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Autore: Jade Okelani    09/08/2004    7 recensioni
La scuola di Stregoneria e di Magia di Hogwarts nasconde un profondo mistero fra le sue mura, una antica società che trabocca di potere. Ginny Weasley non vuole altro che entrare a farne parte, insieme a tutti i privilegi che questo comporta. Draco Malfoy ha il suo futuro nelle sue mani, a patto che lei aderisca a certe condizioni per il periodo di un mese. La fine dell'inverno porta con sè dispiacere, gioia e cambiamenti.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Our Winter

(Il nostro Inverno)
di Jade Okelani
Il capitolo 3 è stato tradotto da Erika in esclusiva per EFP

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Capitolo 4: Desiderio di pomeriggio - parte b

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"Donna, se non mi lascia avere almeno un attimo di pace prima di continuare a cercare di farmi entrare queste inutili informazioni nella testa, prendo questi libri e li butto insieme a te dritti nel lago."

"Non so come ti aspetti di imparare queste cose se non le studi," insistette Ginny, sempre più irritata dalle sue continue lamentele. "E' come se non provassi nemmeno a leggere il testo del compito."

"E' del tutto inutile," persistette lui, buttando di lato il suo libro testo.

"Non lo è," dichiarò Ginny con fermezza. "Tu che sei così bravo in Pozioni e che vai sempre blaterando quanto è grande il Professor Piton e la sua arte," proseguì ironica, " dovresti apprezzare Erbologia molto più di così."

"E chi lo dice?" ribattè arrabbiato.

"Vanno mano a mano no?" precisò Ginny. "Tutti gli ingredienti che vanno nelle preziose formule di Snape sono esattamente quelli che la Professor Sprite sta cercando di insegnarci."

"Non ho bisogno di sapere come funzionano, basta che sappia che lo fanno," disse Draco.

"Ci credi davvero?" chiese Ginny, sbalordita.

"Certo," rispose lui, muovendosi dalla sua posizione, a disagio.

"Non ti importa allora sapere da dove vengono le cose, di cosa sono fatte o come arrivano a te?" persisttete. "Basta che funzionino=" Era vicina alle lacrime adesso, ma maledizione se glievo avrebbe fatto sapere.

"Che c'è di male in questo?" chiese lui stizzito.

"Niente." disse brusca lei. "Assolutamente niente."

Dentro, ribolliva. Era esattamente per questo che Ron era così preoccupato che passasse tanto tempo con Malfoy, esattamente questo il perchè dell'odio fra Harry e Draco. La scala intrinseca di valori era così profondamente diversa che era un miracolo che non si respingessero come calamite di segno opposto. Davvero la sua crescente attrazione per lui (e ora era pronta ad ammettere che c'era un attrazione che stava crescendo) aveva potuta renderla così cieca da farle inventare ragioni per vederlo diversamente dal ragazzo malvagio che era e che avevano conosciuto tutti per anni?

"Ovviamente non si tratta di 'niente' quando hai una scopa affilata infilata dritta nel sedere," precisò con fare ragionevole.

"Benissimo," disse secca, alzandosi in piedi. Buttò il torso di mela che aveva ancora in mano verso la sua testa e lui lo evitò appena in tempo, scansandosi. "Vuoi sapere cosa c'è che non va? Sei tu. E' il modo in cui vedi le cose, il modo in cui credi di sapere tutto quanto. Mi guardi e vedi un ratto di Weasley dei bassifondi, troppo povera per comprarsi nuovi vestit, qualcosa per ... Dio, non provi nemmeno pena per me, vero? Mi disprezzi e così tutti coloro che non incontrano i criteri della tua orribile mente chiusa. Sei bigotto, malvagio e-"

"Hai finito?" chiese con voce glaciale, alzandosi anche lui in piedi.

"Neanche per sogno!" gridò. "Sei così intelligente. Tutto ti risulta facile, hai tutto, non hai mai dovuto preoccuparti per la tua sicurezza o se sarai in grado di aiutare la tua famiglia a non perdere la tua casa! Sei così intelligente," ripetè con un singhiozzo, "e così ignorante. Come può una persona così intelligente essere così ignorante?"

"Non sono intelligente," rispose lui secco. "Non nel modo che pensi."

"Ma certo," continuò lei con fare sarcastico, "e hai voti più alti di tutti quanti gli altri eccetto Hermione giusto perchè sei stupido-"

"Ho voti più alti di quasi tutti gli altri a parte Hermione solo perchè ho una memoria uditiva," ammise con rabbia.

Questo la zittì per un attimo. "Allora ... perchè vai così male in Erbologia?"

"No, è che . . .  non ricordo cose che leggo, o vedo, " disse, con la voce costretta, la postura ostile mentre si guardavano l'un l'altro. "Ma quando sento qualcosa me lo ricordo perfettamente."

"Non presti attenzione a quello che dice la Professoressa Sprite," commentò Ginny, il suo tono di voce che rifletteva l'improvvisa ispirazione che aveva trovato. "E non dice mai l'intera lezione ad alta voce - ci fa sempre fare qualche ricerca per conto nostro."

"Aspetta di arrivare al settimo anno," bofonchiò Draco. "Pensa che tu abbia ascoltato per i sei anni precedenti e smette del tutto di parlare."

"Perchè diavolo non mi hai detto questo prima?!" gridò lei, di nuovo furiosa.

Draco sembrava preso alla sprovvista. "E ora perchè diavolo sei arrabbiata?"

"Ti stavo insegnando nel modo sbagliato," disse lei, come se fosse ovvio. "Ti ho fatto leggere ... mio Dio, per forza che eri di così cattivo umore."

