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Autore: Writer96    03/02/2013    7 recensioni
"Potter e l’essere interrotta mentre scriveva e la sua pergamena sbaffata..ma soprattutto (e questa era la cosa che la faceva imbestialire di più) il fatto che avesse riconosciuto la mano di Potter nell’esatto momento in cui l’aveva toccata. Pessima, pessima combinazione."
DALL'ULTIMO CAPITOLO:
"-Buffo, mi aspettavo un’accoglienza più in stile urla melodrammatiche...- commentò Lily, mentre il calore ormai familiare di James la calmava, rendendo tutta quella luce meno accecante. Aprire gli occhi non era stato troppo difficile, si rese conto. La parte difficile era stata capire perché voleva farlo.
Una risatina isterica le ricordò che l’essere che stava abbracciando era Potter e che effettivamente aveva fatto qualcosa di un po’ melodrammatico.
-Scusa, la parte alla Romeo e Giulietta me la riservo per la prossima volta...- commentò lui staccandosi piano da lei. La guardò negli occhi e per la prima volta si rese conto di quanto avevano rischiato. Aveva rischiato di non vederla più. Aveva rischiato di non esserci più una Lily da abbinare alla perfezione al suo cognome.
Rise anche lei, sollevata. Ci sarebbe stato un altro momento per pensare al dolore, si rese conto. La gioia di essere viva era talmente soffocante da minacciare di ucciderla. Ogni respiro era una conquista, qualcosa di imperdibile. E Potter era con lei."
Ecco qui... la prima long che pubblico, nel senso vero e proprio di storia a capitoli. Mi pare ovvio che si tratti di una James/Lily. Ma questa parte da un punto un po' più strano.. che ne direste voi se vi dicessi che Lily è già leggermente innamorata di James? Chissà come andrà a finire.. per ora.. un bacione, Writ
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Combinazioni'
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Non ci sperava più nessuno, eh?
Leggete, leggete e non ignorate le note autrice sotto: c'è una domanda super importante a cui rispondere







Uno strato sottilissimo di neve ricopriva tutta la passerella che collegava una riva del piccolo Wound River all’altra e Lily era certa che si sarebbe spaccata la schiena o qualche altra parte del corpo di una certa importanza prima di essere arrivata dall’altra parte. James sembrò accorgersene, perché si girò e le sorrise, serafico, prendendole poi un braccio da bravo gentleman  e conducendola fin dall’altro lato senza fare un frizzo, continuando a guardarla di sottecchi in attesa di chissà cosa. Quando lei se ne accorse sorrise, liberando il braccio dalla presa di James e allontanandosi di qualche passo prima di iniziare a camminare all’indietro.

-Allora?- chiese lui, il cappello che gli copriva le orecchie e lo faceva sembrare un bambino troppo cresciuto, con quel ciuffo riccio che spuntava da davanti come un fungo alla ricerca di gocce di pioggia. Lily rise da sola per quel pensiero e quando il suo piede prese in pieno un canaletto pieno d’acqua strillò senza riuscire a smettere di ridacchiare. James si unì a quella risata di cui non comprendeva minimamente il senso e si avvicinò alla ragazza con la bacchetta sguainata, asciugandole le calze con uno sguardo di rimprovero che stonava con il sorriso ancora congelato sulle labbra.

-Allora cosa?- chiese Lily, chiedendosi da dove le fosse uscita tutta quell’allegria improvvisa. Si era svegliata, quella mattina, consapevole del fatto che fosse sabato e che sarebbe dovuta uscire con James e tutto le era sembrato facile. L’ansia che pensava l’avrebbe assalita era scivolata via con la consapevolezza che se era sopravvissuta alla vergogna di avergli dato un bacio come regalo di Natale, poteva davvero sopravvivere a tutto.

-Non dici niente del tipo “Oh, sto uscendo con James Potter, ho appena violato l’articolo numero centoventisette bis della Costituzione Evans”? Non mi guardi male?- scherzò lui, chinando la testa e fissandola con insistenza come a cercare di carpirne oscuri segreti. Lily ridacchiò di nuovo, sentendosi molto sciocca e frivola, eppure leggera allo stesso tempo e alzò le mani verso l’alto, i palmi all’insù e le dita tese.

