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Autore: Daewen    30/08/2007    2 recensioni
"Un sonoro schiocco, accompagnato da una forte puzza di zolfo li fece voltare rapidamente: alle loro spalle era appena comparsa una loro vecchia conoscenza. Kurt Wagner si stava spazzolando il cappotto sudicio, come se quel gesto potesse renderlo più presentabile. Al suo fianco, che esitava a slacciarsi da lui, c’era una bambina sugli undici anni, ben pettinata e vestita di tutto punto."
Genere: Malinconico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Adoro l'ambientazione di questo capitolo (e del prossimo)! Non ho idea del perché, probabilmente perché ho una mente malata....
Visto che è passato un bel po' di tempo da quando l'ho detto, Hero è il nick da battaglia di Renee.

Capitolo Nono
La baia ghiacciata

Era notte. O almeno, avrebbe dovuto esserlo, secondo gli orologi. Tutti gli abitanti della scuola Xavier per giovani dotati erano andati a dormire – tutti eccetto quel ragazzino che Renee, fra sé, aveva cominciato a chiamare “Lo psicotico”, che sembrava assolutamente incapace di dormire. Perfino gli adulti dormivano! Quindi doveva essere un bel po' tardi, accidenti.
E allora perché la luce che intravedeva attraverso le palpebre chiuse era quella di un pomeriggio – molto - nuvoloso? Un momento: si era tolta il ciondolo, prima di andare a dormire, come faceva sempre: come faceva a vedere? Cautamente, Renee aprì gli occhi.
Era in piedi. Se avesse fatto un solo passo si sarebbe trovata a mollo nella Wallabout Bay. Inspirò, impaurita: come c'era arrivata... ma no, aspetta: doveva essere uno dei suoi sogni. Si, era senz'altro così, come aveva fatto a non capirlo subito? Che sciocca era stata. Certo, nessuno dei suoi sogni era ambientato a New York, ma doveva essere senz'altro... Trasalì di nuovo. Jimmy era appena comparso al suo fianco. Era in pigiama: in effetti, anche Renee indossava la sua camicia da notte, ed era strano... nei suoi sogni era sempre un'adolescente con jeans a vita bassa e tutto il resto... anche Jimmy sembrava spaventato. La bambina roteò su se stessa, e vide che lì c'era tutta la scuola. Professori e studenti, in pigiama o camicia da notte, tutti con un'espressione impaurita o preoccupata sul volto. Logan, sbucato da chissà dove, la afferrò per la spallina e le ringhiò nell'orecchio: «Che diavolo significa?»
«Non... non è un mio sogno?»
«Se vuoi facciamo la prova» replicò il mutante, sguainando gli artigli. Era la terza volta in pochi mesi che la minacciava così. La bambina scosse il capo, turbata. Poi li vide.
Erano dei soldati. Tantissimi soldati, dalle uniformi iper-tecnologiche, da film. O da agenzie speciali. Erano armati, e sembravano intenzionati ad accerchiare i mutanti. «Logan, guarda» sibilò la bambina.
«Li ho sentiti da un pezzo» replicò lui.
«Sono pericolosi!!!»
«E tu come lo sai?»
«Andiamo, guardali!»
«Ci vedi? Ma non hai il ciondolo» sibilò lui, ancora una volta sospettoso. Poi vide che la bambina era paonazza, tanto era agitata.
Jimmy intanto si era spostato lungo l'immenso corso d'acqua: qualcosa di indefinito, di sbagliato, aveva attirato la sua attenzione... Ecco: un'isoletta minuscola, che ospitava un solo, strambo edificio, era apparso dal nulla nel bel mezzo della Wallabout Bay. «Tempesta, guarda...»
«No!» la dea Ororo era sconvolta, eppure non aveva sentito Jimmy, e probabilmente non aveva ancora visto l'isoletta... ma lei guardava i soldati.
Armati della Cura.
«Dobbiamo andarcene da qui!» esclamò, rivolta agli X-Men.
