Ciao
a tutti!
Dopo
qualche giorno di attesa, ecco i nuovi atti! Credo che
questo potrebbe essere il penultimo capitolo... Buona
lettura!
Atto sesto
-Eh
si, amici, purtroppo non c’è niente da fare...-
La
cantina era piuttosto buia, ma Cenerentola, avendoci
passato tanto tempo anche costretta, si era abituata alla mancanza della luce.
Fred
–Non puoi arrenderti così, Cenerella!-
George-
E’ vero! Tu sei molto più bella di quei mostri delle
tue sorellastre!-
La
ragazza sorrise, e accarezzò i topolini.
-Siete
davvero molto carini, ma non posso andarci. Non ho un vestito abbastanza bello,
e la matrigna non me lo permetterebbe mai. Ha già detto che dovrei avere un vestito adatto, per poter andare
con loro.-
Una
lacrima solitaria solcò il viso della poverina, che, per evitare che i suoi
amici la vedessero, corse via dalla stanza, sussurrando –Scusate!-
Fred-
Non possiamo permettere che Cenerella soffra così!-
George
–Hai perfettamente ragione! Lei ci cuce sempre tanti bei vestiti, ha diritto di
andare al ballo!-
Tutti
i topolini sembravano d’accordo su questo, ma come fare? Ben presto
si misero a discutere certi di poter risolvere, in qualche modo, il
problema.
Passarono
alcuni minuti, durante i quali parlarono concitatamente, finché...
Fred-Ehm...
Signora autrice, vengo a lei in rappresentanza di
tutti i topini della storia.-
Autrice
–Dimmi pure, caro topolino.-
Fred
–Noi avremmo pensato, ecco... Abbiamo pensato che sarebbe
carino che cucissimo noi un vestito per Cenerentola, ma siamo tutti maschi, e
privi di gusto per le cose eleganti. Ecco, se lei potesse... aiutarci...
avremmo bisogno di una topolina... qualcuno che ne sappia
più di noi.-
Autrice
–Certo, certo, avete ragione. E siccome siete dei
topolini tanto carini, e l’ultima cosa a cui assomigliate sono i topi, vi
aiuterò. Guardate le scale, sembra che stia scendendo qualcuno...-
Tutti
i presenti si voltarono immediatamente verso le scale, dove c’era una creaturian simile a loro, piccola, ma chiaramente femmina.
Si avvicinò, e strinse la mano a tutti.
-Ciao
a tutti! Io sono Angelina, e sono qui per aiutarvi con un certo vestito.
Allora, vogliamo cominciare?-
Fred,
al settimo cielo –Certo! Abbiamo solo bisogno di vecchi vestiti, e di
qualche... si, anche qualche collana!-
Tutti
i topolini –Corriamo subito a prenderli!-
Angelina,
intanto, taglia ago e filo, e sgombra un tavolo.
-Forza!
Muovetevi! C’è tanto lavoro da fare!-
Fred,
sottovoce- E’ appena arrivata e già fa la despota?-
Autrice,
alzando un sopracciglio –Se vuoi, posso mandarla via!-
Fred-
Oh no, assolutamente no! Io non so nemmeno com’è fatto, un vestito elegante! E,
tra l’altro, è anche piuttosto carina, questa topolina!-
Autrice
–Fred!-
Atto settimo
In
cantina, si respirava una strana atmosfera. I topolini stavano coprendo
qualcosa con un grande telo, qualcosa poggiato su un
tavolo spazioso.
Fred
–Svelti, svelti, stanno arrivando!-
Cenerentola
–Angelina, dove vorrai mai portarmi? Sembra che stiamo andando in cantina!-
La ragazza scese l’ultimo gradino ed entrò nella stanza vecchia e
polverosa.
-
E’ tutto per te, Cenerella! Ora potrai andare alla festa!-
Così
dicendo, Fred e George scoprirono il telo, mostrando alla ragazza, che
finalmente aprì gli occhi, un meraviglioso vestito, di un pallido rosa,
decorato con veli e perle, addirittura più bello di quelli confezionati dalla
sarta più famosa del paese per le sorellastre.
Cenerentola –Amici, ma è meraviglioso! Grazie! Siete stati
fantastici!-
Angelina
–Grazie, Cenerella, ma ora va a prepararti!-
Gli altri –Certo, ora va a prepararti, altrimenti non farai in
tempo!-
La
ragazza corse nella sua stanza, e indossò l’abito. Era molto carina.