-Ti guarderei male se non avessi quel cappello con il ciuffo all’infuori che è troppo ridicolo e... no. Penso che se dovessi stare a contare tutte le cose che non pensavo mai di poter fare e che invece ho fatto, questa sarebbe decisamente considerata un problema minore...- scherzò, abbassando le braccia e girandosi per guardarlo e sistemargli la cuffia con la punta delle dita, reticente a toccarlo troppo. Il braccialetto le scivolò fino alla mano e cozzò con la fronte del ragazzo senza che lui se ne accorgesse.

-Cos’hai contro il mio cappello? E che fine ha fatto il buon vecchio “Non provare a chiamarmi Lily”?- mormorò lui, una smorfia confusa sul viso, dovuta anche all’intimità involontaria del gesto che stava facendo la ragazza in quel momento, sistemandogli il colletto della giacca con mosse delicate ma decise, quasi abituata a farlo. Lily scosse la testa e lasciò le mani posate sul petto del ragazzo, restia a staccarsi.

Che fine aveva fatto, davvero, tutta la sua determinazione? Forse le era successo come ad uno di quegli organismi che, al posto di combattere i batteri o i corpi estranei, semplicemente preferiscono ingerirli, rendendoli parte di sé. Doveva essere andata così, si disse Lily, perché non c’era altra possibile spiegazione alla sua incapacità di staccarsi da Potter: era entrato a far parte di lei ed era stata proprio lei a volerlo.
Si strinse nelle spalle e sorrise, lasciandosi poi stringere in un abbraccio delicato che arrivò da solo da parte del ragazzo, senza che lui potesse farci niente.
-Ti sei rammollita, Evans...- borbottò James e lei rise, in risposta, soffiandogli sul collo.

-Allora, dove mi porti?- gli chiese poi, staccandosi e lasciando che lui le afferrasse la mano, timoroso ma allo stesso tempo naturale, come se non avesse fatto altro in tutta la sua vita. Sembravano due bambini che camminavano insieme, dondolando le braccia e facendo attenzione ad avere i piedi che si muovessero con lo stesso ritmo.
-Ah, ti devo portare io da qualche parte? Non lo sapevo...- ammise lui, passandosi una mano sul ciuffo che sfuggiva dalla cuffia.
-Ma scusa, eh, mi hai chiesto tu di uscire. L’hai fatto per tre anni e passa, un piano dovrai pur avercelo, no?- ridacchiò Lily, iniziando a tirarlo verso Mielandia senza avere delle intenzioni precise. Aveva fame, non era riuscita a mangiare niente, quindi perché non andare in un posto dove davano cibo?
-Sì, ma non ho mai realmente pensato che potessi dirmi di sì. Come ci speravo, litigavamo. Era un meccanismo causa-effetto: James spera, Lily si arrabbia particolarmente.- disse candidamente e Lily si appellò con forza a tutto il proprio autocontrollo per non saltargli addosso e stringerlo lì, in mezzo a tutti. Era così sincero, James. Non aveva filtri –il che spesso era più un male che un bene- e non esitava a dirti la verità.

-Oh, beh, ho fame. Andiamo da Mielandia, muoviti.- gli ordinò Lily, entrando con il sorriso stampato sul volto. Si diresse con sicurezza verso il bancone dei nuovi prodotti e rimase a guardare le Sirene di Zucchero che si muovevano, vanitose, sotto gli sguardi attoniti dei clienti.
-Tu ci credi alle Sirene nel Lago Nero, James?- chiese, girandosi e guardandolo intento ad ammirare un Set Di ChocoQuidditch in miniatura. Lui sembrò risvegliarsi ed annuì, muovendo la testa con convinzione.
-Io credo a molti dei segreti che si dice siano custoditi ad Hogwarts. Sirene, Piovra Gigante e Unicorni compresi. Voglio dire, tutti ne parlano, quindi tutti li considerano una leggenda. E se fosse solo la più geniale delle coperture? Se fossi un Babbano, saprei con certezza dell’esistenza della magia, visto quante ne hanno dette durante i secoli: magari sono tutte teorie sbagliate, però si basano su un qualcosa di vero.- buttò fuori tutto d’un fiato, per poi arrossire e guardare Lily come se avesse esagerato e si fosse aperto troppo. Lei, d’altro canto, era piacevolmente sorpresa e non riusciva ad impedirsi di sorridere.
-Sai che sono d’accordo con te, Potter? E’ strano, ma sono d’accordo con te.- annuì, prima di girarsi e soffocare un gridolino estasiato di fronte alle boccette pieno di inchiostro di liquirizia.

