squallide scene di sesso ne leggo già abbastanza in giro, ne ho tolta uno dal mondo delle ff, vi ho fatto solo un favore...



Si ringrazia...

Il VLD: Vulcan Language Dictionary, dizionario online di inglese-vulcaniano... (Per le traduzioni in vulcan.)
Il "Sinonimi Master Online" dizionario dei sinonimi... (Per il supporto linguistico italiano.)
Chi ha letto la storia... (Ma soprattutto chi ha retto fino alla fine.)

Eian, Eridani, CowgirlSara e Toru85... (Per le belle recensioni.).
Coloro che hanno inserito tra le seguite, le preferite e le ricordate... (E che lo faranno in futuro.)

E a chi mi ama e chi mi odia...
sochya eh dif(Pace e lunga vita.)

_Koa_

   
 
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