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Autore: MissyHarry    05/02/2013    3 recensioni
Una vecchia conoscenza di Revy, una nuova associazione che tenta di prendere il sopravvento sull'Hotel Moscow e i soliti fattorini che ogni tanto si scontrano con la legge.
Perché in fondo un traditore, anche se passa dalla tua parte, rimane pur sempre un traditore.
RevyxRock, accenni... O forse qualcosa di più di semplici accenni, hmmm...
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dutch, Nuovo personaggio, Revy, Rock, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13.

Someone like you





Il filtro della sigaretta stava decisamente facendo una brutta fine, smembrato dalle dita agili della ragazza. Un singulto di stizza le arrivò distrattamente alle orecchie.

"Uh…?" Si voltò annoiata verso Rock, che la stava fissando con occhi socchiusi e i denti serrati. Ispirava profondamente dalla bocca, corrugando la fronte.

"Ti prego, smettila… Ahhh!" si premette le mani contro le orecchie, scuotendo il capo. "Odio quel rumore!"

La rossa sbatté le palpebre, senza capire. "Cos…" sussurrò. Il ragazzo approfittò di quel suo attimo di distrazione per strapparle dalle mani il filtro, gettandolo lontano. "Dio, che fighetta!" esclamò lei, stizzita. "Come fa a darti fastidio? Non Si sente nemmeno…!". Più inviperita per il gesto fatto senza consultarla, che per essere stata sottratta del proprio passatempo, mollò una sberla al braccio del moro. "Cazzo" sbuffò "e ora che faccio…?" appoggiò le fronte alle ginocchia, lasciandosi andare ad un sospiro esasperato.  Rock la guardò per qualche istante fissa in quella posizione, riformulò un paio di volte la risposta e finalmente si decise a parlare.

"Mh. Beh, potremmo chiacchierare un po'."

Si morse la lingua in attesa della risposta, trepidante. Forse era stato troppo avventato… Sapeva quanto odiava Revy parlare di sé. Lei si voltò, alzando lo sguardo rabbuiato, e gli puntò uno sguardo penetrante addosso. 

"No."

Ecco, appunto.

"B-beh…" balbettò lui, tentando di scherzarci sopra "guarda che non devi mica darmi una risposta così affrettata, puoi pensarci se vuoi…" La sua ironia venne totalmente ignorata, e tornò mesto a fissare l'asfalto davanti a sé.

"Anzi, no!" esclamò d'un tratto lei, facendolo sobbalzare spaventato sul posto. "Parliamo! Dai! Parliamo di come è divertente finire in un night club, in una sparatoria con granata e sul ciglio di una strada deserta con una gomma a terra la stessa notte!"

Rock strizzò gli occhi, piegando all'ingiù gli angoli della bocca. "Dannazione…" mormorò, curando di non farsi sentire. "Adesso attacca col vittimismo".

"Parliamo" continuò la ragazza, ormai presa dalla foga "di come ci si sente, sapendo che quello che hai sempre considerato il tuo migliore amico è una cazzo di spia che ti vuole fare secca! …Già, tu ovviamente non lo puoi sapere, in quanto vi odiate! " sentenziò a denti stretti, lanciandogli un'occhiata provocatrice… Provocazione che lui colse al volo. Le rivolse un mezzo sorriso. 

"M-mh. Grazie a te." 

La rossa aprì pian piano le palpebre. "A… Me? Cazzo vuol dire?"

"Dai, non fare la finta tonta!" la stuzzicò lui, con tono irriverente. "Lo sai benissimo che continuiamo a scannarci per la bella principessa". Non seppe di preciso perché stava sparando tutte quelle stronzate a raffica; probabilmente, perché la serata si faceva sempre più bizzarra di suo, e poi forse per un sano masochismo misto a curiosità. Chissà come avrebbe reagito, ora, l'imprevedibile two-hands… 'Massì' pensò, scrollando le spalle 'al massimo mi molla un pugno…'

Quello che invece gli si presentò davanti una volta finita la frase lo lasciò di stucco. La ragazza, colta impreparata, era rimasta immobile a fissarlo, stringendo talmente tanto le mascelle da farle tremare.