-Potrei venirci a vivere, in un posto del genere.- esclamò, continuando a guardarsi intorno come se fosse la prima volta che entrava lì dentro. James la ammirò per qualche istante, chiedendosi come mai non avesse mai fatto caso, tutte le volte che l’aveva seguita per qualche istante nascosto sotto al Mantello, alla felicità infantile che la prendeva quando lei entrava lì dentro.
-Ti regalerò una Mielandia tutta tua, allora.- sussurrò e lei si voltò a guardarlo, sorridente come poche volte era stata.
-Grazie.- un ultimo sorriso, poi lei si perse nella folla che portava alla cassa, i capelli che le svolazzavano dietro alle spalle.

James si chiese per quanto sarebbe durato quello stato di quiete, quell’allegria e spensieratezza che sembravano così irrisori rispetto a tutto il dolore di poco tempo prima. Sperò che la risposta fosse quel maledetto “sempre” che anche nelle storie che gli leggeva sua madre da piccolo gli appariva un po’ scontato e poco credibile. Era buffo, era un mago e poteva credere in tutte quelle cose ritenute impossibili, ma il sempre, quella parola lì, proprio gli risultava difficile da pronunciare e da pensare. Sempre poteva essere un secondo, un minuto, una vita, cent’anni, a parer suo. Dire “ti amerò per sempre” era, per lui, come porre dei paletti, anche se invisibili. Ti amerò, diceva, dentro di sé, guardando Lily. E allo stesso tempo, sperava comunque di poterle regalare un sempre di pace.
 

                                                                                            *****


-Una Pluffa! Aveva bucato una Pluffa, ti rendi conto?- ululò James, tra una risata e un’altra, andando faccia avanti e colpendo il legno del tavolo. Lily rise altrettanto forte e poi si strofinò gli occhi con la punta delle dita, guardando il ragazzo davanti a lei con affetto. Aveva le guance rosse e i capelli terribilmente scompigliati e disordinati, piegati in angolazioni assurde a causa del tempo passato sotto il cappello di lana, eppure era così bello che a Lily si strinse il cuore.
-Come si fa? C’è un incantesimo anti-danneggiamento, su quei cosi!- esclamò, piegandosi in avanti per ascoltarlo. I calici di Burrobirra accanto a loro erano praticamente pieni e inviolati, contrastanti invece con il leggero laghetto che si era formato sotto i loro mantelli dopo che se li erano tolti per farli asciugare davanti al caminetto. James non aveva smesso un secondo di parlare e, benchè fosse stato anche leggermente irritante in alcuni momenti, Lily era certa di non aver mai riso così tanto, né di aver mai trovato qualcuno più ferrato di lui sul modo migliore di mangiare dolci di nascosto.
-Quei cosi si chiamano Pluffe, Lils, e non è un incantesimo anti-danneggiamento, quello che c’è sopra, quanto piuttosto una semplice ma efficace variante dell’Incantesimo Sladt che...- iniziò a vomitare fuori lui, muovendo avanti e indietro un dito con fare saccente. Lily riprese a ridere e anche lui si fermò, ridendo a sua volta e beccandosi una manata in testa. Lily lasciò lì la mano, le dita impigliate in un paio di nodi tra i ricci.