Fu allora che Bobby avanzò tanto da arrivare a toccare l'acqua con la punta delle dita.
Tutti i mutanti si voltarono a guardarlo: davanti ai loro occhi, in un soffio, un battito di ciglia, l'Uomo Ghiaccio congelò l'intera baia, andando ben oltre i ponti che la delimitavano, il Manhattan Bridge ed il Williamsburg Bridge. «Cacchio Bobby!» esclamò un'entusiasta Jubilee «Che è successo ai tuoi poteri?»
«Io... non lo so...»
«Andiamo! Pensiamo dopo ai tuoi poteri!» urlò Tempesta, che aveva già cominciato a spingere i più piccoli verso il rifugio offerto da quell'edificio, restando però indietro per fermare i soldati.
Oltre cento trecento mutanti di tutte le età si riversarono sul fiume, congelato fino al suo letto, disperatamente diretti verso quello strambo edificio.
I primi ad arrivare – tramite teletrasporto - furono Nightcrawler e Hero, nonostante le proteste di lei che voleva combattere.
A vederlo da fuori, l'edificio era una chiesa tardogotica e leggermente diroccata. Il teleporter si affrettò ad aprire le porte, e si spostò di lato per lasciare entrare i primi studenti. Vide in lontananza il muro di fulmini creato da Ororo che impediva ai mercenari di farsi più vicini. Nel giro di dieci minuti erano tutti al sicuro all'interno della “chiesa” e Wolverine, Bestia, Angelo e l'Uomo Ghiaccio si stavano dando da fare per bloccare le entrate.
Renee distolse la sua attenzione da loro e cominciò a camminare nella navata centrale, divisa dalle due laterali da una serie di colonne corinzie. Era seguita passo passo da Magneto e Mistica, ancora rigorosamente due beagle. Giunta nei pressi del transetto la bambina guardò in alto: sulle volte a crociera erano raffigurati una serie di mutanti. Tutti chiaramente morti. La ragazzina rabbrividì istintivamente. Non conosceva la maggior parte di loro, ma li riconosceva. Senza contare che nel migliore dei casi quei mutanti erano stati impiccati o affogati... Quegli affreschi erano incredibilmente realistici. Cautamente superò il transetto e avanzò fino all'altare nudo. Non c'erano i calici, o il leggio, come aveva visto nelle chiese che aveva visitato con Kurt, ma non si era aspettata nulla di diverso, dopo aver visto gli affreschi. Non avendo trovato nulla di interessante, tornò indietro passando nella navata di destra. Sussultò, sorpresa: anche lì era tutto strano: invece delle nicchie che avrebbero dovuto racchiudere pregiati dipinti o statue, vi erano delle stanze, degli sgabuzzini, per la precisione. Una serie infinita di sgabuzzini colmi di vecchie cianfrusaglie. Avanzò ancora, infilando di tanto in tanto la testa in quelle stanzette. Incappò in un bagno, con tanto di targhetta che indicava che quello era il bagno maschile. Dal bagno, comunque, si accedeva ad un altro sgabuzzino. Scosse la testa, divertita, ed andò a raccontare a Tempesta ciò che aveva visto.

Kurt Wagner detto Nightcrawler si era teletrasportato direttamente sopra il rosone della chiesa. Si accovacciò, diventando simile ai numerosi Gargoyles che ornavano l'imponente facciata. Si sentiva a casa, e per di più, ora che la notte scendeva
(tornava a scendere)
lo spettacolo davanti a lui era stupendo. Inspirò a fondo l'aria notturna e guardò giù. I soldati si erano accampati davanti all'entrata, per quella notte non potevano uscire. Lui sarebbe svenuto molto prima di poter teletrasportare fuori tutti, senza parlare di Jimmy, con lui semplicemente non avrebbe funzionato. Avrebbero passato la notte lì, era l'unica soluzione.

  
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