"Cretino" sussurrò "ti sei rinc…"

"…Vedi" continuò lui, interrompendola in un tentativo disperato di buttare tutto sull'esagerazione "sei talmente bella che, oh, che ci vuoi fare! Tutti noi stiamo giorno e notte a pensarti, e alla fine è inevitabile che…"
Revy fu fulminea. Con uno scatto gli afferrò il colletto della camicia e lo tirò verso di sé, sfoggiando una delle sue migliori facce del repertorio 'incazzatura all'ultimo stadio'. Era talmente fuori di sé da non riuscire nemmeno a urlargli in faccia; il giapponese, spaventato, trattenne il fiato.

"Forse" sibilò "non sarò bella come una di quelle troie con cui hai avuto amichevolmente a che fare stanotte. Forse, anzi, certamente" ribadì, alzando il pugno stretto sotto il suo mento "non sono disponibile nemmeno la metà di quanto non lo siano loro. Ma fidati che se ho una dote, è quella di avere una mira abbastanza precisa da poter prendere a calci in culo fino all'inferno i coglioni che si prendono gioco di me". Detto questo, con uno spintone lo allontanò da sé, voltando il viso dall'altra parte.

Rock tentò di accantonare lo spavento che gli aveva raggelato le vene, e tossicchiò, ansante. "Ehi" si difese "guarda che ero serio. Io non ti prendo per il culo". "Ma allora vuoi che ti meni!" La rossa sfoderò una Beretta, colpendogli la testa col calcio della pistola. Fu abbastanza lenta da permettergli di scansarsi… Cosa che però lui non fece. Incassò il colpo, piegando di reazione la fronte in avanti e soffocando il gemito di dolore. Alzò gli occhi verso di lei, implorante. "…Credimi".

Revy tentò di racimolare ogni briciolo di crudeltà che le era rimasto sparso per il corpo. "Cos'è, colletto bianco? Una dichiarazione? Oh" esclamò, interrompendolo prima che avesse il tempo di risponderle "non ne ricevo tanti di complimenti al giorno, ma devo ammettere che questo è il più merdoso che abbia mai sentito. Complimenti! Se fossi in una soap americana, milioni di casalinghe depresse ora starebbero piangendo davanti alla TV!" sentenziò sarcastica.

Rock si alzò. Le ultime parole della rossa erano state più taglienti e più dolorose del colpo di prima. Stringendo i pugni, si diresse verso la strada a passo risoluto.

"Ehi" esclamò lei, debolmente "non è che… Senti, io…" totalmente ignorata, scattò in piedi anche lei, raggiungendolo. "Rock, cazzo, sto parlando con te, mi vuoi ascoltare?" gli appoggiò una mano sulla spalla, obbligandolo a fermarsi "fermati, dai, non intendevo…" 

Con uno sbuffo, il giapponese si voltò lentamente verso di lei. La fissò, scuotendo la testa rassegnato. "Revy, Revy… Cosa devo fare, con te…?"

Lei sorrise debolmente. "Mh. Magari sopportarmi, eh".
Abbassò le palpebre, socchiudendo gli occhi… faceva fatica a sostenere il suo sguardo. Faceva fatica a fare tutto, quella sera… Pure a mantenere un carattere accettabile. "A volte mi chiedo come faccia, tu" mormorò, con tono mesto di scuse. Lui sorrise. Dalla sua angolazione, lei non riusciva a vederlo, ma seppe che stava sorridendo. Il suo sorriso era assordante, a volte. Aveva un sorriso capace di rimbombarti in testa. 

Alzò gli angoli della bocca anche lei, di riflesso, e chinò la testa. "Rock…" sussurrò. "Mh…?" mormorò lui, alzando le sopracciglia. Lentamente alzò una mano ad accarezzarle la nuca, piano piano e con estrema cautela, come se stesse accarezzando una tigre.

'Ah' pensò, non appena sentì i suoi capelli sotto i polpastrelli 'se solo quello stronzo di Mark mi vedesse ora…' 

"Sono stanchissima… Dormiamo in macchina, ripartiamo domani. Sto crollando".



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Angolo Autrice

Sono talmente tanto in uno schifoso ritardo che nemmeno provo a scusarmi. Faccio schifo. Mi spiace.
Godetevelo. Baci!
Harry

  
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