-Ma pettinarti, James?- chiese, ridacchiando piano, accarezzandogli il resto dei capelli, che alternavano ricci morbidissimi a punte più rigide, dove Lily sospettava lui avesse provato ad usare dei prodotti particolari. Gli strinse un po’ la cute e poi allontanò la mano, studiandolo mentre le faceva una linguaccia e poi prendeva un sorso dal proprio boccale.
-Ti sei pentita di essere venuta qui con me?- chiese, dubbioso e preoccupato. Lily scosse la testa e si strinse nelle spalle, sentendosi arrossire. Era così assurdo. Così normale. Così fuori dal resto del mondo e della vita, pensò, godendosi quegli attimi in cui l’unica cosa che la infastidiva era il legno duro della sedia su cui era seduta.
-No, direi di no. E tu? Ti sei pentito?- disse, beffarda, beccandosi un sorrisetto emblematico in risposta da James, che la guardò per qualche attimo senza dire niente.
-Avevo paura che le cose non andassero bene e che finissi per rendermi conto di aver sprecato anni e anni di tormenti a te e a me stesso. Ma... direi di no. Non mi pentirei mai di te.- lo disse con una tale convinzione e serietà che Lily allungò la mano verso la sua, stringendogliela come aveva fatto prima con le ciocche di capelli e sorridendo, le guance arrossate che nascondevano le lentiggini e le labbra che scoprivano i denti. Non avrebbe voluto fare nient’altro. Neanche alzarsi e baciare James, come aveva pensato poco prima, o dirgli quanto fosse diventato importante e quanto lei gli fosse grata. Voleva semplicemente rimanere lì, ad accarezzargli le dita in un gesto abbastanza intimo da essere preso come normale o quotidiano.

-Andiamo? Ho voglia di camminare un po’...- mormorò James, senza staccare la mano da quella di Lily, ma utilizzando l’altra per tirare fuori i soldi dalla tasca dei pantaloni. Lei annuì e sciolse a malincuore la presa per potersi rivestire, lasciando che il calore del mantello scaldato al fuoco rimpiazzasse quello della mano di James per qualche istante, prima che lui, quasi prepotentemente, riaffermasse il proprio dominio come fonte di calore per la ragazza. Lily sbuffò, indicando le monete gettate con noncuranza sul tavolo e, in cambio, James le diede una leggera spallata, che li trascinò entrambi fino ad uno dei tavolini lì accanto. La coppia di ragazzi che stava lì si girò a fulminarli con lo sguardo e James si scusò con un sorriso accattivante con la ragazza bionda a cui aveva spostato la sedia. Lei scosse la testa, fissandolo per qualche istante mentre Lily riprendeva a camminare, irritata.

-Sei gelosa?- le soffiò James in un orecchio quando furono fuori dal locale. Le strinse più forte la mano e lei divincolò il braccio, girandosi e trovandoselo vicino come aveva immaginato.
-Sì. Ma almeno ho la certezza di poterti affatturare in ogni momento, quindi sono tranquilla.- rispose con serietà lei, stringendo le labbra in una linea sottile.
-Per questo e non per quello che ti ho detto prima?- si lamentò lui e lei rise, più tranquilla, sentendo chiari i battiti del cuore nelle proprie orecchie e percependo bene come non mai ogni singolo refolo d’aria addosso. Avvicinò il naso a quello di James e lasciò che fosse lui a premere le labbra sulle sue con dolcezza, stringendola senza foga, quasi spaventato da quel contatto, prima di approfondire il tutto. A Lily venne da ridere, perché tutta quella situazione era davvero assurda, ma si accontentò di stringere un po’ più la mano di James e lasciare il proprio viso accanto al suo, i nasi ancora vicini e le labbra sollevate in un sorriso dopo che si furono staccati.

-Posso farti ingelosire ancora?- chiese lui e lei si allontanò di scatto, mettendo su un broncio che stonava con la situazione e la scena di poco prima.
-Sei irritante. Terribilmente irritante, lo sai, sì?- replicò lei, tenendosi a distanza di sicurezza mentre lui continuava a stringerle la mano, il pollice che tracciava piccoli cerchi sulla prima falange di quello di lei.

-Ma bacio bene.-
-Non c’entra niente.-
-Non l’hai negato!- scoppiò a ridere James, avvicinandosi di nuovo ed abbracciando Lily, posandole la testa sulla spalla e sentendola sciogliersi lentamente. Sorrise e le scompigliò i capelli con una mano, mentre lei gliene teneva posata una sulla nuca. Sembrava un gesto rituale, fatto apposta, e James pensò che non ci sarebbe stato niente di più bello da fare che renderlo davvero parte di una nuova quotidianità.


****



-Severus?- domandò Mulciber, avvicinandosi al ragazzo e guardando con interesse le sue mani contratte e le spalle appoggiate contro il muro, il respiro corto e spezzato. Severus non lo sentì, impegnandosi per riavere il proprio respiro normale e tranquillo, per differenziarlo da quello affannoso dei due ragazzi che fino a poco prima si erano baciati, in mezzo alla strada, allegri e stretti senza preoccupazioni.