"Ma lo sono sempre," disse lui incredulo.

"Siediti di nuovo," lo istruì, riprendendo il suo posto e afferrando il libro di testo che aveva abbandonato.

Confuso, Draco si sistemò di nuovo a terra accanto a lei, guardandola sospettoso. Ginny fece finta di non notarlo, e silenziosamente si congratulò con se stessa per averlo messo fuori combattimento. Stava diventando spaventosamente chiaro il potere che Draco poteva avere su di lei se cominciava a farselo piacere, a provare qualcosa per lui che già non provava. Data la vicinanza costretta a cui si sarebbero sottoposti nelle prossime tre settimane, non c'era niente che poteva fare per fermare questi sentimenti; ma poteva controllare l'equilibro del potere che si era installato fra di loro.

Era un caso perso, comunque. Non pensava davvero che sarebbe successo niente di serio fra di loro, almeno se si teneva conto di quel che ne pensava Draco. Quello che gli avevo detto prima forse era stato sgradevole, ma non per questo meno vero. Anche se forse lo divertiva, ed era persino tollerante con lei, la vedeva sicuramente come una nullità. Meno di una nullità. Una Weasley. Era così inferiore a lui che, dal suo punto di vista, doveva essere simile a una formica. Il che poteva significare solamente che doveva essere estremamente attenta ai suoi sentimenti nella loro attuale sistemazione.

"Alla Professoressa Sprite piace sapere che si è letto tutto," disse Ginny ad alta voce, "perciò cominceremo con Un migliaio di Erbe Magiche e Funghi e andremo avanti da lì."

"Quando vuoi partire," iniziò Draco esistante.

"Ficosecco abbissino," lo interruppe Ginny ad alta voce "è un ingrediente di pozioni che richiede una sbucciatura ..."

E continuò a leggerli l'intera enciclopedia di erbe magiche ad alta voce mentre il sole cambiava posizione nel cielo. Quando arrivò al Sogghigno del Diavolo (un rampicante che temeva il fuoco e che amava invece i luoghi oscuri ed umidi) aveva appena trovato il suo ritmo e sentiva di poter andare avanti per tutta la notte se necessario. Una volta arrivata agli Sbuffobaccello però (baccelli rosa grossi con semi che si trasformavano in fiori se cadevano per terra) la mandibola cominciò a farle male, la gola era secca e dolorante, e la voce era ormai rauca e persino la vista le si stava annebbiando.

Mettendosi una ciocca di capelli dietro le orecchie, Ginny mise da parte il libro e bevette un sorso di sidro frizzante, strizzando il naso per il gusto caldo e secco. Tirò fuori la bacchetta e mormorò un incantesimo per trasformarlo in acqua, dopodicchè bevette l'intero bicchiere con avidità. Mentre con la mano andava a prendere di nuovo il libro, si sorprese a trovare la mano di Draco sopra la sua. Il suo sguardo sorpreso volò verso di lui.

"E' abbastanza Erbologia per oggi," disse piano.

"Ma abbiamo ancora circa trecento erbe e funghi da fare ancora," protestò debolmente.

"Penso di aver imparato più che abbastanza per questa sera," disse lui.

"Come faccio a sapere che hai davvero immagazzinato qualcosa?" chiese lei sospettosa.

"Mettimi alla prova," si offrì lui con un sorriso furbo.

"Sogghigno del diavolo," disse lei.

"Piante rampicanti a cui piacciono i luoghi freddi ed umidi; si adatterebbero bene ai sotterranei dei Serpeverde probabilmente se non fosse per le torce accese."

"Sbuffobaccello," continuò veloce lei.

"Baccelli grossi e rosa," rispose con altrettanta fretta, "non bisogna farli cadere o avrai un sacco di fiori disgustosi."

"Che memoria," dichiarò lei, impressionata.

"Ho un altro compito per te."

"Cosa?" chiese lei stanca.

"Chiudi gli occhi," ordinò lui gentilmente.

"Perchè?" chiese sospettosa.

Lui alzò gli occhi al cielo. "Perchè non lo fai e basta, mocciosa?"

Facendo un grosso respiro, chiuse gli occhi e cercò di non far tendere ogni muscolo del suo corpo. Sentì il suo respiro contro il mento e quasi saltò fuori dalla sua stessa pelle. Quando le premette la bocca contro la mascella, in effetti saltò un poco.

"Che stai facendo?" bisbigliò, mentre gli occhi si aprivano di colpo.

"Hai letto ad alta voce per ore," rispose lui.

Guardandosi intorno, Ginny si rse conto che era ormai sera, essendo il sole sparito dietro le colline che circondavano ed isolavano Hogwarts; facendolo sembrare un posto che esisteva lontano dal resto del mondo. La mano di Draco era ancora sopra la sua ed era ancora così vicino da farle sentire ogni respiro che faceva sul viso.

"Ti deve far male la faccia," continuò Draco.

"Sì infatti," confermò lei, appena cosciente di quel che diceva.

"Ho un vecchio rimedio per i piccoli dolori e malanni," disse lui. "Qualcosa che mia madre faceva sempre per me."

"Oh?" fece lei con voce strozzata.

Un mezzo sorriso gli si fece largo sul viso. Premette un altro bacio contro la sua guancia, questa volta più vicino all'orecchio. Gli occhi di lei si chiusero di loro volontà mentre lui intrecciava le dita fra i suoi capelli e li allontanava dalla sua strada.

"Un bacino e va tutto meglio," mormorò, un attimo prima che le sue labbra trovassero quelle di lei.

 

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