Quando,
pochi minuti più tardi, scese le scale della casa, per raggiungere le
sorellastre e la matrigna che si apprestavano a
uscire, queste ultime restarono a dir poco sbalordite.
Matrigna
–Cenerentola! Dove hai rubato quell’abito?-
Cenerentola
arrossì, e abbassò gli occhi, per dire...
Cenerentola
–Mi scusi, signora autrice, se la interrompo così presto, ma ho saputo che il
principe le ha fatto appunti su come dovrebbe essere il suo personaggio, quindi
credo che non si opporrà se anche io...-
Autrice
–Parla. Non ho più la forza di oppormi.-
Cenerentola,
piuttosto sollevata –Oh, bene! Ecco, mi scusia ancora
se glielo dico, ma il mio personaggio è troppo
servizievole e inutile! Insomma, basta che la matrigna parli, per mettermi a tacere! Dovrei essere almeno un po’ più
combattiva, almeno per non apparire patetica... capisco che l’amicizia con i
topolini PROPRIO non si possa evitare, ma un po’ di sana grinta...-
Autrice,
leggermente intontita dal fiume di parole –Ok, vedrò
cosa si può fare. Ma ora muoviti, questa è una delle scene più importanti!-
Cenerentola
–Perché farmi strappare il vestito dovrebbe essere
così importante?-
Autrice,
esasperata –Devi proprio spoilerare tutto ai lettori?-
Cenerentola
–Insomma, chi è che non conosce questa storia?-
Autrice,
pensando a lavanda –Più persone di quante tu creda...-
Tornando
al racconto, Cenerentola disse alla matrigna
-Io
non ho assolutamente rubato questo vestito! E lei dovrebbe avere delle prove
per accusarmi!-
Lavanda
sembrò improvvisamente illuminarsi, e si gettò sulla sorellastra, mettendole le
mani al collo –Questa collana è mia! E anche queste perle!- e strappandole tutti gli ornamenti così ben
confezionati.
Calì –Un momento! Anche quel velo è di un mio vecchio vestito!-
Lavanda-
La mia vecchia gonna rosa! Ecco dov’era finita! Stupida ladra!-
E,
insieme, le sorelle distrussero tutto il vestito di Cenerentola, che cercava
inutilmente di difendersi.
Quando
le sorellastre la lasciarono, ormai del vestito non era
rimasto quasi niente, se non tanta stoffa strappata e sgualcita.
Matrigna- Cenerentola, credo che tu non abbia trovato un
vestito adatto per venire alla festa. Mi dispiace, sarà per
la prossima volta.-
La
povera ragazza cadde a terra, abbattuta, e scoppiò a piangere.
Atto ottavo
-Povera
Cenerella! E’ tutta colpa nostra!-
La
ragazza trattenne le lacrime, ma consolò i suoi amici
-No,
piccolini, voi volevate solo aiutarmi... Sono io che non avrei dovuto
illudermi... Una persona come me dovrebbe astenersi
dal sognare...-
I
topolini sembravano quasi sconvolti
-No!
Non dire così... Vedrai...-
Improvvisamente
la cucina fu illuminata da una strana luce argentea, che accecò tutti. Qualche
minuto dopo, la luce scomparve, e al suo posto c’era
una strana ragazza.
Indossava
una lunga veste azzurra, e i capelli biondi e spettinati,
insieme agli occhi tanto grandi da sembrare spalancati, le conferivano
un’aria decisamente strampalata.
Fatina
–Io... Perché sono venuta qui? Ah, si
certo! Quella ragazza ha appena detto di non creder più nei sogni!-
Cenerentola
–E tu chi sei? Cosa ci fai qui?-
Fatina
–Piacere, io sono Lunatica, meglio conosciuta come la Fata smemorina! Sei tu
che hai detto che non vuoi più sognare, vero?-
Cenerentola
annuì, e avrebbe pianto di nuovo, se non ci fosse stata
la strana figura della fata a distrarla.
Fata
-Bene! Vediamo subito che si può fare.. Qual è
esattamente il tuo problema?-
Cenerentola
–Io dovevo andare ad un ballo del Principe, dove lui avrebbe scelto la sua
futura moglie tra tutte le ragazza del villaggio, ma
le mie sorellastre hanno distrutto il mio vestito!-
Fata
–Niente di più semplice! Dammi solo il tempo di trovare la mia bacchetta...