-Severus.- ribadì Mulciber, dandogli una botta e scuotendolo.
-Ciao, non ti avevo sentito.- mormorò il ragazzo in risposta, soffiando su una ciocca di capelli che gli era scivolata sulle labbra.
-Chi spiavi?- chiese Mulciber e, davanti al silenzio di Severus, lo spinse via, scrutando anche lui da dietro un angolo e vedendo James e Lily scherzare, ignari.
-Ma quello è quel borioso di Potter? Con la Sanguesporco, quella, come si chiama...-
-Lily. Lily Evans...- pronunciò Severus, sentendo le parole che faticosamente gli uscivano dalla bocca, incastrandosi lungo la gola. Mulciber sembrò pensarci un po’ su, poi si girò verso il compagno con un ghigno sulle labbra.
-Sai, Severus? Se non fossi così talentuoso, probabilmente ora ti starei decisamente insultando per la maniera in cui guardi quella .- mormorò, malevolo. Severus si drizzò, stringendo i pugni.
-Non capisci niente.- disse, prima di andarsene.

Nessuno capiva niente.





Writ's Corner
Oh Godric Santissimo. Non ci speravate più, vero?
Beh, neanche io. La mia ispirazione per Combinazioni era andata a farsi fottere allegramente e io ero rimasta senza niente da scrivere. #divertente
In realtà ero davvero incerta su come scrivere il capitolo. La tentazione di aggiungerci alla fine un attacco di Mr Voldie era forte, ma poi mi sono detta che, vista la mia incapacità ad aggiornare in tempo, vi avrei solo fatto penare inutilmente e a lungo. Inoltre per quanto mi riguarda, gli attacchi e le lotte me li immagino fuori da Hogwarts oppure durante qualche missione dell'Ordine, quindi...
C'è poco da dire. Il capitolo, che Alyx5 ( <3 <3) ha gentilmente letto in anticipo per consigliarvi a me sembra un po' melenso e sdolcinato e non amo il pezzetto di James a proposito di sempre. Però volevo mettercelo giusto per collegarlo un pochino a Severus. In realtà di loro appuntamenti ne ho scritti tanti e mi sembra di essere tornata a Click, ma dettagli.

Proprio di Click volevo parlarvi. 
E' una questione seria alla quale pensavo già da un po': mi sono resa conto di quanto sia difficile occuparsi di due long su HP contemporaneamente, specie se sugli stessi personaggi. Mi sembra davvero irrispettoso nei vostri confronti continuare a farvi aspettare mesi e mesi per ogni capitolo solo perchè ho un'ispirazione ballerina e studio al Classico e non ho neanche tre secondi liberi quando ci si mettono i prof.
Perciò, mi trovo a farvi una domanda che si articola in tre risposte. 

Cosa devo fare?

a) Terminare Combinazioni in pochi capitoli, descrivendo ancora qualche scena Jily a Hogwarts e magari la prima missione dell'Ordine per poi scrivere un Epilogo che riassuma velocemente gli avvenimenti precedenti, ma in compenso allungare ancora Click -ho un paio di idee originali in testa- e magari studiare un possibile spin-off per Combinazioni.

b) Terminare Click in poco tempo con le ultime due o tre shots, ma dedicarmi di più a Combinazioni, pur continuando ad aggiornare con tempi lunghi, cercando di ampliare il discorso ma comunque inserendo non troppe altre cose.

c) Mantenere entrambe, con la consapevolezza che gli aggiornamenti saranno più radi del solito e che nessuna delle due storie verrà allungata più di tanto.

Ecco, scegliete. La seconda opzione è quella che a me piace di meno, perchè il pensiero di finire Click mi uccide dentro e del resto faccio un po' fatica a pensare di allungare questa storia senza andare nel banale. Però siete voi i lettori e io son serva vostra, quindi dovete scegliere voi.
Comunicatemelo nelle recensioni o, se non volete recensire, con un messaggio personale, oppure votando al sondaggio che metterò qui (la mia pagina facebook Jily). Diciamo che avrete tempo per... non so. Vedrò strada facendo.

Grazie comunque di tutto, davvero.
Love You All


Writ
   
 
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