Spero solo che non sia finita sulle tasche
posteriori... Malocchio diceva sempre che...-
Cenerentola,
leggermente scioccata –Bacchetta? E chi è Malocchio?-
Fata
–Niente, niente, credo... l’ho trovata. Ecco, vieni qui.-
Cenerentola
si avvicinò, con fare sospettoso, e la fata le girò intorno.
-Uhm...
Allora... com’era la formula? Proviamo... Levicorpus!-
Cenerentola
venne scagliata nell’aria, appesa per un piede, e
strillò.
Fata
–No, decisamente non è questa... Expelliarmus!-
Cenerentola
venne scagliata contro una credenza, e si rialzò
dolorante, guardando male la fata.
Fata
–Scusa, scusa... Un attimo... Ecco! Questa dovrebbe
essere la formula giusta! BibidiBobidiBù!- poi, tra sé e sé –Che formula
stupida...-
Improvvisamente,
l’abito stracciato di cenerentola tornò lungo, divenne
argentato, meraviglioso, brillava anche alla poca luce della cucina.
-BibidiBobidiBù!-
I
capelli di Cenerentola diventarono incredibilmente lisci, come non erano mai
stati prima, e sul suo viso comparve un leggero trucco. Inoltre, tra i capelli
brillava un piccolo diadema.
-BibidiBobidiBù!-
Ai
piedi della ragazza apparvero della scarpette meravigliose,
che le calzavano perfettamente, ed erano...
Fata
–Si, sono fatte di cristallo. Ma ora andiamo fuori. E voi, topini, seguiteci.
Tutta
la combriccola si spostò nel cortile. Cenerentola era estasiata, non credeva a
quanto le stava accadendo.
Fata
–Uhm... Avete delle zucche, qui?-
Cenerentola,
palesemente stupita –Noi non coltiviamo zucche...-
Fred-
Aspettate un momento! C’è ne una!-
E
guidò tutti verso il punto più lontano del cortile, dove una zucca enorme giaceva
abbandonata.
Fred
–Ecco! Questa zucca si chiama Percy! Credo sia stata
l’ultima prodotta da un vecchio guardiacaccia, che viveva qui una volta... Si
chiamava Hagrid...-
Fata –Si, grazie, credo che questa zucca andrà benissimo. BibidiBobidiBù!-
E
la zucca subito venne trasformata in una carrozza,
grande e graziosa, mentre Cenerentola era sempre più incredula.
Fata
–Ora, ho bisogno di qualche volontario tra voi! Uhm..
Vediamo... Si! Voi due.-
Fred
biascicò –Volontario?- Ma si fece comunque avanti.
-BibidiBobidiBù!-
I
due topini diventarono uno il cavallo da traino per la
carrozza, l’altro il cocchiere.
Cenerentola
era così contenta che abbracciò la fata.
Fata
–Grazie. Vai al ballo, e divertiti. C’è solo un’ultima cosa: devi tornare entro.... entro Mezz.. Mezzogiorno?
No... Mezzodì? No, neanche
questa...-
Cenerentola,
speranzosa, suggerì –mezzanotte?-
Fata
–Si! Certo! Mezzanotte! A quell’ora l’incantesimo
finirà, quindi devi tornare a casa!-
Cenerentola
–E perché proprio a Mezzanotte?-
Fata
–Io non ne ho la più pallida idea... Ciao ciao!-
E
scomparve nella stessa luce argentea che aveva preceduto la sua venuta.
Cenerentola
si affrettò a salire sulla carrozza, e salutò gli altri topolini che non la
accompagnavano. Mentre viaggiava alla volta del
castello, si specchiò sulla punta delle sue lucidissime scarpe, e stentò a
riconoscersi, tanto era bella.
Bene,
anche questo capitolo è finito... E’ un po’ più lungo degli altri, anzi, credo
che sarà il più lungo in assoluto.
Ringrazio
nuovamente quanti hanno recensito, e aggiungo solo un’altra cosa : nel prossimo capitolo dovrebbero esserci alcuni tra i
personaggi assenti, che interpreteranno però solo alcune comparsate
utili ai fini della storia... Spero che questo chap
vi sia piaciuto.
Kisses
P.S. : Magari, ma solo se vi va... Che dite, lo lasciate un
commentino?